mercoledì 10 settembre 2025

SPORT - Calcio / Serie A - 2025/26

 mercoledì 10 settembre '25                           10th September / Wednesday               viaione post - 6

Campionato di serie A (2025)

Seconda giornata  (di 38)

Risultati e classifica

Cremonese - Sassuolo  3 - 2 /  Lecce - Milan  0 - 2

Bologna - Como  1 - 0   /  Parma - Atalanta  1 - 1

Napoli - Cagliari  1 - 0  /  Pisa - Roma  0 - 1

Torino - Fiorentina  0 - 0  /  Genoa - Juventus  0 - 1

Inter - Udinese  1 - 2   /   Lazio - H. Verona  4 - 0

Classifica 

Napoli, Juventus, Cremonese, Roma   6  //  Udinese   4  //  Inter, Lazio , Milan, Como, Bologna   3  //  Atalanta, Fiorentina   2   //   Pisa, Cagliari, Genoa, Parma, Lecce, H. Verona, Torino   1     //   Sassuolo   0


Lucianone


   


domenica 31 agosto 2025

Commenti - Gaza: propaganda tra i cadaveri

 31 agosto '25 - domenica                             31st August  / Sunday                        visione post - 4

Oltre ogni Male...

(da la Repubblica - 26 agosto '25 / L'AMACA  di Michele Serra)

Propaganda tra i cadaveri

Alla luce dell'ennesimo ammazzamento di giornalisti a Gaza, la recente mossa del governo israeliano (sguinzagliare tra quelle macerie, comodamente scorrazzati,una decina di influencer amici per smentire che ci sia fame, che ci sia terrore, che si spari nel mucchio) suona così assurda, e al tempo stesso così oscena, da sembrare, lei sì, "propaganda di Hamas", escogitata per screrditare il governo Netanyahu e fugare le residue illusioni che la democrazia, che Israele vanta come suo unico sensibile vantaggio etico sui vicini, possa sopravvivere a questo momento di scervellato furore. -  L'informazione così come la conosciamo, e così come si dispiega per il mondo, ha i suoi difetti, le sue distorsioni e le sue lacune, i suoi padroni e i suoi servi; ma è, nel suo complesso, un elemento strutturale - appunto - della democrazia. Scrollare sui social e fare zapping tra i tigì di mezzo mondo, no, non è la stessa cosa: la differenza tra le due fonti è quella che separa il cazzeggio dal lavoro.  Tra i post di un influencer e la formazione di un notiziario c'è una differenza abissale in termini di controllo delle fonti, di discussione collettiva, di elaborazione formale della notizia. pensare di "fare informazione" con un manipolo di esaltati, o di prezzolati, è da folli o da despoti, perchè la massa delle informazioni mondiali, per quanto carente e/o faziosa, è pur sempre qualcosa di molto meglio della fuffa propagandistica.  Si dubita che uno solo dei ciarlieri influencer di Netanyahu sia in condizione di spendere qualche parola di cordoglio per la soppressione violenta dei giornalisti quelli veri. E tutto sommato è meglio così: il rischio è che si sentano "colleghi" delle vittime, usurpando un mestiere del quale non hanno la benchè minima idea.

Lucianone

sabato 30 agosto 2025

SPORT - Calcio / Serie A - 2025 / 26

 campionato di Serie A  (2025)

Prima giornata   (di 38)

Risultati e classifica

 Genoa - Lecce  0 - 0  /  Sassuolo - Napoli  0 - 2

Roma - Bologna  1 - 0  /  Milan - Cremonese  1 - 2

Cagliari - Fiorentina  1 - 1  /  Como - Lazio  2 - 0

Juventus - Parma  2 - 0  /  Atalanta - Pisa  2 - 1

Udinese - H. Verona  1 - 1  /  Inter - Torino  5 - 0

Classifica 

Cremonese, Inter, Napoli, Juventus, Roma   3  /  Cagliari, Fiorentina, H. Verona, Udinese, Genoa, 

Lecce, Atalanta, Pisa  1  /  Sassuolo, Bologna, Milan, Lazio, Parma, Torino   0


Il Gol più bello della 1^ giornata


La rovesciata di Bonazzoli in Milan - Cremonese

Lucianone



mercoledì 20 agosto 2025

La Storia - Ma il passato non ci ha insegnato nulla!

