domenica 2 marzo 2014

Riflessioni - Burocrati, leader e filosofi-scrittori

4 febbraio '14 - martedì           4th February / Tuesday                        visione post - 21


(da 'la Repubblica' del 24 febbraio '14)
La carica dei leader
All'improvviso, come usciti da un cilindro, abbondano i leader. Non sappiamo
quanto dureranno. Ma intanto parlano, promettono, arringano, si azzuffano.
Lanciano il proprio carisma verso il cielo. come fosse un satellite delle tele-
comunicazioni. Ma cos'è un leader? E' solo il capo di un partito?  La guida 
per il popolo? Il messia della nuova storia? Leggevo, con divertita ammira-
zione, le scarne paginette che Philip Roth gli dedica in quella satira premo-
nitrice che è La nostra gang (ora pubblicato da Einaudi).   Il romanzo usci 
nel 1971prima che Richard Nixon fosse incriminato. Di lui si parla. Un leader
insomma può essere un mascalzone, un bugiardo, un ipocrita. E malgrado ciò,
continuare a piacere. Ad avre, come si dice in democrazia, i voti dalla sua. E'
il consenso. Senaza mai chiedersi come lo si ottiene. Roth ci avverte che que.
sto tipo umano ha qualcosa di straordinario: la forma enfatica di sè. 
E' l'Io prorompente che satura ogni intervallo e riempie ogni vuoto. Sono tali
figure esilaranti che stanno sostituendo i vecchi animali della politica. Hanno
fame e fretta di arrivare. Colgono l'occasione . Interpretano lo spirito del tem-
po. Straming in the Rain. Sull'ultima spiaggia.
(LUNEDI'  -  Antonio Gnoli)

Burocrati strapagati
Quando leggiamo una classifica che riguarda la burocrazia, un sesto senso ci
suggerisce puntualmente di cercare l'Italia nelle ultime posizioni.  E non sba-
glia.    Siamo al settantaduesimo posto tra i Paesi meno corrotti (scavalcati
ormai anche dal Ghana). E siamo oltre la centesima posizione, per il World
EconomicForum, nella scla dell'efficienza burocratica. Eppure c'è una clas-
sifica nella quale siamo in testa. Primi assoluti. I superburocrati dei nostri
ministeri sono  i meglio pagati  del mondo: 650 mila dollari l'anno, contro i
260 mila dei francesi e i 231 mila dei tedeschi.   Siamo certi che i nostri di-
rettori generali si siano meritati centesimo dopo centesimo  uno stipendio
da top manager, e dunque  ora siamo assaliti  da un senso di colpa  per la
nostra cecità. Avevamo la burocrazia migliore del mondo e non ce n'era-
vamo accorti.
( da 'la Repubblica' - 15/11/'13 - BONSAI .- Sebastiano Messina)

(da 'la Repubblica del 4 novembre '13)
Il Camus del nostro tempo
In occasione del centenario della nascita Bompiani ha ripubblicato una
serie di opere di Albert Camus. Le ho sfogliete con sospetto e tristezza,
pensando che quello  che entusiasmato  in gioventù  difficilmente  è un
treno che torna carico di doni e di felicità.  E invece quei libri non sono 
invecchiati.  E ho il rimorso di averli lasciati per lungo tempo inerti, le-
gnosi, come se non avessero più un'anima con cui fraternizzare. Penso
che Camus sia stato  il più filosofo  tra gli scrittori francesi della prima
metà del secolo scorso, come Sartre fu il più scrittore tra i filosofi.
Alain Badiou, in una ricognizione intelligente  sulla  filosofia francese 
degli anni Sessanta (edita da Derive/Approdi) fa notare come uno dei 
fini di quel periodo "sia stato quello di craere un nuovo luogo di scrit-
tura nel quale letteratura e filosofia diventassero indiscernibili". Alla
radice  di tutto ciò  c'è il solito Montaigne, "pallone d'oro"  di questi
anni turbati. Ma anche Camus ha fatto i suoi bravi dribbling. Apro a
caso un suo saggio: "Ci sono luoghi dove muore lo spirito perchè na-
sca una verità che ne è l'esatta negazione". Parla delle sue estati, ma
sembra l'Italia del nostro imminente inverno.
(LUNEDI'  -  Antonio Gnoli)

