venerdì 26 aprile 2013

La Storia (recente) - America: l'attacco a Boston / racconto e video

26 aprile '13 - venerdì             26th April / Friday                    visioni post - 9

(da la Repubblica - 20 aprile 2013  -  di Alexander Stille)
Il racconto
In trappola in una città surreale
simbolo dei fantasmi d'America
Boston
Eccomi bloccato per caso a Boston, proprio il giorno in cui la città è stata chiusa:
per le strade è in corso la caccia all'uomo, ai terroristi accusati d'avere esploso le
bombe alla maratona. E' un'esperienza surreale. "mi raccomando, resti al sicuro!",
mi dice il rappresentante di una ditta di auto a noleggio. L'ho contattato al telefo-
no nel disperato tentativo di trovare un modo per tornare a New York. Mi parla co-
me se su di me incombesse un pericolo imminente. 
Sono in una casa confortevole a Cambridge, parte dell'area metropolitana di Boston
vicina a Watertown, dove si concentra  la ricerca per il secondo dei due fratelli rite-
nuti responsabili della recente strage. Eppure, è una bellissima giornata di primave-
ra, la tranquillità sembra assoluta: non c'è un'anima per la strada. (Un ragazzo nel-
la casa accanto tenta di lanciare - senza risultato - un aquilone dal giardinetto recin-
tato, infatti nemmeno lui può uscire). Siamo a circa dieci chilometri dal luogo dove
si troverebbe il ragazzo diciannovenne che la polizia ha braccato a Watertown. Per-
ciò la raccomandazione del noleggiatore d'auto - a 30 chilometri di distanza - suona
come una precauzione risibile. Dobbiamo soltanto  schivare la noia, aspettando che
le autorità ci permettano di circolare, per poter partire.
E' sempre stato così nei due giorni della mia imprevista avventura a Boston: un misto
di dramma e di normalità in un'America che fatica a trovare la risposta giusta al ter-
rorismo.      Sono partito da New York giovedì (quattro giorni dopo l'esplosione delle
bombe che hanno fatto tre morti) per un impegno  tra i più innocenti  immaginabili:
una conferensa al Circolo italiano di Boston, un'associazione di amanti della cultu-
ra italiana. Già la stazione ferroviaria di New York era zeppa di militari e poliziotti
con cani addestrati a fiutare gli esplosivi. "Se vedete qualcosa informateci".
Appena arrivato  alla stazione di Boston  sento  la stessa voce meccanica, che ripete:
"Se vedete qualcosa, informateci". ho sfiorato tutti i luoghi centrali di questo dram-
ma: sceso dal treno a pochi passi dal luogo della strage, ho preso la metropolitana a
Kendall Square, a Cambridge,  dove i due presunti terroristi hanno tentato una rapi-
na un puio di ore dopo; ho tenuto un discorso  accanto a Memorial Drive, dove han-
no ucciso un poliziotto. E Watertown - dove s'è svolto lo scontro a fuoco, e dove ora
la polizia cerca il più giovane dei due fratelli - è la zona dove abitano  i miei suoce-
ri: il posto dove sto normalmente a Boston, tranne stavolta perchè i suoceri non ci
sono.

Insomma, ho anticipato i terroristi in quasi tutte le loro tappe più importanti senza
esserne consapevole. L'altro ieri mi sono coricato ignaro dei tragici eventi del gior-
no, e quando gli amici di New York mi hanno telefonato per chiedermi se io stessi
bene, non sapevo di che parlassero.
Stavo preparandomi a partire con un treno, presto la mattina - devo incontrare de-
gli studenti New York e prendere mio figlio a scuola  alle tre e mezzo del pomerig-
gio -ma fra le sette e le nove si è bloccato gradualmente tutto: la metro, i treni, gli
autobus, i taxi, gli aerei.  Si capisce la volontà di chiudere le strade nel quartiere
dove abitano i fratelli Tsarnaev, e dove forse potrebbe esserci ancora qualche bom-
ba. Si capisce che è necessario fermare tutto a Watertown, dove pare si sia rifugia-
to  il  giovane Dzhokhar Tsarnaev, questo per evitare  morti  innocenti  e  lasciare 
libere di lavorare le forze dell'ordine.    Però, io mi chiedo: era proprio necessario
l'intera area metropolitana di Boston, tappando circa 4 milioni di persone in casa?
Gli Stati Uniti hanno poca dimestichezza con il terrorismo e lo dimostrano.  Si va
dalla A alla Zeta con una velocità impressionante. I politici - terrorizzati soprattutto
dell'accusa di non aver fatto abbastanza - adottano sempre le misure più drastiche.
lo spiegamento di forze qui a Boston sarebbe appropriato per affrontare un intero
esercito di uomini di Al Qaeda, mentre mi sembra piuttosto evidente (già dal tipo
di bomba casalinga usata usta alla maratona) che questi sono due ragazzi isolati, 
terroristi improvvisati e autodidatti. Pericolosi sì ma non capaci di mettere in gi-
nocchio una grande città.
Qui a Boston amano ripetere "non ci faremo intimidire!". Però, è già fatto. 
Muoiono  oltre 30 mila americani  ogni anno (circa 11 mila omicii, più 19
mila suicidi),eppure non riusciamo ad autorizzare i più elementari controlli
sulle armi. Ma ora che muioni 3 persone per una bomba, succede il finimon-
do!  Forse dobbiamo mettere le cose nella giusta prospettiva  -  e questo vale
per entrambe le questioni.

