20 novembre '15 - venerdì 20th November / Friday visione post - 24
(da la Repubblica - 18/11/'15 - LettereCommenti &Idee / Moisés Naìm)
Ecco cosa sta rivoluzionando
le guerre del terzo millennio
Un tempo (le guerre) erano fra tribù. O fra città-Stato. O un impero contro un altro.
Oppure fra nazioni. Ma oggi chi è che muove guerra? Lo Stato islamico ha dichiarato
guerra a Paesi, religioni, sette. E anche a gruppi come al Qaeda, Hamas, Hezbollah e i
Talebani. Ma che cos'è lo Stato islamico? Nonostante i suoi sforzi per sembrare uno
Stato e svolgere alcune delle funzioni normalmente svolte dai governi, l'Is (o Daesh)
non è uno Stato, bensì un'organizzazione terroristica difficile da classificare, non gover-
nativa, militarizzata e islamista, sostanzialmente priva di requisiti di statualità.
E qui si annida un problema. In relazione al massacro di Parigi, il presidente Francois
Hollande ha detto: "Questo è un atto di guerra condotto da un esercito terrorista". Gli
atti di guerra un tempo erano il monopolio degli Stati-nazione. E' evidente che non è
più così. Un tempo si parlava di "bande" o "gruppi" terroristi. ora non più. E il presi-
dente Barack Obama ha detto che gli attacchi di Parigi non sono stati "solo un attacco
contro la Francia, ma un attacco contro l'umanità e i valori universali che tutti condividiamo"..
Da questo punto di vista, non è uno Stato-nazione e i suoi cittadini che sono stati attaccati
a Parigi, ma un insieme di credenze e di principi. E' evidente che abbiamo bisogno di un
nuovo linguaggio per capire quello che sta succedendo.
E più di dieci anni dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 negli Stati Uniti,
le teorie prevalenti sulla natura della minaccia, le sue cause e i modi migliori per com-
batterla sono confuse e fonte di dibattiti accesi quanto inconcludenti. Ma c'è di più.
Questo nuovo secolo non ci ha portato solo nuove forme di conflitto armato e nuovi tipi
di combattimenti, ma ha anche trasformato le armi più usate, quelle che fanno più morti
e più danni. Esplosivi artigianali, droni o velivoli telecomandati, cyberguerre e attentato-
ri suicidi sono le armi più distruttive, diffuse e letali nei conflitti odierni. - L'uso degli at-
tentatori suicidi, ovviamente, non è una novità. Nella seconda guerra mondiale, per esem-
pio, 3.860 piloti militari giapponesi, i famosi kamikaze, si suicidarono cercando di portare
il proprio aereo a schiantarsi contro una nave nemica (solo il 19 per cento di loro ci riuscì.
Fra il 1981 e il giugno di quest'anno, invece, ci sono stati 4.620 attacchi suicidi che hanno
fatto 45mila vittime. A questo triste numero dobbiamo ora aggiungere le vittime della re-
cente carneficina a Parigi, e altre in altri Paesi.
Una ulteriore arma usata sempre più di frequente, e che ha avuto un impatto distruttivo
enorme, sono gli ordigni improvvisati, bombe, di fabbricazione artigianale solitamente
collocate vicino a una località molto trafficata e fatte esplodere a distanza, con un telefo-
no cellulare o anche un semplice telecomando apriporta. sostanzialmente si tratta di mi-
ne anti-uomini artigianali, e le mine anti-uomo sono armi che fanno parte da tempo degli
arsenali militari di ogni Paese. Ma mentre nella seconda guerra mondiale le mine causa-
rono il 5 per cento delle vittime militari americane, nelle guerre di Iraq e Afghanistan so-
no state responsabili della stragrande maggioranza dei caduti. Ultimamente questi ordi-
gni improvvisati, oltre che seppelliti sotto una strada in attesa del passaggio di una mac-
china (ricordiamo che così fu ucciso anche Giovanni Falcone dalla mafia) o di un plotone
di soldati, e poi fatti esplodere a distanza, vengono agganciati al corpo di un attentatore
suicida, diventando un'arma devastante ed efficace, come si è visto negli attacchi di Pari-
gi. - Un'altra arma nuova, che sta cambiando anch'essa la natura della guerra nel XXI
secolo, sono i droni, velivoli senza pilota comandati a distanza. Gran parte dei leader di
Al Qaeda, dei Talebani e dello Stato islamico sono stati uccisi mediante missili lanciati
da droni. Anche se di solito sono le forze armate tecnologicamente avanzate del pianeta
- e in particolare gli Stati Uniti - a usare i droni, è solo questione di tempo prima che an-
che i gruppi terroristici comincino a utilizzarli. Purtroppo, la combinazione di ordigni
improvvisati e droni offre un'altra nuova e potente arma ai terroristi.
Infine la cyberguerra. Oggi quasi tutte le forze armate del mondo dispongono di persone
e risorse dedicate esclusivamente a difendere la loro nazione contro attacchi informatici,
e per spiare e lanciare attacchi informatici contro altre nazioni. I gruppi terroristici han-
no imparato anche loro a usare internet ,per coordinare e finanziare le loro operazioni,
reclutare militanti in tutto il mondo e lanciare efficaci campagne di propaganda.
Che cos'hanno in comune questi quattro tipi di armi che stanno rivoluzionando le guerre?
Che non sono più il monopolio dei militari e dei loro governi. In passato, le armi più im-
portanti e letali erano sotto il controllo di forze armate professionali e dei rispettivi gover-
ni. Ora non più. Ora potete comprare un drone online e trovare su internet le istruzioni
per fabbricare un esplosivo atigianale. E se siete in grado di farlo voi, sono in grado di far-
lo anche i terroristi. Inoltre, alcuni gruppi terroristici hanno a disposizione persone dispo-
ste a suicidarsi, un'opzione che gli eserciti delle percontemporanee non hanno.
Le guerre non sono più solo una faccenda che riguarda i governi. Come quello che sta succedendo in moltissimi altri ambiti dell'attività umana, dal prendere untaxi al preno-
tare una stanza dove dormire, la guerra è rivoluzionata da gruppi e individui che metto-
no insieme tecnologie, strategie e forme di organizzazione nuove per alterarne in modo
drastico la natura. Significa che i terroristi hanno dei vantaggi che gli garantiscono la
vittoria nel lungo periodo? Ovviamente no. Ma per fermarli e fare in modo che eventi
come quelli che abbiamo visto a Parigi non si ripetano bisognerà che le democrazie cam-
bino radicalmente il loro modo di concepire la guerra, i combattenti, le armi, l'intelligen-
ce e lo spionaggio. Dobbiamo distruggere i distruttori.
Lucianone
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