10 novembre '15 - martedì 10th November / Tuesday visione post - 7
Risultati delle partite
Verona H. 0 Milan 0 Torino 0 Empoli 1 Frosinone 2 Palermo 1
Bologna 2 Atalanta 0 Inter 1 Juventus 3 Genoa 2 Chievo 0
Roma 2 Sassuolo 1 Napoli 1 Sampdoria 0
Lazio 0 Carpi 0 Udinese 0 Fiorentina 2
CLASSIFICA
FIORENTINA, INTER 27 / Roma 26 / Napoli 25 / Sassuolo 22 / Milan 20 /
Juventus, Atalanta, Lazio 18 / Sampdoria 16 / Torino 15 / Palermo, Empoli 14 /
Chievo, Genoa 13 / Bologna, Udinese 12 / Frosinone 11 / Verona, Carpi 6
Continua... to be continued...
DI TUTTO e di PIU Ambiente / Appuntamenti / Arte / / Cibo-cucina / Commenti / Cultura / Curiosità-comicità / Dossier / Economia-Finanza / Fotografia / Inchiesta / Intervista / Istruzione / Lavoro / Lettere / Libri / Medicina / Motori / Musica / Natura / Opinione del Giovedì / Personaggi / Psicologia / Reportage / Riflessioni-Idee / Salute / Scienze / Società-Politica / Spettacoli (cinema/tv) / Sport / Stampa-giornali / Storie / Tecnologia-Internet / Ultime notizie / Viaggi
martedì 10 novembre 2015
domenica 8 novembre 2015
Politica / economia - Affari e scandali Italia - Inchieste su: mazzette dei treni /
8 novembre '15 - domenica 8th November / Sunday
Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news
8 novembre '15 - domenica 8th November / Sunday
BOLOGNA - politica
Salvini sugli attivisti scarcerati dopo gli scontri alla
manifestazione di Bologna: "la giustizia italiana mi fa schifo".
GENOVA - Giallo su nave da crociera
A bordo della nave, arrivata a Genova, non si trova donna di 75 anni.
La donna era partita da sola da Vicenza. A casa tre lettere d'addio.
In corso le ricerche in mare.
BOLOGNA - politica
Salvini sugli attivisti scarcerati dopo gli scontri alla
manifestazione di Bologna: "la giustizia italiana mi fa schifo".
GENOVA - Giallo su nave da crociera
A bordo della nave, arrivata a Genova, non si trova donna di 75 anni.
La donna era partita da sola da Vicenza. A casa tre lettere d'addio.
In corso le ricerche in mare.
È andata in crociera da sola ed è sparita. Una pensionata vicentina, Rosanna Rosato, 75 anni, era partita con una comitiva di persone dal Veneto per una vacanza nel Mediterraneo, da Venezia a Genova sulla “Msc Opera” ma quando il mezzo è arrivato nel capoluogo ligure della donna non c’era più traccia.
Secondo quanto riferisce il “Gazzettino” la donna era molto malata. L’allarme è scattato quando il gruppo che viaggiava con lei non l’ha vista scendere. L’ultima volta sarebbe stata incrociata da uno di loro nella serata di sabato, poi nulla. A quel punto sono iniziate le ricerche. Nella cabina sono stati trovati i suoi bagagli e una cartellina con i numeri di telefono di alcuni famigliari: il compagno e la figlia. Avvisati della scomparsa, i parenti si sono recati a casa della donna dove sono state trovate tre lettere d’addio che farebbero pensare a un suicidio.
BARCELLONA - Su indipendenza Catalogna
La Catalogna vota sì, parte il processo d'indipendenza.
Rajoy: "Resterà Spagna". Ok alla mozione che dà l'avvio alla formazione della
repubblica catalana. Proteste di tutti i partiti.
Il premier: "Impediremo che questa
sfida alla democrazia si compia".
BARCELLONA - Su indipendenza Catalogna
La Catalogna vota sì, parte il processo d'indipendenza.
Rajoy: "Resterà Spagna". Ok alla mozione che dà l'avvio alla formazione della
repubblica catalana. Proteste di tutti i partiti.
Il premier: "Impediremo che questa
sfida alla democrazia si compia".
Uno strappo storico. Il Parlamento di Barcellona ha votato la mozione che dà l’avvio alla formazione della repubblica catalana, 72 deputati a favore, 63 contrari. I parlamentari popolari hanno mostrato bandiere spagnole per protesta.
Quella di oggi è una decisione che fa seguito alla vittoria delle forze indipendentiste alle elezioni del 27 settembre. Il governo Rajoy è pronto a reagire: «Utilizzeremo lo stato di diritto per impedire che questa sfida alla democrazia si compia - dice il premier in una dichiarazione ufficiale da Salamanca -, metteremo in marcia tutti i meccanismi che la legge ci concede. E’ un tentativo che disprezza la pluralità spagnola. Ma i cittadini stiano tranquilli: la Catalogna resterà in Spagna e in Europa. Siamo una democrazia avanzata».
BIRMANIA - Elezioni
Il partito al governo in Birmania ammette la sconfitta al voto.
Vittoria per Aung San Suu Kyi. Portavoce: l' Nld ha ottenuto più del 70%.
Ma no ci sono ancora i dati ufficiali.