Lucianone

lunedì 22 aprile 2013

Politica / Italia - Elezione del presidente / Fasi e sviluppo - In inglese

22 aprile '13 - luned'             22nd April / Monday                    visioni post  -  5

 
In the first 1007 ballot on Thursday, the electors voted 521 for Marini and 240 for Stefano Rodotá.
None of the other 30 names reached three figures. 2 votes were cast for a certain Franco Marino, and one for Italy’s answer to Pamela Anderson, actress and showgirl Valeria Marini. Was this a Freudian slip or was one of the participants not taking the process altogether seriously? We can assume the latter in the case of the “grand electors” who voted for Veronica Lario, the soon to be ex-wife of Silvio Berlusconi, and porn star Rocco Siffredi.
With many disaffected PD voters joining supporters of Grillo’s Five-Star Movement (M5S) in chants of “Rodotá! Rodotá!” outside parliament, and his rival Matteo Renzi heading to Rome from Florence, Bersani played for time, announcing that his members would vote scheda bianca (white ballot paper), i.e. abstain, for the following two rounds. In other words, they would wait for the fourth round when a simple majority would suffice. As the votes were tallied, President of the Chamber of Deputies Laura Boldrini repeatedly called out, “Bianca, Bianca, Bianca”, until her counterpart at the Senate, Pietro Grasso quipped under his breath, “This Bianca woman is going to be elected.”
On Friday morning, Bersani tried a new approach. The cheers and standing ovation that greeted his announcement that the PD would now be voting for former Prime Minister Romano Prodi seemed to indicate he was on the right track. Prodi is Berlusconi’s nemesis, the only leader to defeat him at the polls, and that alone is enough to make him a hero for many in the PD for whom Berlusconi is the devil. Alessandra Mussolini, Benito’s granddaughter and a deputy in Berlusconi’s People of Freedom party (PdL), was of a different opinion, as she made clear by wearing a top crudely painted with the words “Il diavolo veste Prodi” (The Devil wears Prodi – a joke not really good enough to justify ruining a perfectly good T-shirt.)
With both the PD and the PdL abstaining, electors rushed through the third round in order to reach the fourth ballot, where Prodi would require only 504 votes to become the 12th president of Italy. It soon became clear that the parliamentarians would be working on Saturday and voting at least one more time. Prodi finally totalled 395, while the votes for Stefano Rodotá held relatively firm at 213. Beppe Grillo’s M5S had proved much more disciplined than the PD, which should have been able to rely on the votes of 410 parliamentarians, as well as those of allies in other parties on the left.

The repercussions were quick to follow: Prodi withdrew his candidacy and made it clear that he was not at all happy to have been placed in such a position, and the President of the PD, Rosy Bindi, resigned. And then the rumours were confirmed; Pier Luigi Bersani had announced that he would resign as soon as the successor to Napolitano was elected. His pact with the devil had led to his downfall.