Frantumazione di ricordi
Un suono frantumò i ricordi e lo fece tornare 
alla realtà del presente, nel caravan. Stava squillando il telefono.
Quando rispose sentì solo un respiro roco, come se chi era all'altro capo
avesse bisogno di trenta secondi per raccogliere il fiato per parlare.
(Da "La bambina silenziosa",  Peter Hoeg  /  pag. 131)

Lucianone

Società / politica - Esteri / LA CRISI UCRAINA: per capirci qualcosa

2 marzo '14 - domenica          2nd March / Sunday                          visione post - 10                                                                    
(da 'La Stampa' - 22/02/'14  -  Domande&Risposte / Anna Zafesova)
Quando nasce l'Ucraina?
 Dopo secoli in cui è stata contesa tra principati slavi, e poi Russia, Polonia e impe-
ro Austro-Ungarico, come Stato indipendente l'Ucraina appare solo nel 1991, dopo
il collasso dell'Urss. E' il Paese più esteso dell'Europa (600 mila km quadrati). Ha
44 milioni di abitanti, di cui il 78% si considerano etnicamente ucraini, mentre il
17% russi. Sono presenti altre minoranze: tatari della Crimea, ebrei, moldavi, un-
gheresi, polacchi. L'ucraino è lingua madre del 67% della popolazione, mentre il
russo è preferito dal 27% e gode di status di lingua semiufficiale in molte regioni.
Chi governa (o governava?)
Il presidente Viktor Yanukovich è stato eletto nel 2010 a suffragio universale. La
maggioranza nella Rada (il Parlamento) è in mano al Partito delle Regioni filo-
presidenziale.     Il governo di Mykola Azarov è stato licenziato sotto le pressioni 
della piazza e il Paese non ha un esecutivo.
Perchè è scoppiata la rivolta?
Il 28 novembre 2018 Kiev doveva firmare un accordo di associazione e libero scambio
con l'Ue. Pochi giorni prima il governo ha interrotto il negoziato ritenuto "svantag-
gioso" , proponendosi un'alleanza più stretta con la Russia, contraria all'avvicina-
mento di Kiev all'Ue.  Migliaia di persone hanno occupato il Majdan Nezalezhnosti,
la piazza dell'Indipendenza nel centro di Kiev, dove da allora è in corso una protesta
permanente che ha assunto il nome di Euro-maidan, la "europiazza".
Chi guida la rivolta?
Vitaly Klichko, l'ex pugile fondatore del partito Udar, Arseny Yatseniuk del partito
Batkivshina (Patria) che fa capo alla ex premier imprigionata  Yulia Timoshenko e
Oleg Tiagnybok, dei nazionalisti di Svoboda.    Nel Majdan confluiscono diversi 
gruppi, studenti, reduci dell'Afghanistan, ultrà calcistici, religiosi, nazionalisti 
radicali protagonisti della maggior parte degli scontri dei giorni scorsi e volon-
tari che prestano soccorso medico e portano viveri.
Che cosa chiede la piazza?
Dopo il primo tentativo di sgombero violento della piazza da parte della polizia, il 30 
novembre, i discorsi europeisti sono passati in secondo piano rispetto alla richiesta
