giovedì 17 marzo 2022

COMMENTO /Analisi - Niente giustifica le atrocità della Russia di PUTIN

 17 marzo '22 - Giovedì                                  17th March / Thursday                           visione post - 10

(da La Stampa - 28 febbraio '22 - Slavoj Zizek, filosofo e politologo sloveno)

La Russia avrà le sue ragioni
ma niente giustifica le atrocità
Non basta difendere l'Europa: il nostro compito è convincere i Paesi 
del Terza Mondo che per affrontare i problemi globali possiamo offrire 
loro un'opzione migliore di Mosca


 Il 25 febbraio 2022 Putin ha lanciato un appello alle forze armate ucraine per invitarle a prendere
il potere e rovesciare il presidente Zelensky, affermando che così "per noi sarebbe più facile strin-
gere accordi con voi" rispetto a "quella banda di drogati e neonazisti" (il governo ucraino) che "ha
preso in ostaggio l'intero popolo ucraino".  Dovremmo anche notare in che modo la Russia milita-
rizzi immediatamente qualsiasi contromisura; quando gli stati occidentali hanno preso in considera-
zione l'opzione di escludere la Russia dallo Swift (il sistema di intermediazione per le transazioni
finanziarie), Mosca ha risposto che ciò equivarrebbe a un atto di guerra. Perchè, la Russia non ha
già dato il via a una guerra vera e propria su vasta scala?  Altro esempio, agghiacciante: "Chiunque
stia prendendo in considerazione l'idea di interferire dall'esterno sappia che se lo farà, andrà incon-
tro a conseguenze  più pesanti  di qualsiasi altra vissuta in passato"  ha detto Putin il 24 febbraio, 
quando ha annunciato l'intervento militare in Ucraina.  Proviamo a prendere seriamente in esame
questa dichiarazione; "interferire dall'esterno" può voler dire molte cose, compreso inviare armi 
e attrezzature difensive all'Ucraina; con "conseguenze più pesanti di qualsiasi altra nella storia",
invece, che cosa intende dire? I Paesi europei hanno giò combattuto due guerre mondiali che han-
no provocato milioni di morti. Quindi, una conseguenza più pesante potrebbe voler dire soltanto
uno sterminio nucleare. Questa radicalizzazione (non soltanto retorica) è ciò che dovrebbe preoc-
cuparci davvero: la maggior parte di noi si aspettava che la Russia occupasse soltanto le due re-
pubbliche controllate dai separatisti o, nel peggiore dei casi, l'intera area del Donbass. Nessuno
si aspettava sul serio l''invasione totale dell'Ucraina.
Coloro che sono dalla parte della Russia, o quanto meno dimostrano  una certa comprensione per
le sue azioni, sono tuttavia strani compagni di letto. Forse, la parte più triste di questa storia è che
pochi della Sinistra liberale pensavano che la crisi fosse soltanto una sorta di bluff, perchè entram-
be le parti in causa  sanno di non potersi  permettere una guerra.  Il loro messaggio, quindi, in so-
stanza era il seguente: "Non prendetevela, non perdete la calma, e non accadrà nulla". Purtroppo,
dobbiamo ammettere che Biden  aveva ragione  quando dieci giorni fa, ha detto che Putin aveva 
preso la decisione di invadere l'Ucraina.   Dopo l'aggressione russa, alcuni di sinistra stanno ad-
dossando la colpa all'Occidente. E' risaputo perchè: la Nato stava lentamente strangolando e de-
stabilizzando la Russia, accerchiandola militarmente, fomentando le rivoluzioni colorate, igno-
randi i timori abbastanza razionali della Russia. ricordiamoci che la Russia ha già attaccato due
volte l'Occidente nell'ultimo secolo. Certo, vi è un elemento di verità in questa storia, ma limi-
tarsi a dire questo è come giustificare Hitler addossando ogni colpa all'ingiusto Trattato di Ver-
sailles che asfissiò l'economia tedesca. Significa anche che le grandi potenze hanno il diritto di
controllare le rispettive sfere di influenza, sacrificando l'autonomia delle piccole nazioni sull'al-
tare della stabilità globale. Putin ha affermato più volte di essere costretto a intervenire militar-
mente perchè non gli restava altra scelta : in un certo senso ciò è vero, ma qui dobbiamo porci
una domanda cruciale.  L'intervento militare appare come una mancanza di alternative (deno-
minata in sigla TINA da there is no alternative, N.d,R.) soltanto se accettiamo a priori la sua
visione globle della politica come una lotta tra grandi potenze per difendere ed espandere le
rispettive sfere di influenza (?).  -  Che dire delle accuse mosse da Putin al fascismo ucraino?
Faremmo molto meglio, quindi, a rovesciare la domanda e a rivolgerla allo stesso Putin: tutti
coloro che hanno nutrito qualche illusione su di lui dovrebbero prendere atto del fatto che si è
elevato al rango del suo filosofo di riferimento, Ivan Ilin, un teologo politico russo che, dopo
essere stato espulso  dall'Unione Sovietica  nei primi anni Venti  del Novecento, sul famoso 
"battello a vapore filosofico" si espresse contro il bolscevismo  e  il liberalismo occidentale 
promuovendo la sua versione di fascismo russo, per cui per Stato  si intende  una comunità 
organica guidata da un monarca paterno.  Per Ilin la democrazia è un rituale. "Votiamo per
affermare il nostro sostegno collettivo al nostro leader. Il leader non è legittimato dai nostri
voti o scelto da essi".  Non è così che si sono svolte le elezioni russe degli ultimi decenni?
Non è un caso se le opere di Ilin sono ristampate in enormi tirature in Russia e se copie gra-
tuite sono distribuite ai burocrati e alle reclute delle forze armate. 
Aleksander Dugin , il filosofo di corte di Putin, ricalca da vicino i passi di Ilin, aggiungendo-
vi soltanto un effetto postmoderno di relativismo storicizzante: "La post-modernità dimostra
che ogni presunta verità è soltanto questione di ciò che si crede. Quindi noi crediamo in quel-
lo che facciamo, crediamo in quello che diciamo. E questo è l'unico modo di definire la verità".
La domanda è: ma i popoli di Siria e Ucraina? Possono scegliere anche loro la loro verità/idea
di principio o sono soltanto un terreno di gioco per i grandi boss e le loro battaglie?  Non sor-
prende che il suo intervento militare in Ucraina sia stato accolto da Trump  e da altri come il
gesto di un genio. -  Quando poi Putin parla di denazificazione, dovremmo tenere bene a mente   
che è lo stesso Putin che ha sostenuto Marine Le Pen in Francia, la Lega in Italia e altri autenti-
ci movimenti neofascisti. Non vi è nulla di cui stupirsi: lasciate pure perdere la verità russa. Si
tratta soltanto di un comodo mito  per legittimare  il potere di qualcuno, e Putin adesso agisce
come una copia postuma dell'epansionismo imperialista occidentale. Quindi, per contrastarla
davvero, dovremmo costruire ponti  e allacciare rapporti  con i Paesi del Terzo Mondo, molti
dei quali hanno un lungo elenco di rimostranze pienamente giustificate contro la colonizzazio-
ne e lo sfruttamento da parte dell'Occidente. Non basta difendere l'Europa: il nostro vero com-
pito è convincere i Paesi del Terzo Mondo che, per affrontare i nostri problemi globali, possia-
mo offrire loro un'opzione migliore della Russia o della Cina. Siamo pronti a farlo? Ne dubito.

Lucianone

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