Lucianone  

domenica 21 aprile 2013

Riflessioni / generali e particolari - Italia, Europa, America

22 aprile '13  -  lunedì            22nd April / Monday               visioni post - 8
Sull'Italia
Stiamo vivendo in Italia  una crisi economica epocale, in cui dovremmo
unire tutte le nostre forze (intendo come forze politiche e istituzioni) per
affrontare in modo risoluto e senza perdere troppo tempo questa dram-
matica situazione che peggiora ogni giorno. E invece le varie forze par-
lamentari non hanno trovato di meglio che rivolgersi ancora una volta
a Napolitano (stiamo diventando una repubblica presidenziale?). E va
escluso chiaramente il movimento 5Stelle, che comunque  ha  avuto a
suo tempo la possibilita di agire subito con l'unione del Pd. Ma è stato
meglio così, vista la fine del maggiore partito di sinistra? Si direbbe di 
sì.   Lo sbandamento clamoroso e il quasi sfaldamento successivo del
partito di Bersani, con le dimissioni  di quest'ultimo  sono  un segnale 
molto chiaro del declino definitivo della partitocrazia, dopo le profon-
de crisi della Lega e dello stesso Pdl, e la scomparsa dei vari partiti-
ni  di centro, destra e sinistra, vedi Di Pietro, Fini, Ingroia eccetera;
si è salvato di poco il partito di Monti, che pure era partito con gran-
di progetti (ricordare l'agenda-Monti), ma ha decretato  la sconfitta
di Casini. Insomma c'è stata una debàcle generale di tutte le vecchie
formazioni politiche che non hanno saputo rinnovarsi e che, nè più nè
meno hanno permesso  che covasse e si creasse al loro interno il tar-
lo della corruzione spesso collusa con la malavita di stampo mafioso
fino anche a identificare certi politici come veri e propri mafiosi.
La gente, il popolo di tutto ciò non ne può più, e allo stesso tempo si
trova impaurito, in quanto  destabilizzata   dalla crisi economica cre-
scente e allibita per l'incapacità dei politici attuali di saper governa-
re e dirigere in modo positivo questa crisi.
Sull'Europa
La costruzione dell'Europa è nata per l'euro, cioè per creare una moneta
comune a tutti quei Paesi del continente che avessero voluto aderirvi.
L'Unione europea è dunque nata unicamente per una questione economi-
ca.  Alla base di questa costruzione non c'è una base politica comune nè
una concezione di fondo solidaristica, pur di mercato, con un unico presi-
dente centrale e una banca unica di riferimento. Esiste solo Bruxelles, e
la Bce e la Commissione (esaminatrice), e dietro tutto questo c'è natural-
mente la Germania e Angela Merkel.
Continua...to be continued...

Economia / La crisi finanziaria in Italia - Intervista a Stiglitz: più coraggio o il baratro

21 aprile '13 - domenica        21st April / Sunday                     visioni post - 13

Il premio Nobel per l'Economia avverte: è il momento
di uscire dalla trappola del rigore /
E poi fa una previsione: se non ci sarà una svolta il
vostro Paese condannato a una recessione lunga /
Stiglitz continua: "Penalizzati a vantaggio della Germania. Più Europa e meno
euro; se si resta a metà guado l'Italia paga il prezzo più alto".

