sabato 3 novembre 2012

Sport - calcio / Serie A - anticipi: Juve sconfitta, Milan vince bene

4 novembre 2012 - domenica     4th November / Sunday      visualizzazioni - 37.485

Milito implacabile, l'Inter rimonta
La Juve non è più imbattibile

TORINO, 03 novembre 2012

Finisce 3-1 per i nerazzurri a Torino: bianconeri avanti dopo 18" con un gol irregolare di Vidal, poi nella ripresa la doppietta del Principe (primo su rigore) e Palacio nel finale portano la squadra di Stramaccioni a meno 1 dalla vetta


La rabbiosa esultanza di MIlito allo Juventus Stadium. Forte
La rabbiosa esultanza di MIlito allo Juventus Stadium. Forte
L’Inter vince a Torino. Un risultato, il 3-1 in rimonta sulla Juventus, che è un urlo: i nerazzurri, ora a -1 in classifica, possono giocarsela, per lo scudetto, contro i campioni d’Italia. Perché battono una squadra che era imbattuta da 49 partite consecutive, di tre campionati diversi. E finora imbattibile, allo Juventus Stadium. Una doppietta di Milito e un centro di Palacio replicano alla rete di Vidal in apertura di gara. Che poteva essere una mazzata sulle ambizioni della squadra di Stramaccioni, anche perché arrivata grazie ad un fuorigioco non ravvisato di Asamoh, e che invece ha cloroformizzato la squadra di Conte. Mai visti così tanti colpi di tacco, ancor più gravi, perché gratuiti, degli innumerevoli passaggi mancati. La Juve una volta di più, ma stavolta con gli interessi, paga un reparto d’attacco apparso stasera inadeguato al contesto di squadra. Vucinic si è fatto male, Bendtner e Giovinco non hanno inciso, e dire che l’Inter non è stata ermetica. E la coperta, per una volta, è diventata corta. Le implacabili punte dell’Inter, quelle che la Juve non ha, hanno fatto la differenza.
VIDAL GOL — La Juve parte col botto. Vidal segna dopo 18 secondi, deviando in rete a porta vuota, sul secondo palo, in anticipo su Nagatomo, il tiro-cross da sinistra di Asamoah. Ci sarebbe però posizione di fuorigioco del ghanese, sul tocco in verticale di Vucinic. Il guardalinee Preti non se ne accorge. E allora Juve in vantaggio. Con il sesto gol di Vidal, miglior realizzatore stagionale dei bianconeri. La Juve insiste, sfrutta lo smarrimento nerazzurro, e sfiora il raddoppio. Con un inserimento centrale in verticale di Marchisio al cui destro al volo risponde una prodezza di Handanovic.
L'azione del primo gol della Juve: Asamoah è in fuorigioco. Ansa
L'azione del primo gol della Juve: Asamoah è in fuorigioco. Ansa
PALACIO SEGNA IN FUORIGIOCO — L’Inter si scuote. Con un sinistro alto di Cambiasso, ma soprattutto con il colpo di testa vincente di Palacio: ma l’argentino è in fuorigioco, sul cross da sinistra.
GARA INTENSA — Il ritmo è alto. I rovesciamenti di fronte repentini. C’è però tanta frenesia, altrettanti errori negli appoggi, anche comodi. Le occasioni da rete non mancano. Cassano se la crea da solo, con un delizioso destro a girare dal vertice sinistro dell’area, palla a lato di un soffio. Mentre Vidal sfrutta un regalo della retroguardia ospite per sprintare verso la porta, ma Handanovic è di nuovo bravissimo. In mezzo c’è un altro episodio da moviola. Il fallo vistoso, anche se non intenzionale, sullo slancio, di Lichtsteiner su Palacio. L’arbitro Tagliavento non tira fuori il secondo cartellino giallo per lo svizzero, già ammonito. Alessio lo toglie dal campo. Dentro Caceres. All’intervallo la Juve è avanti. Ma ha sprecato l’occasione per chiudere la gara, in contropiede. L’Inter ha fatto la partita, contropronostico, ma gioco-forza, sotto di un gol.
PARI MILITO — Si riparte con Bendtner al posti di Vucinic, acciaccato. La difesa dell’Inter è imbambolata, ma la Juve spreca ancora. Come Palacio, in contropiede, vanificando (palla alta) un tre contro due. Poi Tagliavento indica il dischetto per una trattenuta di Marchisio su Milito vista dal giudice di porta Orsato, che poi sarà bersagliato da oggetti lanciati dalla Curva Sud juventina, dietro di lui. Dal dischetto il Principe segna di potenza il sesto gol del suo campionato. Uno a uno. La gara si incattivisce. Si sentono tutti in credito per l’arbitraggio.
DOPPIO MILITO E PALACIO — La Juve perde, con Pirlo, l’ennesima palla a centrocampo, e stavolta l’Inter, in contropiede, la punisce. Ancora con Milito, che trova la porta sguarnita sulla respinta di Buffon su Guarin, subentrato a Cassano, sfiatato. Bendtner, pessimo, non trova la porta vuota da posizione complicata, stavolta alla Juve il carattere non basta. E arriva anche il 3-1 di Palacio, dopo un'azione di contropiede conclusa dall'assist del giapponese per l'ex genoano. Esulta l’Inter, che non vinceva in campionato a Torino dal 2005. E ora festeggia un’impresa e ne sogna un’altra.
(di Riccardo Pratesi - da la Gazzetta dello Sport.it)

