Chi è Cody
Ha 11 anni, sogna le Paralimpiadi. Visita i soldati veterani feriti.
La madre: "Il suo sorriso è contagioso. Sono stupita dell'effetto
che ha sugli altri. E' una benedizione".
Cody McCasland ha perso entrambe le gambe quando aveva15 mesi a
causa di una rara sindrome. Cody è portavoce di 'Challenge Athletes
Foundation' (recupera fondi per lo sport di persone con disabilità) e
ha partecipato a show televisivi.
Cody è stato premiato a Roma, in Vaticano ("Premio Sciacca").
(da 'Il Corriere della Sera' - 5 novembre 2012 - di Claudio Arrigoni)
Cody, il bambino con le protesi che cura i veterani
Kevin McCloskey è un veterano dell'Afghanistan. Una bomba esplose sotto il suo
mezzo, maciullandogli le gambe, provocandogli ustioni, riempiendogli di schegge
un occhio. Lauren, la sua fidanzata, vide un bambino in tv. Correva. E sorrideva.
Non aveva gambe, solo due piccole protesi. Lauren cercò i genitori, Tina e Mike:
"Vorrei che incontrasse Kevin". Fu così che Cody, il bimbo texano con le protesi
che corre felice, e Kevin, l'eroe di guerra tornato a casa con le stampelle, si incon-
trarono. "Mi ha visto e ha detto: 'Ciao, sono Cody'. E ha cominciato a ballare".
Sulle lame delle protesi. Era il suo modo per dirgli: "Ehi, puoi farlo anche tu!".
Cody McCasland aveva 7 anni, ora ne ha 11. Nato prematuro con una rara sindro-
me, gli hanno amputato le gambe quando aveva 15 mesi. Poi, anni da incubo: ope-
razioni e blocchi respiratori. Lui e le protesi: non c'è sport che non abbia provato.
Con un sorriso che fa innamorare. In acqua dai nove mesi, fra i 3 anni e i 6 saliva
sui cavalli o giocava a baseball e calcio. Corre, salta, partecipa a minitriathlon, e
usa l'handbike. Soprattutto, nuota: "Il mio sogno è la Paralimpiade di Rio". Una
sua foto, con lui in pista, le sue protesi e il suo sorriso meraviglioso lo ha fatto di-
ventare una star della rete. " So che ispira gli altri e questo mi onora": Tina, allo-
ra insieme a Mike, non gli ha mai precluso nulla, in primo luogo lo sport, alla
stessa maniera della sorellina Callie.
Dopo l'incontro con Kevin, Cody ha cominciato ad andare nel 'Veterans Admini-
stration Hospital', dove ci sono soldati rimasti paraplegici, non vedenti, amputati.
Un giorno era al 'Brooke Army Medical Center". C'era il colonnello dei marines
Tim Karcher, veterano di Afghanistan e Iraq. Aveva perso le gambe per una bom-
ba vicino a Sadr City: "Cody è stato indimenticabile". C'erano marines di due
metri che hanno superato mille volte la morte. Anche lui sa cosa vuol dire essere
vicino a morire. "Mi chiamo Cody" e iniziava a ballare e correre. Parla di ciò che
vive. Per questo quei soldati gli credono. "Be strong, never give up, siate forti, mai
arrendersi". Sa farli sorridere. "I soldati vedono Cody correre e quel suo sorriso è
contagioso", spiega Tina. Vuole diventare medico: "Per far stare meglio gli altri e
aiutarli a non soffrire".
in Vaticano, per ricevere il premio Sciacca. "Conosco l'Italia, - dice ancora
Cody - al Colosseo c'erano i gladiatori e in Vaticano c'è il Papa". E come la
mamma, Cody ha fede: "Credo in Dio e so che mi aiuta a superare i momenti
duri". La mamma Tina sa quel che Cody ispira: "Sono stupita dell'effetto che
ha sugli altri, è così giovane. E' una benedizione anche per la mia vita e non
vedo l'ora di vedere quel che Dio ha pianificato per lui".
Ecco come il famoso pilota Alex Zanardi (due medaglie d'oro alle paralim-
piadi di Londra 2012 con la sua handbike) parla di questa storia di Cody.
L'entusiasmo e l'esempio: la lezione di un ragazzino
di Alex Zanardi
Una persona che ispira altri è tanto più efficace quanto meno sente
di incarnare questo ruolo Ognuno deve fare la propria strada: questo
diventa il racconto di come affronta la vita. Mi dicono: sei un modello
per tanti. Può darsi, ma io non mi sento tale, anche se posso capire di
essere a volte un punto di riferimento. E' capitato anche a me. Nei mo-
menti difficili della mia riabilitazione, altri con i miei problemi sonoù
stati per me fonte di ispirazione, da loro ho tratto insegnamento e for-
za. Un conto era sentire il primario spiegare cosa potevo fare con le
protesi, un altro ascoltare una persona che su quelle protesi ci sta e le
usa. E' molto più coinvolgente. Il primario alla fine del lavoro toglie
il camice e va a casa, l'altro al massimo toglie le protesi per dormire.
Conta capire le abilità. Se ciò che ti fa star male è la semplice idea
di non avere gli stessi "attrezzi" degli altri, diventa difficile uscirne.
Se il problema è invece pensare di non poter raggiungere gli stessi
obiettivi, allora cambia la prospettiva. Se poi qualcuno ti mostra co-
me andare dal punto A al punto B in altra maniera, indicandoti co-
me, tu capisci di poterlo fare, pur con "attrezzi" diversi. E se certe
possibilità che tu hai ti sono mostrate con un sorriso, come quello
di Cody, questo ti aiuta ad avere entusiasmo. Un ragazzino che vive
la propria vita con semplicità, studia i problemi per andare avanti
e lo fa divertendosi è incredibilmente valido per ispirare il prossi-
mo. Non sente su di sè nessuna responsabilità particolare. Vive la
sua vita. In maniera e con soluzioni magari eccezionali perchè la
sua stessa vita è eccezionale., cioè fuori dalla norma. Il sorriso ti
convince. Sembra che ti dica: ehi, non è così difficile.
E l'entusiasmo ti porta ad andare avanti, fare di più. Ogni giorno
di più
Lucianone
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