No al razzismo. Parola di NFL
Il nome della franchigia di Washington, Redskins, è davvero
offensivo verso i nativi? Sono anni che il football ne discute
La querelle va avanti da anni. Da molte parti, negli Usa, attaccano,
e a Washington si difendono. La questione riguarda il nome della
squadra di football della capitale: Redskins. Nelle ultime settimane
l'ennesima botta e risposta: dieci parlamentari del Congresso han-
no scritto al proprietario, Daniel Snyder, al Commissioner Nfl, Ro-
ger Goodell, e a Frederick Smith, a.d. di FedEx, main sponsor della
franchigia.
"Il Merriam-Webster's Dictionary (l'equivalente americano del
Devoto-Oli, ndr) parla chiaro: Redskin è una definizione razzista
e offensiva quanto lo è quella che comincia con N riferita alle per-
sone di colore". A rispondere è stato Goodell: "Chi ha dato quel
nome lo ha fatto per onorare l'orgoglio e il coraggio dei Nativi
americani. Non cè niente di offensivo". Ma non finisce qui. La
realtà è che il nome ebbe origine a Boston, dove la squadra na-
cque negli Anni '30. Giocava nello stadio di baseball dei Braves
(allora a Boston, ora ad Atlanta) e si chiamava allo stesso modo.
Poi venne l'esigenza di cambiare. I Braves avevano - e hanno -
un pellerossa come simbolo. In più volevano attirare a sè i tifo-
si dell'altra squadra di baseball locale, , quelli dei Red Sox, co-
sì qualcuno pensò che avere la parola Red nel nome avrebbe
aiutato. E così fu Redskins.
Lucianone
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