lunedì 16 gennaio 2023

SPORT - calcio / Serie A - 17^ e 18^ giornata con classifica / video - commenti e marcatori

 16 gennaio '23 / lunedì                                 16th January / Monday                        visione post - 8

17^ giornata

Fiorentina  2   Juventus   1   Monza   2
Sassuolo    1   Udinese    0    Inter     2
Salernitana  1   Lazio     2
Torino         1    Empoli   2
Spezia   0    Sampdoria   0
Lecce    0     Napoli         2
Milan   2    H. Verona      2   Bologna  1
Roma  2     Cremonese   0    Atalanta  2

18^ giornata
Cremonese  2   Napoli     5
Monza          3   Juventus  1
Lecce   2    Inter            1
Milan  2     H. Verona    0
Sassuolo   0   Roma          2
Lazio        2    Fiorentina   0
Torino   1   Udinese   1
Spezia  0    Bologna  2  
Atalanta        8   Empoli        1
Salernitana   2   Sampdoria  0

Classifica
Napoli   47  /  Milan   38  /  Juventus, Inter   37  /  Lazio, Atalanta, Roma   34  /
Udinese   25  /  Fiorentina, Torino   23  /  Bologna, Empoli   22  /  Monza   21  /
Lecce   20  /  Spezia, Salernitana   18  /  Sassuolo   16  /  
H. Verona, Sampdoria   9  /  Cremonese  7     

H. Verona    2
Cremonese  0
                                               

Commento
(di Luciano Finesso)
Ripresa -
Alla ripresa del campionato - dopo l'intervallo dei mondiali nel Qatar - in questa prima metà di
gennaio, dopo tre turni di partite si va delineando sempre meglio il quadro generale dell'anda-
mento delle squadre con la divisione in grandi e piccoli gruppi,  tra quelle che ambiscono alle
coppe, quelle che dovranno più o meno accontentarsi di piazzamenti intermedi e poi, tra la vetta
e la zona terminale quelle che si battono e lottano per la conquista del primato (scudettato) e le
sfortunate cenerentole che si battono per non retrocedere. 
Novità -
La prima grossa novità è che lassù - sulla cima della A - si è arrampicata quest'anno una squadra
che sembra volersi mantenere a un livello di gioco e mentalità superiore/i a tutte le altre preten-
denti al titolo, e non sta sfigurando neppure in Europa League, anzi... Insomma sembra che sia
arrivata anche in Italia, come in qualche altro campionato estero, uno squadrone che mette in ri-
ga tutti quasi fin dall'inizio: parliamo chiaramente della società napoletana, sì certo, il NAPOLI.  
Delusione da Milano e rischio penalizzazione per la Juve -
continua...

Zona retrocessione -
Per Cremonese, Samp e Verona è già finita 
o una può salvarsi?
 
Un anno fa, al 17° turno, la Salernitana era ultima e disperata con 8 punti (uno in più della
Cremonese adesso).  Cagliari e Cremonese ne avevano 10.  Il Venezia era addirittura sedice-
simo a quota 16 e sembrava destinato alla salvezza. Nella seconda parte della stagione sol-
tanto la <Salernitana ha decisamente cambiato ritmo, grazie a Nicola, staccando Cagliari,
Lecce e addirittura il Venezia precipitato all'ultimo posto.  Il discorso è semplice: uno può
farcela, se svolta e comincia a far punti con regolarità, tutte e tre non si salvano. In questo
momento  Alvini è quello che ha più problemi, non riesce a vincere, non ha un vero golea-
dor e il distacco comincia a farsi pesante.  Ma anche Verona e Samp (9 punti) non hanno 
tanti motivi per gioire: lo Spezia primo dei "salvi" , è distante a quota 15.  Tutte quelle da-
vanti  - se si esclude il Sassuolo che però ha una qualità superiore - non crollano, ma ag-
giungono punticini utili alla classifica. Alla fine del girone d'andata mancano due giornate:
la Samp ha un calendario non impossibile  (Empoli e Udinese), la Cremonese più o meno è 
lì (Monza e Bologna), il Verona è messo peggio, perchè deve affrontare  l'Inter  e  il Lecce,
però ha anche dato più segnali di vita, cominciando dal 2 - 0 alla Cremonese in un mezzo
spareggio.   La classifica alla 19^ darà le prime risposte. Il vrona sembra quello con più
chance, anche perchè, senza qualche episodio andato storto, poteva avere una classifica
diversa.

