martedì 31 agosto 2021

SPORT - calcio / Serie A - 2^ giornata - Anno 2021/22

 31 agosto '21 - martedì                                 31st August / Tuesday                          visione post - 5

Risultati delle partite

Udinese - Venezia   3 - 0    H. Verona - Inter   1 - 3
Atalanta - Bologna   0 - 0   Lazio - Spezia   6 - 1
Fiorentina - Torino   2 - 1  Juventus - Empoli   0 - 1
Genoa - Napoli   1 - 2   Sassuolo - Sampdoria   0 - 0
Milan - Cagliari   4 - 1  Salernitana - Roma   0 - 4

CLASSIFICA
Lazio, Inter, Roma, Milan, Napoli   6  /   Udinese, Bologna, Sassuolo, Atalanta   4  /
Fiorentina, Empoli   3  /   Juventus, Sampdoria, Cagliari, Spezia   1  /   Torino,
H. Verona, Salernitana, Genoa, Venezia   0

Commenti
Tempi duri per i tecnici italiani (e per mister Allegri in particolare).
Colpa di Mancini che ha forse tracciato sulla mappa del nostro calcio il punto di non ritorno.
L'Italia europea ha giocato benissimo, almeno ha tentato di farlo sempre. E ha vinto. 
Fine (o quasi) dei discorsi sulla superiorità del risultato rispetto all'estetica e viceversa.
Le due cose possono convivere e non possiamo più accontentarci. (... )
La miglior Juve di Pirlo, uno che aspira a squadre a sua immagine e somiglianza, era quella che
si chiudeva e ripartiva in velocità. Lo stesso discorso si potrebbe fare per Allegri che, come Pir-
lo, non dispone ancora di un vero regista e avrà quindi gli stessi problemi dei predecessori a im-
postare. Però non è accettabile quanto visto contro l'Empoli, squadra che aveva tutto il diritto di
barricarsi e lanciare lungo, invece non ha sprecato un pallone e non ha mai smesso di ragionare.
Anche in emergenza. (,,, )
Nel 2021, dopo l'Europeo, ad Allegri non gli sarà chiesto soltanto il pragmatismo mancato a Pirlo
o la leadership gestionale in cui ha fallito Sarri. Allegri dovrà offrire un'identità. Un "gioco". Non
necessariamente scientifico come Sarri o visionario come Mancini.  Le sue doti - fuori dal comu-
ne - sono altre e forse vincenti. Servirà però un aggiornamento ai tempi nuovi. Più fantasia nella
circolazione della palla, negli schemi d'attacco ancora monotoni, nei movimenti più armonici del
centrocampo. Con un pò d'aiuto dalla società. Locatelli rischia di non bastare, con i mediani con-
fusi che ha attorno: lui moderno Khedira con Pjanic accanto sarebbe un'idea. E l'area va riempita
di un 9 vero.
(da 'la Gazzetta dello Sport' -  Fabio Licari / Il domandone della giornata)

CONTINUA...
to be continued...

SOCIETA ' - Afghanistan, Kabul e talebani / A chi parlano i talebani di Kabul

 31 agosto '21 - martedì                              31st August / Tuesday                                visione post - 11

(da la Repubblica - 18 agosto '21 / Commenti - di Renzo Guolo)

