11 aprile '15 - sabato 11th April / Saturday visione post - 15
Un saggio di Andrea Riccardi ricostruisce
le persecuzioni del 1915 e le collega al presente
Un secolo fa a Mardin (Turchia) la strage rimossa
Il cinico calcolo dei Giovani turchi, laici:
aizzare l'odio delle popolazioni islamiche
(da Corriere della Sera - 31/03/2015 - Anniversari / di Sergio Romano)
Nella Turchia sudorientale, in una zona abitata prevalentemente da curdi, vi è una
delle più belle città del Medio Oriente. E' Mardin, una meta turistica premiata dal-
l'Unesco per la straordinaria varietà della sua architettura religiosa: chiese, monaste-
ri, moschee, sinagoghe, castelli medioevali. Oggi la sua popolazione è in grande mag-
gioranza musulmana, ma nel 1915, quando fu teatro degli avvenimenti evocati in un
libro di Andrea Riccardi pubblicato (ora) da Laterza, i cristiani avevano nove chiese,
tre conventi e formavano una sorta di catalogo vivente del Cristianesimo romano e
greco: armeni in buona parte, ma anche cattolici di rito latino, ortodossi, assiri, siria-
ci, caldei, tutti assistiti dai loro vescovi e patriarchi. I campanili e i minareti svettano
ancora sulla città, costruita sul pendio di una grande montagna, ma le comunità cat-
toliche e ortodosse sono oggi soltanto il pallido ricordo di un mondo in buona par-
te scomparso.
Questo libro ("La strage dei cristiani, Mardin, gli armeni e la fine di un mondo",
pp. 240 euro 18) è anzitutto un'opera di pietà storica, scritta per ricordare la sorte
dei cristiani d'Oriente, travolti anche in anni più recenti dalle guerre combattute
in Libano, in Iraq, e in Siria. Riccardi dice implicitamente al lettore che la tragi-
ca cronaca delle persecuzioni subite dagli armeni agli inizi della Grande guerra
non sarebbe completa se non ricordasse che il loro destino, in particolare a Mardin,
fu condiviso dai cristiani. - Ma l'autore non è soltanto il fondatore della Comunità
di Sant'Egidio e, quindi, un cattolico militante. E' anche uno studioso a cui preme
ricostruire il contesto storico di quelle persecuzioni. Nel luglio del 1914, qundo il
governo austro-ungarico inviò alla Serbia l'ultimatum che avrebbe scatenato la
Grande guerra, la Turchia era appena uscita da una umiliante sconfitta nella Se-
conda guerra balcanica e dal colpo di Stato che aveva dato il potere ai "Giovani
turchi" di Unione e Progresso. I suoi tre Pascià - Djemal, Enver, Talaat - erano
ferocemente nazionalisti e profondamente convinti che la sovranità dello Stato
ottomano fosse minacciata dalle continue ingerenze delle potenze straniere nella
politica dell'Impero. Le sue finanze erano soggette alla vigilanza di banchieri eu-
ropei, organizzati in una specie di Fondo monetario internazionale. Le comunità
religiose non musulmane avevano potenti protettori stranieri: la Russia, per gli
ortodossi e gli armeni, la Francia e altri Paesi cattolici per i cristiani latini, la
Gran Bretagna per i protestanti e gli ebrei. I trattati sulle capitolazioni avevano
garantito alle comunità nazionali straniere una sorta di indipendenza giudizia-
ria, che intaccava profondamente la sovranità dello Stato.
Al nuovo governo di Costantinopoli la guerra europea parve una provvidenziale
via d'uscita. Il 9 settembre 1914 fu annunciato al mondo che le capitolazioni sa-
rebbero state abolite, con un documento in cui si affermava tra l'altro che l'abo-
lizione avrebbe permesso di realizzare le riforme ripetutamente sollecitate dalle
grandi potenze. Due mesi dopo, mentre la Turchia era da qualche giorno in
guerra a fianco della Germania, fu proclamata la Grande Jihad. La guerra san-
ta presentava in quel momento un doppio vantaggio. Forniva alle masse anato-
liche, ancora devotamente musulmane, una motivazione spirituale sul campo
di battaglia; e dava alle persecuzioni contro i cristiani una giustificazione pa-
triottico-religiosa. Per quanto concerneva gli armeni, , in particolare, la guer-
ra contro la Russia avrebbe permesso al governo turco di trattare la loro comu-
nità come una pericolosa quinta colonna. armate di questi argomenti le auto-
rità turche dettero il via alle deportazioni e ai massacri. Quando gli ambascia-
tori dei Paesi neutrali, fra cui Henry Morgenthau, rappresentante degli Stati
Uniti, deplorarono i metodi utilizzati, Enver replicò con sfacciata franchezza:
"L'odio tra turchi e armeni è così grande che dobbiamo farla finita con loro,
altrimenti si vendicheranno su di noi".
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mercoledì 8 aprile 2015
venerdì 3 aprile 2015
Spettacoli - cinema / "French connection": un film alla Scorsese
3 aprile 2015 - venerdì 3rd April / Friday visione post - 24
Guardie e ladri francesi:
un film alla maniera del grande Scorsese
(da la Repubblica - 26/03/'15 / Al cinema - di Roberto Nepoti)
Dopo che, in qualità di giudice del tribunale minorile di Metz, ha sperimentato gli effetti
devastanti della droga sui giovanissimi, Pierre Michel è trasferito a Marsiglia per contra-
stare la criminalità organizzata. Qui intraprende un'azione contro il boss Gaetan Zampa
che assume quasi i tratti di una guerra privata, inducendolo ad agire ai limiti della lega-
lità e a rischiare la vita. Negli anni Settanta la "french connection" fu un'organizzazio-
ne mafiosa tentacolare che, da Marsiglia, inondò di eroina gli Stati Uniti. L'espressione
"french connection" era anche il titolo originale di due celebri actioner del decennio,
conosciuti da noi come "Il braccio violento della legge " 1 e 2. I fatti cui si riferisce il
film però, pur romanzandoli in parte, sono accaduti davvero e hanno coinvolto il giudi-
ce Michel e il gangster Zampa, potente malavitoso francese di origine napoletana.
Il finale, dunque, era scritto: anche se non è il caso di rivelarlo a chi non lo conosca.
Quel che vale la pena osservare è che il romanzo criminale del giovane Cédric Jimenez
non soffre affatto della pesantezza dei film-dossier ispirati ad avvenimenti reali. Ha, in-
vece, il ritmo del buon cinema d'azione fatto secondo la ricetta tradizionale: alternando
piani-sequenza descrittivi e macchina da presa a spalla e catalogando tutti i luoghi ob-
bligati delle saghe gangsteristiche - minacce e sfide, tradimenti e dilemmi morali, delit-
ti e castighi - con uno stile dinamico e accattivante, Assai probabile che i precedenti cui
French Connection somiglia di più siano i noir francesi anni Settanta di Henri Verneuil
e José Giovanni, quelli col vecchio Gabin e i giovani Delon o Belmondo; però il suo mo-
dello è piuttosto Martin Scorsese: inarrivabile, certo, ma che Jimenez emula senza diso-
nore. E' "scorsesiano" il carattere del gangster Zampa , cattivo tutt'altro che banale o ste-
reotipato. Così il film può a buon diritto focalizzare il dramma intorno a una coppia di
character di grande carisma personale, sottolineando i tratti che li accomunano pur se
schierati su sponde opposte della legge.
