31 maggio '15 - domenica 31st May / Sunday Visione post - 8
INSEGNARE? Gli inglesi dicono no.
Troppe responsabilità per i risultati degli studenti
e per le novità da fronteggiare in classe. Il 73%
tra nuovi assunti e tirocinanti è propenso a lasciare.
(da 'Italia Oggi' - 21/04/'15 - Azienda Scuola / di Giovanni Scancarello)
Brutte acque per la prefessione docente in Inghilterra. I giovani non vogliono più fare
l'insegnante. A pesare la responsabilità dei risultati di apprendimento, la scarsa repu-
tazione sociale, per non parlare della difficoltà di lavorare con alunni descolarizzati e
con i genitori sempre più aggressivi. Fatto sta che sono stati più di 2mila i posti rima-
sti vacanti nelle scuole inglesi nel 2013/14 e per l'anno scolastico in corso pare che
le cose non vadano meglio. John Howson, ex consigliere del governo sul reclutamento
degli insegnanti parla di scenario triste anche perchè nel frattempo la popolazione sco-
lastica è in piena espansione. Ma sono sempre di più coloro che evitano di diventare
insegnante. Negli anni della deregulation è cresciuto di fatto il degrado della rappre-
sentazione sociale riservata alla professione docente e alla scuola in generale (tant'è
che anche la professione dirigente non è meno evitata di quella degli insegnanti).
Questo si aggiunge al caos di procedure e prassi derivante dall'affastellarsi continuo
di riforme, che non ha fatto altro che complicare le condizioni di lavoro nella scuola.
Ma c'è anche la questione del bullismo che nel Regno Unito comincia a mietere vit-
time anche tra gli insegnanti. Alison Ryan, dell'associazione di insegnanti e docenti
(Atl) parla di docenti che si trovano ad affrontare " giovani selvatici ormai fuori con-
trollo, senza contare che sono sempre di più i casi di vero e proprio cyberbullismo su-
bito da parte dei genitori che kollano e insultano i docenti per l'insuccesso scolastico
dei figli. - Tale è lo sconforto che secondo un'indagine dell'Atl, il 73% tra i nuovi as-
sunti e i tirocinanti ha già deciso di lasciare il lavoro prima ancora di venire assunti
con il primo incarico. Questo nonostante che secondo il Global Teacher Status Index
gli insegnanti del regno Unito risultino più rispettati che nella maggior parte degli al-
tri paesi europei, anche se meno che in Cina, Grecia e Turchia.
Che il problema del reclutamento sia diventato particolarmente serio oltremanica lo
dimostrano le stesse soluzioni messe in campo dal governo, come glin incentivi in de-
naro (fino a 15 mila sterline) promessi per chi sceglie di studiare per diventare inse-
gnante e glin investimenti per le campagne pubblicitarie da trasmettere in tv. Ma c'è
chi crede che questo non basterà. Andy Goodwyn, dell'università di Reading, sotto-
linea come "promettere soldi ai tirocinanti non risolleverà il destino professionale
degli insegnanti", tanto da ricordare che comunque l'abbandono dell'insegnamento
si registra per lo più nei primi 3- 5 anni di carriera, mentre chi decide di fare il pre-
side non lo fa prima dei 10 anni dalla pensione. E quindi fuga conclamata dalla pro-
fessione e potremmo dire dall'educazione tout court, motivata in buona parte dal
teacher bashing, cioè dalla responsabilizzazione dei docenti sui risultati di apprendi-
mento degli studenti. Che il problema, infatti, sia strutturale più ad un modello che
ad un contesto territoriale specifico, lo dimostra anche quello che accade, ad esem-
pio, in California. Dal 2003 al 2013 il numero di abilitati all'insegnamento , infatti,
è crollato del 52%, mentre tocca il 74% il crollo delle iscrizioni ai corsi universita.
ri per diventare insegnanti, mentre di teacher bashing si comincia già a parlare an-
che sulla east-coast.
Lucianone
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