28 luglio '16 - giovedì 28th July / Thursday visione pubblico - 14
ANCORA VITA DOPO LA MORTE NEL Dna
Molti geni restano attivi per giorni
Possibili vantaggi per i trapianti
(da 'L'Arena' - 24/06/'15 - Leonardo de Cosmo)
Anche dopo la morte nel Dna "la vita" prosegue e per la prima volta se ne ricostruisce una
mappa completa. E' stata realizzata per ora su topi e pesci, nei quali l'attività dei geni prose-
gue almeno fino a quattro giorni dopo il decesso, e potrebbe avere importanti applicazioni
per migliorare le tecniche dei trapianti e studiare le tracce lasciate sulla scena del crimine.
Lo indica lo studio coordinato dal microbiologo Peter Noble, dell'università di Washington
a Seattle, per ora pubblicato sul sito BioRxiv, che non richiede la revisione della comunità
scientifica, e citato sul sito della rivista Science. Quando un organismo vivente muore, non
tutte le attività cessano improvvisamente, molte cellule continuano infatti a svolgere alcune attività al loro interno per molte ore dopo il decesso.
Le ricerche condotte da Nobles su organismi da molto tempo considerati dei modelli per i
genetisti, come il topo e i pesci zebra, ha allargato il ventaglio di geni da studiare. Dei mille
geni analizzati dai ricercatori, sono alcune centinaia quelli che continuano a funzionare do-
po la morte. Riuscire a classificare i geni attivi dopo la morte non è un compito faciole, per-
chè molti di essi svolgono funzioni diverse. Alcuni, per esempio, sono specializzati per en-
trare in azione in situazioni di emergenza; altri sono stati una vera sorpresa per i ricerca-
tori perchè sono legati allo sviluppo dell'embrione e sono perciò attivi nelle fasi iniziali del-
la vita e restano silenziosi per tutta la fase adulta per "risvegliarsi" inspiegabilmente dopo
la morte. Altri geni ancora sono noti per essere legati alla formazione e allo sviluppo dei tu-
mori. "Sono risultati davv,ero interessanti", ha osservato il genetista Giuseppe Novelli, ret-
tore dell'università di Roma Tor Vergata. Conoscere e capire tutti questi geni è il prossimo
obiettivo della ricerca e le ricadute promettono di essere interessanti in molti campi.
Per esempio, potrebbe diventare possibile controllare l'attività di alcuni genio per conserva-
re più a lungo e in sicurezza gli organi espiantati e destinati ai trapianti. Altri geni potrebbe-
ro entrare a far parte della "cassetta degli attrezzi" dei medici legali per ricostruire con
maggior precisione la scena di un crimine. Sapere quali geni continuano a funzionare post
mortem e per quanto tempo restano attivi dopo il decesso potrebbe, per esempio, aiutare a
datare i campioni biologici presenti sulla scena del crimine.
Lucianone
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