Il ritorno a Kabul rilancia il mito della Jihad
 Che impatto avrà, nella galassia islamista, il ritorno dei talebani a Kabul?  La catastrofe 
occidentale in Afghanistan contiene in sè gli elementi di un nuovo mito di fondazione,
pur nutrito di elementi "classici": l'inevitabile sconfitta dei nemici di Dio e la "vittoria" 
dei "credenti", l'irrilevanza del tempo lineare a favore del tempo circolare che, inesora-
bilmente, invera la volontà divina; l'etica della convinzione opposta a quella fondata su
mutevoli interessi; la disponibilità a mettere in gioco la vita per una causa asoluta che
agli "infedeli" non può che apparire insensata.
Simbolicamente, il vero ritorno è dato dalla riproposizione attivistica del Mito resa possibile dalla
trionfale vittoria . Del resto, anche il precedente mito fondativo, quello che ha dato inizio a tutto,
era stato forgiato nelle tempeste d'acciaio scatenatesi nel Paese dei Monti al tempo della jihad an-
tisovietica. Anche se allora erano stati i mujahidin di fuori, che nei campi di Bin Laden avevano
la loro palestra ideologica, a dargli forma e sostanza.  L'ideologo di origine giordano-palestinese
Abdullah Azzam, che dalle colonne di Al Jihad, foglio del panislamismo jihadista, lo aveva reso
incandescente annunciando profeticamente: "Ora tocca ai sovietici, poi agli americani". A più di
trent'anni  dal passaggio dell'Amu Darja  in direzione Nord  da parte  dell'ultimo soldato  con la 
stella rossa, sono ancora i "fratelli" afghani a venire celebrati dagli islamisti di ogni latitudine,
da Hamas agli Shaabab somali, per aver costretto gli americani ad andarsene.
Al di là del mito politico, volano essenziale nella riproduzione di una ideologia totale come quel-
la islamista, cosa significa per i gruppi di quel magmatico universo, il ritorno al potere dei vecchi
compagni del Mullah Omar?  Difficilmente  un esempio da imitare  e  un modello  da  esportare: 
troppo condizionata dal peso della tradizione locale l'esperienza afghana. Ma certo i movimenti
islamisti non possono che guardare con entusiasmo alla disfatta occidentale a Kabul. Perchè fo-
togrfa, plasticamente, che una fase storica, quella della "guerra al terrore" e della "esportazione
della democrazia", è finita.  E, dunque, che il volto del Nemico non si paleserà, almeno per qual-
che tempo, con il pesante e ritmico rumore degli "stivali sul terreno" delle armate occidentali.
Semmai, con la guerra dell'aria, da remoto o meno. Un tipo di guerra pur sempre devastante ma
che, da sola, non ha mai piegato gruppi convinti ideologicamente e radicati tra la popolazione.
E' questa nuova consapevolezza strategica, articolata attorno al principio della minore deterren-
za ostile, a costituire, per la galassia islamista, il vero dividendo politico rivelato dalla bandiera 
dell' Emirato sul palazzo presidenziale di Kabul. Più che lo stesso trionfo dei talebani. sin trop-
po legato a specifici aspetti, culturali, etnici, tribali, religiosi, che gli analisti occidentali, prigio-
nieri dei loro astratti schemi politologici, spesso faticano a comprendere.
E' questa presa d'atto che, al di là del loro orientamento islamonazionalista o panislamista, con-
sente ai diversi gruppi che si riconoscono negli stendardi con la sura aprente, di pensare di di-
sporre di un certo margine d'azione per perseguire, a scapito di un Occidente  sfinito  e  senza 
strategia unificante, i propri obiettivi. Per questo, al di là delle scelte che faranno o meno i ta-
lebani, la fuga occidentale di Kabul rischia di riverberare pesanti conseguenze anche in luoghi
assai lontani dalle desolate valli afghane.

Lucianone


 
New mail

domenica 29 agosto 2021

Sport - Paralimpiadi di Tokyo 2021 / E' il momento di Bebe Vio: secondo oro nel fioretto e una storia mai svelata

 29 agosto '21 - domenica                             29th August / Sunday                       visione post - 4

Pioggia di medaglie dal nuoto e in tutto, con altre discipline,
arrivano a 27 medaglie fino ad oggi, nelle Paralimpiadi che
erano cominciate il 24 agosto con la Cerimonia d'apertura.
Ma a prendersi la scena è stata tra ieri e oggi Beatrice Vio, la nostra signora del Fioretto.
Bebe, come viene chiamata dai suoi fan, ha conquistato l'oro nel Fioretto individuale ieri
28 agosto, mentre oggi ha festeggiato  un altro oro  con le sue compagne  nel Fioretto a
squadra.
L'ideale abbraccio dell'Italia a Bebe Vio è stato forte e intenso come quelli tra Mancini e
Vialli a Wembley e tra Jacobs e Tamberi a Tokyo, foto iconiche della straordinaria estate
dello sport italiano.  L'emozione collettiva per Bebe non può invece essere rappresentata
da un'immagine simbolo: bisogna usare l'iimaginazione... con la certezza che tutti hanno 
tifato per lei. Prima come atleta azzurra, per le stoccate in pedana, e poi come donna, per 
le sue parole dopo il trionfo: "Ad Aprile ho rischiato di morire". Per la stoccata, dritta al 
cuore, Bebe Vio ha aspettato la fine. Una storia conosciuta da pochissimi all'interno del-
lo staff azzurro mai trapelata, mai svelata. "Ho avuto, prima di venire a Tokyo, un'infe-
zione da stafilococco che è andata molto peggio del dovuto e la prima diagnosi era am-
putazione entro due settimane del braccio sinistro, quello con cui gareggio, e morte en-
tro poco. Sono felice, ecco perchè ho pianto tanto".  Poi bebe ha dedicato la medaglia
d'oro del fioretto ai medici che l'hanno curata e salvata. Ha parlato pure del braccialetto
col numero dei giorni per prepararsi ai Giochi.