di elezioni anticipate di parlamento e presidente, le dimissioni del governo e la puni-
zione dei responsabili del blitz. Dopo due mesi di stallo dei negoziati il corso non vio-
lento della protesta è stato interrotto da scontri sempre più cruenti tra polizia  e ma-
nifestanti.   Oggi l'opposizione chiede il ritiro della polizia, l'amnistia dei militanti,
il ritorno alla Costituzione meno presidenzialista del 2004 e il voto anticipato.
Cos'è la "rivoluzione arancione"?
Nel novembre 2004 sul Maydan è esplosa la protesta contro i brogli elettorali che
hanno fatto vincere le presidenziali a Yanukovich a danno  di Viktor Yushenko, 
liberale filo-occidentale. Il braccio di ferro è terminato con nuove elezioni vinte
da  Yushenko, con la pasionaria della piazza Yulia Timoshenko diventata premier.
La situazione economica e i litigi nella nuova coalizione al potere però hanno mes-
so in crisi il progetto "arancione".
Il rischio di un Paese spaccato?,
L'Ucraina è lacerata da divisioni storiche: l'Ovest prevalentemente cattolico e ucraino
influenzato  dalla Polonia  e  dall'impero asburgico consideta i russi dei colonizzatori,
l'Est industriale, russofono e ortodosso, è più vicino alla Russia. Le divisioni politiche
seguono le stesse linee, anche se nell'ultima crisi anche nell'Est ci sono state manife-
stazioni di solidarietà con il Maidan.  Ma tra le due anime  del Paese  restano ostilità  
che hanno portato sia all'Est che all'Ovest a discorsi di secessione.
QUALE E' LA SITUAZIONE ECONOMICA ?
Il Pil procapite ucraino a parità di potere di acquisto è di 7 mila dollari l'anno. Sia
per mantenere le industrie ereditate dall'Urss  e  le miniere di carbone del Don che
per riconquistare la sua fama di "granaio d'Europa"  l'Ucraina ha bisogno di dra- 
stiche riforme finora rinviate. La moneta, la hrivna, è a rischio di svalutazione. La
crisi politica , poi, ha portato il Paese sull'orlo del crac.    La Russia ha sospeso il
maxi-prestito, mentre le trattative per gli aiuti con Fmi e Ue sono paralizzate.
Perchè l'Ucraina sogna l'Europa?
Per motivi economici, sperando in un migloramento del tenore di vita. Per avere 
più democrazia e diritto, in un paese devastato dalla corruzione  e  dalla lotta di 
clan. Per tutelarsi dalle ambizioni di controllo russo.  Una parte cospicua  della
popolazione però vorrebbe tornare all'alleanza con il Cremlino  o astenersi  da
alleanze.
Che ruolo ha avuto l'America nella vicenda del Maidan?
Gli Usa appoggiano le forze filo-occidentali in Ucraina, sia per affinità politiche
che per la presenza nel Nord America  di una diaspora  di discendenti di ucraini
fuggiti dal comunismo. La propaganda di Mosca ha considerato sia la "rivoluzio-
ne arancione" che l'Euro-maidan un 'progetto americano' destinato a strappare
l'ex satellite dai "fratelli maggiori" di Mosca.

