sabato 28 luglio 2012

Sport . London Olympic Games 2012

28 luglio 2012 . sabato     28th July / Saturday                    visioni del post - 18

Primo giorno di Olimpiadi 2012
Italia con 5 medaglie: 2 ori, 2 argenti, 1 bronzo

Diario olimpico
Tiro a segno
La prima gioia da Tesconi: pistola d'argento



Arco
Le tre frecce d'oro: l'arco azzurro fa l'impresa
La squadra maschile composta da Frangilli, Galiazzo e Nespoli ha superato gli Usa. Decisiva l'ultima freccia con il "10" finale di Frangilli... e la spinta di Maranello


Un fioretto da leggenda
Podio tutto italiano - Di Francisca (oro): "Che emozione!"
Per la prima volta un podio tutto azzurro nella competizione
femminile - Elisa accede alla finalissima e batte la Errigo ai
supplementari (12-11). la jesina rimonta da 8-11.
La portabandiera dell'Italia - sconfitta in semifinale dalla
monzese - batte 13-12 la Nam rimontando 4 stoccate in po-
chissimi secondi.
È il giorno dei debuttanti maturi. Dopo Luca Tesconi, trentenne al debutto olimpico e argento nel tiro, anche Elisa Di Francisca corona il suo sogno. La jesina, campionessa del mondo nel 2010, lo fa nel modo migliore. Con l'oro. Batte in finale l'altra azzurra Arianna Errigo e si prende il posto che nelle ultime tre edizioni era stato di Valentina Vezzali, che oggi si è presa un bronzo di tutto coraggio. Un podio tutto azzurro nel fioretto non si era mai visto. Era già successo nella spada. E queste tre medaglie, unite a quelle del tiro a segno e dell'arco, regalano all'Italia una partenza bruciante: 5 medaglie in una giornata non era mai successo ai Giochi.


                     Elisa Di Francusca: l'esultanza per l'oro olimpico

Arco: impresa azzurra!  Primo oro per l'Italia
D'oro. Incredibile. Fuori da qualsiasi pronostico. Meno da quelli dei diretti interessati che credevano di poter regalare all'Italia la gioia più grande. L'avevamo sentito noi stessi: "Macché gareggiare per il secondo posto, noi vogliamo l'oro". C'è anche la registrazione dell'intervista con Mauro Nespoli che fa fede. Era solo ieri, il grande Im, l'arciere quasi cieco aveva frantumato il record del mondo. Ma la Corea del Sud era stata battuta proprio dagli Usa in semifinale, l'ultimo ostacolo prima dell'oro. Evidentemente i tre azzurri che gareggiano per l'Aeronautica, se lo sentivano. Sentivano di poter reggere la pressione perché nel tiro con l'arco non puoi avere paura e se avverti che arriva è la fine. Anche così si spiega il ritorno sul podio di Frangilli, a 16 anni di distanza dal primo, pone il nostro arciere al terzo posto tra coloro che hanno vinto a distanza di più anni nella disciplina. "Ho pensato a mia madre Paola che è morta nel 2005 - ha detto Frangilli tra le lacrime -. Lei c'era ad Atlanta ed anche ad Atene pur stando male. Ma lì non sono riuscito a vincere. Oggi sono sicuro che da lassù mi ha aiutato".
FIGLIO D'ARTE — E così eccoci a vivere un'impresa che il tiro con l'arco italiano non aveva mai vissuto. Era stato d'oro nell'individuale con Marco Galiazzo, ma mai era arrivato quassù con le sue squadre. Anche se quattro anni fa a Pechino, eravamo vicinissimi ai coreani, che praticamente ci hanno battuti all'ultima freccia. Proprio quella che ci ha fatto ora padroni del mondo. E che Michele Frangilli, figlio d'arte, papà che fa il tecnico per la Costa d'Avorio, ha piazzato con una freddezza pazzesca, prima di sciogliersi in un comprensibile pianto sul podio e nelle interviste. Il 9 ci avrebbe portato ai supplementari, l'8 ci avrebbe costretto a pensare a Rio 2016 e a rinviare tutto, il 10 ci ha fatto vincere. Ma di 10 i nostri ne hanno raccolti diversi, quasi dandosi il cambio di fronte alle accelerazioni statunitensi. Il segreto è stato quello: non scomporsi quando Kaminski e Vukie hanno provato a farcela fare addosso.
                          Abbraccio degli arcieri azzurri dopo la vittoria
CHIACCHIERE — L'oro, il primo per l'Italia a questa Olimpiade, è stato comunque una fantastica operazione collettiva. Questi tre arcieri - Marco Galiazzo, quello di mezzo, Mauro Nespoli, il più giovane, e Michele Frangilli, il veterano - sono legati da un rapporto particolare. Un'amicizia sempre molto critica, la capacità di dirsi le cose anche nelle circostanze in cui una parola pesa come la campana olimpica di ieri alla cerimonia d'apertura. E sono state pure queste "chiacchieratine" là nell'arena a costruire la strada che ha portato alla medaglia d'oro. Il 219-218 è dunque il primo oro azzurro a Londra. Insomma: come tirare la volata e pure vincerla. Per la cronaca nella finalina per il terzo posto, la Corea ha superato il Messico 224-219.

