venerdì 23 marzo 2012

Società e politica - Art.18. scioperi e proteste / Il caso Melfi

24 marzo 2012 - sabato      24th March / Saturday      visioni del post: 36

Art. 18. scioperi e proteste             
da Nord a Sud sindacati uniti
Dalla Fincantieri alle fabbriche metalmeccaniche, da Palermo a Monfalcone, la base sindacale in rivolta contro la norma che favorisce la mobilità in uscita dal lavoro. Dieci anni fa a Roma (nella foto) l'imponente manifestazione della Cgil
Operai Fincantieri che si astengono dalle attività a Palermo, Castellammare di Stabia, Monfalcone, insieme a quelli di altre aziende in Toscana e Liguria, per manifestare contrarietà soprattutto all'impossibilità del reintegro nel licenziamento economico. Nel 2002 provarono a infrangere il tabù Berlusconi e Maroni. Alle manifestazioni di questi giorni aderiscono a livello territoriale anche altre sigle sindacali
ROMA - Dieci anni dopo, la Cgil chiama ancora alla mobilitazione in difesa dell'articolo 18 e contro la riforma del mercato del lavoro. Il sindacato diretto da Susanna Camusso ha già annunciato uno sciopero generale di 8 ore, in data da definirsi, più altre giornate di astensione dal lavoro che saranno utilizzate nel prossimo periodo per sostenere la battaglia contro le modifiche alla normativa sul lavoro indicate come "il via ai licenziamenti facili". E alle proteste in corso in questi giorni, aderiscono anche - a livello territoriale - appartenenti alle altre sigle sindacali.  
Nel 2002, la Cgil portò in piazza al Circo Massimo (secondo il sindacato), tre milioni di persone contro le ipotesi di modifica dell'articolo 18 paventate dal governo Berlusconi con l'allora ministro del Lavoro Roberto Maroni. Oggi ci riprovano i tecnici dell'esecutivo Monti, Elsa Fornero l'ariete. E il mondo del lavoro risponde all'invito del sindacato di Corso Italia, da Nord a Sud, incrociando le braccia nei cantieri, nelle fabbriche, negli stabilimenti, accompagnando la protesta con picchetti e presidi, bloccando la viabilità, distribuendo volantini. Nel mirino, soprattutto l'eliminazione della possibilità di reintegro del lavoratore licenziato per ragioni economiche.  
Sciopero Fincantieri a PalermoLe Rsu di Fiom, Fim, Uilm, Ugl e Cisal del cantiere navale hanno indetto quattro ore di slicenziamenti 



facili". Il primo sit-in è stato programmato dalle 6 alle 10. Dopo avere organizzato un picchetto ai cancelli, gli operai hanno effettuato un blocco stradale, paralizzando il traffico nella zona del cantiere. Una iniziativa unitaria, come sottolinea il segretario provinciale della Fiom, Francesco Piastra: "Hanno aderito tutte le sigle sindacali, un segnale importante di compattezza perché sui diritti fondamentali non ci si può dividere. E non lo faremo".
 Le altre iniziative in Sicilia. Cgil molto attiva in Sicilia, dove per le prossime ore si contano molteplici iniziative a difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. In mattinata sit-in presso la prefettura di Agrigento, mentre davanti alla prefettura di Messina si sono dati appuntamento i lavoratori della Triscele (ex Birra Messina). Previsto anche il volantinaggio da parte dei lavoratori dell'agroindustria ai caselli autostradali messinesi e l'esecutivo della Camera del lavoro di Catania. Domani si svolgerà l'esecutivo della Cgil di Siracusa, per decidere le iniziative da mettere in campo. Lunedì 26 è in programma l'assemblea dei metalmeccanici della Cicli Lombardo spa di Buseto Palizzolo (Trapani) in vista dello sciopero generale. Mercoledì 28, a Palermo, un dibattito su giovani e precariato. 

