sabato 19 gennaio 2013

IL Dossier - IL FISCO / Tutto sull' Imu

19 gennaio 2012 - sabato       19th January / Saturday                              visioni post - 6

IMU >> Salasso sulla casa da 24 miliardi
L'imposta costa 280 euro in media a famiglia
A Milano costa 430 euro, a Roma il record: 640 euro
Nei grandi centri prelievi molto più elevati - Una stangata
per le seconde abitazioni
L'Imu è di nuovo (in realtà mai uscita dalla mente degli italiani)
potentemente tornata alla ribalta grazie alla campagna elettorale
in corso. Da chi vi ha vista una sciagura necessaria per rimettere
in sesto i conti, a chi l'ha considerata una vera e propria patrimo-
niale  "colpevole"  di aver  ulteriormente  affossato  l'economia,
l'imposta municipale unica non ha mai smesso di far discutere il
Paese ed è inevitabile che continui a farlo.   La posta sul piatto è
notevole. Le entrate garantite dall'Imu sono state stimate in 24
miliardi  di euro, tre in più di quelli messi in preventivo  dal go-
verno con il decreto Salva-Italia.

Chi ha pagato e quanto
La valanga di soldi versati ha pesato molto sui bilanci delle famiglie
e ha segnato ampie differenze fra piccoli centri e grandi città.
L'imposta, per il 2012, è stata infatti calcolata su una rendita catastale
rivalutata  del 60 per cento  e ai Comuni  è stata data  la possibilità di
variare le aliquote.  Lo 0,4 pe cento indicato per la prima casa poteva
essere diminuito o aumentato di uno 0,2.  -    E lo 0,76 per cento sulla
seconda casa poteva essere alleggerito e appesantito dello 0,2 con la
possibilità di applicare l'aliquota record dello 1,06 per cento.
Gli italiani, secondo uno studio Uil, hanno sborsato in media per la
prima casa 278 euro e 745 per la seconda, ma nei grandi centri l'im-
posta - già notevole - è diventata una vera e propria STANGATA.
A Roma, grazie agli aumenti dell'aliquota decisi dal Comune, il coc-
sto medio per la prima casa è lievitato a 639 euro; a Milano 428.
A versare i 24 miliardi, secondo la Cgia di Mestre, sono stati per
4,2 miliardi i proprietari di prima casa, per 10,8 le seconde case
e per oltre 9 gli imprenditori.

Vecchia Ici e nuova Imu, l'imposta "benedetta"
Mal sopportata dalla grande maggioranza degli italiani, cui era stato
raccontato  che si poteva  fare a meno della "vecchia" Ici, la più pe-.
sante Imu ha navigato fin dall'inizio in un mare di polemiche.
Una su tutte quella che ha riguardato gli immobili della Chiesa: il
governo Monti ha infatti deciso di praticare l'esenzione sulle aree
di culto a far pagare l'imposta solo su quelle "commerciali" susci-
tando molte perplessità sulle difficoltà di fissare un confine netto
fra le une e le altre.
Ora, a poche settimane dalle elezioni, l'Imu è di nuovo un campo
di battaglia. Monti dice che è frutto del precedente governo c che
va ristrutturata assicurando più gettito ai Comuni. Tremonti, mini-
stro del governo che l'ha ideata (vecchia Ici) assicura che fu "im-
maginata per il 2013, ma non c'era dentro la prima casa e la riva
lutazione catastale". Certo non ci sarebbero stati nemeno i 24 mi-
liardi. Ora il leader della Lista Lavoro e Libertà invita al ricorso
alla Corte Costituzionale contro "l'imposta iniqua".  Quanto alla
parte spettante si Comuni è già stabilito che da quest'anno gli in-
troiti andranno tutti alle Giunte.

Imu-Chiesa / Il bluff sull' Imu alla Chiesa
... Arrivò Monti e solenne fu l'impegno: niente sconti nè
privilegi. E così per evitare la sanzione europea il Parla-
mento approvò una disciplina chiara quanto banale.  La
Chiesa avrebbe pagato per tutti gli immobili in cui svolge
attivitò commerciale, come definita nel nostro ordinamen-
to in conformità alle direttive europee.
Ma il diavolo è nei dettagli. Il governo si riserva di emettere
un regolamento , apparentemente relativo   alla disciplina di
ipotesi  marginali e residuali.  E però con questa scusa ritor-
na sulla decisione del Parlamento per introdurre criteri  gra-
zie ai quali l'esenzione Imu per la Chiesa anche dove svolge
attività commerciali diventerebbe amplissima: un rosario di
eccezioni idonee quasi ad azzerare quello che il Parlamento
aveva dovuto approvare per evitare la sanzione europea.
Fortunatamente i primi di ottobre il Consiglio di Stato inve-
stito dall'obbligatoria richiesta di parere ha bocciato in tron-
co il colpo di mano governativo, ammonendo l'esecutivo sul-
la procedura di infrazione europea  e  sui limiti della delega 
che aveva ricevuto.     Per tutta risposta l'esecutivo anzichè 
fare ammenda dello scivolone, si costruisce una legge ad hoc
con un codicillo  inserito  nel Decreto Legge sugli enti locali.
E torna a confezionare un regolamento che se venisse defini-
tivamente approvato consentirebbe alla Chiesa rilevantissi-
me esenzioni per la gran parte della sua attività commerciale:
alberghi, sanità e scuole.
Il tentativo è sempre il medesimo di Tremonti:  Introdurre criteri
di definizione dell'attività non commerciale diversi e ben più ampi
di quelli dettati dall'ordinamento comunitario e nazionale; in modo
da farli valere soltanto per la Chiesa e per gli altri enti non-profit,
che invece ai fini della tassa immobiliare quando svolgono attività
commerciale devono essere ovviamente trattati come chiunque al-
tro: in difetto si avrebbe un clamoroso aiuto di stato a danno delle
pubbliche tasse e della corretta concorrenza.
Continua...to be continued...


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