sabato 7 maggio 2016

Spettacoli - Curiosità Tv / Il docu-reality che racconta gli oggetti

8 maggio '16 - sabato                8th May / Saturday                        visione post - 9

(da 'Corriere della Sera' - 16/04/'16 - A Fil di Rete / di Aldo Grasso)
Ci sono programmi che esercitano un potere quasi ipnotico, un'invincibile attiranza.
Li guardi  e ti senti pervaso da una sorta di languore. Per farla breve, mi piace "Com'è
fatto". L' idea del programma è di una sempicità disarmante e forse il suo fascino con-
siste proprio nel sentirsi parte di una grande enciclopedia popolare.
"Come è fatto" (titolo originale "How It's Made") è un docu-reality prodotto in Québec
dal 2001; in Italia è trasmesso dai canali di Discovery Channel (attualmente su DMAX,
mercoledì, 21.10).     In ogni puntata viene descriita , con filmati e voce fuori campo, la
realizzazione di oggetti che utilizziamo nella vita di tutti i giorni. Vogliamo sapere come
vengono fabbricate le monete? Detto fatto. Oppure com'è fatto un lucchetto, un coltellino svizzero, una penna a sfera, una lattina di birra, la vasta gamma del junk food, insomma
qualunque cosa (eccetto armi, sigarette e sex toys).    In questo momento  vanno  in onda
puntate dedicate al cibo: caramelle gommose, sushi industriale, patatine fritte, salse pic-
canti ecc.  Gli autori e produttori, André Douillard e Jean-Marc St-Pierre, girano il mon-
do per realizzare questi documentari, immagino con la formula del product placement, o
qualcosa di simile. Tempo fa, il Wall Street Journal ha dedicato alla trasmissione un lun-
go articolo: "Come è fatto ha creato un suo pubblico eterogeneo di fan. Gli appassionati
di meccanica si dilettano a veder funzionare pompe e valvole. I fumatori di maijuana si
fissano sulle immagini ipnotiche. I ragazzini amano gli attrezzi che si muovono. E i pro-
duttori dicono di ricevere lettere di congratulazioni da genitori di bambini autistici che
restano affascinati dai processi metodici di produzione". A volte, di fronte alle spiegazio-
ni seducenti, mi sento di rappresentare molte categorie di spettatori ingenui. Per fortuna
il programma si interroga sugli oggetti e non sulle persone.

Lucianone

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