Ferrari nel motore — La prima telefonata di felicitazioni per l'oro italiano nell'arco a squadre è stata quella di Stefano Domenicali, direttore della gestione sportiva della Ferrari, che ha contattato il capospedizione azzurro Raffaele Pagnozzi. Il team di Maranello, infatti, ha collaborato ad un progetto di ricerche che ha consentito di selezionare la qualità delle frecce utilizzate dagli azzurri nel corso del torneo olimpico.

_______________________________________________________________________________
Commenti sportivi extra
Ragazze/i da sogno
Ci vuole lo sport per farci sentire italiani
Meglio, orgogliosi di essere italiani. Ci vuole lo sport per farci sorridere,
tra Imu, spread e èpetrolieri voraci. Ci vogliono le ragazze del fioretto
come c'erano voluti gli azzuri di Cesare Prandelli agli Europei di calcio.
Ci vogliono gli arcieri d'oro come Sara Errani al Roland Garros.
Santi, poeti e navigatori appartengono al passato, da tempo ormai
siamo un Paese di campioni- Il resto sono scandali , corruzione, tasse.
Ansia di sfogliare i giornali, accendere il televisore. Il mondo del lavoro
respimge i giovani, quello delle piste e delle pedane li esalta.
L'arciere Mauro Nespoli, la fiorettista Arianna Errigo, lo judoka Elio
Verde (che ha perso un bronzo già vinto) hanno tutti 24 anni: sono il
presente e il futuro del nostro sport. E del nostro Paese.
E'stato un sabato da leoni, vietato ai deboli di cuore. Un sabato come
solo l'Olimpiade sa regalare. Al diavolo la pennichella e l'ombrellone
pomeridiano. Siamo saltati in piedi sul divano per le azurre del fioretto
come per un "numero" di Cassano, con Elisa Di Francisca e Valentina
Vezzali a buttare giù dal podio la coreana Nam rimontandole 4 stoccate
in un amen. Abbiamo urlato "gooool" e non era Balotelli che inchioda-
va i tedeschi, ma la freccia di Frangilli che colpiva al cuore gli americani.
Moody's e Fitch ci declassano da New York, noi ci vendichiamo con i no-
stri simpatici  Robin Hood...
(Da Stadio-Corriere dello Sport - 29 luglio '12 / Francesco Volpe)

Lucianone

Musica /spettacoli - Londra: sordina a Springsteen & Mc Cartney

28 luglio 2012 - sabato        28th July / Saturday                       visioni del post - 23    

A Hyde Park l'eccezionale duo Boss-McCartney
bloccati per l'orario sforato: microfoni spenti
Peggio di Milano potè Londra
La figuraccia della denuncia a Springsteen  dopo San Siro 2008
superata sabato 14 luglio a Hyde Park (Londra)- 

La leggenda, la storia che si ripete e diventa  farsa.
Londra che, dopo 4 anni ruba la maglia nera del rock a Milano.
E dove non arrivarono le proteste del comitato San Siro e la bu-
rocrazia ottusa, arrivano gli organizzatori dell Hard Rock Calling.
Che fanno peggio di quella causa assurda intentata contro il pro-
moter Claudio Trotta di Barley Arts per i 22 minuti di sforamento
del concerto di Bruce Springsteen a San Siro, la notte del 25 giu-
gno 2008. La City va oltre. Schiaffeggia in un colpo solo il Boss
e il Baronetto.
I FATTI:
Sabato sera, 14 luglio, il tour della E-Street Band tocca Londra.
Per il Boss è il solito torrenziale set di tre ore.    Il limite orario
delle 22,15 è già sforato quando sul palco si materializza il San-
to Graal del rock.  Sale Paul McCartney per un duetto inedito e
irripetibile. Delirio dei 65mila di Hyde Park - centrale ma lon-
tano  dai  quartieri  bene  londinesi - per 'I Saw Her Standing
There'.  Estasi per 'Twist and Shout' e 'La Bamba'. Springsteen
è in trance, vuole andare oltre, torna al microfono, ma è spento.
Gli strumenti non si sentono. La corrente è stata tolta. Ore 22.40:
la festa è finita. -   McCartney ha un déjà vu: il 30 gennaio 1969 
l'ultima  esibizione  pubblica dei Beatles, sul gtetto della Apple
nel cuore della City, fu stoppata dalla polizia per il "rumore".
Steve Van Zandt, chitarrista della E-Street Band, spara a zero
su Twitter: "Da quando in Inghilterra c'è uno Stato di polizia?
Siamo andati oltre il coprifuoco in ogni Paese, ma gli sbirri in-
glesi sentono il bisogno di punirci". Perfino il sindaco conser-
vatore  di  Londra, Boris Johnson, si lagna:   "Se mi avessero
chiamato, avrei risposto: lasciateli suonare, nel nome del Si-
gnore!".
Un mese fa, il 7 giugno, il Boss a San Siro ha chiuso alle 0,20,
dopo 3 ore e 45 di show. Non si hanno notizie di cause. Milano
ha imparato la lezione.
(da pagina Cronaca di Milano di 'la Repubblica' - 16 luglio '12 -
di Massimo Pisa) 