Il Milan è tornato
Col Chievo finisce 5-1

Terzo risultato ultile consecutivo dei rossoneri che passano con Emanuelson ma si fanno raggiungere subito da Pellissier. Poi arrivano i gol di Montolivo e Bojan. Nella ripresa sale in cattedra El Sharaarwy che segna l'ottavo gol in campionato e regala un assist a Pazzini



Stephan El Shaarawy esulta con la squadra dopo l'ottavo gol in campionato. Ap
Stephan El Shaarawy esulta con la squadra dopo l'ottavo gol in campionato. Ap
Riecco il Milan. Riecco il gioco e l'entusiasmo. I rossoneri tornano alla vittoria rifilando un netto 5-1 al Chievo. Un gradino sopra gli altri Emanuelson e Montolivo, autori dei primi due gol. Ancora di più El Shaarawy, straordinario leader della squadra, ancora in rete (l'ottava volta) e uomo assist per Pazzini che chiude il conto. Serata perfetta anche per Bojan: sua la terza rete, ancora buona la sua prestazione. E pensare che dopo il gol di Emanuelson, Pellissier va subito in rete minando la fiducia dei rossoneri. Alla fine la cinquina punisce eccessivamente i gialloblù, ma mette d'accordo tutti; 7 punti nelle ultime tre partite rilanciano i rossoneri che adesso devono solo trovare la continuità. Quinto, terribile k.o. fuori casa, invece per il Chievo che non replica la prova della Primavera capace di battere qualche ora prima i pari età rossoneri con identico risultato.
Urby Emanuelson scocca la palla dell'1-0. Ansa
Urby Emanuelson scocca la palla dell'1-0. Ansa
si torna al 4-2-3-1 — Con Bojan dal primo minuto e con Pazzini prima punta, Massimiliano Allegri rilancia il 4-2-3-1. Perché, dice il tecnico, senza Bonera la difesa più indicata è quella a quattro. In verità il modulo 4-2 e fantasia è il risultato di una sculacciata sul volo Palermo-Milano. Ma c'è anche la convinzione che quella con il Chievo sia una sfida da bivio. Nella desolazione di San Siro, termini del tipo "spareggio per non retrocedere" suonano sinistri. Ma la classifica la dice lunga. Corini cerca di ricompattare i suoi reduci da quattro sconfitte consecutive in trasferta, si affida all'esperienza di Pellissier e alla forma di Thereau con la spinta sulla fascia di Luciano.
Riccardo Montolivo segna il 2-1. Afp
Riccardo Montolivo segna il 2-1. Afp
passa la paura — Milan avvisato e subito in partita con un buon ritmo. Il Chievo però prende le misure, con una manovra difensiva ben organizzata. E' facile intuire che è Emanuelson l'uomo più in palla del Milan. Corre senza limiti e gestisce in prima persona le migliori azioni offensive della squadra. Ed è proprio suo, al 16', il gol del vantaggio, un sinistro da fuori area con la leggera deviazione di Dramè. Ma dura poco la gioia dei rossoneri perché secondo la migliore tradizione, arriva il gol su palla inattiva. Corner e Pellissier con una torsione infila di testa, spalle alla porta, sotto la traversa. La bambola è a