Lucianone
BIRMANIA - Elezioni
Il partito al governo in Birmania ammette la sconfitta al voto.
Vittoria per Aung San Suu Kyi. Portavoce: l' Nld ha ottenuto più del 70%.
Ma no ci sono ancora i dati ufficiali.
Lucianone
sabato 7 novembre 2015
STORIE - Kareem Abdul-Jabbar e il fratello di Sherlock Holmes
7 novembre '15 - sabato 7th November / Saturday visione post - 6
Dai trionfi Nba ai libri sul fratello di Sherlock Holmes:
la storia di Kareem Abdul-Jabbar
(da la Repubblica - 25/09/'15 - Enrico Franceschini / Londra)
Il re del basket ora fa rivivere Conan Doyle
Il padre di tutti gli investigatori e il più grande marcatore nella storia della pallacanestro
americana non sembrano avere molto in comune. Invece ora il secondo ha scritto un libro
sul primo e si può scommettere che avrà successo: perchè tutto quello che è stato fatto da
Kareem Abdul-Jabbar ha avuto successo. Il libro è un romanzo: Mycroft Holmes.
Nome e cognome di un personaggio ben noto ai fun di Arthur Conan Doyle: era il fratello
di Sherlock Holmes, maggiore di sette anni e - a detta di Sherlock medesimo - perfino più
abile di lui nell'arte della deduzione e delle indagini. Senonchè era frenato da una formi-
dabile pigrizia, "oblomoviana" potremmo definirla in omaggio a un altro celeberrimo
personaggio della letteratura, a causa della quale non usciva quasi mai di casa. Insomma,
Holmes senior avrebbe potuto diventare un detective più bravo di Holmes junior. Non che
restasse del tutto con le mani in mano: "Occasionalmente egli è il governo britannico, l'uo-
mo più indispensabile del paese", così lo descrive Conan Doyle, "le conclusioni di tutti i di-
partimenti vengono pèassate a lui, che ne trae l'equilibrio.
Continua... to be continued...
Dai trionfi Nba ai libri sul fratello di Sherlock Holmes:
la storia di Kareem Abdul-Jabbar
(da la Repubblica - 25/09/'15 - Enrico Franceschini / Londra)
Il re del basket ora fa rivivere Conan Doyle
Il padre di tutti gli investigatori e il più grande marcatore nella storia della pallacanestro
americana non sembrano avere molto in comune. Invece ora il secondo ha scritto un libro
sul primo e si può scommettere che avrà successo: perchè tutto quello che è stato fatto da
Kareem Abdul-Jabbar ha avuto successo. Il libro è un romanzo: Mycroft Holmes.
Nome e cognome di un personaggio ben noto ai fun di Arthur Conan Doyle: era il fratello
di Sherlock Holmes, maggiore di sette anni e - a detta di Sherlock medesimo - perfino più
abile di lui nell'arte della deduzione e delle indagini. Senonchè era frenato da una formi-
dabile pigrizia, "oblomoviana" potremmo definirla in omaggio a un altro celeberrimo
personaggio della letteratura, a causa della quale non usciva quasi mai di casa. Insomma,
Holmes senior avrebbe potuto diventare un detective più bravo di Holmes junior. Non che
restasse del tutto con le mani in mano: "Occasionalmente egli è il governo britannico, l'uo-
mo più indispensabile del paese", così lo descrive Conan Doyle, "le conclusioni di tutti i di-
partimenti vengono pèassate a lui, che ne trae l'equilibrio.
Continua... to be continued...
SOCIETA ' / Stati Uniti - Tarantino: contro violenze e abusi dei poliziotti Usa
7 novembre '15 - sabato 7th November / Saturday visioni post - 14
L'autore di "Pulp fiction" va contro gli abusi della polizia Usa.
La risposta delle forze dell'ordine: boicottate i suoi film.
(da la Repubblica - 30/ 10/ '15 - Federico Rampini / New York)
Tarantino marcia contro le violenze della polizia Usa
L'ira del sindacato di polizia
La violenza feroce è il suo tratto stilistico più famoso. Non per questo lui l'approva nella
vita reale. Tantomeno se a esercitarla è la polizia del suo paese. Quentin Tarantino, il re-
gista di Pulp Fiction, Kill Bill e il più recente Django, è protagonista di una battaglia poli-
tica sugli abusi delle forze dell'ordine in America. Che adesso contraccambiano verso di
lui, lanciando una campagna di boiocottaggio dei suoi film.
La polemica è esplosa sabato scorso, quando Tarantino è volato apposta dalla California
a New York per partecipare alla manifestazione contro le violenze poliziesche, organizza-
ta da RiseUpOctober, con ispiratori come l'intellettuale afroamericano Cornel West,
RiseUpOctober è una delle varie sigle, come BlackLivesMatter, sorte per reazione all'esca-
letion di violenze poliziesche, arresti brutali, talvolta dall'esito mortale, e nella stragrande
maggioranza ai danni di giovani neri. "Sono un esserew umano con una coscienza - dichia-
rò Tarantino durante la manifestazione partita dal Greenwich Village sabato - e se credia-
mo che nel nostro paese si stia uccidendo, bisogna reagire e opporsi. Io sono venuto fin
qui per dire che sto dalla parte delle vittime". - La manifestazione però si è sovrapposta
ad un'altra tragedia, stavolta con un agente come vittima. Quattro giorni prima che Ta-
rantino scendesse in piazza, a New York era stato ucciso a bruciapelo l'ufficiale Randolph
Holder, durante un controllo di polizia a East Harlem. Il corteo contro le violenze poliozie-
sche si è svolto in un'atmosfera incandescente, con le forze dell'ordine indignate. Il capo
del New York Police Department, William Bratton, ha attaccato il regista: "Si vergogni.
