lunedì 24 giugno 2024

LA STORIA / Attualità - La Generazione sospesa

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(da La REpubblica - 19 giugno - "I giovani e la vita in pausa" - di Giulia D'Aleo)

La generazione sospesa. Quei giovani costretti a mettere la vita in pausa

L'ansia per la crisi climatica, la paura per le guerre e un futuro incerto. I ragazzi si raccontano:: "Viviamo all'istante, non si sa cosa succederà".

Con una buona dose di pessimismo, si potrebbe dire che le scuole superiori siano l'ultima oasi di serenità prima di un traumatico ingresso nel mondo dei grandi. perchè quello che attende le nuove generazioni è un futuro privato di tutto: ambizioni, un lavoro stabile, indipendenza economica, persino un pianeta in salute. Tasselli interconnessi tra loro, che agli occhi di chi oggi ha tra i venti e i trent'anni rendono superflui i programmi a lungo termine. -  "In questo momento non prenderei nessuna decisone importante - confida Elisabetta Erba  28 anni, etloga del Wwf - . Rispetto all'approccio alla vita che avevano i miei genitori, sento che per me sia meglio vivere l'istante, perchè poi non si sa cosa rimarrà".  Si potrebbe pensare che sia l'ambito lavorativo a renderla più sensibile "alla scomparsa progressiva dehli habitat naturali e a una risposta politica assolutamente insufficiente". Ma non è la sola, pèerchè a percepire la crisi climatica come un problema senza uscita sono otto giovani su dieci,, tanti dei quali vivono una vita quasi sospesa.  "Mi piacerebbe avere yna casa mia e un mutuo per acquistarla me lo concederebbero pure - ammette - . Ma in un mondo in cu gli eventi climatici estremi sono sempre più frequenti, ogni investimento mi sembra folle. Se non in cose che mi fanno stare bene, come i viaggi". -  Al malessere causato dall'ecoansia, ognuno risponde a modo suo. Giovanni Balestrucci, ad esempio, ha deciso di unirsi a Ultima Generazione insieme alla fidanzata, Grazia Spataro: "Credo che la disobbedienza civile sia l'unica soluzione. Mi sono detto: 'quando mio figlio mi chiederà cosa ho fatto per cambiare le cose, vorrei potergi dire di averci provato' ". Contrariamente a un 60 per cento di giovani che sostengono di non voler mettere al mondo dei figli in un mondo al collasso, il loro desiderio di genitorialità non è svanito. "Però mi chiedo spesso se sia la cosa giusta da fare", dice Grazia.  Di certo lo scenario che prospettano non è rassicurante. "Penso che il mondo così come lo conosciamo svanirà - spiega Giovanni: - l'aumento delle temperature porterà a un aumento delle migrazioni dalle zone diventate inabitabili e questo aumenterà il conflitto sociale". Indubbiamente alcuni cambiamenti sono sotto gli occhi di tutti.  "Papà fa l'agricoltore e l'anno scorso abbiamo perso l'intero raccolto a causa di piogge anormali - racconta Vito Parisi, 27 anni, studente pugliese - La preoccupazione è che vada sempre peggio. Sento un forte senso di impotenza, non so quanto il contributo del singolo possa avere effetto".  Ma il clima è solo un pezzo del rompicapo. "A me spaventa tutto. Vedo la questione ecologica come una parte di un sistema che porta alla precarietà, dal lavoro all'assenza di welfare, agli affitti sempre più cari". Fabio Agliastro è uno studente all'Università di Pisa e dopo il suo ultimo esame, sostiene, "non sarò un laureato magistrale ma un disoccupato". Ad oggi lo sono più di due giovani su dieci, perchè lo skillmismatch, perchè l'incongruenza tra tra competenze dei lavoratori e richieste del mercato, pesa soprattutto tra i neolaureati. Come Grazia, una laurea triennale in in graphic design e 300 candidature inviate da settembre a oggi, senza risposta.  "Praticamente sto lavorando per cercare lavoro. Mi chiedo, ma gli altri 400 colleghi del mio corso di laurea cosa faranno?".  Così quelle che una volta erano considerate tappe "naturali", sono ricordi di uno stile di vita privilegiato. "per mettere su famiglia serve anche avere un tetto - continua Fabio - . Ma la mia compagna è una lavoratrice stagionale e insieme non potremmo avere un mutuo. Anche perchè se i salari sono fermi da trent'anni, i prezzi degli immobili continuano a salire: in media nel 1995 ci volevano 148mila euro per 80 metri quadri a Roma, oggi ne servono 268. 

Messi di fronte a un mondo del lavoro deludente, i govani Neet (chi non studia e non lavora) continuano a crescere e superano oggi il 17 per cento. "Ho capito di non essere fatta per un lavoro dipendente: devi essere sempre performante, non avere debolezze. Intorno a me vedo solo amici con lavori sottopagati e mortificanti". Così Silvia Gelmimi, 30 anni, porta avanti le sue passioni, dalla fotografia ai piercing, a vole le abbandona e ne trova di nuove.  "pensò di avere un problema con le responsabilità. Il fatto che i miei possano darmi una manio quando ne ho bisogno mi dà sicurezza. Ma a volte penso che non avrò mai una pensione e mi chiedo cosa farò a 70 anni". Ma vivere una vita senza costrizioni è un imperativo sempre più forte. "La cosa che mi dispiacerà tra 30 anni è di essere sceso a compromessi per vivere - conclude Fabio - . Purtroppo non immagino un futuro in cui tutte le decisioni sono dipese dalla mia volontà"..

Lucianone

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