Marcatori -
                                                Reti
Osimhen       (Napoli)        -     10 
Arnautovic   (Bologna       -      8
Martinez      ( Inter)           -      8
Nzola          (Spezia)          -     8
Lookman    (Atalanta)       -      7
Dzeko        (Inter)              -     7
Immobile   (Lazio)            -      7
Leao          (Milan)            -      7 

Lucianone
      

Ultime notizie - dall' Italia / Latest news - La cattura del superboss della mafia Messina Denaro

 16 gennaio '23 - lunedì                               16th January / Monday                         visione post - 8

Palermo -
Catturato a Palermo Messina Denaro, il re della mafia latitante da 30 anni.
Al carabiniere che l'ha fermato, in clinica a Palermo, ha detto: "Sono Matteo Messina Denaro".
Preso dai Ros, dopo 30 anni di latitanza, l'ultimo padrino di Cosa nostra.
Il boss arrestato in una clinica di Palermo dove era in cura sotto falso nome. Il superlatitante aveva 
al polso un orologio da 36 mila euro.  IL BLITTZ ANTIMAFIA: fin dall'alba la clinica "La Madd-
lena" è presidiata dai carabinieri. Messina Denaro arriva con il favoreggiatore Giovanni Luppino.
Trent'anni di latitanza sono un segno di potere e di esercizio del potere; una sfida nella quale Matteo
messina Denaro non è soltanto sfuggito alla cattura, ma ha continuato a guidare un pezzo importante
di Cosa nostra - contando sul prestigio derivante anche dall'essere l'ultimo latitante della mafia stra-
gista che aveva messo in ginocchio lo Stato. All'appello mancava solo lui, uno ei "rampolli" di Totò
Riina, ricercato dal 1993 da subito dopo l'arretso del "capo dei capi". -

Matteo Messina Denaro



Roma -
E' morta Gina Lollobrigida, aveva 95 anni. 
A settembre scorso era stata dimessa dall'ospedale dopo una frattura del femore.
Grande protagonista del cinema italiano, era nata a Subiaco il 4 luglio del 1927Lo scorso settembre l'attrice, che una generazione ha conosciuto come la Bersagliera, era stata dimessa dalla clinica, dopo una caduta in casa che le aveva causato una frattura del femore per cui era stata operata.
In carriera si è aggiudicata, tra gli altri, sette David di Donatello: la sua fama è legata al nuovo cinema italiano del neorealismo: lavora con Pietro Germi ("La citta' si difende") e con Carlo Lizzani ("Achtung banditi") alla metà esatta del secolo scorso ritagliandosi ruoli di vigorosa passionalita' popolana in cui affina una recitazione da autodidatta imprimendole la sua personalità. Il primo successo personale è però fuori dai confini: il francese "Fanfan la Tulipe" con Gerard Philipe nel 1952. Recita per Rene Clair, Alessandro Blasetti, Mario Monicelli e Steno, Mario Soldati e finalmente diventa diva in patria con il trionfale "Pane amore e fantasia" di Luigi Comencini (1953) compreso un fortunato seguito sempre in coppia con Vittorio De Sica.