Non ho parole prr descrivere il mio disprezzo nei suoi confronti". Di lì a poco il sindaca-
to di polizia lanciava l'appello per un boicottaggio dei film di Tarantino, seguito dai sin-
dacati degli agenti a Philadelphia e a Los Angeles, la città dove Tarantino abita e ambien-
tò Pulp Fiction. - Anche se non figura tra le star di Hollywood tradizionalmente impegna-
te in politica - come Angelina Jolie, Brad Pitt e George Clooney - Tarantino è spesso al
centro di controversie. la più famosa che fece di lui un "bersaglio mobile" per la destra,
accadde dopo la strage nella scuola elementare di Sandy Hook (2012). Come dopo altre
tragedie simili la lobby pro-armi attorno alla National Rifle Association cercò di sviare
le colpe: tra l'altro accusando la violenza cinematografica di istigare le sparatorie.
Tarantino reagì duramente: "La violenza dei film non c'entra, il problema è il controllo
sulle vendite di armi". Un'altra controversia lo oppose al regista nero Spike Lee, quan-
do quest'ultimo accusò Tarantino di usare il termine spregiativo nigger per descrivere
gli afroamericani, nei dialoghi dei suoi film. Altre star afroamericane come Denzel Wa-
shington e Samuel Jackson, presero le difese di Tarantino. Che ora viene associato con
la causa dei ragazzi neri, e diventa un "nemico pubblico" per chi difende le forze del-
l'ordine.
Il regista cinematografico Quentin Tarantino
Lucianone
L'autore di "Pulp fiction" va contro gli abusi della polizia Usa.
La risposta delle forze dell'ordine: boicottate i suoi film.
(da la Repubblica - 30/ 10/ '15 - Federico Rampini / New York)
Tarantino marcia contro le violenze della polizia Usa
L'ira del sindacato di polizia
La violenza feroce è il suo tratto stilistico più famoso. Non per questo lui l'approva nella
vita reale. Tantomeno se a esercitarla è la polizia del suo paese. Quentin Tarantino, il re-
gista di Pulp Fiction, Kill Bill e il più recente Django, è protagonista di una battaglia poli-
tica sugli abusi delle forze dell'ordine in America. Che adesso contraccambiano verso di
lui, lanciando una campagna di boiocottaggio dei suoi film.
La polemica è esplosa sabato scorso, quando Tarantino è volato apposta dalla California
a New York per partecipare alla manifestazione contro le violenze poliziesche, organizza-
ta da RiseUpOctober, con ispiratori come l'intellettuale afroamericano Cornel West,
RiseUpOctober è una delle varie sigle, come BlackLivesMatter, sorte per reazione all'esca-
letion di violenze poliziesche, arresti brutali, talvolta dall'esito mortale, e nella stragrande
maggioranza ai danni di giovani neri. "Sono un esserew umano con una coscienza - dichia-
rò Tarantino durante la manifestazione partita dal Greenwich Village sabato - e se credia-
mo che nel nostro paese si stia uccidendo, bisogna reagire e opporsi. Io sono venuto fin
qui per dire che sto dalla parte delle vittime". - La manifestazione però si è sovrapposta
ad un'altra tragedia, stavolta con un agente come vittima. Quattro giorni prima che Ta-
rantino scendesse in piazza, a New York era stato ucciso a bruciapelo l'ufficiale Randolph
Holder, durante un controllo di polizia a East Harlem. Il corteo contro le violenze poliozie-
sche si è svolto in un'atmosfera incandescente, con le forze dell'ordine indignate. Il capo
del New York Police Department, William Bratton, ha attaccato il regista: "Si vergogni.
Non ho parole prr descrivere il mio disprezzo nei suoi confronti". Di lì a poco il sindaca-
to di polizia lanciava l'appello per un boicottaggio dei film di Tarantino, seguito dai sin-
dacati degli agenti a Philadelphia e a Los Angeles, la città dove Tarantino abita e ambien-
tò Pulp Fiction. - Anche se non figura tra le star di Hollywood tradizionalmente impegna-
te in politica - come Angelina Jolie, Brad Pitt e George Clooney - Tarantino è spesso al
centro di controversie. la più famosa che fece di lui un "bersaglio mobile" per la destra,
accadde dopo la strage nella scuola elementare di Sandy Hook (2012). Come dopo altre
tragedie simili la lobby pro-armi attorno alla National Rifle Association cercò di sviare
le colpe: tra l'altro accusando la violenza cinematografica di istigare le sparatorie.
Tarantino reagì duramente: "La violenza dei film non c'entra, il problema è il controllo
sulle vendite di armi". Un'altra controversia lo oppose al regista nero Spike Lee, quan-
do quest'ultimo accusò Tarantino di usare il termine spregiativo nigger per descrivere
gli afroamericani, nei dialoghi dei suoi film. Altre star afroamericane come Denzel Wa-
shington e Samuel Jackson, presero le difese di Tarantino. Che ora viene associato con
la causa dei ragazzi neri, e diventa un "nemico pubblico" per chi difende le forze del-
l'ordine.
