(da la Repubblica - 2 agosto '20 - Il racconto / di Karima Moual)
La rivoluzione a tempo di rap delle
giovani donne del Marocco
- Sfidano le regole e la società maschilista.
Con parole e musica inedite nei Paesi arabi -
Chi ha detto che il mondo dovrà continuare ad essere dominato soltanto dagli uomini? Il guanto di
sfida viene lanciato da un Paese e da un'area tutt'altro che generosa nel concedere spazi alle donne - anche se da nazione a nazione ci sono differenze - e il Marocco in questione dimostra di fare comun-
que la differenza, adibendo un palcoscenico di volti e voci femminili in un genere musicale, quello
del rap, da sempre "maschiaccio" anche a livello internazionale, dove rimangono comunque ancora
poche le eccezioni.
Il verbo del rap è il linguaggio della strada, che predilige violenza e volgarità, anche se mischia
poesia, sentimenti e amore. La sua cifra, poi, resta sempre quella del maschio alfa: non è un ca-
so che il rap targato Usa sia tutto sparatorie, armi e vittime vere e proprie e non solo nei video-clip.
La novità che ci arriva dunque dal Marocco, con sempre più giovani donne che rappano da sole o
insieme ai big del rap del Paese, è sintomo di qualcosa di più profondo e di un cambiamento socia-
le non da poco. - Volendo fare un passo indietro, c'è da dire che sulla scena musicale nordafricana -
ma ormai oggi con importanti collaborazioni anche in quella europea - il rap megli ultimi anni ha conquistato la scena musicale in Nord Africa e il Marocco è diventato il grande laboratorio dal
quale è uscito un linguaggio e uno stile inedito, perchè originale e autentico nella sua identità di
provenienza. ma che si lascia contaminare in linguaggi nuovi e musicalità, trovandosi a proprio
agio con una libertà che si respira in ogni nota. Un linguista sarebbe di fronte alla nascita di una
nuova lingua.
Paradossalmente questo rap rinchiuso in un continente dal quale per un giovane africano viaggia-
re in libertà verso l'Occidente è illegale, risulta comunque saldo alle proprie radici e al proprio
linguaggio della strada, con gli aneddoti, la retorica, le denunce impegnate ma allo stesso tempo
è molto più contaminato e aggiornato dal mondo che lo circonda che viceversa. Da quell' Oriz-
zonte che segue soltanto dal web il risultato è la creatività di una musicalità di lingue, suoni,
balli che si mescolano in un solo spartito, dove si viaggia con lo stesso equilibrio e velocità dal-
l'arabo marocchino al francese, all'inglese, allo spagnolo e all'italiano. Sono i pezzi de ElGran-
de Toto, Zliwa, Dizzy Dros, solo per fare qualche esempio, ai quali i sono aggiunte le voci e i
corpi femminili ma non meno potenti di Khtek, Manal, Krtas Nssa, Ily, che lasciano senza fia-
to, soprattutto per l'audacia e quella definitiva rottura di un equilibrio tra il maschile e il fem-
minile che da un luogo come il Marocco non può che essere definito come un vero atto rivo-
luzionario. Lo è anche perchè si rivolge a una platea immensa di giovani , ragazzi e ragazze,
ma anche perchè non si nasconde ai propri genitori e a quella parte di società conservatrice
e vendicativa. I loro video su Youtube sono visualizzati da milioni di spettatori e non da qual-
che migliaio di seguaci. Un pubblico enorme che da un Paese di 30 milioni di abitanti viaggia
ovunque anche verso l' Europa dettando un genere nuovo e lanciando una nuova sfida di cam-
biamento. - L'ascesa nel rap marocchino al femminile ci mette la faccia, il linguaggio della
strada senza sconti, nella sua volgare violenza, ancora più fgorte non senza conseguenze ii un
contesto conservatore, patriarcale, misogino, dove ancora oggi c'è una narrativa e una educa-
zione e costruzione del profilo delle figlie tra bint addar (la ragazza di casa) e bint ezzanqa
(la ragazza della strada). Tra un profilo e l'altro (la cas e la strada) c'è una linea rossa, di re-
gole, aspettative e libertà, dove bent ezzanka, la ragazza della strada, è detta così semplice-
mente perchè è libera, fuori dalla porta, In un ideale di donna, di famiglia e di Paese, pur sem-
pre conservatore e islamico. Ecco la straordinarietà di quanto sta avvenendo a Sud del Medi-
terraneo. Dietro al rap, a quell'alibi che nel rap si può dire l'indicibile, queste nuove eroine
hanno trovato quella opportunità facendo un taglio netto senza alcuna diplomazia. Ma c'è po-
co da biasimarle, il femminismo fatto di compromessi è troppo vecchio per loro e si adegua
poco alla velocità del loro tempo. Meglio la strada. Dove cantano ritmando con leggerezza
di diritti, libertà, femminilità, sesso, droga e alcol, come se non ci fosse un domani e non
manca la forza di rompere anche quella sacralità del super-uomo. A lui una dedica speciale:
dito medio alzato, sguardo prepotente e minaccioso.
Lucianone
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