Gina Lollobrigida


Lucianone

Commenti / Film: "Tre piani" di Nanni Moretti

  16 gennaio '23 - lunedì                                   16th January / Monday                      visione post - 10

(da la Repubblica - 25 settembre '22 / di Paolo di Paolo)

La stagione degli abbracci
Ci siamo noi nel film di Moretti

"Sveglia!". Il mondo  è più grande  di questo condominio", dice Margherita Buy  in una scena  di 
Tre pianiil nuovo film di Nanni Moretti. Che naturalmente ci si affretta a discutere, a confrontare,
 a giudicare nelle tribune pubbliche, anche senza averlo visto. E magari senza accorgersi che i per-
sonaggi, i protagonisti, siamo noi: come in uno specchio, induriti, segnati; più chiusi che realmente
aperti, più ansiosi che solari, goffi e incerti come dopo un trauma ortopedico.  Abbiamo atteso così
a lungo di ritrovarci - com'è che si dice - in presenza. Bene, eccoci qua, perfino al cinema: contenti
e insofferenti a un tempo - un'occhiataccia a chi si abbassa la mascherina, a chi entra a film iniziato,
a chi commenta con lo spettatore accanto.  Ci saremmo corsi incontro pur di abbracciarci di nuovo:
è stato meno naturale del previsto. Atterriti, stravolti, confusamente carichi di desiderio, e soprattut-
to: suscettibili.  "Che cosa stava succedendo? Cosa aleggiava nell'aria?  Litigiosità, suscettibilità a
fior di pelle, indicibile insofferenza. Una generale tendenza al battibecco velenoso, a crisi di rabbia
che potevano addirittura sfociare in colluttazioni...". 
Una cronaca di questi giorni? No, Thomas Mann cento anni fa.  A un paio di colluttazioni si assiste
anche nel film di Moretti. Segno di una esasperata insicurezza di sè,  e di come "il minuto e fragile 
corpo umano" possa reagire (male) quando si trova nel mezzo  di un campo di flussi distruttivi  ed
esplosioni. -   Un film ispirato a un romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, e girato prima
della crisi sanitaria, sembra rimsndarci un'immagine di noi scabra, senza lusinghe, perfino troppo
esatta. Un condominio, le finestre accese, bambini, ragazzi, adulti, vecchi.  e la verità ambigua di 
ciascuno, l'attesa di essere compresi, cioè perdonati. Nella fotografia di gruppo c'è anche chi vor-
rebbe restarne fuori, on la propria aria di sufficienza, con il sarcasmo facile.   In un'epoca che fa 
dell'ironia a tutti i costi l'unica moneta di scambio socile e social, Moretti qui azzera l'ironia. Non
dev'essere un caso. E mette in scena paure, ossessioni, inadeguatezze, spettri, li stipa tutti nello
stesso condominio, confinando i corpi degli attori in quelle stanze, lasciando che piangano, go-
dano, si disperino, si arrovellino alla ricerca di un equilibrio impossibile fra il dentro e il fuori.
La casa e la strada. La propria cucina e il mondo. Facendoli scontrare, i suoi personaggi, e fare
scintille per via di incomprensioni e differenze che sembrano radicali, insuperabili, irriducibili.
Vi ricorda qualcosa? Ma poi sono tutti costretti ad accettare, a riconoscere, magari senza dirlo, 
un disperato bisogno di comunità. Costretti a capire - anche dolorosamente - di avere bisogno 
degli altri. -  la giovane madre sola interpretata da Alba Rohrwacher chiede alla vicina di casa
di fermarsi e di starle accanto mentre fa il bagnetto alla figlia neonata: "Adesso che lei è qui",
le dice, "tutto sembra più reale".



Lucianone

giovedì 12 gennaio 2023

Riflessioni - La paura dello sguardo della folla (e delle critiche sprezzanti dei social)

 12 gennaio '23 - giovedì                               12th January / Thursday                   visione post - 6

(da la Repubblica - 25 settembre '21 / da L'Amaca / di Michele Serra)