Il regista cinematografico Quentin Tarantino
Lucianone
venerdì 6 novembre 2015
Spettacoli / cinema - Il profugo "Dheepan"
6 novembre '15 - venerdì 6th November / Friday visione post - 12
Da un bel pò di tempo mi mancava un post riguardante una critica/commento su un
film. Ecco ora l'occasione con il film che ha vinto quest'anno la Palma d'oro al Festival
di Cannes . E' oltretutto una pellicola d'attualità, in quanto affronta l'argomento profu-
ghi ma in modo del tutto particolare in cui realismo, lirismo e sogno onirico sono fusi
e sviluppati in uno stile molto preciso. E poi comunque c'è dentro il sogno del protago-
nista, profugo, di cambiare vita, inclusa la parabola finale di redenzione.
(Lucianone)
(da la Repubblica - 22/10/'15 - Al cinema / Roberto Nepoti)
Così Dheepan profugo dello Sri Lanka
inventa la sua nuova vita
ORA che il film vincitore della 58^ edizione di Cannes arriva nelle nostre sale, anche lo
spettatore italiano potrà dire la sua sulle polemiche che accompagnarono la Palma d'oro
assegnatagli dalla giuria dei fratelli Coen. A legittimarle fu almeno in apparenza il sogget-
to, che secondo alcuni rimanda ai film di giustizia privata in voga negli anni 70, con rela-
tivo sottofondo reazionario declinato in cinema di genere (la serie del Giustiziere della
notte, per intendersi). Il protagonista si chiama Dheepan ed è un profugo dello Sri Lanka,
dove è stato soldato nelle tigri Tamil durante la guerra civile. Per poter espatriare l'uomo
simula di costituire una famiglia con la giovane Yalini, che è più una rifugiata economica,
e l'orfana di nove anni Illayaal. Dopo l'arrivo in Francia Dheepan fa il venditore ambulan-
te di gadget miserandi, poi ottiene un posto di guardiano in un complesso di condomini del-
la periferia di Parigi, dove si trasferisce con la finta famiglia. Luogo e mestiere umili che
però gli sembrano un angolo di paradiso. E invece la banlieue da gang di spacciatori vio-
lenti in lotta tra loro, che ne fanno una diversa ma assai pericolosa zona di guerra.
Tra Dheepan e Yalini sboccia un'inattesa storia d'amore, mentre la bambina "adottata"
per interesse somiglia sempre più a una figlia. Per difendere quel che ha conquistato, l'uo-
mo tenta prima di recintare uno spazio protetto; ma inutilmente. Allora in lui si risveglia
l'antico soldato, che impugna le armi, per difendere sè e le persone amate. socio
Ora, se si crede che un film coincida semplicemente col suo soggetto, i detrattori di quello
di Jacques Audiard, ossessionati dall'ideologia del politically correct, potrebbero anche
avere ragione. Non è così, naturalmente. Il regista francese non mette affatto in scena un
dramma sociale per poi appiccicargli un finale da cinema di genere alla Golan&Globus:
porta invece la storia alle sue estreme conseguenze, evitando sia le ovvietà socio-demogra-
fiche dei film "sociaòlmente impegnati", sia la tirata reazionaria sui pregi della violenza
autogestita. I tipi come lui si contano sulla punta delle dita: quelli capaci di sposare cine-
ma d'autore (con un punto di vista e uno stile precisi) e spettacolo popolare, rivolgendosi
al pubblico nella sua totalità senza prendere lo spettatore per un idiota beato o volergli
imporre una lezione di sociologia per principianti.
Certo, Dheepan è un film costruito in maniera insolita,articolando un finale violento in-
torno a una bella storia d'amore e alternando brani di realismo con altri di lirismo
struggente (che ricorda un altro bel titolo controverso di Audiard, Un sapore di ruggine
e ossa). Non mancano neppure le scene oniriche, nel sogno ricorrente dell'ex-soldato
che allude alle sue origini: un elefante, simbolo di saggezza cui l'uomo si appella incon-
sciamente. Soprattutto, però, Dheepan è un film raccontato benissimo; una parabola di
redenzione il cui protagonista reagisce a un'aggressione che è sì fisica, ma che minaccia
soprattutto il suo sogno di una vita diversa. E c'è una bella differenza tra la storia di un
vigilante urbano e quella di una famiglia finta che vuol diventare vera. Vedere per giu-
dicare.
Dheepan
Regia di Jacques Audiard
Con Vincent Rottiers, Marc Zinga, Jesuthasan Antonythasan, Kalieaswari Srinivasan
Lucianone
Da un bel pò di tempo mi mancava un post riguardante una critica/commento su un
film. Ecco ora l'occasione con il film che ha vinto quest'anno la Palma d'oro al Festival
di Cannes . E' oltretutto una pellicola d'attualità, in quanto affronta l'argomento profu-
ghi ma in modo del tutto particolare in cui realismo, lirismo e sogno onirico sono fusi
e sviluppati in uno stile molto preciso. E poi comunque c'è dentro il sogno del protago-
nista, profugo, di cambiare vita, inclusa la parabola finale di redenzione.
