venerdì 8 aprile 2022

Riflessioni / il racconto _ "Sono russo, e dico non in mio nome"

 8 aprile '22 - Venerdì                                    8th April / Friday                                 visione post  - 26

da la Repubblica - 18 marzo '22 - di Mikhail Shishkin)

Il racconto
di M. Shishkin
Sono russo e dico
non  in mio nome
Il primo marzo a Kharkiv sono nati due gemelli, un maschio e una femmina. Il giorno dopo i loro
genitori sono morti sotto i bombardamenti. Quei bambini venuti a questo nostro mondo, sono già
orfani. I loro genitori sono stati uccisi da un missile russo, da un soldato russo. 
Io sono russo. In nome del mio popolo, del mio paese, in nome mio, Putin sta compiendo crimini
mostruosi. Putin non è la Russia. La Russia prova dolore e vergogna. In nome della mia Russia e 
del mio popolo io chiedo perdono agli ucraini. E comprendo che questi crimini non possono es-
sere perdonati.
-  Questa guerra non è iniziata adesso, ma nel 2014. Il mondo occidentale non ha voluto capirlo e
ha fatto finta che non stesse succedendo niente di grave. Per tutti questi anni nei miei discorsi e
nelle mie pubblicazioni ho cercato di spiegare alla gente chi è Putin. Non ci sono riuscito. Ma
ora è Putin in persona a spiegare tutto. 
Dopo ogni pubblicazione dei miei articoli sulla stampa svizzera, alle redazioni giungevano lettere
indignate dall'ambasciata russa a Berna. Adesso tacciono. Forse perchè stanno facendo i bagagli e
sbrigando le pratiche per richiedere l'asilo politico. -  Io voglio tornare in Russia. Ma in quale Rus-
sia? La Russia di Putin è irrespirabile, puzza tremendamente di stivale poliziesco.  Sotto gli occhi
di tutti il mio paese si sta trasformando in una dittatura fascista. In Russia lo spazio della libertà di
espressione era ormai ridotta a Internet, ma adesso anche lì  regna  la censura militare. Le autorità
hanno dichiarato che ogni critica alla Russia e alla sua guerra ('operazione speciale') sarà conside-
rata tradimento e punita secondo la legge marziale. La Russia ha già chiuso Facebook e Twitter e
Youtube sarà il prossimo. Che il paese sia completamente tagliato fuori da Internet è solo questio-
ne di tempo.  Come a un ostaggio, hanno messo al paese un cappuccio in testa. La gente non deve 
sapere cosa sta succedendo. Alla televisione russa non passeranno le immagini delle città ucraine 
bombardate e dei bambini uccisi. La gente plagiata da anni di propaganda , è ancora convinta che 
l'esercito russo stia liberando i fratelli-ucraini dalla giunta fascista imposta dagli americani. 
Al paese è stato spiegato che la Nato si era già preparata ad attaccare la Russia attraverso l'Ucrai-
na e che questa 'operazione militare' è necessaria per difendere la patria.  Ora ovunque lo slogan
è: "La Russia non inizia le guerre, la Russia finisce le guerre". E molti russi, ahimè, credono dav-
vero che i nostri soldati stiano salvando la popolazione russa dell'Ucraina dal genocidio nazista.
Persone impavide e coraggiose  scendono nelle strade delle città russe  per protestare  contro la
guerra, ma sono poche. Nel paese non ci sono manifestazioni di massa o scioperi. Molti taccio-
no perchè la paura ha incatenato la popolazione: se manifesti contro la guerra, finisci in prigione.
 le dichiarazioni a sostegno di Putin e dell'"operazione militare" (la parola "guerra" in relazione
all'Ucraina è vietata) di scrittori, di persone della cultura, di attori famosi, di registi teatrali e ar-
tisti, è disgustoso.  Queste "personalità ella cultura" sostengono Putin e la sua aggressione per-
chè sono ostaggi totali del regime e cinicamente sviluppano la "sindrome di Stoccolma" in loro