(da la Repubblica - 12 aprile 2013 - di Federico Rampini da New York)
"L'Italia è vittima di un fallimento dell'austerity europea, state pagando un
prezzo più elevato della Grande Depressione, le vostre imprese sono penaliz-
zate a tutto vantaggio di quelle tedesche. Non accusate Beppe Grillo di popu-
lismo: i temi che solleva sono legittimi, compresa l'opzione estrema di un'uscita
dall'euro. Niente governissimo Pd-Pdl, per salvarsi l'Italia deve tagliare i ponti
con la corruzione dell'era Berlusconi".
Joseph Stiglitz, premio Nobel dell'economia, parla nel suo "tempio", alla Columbia
University di New York. l'occasione è una conferenza molto dotta, patrocinata dal-
la Italian Academy e dal nostro Istituto di cultura. Il tema è impegnativo e attuale:
Stiglitz smonta uno per uno tutti i dogmi del pensiero economico neoclassico, o del-
le sue versioni neoliberiste.  Se cìè uno che ha le carte in  regola per istruire ques-
sto processo, è lui.  Gia consigliere di Bill Clinton alla Casa Bianca, iniziò a conte-
stare il pensiero unico sulla globalizzazione negli anni Novanta; fu licenziato da vi-
cepresidente della Banca mondiale per le sue critiche all'istituzione; più di recente
fu uno dei primi a solidarizzare con gli "indignados" spagnoli e a giustificare le ri-
volte anti-austerity.    Con rigore teorico implacabike, fa a pezzi l'idea di un homo
economicus razionale, di un mercato capace di auto-regolarsi.   Espone l'inutilità
del Pil come misuratore di benessere (lui stesso ha ispirato molti governi e orga-
nismi internazionali nella ricerca di indicatori alternativi).     Stigmatizza l'avidità
dei banchieri e lo strapotere delle oligarchie capitalistiche.
Finita la conferenza, Stiglitz accetta di parlare di noi:  l'Italia nella trappola del-
l'austerity, e come uscirne.   Il premio Nobel sa di essere diventato il massimo
"guru" economico del Movimento 5 Stelle. E non si tira indietro.    Conosce la
situazione politica italiana, risponde atutte le domande, anche le più delicate.
Difende Grillo, pur spingendolo nella direzione di un accordo con il Pd.
Domanda -  "Grillo ha proposto un referendum sull'euro, le sembra concepibi-
le agitare la possibilità di una nostra uscita dalla moneta unica?".
Risposta - "L'eurozona deve cambiare le sue politiche di austerity. Perchè l'euro
funzioni occorrono una vera unione bancaria con regole comuni, un'assicurazione
unica per i depositi dei risparmiatori, una vigilanza europea; poi ci vuole la vera
unione fiscale, l'emissione di euro-bond. Il sistema attuale è instabile, incompiuto.
Ci vuole più Europa oppure meno euro, non si può restare a metà del guado.
Alcune posizini del M5S sono fondate: un Paese come l'Italia potrebbe arrivare
fino al punto di dover abbandonare l'euro per salvare l'Europa, Sarebbe preferi-
bile di no, sarebbe meglio che fosse l'Europa ad abbandonare l'austerity".
Domanda - "Perchè ritiene che per l'Italia possa diventare insostenibile l'appar-
tenenza a questa unione monetaria?".
Risposta - "Le regole attuali dell'Unione europea restringono la vostra possibilità
di fare una politica industriale, di cui avete gran bisogno. Il mercato unico all'ori-
gine doveva creare condizioni eque di competizione, una concorrenza leale. Ma è
fallito. Anzi: la competizione fra nazioni europee non è mai stata così diseguale.
Le imprese italiane oggi devono pagare tassi d'interesse molto più alti delle im-
prese tedesche, anche ammesso che riescano ad avere accesso al credito banca-
rio. Questa non è concorrenza leale, è un mercato squilibrato, altamente instabi-
le. Se non cambia, mom vedo via d'uscita".
Intervento di F. Rampini - "Per il momento non c'è segnale che l'eurozona voglia
cambiare rotta in modo sostanziale, rinnegando l'austerity voluta dalla Germania".
J. Stiglitz - "In assenza di una svolta radicale e strutturale delle politiche econo-
miche europee, è probabile che l'Italia sia condannata a rimanere a lungo in reces-
sione.   Oggi il vostro reddito nazionale è inferiore a quello del 2007, il danno eco-
nomico che subite è superiore perfino a quello della Grande Depressione degli an-
ni Trenta.   Questo non è l'effetto ineluttabile di un terremoto o di uno tsunami, è
un fallimento economico determinato da politiche sbagliate. L'Unione europea de-
ve ammetterlo, deve rilanciare la crescita, e allora anche il vostro debito pubblico
diventerà governabile".
Intervento di F. Rampini - "Dunque lei difende un referendum sull'euro, che viene
considerato un fuga in avanti populista".
