lunedì 28 novembre 2016

Storie / cinema - "Cronaca di una passione": il Nordest in crisi

28 novembre '16 - lunedì               28th November / Monday            visione post - 9


(da la Repubblica - 8 novembre '16 - di Giampaolo Visetti )
Vicenza -
Antonio aveva 56 anni e produceva tubi. Due anni fa  l'ultimo brindisi  con i tre operai:
una commessa pubblica, la banca avrebbe aspettato, i soldi per le more chieste da Equi.
talia li avrebbe trovati. Poi lo Stato non ha pagato ed è finito tutto. Ha provato a fare il
meccanico ad Arsiero: 500 euro al mese in nero. Gli è arrivato lo sfratto. La moglie, con
i due figli, si è trasferita dalla madre.  Lui, in cambio del letto, ha fatto il badante  della 
zia. La sera la famiglia si riuniva ai giardini pubblici di Vicenza: un triangolo di pizza,
due parole sui ragazzi e sui libri da pagare per l'università. Alla fine Antonio ha ceduto
e si è tolto la vita.  Non è stata la disperazione, ma la vergogna.  La famiglia e gli amici 
avevano saputo: anche lui era colpevole di povertà.
Nell'Italia della grande crisi, come nel Nordest dei reduci degli "schei", i fallimenti non
si perdonano.   O cela fai, o ti togli di mezzo.    La selezione della specie, nell'impero del 
consumo, è spietata.  Seicentoventotto (628) piccoli imprenditori suicidi in tre anni, tra
il 2012 e il 2015, altri 193 fra gennaio e ottobre. In testa alla classifica il Veneto. Non so- 
no il fisco, lo Stato e la burocrazia, ad essere sotto accusa, non i grandi e i piccoli evaso-
ri che si appellano all'impresentabilità collettiva per giustificare la disonestà individua-
le. - Questa sera nel cinema Roma di Vicenza si parla di vulnerabilità personale e di in-
differenza istituzionale, della mediocrità che ha conquistato i poteri, di un'esistenza pre-
caria diventata cronica e generale. E' una testimonianza, ma pure un omaggio ai caduti
anonimi del Paese che non ce la fa. Gente umile e onesta, semplice e normale, spesso an-
ziana, i protagonisti dell'esaurito modello Nordest affondato nei debiti.    Inaccettabile, 
specie nella terra in cui il lavoro e il conto in banca sono il cuore di ogni persona.
Ci sono anche i figli di Mario, falegname di Valdagno. Lui è stato ucciso dalla fine del-
l'amore con la moglie. C'erano l'assegno di mantenimento, un nuovo affitto, altre bol-
lette, le rate per i macchinari, i contributi dei dipendenti. "Ci ha chiesto scusa - dicono - 
aveva un'assicurazione sulla vita, l'ha fatto per noi".  La sala è gremita per l'anteprima
di "Cronaca di una passione", l'ultimo film di Fabrizio Cattanio, con Vittorio Viviani e
Valeria Ciangottini. Presenti gli "Angeli della Finanza" e l'ex magistrato Piero Calabrò,
presidente dell'Istituto Sdl.   Dopo "Maternity blues", dedicato alle mamme in carcere
per infanticidio, l'opera è già un caso.   La prima ragione è l'argomento: l'organizzazio-
ne collettiva che pretende la vita di chi non sta al passo con le regole della finanza pub-
blica. La seconda è la formula: un film autoprodotto da 70mila euro, negato alle grandi 
sale e affidato a quelle piccole, purchè accompagnino la proiezione con dibattiti anima-
ti da associazioni e volontari, pronti ad aiutare concretamente le famiglie dei caduti cau-
sa crisi. La tournée, dopo Vicenza e Verona, lascerà il fronte Veneto  per toccare  tutti i
campi di battaglia della nazione, a partire dalla Campania.
"Il welfare - dice Fabrizio Cattani - da statale si è ridotto a famigliare. Ma in questo mo-
do chi per necessità cade nelle mani delle sanzioni, viene privato anche della dignità, la
pena è l'umiliazione inflitta dalle persone care.    A un uomo sul lastrico un funzionario  
pubblico ha suggerito di fingersi pazzo per ottenere  un posto riservato ai disabili".

Continua... to be continued...

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