Lo sguardo della folla
Capita che intellettuali e politici ammettano di non aver detto quello che pensavano, su un determina-
to argomento, perchè avevano pura della reazione dei social. Ultimo  caso notevole  quello  di Maud
Maron, candidata dem a New York, che ha detto di avere rinunciato  a prendere posizione  in favore 
della scrittrice J.K. Rowling, massacrata dagli ultras della cultura gender per evere sostenuto  che il
sesso non è solo un portato culturale, è anche un dato di fatto biologico. Maron aveva paura, difen-
dendo la Rowling, di essere accusata di transfobia, se non di fascismo. - Senza entrare nel dettaglio,
oso enunciare un principio generale. Intellettuali, scrittori e in misura meno urgente e meno assolu-
ta anche i politici, sbagliano gravenente, e a proprio danno, a concedere ai social un potere così ri-
levante. Se proprio non riescono a starne fuori (soluzione ideale), dovrebbero almeno relativizzare,
e di molto, la force de frappe di singoli straparlanti  e dei manipoli organizzati. In una parola; infi-
schiandosene.   Non per snobismo o arroganza  Per libertà di spirito, perc hè non si parla e non si
scrive per piacere (o dispiacere) agli altri. Si parla  e  si scrive  per dare faticosamente forma alla
propria esperienza e alle proprie idee.  La scrittura è un esercizio individuale e troppi, con l'avvento
dei social, scrivono avvertendo alle proprie spalle lo sguardo della folla che giudica ogni parola. E'
autocensura, mortificazione del proprio punto di vista, perfino viltà. già altre forme di pressione e
di influenza gravano sull'intellettuale (la committenza, la convenienza politica, le ambizioni acca-
demiche) perchè se ne possa aggiungere un'altra, così intimidatoria, così sbrigativa, così sommaria. 
Il futuro del pensiero è social free.
 
Lucianone

L' Opinione del Giovedì - Un tremendo guerresco 2022. E poi... domani, già oggi... il 2023?

 12 gennaio '23 - giovedì                               12th January / Thursday                      visione post - 14

In questi giorni di gennaio del nuovo anno (già 2023) ascolto musica, leggo libri, faccio la cucina,
gioco con la mia gatta, ancora giovane 1 e mezzo o qualcosa in più, guardo ogni tanto distrattamen-
te la tv - ma tutto questo non mi impedisce di avere un pensiero fisso: alla guerra.   Ha sostituito or-
mai l'altro, ormai vecchio a datato, pensiero sulla pandemia e il suo virus micidiale ma domato coi
vaccini. Lo so, la paura di quel virus non è del tutto scomparsa. Ma sostituita dal febbraio 2022 da
quella non meno pesante e ossessiva della GUERRA.  Penso: ma l'uomo sarà mai stufo  e stanco
marcio delle guerre? E la risposta è sempre quella ripetitiva: No, no, no, no e No!  L'uomo è nato
bestia (gorilla o gorilloide) e bestia morirà. Nonostante l'intelligenza super-sviluppata rispetto alle
origini, nonostante qualsiasi invenzione supertecnologica, nonostante la qualità  delle medicine e
di tutte le nuove e avanzate ricerche per rendere le capacità umane sempre più perfette fino ad es-
sere più che sofisticate: vedere gi atleti che corrono con gambe d'acciaio nello sport o le auto che
fra poco potranno guidarsi da sole e l'uomo le controllerà solo da lontano. Boh! E tutto il resto?
Il resto è, dovrebbe essere Umanità, sì con la "u" maiuscola, ma così non lo è più da tanto... gli
umani hanno perso la semplicità, la voglia di capirsi, il senso umano di comprensione recipro-
ca. E penso che una tale perdita sia da ricondurre in buona parte alla comparsa del computer, e
non solo, chiaramente... ma principalmente a tutto ciò che si richiama alla tecnologia dei dati,
allo sbandamento della tecnologia digitale, pensando al bullismo da tastiera, temendo i cyber-
gangster locali e i cyber-trafficanti onternazionali.  