J. Stiglitz - "Gli italiani devono poter valutare, e mi rendo conto che questa valu-
tazione è molto complessa. Dovete soppesare da una parte le possibilitò concrete
di ottenere un cambiamento drastico nelle attuali politiche europee; dall'altra gli
eventuali costi di una uscita dall'euro. Dibattere queste idee non è populismo,  è
democrazia. Si tratta di restituire sovranità ai cittadini, che hanno il diritto di vo-
lere un futuro migliore. Affermare che le politiche economiche hanno peggiorato
le vostre condizioni di vita non è populismo".
Domanda - "Nell'immediato, dati i vincoli della nostra appartenenza all'euro, cosa
può fare un governo italiano?".
Risposta di J. S. - "Voi avete rinunciato a gran parte della vostra sovranità entrando
nell'euro, la vostra libertà è limitata. Ma ci sono cose che potete fare. Rendere il vo-
stro sistema bancario più efficiente per stimolare la crescita.   Passare al setaccio le 
voci della spesa pubblica. Riformare la  corporate governance del vostro capitalismo.
Aggredire quei problemi di corruzione di cui Silvio Berlusconi è una manifestazione".
Intervento di F. Rampini - Vasto programma per cui bisogna avere un governo. A 50
giorni dalle elezioni non si è trovato un nuovo governo. Le posizioni sembrano incon-
ciliabili, il M5S non ha accettato compromessi"
J. Stiglitz - "In ogni democrazia è necessario che ci siano dei compromessi.  Si parte
da posizioni diverse, ma bisogna lavorare assieme. Capisco la preoccupazione di non
cedere sulle posizioni di principio. Io credo che una maggioranza di italiani abbia alcu-
ne esigenze comuni: una riforma dello Stato ; far ripartire la crescita; di conseguenza
cambiare le politiche di austerità".
Domanda - "Cosa pensa dell'ipotesi di un governissimo tra Pd e Pdl?"
Risposta - "Questo mi sembra il compromesso più difficile da raggiungere. Il
livello di corruzione associato a Berlusconi e al suo partito non è compatibile
con i programmi di governo di quelle forze che si battono contro la corruzione.
Vedo più naturale una convergenza con Grillo".
F. Rampini - "Tra le proposte considerate demagogiche c'è quella di un sala-
rio di cittadinanza garantito a tutti ".
J. Stiglitz - "L'India, che resta  una  nazione povera, ha introdotto  un sistema
di occupazione garantita per le popolazioni rurali. Bisogna partire dal principio
che la disoccupazione è il fallimento di una società. E la società deve assumer-
si la sua responsabilità, deve riuscire a generare una forma di sostegno, com-
misurata alle sue risorse. Non è populismo affermare che il 12% di disoccupa-
zione è un fallimento dell'Europa.       Non c'è dramma più grave di questo, di
quando ci sono venti disoccupati che si presentano per un solo posto di lavoro.
Domanda - "Lei è stato uno dei pionieri nell'elaborazione di nuovi indicatori
del benessere collettivo. Dal Prodotto interno lordo si è passati al Fil (felicità
interna lorda) e altri misuratori alternativi come l'indice di sviluppo sociale.
Qual'è l'utilità di questa ricerca?"
Risposta - "Il Pil non ci da una misura delle cose che contano davvero per noi:
per esempio la qualità dell'ambiente, la sostenibilità dello sviluppo, la disegua-
glianza, la giustizia sociale. Per fare due esempi ispirati dagli Stati Uniti: abbia-
mo un sistema sanitario molto inefficiente  e  molto costoso, ma proprio  i suoi
alti costi contribuiscono a "gonfiare" il valore del Pil; Abbiamo degli Stati Usa
che spendono  per  le prigioni  più  di quanto stanziano  per  le loro  università,
ma anche la spesa carceraria va a contribuire al Pil. -   Sul tema della giustizia
sociale un tempo la dottrina economica prevalente diceva che  la distribuzione
del reddito è irrilevante, anzi arrivava a sostenere che le diseguaglianze contri-
buiscono a rendere efficiente un'economia di mercato.     Invece oggi anche il
Fondo monetario internazionale ammette che esiste una correlazione fra dise-
guaglianze e instabilità.".
Domanda - "Ai leader europei che continuano a pensare che l'austerity ci tirerà
fuori dalla crisi, lei cosa dice?"
Risposta - "E' come la medicina medievale  che pretendeva  di curare i malati a
furia di salassi , togliendogli sempre più sangue.  Questa gente seleziona solo le
informazioni che conferma le loro idee preconcette. L'austerity non funziona nep-
pure per l'obiettivo che si prefigge, di ridurre il debito pubblico. Se non abbiamo
la capacità di trarre le lezioni di questa crisi, come fu fatto dopo la crisi del 1929,
temo che saremo condannati ad un'ulteriore ricaduta".