Lucianone

venerdì 27 agosto 2021

SPORT - calcio / Serie A - 1^ giornata / Campionato 2021/2022


 27 agosto '21 - venerdì                                  27th August / Friday                         visione post - 6

Risultati delle partite

Inter - Genoa  4 - 0         H. Verona - Sassuolo   2 - 3
Empoli - Lazio  1 - 3      Torino - Atalanta   1 - 2
Bologna - Salernitana  3 - 2  Udinese - Juventus   2 - 2
Napoli - Venezia   2 - 0         Roma - Fiorentina   3 - 1
Cagliari - Spezia   2 - 2        Sampdoria - Milan   0 - 1

La classifica
Inter, Lazio, Roma, Napoli, Bologna, Sassuolo, Atalanta, Milan   3  /  Cagliari, 
Juventus, Spezia, Udinese   1  /  Salernitana, H. Verona, Torino, Sampdoria, Empoli, Fiorentina, Venezia, Genoa   0


Commenti
Continua...
to be continued...

venerdì 20 agosto 2021

Nuove riflessioni del Venerdì - L'ordine shariatico dei talebani e il caos democratico americano-occidentale

 20 agosto '21 - venerdì                                  20th August / Friday                        visione post - 7

Visioni differenti, anzi visioni diametralmente opposte e quando si scontrano una delle due deve
per forza vincere, magari provvisoriamente, ma deve vincere, magari  perchè una delle due visio-
ni e uno dei due contendenti si ritira.  E' purtroppo il caso dell'America di Trump/Biden e dell'Oc-
cidente europeo suo alleato. La visione fanatica musulmana dei talebani con la loro sharia cora-
nica e la tattica terroristica degli attentati ha prevalso sulla caotica visione democratica dell'Oc-
cidente e degli Stati Uniti in particolare. Il cosiddetto ordine shariatico dei Taleban si è imposto
senza trovare granchè resistenza da parte delle milizie regolari dell'esercito afghano che doveva
essere addestrato dalle forze militari Usa e in parte da quelle della stessa Italia alleata.
Ma c'è una ragione precisa per cui l'Occidente ha fallito in Adfghanistan (come a suo tempo in
Iraq, Siria e nella stessa Libia): la difesa della sicurezza del mondo e della visione della propria
parte e dei propri interessi ha portato a dare la caccia a quella parte di pianeta che minacciava-
no quella sicurezza, ma si anteponeva sempre la scusa di esportare la propria democrazia e la
propria visione neo-liberista (come fossero le uniche e le migliori... ).    'Democratizzare' era
sempre stata la parola d'ordine degli Usa da quando, dagli anni 70 in poi, si erano assunti co-
me guida del mondo libero, faro di libertà e democrazia, la propria chiaramente presa a spec-
chio di riferimento per tutti i Paesi del pianeta, ma in seguito la potenza americana  si è resa
conto, soprattutto dopo la debacle del Vietnam con le disastrose perdite umane e le manife-
stazioni interne anti-sistema iniziate con il rifiuto giovanile di arruolamento e spedizione in
Vietnam, di dover fare i primi passi indietro  e con il ritiro da Saigon di rinunciare a dettare
legge democratica americana nel mondo. Ecco perchè Vietnam e Saigon sono punti di rife-
rimento precisi pensando a quello che oggi sta per accadere a Kabul.
Ma se dobbiamo guardare, ed è giusto e necessario farlo storicamente, all' 11 settembre 2001
come momento preciso e inscindibile di demarcazione (il 'giorno che ha cambiato il mondo')
per tutto quello che l'Occidente sotto la guida Usa  ha combinato  con due guerre inutili, in
Afghanistan e Iraq (e prima ancora i sovietici in Afghanistan) -  in nome della presunta supe-
riorità delle democrazie occidentali e delle loro visioni ideologiche iper-universali - beh allo
ra si può capire che vent'anni trascorsi a inseguire la vendetta (tremila morti americani nelle 
Twin Towers sono un'enormità) occupando Paesi islamici, sostituiti a quelli comunisti di un
tempo, non potevano che portare a quello che ora abbiamo sotto gli occhi: distruzioni, atten-
tati, eccidi di civili, soprattutto donne e bambini, ma con in più quella che è  la fuga caotica
di chi pensava di risolvere tutto in poco tempo attraverso una 'democratizzazione normaliz-
zatrice' in Paesi che non l'hanno mai nè richiesta nè quindi voluta: tutto ciò ha portato al caos
afghano derivato da una democrazia occidentale demente e alla fine sonnambulista. E certa- 
mente le colpe statunitensi vanno divise con gli occidentali europei e in parte sovietici di un
 tempo. L'Europa disunita ha poi chiaramente subito le imposizioni della Nato dei vari pre-
sidenti Usa.
Ma dobbiamo poi per forza ritornare sulla contrapposizione caos democratico occidentale e il
cosiddetto ordine islamico dettato dalla sharia dei talebani e in particolare degli Studenti cora-
ranici. Il Corano non è altro che la Bibbia dell'Islam, che viene interpretata in vario e differen-
te modo a seconda di chi la legge, e di chi vede in Maometto il saggio profeta o il vendicatore.
CONTINUA...
to be continued... 


