7 maggio '14 - mercoledì 7th May / Wednesday visione post - 14
I poliziotti spiegati a mio figlio
Caro Augias, sono padre di un figlio diciottenne. Cerco di infondere dei principi
dei valori, cerco di smontare la falsa ideologia che temo apprenda negli stadi
che frequenta dove, con cori osceni, si istilla l'idea che laq polizia è "infame".
Cerco di fargli comprendere che non tutti sono fascisti camuffati, non tutti sfo-
gano le frustrazioni con abusi a volte tanto violenti da causare la morte. Vorrei
convincerlo che sono lo scudo del cittadino, che grazie a loro il territorio è con-
trollato la notte (anche se con i tagli è sempre più difficile). Però non posso nem-
meno vivere con l'incubo che se mio figlio fosse fermato per un controllo la notte
sul motorino e dovesse rispondere male rischia di entrare vivo in commissaria-
to ed uscirne morto. Magari con un certificato medico che parla di arresto cardia-
co. La notizia dell'applauso ai condannati al congresso sindacale della polizia
mi ha smontato anni di lavoro, ore di tentativi di trovare una soluzione interme-
dia. E' inconcepibile che un sindacato non capisca il danno che fa con un atteg-
giamento che svilisce tutto il corpo e offende la stragrande maggioranza di
onesti seri professionali servitori dello Stato.
Marco Bernardi
(da 'la Repubblica' - 03/05/'14 / LettereCommenti&Idee)
La risposta di Corrado Augias:
L'indecente applauso ai poliziotti condannati è stato giustamente criticato da molti
rappresentanti della Repubblica a cominciare dai più alti. L'aspetto più preoccupan-
te non è la reazione degli agenti presenti in quella sala bensì quella del segretario
del sindacato Sap che a freddo, cioè senza "giiustificazioni" emotive, ha paragonato
la morte di un ragazzo di 19 anni a quella di un incidente stradale. In altre parole ha
detto che imbattersi di notte in una pattuglia è l'equivalente di una guida incauta su
fondo scivoloso. Parole irresponsabili. - Un altro aspetto intollerabile è la contestazio-
ne sindacale della sentenza. Quel sindacato di polizia è sceso al livello di un qualun
que pregiudicato che consideri una sentenza definitiva nei suoi confronti "un colpo
di Stato". E' chiaro da dove viene òl'incitamento ma resta una differenza fondamen-
tale: un pregiudicato, tanto più se in una condizione mentale precaria, risponde per
per se stesso, un sindacato parla a nome dei suoi aderenti. Circola nei corpi di poli-
zia uno spirito corporativo che non di rado sconfina in un atteggiamento para-fasci-
sta. Lo hanno esasperato la crisi e i cattivi stipendi così come hanno contribuito la
difficoltà e il rischio di affrontare manifestazioni sempre più violente. Fino a non
molti anni fa si parlava di "frange violente staccatesi dal corteo"; oggi gli "antago-
nisti" vanno in piazza già attrezzati per lo scontro fidico duro. C'è il diritto di mani-
festare però dice la Costituzione "pacificamente senz'armi". Nemmeno contro que-
sta degenerazione si è fatto abbastanza.
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Quel tetto necessario agli stipendi pubblici
"L'amare il proprio lavoro, che purtroppo è privilegio di pochi, costituisce
la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è
una verità che non molti conoscono" (Primo Levi). Una apparente verità
che invece tutti danno per certa è quella secondo la quale son necessari
alti stipendi per aver validi manager. Nulla di più falso, dimostrato dal
fatto che i manager della nostra Pubblica amministrazione son pagati il
triplo rispetto ai loro golleghi dei paesi scandinavi; ma in quei paesi i ser-
vizi funzionano. E' più probabile che ai posti di lavoro apicali della Pa
arrivino persone attratte dal denaro o motivate dal piacere di far bene
il proprio mestiere, se son previsti stipendi molto alti? E' ora di porre
quel tetto al fine di far emergere manager volenterosi e soprattutto co-
raggiosi in forza delle loro idee innovatrici. Questo tetto dovrebbe at-
testarsi sui 50.00 euro lordi annui. E sulla medesima cifra dovrebbe
attestarsi lo stipendio dei parlamentari in quanto, come sosteneva Al-
cide De Gasperi, "la politica è servizio rivolto ai cittadini, non deve
lasciare spazio al lucro e alle ambizioni personali".
Guido Gilli - Pinerolo (Torino)
(da 'la Repubblica' - 03/05/'14)
Lucianone
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