Lucianone

Sport - calcio / Serie B - 38^ giornata 2012/13

21 aprile '13 - domenica           21st April / Sunday


Serie B. Il Sassuolo vede la A, tris Livorno. Il Modena sbanca Novara, blitz Varese

38ª giornata: la capolista batte il Bari e vola a +11 sul Verona (in campo lunedì) a quattro turni dalla fine. Paulinho (tripletta) trascina il Livorno a Grosseto che sbaglia due rigori. Corsa playoff: il Novara si ferma dopo 13 risultati utili, il Varese sbanca Terni, frenata dell’Empoli

Break del Sassuolo. La capolista supera il Bari (2-1) e vede il traguardo della promozione in Serie A: il vantaggio sale momentaneamente a undici punti sulla terza, il Verona, a quattro turni dalla fine della stagione regolare, con la squadra di Mandorlini in campo lunedì in posticipo. Mantiene il passo-promozione anche il Livorno, 3-0 al Grosseto, trascinato da una tripletta di Paulinho. Blitz del Modena a Novara, che non perdeva da 13 turni. I posticipi di lunedì, Ascoli-Padova (alle 19) e Verona-Brescia (alle 21), chiuderanno la giornata di Serie B.

Troianello, Pavoletti e Chibsah del Sassuolo festeggiano la quasi A

Continua...to be continued...

Istruzione - Università / Medicina - No anglofilia

21 aprile '13 - domenica          21st April / Sunday                       visioni post - 8

L' università non pecchi di anglofilia

(da  la Repubblica/Milano - 12/04/2013 -  L'opinione / Giorgio Lambertenghi
Deliliers)
Studiare medicina in inglese, solo in inglese.
E' la cosiddetta "anglicizzazione" dell'Università, che sta contaminando  anche
la facoltà di Medicina dell'Università Statale sulla scia di Bocconi e Politecnico.
E' un allarme che è diventato tormentone da quasi dieci anni, da quando a Ravenna
l'Accademia degli Incamminati presentò "Il Manifesto agli Italiani per l'italiano",
cui aderirono numerosi esponenti della cultura. -
Non che si tratti di negare la necessità di un'imternazionalizzazione degli studi
universitari, di medicina come di ingegneria, economia o biologia. E' ovvio che
l'ottima conoscenza della lingua inglese debba far parte obbligatoriamente del-
la preparazione  dei  nuovi  laureati  in materie tecnico-scientifiche, e probabil-
mente anche  dei  laureati  in  scienze umanistiche, se vogliono affacciarsi  sul
mondo.  -  Nel caso del medico, lo richiede l'aggiornamento stesso, basato sul-
la partecipazione a convegli e a seminari internazionali e sulla necessaria con-
sultazione della più qualificata òletteratura scientifica, che ormai è quasi total-
mente in inglese.  Anche lo sviluppo di carriera, che augurabilmente porterà i
nuovi medici  a fare esperienza all'estero, non può più prescindere dall'ottima
conoscenza dell'inglese.
Queste sono le premesse utili e ragionevoli che non devono però cancellare
la domanda di fondo:  è davvero indispensabile che i corsi di laurea in medi-
cina e chirurgia vengano svolti in inglese? Ed è vero che i giovani stessi de-
siderano la "anglicizzazione" della facoltà di Medicina? Non bisogna farsi
fuorviare dal consistente numero di domande di ammissione (con test in in-
glese che servono da griglia di selezione) presentate in sola lingua inglese
che alcune facoltà di Medicina hanno aperto da qualche anno, affiancando-
li ai corsi in italiano.  Non dobbiamo dimenticare infatti che presentare do-
manda per i corsi in inglese può funzionare da "piano B", in una situazione
di numero chiuso che non si riesce facilmente a varcare.
Ma i corsi di laurea in medicina svolti soltanto in inglese devono, a mio giu-
dizio, restare "paralleli" al normale insegnamento universitario in italiano,
e non devono sopprimerlo. Non si vede la necessità che la facoltà di Medi-
cina dell'Università Statale di Milano adotti anche la lingua inglese, e que-
sto per due motivi.  il primo motivo è che la nostra lingua madre ha un'invi-
diabile ricchezza di espressione, che è di grande utilità e sarà fondamenta-
le nel rapporto medico-paziente. Il secondo motivo è che l a lingua italiana
è una salvaguardia per la discussione delle varie problematiche etiche che
attualmente  tormentano  il campo  medico-scientifico , e che sono stretta-
mente vincolate alla nostra cultura greco-latina, cultura di grande apertura
mentale, tenuta in onore anche ad Oxford.
L'Università deve richiedere una reale conoscenza della lingua inglese, ma
non deve commettere l peccato di anglofilia. Non possiamo certo dimentica-
re che l'inglese  è lingua egemone per ragioni politiche, e saremmo ingenui
a non considerarlo un dato di fatto.  Tuttavia, come ha scritto Claudio Ma-
gris, un intellettuale di apertura europea che nessuno potrebbe tacciare di
provincialismo, "la proposta di rendere obbligatorio l'insegnamento univer-
sitario in inglese  rivela  una mentalità servile, un complesso  di  servi che
considerano degno di stima solo lo stile dei padroni".