Lucianone

Spettacoli e cultura - Appuntamenti

28 luglio 2012 - sabato          28th July / Saturday         visioni del post - 6

Appuntamenti estivi

"Contemporaneo" pop
PopSophia 2012
Festival del contemporaneo:
a Civitanova (Mc) filosofi, tra cui
Massimo Cacciari, che dialogano
in chiave pop.  Mese di luglio
Balletti nel Salento
La notte della Taranta
dal 7 al 22 agosto:
è itinerante lungo tutto il Salento;
si festeggia la musica popolare della 
zona: la pizzica.
Il jazz sul lago Maggiore 
Fino all' 8 agosto c'è lo Stresa Festival.
sul lago Maggiore offre concerti di alta 
qualità tra jazz, classica e musica da ca-
mera.
Cultura in Costiera campana
fino all' 8 settembre concerti, danze, 
mostre e incontri letterari nel Ravello
Festival nel cuore della Costiera Amalfitana.


continua... to be continued

mercoledì 25 luglio 2012

Spettacoli - Teatro / I ragazzi di Scampia

25 luglio 2012 - mercoledì      25th July / Wednesday     visioni del post - 17 

TEATRO a Milano

Sabato 14 luglio scorso è andato in scena a Milano
(ex Paolo Pini) lo spettacolo teatrale "Il convegno",
recitato da attori dall'età media dai 22 ai 25 anni,
diretti da Emanuele Valenti. 

(da 'la Repubblica'  - 13 luglio 2012 - di Sara Chiappori)
I ragazzi di Scampia irridono
i luoghi comuni sulla periferia
Di periferie se ne intendono. Ma siccome sono "corsari". quello
che offrono è punto di vista insubordinato, antiretorico e teatra-
lissimo su qualcosa che conoscono bene: un terrotorio difficile
e complesso che in Italia  è diventato sinonimo di emergenza e
disagio sociale. Stiamo parlando di Scampia, quartierone di 100
mila abitanti nella banlieue napoletana, dove tra le macerie di
un tessuto urbano in disfacimento è nata una strepitosa avven-
tura teatrale, prima sotto la guida di Marco Martinelli del Teatro
delle Albe e poi di Emanuele Valenti. - Si chiamano Punta Corsara
e nel giro di pochi anni hanno legittimamente conquistato  un posto
da protagoniosti sulla nuova scena italiana (Premio Ubu 2010).
Freschi di debutto al festival Inequilibrio di Castiglioncello (dove
hanno presentato l'ultimo lavoro, Petitoblok),. a Milano sono ar-
rivati con lo spettacolo precedente, 'Il convegno', brillante satira
della vuota retorica buonista normalmente allestita intorno alle
periferie. E non potevano scegliere un posto migliore dell'ex Pini,
altra avanguardia  di una militanza concreta  e poco lacrimevole
sulle frontiere dei margini.

Mescolando Karl Valentin e Achille Campanile, Rem Koolhaas e Kurt
Vonnegut, Valenti e i suoi formidabili attori (età media 22-25 anni) hanno
costruito un'aguzza azione teatrale che volge in parodia riti, lessico e luo-
ghi comuni dei tanti convegni  a cui  sono stati invitati  per raccontare la
loro esperienza. "Questo spettacolo è la nostra uscita di sicurezza - spie-
ga Valenti, che di anni ne ha 38 - un modo per fuggire dall'etichetta che
ci hanno appioppato e tornare a respirare. Ridendoci addosso per ribel-
larci ai luoghi comuni". 
In un crescendo paradossale che usa lo sberleffo come arma di denuncia,
va in scena un demenziale convegno con parata di figure ricorrenti in que-
ste occasioni: un untuoso moderatore, un improbabile assessore all'ascol-
to che, come tanti altri suoi colleghi politici non fa atro che dire "sono qui
per ascoltare", un sociologo fuori controllo, un'urbanista disturbata e un
operatore al capolinea della sopportazione. Tra loro che si rubano il micro-
fono , si parlano addosso accumulando banalità, sta esibita come una cavia
una ragazza di periferia "vampirizzata" dal vuoto blabla dei bislacchi rela-
tori.