martedì 17 agosto 2021

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news

 17 agosto '21 - martedì                               17th August / Tuesday                           visione post - 7

Afghanistan
I talebani: "Ora amnistia e donne al governo"
Il nuovo network della jihad all'ombra dei signori di Kabul: dalle "felicitazioni" di 
Hamas ai legami con al Qaeda.

Italia
Covid: oggi 5.273 casi (oltre 1.200 solo in Sicilia) e 54 morti.
Ricoveri in aumento. Nel Lazio 551 contagi e 8 decessi.
Roma
Regione Lazio, Sanità: esami gratis a chi si vaccina, e piano per gli over 50
Gran Bretagna
Covid: picco di morti, 170 in un giorno, ma la variante Delta rallenta

Lucianone


SOCIETA'/ politica - Afghanistan: i risultati della politica del caos americano

 17 agosto '21 - martedì                             17th August / Tuesday                        visione post - 5

(da 'il manifesto' - 12 agosto '21 - di Alberto Negri)

L' eredità americana
Ecco perchè ci piace l' "ordine" talebano
Il ritiro americano dall'Afghanistan è una vergogna ma anche una mossa calcolata. Il ritorno al-
l'ordine talebano era prevedibile, forse persino auspicato. Fare gli stupiti è ipocrita. Di mezzo co-
me al solito ci vanno gli afghani che (come scriveva ieri sul manifesto Giuliano Battiston)  sono 
stati scaricati dagli europei che premono per il rimpatrio dei profughi aggrappandosi ad accordi
firmati dal governo di Kabul con un ricatto esplicito: dovete riprendervi i rifugiati altrimenti non
vi diamo i soldi. E poi ci facciamo chiamare Paesi "donatori".  Insomma la solita usuale solfa di
Bruxelles che spera con i quattrini di fermare gli arrivi alle frontiere, una volta pagando Erdogan.
un'altra i libici o i tunisini. I prossimi a libro paga magari saranno proprio i talebani e non ci sa-
rebbe troppo da scandalizzarsi: da anni versiamo soldi ai criminali libici e ai loro complici.
L'Afghanistan è lontano e vogliamo dimenticare alla svelta Kabul, anche se sono passati vent'an-
ni da quando gli Stati Uniti hanno invaso l'Afghanistan con l'obiettivo di eliminare Al Qaeda do-
po gli attentati dell' 11 settembre 2001 e rovesciare il regime del Mullah Omar.  Questa sembra
essere l'unica preoccupazione dell'Unione europea: che l'Afghanistan stia sprofondando nel caos
e in una nuova guerra civile, con il risorgere dei signori della guerra cooptati in questi anni nella
"democrazia" afghana, appare secondario.   Dopo avere proclamato, per anni, con gli americani
che stare in Afghanistan era cosa giusta e doverosa per "proteggere" la democrazia e i diritti del-
le donne, adesso gli europei voltano la faccia dall'altra parte  e  rifiutano asilo a chi teme giusta-
mente di essere ricacciato in un nuovo medioevo.
A stento sono stati salvati un pò di afghani che lavoravano per le truppe occidentali, giusto per 
le pressioni sui media che hanno dato spazio alle suppliche di quelli che i talebani considerano