Lucianone

Istruzione - Inglese aggiornato / 'Thank you' non è più di moda

2 marzo '14 - domenica         2nd March / Sunday                          visione post - 54

Nessuno dice più THANK YOU
Gli inglesi l'hanno sostituita. Nell'era dei social network
è una parola troppo formale. Così anche nel Paese delle
buone maniere trionfano abbreviazioni e nuove espressioni. 

(da 'la Repubblica'  -  18/07/2013  -  Enrico Franceschini / Londra)
E' forse l'espressione più universalmente conosciuta dell'inglese, anche da chi non
lo parla per niente.   Eppure proprio  quelli  che l'hanno inventata, gli inglesi, stanno 
smettendo di usarla: sempre meno gente, a Londra, dice 'thank you'.  Un sondaggio
pubblicato ieri (17 luglio '13, ndr.)  in prima pagina  dal Daily Telegraph  annuncia il 
declino di un termine che contraddistingue il tradizionale Englishman, in tutte le sue 
categorie sociali, dal gentiluomo (o gentildonna) aristocratico  giù giù fino alla middle-
class e al popolo dei pub. Quattro persone su dieci pensano che quel "grazie a te" (o
"a lei") sia diventato obsoleto (supervecchio), troppo  formale  nell'era di Twitter, Fa-
cebook, messaggini ed e-mail; una persona su dieci lo considera un modo di dire ec-
cessivamente antiquato; e i giovani  a grande maggioranza  lo  hanno  praticamente  
abolito dal proprio vocabolario.
Preferiscono dire "cheers" (allegria, salute, evviva), "cool" (okay, bene, perfetto, a
posto così), "wicked" (birichino, maligno, malizioso - ma nel senso di magico, incredi-
bile, pazzesco), "nice one" (ottimo, bello, , ben fatto")  o  "ta" , detto  e scritto, cioè
l'abbreviazione dell'originale (thank you), il suono onomatopeico della sua prima sil-
laba. Come che sia, il metodo classico  di esprimere gratitudine per un gesto, un ser-
vizio, un sentimento, un piacere, dall'aprire una porta  a raccogliere qualcosa da ter-
ra, dal pagare  un conto  a consegnare  un lavoro, non funziona più  come  un tempo, 
perlomeno in questa che alcuni considerano la patria dell'etichetta.   "Le buone ma-
niere fanno l'uomo", commenta il quotidiano londinese dando la notizia, "ma a quan.
to pare la tradizionale educazione britannica adesso ha un tocco più informale".
Non è detto che sia la fine di un'era, tantomeno la fine del mondo, o di un mondo,
quello del formalismo inglese, per alcuni un detestabile modello di ipocrisia.
"E' sempre facile essere gentili con le persone di cui non ci importa nulla", osserva-
va in merito Oscar Wilde, arbitro di stile spietatamente sincero.  "La tua gentilezza
raggela", fa dire a uno  dei suoi personaggi  William Shakespeare, a conferma  che 
un "thank you", con un certo tono, può ferire quanto una spada (potrebbe fare cop-
pia con il meccanico clichè con cui molti anglosassoni, sulle due sponde dell'Atlanti-
co, concludono le conversazioni: "have a nice day", quasi mai corrispondente a uno
spontaneo augurio di trascorrere una buona giornata).

E tuttavia il sondaggio rivela soltanto un legittimo desiderio di rinnovamento del
linguaggio e  un'insofferenza  per le formalità fasulle, non l'avvento di un'età del-
l'indifferenza in cui a nessuno piace essere ringraziato. Anzi, l'83 per cento degli
interpellati pensa che ci sia bisogno di mostrare maggiormente  e  regolarmente
più gratitudine.   -    La verità, sembra, è che non c'è abbastanza grazia, parente
stretto del dire grazie, nel nostro tempo frettoloso e ultratecnologico: solo il 50 
per cento di noi, riferisce il sondaggio, si sente apprezzato a sufficienza dal pro-
prio partner e solo il 5 per cento dal proprio boss.    Mariti, mogli e capiufficio,
ringraziate dunque  più spesso  i vostri coniugi  e sottoposti. Con un "ta" o un
"cheers", se proprio non volete dire più "thank you". 

Le parole inglesi che cambiano  
Alcopop        per       Soft drink         Alcopop: indica bevanda con frutta e alcol
Yo                 per        Hallo               Yo  è abbreviativo di 'you'
Buddy          per        Friend              Buddy: compagno            
Street          
performer     per        Busker             Busker: cercatore, acchiappatore

Continua... to be continued...

sabato 1 marzo 2014

Sport - calcio / serie B - 27^ giornata 2013/14

1 marzo '14 - sabato          1st March / Saturday                                visione post - 18

Risultati delle partite
Latina   3       Brescia   0       Cesena   2      Cittadella   2       Modena   2       Palermo   2
Padova   0      Carpi      2       Trapani   2      Novara       2       Crotone   0       Bari          1

Reggina   3     Siena     1      Spezia      2       Lanciano       1     Avellino
Varese     4     Empoli   1      Ternana    2       Juve Stabia   0     Pescara

Classifica  squadre
PALERMO   50  /   Empoli   46  /   Lanciano   44  /   Cesena   43  /   Trapani, Latina   42  
Avellino   41  /  Spezia   40  /  Crotone   39  /  Carpi   38  /  Brescia   37  /   Siena, Varese   36
Modena, Pescara   35  /   Ternana   32  /   Bari   29  /   Novara   28  /   Cittadella   23   /
Reggina   22  /   Padova   21  /   Juve Stabia   15