Il risultato è uno spettacolo acido, esilarante, dai perfetti tempi comici
dove si ride parecchio ma si mastica amaro. "In fondo il cuore di questo
lavoro è l'incomunicabilità tra potere e territorio, tra potere e fantasia -
continua Valenti - dove il gioco dell'informazione e i suoi codici spostano
l'attenzione sul come più che sul cosa, generando morbosità  per  tenere
il male a distanza". Ma attenzione, perchè questo Convegno non ha nien-
te di patetico. Qui ci aggiriamo dalle parti del teatro puro, la vera sfisa di
Punta Corsara, che quotidianamente si scontra con l'abbandono da parte
delle istituzioni e per questo ha scelto di reagire  puntando sempre più in
alto.   _ "Scampia è il nostro bacino, ma il teatro è il nostro obiettivo - di-
ce sempre Valenti - e abbiamo l'ambizione di fare bene su entrambi i fron-
ti, quello sociale e quello artistico". E se non ci credete, andate a vederli.

Lucianone 

Sport - Ricordo delle Olimpiadi: Los Angeles 1984

25 luglio 2012 - mercoledì       25th July / Wednesday      visioni del post - 14

Ad aver catalizzato l'attenzione del pubblico nelle Olimpiadi del 1984
era stato Carl Lewis, il "padrone del vento".e in  seguito chiamato
anche "il cigno".
In quattro edizioni dei Giochi olimpici, Carl Lewis ha vinto 9 medaglie
d'oro: le prime 4 a Los Angeles (100m, 200m, 4x100m e salto in lungo)
e l'ultima ad Atlanta, nel 1996. Otto anni prima, a Seul '88, è stato ar-
gento  nei 200m.
(la Repubblica - 11 luglio 2012 - Emanuela Audisio)
Il volo arrogante del cigno Carl
padrone del vento
Lewis si volta indietro: c'è il vuoto. li guarda per l'ultima volta
nello specchietto retrovisore. Poi sfreccerà e li farà sentire tutti
vecchi.    E' in quel momento che nasce la sua leggenda: a Los
Angeles '84. - Su quella pista nasce la leggenda del nuovo Owens
e con lui la corsa diventa anche eleganza. Nove record del mondo,
nove ori, dieci anni da imbattibile. Ma l'America non si è mai in-
namorata di quel nero che guardava tutti troppo dall'alto.
Un anno prima di Los Angeles '84 ai campionati americani Lewis
aveva vinto 100, 200 e lungo.    Nessuno ci riusciva dal 1886, cioè
da Malcom Ford. -     Carl Lewis è figlio di due insegnanti, molto
sportivi. E' un cigno leggero, anche arrogante: vols con eleganza,
quasi senza fatica, senza far rumore. Gli altri calpestano la pista,
Lewis la sfiora. La sua corsa non sfregia: tanta estetica, ginocchia
sempre alte.      L'America non è ancora abituata a questo Grande
Gatsby che spoglia lo sport di tutto il suo sudore e loa sua bestia-
lità per rivestirlo in maniera elegante e chic. Lewis volerà solo in
prima classe, solo in suite  di albergo di lusso, solo in limousine,
solo se è chiaro che non si mette sotto contratto un atleta, ma si
riceve la grazia da un mito.