Facce della stessa medaglia, Pierre e Gaetan sono due eroi tragici, entrambi amanti della
famiglia ma anche - altrettanto - del rischio, oltre che consapevoli dell'alto prezzo che do-
vranno pagare. Benchè incentrato sulla guerra dei due uomini "duri da cuocere", tutta-
via, il film non dimentica di trattare il milieu criminale per quello che, a certi livelli, in-
variabilmente è: la punta di un iceberg di collusioni e complicità a livelli istituzionali
che infetta le forze dell'ordine (qui un gruppo di poliziotti corsi in combutta con la mala-
vita) e le alte sfere della politica, pronta a servirsi della malavita come di uno strumento
e a ostacolare, al caso, chi la combatte in prima linea. Niente di nuovo? Può darsi, però
conta anche il modo in cui il cinema ripropone le cose già note. Qui lo fa bene e trae ul-
teriore vantaggio da un cast scelto come si deve. Vicino a Jean Dujardin, ormai consa-
crato star internazionale, non sfigura affatto il meno noto Gilles Lellouche nella parte
dello spietato, ma tutt'altro che privo di fascino, Zampa. Pur disegnando caratteri a tut-
to tondo, il binomia protagonista non scivola mai nel caricaturale. Lo asseconda un cast
di facce bene assortite tra cui spicca Benoit Magimel, già attore di Claude Chabrol, nel-
la parte di un "mad dog" dalla pistola facile.
Il Regista
Cédric Jimenez, classe 1976, è un regista. produttore e sceneggiatore.
Al suo attivo finora il documentario Scorpione e il film Aux yeux de tous,
un thriller politico con protagonista un giovane hacker.
Lucianone
Guardie e ladri francesi:
un film alla maniera del grande Scorsese
(da la Repubblica - 26/03/'15 / Al cinema - di Roberto Nepoti)
Dopo che, in qualità di giudice del tribunale minorile di Metz, ha sperimentato gli effetti
devastanti della droga sui giovanissimi, Pierre Michel è trasferito a Marsiglia per contra-
stare la criminalità organizzata. Qui intraprende un'azione contro il boss Gaetan Zampa
che assume quasi i tratti di una guerra privata, inducendolo ad agire ai limiti della lega-
lità e a rischiare la vita. Negli anni Settanta la "french connection" fu un'organizzazio-
ne mafiosa tentacolare che, da Marsiglia, inondò di eroina gli Stati Uniti. L'espressione
"french connection" era anche il titolo originale di due celebri actioner del decennio,
conosciuti da noi come "Il braccio violento della legge " 1 e 2. I fatti cui si riferisce il
film però, pur romanzandoli in parte, sono accaduti davvero e hanno coinvolto il giudi-
ce Michel e il gangster Zampa, potente malavitoso francese di origine napoletana.
Il finale, dunque, era scritto: anche se non è il caso di rivelarlo a chi non lo conosca.
Quel che vale la pena osservare è che il romanzo criminale del giovane Cédric Jimenez
non soffre affatto della pesantezza dei film-dossier ispirati ad avvenimenti reali. Ha, in-
vece, il ritmo del buon cinema d'azione fatto secondo la ricetta tradizionale: alternando
piani-sequenza descrittivi e macchina da presa a spalla e catalogando tutti i luoghi ob-
bligati delle saghe gangsteristiche - minacce e sfide, tradimenti e dilemmi morali, delit-
ti e castighi - con uno stile dinamico e accattivante, Assai probabile che i precedenti cui
French Connection somiglia di più siano i noir francesi anni Settanta di Henri Verneuil
e José Giovanni, quelli col vecchio Gabin e i giovani Delon o Belmondo; però il suo mo-
dello è piuttosto Martin Scorsese: inarrivabile, certo, ma che Jimenez emula senza diso-
nore. E' "scorsesiano" il carattere del gangster Zampa , cattivo tutt'altro che banale o ste-
reotipato. Così il film può a buon diritto focalizzare il dramma intorno a una coppia di
character di grande carisma personale, sottolineando i tratti che li accomunano pur se
schierati su sponde opposte della legge.
Facce della stessa medaglia, Pierre e Gaetan sono due eroi tragici, entrambi amanti della
famiglia ma anche - altrettanto - del rischio, oltre che consapevoli dell'alto prezzo che do-
vranno pagare. Benchè incentrato sulla guerra dei due uomini "duri da cuocere", tutta-
via, il film non dimentica di trattare il milieu criminale per quello che, a certi livelli, in-
variabilmente è: la punta di un iceberg di collusioni e complicità a livelli istituzionali
che infetta le forze dell'ordine (qui un gruppo di poliziotti corsi in combutta con la mala-
vita) e le alte sfere della politica, pronta a servirsi della malavita come di uno strumento
e a ostacolare, al caso, chi la combatte in prima linea. Niente di nuovo? Può darsi, però
conta anche il modo in cui il cinema ripropone le cose già note. Qui lo fa bene e trae ul-
teriore vantaggio da un cast scelto come si deve. Vicino a Jean Dujardin, ormai consa-
crato star internazionale, non sfigura affatto il meno noto Gilles Lellouche nella parte
dello spietato, ma tutt'altro che privo di fascino, Zampa. Pur disegnando caratteri a tut-
to tondo, il binomia protagonista non scivola mai nel caricaturale. Lo asseconda un cast
di facce bene assortite tra cui spicca Benoit Magimel, già attore di Claude Chabrol, nel-
la parte di un "mad dog" dalla pistola facile.
Il Regista
Cédric Jimenez, classe 1976, è un regista. produttore e sceneggiatore.
Al suo attivo finora il documentario Scorpione e il film Aux yeux de tous,
un thriller politico con protagonista un giovane hacker.
Lucianone
sabato 28 marzo 2015
Sport - calcio / Serie A - 28^ giornata - 2014/15
28 marzo '15 - sabato 28th March / Saturday visione post - 15
Risultati delle partite
Chievo 1 Milan 3 Empoli 3 Juventus 1 Cesena 0 Lazio 2
Palermo 0 Cagliari 1 Sassuolo 1 Genoa 0 Roma 1 Verona 0
Napoli 1 Parma 0 Sampdoria 1 Udinese 2
Atalanta 1 Torino 2 Inter 0 Fiorentina 2
CLASSIFICA
JUVENTUS 67 / Roma 53 / Lazio 52 / Sampdoria 48 / Napoli 47 /
Fiorentina 46 / Torino 39 / Milan 38 / Genoa, Inter 37 / Palermo 35 /
Udinese, Empoli, Sassuolo, Chievo, Verona H. 32 / Atalanta 26 /
Cagliari, Cesena 21 / Parma (-3) 9
C o m m e n t o
CONTINUA... to be continued...
