Primo giorno di Olimpiadi 2012
Italia con 5 medaglie: 2 ori, 2 argenti, 1 bronzo
Diario olimpico
Tiro a segno
La prima gioia da Tesconi: pistola d'argento
Le tre frecce d'oro: l'arco azzurro fa l'impresa
La squadra maschile composta da Frangilli, Galiazzo e Nespoli ha superato gli Usa. Decisiva l'ultima freccia con il "10" finale di Frangilli... e la spinta di Maranello
Un fioretto da leggenda
Podio tutto italiano - Di Francisca (oro): "Che emozione!"
Per la prima volta un podio tutto azzurro nella competizione
femminile - Elisa accede alla finalissima e batte la Errigo ai
supplementari (12-11). la jesina rimonta da 8-11.
La portabandiera dell'Italia - sconfitta in semifinale dalla
monzese - batte 13-12 la Nam rimontando 4 stoccate in po-
chissimi secondi.
È il giorno dei debuttanti maturi. Dopo Luca Tesconi, trentenne al debutto olimpico e argento nel tiro, anche Elisa Di Francisca corona il suo sogno. La jesina, campionessa del mondo nel 2010, lo fa nel modo migliore. Con l'oro. Batte in finale l'altra azzurra Arianna Errigo e si prende il posto che nelle ultime tre edizioni era stato di Valentina Vezzali, che oggi si è presa un bronzo di tutto coraggio. Un podio tutto azzurro nel fioretto non si era mai visto. Era già successo nella spada. E queste tre medaglie, unite a quelle del tiro a segno e dell'arco, regalano all'Italia una partenza bruciante: 5 medaglie in una giornata non era mai successo ai Giochi.
Elisa Di Francusca: l'esultanza per l'oro olimpico
Arco: impresa azzurra! Primo oro per l'Italia
D'oro. Incredibile. Fuori da qualsiasi pronostico. Meno da quelli dei diretti interessati che credevano di poter regalare all'Italia la gioia più grande. L'avevamo sentito noi stessi: "Macché gareggiare per il secondo posto, noi vogliamo l'oro". C'è anche la registrazione dell'intervista con Mauro Nespoli che fa fede. Era solo ieri, il grande Im, l'arciere quasi cieco aveva frantumato il record del mondo. Ma la Corea del Sud era stata battuta proprio dagli Usa in semifinale, l'ultimo ostacolo prima dell'oro. Evidentemente i tre azzurri che gareggiano per l'Aeronautica, se lo sentivano. Sentivano di poter reggere la pressione perché nel tiro con l'arco non puoi avere paura e se avverti che arriva è la fine. Anche così si spiega il ritorno sul podio di Frangilli, a 16 anni di distanza dal primo, pone il nostro arciere al terzo posto tra coloro che hanno vinto a distanza di più anni nella disciplina. "Ho pensato a mia madre Paola che è morta nel 2005 - ha detto Frangilli tra le lacrime -. Lei c'era ad Atlanta ed anche ad Atene pur stando male. Ma lì non sono riuscito a vincere. Oggi sono sicuro che da lassù mi ha aiutato".
FIGLIO D'ARTE — E così eccoci a vivere un'impresa che il tiro con l'arco italiano non aveva mai vissuto. Era stato d'oro nell'individuale con Marco Galiazzo, ma mai era arrivato quassù con le sue squadre. Anche se quattro anni fa a Pechino, eravamo vicinissimi ai coreani, che praticamente ci hanno battuti all'ultima freccia. Proprio quella che ci ha fatto ora padroni del mondo. E che Michele Frangilli, figlio d'arte, papà che fa il tecnico per la Costa d'Avorio, ha piazzato con una freddezza pazzesca, prima di sciogliersi in un comprensibile pianto sul podio e nelle interviste. Il 9 ci avrebbe portato ai supplementari, l'8 ci avrebbe costretto a pensare a Rio 2016 e a rinviare tutto, il 10 ci ha fatto vincere. Ma di 10 i nostri ne hanno raccolti diversi, quasi dandosi il cambio di fronte alle accelerazioni statunitensi. Il segreto è stato quello: non scomporsi quando Kaminski e Vukie hanno provato a farcela fare addosso.
Abbraccio degli arcieri azzurri dopo la vittoria
FIGLIO D'ARTE — E così eccoci a vivere un'impresa che il tiro con l'arco italiano non aveva mai vissuto. Era stato d'oro nell'individuale con Marco Galiazzo, ma mai era arrivato quassù con le sue squadre. Anche se quattro anni fa a Pechino, eravamo vicinissimi ai coreani, che praticamente ci hanno battuti all'ultima freccia. Proprio quella che ci ha fatto ora padroni del mondo. E che Michele Frangilli, figlio d'arte, papà che fa il tecnico per la Costa d'Avorio, ha piazzato con una freddezza pazzesca, prima di sciogliersi in un comprensibile pianto sul podio e nelle interviste. Il 9 ci avrebbe portato ai supplementari, l'8 ci avrebbe costretto a pensare a Rio 2016 e a rinviare tutto, il 10 ci ha fatto vincere. Ma di 10 i nostri ne hanno raccolti diversi, quasi dandosi il cambio di fronte alle accelerazioni statunitensi. Il segreto è stato quello: non scomporsi quando Kaminski e Vukie hanno provato a farcela fare addosso.