A Los Angeles è ancora un ragazzo di 23 anni che deve realizzarsi: può
tutto, ma al collo non ha ancora niente. Si prende i cento metri in ma-
niera netta e indolore: agli ottanta metri Sammy Graddy , suo compagno,
è avanti  e  pensa  di vincere, ma con  la coda  dell'occhio vede qualcosa,
come un colpo di vento. E' Lewis che in un attimo lo brucia  e lo inchio-
da nel passato con 9''99, con 20 centesimi di vantaggio.
Quei 100 metri da zucchero filato sono l'inizio della favola, la prima
costruzione dell'uomo che 18 anni fa volle farsi re e creare un regno
perfetto senza aggressioni e brutalità, dove ci si misurava socratica-
mente con se stessi, senza abbruttirsi. - Lewis fu Atene, lottò e supe-
rò Sparta, senza mai sporcarsi le mani. Non attraversò il pianeta, ci 
volò sopra: nove volte recordman del mondo in proprio o in staffetta
senza mai cercare di strapazzare il tempo andando in altura, dieci
anni senza mai perdere nel lungo. E poi ancora un primato della
velocità  nei 100 metri  stabilito  a 30 anni, un'età   in cui  nello
sprint non esiste più futuro, quattro Olimpiadi, quattro successi
nella stessa specialità, eguagliando il discobolo di Al Oerter, il
record di nove ori (più un argento).
L'America puritana a Los Angeles inizia ad applaudire Lewis, ma
se ne tiene distante: sospettosa di non vederlo mai con una donna,
difidente dei suoi tacchi a spillo indossati in Europa per un cartel-
lone pubblicitario, soprattutto dopo la dichiarazione del tuffatore
sieropositivo Greg Louganis: "Carl è molto più gay di me".
Lewis è un campione, ma non è simpatico.  Lo accusano: troppo
bianco, troppo poco nero, troppo dandy, troppo poco maschio. Si
merita la battutaccia di Reagan che in campagna elettorale va a
chiedergli il voto: "Ho fatto molto per voi". Lewis: "Per noi neri?".
Reagan: "No, per voi ricchi".  Lewis viene fischiato dal pubblico e
dai giocatori di basket Nba quando convinto di poter fare Michael
Jackson , vestito di paillettes argentate, va a cantare e stona l'inno
americano ad una partita.  Fa storcere la bocca perfino al grande
Jesse Owens:   "Non vorrei rimpiangere il fatto di avergli dato la
mano, in lui ho visto solo egoismo e arroganza".


Lewis non si darà mai, impegnato a far passeggiare il suo cane
Ramsete, a innaffiare i fiori del giardino, a sistemare la colle-
zione di cristallo Baccarat, a occuparsi della sua dieta vegeta-
riana, a rispondere  al telefono  alla  signora  Clinton  che  lo
chiama dall'aereo. Nè si preoccuperà dei risultati degli avver-
sari, tutti figli di un dio minore. Lewis era Lewis.
Continua...to be continued...

Istruzione - Scuola / Aumentano i promossi

25 luglio 2012 - mercoledì      25th July / Wednesday  
                                                                                          visioni del post - 7

Ho recuperato  un articolo molto interessante  che riguarda l'anno
scolastico appena trascorso e dà un resoconto abbastanza comple-
to dei risultati complessivi nei vari istituti italiani. 

Anno scolatico 2011/2012: I prof.
si scoprono meno severi
Il dopo-Gelmini archivia "l'era del rigore"

(da 'la Repubblica' - 11 luglio 2012 - Corrado Zunino)

E' definitivamente archiviata l'era del rigore, se mai è esistita. Nelle scuole
medie e superiori italiane crescono i promossi, in maniera sensibile.
Diminuiscono i rimandati (oggi si chiamano "sospesi") e pure i bocciati.
Gli ammessi alla classe superiore crescono in tutti i tipi di scuole: l icei
scientifici e classici, licei artistici e istituti d'arte e, soprattutto,  scuole
tecniche e professionali, da sempre luoghi scolastici difficili.
Nel dettaglio, i promossi aumentano soprattutto al terzo e al quarto anno
superiore.
Non sono dati definitivi, ma sono probanti: si sono testate l'85 per cento
delle scuole medie inferiori e il 91 per cento delle medie superiori.
Non sono ancora pronti i risultati degli ammessi all'ultima maturità, ma
il dato dei "non ammessi" all'anno successivo delle scuole superiori è in
netto arretramento: il 10,9% contro l'11,7.  -  E se si guarda l'arco degli
ultimi cinque anni, si vede che  in questo 2011-2012 c'è la performance 
migliore (meno bocciati): nel 2008 erano stati il 5 per cento in più.
Nelle superiori chi passa al primo turno sono solo 6 su 10 e un quarto
dei ragazzi, va detto, viene rimandato.  Negli istituti tecinici, poi, i ri-
mandati sono uno su tre, nei professionali  i bocciati quasi il venti per
cento, ma tuti questi dati sono in miglioramento.
I numeri confermano che quella italiana è la scuola formalmente più
severa d'Europa. Altrove, in Francia, in Spagna , in tutta la Scandi-
navia ma anche in Inghilterra, la bocciatura  è rara nell'età dell'ob-
bligo se non di fronte a eccezionalità e l'approccio degli insegnanti
resta "friendly" con gli scolari adolescenti. E' un dato di fatto, però,
che in Italia i numeri siano migliorati con il cambio al ministero
(era stata Mariastella Gelmini ad annunciare l'avvento del rigore).
  
Continua... to be continued...


venerdì 20 luglio 2012

Finanza /economia / politica - Perchè la crisi in Europa?