Risultati delle partite
Chievo 1 Milan 3 Empoli 3 Juventus 1 Cesena 0 Lazio 2
Palermo 0 Cagliari 1 Sassuolo 1 Genoa 0 Roma 1 Verona 0
Napoli 1 Parma 0 Sampdoria 1 Udinese 2
Atalanta 1 Torino 2 Inter 0 Fiorentina 2
CLASSIFICA
JUVENTUS 67 / Roma 53 / Lazio 52 / Sampdoria 48 / Napoli 47 /
Fiorentina 46 / Torino 39 / Milan 38 / Genoa, Inter 37 / Palermo 35 /
Udinese, Empoli, Sassuolo, Chievo, Verona H. 32 / Atalanta 26 /
Cagliari, Cesena 21 / Parma (-3) 9
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venerdì 27 marzo 2015
ATTUALITA' - Commenti / Idee - Sul nuovo terrorismo islamico: 'Quei ragazzi terroristi in fuga dalla libertà'
27 marzo '15 - venerdì 27th Marchh / Friday visione post - 32
IL NICHILISMO OCCIDENTALE
apre un vuoto in cui cresce una nuova paranoia
/da la Repubblica - 7 febbraio '15 - LE IDEE / Massimo Recalcati)
La libertà non è solo possibilità di espressione, alleggerimento della vita da vincoli
oscurantisti, emancipazione dell'uomo dal suo stato di minorità, come Kant aveva clas-
sicamente definito l'illuminismo. La libertà è anche una esperienza di vertigine e di so-
litudine che comporta il rischio di vivere senza rifugi, senza garanzie ultime, senza cer-
tezze imperiture e fuori discussione.
Lo stesso Nietzsche, che fu uno dei maggiori sostenitori della libertà del soggetto di
fronte a ogni verità che pretende di porsi come assoluta, insisteva costantemente nel
ricordare che la libertà suscita angoscia, spaesamento, che il navigare in mare aperto
può generare una seduttiva nostalgia per la terra ferma. E' in questa luce che la psico-
analisi ha interpretato la psicologia delle masse dei grandi sistemi totalitari del Nove-
cento. - Psicologia delle masse e analisi dell'Io (1921) di Freud, Psicologia di massa del
fascismo (1933) di Reiche e Fuga dalla libertà (1941) di Fromm costituiscono una sorta
di fondamentale trilogia sul fenomeno sociale del fanatismo di massa e dei suoi proces-
si identificatori che hanno costituito il cemento psicologico di tutti i totalitarismi nove-
centeschi. Una tesi generale ritorna in questi tre testi: non è vero che gli esseri umani
amano senza ambivalenze la loro libertà; essi preferiscono anche rinunciarvi in cambio
della tutela autoritaria della loro vita. Se la libertà comporta sempre la possibilità della
crisi , dell'incertezza, del dubbio, del disorientamento, è meglio fuggire da essa per ri-
cercare in un Altro assoluto una certezza granitica e inamovibile sul senso della nostra
presenza al mondo e del nostro destino.
Questo ritratto della psicologia delle masse sembra aver fatto almeno in Occidente - il
suo tempo. La nuova psicologia delle masse non si fonda più, infatti, sullo sguardo ipno-
tico del Padre-padrone, sul leader come incarnazione farneticante dell'Altro assoluto e
sulla esaltazione acritica della Causa (la Natura, la lotta di classe, la Razza). La cultura
patriarcale , di cui il totalitarismo fu l'apoteosi più aberrante e crudele, si è lentamente
dissolta. Ak centro dell'Occidente non è più la dimensione tirannica della Causa ideale
che mobilita alla guerra le masse, ma quella dell'individualismo esasperato, della rincor-
sa alla propria affermazione personale, dell'ipertrofia narcisistica dell'Io. Al cemento ar-
mato dei regimi totalitari si è via via sostituita una atomizzazione dei legami sociali cau-
sata dalla decadenza fatale della dimensione dell'Ideale rispetto a quella cinica del go
dimento. IL CULTO PRAGMATICO DEL DENARO ha sostituito il culto fanatico del-
l'Ideale. Il nichilismo occidentale non sorge più dalle adunate delle masse disposte
a sacrificare la vita per il trionfo della Causa, ma dal capitalismo finanziario e dalla sua
ricerca spasmodica di un profitto che vorrebbe prescindere totalmente dalla dimensio-
ne del lavoro. Il nichilismo contemporaneo non si manifesta più nella lotta senza quar-
tiere contro un nemico ontologico, na come effetto di una caduta radicale di ogni fede
nei confronti dell'Ideale. E' il passaggio epocale DALLA PARANOIA ALLA PERVERSIONE.
Gli ultimi drammatici fatti che hanno investito la Francia e l'Europa comportano però un
ulteriore cambio di scena. La critica che la cultura islamica più integralista muove all'Oc-
cidente è una critica che tocca un nostro nervo scoperto: il nichilismo occidentale non è
più in grado di dare un senso alla vita e alla morte. Il dominio del discorso del capitalista
ha infatti demolito ogni concezione solidaristica dell'esistenza lasciando ormai evasa la
domanda pià essenziale: la nostra forma di vita collettiva è davvero l'unica forma di vita
possibile? L'idolatria nichilista per il denaro ha davvero reso impossibile ogni altra fede?
La nostra libertà è riuscita veramente a rendere la vita più umana? Il fatto che l'Occiden-
te che non sia più in grado di ripensare consapevolmente le sue forme (alienate) di vita,
ha spalancato la possibilità che la critica all'esistente abbia assunto le forme terribili di
un ritorno regressivo all'ideologia totalitaria. E' un insegnamento della psicoanalisi:quel-
lo che non viene elaborato simbolicamente ritorna nelle forme orribili e sanguinarie del
reale. L'Islam radicale non è forse l'incarnazione feroce di questo ritorno? Il suo rifiuto
dell'Occidente, fanatico e intollerante, non si iscrive proprio nello spazio lasciato aperto
da una nostra profonda crisi dei valori condivisi? L'integralismo islamico costituisce il ri-
torno alla più feroce paranoia di fronte alla perversione montante che ha assunto il posto
di comando in Occidente. Alla liquefazione dei valori si risponde con il loro irrigidimento
manicheo. Mentre la perversione sfuma sino ad annullare i contrari, destituisce ogni sen-
so della verità, confonde i buoni con i cattivi, mostra in modo disincantato che tutti gli es-
seri umani hanno un prezzo, la paranoia insiste nel mantenere rigidamente distinti il bene
dal male, il buono dal cattivo, il giusto dall'ingiusto offrendo l'illusione di una protezione
sicura dall'angoscia della libertà.
In due importanti libri dedicati all'Islam radicale (La psicoanalisi alla prova dell'Islam,
Neri Pozza 2002, Dichiarazione di non sottomissione, Polesis 2013) lo psicoanalista fran-
co-tunisino FethiBeslam, professore di psicopatologia all'Università di Parigi-Diderot, ci
ricorda come la sottomissione all'Altro salvi e distrugga allo stesso tempo. Essa offre l'il-
lusione di un mondo senza incertezze, chiedendo però in cambio la rinuncia totale alla
libertà. La potenza seduttiva dell'integralismo islamico consiste infatti nel proporsi come
la sola interpretazione possibile dell'Origine, della voce di Dio, dell'unico Dio che esiste,
del Dio "furioso" e giustiziere implacabile. Si tratta di una ideologia identitaria che com-
porta la sottomissione come unica possibilità di rapporto alla verità fondandosi sulla can.
cellazione dell'alterità di cui la rimozione della femminilità è l'espressione più forte ed
emblematica. L'amore per la Legge sfocia così fanaticamente nell'auto-attribuzione del
"diritto di vita e di m0orte su ogni cosa". E' la forma più terribile di blasfemia: uccidere,
sterminare, terrorizzare nel nome di Dio.
