Guardie e ladri francesi:
un film alla maniera del grande Scorsese
(da la Repubblica - 26/03/'15 / Al cinema - di Roberto Nepoti)
Dopo che, in qualità di giudice del tribunale minorile di Metz, ha sperimentato gli effetti
devastanti della droga sui giovanissimi, Pierre Michel è trasferito a Marsiglia per contra-
stare la criminalità organizzata. Qui intraprende un'azione contro il boss Gaetan Zampa
che assume quasi i tratti di una guerra privata, inducendolo ad agire ai limiti della lega-
lità e a rischiare la vita. Negli anni Settanta la "french connection" fu un'organizzazio-
ne mafiosa tentacolare che, da Marsiglia, inondò di eroina gli Stati Uniti. L'espressione
"french connection" era anche il titolo originale di due celebri actioner del decennio,
conosciuti da noi come "Il braccio violento della legge " 1 e 2. I fatti cui si riferisce il
film però, pur romanzandoli in parte, sono accaduti davvero e hanno coinvolto il giudi-
ce Michel e il gangster Zampa, potente malavitoso francese di origine napoletana.
Il finale, dunque, era scritto: anche se non è il caso di rivelarlo a chi non lo conosca.
Quel che vale la pena osservare è che il romanzo criminale del giovane Cédric Jimenez
non soffre affatto della pesantezza dei film-dossier ispirati ad avvenimenti reali. Ha, in-
vece, il ritmo del buon cinema d'azione fatto secondo la ricetta tradizionale: alternando
piani-sequenza descrittivi e macchina da presa a spalla e catalogando tutti i luoghi ob-
bligati delle saghe gangsteristiche - minacce e sfide, tradimenti e dilemmi morali, delit-
ti e castighi - con uno stile dinamico e accattivante, Assai probabile che i precedenti cui
French Connection somiglia di più siano i noir francesi anni Settanta di Henri Verneuil
e José Giovanni, quelli col vecchio Gabin e i giovani Delon o Belmondo; però il suo mo-
dello è piuttosto Martin Scorsese: inarrivabile, certo, ma che Jimenez emula senza diso-
nore. E' "scorsesiano" il carattere del gangster Zampa , cattivo tutt'altro che banale o ste-
reotipato. Così il film può a buon diritto focalizzare il dramma intorno a una coppia di
character di grande carisma personale, sottolineando i tratti che li accomunano pur se
schierati su sponde opposte della legge.
Facce della stessa medaglia, Pierre e Gaetan sono due eroi tragici, entrambi amanti della
famiglia ma anche - altrettanto - del rischio, oltre che consapevoli dell'alto prezzo che do-
vranno pagare. Benchè incentrato sulla guerra dei due uomini "duri da cuocere", tutta-
via, il film non dimentica di trattare il milieu criminale per quello che, a certi livelli, in-
variabilmente è: la punta di un iceberg di collusioni e complicità a livelli istituzionali
che infetta le forze dell'ordine (qui un gruppo di poliziotti corsi in combutta con la mala-
vita) e le alte sfere della politica, pronta a servirsi della malavita come di uno strumento
e a ostacolare, al caso, chi la combatte in prima linea. Niente di nuovo? Può darsi, però
conta anche il modo in cui il cinema ripropone le cose già note. Qui lo fa bene e trae ul-
teriore vantaggio da un cast scelto come si deve. Vicino a Jean Dujardin, ormai consa-
crato star internazionale, non sfigura affatto il meno noto Gilles Lellouche nella parte
dello spietato, ma tutt'altro che privo di fascino, Zampa. Pur disegnando caratteri a tut-
to tondo, il binomia protagonista non scivola mai nel caricaturale. Lo asseconda un cast
di facce bene assortite tra cui spicca Benoit Magimel, già attore di Claude Chabrol, nel-
la parte di un "mad dog" dalla pistola facile.
Il Regista
Cédric Jimenez, classe 1976, è un regista. produttore e sceneggiatore.
Al suo attivo finora il documentario Scorpione e il film Aux yeux de tous,
un thriller politico con protagonista un giovane hacker.
Lucianone
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