21 luglio 2012 - sabato      21st July / Saturday       visioni del post - 35
                                                                                  
La crisi economica dell'Eurozona 
(parte 1^)

La Germania davanti al bivio
(di Barbara Spinelli - la Repubblica - 11 luglio 2012)
...Il Sud Europa non si stanca di ammonire Berlino, evocando
l'espandersi di sentimenti antitedeschi.  Ma conoscono poco
i sentimenti antieuropei che si addensano in Germania.
Citiamo, fra gli epiteti usati dai frequentatori dei giornali sul
web, i più significativi: gli italiani, greci, spagnoli, portoghesi
sono scocconi, parassiti, perfidi, svergognati.
Puntando l'indice sul passato tedesco, sono soprattutto ricat-
tatori. Sono "cani, e che abbaino pure alla loro altezza". Un
lettore conclude. "Chi ha amici simili, non ha più bisogno di
nemici".   L'astio colpisce anche europeisti come gli ex can-
cellieri Schmidt  e Kohl, i verdi trittin e  Roth, l'ex ministro
degli Esteri Joschka Fischer ("un depravato morale"): sono
"traditori del popolo", "odiatori della Germania".
Bastano queste citazioni per capire che sarà pieno di insidie
il cammino degli europei verso una progressiva messa in co-
mune dei debiti. La parola solidarietà è vista come una trap-
pola, tesa per costringere i tedeschi a svenarsi per espiare
chissà quale colpa.
Questo clima va tenuto presente, quando si parla di scudo
antispread o Fondi salva.stati o si celebrano i progressi rag-
giunti ai vertici europei. E' un clima incendiario che le classi
dirigenti tedesche non sanno evidentemente governare. il più
delle volte lo lusingano, altre volte lo contrastano , ma aven-
done paura. Manca tragicamente la pedagogica capacità di
spiegare le cose "nei dettagli":  è l'accusa, pesante, che  il
Presidente Gauck ha rivolto sabato al governo. Nè serve la
politica  dei piccoli passi: solo  un salto qualitativo  (Unione
politica, potenziamento della Bce)  creerebbe la scossa che
calmerebbe gli animi oltre che i mercati.  Le misure piccole
sono vissute come una tortura della goccia cinese. Ma nes-
suno osa, e tra chi osa di meno nelle classi dirigenti ci sono
gli economisti: una corporazione che ovunque ha mancato -
salvo eccezioni - l'appuntamento con la crisi del 2007-2008.
 Ben 172 economisti tedeschi, e non dei minori, hanno fir-
mato giovedì un appello in cui intimano al governo di non
cedere alle pressioni  e ricusare  le misure concordate al
vertice del 28 giugno, troppo costose per Berlino. Pur non
firmando, è d'accordo anche il governatore della Bundes-
bank Weidmann, ostile a scudi salva spread e unione ban-
caria. Weidmann è membro di un'istituzione  comunitaria
(il Consiglio direttivo della Bce), e l'uscita è quantomeno
anomala.
















All'appello dei 172 hanno risposto due contro-appelli,
firmati  tra gli altri  da Peter Bofinger e  Bert Rùrup,
membri del Consiglio degli esperti economici che nel
2011 suggerì una messa in comune parziale dei debiti:
i 172 sono accusati di nazionalismo e incompetenza.
Siamo, insomma, di fronte a un grande dibattito che
lascerà tracce, non dissimile dalla disputa fra storici
del 1986-87  attorno ala passato nazista. Oggi è l'eco-
nomia al centro, e il ruolo  più o meno egemonico,  o
dominatore che Berlino deve svolgere nell'Unione.
L'economia può sembrare un tema minore, ma per la
storia tedesca non lo è affatto. Quando la Repubblica
federale nacque dalle rovine della guerra, l'economia
prese il posto della coscienza nazionale, statale e de-
mocratica.  -  Quanto all'egemonia: molti invitano la
Merkel a esercitarla - Obama per primo - ma Berlino
tentenna. Non dubita del proprio modello economico,
che giudica anzi l'unico valido, superiore a ogni altro.
Quel che fatica a fare, è guidare con efficace magna-
nimità i Paesi deboli dell'Unione, come fecero gli ame-
ricani col Piano Marshall nel dopoguerra. Irretita in
dogmi contabili, la Germania  ricade nel passato: sa
comandare, non ancora guidare.
Il dogma non è solo quello che impone di mettere la
"casa in ordine"  prima di creare unioni transnazio-
nali   (l'assioma non tiene  perchè l'unione sovrana-
zionale muta l'ordine casalingo).   -   Dogmatico è il
primato dell'economia, fonte pressochè unica dello
Stato e della democrazia. Divenne tale soprattutto
nel dopoguerra, quando ai tedeschi era negato il di-
ritto di divenire Stato giuridico, ma ha radici lontane.
E' dai tempi dell'Unione doganale (il Zollverein del
1834 e 1866) che i tedeschi fanno dell'economia  il
sifone della comunità politica.  - L'Unione europea
deve ricalcare quel modello, che peraltro fallì quan-
do la Prussia   inglobò   la Confederazione tedesca
del nord: prima viene l'economia, poi la politica, lo
Stato, il consenso dei popoli.
Come scrive Marco D' Eramo su Micromega, anche
in Europa, come  nello  Zollverein    "è la moneta a
'battere' lo Stato invece dello Stato a battere la mo-
neta".  - La Merkel e il ministro Schàuble nuotano
contro una corrente forte  e anche contro se stessi,
quando implorano un'unione politica federale:  non
ascoltarli, come non fu ascoltato Kohl, è letale.