CONTINUA... to be continued...

domenica 8 gennaio 2023

SPORT - La scomparsa di Gianluca Vialli: "Addio Campione"


clama,  8 gennaio '23 - domenica                    8th January / Sunday                        visione post - 4

( da la Repubblica - 7 gennaio '23 / di Gabriele Romagnoli )

ADDIO CAMPIONE

L'abbaraccio con Mancini, 
la precisione del destino nell'approdo alla felicità 
 Qual è il senso di una fine? Che cosa definisce una vita?  La quantità del tempo che accumula, la
qualità dell'operato, la forza del ricordo che lascia? Che cosa può fare un uomo  quando gli restano
da scrivere le ultime pagine e il libro della sua esistenza è quasi compiuto? Nelle sale cinematogra-
fiche si proietta un commovente film il cui titolo è Living. E' il remake molto inglese di una pellicola 
del regista giapponese Akira Kurosawa. Un perfetto Bill Nighy interpreta la parte di un funzionario e
gentiluomo, composto e inossidabile, con gessato e bombetta. Finchè  gli viene annunciato  che  gli 
restano da vivere sei, al massimo nove mesi. ha un cancro, "qui" dirà, indicando un punto indefinito
nel proprio ventre.  Che fare, ancora? Quest'uomo racconta di aver osservato spesso i bambini gio-
care nei cortili  e  di essere rimasto colpito dalle diverse reazioni quando le madri  li chiamano per 
rientrare a casa.   Qualcuno si muove immediatamente, come non avesse aspettato altro. Qualcun 
altro reclama, chiede un tempo supplemenare. -   Lui si è sentito sempre un uomo della prima specie, ma l'annuncio  della morte imminente  lo induce a voler diventare, riuscendoci, uno della seconda. 
Non solo per esorcizzare la fine, ma per dare un senso a quel che rimane, fare ancora qualcosa: che resti, che serva, che insegni.  Gianluca Vialli è stato un uomo così: un vincitore alla fine dell'ultimo
supplementare.
Tutte le nostre esistenze sono brevi eccezioni. Nell'indifferenza  del cosmo  la regola è il nulla.  il
silenzio, non essendoci vita non si contempla la morte nè come inevitabile conseguenza nè come
dramma. La specie umana ha costruito l'arco narrativo, che per una convenzione da combattere,
inizia nella gioia e termina nel dolore. Sulla strada, anche e soprattutto quando il passo affronta
l'ombra, ha seminato possibilità di riscatto, individuali e collettive. C'è stato anche per Gianluca
Vialli il giorno dell'annuncio, la rivelazione della presenza di un male  con cui da lì in poi convi-
vere, fin quando fosse stato possibile. A quel punto un uomo apre il guardaroba delle ultime cose,
prende un cappello  e  copre la procurata calvizie, prende la dignità  e copre la debolezza (non la
fragilità, quella va anzi esposta  perchè  è un marchio della specie), prende il coraggio e copre la
paura. Poi cerca la chiave più importante, quella che entra nella serratura del cassetto segreto.
E' lì che si ripongono il sogno impossibile, la chiusura del cerchio, il significato personale eppure
universale. Per ricordare Gianluca Vialli la prima immagine che tutti hanno scelto, dai notiziari al-
le vignette  sulla testa  di chi cammina per strada e sente l'annuncio, è l'ABBRACCIO, quello tra
lui e Roberto Mancini, a Wembley, ventinove anni dopo. Che cosa mostra?  
Due uomini che hanno vinto. Acqua. Non basterebbe per farla entrare nel cuore di chiunque senza
bussare. La vittoria è una parente di secondo grado della rivincita. Se vinci e basta non saprai mai 
come sarebbe stato non farlo. Non passi attraverso il fuoco. Non hai la cicatrice che segna il volto
e la direzione.  Sei soltanto sano, sorridente, imbattuto. Ventinove anni prima in quello stesso luo-
go Gianluca Vialli con Roberto Mancini, aveva perso. Era una finale di Coppa dei Campioni. C'e-
ra(no) arrivati a cavallo di un destriero inesistente, blucerchiato, disegnato  da un bambino  visio-
nario: la Sampdoria  contro  il Baecellona.    Il tabellino dice che persero ai tempi supplementari. 
Rete di Koeman al minuto 112, otto alla fine. il verdetto di Wembley è considerato di cassazione 
Là non si ritorna per rovesciarlo. Infatti, quattro anni dopo, Vialli sollevò la coppa dopo aver vin-
to la finale della ribattezzata Champions League. Ma era l'Olimpico: E non c'era Mancini. Era il
capitano, ma della Juventus. Ero presente, lo ricordo ho visto un uomo felice.  
Nell'abbraccio di Wembley 2021 quel che tutti possono vedere  è un uomo  arrivato  nel nucleo 
esatto della felicità. Il viaggio è stato lungo, il pedaggio alto, ma la precisione imposta dal desti-
noè stata superiore a quella di qualunque aggiornato navigatore. Bisognava tornare lì, di fisnco
al fratello per elezione e giocare oltre ogni tempo.  Il dettaglio chiave è questo: la finale del 1992
finì ai supplementari, quello del 2021 ai calci di rigore.  Come fosse stata una prehiera esaudita:
giocare ancora un pò per far succedere quella cosa che mette a posto tutto, prima di andare.
Vivere, per dare un senso alla fine, è:  riparare un torto, completare un'opera, regalare l'ultimo
desiderio. Nella sequenza conclusiva dell'abbraccio, Roberto Mancini ha gli occhi aperti e  la 
testa eretta, Gianluca Vialli ha gli occhi chiusi e gli posa il capo sulla spalla.  E' bello, ma an-
cor di più è giusto, pensare che, come il Giobbe di Joseph Roth, si stia  riposando, "dal peso 
della felicità e dalla grandezza dei miracoli".