Lucianone

sabato 20 aprile 2013

Ultime notizie - Italia / Elezione del presidente

20 aprile '13  -  sabato           20th April / Saturday

Giorgio Napolitano rieletto
Presidente della Repubblica
Grillo: "E' golpe, a Roma in milioni"
Rodotà: "Sempre stato contrario a marce su Roma"
Spoglio concluso: al raggiungimento del quorum (video) applausi e contestazioni M5S: alla fine eletto con 738 voti. Rodotà 217. E' il primo "bis" della storia repubblicana. Dal Quirinale: "Non posso sottrarmi a responsabilità, ci sia analoga assunzione da parte di tutti". Rodotà da Bari: "Clima di tensione, ma quello che decide il Parlamento è democrazia". Bersani, Berlusconi e Monti al Colle. No dei Cinque Stelle. Anche Sel per Rodotà, durissimo attacco al Pd.. Renzi su Napolitano: "Fatto positivo". La Cei: "Presidente prenda in mano la situazione".
REPUBBLICA TV -  Massimo Giannini: "Resa e metamorfosi della Repubblica" <<VIDEO-ascolto
Si infiamma la protesta dei Cinque Stelle. Convocata una manifestazione in piazza Montecitorio alle 19.30. Sel prende le distanze, Vendola: "Misura le parole". Al via l'iniziativa: "Adotta un parlamentare Pd". Crimi: "Hanno preferito inciuciare" -
Il leader: "Blog sotto attacco"

Lucianone

venerdì 19 aprile 2013

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news

19 aprile '13 - venerdì           19th April / Friday

Politica  -  ITALIA
Prodi bocciato, si ritira /  Pd allo sbando: Bersani
si dimette, lascia anche Bindi  -
Ipotesi Cancellieri: Berlusconi vede Monti
Romano Prodi fermo a quota 395, 100 in meno del previsto. I franchi tiratori
quasi tutti democratici. Rosa Bindi lascia l'assemblea. Il segretario furibondo:
"Uno su 4 ha tradito". Ora il partito voterà scheda bianca.
M5S: "Voto a Rodotà e parte il governo". Ma i dalemiani bocciano il giurista.
Romano Prodi rinuncia alla corsa per il Colle e attacca chi non ha garantito le condizioni per la sua elezione. Poche ore dopo Bersani lascia: "Vicenda di gravità assoluta, per me è troppo". Rosy Bindi, poco prima, aveva lasciato la presidenza dell'assemblea nazionale. Latorre osserva che tra i dalemiani non c'è disponibilità a convergere su Rodotà: "Candidato che divide"
Colle, Prodi impallinato dal Pd si ritira PIERLUIGI BERSANI SI E' DIMESSO
Silvio Berlusconi incontra Mario Monti a Palazzo Chigi insieme con i capigruppo del Pdl. Bisogna fare il punto su una possibile convergenza del Pdl sul nome di Anna Maria Cancellieri come candidato al Colle. Proposta avanzata da Scelta Civica. All'incontro partecipano anche Gianni Letta, Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini. Presente anche il coordinatore di Scelta Civica, Andrea Olivero e il capogruppo Lorenzo Dellai.
Berlusconi soddisfatto. «E anche questo è andato...» Raccontano che Silvio Berlusconi avrebbe commentato così con alcuni parlamentari la fumata nera del quarto scrutinio in cui il Pd aveva proposto Romano Prodi come candidato alla presidenza della Repubblica. A questo punto l'ex capo del governo riunito a palazzo Grazioli con i vertici del partito starebbe studiando le prossime mosse convinto di poter tornare in partita con un altro candidato.

Già in campagna elettorale. «I sondaggi ci danno cinque punti avanti alla sinistra: se ci fossero le elezioni vinceremmo noi - ha detto poi il Cav -. Gli italiani devono cambiare testa, iniziare a ragionare e dare il 51% alla nostra forza politica perché noi possiamo poi cambiare la Costituzione». Il Cavaliere ha ribadito la convinzione che l'Italia «non è governabile perchè il presidente del Consiglio non ha poteri». Poi, guardando ai prossimi appuntamenti elettorali: «Ricomincerò ad andare in tv e nelle piazze. Alle scorse elezioni mi è stato impedito dai Carabinieri perchè non potevano garantire la mia incolumità, ma la prossima volta vivaddio ci andrò».