"collaborazionisti". tralasciando di scrivere che  questo censimento ei collaborazionisti i taleba-
ni nelle provincie  lo fanno da sempre  e  in maniera accurata, con in mano  i dati anagrafici di 
una popolazione che hanno tenuto sotto torchio per anni.  I talebani  non hanno mai smesso di 
governare "a distanza" il Paese e tutti lo sapevano benissimo, altrimenti non sarebbero avanza-
ti così velocemente.  L'ipocrisia è tale da nascondere un pensiero neppure troppo remoto, vista
la situazione. Un ritorno all' "ordine talebano" potrebbe anche non dispiacere troppo ad ameri-
cani ed europei. - Per questo ce ne siamo andati via alla chetichella ammainando velocemente
la bandiera, come se qui non fossero morti dozzine di soldati italiani dando la caccia ai taleba-
ni nel Gulestan, la valle delle rose. Con il ritiro gli americani e la Nato hanno rifilato una pe-
sante eredità all'Armata Rossa, ai cinesi e agli iraniani.
Un altro bel colpo nella strategia del caos perseguita dagli Stati uniti  negli ultimi vent'anni.
grazie alle amministrazioni  repubblicane ma anche a quelle democratiche, dove spicca con 
Obama il ritiro dall'Iraq che lasciò il Paese nelle braccia dell'Isis. Anche lì doveva un eserci-
to nazionale come in Afghanistan mantenere l'ordine: in tutti e due i casi le forze armate lo-
cali si sono sfaldate alla prima offensiva.  E ora l'Armata Rossa organizza manovre militari 
con Uzbekistan e Tagikistan: i russi dovrebbero tenere quelle frontiere che abbandonarono
nell'89 quando si ritirarono  dopo l'invasione del dicembre '79  e  una guerra persa contro i
mujaheddin, sostenuti dagli Usa e dai loro alleati. Anche la Cina si sta muovendo per pro-
teggere i confini dello Xinjiang musulmano e le concessioni minerarie afghane. L'obietti-
vo a quanto pare sembra sia stato raggiunto: i talebani hanno assicurato  che  non interfe-
riranno nelle questioni interne cinesi tra gli uighuri e Pechino, allo stesso tempo la Cina
ha definito gli insorti afghani "una forza militare e politica cruciale".  Così come stanno 
negoziando gli iraniani, che si trovano i talebani a stretto contatto nella provincia di He-
rat, storicamente legata alla Persia.
Tutti sono seduti al tavolo con i talebani, dagli americani agli altrisi tratta di preparare il
terreno a loro riconoscimenti internazionali. E vedrete  che ci piacerà pure  Muhammad
Yaqoob, il figlio del Mullah Omar che lancia appelli - non si sa quanto affidabili e reali-
stici - alla moderazione dei combattenti.  Di democrazia, protezione dei diritti delle don-
ne, sviluppo sociale ed economico di un Paese che l'Occidente diceva di voler cambiare
già non parla più nessuno. Siamo tornati a casa, i profughi afghani li cacciamo indietro
e abbiamo salvato una manciata di collaborazionisti: che volete di più? Il "ritorno all'or-
dine" tra un pò di tempo, anche nel caos, sarà completo.