portata di mano e il Milan sbanda, abbassando addirittura il baricentro. E con il Chievo che spinge non resta che puntare al contropiede. Così al 36', dopo una prodezza di Abbiati su Thereau, arriva il 2-1. La ripartenza di El Shaarawy è spettacolare. Il Faraone regala palla a destra per Emanuelson il cui assist al limite viene capitalizzato da Montolivo con un rasoterra imparabile. Al 41' arriva il terzo gol, frutto di una nuova azione corale, finalizzata da Bojan che usufruisce di una deviazione di Dainelli.
La felicità di Bojan Krkic. LaPresse
La felicità di Bojan Krkic. LaPresse
e anche il faraone — Montolivo che detta i tempi da leader e la formula Emanuelson-Bojan-El Shaarawy regala buoni frutti. Il Faraone inoltre dà buon esempio andando a recuperare palle nella fase difensiva, esaltando il suo talento. Corini dal canto suo ordina ai suoi di pressare; al 10' della ripresa sostituisce Luciano con Marco Rigoni. Fuori anche Dramè, abbattuto da una violenta pallonata al volto, calciata da Abate; lo sostituisce Stoian. El Shaarawy manca il gol con un rasoterra a fil di palo che nemmeno lui ci crede. Entra Boateng per Emanuelson, mentre Pellissier lascia il posto a Di Michele. Ma gioca solo il Milan che trova il quarto gol, meritatamente con il Faraone: spinta da due passi sull'assist di Abate. La conferma delle straordinarie capacità del ragazzino che non si ferma più. Forte e dotato di classe immensa. Vedi l'assist a Pazzini che chiude il conto nel recupero. Il Milan rivede la luce. Un poker per il rilancio: per battere il Malaga martedì in Champions e replicare domenica prossima ancora a San Siro contro la forte Fiorentina.
 (di Gaetano De Stefano  -  da la Gazzetta dello Sport)

Commento di Lucianone
Si è  chiusa alla fine la serie che sembrava interminabile delle vittorie
juventine. Ma ora che è successo, come per tutte le cose che ci piaccio-
no tanto e vorremmo non finissero mai, ci sembra impossibile. Oppure
"it's not possible!", citando il tifo all'anglosassone.
E' stata comunque la fine di una serie positiva di 49 risultati senza sconfitte
che prima o dopo era prevedibile prima di dicembre o di Natale, in quanto si
vedeva spesso, ultimamente, traballare in difesa una Juve distratta che un pò
ricordava quella di 2 anni fa. Ma erano solo rari momenti in mezzo a partite
molto aggressive e arrembanti, soprattutto a centracampo e sulle fasce.
Quello che è mancato con l'Inter è stato appunto il centrocampo e la mancanza
di un vero bomber nella zona d'attacco. E' mancato, dopo il rigore di Milito, il
gioco d'insieme, la velocità sulle fasce e lo spirito di rimonta che altre volte
aveva animato la squadra di Conte, e forse si sente proprio la mancanza del
tecnico in panchina: da lì magari avrebbe dato alla squadra la giusta sterzata!

Lucianone

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