(Lucianone)
(da la Repubblica - 22/10/'15 - Al cinema / Roberto Nepoti)
Così Dheepan profugo dello Sri Lanka
inventa la sua nuova vita
ORA che il film vincitore della 58^ edizione di Cannes arriva nelle nostre sale, anche lo
spettatore italiano potrà dire la sua sulle polemiche che accompagnarono la Palma d'oro
assegnatagli dalla giuria dei fratelli Coen. A legittimarle fu almeno in apparenza il sogget-
to, che secondo alcuni rimanda ai film di giustizia privata in voga negli anni 70, con rela-
tivo sottofondo reazionario declinato in cinema di genere (la serie del Giustiziere della
notte, per intendersi). Il protagonista si chiama Dheepan ed è un profugo dello Sri Lanka,
dove è stato soldato nelle tigri Tamil durante la guerra civile. Per poter espatriare l'uomo
simula di costituire una famiglia con la giovane Yalini, che è più una rifugiata economica,
e l'orfana di nove anni Illayaal. Dopo l'arrivo in Francia Dheepan fa il venditore ambulan-
te di gadget miserandi, poi ottiene un posto di guardiano in un complesso di condomini del-
la periferia di Parigi, dove si trasferisce con la finta famiglia. Luogo e mestiere umili che
però gli sembrano un angolo di paradiso. E invece la banlieue da gang di spacciatori vio-
lenti in lotta tra loro, che ne fanno una diversa ma assai pericolosa zona di guerra.
Tra Dheepan e Yalini sboccia un'inattesa storia d'amore, mentre la bambina "adottata"
per interesse somiglia sempre più a una figlia. Per difendere quel che ha conquistato, l'uo-
mo tenta prima di recintare uno spazio protetto; ma inutilmente. Allora in lui si risveglia
l'antico soldato, che impugna le armi, per difendere sè e le persone amate. socio
Ora, se si crede che un film coincida semplicemente col suo soggetto, i detrattori di quello
di Jacques Audiard, ossessionati dall'ideologia del politically correct, potrebbero anche
avere ragione. Non è così, naturalmente. Il regista francese non mette affatto in scena un
dramma sociale per poi appiccicargli un finale da cinema di genere alla Golan&Globus:
porta invece la storia alle sue estreme conseguenze, evitando sia le ovvietà socio-demogra-
fiche dei film "sociaòlmente impegnati", sia la tirata reazionaria sui pregi della violenza
autogestita. I tipi come lui si contano sulla punta delle dita: quelli capaci di sposare cine-
ma d'autore (con un punto di vista e uno stile precisi) e spettacolo popolare, rivolgendosi
al pubblico nella sua totalità senza prendere lo spettatore per un idiota beato o volergli
imporre una lezione di sociologia per principianti.
Certo, Dheepan è un film costruito in maniera insolita,articolando un finale violento in-
torno a una bella storia d'amore e alternando brani di realismo con altri di lirismo
struggente (che ricorda un altro bel titolo controverso di Audiard, Un sapore di ruggine
e ossa). Non mancano neppure le scene oniriche, nel sogno ricorrente dell'ex-soldato
che allude alle sue origini: un elefante, simbolo di saggezza cui l'uomo si appella incon-
sciamente. Soprattutto, però, Dheepan è un film raccontato benissimo; una parabola di
redenzione il cui protagonista reagisce a un'aggressione che è sì fisica, ma che minaccia
soprattutto il suo sogno di una vita diversa. E c'è una bella differenza tra la storia di un
vigilante urbano e quella di una famiglia finta che vuol diventare vera. Vedere per giu-
dicare.
Dheepan
Regia di Jacques Audiard
Con Vincent Rottiers, Marc Zinga, Jesuthasan Antonythasan, Kalieaswari Srinivasan
Lucianone
Istruzione / scuola - Il recupero lento della Geografia
6 novembre '15 - venerdì 6th November / Friday visione post - 8
(da Corriere della Sera - 20/09/'15 - La Lettura / di Franco Farinelli)
Rimonta di una disciplina esiliata che Giulio Cesare capì benissimoo
Esiliata persino dagli Istituti tecnici nautici dal ministro Gelmini, a fatica la geografia
inizia ora a riguadagnare un pò di posto all'interno dell'ordinamento scolastico italiano,
dove i laureati in Scienze geografiche recuperano a stento il riconoscimento delle loro spe-
cifiche competenze didattiche. A fatica e a stento, il che risulta per molti aspetti paradossa-
le: da anni ion tutta Europa, e specie nel mondo anglosassone, le scienze sociali hanno regi-
strato un notevole risveglio proprio in virtù di quella che viene chiamata la "svolta spazia-
le", vale a dire la più o meno consapevole assunzione di temi e modelli analitici di marca
geografica.