Lucianone

martedì 3 gennaio 2023

ULTIME NOTIZIE - dall'Italia e dall' Estero / Latest news

 3 gennaio 2023 - martedì                          3rd January '23 / Tuesday                            visione post - 2

ROMA -  L'omaggio al papa emerito

Ultimo saluto e omaggio al papa emerito Benedetto XVI.  Da ieri mattina è un lungo pelle-
grinaggio e fino ad oggi sono sfilati in 65.000 cittadini. I primi a rendergli omaggio  sono
stati il presidente della Repubblica Mattarella e la premier Meloni.
Il corpo di Ratzinger è stato esposto nella Basilica vaticana e da due giorni, cioè da ieri, il
pellegrinaggio di fedeli da tutto il mondo è incessante. E sarà così fino ai funerali che si
terranno giovedì. Le spoglie di Ratzinger saranno portate all'interno delle Grotte vaticane,
tre metri sotto il pavimento della Basilica di San Pietro.

Brasile - 
Santos - Al centro del mondo in questi giorni c'è Santos. Qui i tifosi si mettono
in coda circa dieci ore prima dell'apertura dei cancelli dello stadio.  Perchè vogliono
vedere per l'ultima volta Edson Arantes do Nascimento, cioè il grande Pelè. 
 -  Il corpo imbalsamato di Pelè si sposta in una limousine da San Paolo
 (dove era morto giovedì scorso all'ospedale Albert Einstein) alla città di Santos.
Una passerella transennata sul campo - lungo la quale si muovono i tifosi - per-
mette di vedere il corpo della Perla Nera a 5 metri di distanza. La salma è stata
piazzata in un a tenda nel cerchio di centrocampo dello stadio Vila Belmiro. La
bara è aperta. Si vede il viso di Pelè coperto da un velo. In questi giorni - le stra-
de vengono bloccate al traffico - non c'è niente di più importante di Pelè e oggi
si svolgeranno i funerali.

Lucianone.

giovedì 29 dicembre 2022

SPORT - Mondiali Calcio 2022 in Qatar / E alla fine Argentina e Messi trionfarono...