stessi. Fa ancora più male vedere che la gente comune attacca la lettera Z - simbolo di sostegno 
all'intervento dell'esercito russo in Ucraina - alle finistre del proprio appartamento e alla propria
auto.  fede. Come spiegargli che  per tutti questi anni  sono stati ingannati  dal loro stesso Stato,
che la giunta fascista non è il governo ucraino, democraticamente eletto, ma il Cremlino stesso?
-  Mio padre è russo, mia madre è ucraina. E sono felice che siano già morti e che non abbiano
dovuto vivere questa mostruosa tragedia. Questa guerra non è tra ucraini e russi, ma tra uomini 
che parlano sia ucraino che russo, e non-uomini che parlano  la lingua della menzogna  ed ese-
guono ordini criminali. Tra uomini che in Russia escono a protestare e no-uomini che li pestano
e li sbattono in prigione.
-  Cosa può fare uno scrittore?  Soltanto ciò che può: parlare chiaramente. Rimanere in silenzio si-
gnifica sostenere l'aggressore. Nel XIX secolo  i polacchi insorti  combattevano contro lo zarismo
"per la vostra e la nostra libertà". Ora gli ucraini combattono contro l'esercito di Putin per la vostra
e la nostra libertà. Non stanno difendendo solo la propria dignità umana, ma la dignità di tutta l'u-
manità. In questo momento l'Ucraina sta difendendo la nostra libertà e la nostra dignità. Dobbismo
aiutarla in ogni modo possibile.  Il crimine del regime sta anche nell'avere gettato la macchia del-
l'infamia su tutto il paese. Ora la Russia non è associata alla letteratura e alla musica russe, ma ai
bambini sotto le bombe. Il crimine di Putin è nell'avere avvelenato gli uomini con l'odio. Putin se
ne andrà, ma il dolore e l'odio possono rimanere nelle anime a lungo. E soltanto l'arte, la lettera-
tura, la cultura potranno aiutare a superare questo trauma. Il dittatore prima o poi finirà la sua vi-
ta infima e meschina, ma la cultura va avanti, è sempre stato così e così sarà dopo Putin. La let-
teratura non deve parlare di Putin, la letteratura non dve spiegare la guerra. La guerra non si può
spiegare: perchè si dà ordine a un popolo di ucciderne un altro?  La letteratura è ciò che si oppone
alla guerra. La vera letteratura parla sempre del bisogno umano d'amore, non d'odio.
-  Putin sta portando la "denazificazione" in Ucraina, ma questa guerra finirà con la "deputinizza-
zione" della Russia. Una volta i tedeschi sono già passati da questa ammissione di colpa di tutta
la nazione. Solo dopo sono stati in grado di costruire un nuovo Stato a orientamento democratico.
Ora tocca ai russi passare attraverso  questa ammissione di colpa  nei confronti dell'Ucraina. Nel
1945, i tedeschi furono portati nei campi di concentramento affinchè vedessero cosa avevano fat-
to i nazisti in loro nome.  La nuova nascita della Russia deve inevitabilmente iniziare con i russi
che devono vedere le città distrutte dell'Ucraina e i cadaveri dei civili assassinati in nome del po-
polo russo.
Tornerò nel mio paese, prima o poi. Tornerò in quel mio paese di cui ho scritto in una lettera aper-
ta già nel 2013, prima dell'annessione della Crimea e dell'inizio di questa guerra contro l'Ucraina,
quando mi rifiutai di rappresentare  la Russia di Putin  alle fiere internazionali del libro: "Voglio
rappresentare e rapppresenterò un altro paese, la mia Russia, libera dagli impostori, un paese con
una struttura statale che difende non il diritto alla corruzione, ma i diritti dell'individuo, un paese
di mass media liberi, di elezioni libere e di uomini liberi". 
(Traduzione di Emnuela Bonacorsi -  
L'autore, Mikhail Shishkin, è nato a Mosca e vive a Zurigo. In Italia ha recentemente 
pubblicato "Punto di fuga" per l'editore 21lettere)

Lucianone

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