L'Occidenteche ha dato prova di aver saputo superare la stagione dei totalitarismi, non
ha ora solo il compito di difendersi dal rischio del dilagare della violenza paranoica del-
l'Islam radicale, ma deve soprattutto provare a rifondare laicamente le ragioni della no-
stra cultura per evitare che il culto perverso di una libertà senza Legge sia solo l'altra
faccia di quello paranoico di una Legge che annichilisce la libertà.
Lucianone
IL NICHILISMO OCCIDENTALE
apre un vuoto in cui cresce una nuova paranoia
/da la Repubblica - 7 febbraio '15 - LE IDEE / Massimo Recalcati)
La libertà non è solo possibilità di espressione, alleggerimento della vita da vincoli
oscurantisti, emancipazione dell'uomo dal suo stato di minorità, come Kant aveva clas-
sicamente definito l'illuminismo. La libertà è anche una esperienza di vertigine e di so-
litudine che comporta il rischio di vivere senza rifugi, senza garanzie ultime, senza cer-
tezze imperiture e fuori discussione.
Lo stesso Nietzsche, che fu uno dei maggiori sostenitori della libertà del soggetto di
fronte a ogni verità che pretende di porsi come assoluta, insisteva costantemente nel
ricordare che la libertà suscita angoscia, spaesamento, che il navigare in mare aperto
può generare una seduttiva nostalgia per la terra ferma. E' in questa luce che la psico-
analisi ha interpretato la psicologia delle masse dei grandi sistemi totalitari del Nove-
cento. - Psicologia delle masse e analisi dell'Io (1921) di Freud, Psicologia di massa del
fascismo (1933) di Reiche e Fuga dalla libertà (1941) di Fromm costituiscono una sorta
di fondamentale trilogia sul fenomeno sociale del fanatismo di massa e dei suoi proces-
si identificatori che hanno costituito il cemento psicologico di tutti i totalitarismi nove-
centeschi. Una tesi generale ritorna in questi tre testi: non è vero che gli esseri umani
amano senza ambivalenze la loro libertà; essi preferiscono anche rinunciarvi in cambio
della tutela autoritaria della loro vita. Se la libertà comporta sempre la possibilità della
crisi , dell'incertezza, del dubbio, del disorientamento, è meglio fuggire da essa per ri-
cercare in un Altro assoluto una certezza granitica e inamovibile sul senso della nostra
presenza al mondo e del nostro destino.
Questo ritratto della psicologia delle masse sembra aver fatto almeno in Occidente - il
suo tempo. La nuova psicologia delle masse non si fonda più, infatti, sullo sguardo ipno-
tico del Padre-padrone, sul leader come incarnazione farneticante dell'Altro assoluto e
sulla esaltazione acritica della Causa (la Natura, la lotta di classe, la Razza). La cultura
patriarcale , di cui il totalitarismo fu l'apoteosi più aberrante e crudele, si è lentamente
dissolta. Ak centro dell'Occidente non è più la dimensione tirannica della Causa ideale
che mobilita alla guerra le masse, ma quella dell'individualismo esasperato, della rincor-
sa alla propria affermazione personale, dell'ipertrofia narcisistica dell'Io. Al cemento ar-
mato dei regimi totalitari si è via via sostituita una atomizzazione dei legami sociali cau-
sata dalla decadenza fatale della dimensione dell'Ideale rispetto a quella cinica del go
dimento. IL CULTO PRAGMATICO DEL DENARO ha sostituito il culto fanatico del-
l'Ideale. Il nichilismo occidentale non sorge più dalle adunate delle masse disposte
a sacrificare la vita per il trionfo della Causa, ma dal capitalismo finanziario e dalla sua
ricerca spasmodica di un profitto che vorrebbe prescindere totalmente dalla dimensio-
ne del lavoro. Il nichilismo contemporaneo non si manifesta più nella lotta senza quar-
tiere contro un nemico ontologico, na come effetto di una caduta radicale di ogni fede
nei confronti dell'Ideale. E' il passaggio epocale DALLA PARANOIA ALLA PERVERSIONE.
Gli ultimi drammatici fatti che hanno investito la Francia e l'Europa comportano però un
ulteriore cambio di scena. La critica che la cultura islamica più integralista muove all'Oc-
cidente è una critica che tocca un nostro nervo scoperto: il nichilismo occidentale non è
più in grado di dare un senso alla vita e alla morte. Il dominio del discorso del capitalista
ha infatti demolito ogni concezione solidaristica dell'esistenza lasciando ormai evasa la
domanda pià essenziale: la nostra forma di vita collettiva è davvero l'unica forma di vita
possibile? L'idolatria nichilista per il denaro ha davvero reso impossibile ogni altra fede?
La nostra libertà è riuscita veramente a rendere la vita più umana? Il fatto che l'Occiden-
te che non sia più in grado di ripensare consapevolmente le sue forme (alienate) di vita,
ha spalancato la possibilità che la critica all'esistente abbia assunto le forme terribili di
un ritorno regressivo all'ideologia totalitaria. E' un insegnamento della psicoanalisi:quel-
lo che non viene elaborato simbolicamente ritorna nelle forme orribili e sanguinarie del
reale. L'Islam radicale non è forse l'incarnazione feroce di questo ritorno? Il suo rifiuto
dell'Occidente, fanatico e intollerante, non si iscrive proprio nello spazio lasciato aperto
da una nostra profonda crisi dei valori condivisi? L'integralismo islamico costituisce il ri-
torno alla più feroce paranoia di fronte alla perversione montante che ha assunto il posto
di comando in Occidente. Alla liquefazione dei valori si risponde con il loro irrigidimento
manicheo. Mentre la perversione sfuma sino ad annullare i contrari, destituisce ogni sen-
so della verità, confonde i buoni con i cattivi, mostra in modo disincantato che tutti gli es-
seri umani hanno un prezzo, la paranoia insiste nel mantenere rigidamente distinti il bene
dal male, il buono dal cattivo, il giusto dall'ingiusto offrendo l'illusione di una protezione
sicura dall'angoscia della libertà.