Classifica  marcatori
         giocatore                        reti            rigori      
Mancosu  /  Trapani                   19               3
Caracciolo  /  Brescia                 15              2
Tavano  /  Empoli                       15              2
Pavoletti  /  Varese                    14               2
Babacar  /  Modena                   13               4
Hernandez  /  Palermo               13               5
Manero  /  Pescara                    11              3
Giannetti  /  Spezia                    10              0
Jonathas  /  Latina                     10              1


Lucianone 

giovedì 27 febbraio 2014

Ultime notizie - dall'italia e dal Mondo / Latest news

27 febbraio '14 - giovedì           27th February / Thursday                     visione post - 5

Esteri - UCRAINA

Crimea: sale la tensione / Blitz armato di un commando filorusso
al Parlamento a Simferopoli / Rispunta Yanukovich: "Io il Presidente"
Il leader deposto chiede aiuto a Putin: 'combatterò fino alla fine
questa battaglia'


ALLERTA RUSSA  
I movimenti delle truppe russe al confine con l’Ucraina fanno paura a Kiev e lasciano col fiato sospesol’intera comunità internazionale. Washington e la Nato si dicono «preoccupati» per queste esercitazioni che, in un momento così delicato, fanno temere una possibile invasione dell’Ucraina, e invitano la Russia a non compiere «azioni che possano accrescere la tensione». Ma il braccio di ferro tra Ucraina e Russia per ora si gioca soprattutto in Crimea, la penisola a maggioranza russofona regalata da Krusciov alla repubblica sovietica ucraina nel 1954 e dove Mosca ha un’importante base navale (a Sebastopoli). E sono proprio i russofoni a premere per allentare i legami con il governo centrale di Kiev di un territorio che è già costituito in repubblica autonoma all’interno dell’Ucraina. Una prima importante vittoria l’hanno ottenuta questo pomeriggio, quando i deputati del parlamento locale - che pure è occupato da paramilitari – hanno indetto un referendum per dare alla Crimea maggiore autonomia: si voterà il 25 maggio, lo stesso giorno in cui sono previste le elezioni presidenziali in tutta l’Ucraina. 

KIEV MINACCIATA  
Ma mentre i filorussi occupano i palazzi del potere e innalzano le prime barricate, a Kiev non stanno a guardare, e oggi il ministro dell’Interno Arsen Avakov ha messo in allerta le forze di polizia, comprese quelle speciali, «per fronteggiare lo sviluppo di azioni estremiste» ed «evitare un bagno di sangue». Secondo alcuni, dietro queste azioni ci sarebbe lo stesso Cremlino. La pensa ad esempio così Refat Chubarov, presidente del Medjlis, l’assemblea che rappresenta i tatari di Crimea, un’importante minoranza etnica della penisola che appoggia in tutto e per tutto le nuove autorità di Kiev e non ne vuole sapere di Mosca. Così, mentre continuano le esercitazioni delle truppe russe al confine, il governo ucraino che si sente evidentemente minacciato fa sentire la sua voce. Oggi l’incaricato d’affari russo in Ucraina, Andrei Vorobiov (che fa le veci dell’ambasciatore richiamato a Mosca) è stato convocato al ministero degli Esteri ucraino, dove gli è stato precisato che la Russia deve astenersi dagli spostamenti dei reparti militari della flotta del Mar Nero. Non solo, ma il presidente ucraino ad interim, Oleksandr Turcinov, non ha esitato a definire «aggressione» qualsiasi movimento dei militari della flotta russa in Crimea fuori delle zone prestabilite. Kiev non vuole insomma più vedere blindati russi scorrazzare nel centro di Sebastopoli, come è avvenuto qualche giorno fa. Il nuovo premier Iatseniuk ha però anche aperto a Mosca, invitando al dialogo per costruire delle buone relazioni di vicinato. 

PAURA DEFAULT  
E a preoccupare l’Ucraina è anche la situazione finanziaria, aggravata, secondo Iatseniuk, dal fatto che il governo del defenestrato yanukovich avrebbe sottratto 70 miliardi di dollari dalle casse dello Stato negli ultimi tre anni per trasferirli su conti all’estero. Per superare questo momento di difficoltà il capo del governo ha dovuto annunciare «decisioni impopolari sui sussidi, sulle tariffe e sui programmi sociali». In aiuto di Kiev dovrebbe arrivare un prestito del Fondo monetario internazionale, che si è detto «pronto» a rispondere a una richiesta lanciatagli dall’Ucraina. 
  