Spazio è termine molto specifico, anche se da Kant (che era un geografo) in poi vale special-
mente come potentissima metafora: spazio deriva da stadio, la misura metrica lineare con
cui gli antichi greci calcolavano le distanze, addomesticavano la faccia della Terra altrimen-
ti sfuggente. La più precisa e fulminea illustrazione della natura di tale modello si deve a
Giulio Cesare, che dopo una grande vittoria sul re del Ponto, in Asia minore, si vuole abbia
pronunciato la frase che fin da piccoli una volta s'apprendeva: Veni, Vidi, Vici. Per compren-
dere bisogna invertire l'ordine delle azioni: ho vinto perchè ho ridotto la conoscenza alla vi-
sione, ma - prima ancora - perchè ho fatto in fretta. Operativamente lo spazio significa infat-
ti la riduzione del mondo a velocità, a tempo di percorrenza, modalità con cui gli antichi Ro-
mani si limitavano in sostanza a fare la guerra e a organizzare la circolazione delle informa-
zioni necessarie al governo del territorio. A esso si oppone la logica dei luoghi, per cui ogni
brano del volto della Terra mantiene la propria specificità, la propria irriducibilità nei con-
fronti degli altri, insomma le proprie qualità. Al contrario, la logica dello spazio, che è quan-
titativa, è quella dell'equivalenza generale delle parti, della loro reciproca interscambiabilità
e fungibilità: è insomma la stessa del mercato, che infatti non esisterebbe nella forma che og-
gi conosciamo senza la moderna riduzione del mondo in termini spaziali, senza la colonizza-
zione spaziale di tutti gli ambiti della riproduzione della vita sociale. Senza insomma la tra-
sformazione di quel che nel Seicento s'inizia a chiamare globo terracqueo in un'unica gigan-
tesca mappa. Ciò è vero fuor di metafora, e proprio al servizio di tale trasformazione nasce
la figura del geografo moderno, che appare nel Quattrocento come cosmografo, diventa di
fatto cartografo nei due secoli successivi e soltanto tra Otto e Novecento si deposita nella at-
tuale forma accademica, compiuta l'opera della costruzione dello Stato nazionale centraliz-
zato il cui modello è, appunto, una carta geografica.- Basti al riguardo far caso al fatto che
il moderno territorio statale deve necessariamente obbedire, idealmente, alle tre caratteri-
stiche che nella geometria classica distinguono la natura geometrica dell'estensione: la con-
tinuità (esso deve essere tutto di un pezzo), l'omogeneità (deve essere popolato da persone
che condividono la stessa cultura e la stessa religione), l'isotropismo (tutte le sue parti deb-
bono essere funzionalmente orientate nella stessa direzione, quella segnata dalla capitale).
Fin dall'inizio della modernità, insomma, il compito della geografia è rimasto lo stesso,
quello di rendere conto della relazione tra luoghi e spazio, della ragione e della natura
delle connessioni tra il globale e il locale.
Continua... to be continued...
(da Corriere della Sera - 20/09/'15 - La Lettura / di Franco Farinelli)
Rimonta di una disciplina esiliata che Giulio Cesare capì benissimoo
Esiliata persino dagli Istituti tecnici nautici dal ministro Gelmini, a fatica la geografia
inizia ora a riguadagnare un pò di posto all'interno dell'ordinamento scolastico italiano,
dove i laureati in Scienze geografiche recuperano a stento il riconoscimento delle loro spe-
cifiche competenze didattiche. A fatica e a stento, il che risulta per molti aspetti paradossa-
le: da anni ion tutta Europa, e specie nel mondo anglosassone, le scienze sociali hanno regi-
strato un notevole risveglio proprio in virtù di quella che viene chiamata la "svolta spazia-
le", vale a dire la più o meno consapevole assunzione di temi e modelli analitici di marca
geografica.
Spazio è termine molto specifico, anche se da Kant (che era un geografo) in poi vale special-
mente come potentissima metafora: spazio deriva da stadio, la misura metrica lineare con
cui gli antichi greci calcolavano le distanze, addomesticavano la faccia della Terra altrimen-
ti sfuggente. La più precisa e fulminea illustrazione della natura di tale modello si deve a
Giulio Cesare, che dopo una grande vittoria sul re del Ponto, in Asia minore, si vuole abbia
pronunciato la frase che fin da piccoli una volta s'apprendeva: Veni, Vidi, Vici. Per compren-
dere bisogna invertire l'ordine delle azioni: ho vinto perchè ho ridotto la conoscenza alla vi-
sione, ma - prima ancora - perchè ho fatto in fretta. Operativamente lo spazio significa infat-
ti la riduzione del mondo a velocità, a tempo di percorrenza, modalità con cui gli antichi Ro-
mani si limitavano in sostanza a fare la guerra e a organizzare la circolazione delle informa-
zioni necessarie al governo del territorio. A esso si oppone la logica dei luoghi, per cui ogni
brano del volto della Terra mantiene la propria specificità, la propria irriducibilità nei con-
fronti degli altri, insomma le proprie qualità. Al contrario, la logica dello spazio, che è quan-
titativa, è quella dell'equivalenza generale delle parti, della loro reciproca interscambiabilità
e fungibilità: è insomma la stessa del mercato, che infatti non esisterebbe nella forma che og-
gi conosciamo senza la moderna riduzione del mondo in termini spaziali, senza la colonizza-
zione spaziale di tutti gli ambiti della riproduzione della vita sociale. Senza insomma la tra-
sformazione di quel che nel Seicento s'inizia a chiamare globo terracqueo in un'unica gigan-
tesca mappa. Ciò è vero fuor di metafora, e proprio al servizio di tale trasformazione nasce
la figura del geografo moderno, che appare nel Quattrocento come cosmografo, diventa di
fatto cartografo nei due secoli successivi e soltanto tra Otto e Novecento si deposita nella at-
tuale forma accademica, compiuta l'opera della costruzione dello Stato nazionale centraliz-
zato il cui modello è, appunto, una carta geografica.- Basti al riguardo far caso al fatto che
il moderno territorio statale deve necessariamente obbedire, idealmente, alle tre caratteri-
stiche che nella geometria classica distinguono la natura geometrica dell'estensione: la con-
tinuità (esso deve essere tutto di un pezzo), l'omogeneità (deve essere popolato da persone
che condividono la stessa cultura e la stessa religione), l'isotropismo (tutte le sue parti deb-
bono essere funzionalmente orientate nella stessa direzione, quella segnata dalla capitale).