In due importanti libri dedicati all'Islam radicale (La psicoanalisi alla prova dell'Islam,
Neri Pozza 2002, Dichiarazione di non sottomissione, Polesis 2013) lo psicoanalista fran-
co-tunisino FethiBeslam, professore di psicopatologia all'Università di Parigi-Diderot, ci
ricorda come la sottomissione all'Altro salvi e distrugga allo stesso tempo. Essa offre l'il-
lusione di un mondo senza incertezze, chiedendo però in cambio la rinuncia totale alla
libertà. La potenza seduttiva dell'integralismo islamico consiste infatti nel proporsi come
la sola interpretazione possibile dell'Origine, della voce di Dio, dell'unico Dio che esiste,
del Dio "furioso" e giustiziere implacabile. Si tratta di una ideologia identitaria che com-
porta la sottomissione come unica possibilità di rapporto alla verità fondandosi sulla can.
cellazione dell'alterità di cui la rimozione della femminilità è l'espressione più forte ed
emblematica. L'amore per la Legge sfocia così fanaticamente nell'auto-attribuzione del
"diritto di vita e di m0orte su ogni cosa". E' la forma più terribile di blasfemia: uccidere,
sterminare, terrorizzare nel nome di Dio.
L'Occidenteche ha dato prova di aver saputo superare la stagione dei totalitarismi, non
ha ora solo il compito di difendersi dal rischio del dilagare della violenza paranoica del-
l'Islam radicale, ma deve soprattutto provare a rifondare laicamente le ragioni della no-
stra cultura per evitare che il culto perverso di una libertà senza Legge sia solo l'altra
faccia di quello paranoico di una Legge che annichilisce la libertà.
Lucianone
domenica 22 marzo 2015
Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news
23 marzo '15 - lunedì 23rd March / Monday visione post - 16
BERLINO
Vertice Germania- Grecia
Merkel: "Sì a Grecia forte" / Tsipras: "Rispettiamo i patti" ma
insiste sui danni di guerra
Vogliamo che la Grecia sia forte economicamente, che cresca e che venga fuori dalla alta disoccupazione», e in particolare «da quella giovanile». Con queste parole Angela Merkel ha aperto la conferenza stampa a Berlino con il premier greco Alexis Tsipras, alla prima visita in Germania. La cancelliera tedesca e il leader di Syriza, che si è presentato rigorosamente senza cravatta, hanno discusso di argomenti relativi all’intera Eurozona e di argomenti bilaterali, anche se la Merkel ha ribadito che «non spetta alla Germania valutare il pacchetto di riforme della Grecia, questo è il ruolo dell’intero Eurogruppo».
Economia / Italia
Draghi: "Siamo fiduciosi, buoni segnali di crescita per la Ue"
«Siamo più fiduciosi di 3-4 mesi fa, la politica monetaria si sta trasmettendo all’economia reale e ci sono diversi segnali come la ripresa del flusso del credito alle piccole e medie imprese». Il presidente della Bce, Mario Draghi ha pronunciato un discorso ottimista sulla situazione economica dell’Unione di fronte alla commis:sione Affari economici e monetari del Parlamento europeo. «L’Italia e la Spagna», ha detto, «hanno realizzato delle riforme del mercato del lavoro che rappresentano dei «progressi». I due Paesi sono stati indicati come esempi.
FRANCIA
Elezioni amministratuve: Sarkozy vince e frena Le Pen
BERLINO
Vertice Germania- Grecia
Merkel: "Sì a Grecia forte" / Tsipras: "Rispettiamo i patti" ma
insiste sui danni di guerra
Vogliamo che la Grecia sia forte economicamente, che cresca e che venga fuori dalla alta disoccupazione», e in particolare «da quella giovanile». Con queste parole Angela Merkel ha aperto la conferenza stampa a Berlino con il premier greco Alexis Tsipras, alla prima visita in Germania. La cancelliera tedesca e il leader di Syriza, che si è presentato rigorosamente senza cravatta, hanno discusso di argomenti relativi all’intera Eurozona e di argomenti bilaterali, anche se la Merkel ha ribadito che «non spetta alla Germania valutare il pacchetto di riforme della Grecia, questo è il ruolo dell’intero Eurogruppo».
Economia / Italia
Draghi: "Siamo fiduciosi, buoni segnali di crescita per la Ue"
«Siamo più fiduciosi di 3-4 mesi fa, la politica monetaria si sta trasmettendo all’economia reale e ci sono diversi segnali come la ripresa del flusso del credito alle piccole e medie imprese». Il presidente della Bce, Mario Draghi ha pronunciato un discorso ottimista sulla situazione economica dell’Unione di fronte alla commis:sione Affari economici e monetari del Parlamento europeo. «L’Italia e la Spagna», ha detto, «hanno realizzato delle riforme del mercato del lavoro che rappresentano dei «progressi». I due Paesi sono stati indicati come esempi.
FRANCIA
Elezioni amministratuve: Sarkozy vince e frena Le Pen
Con il 29% il partito neogollista dell’ex presidente francese, l’Ump, frena al primo turno il Front National che ottiene comunque un «risultato storico». Domenica il ballottaggio
In Francia va in scena il grande ritorno di Nikolas Sarkozy. Il partito neogollista dell’ex presidente francese, l’Ump, alleato con il partito di centro Udi, ha frenato l’avanzata dell’estrema destra del Front National in Francia, mentre i socialisti del presidente Hollande, al governo del Paese, precipitano al terzo posto. Questa la fotografia del Paese il giorno dopo le elezioni amministrative. Sarkozy, il grande vincitore del primo turno delle amministrative, punta alle presidenziali del 2017 e annuncia che al ballottaggio di domenica prossima «non ci sarà alcun accordo locale con il Front National».
FRANCIA
Precipita Airbus Germanwings: 150 morti / Tra le vittime il
baritono Bryjak / I piloti, l'sos mancato e i tanti punti oscuri
Lucianone
FRANCIA
Precipita Airbus Germanwings: 150 morti / Tra le vittime il
baritono Bryjak / I piloti, l'sos mancato e i tanti punti oscuri
’Airbus A320 (volo 4U9525) da Barcellona a Düsseldorf. Tra le vittime 45 spagnoli e 67 tedeschi. Radar: aereo giù in 8 minuti. «È un incidente, basta speculazioni» L’Airbus A320: SCHEDALa prima tragedia
di un volo low cost in Europa / Francia, la visita dei reali di Spagna nel giorno dell’incidente IMMAGINI I SITI STRANIERI - FOTO
lunedì 16 marzo 2015
Sport - calcio / Serie A - 27^ giornata - 2014/15
16 marzo '15 - lunedì 16th March / Monday visione post - 20
Risultati delle partite
Palermo 0 Cagliari 1 Atalanta 0 Genoa 0 Sassuolo 4 Verona 2
Juventus 1 Empoli 1 Udinese 0 Chievo 2 Parma 1 Napoli 0
Inter 1 Fiorentina 2 Torino 0 Roma 0
Cesena 1 Milan 1 Lazio 2 Sampdoria 2
Classifica
JUVENTUS 64 / Roma 50 / Lazio 49 / Napoli 46 / Fiorentina, Sampdoria 45
Genoa, Inter 37 / Torino 36 / Milan, Palermo 35 / Udinese, Sassuolo, Verona 32
Empoli 30 / Chievo 29 Atalanta 25 / Cagliari, Cesena 21 / Parma 9
Grande H.Verona e Gigante Toni
Spicca in questa 27^ giornata della A, la vittoria della squadra scaligera sul
Napoli di Benitez. E' stato un risultato a sorpresa, sì, ma con una squadra che
schiera dalla sua un certo Toni, c'è da aspettarsi di tutto e di più. E infatti il
risultato poteva essere anche più ampio, ancora più tondo. Già dai primi mi-
nuti del match si capiva l'intenzione dei padroni di casa e soprattutto di Toni,
che campeggiava nell'area napoletana e alla fine (7° minuto) infilava di pre-
potenza la porta di Andujar. Ma si era, appunto, ancora all'inizio. E non si
poteva pensare che i veneti di Mandorlini reggessero tutto il primo tempo, e
invece il ritmo forsennato e aggressivo lo hanno tenuto per 20 minuti abbon-
danti, lasciando al Napoli un valzer lento e cadenzato che è continuato più
o meno anche nella ripresa. Vita facile, dunque, per Toni e Taksidis e Hall-
fredsson che scorrazzando in lungo e in largo per almeno la metà del 2° tem-
po sono alla fine arrivati alla seconda conclusione vincente, sempre del no-
stro campione mondiale Toni che arriva a 13 reti quest'anno e a 33 dal 2013,
superando, nel Verona (in 2 anni), il danese Elkjaer (quello dello scudetto
dell'Hellas V.) che era arrivato a 32 centri. Comunque il detentore del record
di reti nel Verona è Mascetti con 35 reti. Toni, comunque, è lì a due sole lun-
ghezze. E magari domenica, con la Lazio, chissà...!