Italia - Politica
M5S, insulti e addii  /  I fedelissimi di Grillo: "Via i parassiti"
Accuse e veleni via Web nel Movimento dopo l’espulsione dei quattro dissidenti. 
Sei senatori si dimettono dal Parlamento e due deputati approdano al gruppo misto:

È ormai ai livelli di guardia l’emorragia di parlamentari Cinque Stelle provocata dalle espulsioni dei quattro senatori del Movimento. Si è messa in moto una reazione a catena che, tra insulti e attacchi di basso profilo, ha portato alla decisione di sei senatori pentastellati di annunciare le loro dimissioni da Palazzo Madama. Tra di loro c’è anche un espulso, anzi l’espulso numero uno: Luis Orellana. Gli altri sono parlamentari che non erano affatto in procinto di essere sfiduciati. E che hanno però chiesto al presidente del Senato di essere rimandati a casa. Maria Mussini, Monica Casaletto, Maurizio Romani, Alessandra Bencini e Laura Bignami non hanno digerito l’operazione di «epurazione» e hanno polemicamente rassegnato le dimissioni. 
FMI promuove Renzi e Padoan: "Positive le misure annunciate"
Il Fondo: disoccupazione alta, la riforma chiave è quella del lavoro

Economia -  Germania
Divario ricchi poveri: è la Germania la maglia nera in Ue
Per l’istituto “Diw” è il Paese con le maggiori differenze: un quinto 
delle persone non ha un patrimonio, l’1% invece è quasi milionario.



In nessun altro Paese dell’Eurozona le differenze tra ricchi e poveri sono grandi quanto in Germania. Nella patria della socialdemocrazia, un quinto della popolazione non possiede alcun patrimonio, mentre l’un per cento più ricco ha immobili, azioni, assicurazioni e altro per un valore di almeno 800mila euro; il dieci per cento più ricco può contare su una ricchezza di minimo 217mila euro.  

L’indice che misura le diseguaglianze, il coefficiente Gini, nel Paese di Angela Merkel, raggiunge 0,78 punti. Assieme a quello austriaco, è il valore più alto fra i Paesi della moneta unica. Il coefficiente segnala una diseguaglianza crescente man mano che si avvicina all’1. Per fare un paragone extra europeo, l’indice Gini degli Stati Uniti è ancora più alto, a quota 0,87.  

Lucianone


martedì 25 febbraio 2014

Sport - calcio / serie A - 25^ giornata 2013/14

25 febbraio '14 - martedì              25th February / Tuesday                  visione post - 18

Risultati delle partite
Bologna   0       Livorno       2        Chievo    2        Inter        1       Sampdoria   0
Roma        1       Verona H.   3        Catania   0       Cagliari    1       Milan           2

Udinese    1       Juventus   1         Lazio        3       Parma         2      Napoli   1
Atalanta   1       Torino       0         Sassuolo   2       Fiorentina   2     Genoa    1

Classifica squadre 
JUVENTUS   66  /   Roma   57  /   Napoli   51  /   Fiorentina   45  /   Inter   40  /   Verona H.   39 /  
Parma   37  /   Torino   36  /   Milan, Lazio   35  /   Genoa   32  /   Udinese, Samp, Atalanta   28 /  
Cagliari   25  /   Chievo, Bologna   21  /   Livorno   20  /   Catania   19  /   Sassuolo   17

Classifica marcatori
     Giocatore                  Reti        rigori
Tevez  /  Juventus             14             1
Rossi  /  Fiorentina            14            5
Immobile  /  Torino            13             0  
Toni  /  Verona H.             13             1
Higuain  /  Napoli              13             4
Berardi  /  Sassuolo          12             5
Palacio  /  Inter                 11             0
Vidal  /  Juventus              11             2
Gilardino  /  Genoa           11             4
Cerci  / Torino                  11             5








Lucianone 

Tecnologia / internet - Mangiare la password

25 febbraio '14 - martedì       25th February / Tuesday                  visione post - 5