Beppe Grillo rivolge una sola domanda al segretario Pd: “Perché il no inflessibile a Rodotà da parte di Bersani?”. Il leader dei 5 Stelle in un post sul suo blog si rivolge al segretario democratico e lo invita a convergere sul nome del terzo candidato delle Quirinarie. Dopo il ritiro di Milena Gabanelli e Gino Strada, il giurista è infatti il nome ufficiale scelto dal Movimento mentre il centrosinistra, dopo la bocciatura” di Franco Marini, ha deciso di proporre per il Quirinale Romano Prodi. In caso di elezione di Rodotà, inoltre, Grillo ha promesso un “patto di governo”.
Si tratta di un “quesito a cui non c’è risposta – prosegue Grillo – , della serie chi siamo? dove andiamo? esiste l’intelligenza sugli altri pianeti e nel pdmenoelle?”. E ricorda la notte della trattativa tra i democratici: “Ieri notte i gloriosi resti dello ‘squadrone’ (copyright Bersani) si sono riuniti per valutare una rosa di nomi. Si dice che abbiano spaziato da D’Alema a Amato, da Mattarella a un Marini redivivo, a Prodi, gli unici esclusi sono stati Renzi, il sindaco fantasma di Firenze, per motivi di età, Berlusconi perché ufficialmente di un altro partito e Stefano Rodotà per motivi sconosciuti, forse perché non corruttibile. Un peccato mortale in politica”.
Il leader 5 Stelle ricorda anche il curriculum del candidato, che definisce “di tutto rispetto”. Infatti “ha insegnato nelle università di Macerata, Genova e Roma, dove è stato professore ordinario di diritto civile e gli è stato conferito il titolo di professore emerito. Ha insegnato in molte università europee, Stati Uniti d’America, America Latina, Canada, Australia e India. Professore invitato presso l’All Souls College di Oxford e la Stanford School of Law“. E ancora: “Insegnato presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne. Collaborato con il Collège de France. Laurea honoris causa dall’Università Michel de Montaigne Bordeaux 3 e dall’Università degli Studi di Macerata. Ha scritto e curato numerosi saggi, tradotti in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese”.

Società  -  USA / Boston
Due fratelli ceceni gli attentatori: uno ucciso, l'altro in fuga
imbottito di tritolo /  Due arresti
Spari al Mit e scene da Far west, uccisa una guardia.
Lucianone

Appuntamenti - A Bergamo e Milano

19 aprile '13 - venerdì            19th April / Friday                   visioni post - 2

Bergamo
Università, librai e studenti: una rete di eventi /
8 aprile - 4 maggio
Si è aperta, lunedì 8 aprile, la 3^ edizione di Unibergamorete.University
Social Network, rassegna organizzata  dall'Università  di  Bergamo che
comprende 80 eventi culturali che si terrano fino al 4 maggio in 19 luoghi
significativi della città. -
L'inaugurazione è stata affidata al seminario "Università, giovani e lavoro"
(Sala Galeotti,via dei Caniana, 2) cui ha partecipato anche il rettore Paleari.
Quest'anno la manifestazione presenta due novità: una durata raddoppiata
rispetto al 2012 e 7 percorsi, ognuno dedicato a uno specifico tema.
Tra questi, il rapporto dell'università con il lavoro, la comunità, le relazioni
internazionali, la sostenibilità  e  la "gioia di vivere", con eventi  come  la
"Notte bianca dello sport", proiezioni di film e rappresentazioni teatrali.
Completano il quadro le letture della Divina Commedia di Dante (dedica-
te al Paradiso) e gli incontri con i DocentiAutori, possibili grazie alla colla-
borazione con la Fiera dei Librai, in programma dal 19 aprile al 1° maggio.
Tutti gli eventi sono a ingresso libero e gratuito.
Informazioni sul sito www.unibergamorete.it 

Milano
Concerto di Giovanni Allevi (pianista) agli Arcimboldi, via
dell'Innovazione - domenica 20 aprile, ore 21 - ingr. 25/50 euro
Con la partecipazione della violinista giapponese Reiko Watanabe.
Dal 2012 tredici date, tutte sold out, niente male per uno che suona,
dirige e compone, mescola classica e pop ed è impegnato contempo-
raneamente in un'altra tournée (il "Piano Solo Tour 2013").
Giovanni Allevi, artista osannato e criticato, originale e di difficile
classificazione, domenica sera è agli Arcimboldi  per la conclusio-
ne del "Sunrise Tour".  Con lui sul palco vi sarà Reiko Watanabe,
virtuosa giapponese che  con  un  pregiatissimo  Stradivari "Wilhelmj"
del 1725 (prestato dalla Nippon Music Foundation) interpreterà il:
Concerto per violino e orchestra in fa minore "La danza della strega",
firmato dallo stesso Allevi, che proporrà anche la sua Fantasia concer-
tante per pianoforte e orchestra.

Lucianone