giovedì 4 luglio 2013

Musica - Alt-J: una band inglese ha invaso gli Usa

4 luglio '13 - giovedì           4th July / Thursday                               Visioni post - 20




Con l'album d'esordio "An awesome wave"
gli Alt-J hanno conquistato classifiche e fan,
suonando un folk senza più confini.

(da la Repubblica - 24/06/2013 - Giuseppe Videtti)
Geniali e inclassificabili. Disorientati dal brillante, eclettico sound degli Alt-J,
i critici inglesi hanno scovato per il gruppo di Leeds l'etichetta più adeguata: art
rock.  Dopo il Mercury Prize incassato per i meriti di An awesome wave, l'album
d'esordio pubblicato nel maggio del 2012, l'ascesa della band che preferisce defi-
nirsi trip-folk è inarrestabile. Prima l'affermazione in patria, poi la consacrazio-
ne americana  con il concerto trionfale al Coachella, megafestival californiano
capitanato  quest'anno da  Blur, Sigur Ros, New Order, Nick Cave  e  Red Hot 
Chilli Peppers.  Gli Alt-J stanno seguendo le orme di James Blake, altro cam-
pione anglosassone che sta spopolando negli Usa con l'album Overgrown: mu
sica lontana dalle produzioni smaltate di Beyoncé e Justin Timberlake.
Breezeblocks, la canzone che di più si ascolta in radio, sembra un motivetto in-
nocente, in realtà è tutto una citazione da  Nel paese dei mostri selvaggi  dello
scrittore e illustratore americano Maurice Sendak. I riferimenti a libri e film si
sprecano in tutto il disco. Matilda è ispirata al personaggio di Natalie Portman
nel film Lèon di Luc Besson; Fitzpleasure alla prostituta Tralala del romanzo
Ultima fermata Brooklyn di Hubert Selby Jr.    Ben più rilevanti sono la voce
strana e insinuante di Joe Newman che  con una disinvoltura pionieristica si
inerpiuca in territori sonori dove tra elettronica, jazz, dubstep, hip hop, metal,
psichedelia e folk non c'è confine. E' un miracolo che con queste premesse An
Awesome wave non risulti un disco presuntuoso, o pesante all'ascolto Testimo-
nianza sempre più tangibile che, dopo i successi di Radiohead e Adele, la musi-
ca di qualità è in mano alle etichette indipendenti, in questo caso la Infectious.

"Da noi non c'è spazio per il rock'n'roll degli eccessi", dice il tastierista
Gus Unger-Hamilton.  "Gli Alt-J hanno un'etica rigidissima che il suc-
cesso non riuscirà a corrompere". Anche il frontman Joe Newman ha le
idee chiare: "Piacciamo a tutti perchè non ci siamo proposti come una
band innovativa. Suoniamo la stessa musica che ci piace sentire e pos-
siamo anche  essere ascoltati  come sottofondo, una caratteristica che 
oggi pochi gruppi hanno. Lavoriamo da pazzi sulle canzoni, in alcuni
casi anche per anni. Questo è possibile perchè siamo amici prima che
colleghi, siamo esattamente sulla stessa lunghezza d'onda".    E sulle
sue origini: "Anche mio padre è un cantante, sono cresciuto ascoltan-
dolo, mimando il suo timbro. Poi dagli otto ai dieci anni ho consuma-
to il cd delle Spice Girls, avevo una cotta per Emma Bunton, l'unico
poster che abbia mai avuto in camera.".     Quanto agli eccessi della
vita rock'n'roll non è così categorico: "In effetti una volta ci hanno
cacciato dall'albergo perchè abbiamo pisciato dal balcone". 
Ora gli Alt-J sono al lavoro per la colonna sonora di un film perfetto
per le loro corde: Leave to Remain, del documentarista Bruce Goodi-
son, storia di un gruppo di adolescenti di diversa nazionalità che cer-
cano di costruirsi una vita nella capitale inglese.





Lucianone

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