Prima della Via Crucis in Brasile, dove Papa Francesco era andato
accolto da una marea di giovani a Rio e sulle spiagge di Capocabana,
il pontefice argentino si era recato, come prima visita importante al-
l'isola di Lampedusa, e qui aveva rivolto le sue preghiere ai tanti mi-
granti travolti dalle onde del mare nelle loro traversate e poco prima
o durante gli sbarchi sulle coste calabresi e siciliane.
Ho recuperato al riguardo un articolo interessante che affronta questo
tema tanto attuale e con tutti i problemi ancora irrisolti che implica.
(Lucianone)
(da 'Correiere della Sera - Sette' - 19/07/2013 / dalla Rubrica
"Italia sì, Italia no" - Aldo Cazzullo)
I due volti di Lampedusa
Papa Francesco fa bene a piangere i morti e a scuotere le nostre
coscienze. Ma noi facciamo bene a fermare il traffico di esseri umani.
Sì, ma -
Non era difficile prevedere che Francesco sarebbe stato un Papa dolce e insieme
duro, esigente. Conservatore in dottrina, scontenterà la sinistra. Rivoluzionario
nell'approccio con i simboli e con il potere, ha già scontentato la destra. C'era
bisogno di un Papa che non arrivasse in Mercedes scortato da porporati in Mer-
cedes, che non assistesse ai concerti assiso sul trono circondato da cortigiani,
che riavvicinasse la Chiesa al suo popolo.
La scelta di cominciare da Lampedusa il lungo viaggio nel mondo è dirompente.
Ci mette di fronte al nostro cinismo. Francesco ha ragione: i morti di Lampedu-
sa non fanno più notizia, e per rendercene conto non occorre telefonare a qual-
che poveraccio leghista in cerca di visibilità, basta interpellare le nostre coscien-
ze. La tragedia dei poveri che bussano alla porta della nostra ricchezza non è
inferiore alla commedia di noi che abbiamo casa, riscaldamento, macchina e te-
lefonino e piangiamo miseria. Insomma questo Papa mi piace moltissimo, anzi
sempre di più. Proprio per questo, mi sento libero di fare alcune considerazioni.
Non condivido le critiche al suo viaggio a Lampedusa, nè quelle miserabili, ti-
po "pensi piuttosto ai poveri italiani", nè quelle argomentate. Ma criticare un
Papa non è lesa maestà. In una società libera e democratica non esistono auto-
rità al di sopra della pubblica opinione, e quindi non esposte a critica. Nella
gerarchia ecclesiastica il Pontefice è sovrano assoluto, ma nella vita pubblica
può essere elogiato o criticato.
Per quanto riguarda Lampedusa, il Papa fa bene a piangere i morti e a scuo-
terci. Allo stesso modo, nel suo campo, Mimmo Paladino ha fatto bene a scol-
pire la porta d'Europa. - Ma va detto con altrettanta forza che il divario tra
Nord e Sud del mondo non si colma salendo su un barcone, mettendo la pro-
pria vita e quella dei propri cari nelle mani degli scafisti, cioè di abietti mer-
canti di carne umana, e affidandosi ai capricci del caso e ai cavilli del dirit-
to, per cui approdare in un lembo di terra vicino alle coste africane dà dirit-
to all'ingresso nel mondo che va dalla Sicilia al Polo Nord. Un mondo che
è certo infinitamente più ricco dei deserti africani da cui vengono molti im-
migrati, ma che in questo momento non ha bisogno di manodopera (anzi ha
un eccesso di manodopera), e che spesso destina i disperati di Lampedusa
al ruolo di manovali della malavita o del lavoro nero. - Un conto sono la
carità e l'amore, un altro la legge e la dignità. I lampedusani già riescono
a parlare entrambe le lingue. Vediamo di riuscirci anche noi.
Parole ritrovate
Tutto cambia, speriamo anche per i migranti
'Omnia migrant', scriveva il poeta Lucrezio. Cioè 'Tutto cambia'.
Sì, perchè il verbo latino migrare aveva anche questo tra i suoi
significati: cambiare. Posto, casa, vita: cambiare, a ogni costo.
Perchè non se ne può fare a meno. La recente visita del Papa a
Lampedusa è un'ottima occasione per immaginare un nuovo
punto di vista. Per diventare, insomma, anche noi un pò migranti.
(da 'Corriere della Sera - Sette / 19/07/'13 - Alessandro Masi)
Lucianone
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