 29 dicembre '22 - giovedì                          29th December / Thursday                      visione post - 6

Mondiali calcio 2022 -

Commento
con vista panoramica
- L. Finesso -
... E tutto andò come doveva andare... Messi e Messi e Messi con la sua Argentina portato in trionfo
sulle stelle accanto al suo idolo Maradona. Non poteva essere altrimenti.  Troppo ci teneva il fuori-
classe argentino, troppo avevano atteso i suoi fan, sostenitori e accaniti tifosi latinoamericani azzur-
ri perchè ciò non avvenisse. E il destino si è compiuto, tutto è andato al suo posto magari con un pò
di fatica, un pizzico di fortuna ma alla fine con tanta tenacia, passione e insomma voglia di conclude-
re in bellezza e appunto con trionfo celestiale.
Ma al di là dell'Argentina per tre volte adesso decorata con la coppa Rimet, che altro abbiamo visto 
in questo mondiale, tenuto tra parentesi in un Paese che se be infischia dei diritti umani e che ha sul-
coscienza (sempre che una coscienza ci sia) più di seimila morti tra il popolino suddito?
Abbiamo visto un Portogallo che senza più ormai la spinta del "vecchio" Ronaldo vale sempre me-
no nell'arena mondiale del calcio, abbiamo visto un'Inghilterra ancora molto valida e come uomini
schierati in campo e come schemi di gioco sempre all'altezza degli avversari, abbiamo visto altresì
un Brasile ondivago ancora troppo dipendente da alcuni suoi assi e dalla sua stessa fantasia  che
i tempi moderni del calcio hanno un pò logorato.
Continua...
to be continued...

Società / La nuova guerra Russia vs Ucraina e le ombre del pacifismo

 29 dicembre 2022 - giovedì                           29th December / Thursday                visione post - 3

(da la Repubblica - 5 maggio '22 / di Gianni Riotta)

