domenica 1 maggio 2016

Riflessioni - Su Breivik e sulla giustizia norvegese / Poco materiale on line su Prince: perchè?

1 maggio '16 - domenica               1st May / Sunday                       visione post - 11

Perchè i norvegesi si sentono costretti a trattare "umanamente" il nazista Breivik,
un ripugnante assassino di ragazzi inermi? Non perchè lui meriti la qualifica di es-
sere umano.  Ma perchè la meritano loro. Questo, credo, è il senso di una sentenza
che sta facendo inevitabilmente discutere...
Non potrebbe esserci occasione più dolorosa, più difficile, più estrema, per mettere 
alla prova il vincolo che lega una democrazia a quei principi di rispetto dell'integri-
tàù dell'uomo - perfino di quell'uomo mostruoso - che è esttamente ciò che lui odia
e vorrebbe distruggere: perchè è un nazista e non crede nei diritti umani.
Quella sentenza, compresa la tempesta emotiva che suscita, va tenuta a mente anche 
nel durissimo confronto con l'altro mostro che abbiamo di fronte, il jihadismo, Con-
trapporre agli sgozzatori, ai carnefici, ai rapitori e mercanti di donne, ai distruttori 
di Palmira la fragile bandiera del diritto e della libertà può sembrare folle, o puerile, . 
o masochista.  Ma non essere come loro (come Breivik, come Jihadi John, come il se-
dicente califfo genocida) è la nostra sola possibilità non solo di salvezza; anche di vit-
toria.
(da la Repubblica - 22/04/'16  -  L'Amaca / Michele Serra) 

Il materiale di Prince udibile e visibile on line è pochissimo, e quasi tutto a pagamento.
E stiamo parlando di uno degli artisti più dinamici e "contemporanei" degli ultimi 30
anni. Tra i primissimi a mettere in rete la sua musica, è stato anche tra i primi a levar-
la, o a fare di tutto perchè ciò avvenisse. Fino a fare causa (lui potente e ricco) a singo-
li utenti che scaricavano sue canzoni  e  addirittura  sue fotografie (!)  senza pagare i 
diritti. Un avido? Un tirchio? O un artista che (come dichiarò molto laconicamente)
voleva "proteggere il suo catalogo"?.
Ognuno, ovviamente, la pensi come crede. La mia sensazione è che non i quattrini, ma
la perdita di controllo sul proprio lavoro, sulla propria immagine, sulla propria perxo-
na siano la vera ragione  del rapporto  molto conflittuale di Prince  con la rete. Voleva 
essere il regista del suo film (nessuno più di un artista può desiderare di esserlo) e non
una delle tante icone/figurine pop in balia di miliardi di collezionisti. La custodia o ad-
dirittura la sottrazione di se stessi - fino dai tempi di Salinger e della sua ormai leggen-
daria, maniacale sparizione dalla scena pubblica - è una delle poche armi a disposizio-
ne dell'essere umano nell'epoca della sua massima riproducibilità tecnica. E il discorso
non riguarda solo gli artisti.
(da la Repubblica - 23 aprile '16 - L'Amaca / Michele Serra) 

Lucianone


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