Fin dall'inizio della modernità, insomma, il compito della geografia è rimasto lo stesso,
quello di rendere conto della relazione tra luoghi e spazio, della ragione e della natura
delle connessioni tra il globale e il locale.
Continua... to be continued...
giovedì 5 novembre 2015
Sport - calcio / Serie A - 11^ giornata 2015/16
5 novembre '15 - giovedì 5th November / Thursday
Risultati delle partite
Juventus 2 Inter 1 Fiorentina 4 Bologna 3 Carpi 0 Genoa 0
Torino 1 Roma 0 Frosinone 1 Atalanta 0 Verona H. 0 Napoli 0
Udinese 0 Lazio 1 Chievo 1 Palermo 0
Sassuolo 0 Milan 3 Sampdoria 1 Empoli 1
Classifica
Fiorentina, Inter 24 / Roma 23 / Napoli 22 / Sassuolo, Milan 19 / Lazio 18 /
Atalanta 17 / Sampdoria 16 / Juventus, Torino 15 / Empoli 14 / Chievo 13 /
Genoa, Udinese 12 / Palermo 11 / Frosinone 10 / Bologna 9 /
Carpi, Verona H. 6
IL COMMENTO
Continua... to be continued.
Risultati delle partite
Juventus 2 Inter 1 Fiorentina 4 Bologna 3 Carpi 0 Genoa 0
Torino 1 Roma 0 Frosinone 1 Atalanta 0 Verona H. 0 Napoli 0
Udinese 0 Lazio 1 Chievo 1 Palermo 0
Sassuolo 0 Milan 3 Sampdoria 1 Empoli 1
Classifica
Fiorentina, Inter 24 / Roma 23 / Napoli 22 / Sassuolo, Milan 19 / Lazio 18 /
Atalanta 17 / Sampdoria 16 / Juventus, Torino 15 / Empoli 14 / Chievo 13 /
Genoa, Udinese 12 / Palermo 11 / Frosinone 10 / Bologna 9 /
Carpi, Verona H. 6
Continua... to be continued.
Lavoro / scuola - La necessità di percorsi studiati
5 novembre '15 - giovedì 5th November / Thursday visione post - 14
(da la Repubblica - 30 ottobre '15 - Milano / La città che cambia - Alessandro Rosina)
Percorsi studiati tra scuola e lavoro
Capita spesso di leggere sui giornali o di sentire nei dibattiti televisivi che
il lavoro se uno lo cerca bene e si adatta lo trova. Se quindi molti giovani so-
no disoccupati è soprattutto colpa loro che non si rimboccano le maniche
quanto serve. Come spesso accade, la realtà è un pò più complessa rispetto
agli stereotipi di cui è piena l'opinione pubblica.
Sono vari i motivi della presenza di opportunità di lavoro che faticano a tro-
vare manodopera adeguata in un contesto di alta disoccupazione giovanile.
Ne elenchiamo quattro, ben intrecciati tra di loro. Il primo è legato al fatto
che molte aziende non utilizzano modalità e contenuti adeguati nel pubbli-
cizzare l'offerta rispetto al target specifico di interesse. Il secondo è da ri-
condurre alla carenza di solidi canali istituzionali di incontro tra domanda
e offerta, tanto che la larga maggioranza delle persone continua a trovare
lavoro attraverso la rete parentale e amicale. Il terzo fattore è di tipo cultu-
rale: negli altri Paesi i giovani sono spinti a diventare consapevoli e intra-
prendenti rispetto alla progettazione del proprio futuro già attorno ai 16
anni; i ragazzi italiani rimangono invece più a lungo in un mondo a parte,
iperprotetto dalle famiglie, per poi scontrarsi di colpo con la dura realtà
quando concludono gli studi. Infine, mancano spesso adeguata formazione
ed esperienza per poter cogliere concretamente alcune opportunità dispo-
nibili sul mercato. In Italia esiste infatti un ampio divarioi tra competenze
formate e richieste, inoltre basso è il numero di studenti che partecipano
a qualche tipo di work-based learning.
Come effetto di tutto questo è in aumetno il numero di ragazzi che pensano che studiare
sia inutile, ma è in crescita anche il numero di coloro che cercano di fare scelte formati-
ve più pragmatiche e meglio orientate all'effettivo inserimento nel mondo del lavoro.
Va comunque riconosciuto che negli ultimi anni il sistema educativo italiano ha arric-
chito l'offerta secondaria e terziaria non accademica, in particolre con gli Istituti Tec-
nici Superiori (Its). Nonostante i risultati siano incoraggianti, in termini sia formativi
che occupazionali, questa offerta rimane però attualmente molto al di sotto delle sue
potenzialità, anche per resistenze culturali e non adeguata conoscenza da parte delle
famiglie.