Corsi e ricorsi
Le ombre del pacifismo:
da Hitler all'Ucraina       
"E' solo una passeggiata dei tedeschi nel loro giardino di casa", disse Philip Kerr , XI Marchese di
Lothian, quando Adolf Hitler, nel 1936, fece occupare dall'esercito la Renania.  E per l'aristocratico 
inglese, l'idea che i nazisti fossero "vittime" da redimere dell'arroganza occidentale, durò a lungo:
"Hitler è un visionario, non un gangster", ripeteva nei memorandum diplomatici al premier britan-
nico Chamberlain e al ministro degli Esteri Eden, anticipando il giudizio che  l'ex presidente ame-
ricano Trump formulerà su Putin: "Un genio!".  Il marchese Kerr incontrò Hitler e, tornato a Lon-
dra, dettò parole che echeggiano think tank, editorialisti e leader di oggi, certi che svendere i con-
fini dell'Ucraina blandirebbe Putin: "Non bastano guerre e sanzioni economiche contro la Germa-
nia... i tedeschi si sentono pari alle grandi potenze, come loro naturale diritto". Quando Chamber-
lain firma i patti di Monaco con i nazifascisti, Monaco 1938, il marchese di Lothian giubila: "Che
capolavoro... si possono dunque  far progredire i nazisti, esistono altre strade per capirsi, oltre la
guerra... ". 
Anche in America pacifisti, neutralisti, docenti, esperti di strategia, prelati e giornalisti cattolici
si indignano contro i "guerrafondai", cioè chi si preoccupa  dell'offensiva  di Germania, Italia, 
Giappone.   Il 17 settembre 1939, a guerra appena scoppiata in Europa, padre Charles Coughlin,
popolare monsignore cattolico e conduttore radiofonico dalle staziobni WINS e WMCA (20 mi-
lioni di ascoltatori) in casa e in parrocchia incita i fedeli a "una marcia della pace, per mobilitare l'esercito della pace" e stoppare l'intervento del presidente F.D. Roosevelt contro i dittatori. Ac-
cusato di antisemitismo, per aver lanciato  il pamphlet di odio dei Protocolli dei Savi di Sion e
diffuso disinformazione nazista, spacciata da interviste, monsignor Coughlin si difende con la 
battuta arcinota: "Io? Ma se ho amici ebrei!" -  I cartelli dei pacifisti che, anzichè battersi per la
pace, coprirono le aggressioni negli anni Trenta e Quaranta, arrivano fino a noi, nella risacca di ipocrisia: "Armiamo la Gran Bretagna? Prolunghiamo la guerra!", "Volete combattere? Andate 
al fronte!".  La corte di intellettuali, firme e predicatori che cavillano, ieri sulle ingiustizie subi-
te dai tedeschi, ora su quelle patite dai russi, illude l'opinione pubblica, con spocchia da Pilato,
che svendere i diritti umani sia "pacifista. Anche il Mahatma Gandhi, confuso dalla ferocia del
tempo, cedette il realismo della storia a un illusorio, mistico, amore universale, ammonendo gli
inglesi al fronte "Questo massacro deve cessare!  State perdendo, se vi ostinate, prolungherete
solo le stragi... dopotutto Hitler non è crudele..."  e, ancor più bizzarramente, gli ebrei durante l'Olocausto: "Se fossi ebreo e vivessi in Germania... sfiderei i tedeschi a uccidermi o gettarmi
nelle segrete... la sofferenza volontaria vi darebbe forza e gioia... ".
E' ingiusto, per noi, irridere quelle voci e quei proclami che ci appaiono grotteschi e violenti,
visto che i protagonisti non avevano certo le nostre prospettive storiche, ma è giusto invece
chiedercperchè i loro toni melliflui, distensivi verso i dittatori e aspri verso i leader democra-
tici, rimbalzino dalle radio a galena ai podcat, dai comizi di piazza con ciclostile e volantino
a Instagram, Twitter e la nuova piattaforma social Mastodon, mantenendo intatta la disinfor-
mazione tossica.  -  Quando America First  movimento pacifidta e neutralista che, alla vigi-
lia del secondo conflitto mondiale, accene università, media e politica negli Usa, accusa il
presidente Roosevelt di essere "guerrafondaio", molti animi saranno pure stati in buona fe-
de. Gli esiti, alla luce della realtà, sono tragici.  L'11 settembre 1941, a tre mesi dall'attacco
di Pearl Harbor, Charles Lindbergh, eroe dell'aria per la prima trasvolata New York-Parigi,
e fondatore di America First, grida a Des Moines, Iowa "Gli ebrei americani devono oppor-
si alla guerra, non chiederla! Sarebbero loro i primi a subirne le conseguenze! La tolleranza
è virtù di pace, non sopravvive alla guerra".  Vale a dire, e sembra di ascoltare un'intervista
a Lavrov o la manifestazione di Santoro, Messora, Freccero di qualche giorno fa, le vittime
devono subire. in silenzio, pena maggiori sofferenze.
Come nel 2022, cattedre, titoli, fama, prime pagine si contendono la "Tribuna della Resa",
camuffata con l'ulivo della pace, applaudendo la neutralità farlocca di America First, in
prima fila l'architetto geniale Frank Loyd Wright, i futuri presidenti Kennedy e Ford, il
fondatore dell'organizzazione umanitaria Peace Corps, Sargent Shriver.  Di nuovo, accu-
sare chi, con razocinio e compassione, denuncia la ferocia russa e riconosce la pena del-
le vittime, di "mettersi l'elmetto", caricatura toccata  a sinistra  al segretario  Pd  Enrico
Letta, fa incassare Like e applausi interessati.  Domani, nelle università, parrocchie, re-
dazioni, circoli politici e diplomatici neutralisti costerà vergogna, rimorsi, desiderio di
amnesia.
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I 5 Stelle e molti pacifisti non sono contenti della controffensiva
ucraina e non ne fanno mistero. Invece di vedervi la giusta risposta
 alla ingiustificabile aggressione russa vi colgono solo la premessa dell’allargamento
 del conflitto nella guerra nucleare mondiale.
(dalla rivista Micromega) -

Lucianone