E il Napoli? Probabilmente Benitez deve recitare in parte il mea culpa per
aver lasciato in panchina per quasi tutta la partita Higuain, il quale appe-
na fatto entrare negli ultimi dieci minuti ha fatto sentire subito peso e pre-
senza come pericoli costanti che hanno messo non poco in difficoltà la di-
fesa veneta, ma ormai... i giochi, come si dice erano già fatti e conclusi.
Conclusione: Verona quasi salvo, Napoli in affanno per il terzo posto
Ma alla fine, solo Toni e Toni.
Continua... to be continued...
Risultati delle partite
Palermo 0 Cagliari 1 Atalanta 0 Genoa 0 Sassuolo 4 Verona 2
Juventus 1 Empoli 1 Udinese 0 Chievo 2 Parma 1 Napoli 0
Inter 1 Fiorentina 2 Torino 0 Roma 0
Cesena 1 Milan 1 Lazio 2 Sampdoria 2
Classifica
JUVENTUS 64 / Roma 50 / Lazio 49 / Napoli 46 / Fiorentina, Sampdoria 45
Genoa, Inter 37 / Torino 36 / Milan, Palermo 35 / Udinese, Sassuolo, Verona 32
Empoli 30 / Chievo 29 Atalanta 25 / Cagliari, Cesena 21 / Parma 9
Grande H.Verona e Gigante Toni
Spicca in questa 27^ giornata della A, la vittoria della squadra scaligera sul
Napoli di Benitez. E' stato un risultato a sorpresa, sì, ma con una squadra che
schiera dalla sua un certo Toni, c'è da aspettarsi di tutto e di più. E infatti il
risultato poteva essere anche più ampio, ancora più tondo. Già dai primi mi-
nuti del match si capiva l'intenzione dei padroni di casa e soprattutto di Toni,
che campeggiava nell'area napoletana e alla fine (7° minuto) infilava di pre-
potenza la porta di Andujar. Ma si era, appunto, ancora all'inizio. E non si
poteva pensare che i veneti di Mandorlini reggessero tutto il primo tempo, e
invece il ritmo forsennato e aggressivo lo hanno tenuto per 20 minuti abbon-
danti, lasciando al Napoli un valzer lento e cadenzato che è continuato più
o meno anche nella ripresa. Vita facile, dunque, per Toni e Taksidis e Hall-
fredsson che scorrazzando in lungo e in largo per almeno la metà del 2° tem-
po sono alla fine arrivati alla seconda conclusione vincente, sempre del no-
stro campione mondiale Toni che arriva a 13 reti quest'anno e a 33 dal 2013,
superando, nel Verona (in 2 anni), il danese Elkjaer (quello dello scudetto
dell'Hellas V.) che era arrivato a 32 centri. Comunque il detentore del record
di reti nel Verona è Mascetti con 35 reti. Toni, comunque, è lì a due sole lun-
ghezze. E magari domenica, con la Lazio, chissà...!
E il Napoli? Probabilmente Benitez deve recitare in parte il mea culpa per
aver lasciato in panchina per quasi tutta la partita Higuain, il quale appe-
na fatto entrare negli ultimi dieci minuti ha fatto sentire subito peso e pre-
senza come pericoli costanti che hanno messo non poco in difficoltà la di-
fesa veneta, ma ormai... i giochi, come si dice erano già fatti e conclusi.
Conclusione: Verona quasi salvo, Napoli in affanno per il terzo posto
Ma alla fine, solo Toni e Toni.
Continua... to be continued...
domenica 15 marzo 2015
Società / cronaca dalla Scozia - La storia di Kai, il cane abbandonato con la valigia
15 marzo '15 - sabato 15th March / Sunday visione post - 23
KAI ABBANDONATO CON I GIOCHI PREFERITI
E' stato legato fuori da una stazione in Scozia.
La foto commuove la Rete: corsa per adottarlo.
(da 'Corriere della Sera' - 8 gennaio 2015 - Fabio Cavalera / Londra)
Kai è la star del web La sua foto rimbalza dal Regno Unito a Singapore, dagli Stati
Uniti al Perù e a Hong Kong. E' un cane, di razza Shar Pei che è molto vecchia e ori-
gina dalla Cina, trovandosene traccia nei disegni risalenti alla dinastia Han, secondo
secolo. Inconfondibili e unici perchè hanno il corpo ricoperto di pliche.
Potrebbe essere, quella di Kai, una storia di abbandono come purtroppo ci sono ogni
giorno in ogni angolo del mondo. Padroni di animali che all'improvviso si sbarazzano
del loro amico, persone che perdono il cuore e lasciano il fedele amico di una vita in
mezzo alla strada (se va bene) nella speranza forse che altri se ne prendano cura.
Ma Kai nella sua sfortuna ha avuto anche un pizzico di buona sorte. Il suo padrone o
la sua padrona lo hanno abbandonato nella stazione di Ayr che è una città della Sco-
zia meridionale con un passato glorioso: qui si è riunito per la prima volta il parlamento
scozzese nel 1315 e qui è stato incoronato re il guerriero e condottiero Robert Bruce,
eroe dell'indipendenza. Kai è stato legato a una inferriata con al fianco una valigia nel-
la quale c'erano la ciotola del cibo, la coperta, il cuscino, i suoi giochi. E non gli è anda-
ta malissimo. - David Brown, un ferroviere di Ayr, il 2 gennaio ha cominciato il turno di
lavoro a metà pomeriggio e lo ha trovato lì, accucciatom buono e in attesa di ritrovare
i padroni. Lo ha fotografato e ha pensato di stargli in compagnia. Fino a che ha realizza-
to che Kai non sarebbe mai tornato a casa. E lo ha affidato a un'organizzazione, la
"Scottish SPCA" che se ne è presa cura.
Ma quella foto, scattata per pura curiosità, è valsa più di ogni cosa. E' entrata nel circui-
ito di internet in Scozia, poi nel Regno Unito tutto, poi in Europa, in Asia e in America.