Ci si incorpora la password. Come?
Ingoiando una pillola

(da 'il venerdì di Repubblica' -  10 gennaio '14 / Miti D'Oggi - Marino Niola)
Non riuscite a entrare nella vostra casella di posta? Il vostro conto online 
vi nega l'accesso perchè avete dimenticato la password? Nessun problema.
Basta prendere una pillola e la dannata formula alfanumerica  apparirà 
per magia sul telefonino. E tutto grazie alla Edible password pill, la me-
moria da assumere ogni mattina per via orale.
Brevettata da Motorola, la capsula è entrata di prepotenza nella classifica 
delle invenzioni  dell'anno stilata da Time e da Qualcomm.  Si prende ap-
pena svegli e il chip si accende con i succhi gastrici. Una volta attivata la
pastiglia emette un segnale specifico da 18 bit, simile a quello dell'elettro-
cardiogramma, che può essere captato dallo smartphone o dal computer.
E poichè Motorola appartiene a Google, molto presto accedere alla propria
casella gmail diventerà facile come mandar giù una compressa.   Sono poi 
in arrivo anche tatuaggi elettronici  per aprire  in un lampo ogni cancello
virtuale e nessun Login sarà più un problema.
La pillola hi-tech , di fatto, trasforma  il nostro stomaco  in un  hard disk
esterno. O meglio interno.  A riprova  che  i progressi della tecnologia ci
rendono sempre più ibridi.  Modificano i confini del corpo, rimettono in
questione il rapporto tra natura e cultura. Con la somatizzazione progres-
siva del digitale che fa tutt'uno con la natura vivente. Così la connessione
permanente diventa tessuto connettivo, trasformando ciascuno di noi  nel
dispositivo di se stesso. E poichè il chip prende il posto di funzioni menta-
li come il ricordo, la memoria remota si trasforma in intermittenza del cuore.
E' la ricerca del tempo perduto 2.0.    Ma più che a Proust fa pensare a Mary
Poppins.

Lucianone

lunedì 24 febbraio 2014

Economia / politica - Uno sguardo al Sudamerica

24 febbraio '14 - lunedì           24th February / Monday                         visione post - 6