Sciopero Fincantieri a Castellammare (Napoli)
Bloccate per due ore le attività dei cantieri navali da parte dei lavoratori Fincantieri di Castellammare di Stabia (Napoli). Anche qui la protesta vede unite tutte le organizzazioni sindacali di categoria, Fiom, Fim, Uilm, Ugl e Cisal, presenti nello stabilimento. "E' una decisione che nasce - spiega Giovanni Sgambati, segretario generale Uilm Campania - dopo le chiusure manifestate dal governo di fronte a chi aveva apprezzato i provvedimenti sugli ammortizzatori sociali. Sull'articolo 18, invece, non è stata accolta nessuna modifica. Già vi era un forte disagio tra i lavoratori. Se il Parlamento non dovesse accogliere le modifiche sui licenziamenti economici, rischia di aprirsi un problema di tenuta sociale tra i lavoratori". La protesta di oggi fa seguito a quella di ieri alla Indesit di Teverola, nel Casertano. 
Chiavari (Genova), sciopero alla Lames
Dopo la Fincantieri di Riva Trigoso, oggi a scioperare è la Lames, la seconda più importante azienda del Golfo del Tigullio. La protesta in atto alla Lames è organizzata dalle rappresentanze sindacali di Fiom Cgil e Fim Cisl, assente, invece, Uilm. Quattro ore di astensione, in ogni turno, per protestare contro le modifiche all'articolo 18. Gli esponenti delle sigle sindacali parlano di "massiccia adesione" allo sciopero, come accaduto ieri, quando mille lavoratori della Fincantieri di Riva hanno incrociato le braccia. 
Viabilità bloccata nel pisano dagli operai Asso Werke.
 Gli operai della Asso Werke, azienda metalmeccanica di Fornacette, hanno scioperato per quattro ore stamani, dalle 6 alle 10, bloccando la viabilità lungo la statale Tosco Romagnola a Calcinaia (Pisa), contro la riforma del mercato del lavoro. Sciopero indetto dalle Rsu in modo unitario. Il corteo, durato un'ora, si è snodato lungo la statale Tosco Romagnola con forti ripercussioni per il traffico: la zona interessata è un punto cruciale per la circolazione ed è avvenuto in un'orario di punta. C'è stato anche un momento di tensione tra alcuni operai e un passante, poi fatto allontanare dalle forze dell'ordine che presidiavano il corteo. I lavoratori, terminata la manifestazione, sono tornati in fabbrica.


Torino, sciopero di quattro ore alla Graziano.
 In difesa dell'articolo 18, i dipendenti della Graziano di Torino hanno scioperato per quattro ore, uscendo dallo stabilimento e percorrendo in corteo corso Francia. Agitazione promossa unitariamente dai delegati di Fiom-Fiom-Uilm. Commenta Vittorio De Martino, della segreteria provinciale della Fiom: "Il governo affronta la crisi punendo e mortificando i lavoratori quando sarebbe necessario creare le condizioni per il rilancio industriale e occupazionale del Paese, in un momento in cui la disoccupazione continua a mordere. Nella zona di Collegno, con le difficoltà di aziende come De Tomaso, Lear o Saturno, siamo in presenza di una perdita continua di posti di lavoro".

Monfalcone, scioperi ad Ansaldo e Fincantieri.
 Indetta unitariamente  dalle Rsu, si è svolta un'ora di sciopero alla Ansaldo Sistemi Industriali di Monfalcone (Gorizia). Ma è solo l'inizio: il blocco delle attività è servito a informare i lavoratori sulla riforma del mercato del lavoro e art.18 e "organizzare le azioni dei prossimi giorni". Si tratta del secondo sciopero della settimana indetto dalle Rsu; il primo ha avuto luogo martedi 20 marzo, quando i lavoratori si sono astenuti dal lavoro le ultime due ore di ogni turno. Sempre a Monfalcone, due le ore di sciopero proclamate unitariamente dalle Rsu Fim-Fiom-Uilm allo stabilimento Fincantieri, con presidio delle portinerie. Il primo turno ha scioperato dalle 6 alle 8; i giornalieri dalle 8 alle 10; gli altri turni sciopereranno le ultime due ore.

Il caso Melfi

Melfi, giudici duri sui lcenziamenti
"Fiat voleva cacciare sindacalisti"
Il licenziamento dei tre dipendenti (nella foto), due dei quali delegati Fiom, fu adottato "per liberarsi di sindacalisti che avevano assunto posizioni di forte antagonismo". Lo scrivono i giudici di Potenza nella sentenza con cui hanno ordinato il reintegro dei tre 

Le motivazioni del verdetto che ha portato al reintegro dei tre operai licenziati nel 2010 dal Lingotto. "Misura motivata solo per liberarsi di chi aveva assunto posizioni di antagonismo". "Pregiudicata la libertà sindacale"

POTENZA - I licenziamenti dei tre operai della Fiat di Melfi rappresentano "nulla più che misure adottate per liberarsi di sindacalisti che avevano assunto posizioni di forte antagonismo" con "conseguente immediato pregiudizio per l'azione e la libertà sindacale": lo scrivono, nelle motivazioni della sentenza, i giudici di Potenza.  Nel documento si legge che nei confronti dei tre licenziati, il responsabile della linea produttiva ha tenuto un atteggiamento "provocatorio", rapportandosi agli operai in un modo "che non è stato così tranquillo e pacato come la società sostiene". Per i giudici, prima di tutto, non c'è stato nessun danno alla capacità produttiva dello stabilimento ma, soprattutto, non è stato infranto il divieto di "ledere la capacità del datore di riprendere l'attività dopo lo sciopero". Davanti a quei carrelli, poi, non avrebbero sostato solo i tre operai licenziati, ma anche altre tute blu alle quali, sostiene la Corte d'Appello potentina, "la Fiat non ha contestato nulla".


Lucianone

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