Un cane ha mobilitato la rete. A migliaia si sono proposti per adottare Kai che ha 3 anni
e, sotto pelle, il microchip da cui è stato possibile risalire al primo padrone. Lo aveva
venduto, nel 2013, attraverso "Gumtree", un sito di annunci. Non è lui il colpevole. Così
è scattata la caccia all'"amico", o presunto tale, di Kai, quello che lo ha comperato e
mollato. L'ultimo atto di "carità" (la valigia con la coperta e i giochi) non lo rende immu-
ne da una punizione. La legge scozzese e la legge britannica sono severe. A Londra chi
abbandona un cane può essere condannato a 20 mila sterline (25 mila euro) e condanna-
to a sei mesi di carcere. Se l'asbbandono procura rischio all'incolumità di altre persone
la pena sale fino a 5 anni (nell'eventualità di ferite) e a 14 anni (nell'eventualità di morte).
Si dice che il Regno Unito sia un Paese che ama gli animali e i cani in particolare . Eppure
i numeri offrono una diversa fotografia. Il "Dog's Trust", che è un'associazione non profit,
ogni anno realizza il censimento delle "separazioni forzate", dei cani dimenticati, buttati
fuori, respinti: sono 110 mila in dodici mesi, diecimila (grazie ai microchip) rientrano, mol-
ti trovano nuove famiglie, tanti alla fine vengono soppressi. Il picco si è avuto nel periodo
più nero della crisi finanziaria: fra il 2009 e il 2010, quando furono segnalati ben 130 mila
casi. E si parla di cifre ufficiali.
La storia di Kai, tutto sommato, si sta concludendo nel migliore dei modi. Un padrone
l'avrà, vista la catena di soliodarietà che si è formata. La foto ha prodotto il suo effetto.
Persino la Bbc si è mobilitata spedendo una sua inviata ad Ayr per raccontare la sorte
del cane. Del bel Shar Pei con la valigia. Che ora starà anche meglio di prima.
Lucianone
KAI ABBANDONATO CON I GIOCHI PREFERITI
E' stato legato fuori da una stazione in Scozia.
La foto commuove la Rete: corsa per adottarlo.
(da 'Corriere della Sera' - 8 gennaio 2015 - Fabio Cavalera / Londra)
Kai è la star del web La sua foto rimbalza dal Regno Unito a Singapore, dagli Stati
Uniti al Perù e a Hong Kong. E' un cane, di razza Shar Pei che è molto vecchia e ori-
gina dalla Cina, trovandosene traccia nei disegni risalenti alla dinastia Han, secondo
secolo. Inconfondibili e unici perchè hanno il corpo ricoperto di pliche.
Potrebbe essere, quella di Kai, una storia di abbandono come purtroppo ci sono ogni
giorno in ogni angolo del mondo. Padroni di animali che all'improvviso si sbarazzano
del loro amico, persone che perdono il cuore e lasciano il fedele amico di una vita in
mezzo alla strada (se va bene) nella speranza forse che altri se ne prendano cura.
Ma Kai nella sua sfortuna ha avuto anche un pizzico di buona sorte. Il suo padrone o
la sua padrona lo hanno abbandonato nella stazione di Ayr che è una città della Sco-
zia meridionale con un passato glorioso: qui si è riunito per la prima volta il parlamento
scozzese nel 1315 e qui è stato incoronato re il guerriero e condottiero Robert Bruce,
eroe dell'indipendenza. Kai è stato legato a una inferriata con al fianco una valigia nel-
la quale c'erano la ciotola del cibo, la coperta, il cuscino, i suoi giochi. E non gli è anda-
ta malissimo. - David Brown, un ferroviere di Ayr, il 2 gennaio ha cominciato il turno di
lavoro a metà pomeriggio e lo ha trovato lì, accucciatom buono e in attesa di ritrovare
i padroni. Lo ha fotografato e ha pensato di stargli in compagnia. Fino a che ha realizza-
to che Kai non sarebbe mai tornato a casa. E lo ha affidato a un'organizzazione, la
"Scottish SPCA" che se ne è presa cura.
Ma quella foto, scattata per pura curiosità, è valsa più di ogni cosa. E' entrata nel circui-
ito di internet in Scozia, poi nel Regno Unito tutto, poi in Europa, in Asia e in America.
Un cane ha mobilitato la rete. A migliaia si sono proposti per adottare Kai che ha 3 anni
e, sotto pelle, il microchip da cui è stato possibile risalire al primo padrone. Lo aveva
venduto, nel 2013, attraverso "Gumtree", un sito di annunci. Non è lui il colpevole. Così
è scattata la caccia all'"amico", o presunto tale, di Kai, quello che lo ha comperato e
mollato. L'ultimo atto di "carità" (la valigia con la coperta e i giochi) non lo rende immu-
ne da una punizione. La legge scozzese e la legge britannica sono severe. A Londra chi
abbandona un cane può essere condannato a 20 mila sterline (25 mila euro) e condanna-
to a sei mesi di carcere. Se l'asbbandono procura rischio all'incolumità di altre persone
la pena sale fino a 5 anni (nell'eventualità di ferite) e a 14 anni (nell'eventualità di morte).
Si dice che il Regno Unito sia un Paese che ama gli animali e i cani in particolare . Eppure
i numeri offrono una diversa fotografia. Il "Dog's Trust", che è un'associazione non profit,
ogni anno realizza il censimento delle "separazioni forzate", dei cani dimenticati, buttati
fuori, respinti: sono 110 mila in dodici mesi, diecimila (grazie ai microchip) rientrano, mol-
ti trovano nuove famiglie, tanti alla fine vengono soppressi. Il picco si è avuto nel periodo
più nero della crisi finanziaria: fra il 2009 e il 2010, quando furono segnalati ben 130 mila
casi. E si parla di cifre ufficiali.
La storia di Kai, tutto sommato, si sta concludendo nel migliore dei modi. Un padrone
l'avrà, vista la catena di soliodarietà che si è formata. La foto ha prodotto il suo effetto.
Persino la Bbc si è mobilitata spedendo una sua inviata ad Ayr per raccontare la sorte
del cane. Del bel Shar Pei con la valigia. Che ora starà anche meglio di prima.
Lucianone
sabato 14 marzo 2015
Sport . calcio / Serie B - 31^ giornata - 2104/15
14 marzo '15 - sabato 14th March / Saturday visione post - 5
Risultati delle partite
Spezia 3 Bari 3 Brescia 1 Carpi 1 Cittadella 0
Livorno 0 Varese 0 Latina 2 Pescara 2 Crotone 0
Frosinone 3 Perugia 3 Trapani 4 Lanciano 1
Entella 3 Pro Vercelli 2 Ternana 2 Avellino 0
Bologna Vicenza
Modena Catania
(domenica / ore 15:00) (lunedì / ore 20.30)
Lucianone.
Risultati delle partite
Spezia 3 Bari 3 Brescia 1 Carpi 1 Cittadella 0
Livorno 0 Varese 0 Latina 2 Pescara 2 Crotone 0
Frosinone 3 Perugia 3 Trapani 4 Lanciano 1
Entella 3 Pro Vercelli 2 Ternana 2 Avellino 0
Bologna Vicenza
Modena Catania
(domenica / ore 15:00) (lunedì / ore 20.30)
Lucianone.