( da 'la Repubblica'  -  18/02/'14 - di Moisés Naìm )
Sorpresa Sudamerica
In Venezuela ammazzano gli studenti e il Governo chiude una rete televisiva che ha osato
trasmettere le proteste di piazza. L'Argentina continua a correre senza freni verso il preci-
pizio economico. I presidenti di tutta l'America Latina si sono riuniti in un vertice  demo-
cratico... all'Avana.  L'economia brasiliana è entrata in recessione e il 2014 sarà il quarto
anno consecutivo di crescita economica fiacca. I brasiliani ultimamente scendono in stra-
da non per ballare, ma per protestare.   Nel 2013 il Paese carioca ha subito la più grande 
fuga di capitali da oltre un decennio.  E' il segnale che la festa è finita per l'America lati-
na? No.
Mentre le cattive notizie in arrivo da quella regione si accavallano, questa settimana quat-
tro presidenti latinoamericani si sono riuniti a Cartagena, in Colombia, per dare vita a un 
patto economico. Si chiama Alleanza del Pacifico e ne fanno parte Messico, Colombia, Pe-
rù e Cile. Si sarebbe tentati di ignorare la notizia e pasare ad altro. Che può esserci di più 
noioso di un vertice di capi di Stato?    E chi è l'ingenuo che può credere alle promesse di 
presidenti che cercano di dimostrare quanto è stata importante la loro riunione quando in
realtà, di norma, questi eventi servono solo a ingrassare le società che organizzano ricevi-
menti? Non c'è da stupirsi, quindi, che pochi si siano accorti  dell'esistenza di questa Al- 
leanza del Pacifico. e che quelli che se ne sono accorti l'abbiano ignorata.
Stavolta, però, potrebbe esere un errore non prendere sul serio questo tentativo di integra-
re le quattro economie di maggior successo dell'America Latina. Messico, Colombia, Perù
e Cile sono i Paesi con la migliore crescita economica e l'inflazione  più bassa  di tutta la 
regione.  Complessivamente rappresentano il 36 percento dell'economia dell'America La-
tina, il 50 percento di tutto il suo commercio internazionale e il 41 percento di tutti gli in-
vestimenti esteri. Se questa economi fosse un Paese, sarebbe l'ottava economia mondiale e
la settima potenza esportatrice. I quattro Paesi che ne fanno parte sono in cima alle clas-
sifiche di competitività dell'America Latina. Considerando che l'interscambio fra di loro
rappresenta appena il 4 percento del loro commercio totale, è evidente che le potenzialità
di sviluppo sono colossali.  -  Da questo punto di vista l'Alleanza del Pacifico no rappre-
senta certo una novità: l'America Latina ha una lunga storia di progetti di integrazione
economica animati da grandi speranze ma che alla fine si sono risolti in un insuccesso.
Il Mercosur è  un buon esempio in tal senso:  quando, nel 1991, l'Argentina, il Brasile, 
il Paraguay e l'Uruguay annunciarono l'unione delle loro economie ci fu un grande en-
tusiasmo. Le potenzialità insite nell'unione di due colossi come il Brasile e l'Argentina
erano evidenti. Ma i risultati, purtroppo, non sono stati all'altezza: dopo oltre un decen-
nio, il commercio tra i membri del Mercosur rappresenta un misero 15 percento del loro
commercio totale (contro il 20 per cento dell'interscambio con l'Europa e il 14 percento
di quello con la Cina).  -  L'Alleanza del Pacifico non è stata ben accolta dai leader del
Mercosur e di altri blocchi regionali. Il boliviano Evo Morales, per esempio, ha dichia-
rato che è una cospirazione ordita  a Washington per dividere la regione. Rafael Correa,
il presidente ecuadoriano, l'ha liquidata così: "Più neoliberismo, più libero scambio".
In Brasile Lula da Silva ha dichiarato che è un tentativo di resuscitare l'aborrito Con-
senso di Washington, mentre l'ex ministro degli Esteri Antònio Patriota ha detto che è
"solo marketing , una nuova confezione per un prodotto vecchio". Marco Aurélio Gar-
cia, il principale consigliere internazionale di Dilma Rousseff, l'ha definita "irrilevan-
te".  Come rispondono i quattro presidenti dell' Alleanza? "Noi non siamo contro nes-
suno. E' un'alleanza economica, non un'iniziativa politica"., ha detto il presidente co-
lombiano , Juan Manuel Santos. "Abbiamo una visione comune sulla gestione dell'eco-
nomia, un approccio comune verso gli investimenti esteri e rispettiamo la proprietà pri-
vata".   -   La risposta più forte, però, l'hanno data forse con le decisioni che hanno as-
sunto. I quattro Paesi hanno già eliminato i dazi doganali sul 92 per cento dei prodotti
e hanno eliminato la necessità di visti per chi viaggia per promuovere commercio e inve-
stimenti. Hanno creto le condizioni per integrare le loro Borse valori e in diversi Paesi
le quattro nazioni sono rappresentate da un'unica sede diplomatica.

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venerdì 21 febbraio 2014

Sport - calcio / serie A - 24^ giornata 2013/14

21 febbraio - venerdì           21st February / Friday                    visione post - 3

Risultati delle partite
Milan      1       Fiorentina   1       Catania   3        Atalanta   0        Cagliari   1
Bologna   0        Inter           2       Lazio      1       Parma      4        Livorno   2   

Genoa      3      Juventus   3        Sassuolo   0      Roma          3      Verona H.   1   
Udinese   3       Chievo      1        Napoli      2      Sampdoria   0      Torino        3

Classifica 
JUVENTUS   63  /   Roma   54  /   Napoli   50  /   Fiorentina   44   /  Inter   39  /
Parma, Torino, Verona H.   36  /   Milan, Lazio   32  /  Genoa   31  /   Sampdoria   28  /
Udinese, Atalanta   27  /  Cagliari   24  /  Bologna   21  /  Livorno   20  /  Catania   19  /
Chievo   18  /   Sassuolo   17 



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