Lucianone

lunedì 16 agosto 2021

Riflessioni - Legittima difesa e la Lega

 16 agosto '21 - lunedì                                 16th August / Monday                          visione post - 2

(da la Repubblica - 22 luglio '21 / L'Amaca - Michele Serra)

National Rifle Association
Non si chieda alla Lega di prendere le distanze dal suo assessore di Voghera che ha sparato a 
un marocchino attaccabrighe per chiudere la lite, uccidendolo.  Sia solo eccesso di legittima 
difesa, sia qualcosa di peggio, la Lega non può che  riconoscersi  in quell'impulso, in quella
mentalità, in quel gesto. -     Qualche anno fa a poca distanza da Voghera, nel Piacentino, un
piccolo imprenditore esasperato dai furti fece inginocchiare un rumeno sorpreso a rubare ga-
solio  e  gli sparò in pieno petto.   Per fortuna del ladro. e del suo giustiziere, il colpo non fu 
mortale. nella migliore delle ipotesi lo sparatore era una persona incapace di intendere la dif-
ferenza tra un furto di gasolio e un'esecuzione sommaria, ma la Lega ne fece un eroe, un pa-
dre di famiglia perseguitato dalla magistratura, le vetrine dei negozi del suo paese erano pa-
vesate di cartelli di solidarietà e Salvini andò a trovarlo in carcere come si fa con i persegui-
tati politici.
La Lega è ciò che in America è la National Rifle Association: la brava gente  che considera
lecito sparare ai delinquenti e farlo in proprio, giustizia privata, perchè lo Stato, si sa, è mol-
le, la legge ha i tempi lunghi, e il mio cortile lo difendo da me, a mano armata. Dal sindaco
leghista che ostentò con orgoglio il pistolone sui social al candidato leghista che sparava agli
Africani a Macerata, i precedenti sono parecchi, e molto eloquenti.  
Dicono di una cultura che non può certo flettersi al diritto di chi sbaglia, o di chi disturba, o
di chi è di troppo. Una cultura da repulisti, da modi bruschi, da "fuori dalle balle" che fu di
Umberto Bossi  e  oggi è l'altra faccia, perfettamente complementare, del Salvini melenso, 
quello dei "bimbi, le mamme e i papà". Non si può chiedere alla Lega di prendere le distan-
ze dalla Lega.

Lucianone

venerdì 13 agosto 2021

Ultime notizie - dall'italia e dal Mondo / Latest news

 13 agosto '21 - venerdì                              13th August / Friday                            visione post - 4

Italia -
E' morto Gino Strada, il fondatore di Emergency, aveva 3 anni -
Nel 2007 gli fu consegnato il sigillo del Fvg. Dalle lotte per i più deboli
a quelle contro il razzismo.
Al momento del decesso si trovava in Normandia. Con la sua scomparsa
l'Italia perde il più instancabile degli attivisti per la pace.
Coronavirus / bollettino
In aumento i casi di contagio (7.409) e le vittime sono 45 / Tasso
di positività al 3,28%

Afghanistan -
Talebani a 11 km da Kabul, quasi senza combattere
Le ragazze sopra i 12 anni sono bottino di guerra / Leggi e punizioni:
dal burqa al divieto di guardare la tv.

Haiti -
Terremoto di 7,2:  centinaia di case crollate, primo provvisorio bilancio di 5 morti 
(tra cui 2 bimbi)

Lucianone

domenica 1 agosto 2021

SPORT - Ultime notizie / Olimpiadi di Tokyo 2020

 1 agosto '21 - domenica                               1st August / Sunday                               visione post - 5

Tokyo -

Atletica / Italia da impazzire alle Olimpiadi nipponiche
L'Atletica riscrive la storia
Pazzesco Marcel Jacobs nei 100: oro da leggenda !!
Vince la finale dei 100 metri in 9''80 !
Fantastico anche Tamberi, è un oro da impazzire!
Suo il salto in alto ex aequo con Barshim!
L'azzurro tira fuori una prestazione super saltando 2.37 !

Italia da impazzire alle Olimpiadi di Tokyo 2020. L'atletica si tinge di oro, un doppo oro da sballo: lo mettono al collo Gianmarco Tamberi - meraviglioso nella finale del salto in alto che finisce con l'oro ex aequo tra il marchigiano e Mutaz Barshim del Qatar - e Marcel Jacobs  fenomenale nei 100 metri: l'azzurro ha vinto una gara strepitosa col tempo di 9"80 che ritocca ulteriormente il suo record italiano ed europeo appena realizzato nella semifinale. Sono stati 10 minuti per cuori forti: i due ori sono arrivati tra le 21.42 e le 21.53 ora locale, le 14.42 e 53 ora italiana. Nulla da fare invece per Filippo Tortu, finito settimo nella sua semifinale dei 100 metri con un tempo di 10.16. 


Continua...
to be continued...