Il primato economico ha una storia   nel pensiero  tedesco
che va esplorata,  se non vogliamo che l'unità europea de-
generi in guerra prima verbale, poi civile. Alle origini, c'è
l'esperienza d'un Paese vinto dalla guerra, dimezzato, che
nell'economia vide un surrogato di sovranità statale. Gli
artefici del nuovo Stato economico furono Ludwig Erhard
e i cosiddetti ordoliberali, che negli anni fra le due guerre
avevano osteggiato l'idea keynesiana che i mercati possa-
no, debbano esser governati.
L'ordoliberalismo divenne il credo della repubblica federale,
la via per uscire dallo statalismo nazista. Vale la pena ricor-
dare come ne parla Michel Foucalt, nelle lezioni del 1978-79.
Le parole-chiave furono quelle che Erhard, futuro Cancellie-
re e allora responsabile dell'amministrazione nella zona oc-
cupata  dagli anglo-americani,  pronunciò  il 28 aprile '48:
"Bisogna liberare l'economia dai vincoli statali (...) ed evi-
tare sia l'anarchia sia lo Stato-termite. Solo uno Stato ca-
pace di stabilire al contempo la libertà e la responsabilità
dei cittadini  può legittimamente parlare in nome del popo-
lo". -    Decaduto lo Stato, solo la libera economia poteva  
ricostituirlo. Un marco solido, una crescita forte, una bilan-
cia dei pagamenti salda: divennero la sovranità sostitutiva
della Germania. "La storia aveva detto no allo Stato tede-
sco, ma d'ora in poi sarà l'economia a consentirgli di affer-
marsi", e in più di dimenticare un nazismo che non "parlava
in nome del popolo" (Focault, Nascita della biopolitica, Fel-
trinelli 2005).
Mettere la casa in ordine, e soltanto dopo farsi Stato. il  pro-
totipo dello Zollverein fu ripreso da Erhard, e ora va applica-
to all'Europa. Gli Stati sono incitati a cdere sovranità, ma la
costituzione europea  sarà economica  e  di marca tedesca o
non sarà.  E' stupefacente la disinvoltura con cui un uomo in-
telligente come Thomas Schmid, vicino nel '68 a Fischer e a
Cohn-Bendit, confonda il comando con l'egemonia, nel car-
teggio con Ezio Mauro apparso il 28 giugno su Repubblica.:
"La Germania deve usare la sua forza per aiutare altri, de-
ve diventare  un amministratore e  garante  per la stabilità
riconquistata di Stati oggi deboli (...) deve essere egemone,
ma in modo amichevole".
Forse è qui uno dei nodi da sciogliere, nelle discussioni fra
governi e fra economisti. L'operazione tedesca è singolare.
Parla di Federazione, ma intanto tratta i paesi meridionali
dell'Eurozona come se fossero nazioni dimezzate e vinte in
guerra, i cui Stati   hanno perduto   non tanto consistenza, 
quanto legittimità. Come se tutti dovessero percorrere la
via tedesca, pur venendo da storie così diverse.
___________________________________________________________________________

La notte dei gufi
- Diario di un vecchio analista di Borsa -
Agosto, Monti mio non ti conosco. Mi dispiace ma la Merkel,
formatasi  alla dura scuola  dell'attesa di cotture ed amalga-
ma da cucina, fa melina e  rimanda a settembre il tanto ago-
gnato scudo anti spread.  -  Figurati se non lasciava l'Italia
sulla graticola. La Cancelliera è più una cancellata chiusa
in faccia a Grilli (ministro italiano dell'Economia).
 A settembre, forse, se ne riparlerà, col fresco  e quando la
speculazione d'agosto avrà già sbranato chi di dovere e di
rigore,  Tutto chiacchiere e distintivo, tanto lo spread, ve
lo cantate e ve lo suonate, sotto la regia della Bce che co-
me una gatta di ultima istanza arriva provvidenziale. La
Spagna sarebbe già fallita senza la sua elemosina calco-
lata.  Madrid non può pagare i servizi pubblici, restano 
quelli igienici.
Con tutto il terrorismo di questo fantomatico mese assolato
della finanza, teatro di scorribande   dei grandi lupi della
speculazione affamati di società e Paesi lasciati soli, alla
fine nessuno va più in vacanza. Tutti in mutande in giro 
per casa a godersi lo spread.
(da Affari&Finanza  di 'la Repubblica' - 23 luglio 2012)

Lucianone
...a godersi lo spread, e per fortuna anche le Olimpiadi londinesi,
fra poco.