Abbraccio degli arcieri azzurri dopo la vittoria
CHIACCHIERE — L'oro, il primo per l'Italia a questa Olimpiade, è stato comunque una fantastica operazione collettiva. Questi tre arcieri - Marco Galiazzo, quello di mezzo, Mauro Nespoli, il più giovane, e Michele Frangilli, il veterano - sono legati da un rapporto particolare. Un'amicizia sempre molto critica, la capacità di dirsi le cose anche nelle circostanze in cui una parola pesa come la campana olimpica di ieri alla cerimonia d'apertura. E sono state pure queste "chiacchieratine" là nell'arena a costruire la strada che ha portato alla medaglia d'oro. Il 219-218 è dunque il primo oro azzurro a Londra. Insomma: come tirare la volata e pure vincerla. Per la cronaca nella finalina per il terzo posto, la Corea ha superato il Messico 224-219.
Ferrari nel motore — La prima telefonata di felicitazioni per l'oro italiano nell'arco a squadre è stata quella di Stefano Domenicali, direttore della gestione sportiva della Ferrari, che ha contattato il capospedizione azzurro Raffaele Pagnozzi. Il team di Maranello, infatti, ha collaborato ad un progetto di ricerche che ha consentito di selezionare la qualità delle frecce utilizzate dagli azzurri nel corso del torneo olimpico.
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Commenti sportivi extra
Ragazze/i da sogno
Ci vuole lo sport per farci sentire italiani
Meglio, orgogliosi di essere italiani. Ci vuole lo sport per farci sorridere,
tra Imu, spread e èpetrolieri voraci. Ci vogliono le ragazze del fioretto
come c'erano voluti gli azzuri di Cesare Prandelli agli Europei di calcio.
Ci vogliono gli arcieri d'oro come Sara Errani al Roland Garros.
Santi, poeti e navigatori appartengono al passato, da tempo ormai
siamo un Paese di campioni- Il resto sono scandali , corruzione, tasse.
Ansia di sfogliare i giornali, accendere il televisore. Il mondo del lavoro
respimge i giovani, quello delle piste e delle pedane li esalta.
L'arciere Mauro Nespoli, la fiorettista Arianna Errigo, lo judoka Elio
Verde (che ha perso un bronzo già vinto) hanno tutti 24 anni: sono il
presente e il futuro del nostro sport. E del nostro Paese.
E'stato un sabato da leoni, vietato ai deboli di cuore. Un sabato come
solo l'Olimpiade sa regalare. Al diavolo la pennichella e l'ombrellone
pomeridiano. Siamo saltati in piedi sul divano per le azurre del fioretto
come per un "numero" di Cassano, con Elisa Di Francisca e Valentina
Vezzali a buttare giù dal podio la coreana Nam rimontandole 4 stoccate
in un amen. Abbiamo urlato "gooool" e non era Balotelli che inchioda-
va i tedeschi, ma la freccia di Frangilli che colpiva al cuore gli americani.
Moody's e Fitch ci declassano da New York, noi ci vendichiamo con i no-
stri simpatici Robin Hood...
(Da Stadio-Corriere dello Sport - 29 luglio '12 / Francesco Volpe)
L'arciere Mauro Nespoli, la fiorettista Arianna Errigo, lo judoka Elio
Verde (che ha perso un bronzo già vinto) hanno tutti 24 anni: sono il
presente e il futuro del nostro sport. E del nostro Paese.
E'stato un sabato da leoni, vietato ai deboli di cuore. Un sabato come
solo l'Olimpiade sa regalare. Al diavolo la pennichella e l'ombrellone
pomeridiano. Siamo saltati in piedi sul divano per le azurre del fioretto
come per un "numero" di Cassano, con Elisa Di Francisca e Valentina
Vezzali a buttare giù dal podio la coreana Nam rimontandole 4 stoccate
in un amen. Abbiamo urlato "gooool" e non era Balotelli che inchioda-
va i tedeschi, ma la freccia di Frangilli che colpiva al cuore gli americani.
Moody's e Fitch ci declassano da New York, noi ci vendichiamo con i no-
stri simpatici Robin Hood...
(Da Stadio-Corriere dello Sport - 29 luglio '12 / Francesco Volpe)
Lucianone
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