Qualcosa però forse sta finalmente cambiando. I segnali positivi, quantomeno nel con-
testo lombardo più vicino a noi, continuano a crescere. I più convincenti sono quelli
che combinano innovazione tecnica, apertura d'orizzonte internazionale e made in Ita-
ly. - Un esempio interessante è il Polo formativo del Legno Arredo, promosso dalle
aziende del distretto brianzolo con l'obiettivo di formare non solo operatori del legno
ma anche "export manager" - attraverso uno specifico Istituto tecnico - in grado di
valorizzare i prodotti italiani nel mondo. Che questa sia una delle formule su cui pun-
tare lo ha ribadito il sottosegretario del ministero dell'Istruzione, della Ricerca e del-
l'Università Gabriele Toccafondi che nella sua recente visita al Polo brianzolo ha an-
che sottolineato come i finanziamenti pubblici sui percorsi tecnico-superiori saranno
sempre meno distribuiti a pioggia e più indirizzati verso le realtà più efficaci nel favo-
rire l'inserimento lavorativo. - Se vogliamo che sempre meno giovani si perdano nella
transizione scuola - lavoro e siano invece attivi nei settori più promettenti , percorsi di
questo tipo vanno moltiplicati e aiutati ad avere successo.
Lucianone
(da la Repubblica - 30 ottobre '15 - Milano / La città che cambia - Alessandro Rosina)
Percorsi studiati tra scuola e lavoro
Capita spesso di leggere sui giornali o di sentire nei dibattiti televisivi che
il lavoro se uno lo cerca bene e si adatta lo trova. Se quindi molti giovani so-
no disoccupati è soprattutto colpa loro che non si rimboccano le maniche
quanto serve. Come spesso accade, la realtà è un pò più complessa rispetto
agli stereotipi di cui è piena l'opinione pubblica.
Sono vari i motivi della presenza di opportunità di lavoro che faticano a tro-
vare manodopera adeguata in un contesto di alta disoccupazione giovanile.
Ne elenchiamo quattro, ben intrecciati tra di loro. Il primo è legato al fatto
che molte aziende non utilizzano modalità e contenuti adeguati nel pubbli-
cizzare l'offerta rispetto al target specifico di interesse. Il secondo è da ri-
condurre alla carenza di solidi canali istituzionali di incontro tra domanda
e offerta, tanto che la larga maggioranza delle persone continua a trovare
lavoro attraverso la rete parentale e amicale. Il terzo fattore è di tipo cultu-
rale: negli altri Paesi i giovani sono spinti a diventare consapevoli e intra-
prendenti rispetto alla progettazione del proprio futuro già attorno ai 16
anni; i ragazzi italiani rimangono invece più a lungo in un mondo a parte,
iperprotetto dalle famiglie, per poi scontrarsi di colpo con la dura realtà
quando concludono gli studi. Infine, mancano spesso adeguata formazione
ed esperienza per poter cogliere concretamente alcune opportunità dispo-
nibili sul mercato. In Italia esiste infatti un ampio divarioi tra competenze
formate e richieste, inoltre basso è il numero di studenti che partecipano
a qualche tipo di work-based learning.
Come effetto di tutto questo è in aumetno il numero di ragazzi che pensano che studiare
sia inutile, ma è in crescita anche il numero di coloro che cercano di fare scelte formati-
ve più pragmatiche e meglio orientate all'effettivo inserimento nel mondo del lavoro.
Va comunque riconosciuto che negli ultimi anni il sistema educativo italiano ha arric-
chito l'offerta secondaria e terziaria non accademica, in particolre con gli Istituti Tec-
nici Superiori (Its). Nonostante i risultati siano incoraggianti, in termini sia formativi
che occupazionali, questa offerta rimane però attualmente molto al di sotto delle sue
potenzialità, anche per resistenze culturali e non adeguata conoscenza da parte delle
famiglie.
Qualcosa però forse sta finalmente cambiando. I segnali positivi, quantomeno nel con-
testo lombardo più vicino a noi, continuano a crescere. I più convincenti sono quelli
che combinano innovazione tecnica, apertura d'orizzonte internazionale e made in Ita-
ly. - Un esempio interessante è il Polo formativo del Legno Arredo, promosso dalle
aziende del distretto brianzolo con l'obiettivo di formare non solo operatori del legno
ma anche "export manager" - attraverso uno specifico Istituto tecnico - in grado di
valorizzare i prodotti italiani nel mondo. Che questa sia una delle formule su cui pun-
tare lo ha ribadito il sottosegretario del ministero dell'Istruzione, della Ricerca e del-
l'Università Gabriele Toccafondi che nella sua recente visita al Polo brianzolo ha an-
che sottolineato come i finanziamenti pubblici sui percorsi tecnico-superiori saranno
sempre meno distribuiti a pioggia e più indirizzati verso le realtà più efficaci nel favo-
rire l'inserimento lavorativo. - Se vogliamo che sempre meno giovani si perdano nella
transizione scuola - lavoro e siano invece attivi nei settori più promettenti , percorsi di
questo tipo vanno moltiplicati e aiutati ad avere successo.
Lucianone
Iscriviti a:
Post (Atom)