Lucianone

giovedì 19 luglio 2012

Stampa - Titoli e argomenti di oggi 19 luglio

19 luglio 2012 - giovedì      19th July / Thursday     visioni del post - 7

Napolitano contro Di Pietro
Messineo: la trattativa Stato- mafia c'è stata
Palermo . Indagato Dell'Utri
La procura convoca  anche Marina Berlusconi
Per la trattativa Stato-mafia ora è indagato anche Dell'Utri
per un 'estorsione a Silvio Berlusconi.     Estorsione che gli
avrebbe fruttato 40 milioni di euro. I pm di Palermo vogliono
convocare Marina Berlusconi come teste.
Il Quirinale attacca il leader dell'Idv Di Pietro accusandolo
di diffamazione.
Siria - Uccisi i fedeli di Assad
Morti il ministro della Difesa e il cognato del rais.
La Russia frena l'Onu, rinviato il voto sulle sanzioni.
Attacco dei ribelli a Damasco: colpito il cuore del regime
Assef Shawkat , ex capo dell'intelligence militare e cognato
del presidente Bashar al Assad, il ministro della Difesa Daud
Rajha e il generale Hassan Turkmani (capo della "cellula di
crisi" incaricata di stroncare la rivolta) sono rimasti uccisi in
un attentato dinamitardo nel cuore di Damasco.
La Russia frena sul voto Onu per colpire con le sanzioni il
regime.
Merkel: dubbi sul progetto Ue 
Il Colle chiama Monti
Allarme Fmi: in pericolo la sopravvivenza dell'euro
"La relazione negativa tra gli Stati, le banche e l'economia reale
sono più forti che mai. E nonostante le azioni intraprese, i mercati
finanziari restano sotto grande pressione, sollevando dubbi sulla
stessa sopravvivenza dell'eurozona".  L'allarme è del Fondo Monetario
Internazionale. Parole preoccupate vengono anche dal cancelliere tede-
sco Angela Merkel che esprime dubbi sul progetto Ue.  Napolitano ha
convocato monti per discutere della situazione.

Continua... to be continued...

mercoledì 18 luglio 2012

Politica e società : Italia / I fronti della crisi

18 luglio 2012 - mercoledì                                          18th July / Wednesday   

Sicilia sull'orlo del crac
L'ira di Monti: chiede a Lombardo di lasciare
Lo spettro di una Sicilia sull'orlo del baratro  preoccupa Mario 
Monti. Il premier non intende tergiversare e prima di program-
mare un intervento di risanamento contro la bancarotta - maga-
ri attraverso il commissariamento - lancia un diktat al governa-
tore della Sicilia   Raffaele Lombardo   chiedendogli conferma
sulle sue dimissioni annunciate. Il governatore ripete da giorni
di aver fissato la data in cui lascerà la carica: per il 31 luglio '12.
In anticipo di oltre un anno rispetto alla naturale scadenza della
legislatura a causa delle sue vicende giudiziarie e dopo il ritiro 
del sostegno in aula del Pd.    Lombardo, dopo l'ultimatum del
professore, ha chiesto di essere ricevuto a Palazzo Chigi.
L'incontro è stato fissato per il 24 luglio.
Palermo - I PM convocano Berlusconi
Per testimoniare sul caso Dell'Utri
Monti rinuncia allo scudo anti-spread 
L'Italia affronterà l'estate speculativa senza scudo, e con
lo spread già a 480. Per fortuna Bankitalia conferma che
i titoli italiani sono ancora richiesti all'estero, e il declas-
samento di Moody's sembra rimasto senza effetto.
Ma la partita di Monti si gioca anche sul fronte interno.
I partiti che  lo sostengono  sono preoccupati e temono
qualche blitz estivo con nuove manovre. E vorrebbero 
essere consultati. Ma Monti, per ora, non ha in agenda
incontri con "ABC".
I risparmi di Stato
Corsa ad ostacoli per ridurre gli sprechi.
Le auto blu scendono del 19% - Ticket: alt dalla Consulta
Pochi risparmi, molte polemiche: lite sui tagli alle festività
ed è bufera sull'accorpamento. Nel mirino le feste patrona-
li, in salvo le ricorrenze religiose.
Benzinai, sciopero sull'esodo
I gestori contro la politica degli sconti dei petrolieri.
Ma il garante: no, giorni protetti.

Visioni del post  -  10

Lucianone