Medicina / scienza - L'ultima frontiera contro il cancro
14 marzo '15 - sabato 14th March / Saturday
Ecco la pillola che blocca
le mutazioni del dna
Risultati incoraggianti negli Stati Uniti. Il farmaco
colpisce i geni impazziti e risparmia gli organi malati
(da 'la Repubblica' - 27 febbraio '15 - di Gina Kolata)
Dopo che chemioterapia e radioterapia non erano riuscite a fermare la rara forma
di leucemia che aveva colpito Erika Hurwitz, il suo medico ha pensato a un'alternati-
va: un farmaco per combattere il melanoma. E il risultato è stato strabiliante.
Nel giro di quattro settimane - durante le quali tutta la pelle del suo corpo si è rico-
perta di un grave sfogo cutaneo rossastro, così doloroso da rendere necessaria l'as.
sunzione di un anestetico e di un antidolorifico - il tumore è scomparso. Letteralmente
sparito. "E' stato un farmaco miracoloso" ha detto Hurwitz, una signora di 78 anni che
abita nella Contea di Westchester e che era entrata a far parte di un gruppo di ricerca
nazionale per curare il cancro non nell'organo colpito, ma nelle mutazioni che ne accele-
rano la crescita.
I tumori tendono spesso a essere indotti da mutazioni nei geni che accrescono la cresci.
ta delle cellule tumorali e le diffondono in altre parti del corpo. Esistono ora sempre più
farmaci in grado di inibire queste mutazioni genetiche. - Adesso alcune strutture medico
sanitarie come il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, dove si ò fatta
curare la signora Hurwitz, stanno iniziando a coordinare i loro sforzi nel tentativo di tro-
vare nuove risposte. La prossima primavera un programma nazionale finanziato a livel-
lo federale inizierà lo screening dei tumori di migliaia di pazienti per verificare quali pos-
sano essere presi di mira da uno dei dieci-dodici farmaci di nuova produzione.
Gli studi si questo nuovo metodo, denominati "basket study" perchè raggruppano forme
tumorali diverse, sono condotti su un numero molto inferiore di casi rispetto agli studi tra-
dizionali e non necessitano di gruppi di controllo di pazienti che ricevono la terapia stan-
dard. I ricercatori e le società farmaceutiche hanno chiesto alla Food and Drug Admini-
stration la sua opinione, consapevoli che senza di essa nessun farmaco potrebbe essere
autorizzato. La Fda ha fatto sapere che li autorizzava ed era in grado di approvare farma-
ci sperimentali solo in basket study. - Invece di insistere con le ricerche tradizionali, ha
detto il dottor Richard Pazdur, direttore della divisione della Fda che approva i nuovi far-
maci antitumorali, si è deciso provare a chiedersi: "La popolazione americana starà me-
glio con questo farmaco o senza?".
Nel caso della signora Hurwitz, la mutazione della sua rara forma tumorale si trovava nel
gene BRAF, scoperto nel 50 per cento dei melanomi, ma raro in altre forme di cancro. A
quel punto la paziente è stata inserita in un gruppo di una dozzina di malati con la stessa
mutazione ma con forme tumorali diverse, ed è stata sottoposta a un nuovo studio speri-
mentale che prevede l'assunzione di farmaci che di norma curano i melanomi aggredendo
la mutazione. - I basket study sono possibili soltanto da poco, da quando il sequenziamen-
to genetico è diventato eccellente e possibile a prezzi contenuti, al punto che i medici pos-
sono cercare nei tumori la cinquantina o sessantina di mutazioni che provocano il cancro.
Continua... to be continued...
Ecco la pillola che blocca
le mutazioni del dna
Risultati incoraggianti negli Stati Uniti. Il farmaco
colpisce i geni impazziti e risparmia gli organi malati
(da 'la Repubblica' - 27 febbraio '15 - di Gina Kolata)
Dopo che chemioterapia e radioterapia non erano riuscite a fermare la rara forma
di leucemia che aveva colpito Erika Hurwitz, il suo medico ha pensato a un'alternati-
va: un farmaco per combattere il melanoma. E il risultato è stato strabiliante.
Nel giro di quattro settimane - durante le quali tutta la pelle del suo corpo si è rico-
perta di un grave sfogo cutaneo rossastro, così doloroso da rendere necessaria l'as.
sunzione di un anestetico e di un antidolorifico - il tumore è scomparso. Letteralmente
sparito. "E' stato un farmaco miracoloso" ha detto Hurwitz, una signora di 78 anni che
abita nella Contea di Westchester e che era entrata a far parte di un gruppo di ricerca
nazionale per curare il cancro non nell'organo colpito, ma nelle mutazioni che ne accele-
rano la crescita.
I tumori tendono spesso a essere indotti da mutazioni nei geni che accrescono la cresci.
ta delle cellule tumorali e le diffondono in altre parti del corpo. Esistono ora sempre più
farmaci in grado di inibire queste mutazioni genetiche. - Adesso alcune strutture medico
sanitarie come il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, dove si ò fatta
curare la signora Hurwitz, stanno iniziando a coordinare i loro sforzi nel tentativo di tro-
vare nuove risposte. La prossima primavera un programma nazionale finanziato a livel-
lo federale inizierà lo screening dei tumori di migliaia di pazienti per verificare quali pos-
sano essere presi di mira da uno dei dieci-dodici farmaci di nuova produzione.
Gli studi si questo nuovo metodo, denominati "basket study" perchè raggruppano forme
tumorali diverse, sono condotti su un numero molto inferiore di casi rispetto agli studi tra-
dizionali e non necessitano di gruppi di controllo di pazienti che ricevono la terapia stan-
dard. I ricercatori e le società farmaceutiche hanno chiesto alla Food and Drug Admini-
stration la sua opinione, consapevoli che senza di essa nessun farmaco potrebbe essere
autorizzato. La Fda ha fatto sapere che li autorizzava ed era in grado di approvare farma-
ci sperimentali solo in basket study. - Invece di insistere con le ricerche tradizionali, ha
detto il dottor Richard Pazdur, direttore della divisione della Fda che approva i nuovi far-
maci antitumorali, si è deciso provare a chiedersi: "La popolazione americana starà me-
glio con questo farmaco o senza?".
Nel caso della signora Hurwitz, la mutazione della sua rara forma tumorale si trovava nel
gene BRAF, scoperto nel 50 per cento dei melanomi, ma raro in altre forme di cancro. A
quel punto la paziente è stata inserita in un gruppo di una dozzina di malati con la stessa
mutazione ma con forme tumorali diverse, ed è stata sottoposta a un nuovo studio speri-
mentale che prevede l'assunzione di farmaci che di norma curano i melanomi aggredendo
la mutazione. - I basket study sono possibili soltanto da poco, da quando il sequenziamen-
to genetico è diventato eccellente e possibile a prezzi contenuti, al punto che i medici pos-
sono cercare nei tumori la cinquantina o sessantina di mutazioni che provocano il cancro.
Continua... to be continued...
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