20 agosto 2025                                                  20th August                                      Visione post - 6

L'Olocausto, sì è esistito l'Olocausto che ha significato milioni di ebrei sterminati dai nazisti tedeschi e dal loro capo/fuhrer Adolf Hitler sorto dalle profondità dell'Inferno più rosso di sempre per portare nel mondo idee e leggi "fuori del mondo", che sembravano dopo la sua sconfitta e la sua morte non poter avere più alcuna ripetizione nefasta per i secoli futuri. Sembrava... sembrava... e si sperava ardentemente. Ma invece, purtroppo, tutto si è andato ripetendo, e anzi gli Hitler si sono moltiplicati e oggi non si contano più, ad-dirittura!! E a niente sono valse tutte le testimonianze su quegli stermini hitleriani, a partire dal DIARIO di Anne Frank in poi!

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domenica 10 agosto 2025

Ultime Notizie - dall'Italia e dal mondo

 10 agosto '25 - domenica                                  10th August / Sunday                  visione post - 11

Russia e Usa su Ucraina -

Il prossimo summit Trump - Putin in Alaska come esercizio di dominio    (da "la Repubblica") 

Non è l'arte della diplomazia che riunisce Putin e Trump venerd' in Alaska,  nel primo vertice Usa - Russia  dal 2021, ma è semmai l'esercizio della "Kyriarchia", espressione del comando, della supremazia, del dominio.  (di Ezio Mauro)

I due presidenti si incontrano infatti come i plenipotenziari del pianeta, decisi a sbrogliare da soli i nodi che soffocano oggi il mondo e proiettano un'ombra sul futuro, ingovernabile...  Il fatto è che i due demiurghi si sono attribuiti da soli - e reciprocamente - lo status di imperatori, anche se alcuni dei nodi geopolitici li hanno stretti con le loro mani, dall'invasione russa dell'Ucraina alla guerra commerciale scatenata dall'America. Ma sia Trump che Putin non portano responsabilità, non ammettono errori, non conoscono colpe.

Tel Aviv - Israele/Gaza

Migliaia in piazza, a Tel Aviv, contro l'invasione di Gaza /  Il grido in piazza elaltro Israele: "Fermate ora il massacro a Gaza".  Da Tel Aviv a Haifa migliaia in strada per chiedere la fine del conflitto e la liberazione dei rapiti. "Il governo Netanyahu commette brutalità e rovina la vita di tanti giovani". Nella città conservatrice di Gerusalemme un corteo contro l'occupazione. La protesta dilaga ormai in tutto il Paese. - Ma la nzione è spaccata: alcuni ragazzi contestano i manifestanti e strappano i loro cartelloni. "Ho appoggiato la guerra, ma ormai è solo una vendetta" (Naya Engel, studentessa di farmacia) /  "Se i nostri figli non torneranno non vi perdoneremo" (Einav ZAngaucher), / "L'apartheid ha creato il contesto del 7 ottobre" (Gilad Gal, informatico)

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martedì 5 agosto 2025

STORIE - Anniversari / 1995 - 2025: Srebrenica, nel riverbero oscuro di Gaza

5 agosto '25 - martedì                                      5th August / Tuesday                        visione post - 8

(da il manifesto - 12 luglio '25 /  di Francesco Strazzari)

La città bosniaca nel riverbero oscuro di Gaza

Non lo permetteremo mai più, ma continua ad accadere.  Le fosse comuni hanno restituito 8.372 corpi, di centinaia manca ancora la ricomposizione. Questa fu Srebrenica: una sacca ingestibile, gonfiata all'inverosimile da disperazione e resistenza. Nelle complesse vicende della pulizia etnica lungo il fronte bosniaco  E un'enclave musulmana sacrificata perchè fuori dalla logica territoriale degli accordi di pace. TRoppo lontana per essere congiunta da una lingua di terra da tracciare a Dayton, Ohio, come invece accadde - a notte tarda e grazie al whisky - per il corridoio di Gorazde.  Srebrenica fu abbandonata da tutti, inclusa l'Onu, che l'aveva dichiarata area protetta.  La guerra in Bosnia si giocò sugli aiuti umanitari: chi faceva passare cosa e per quale progetto politico. I serbo-bosniaci partirono con il favore delle armi, portando i musulmani sull'orlo della fame e manipolando gli aiuti così da spostare la popolazione. Gran parte degli assedi, Sarajevo compresa, prendeva di mira l'acqua, il pane e il mercato nero, protagonisti cecchini e mortai. Affamare e terrorizzare per trasferire altrove.  Di Srebrenica ci reta l'iimagine di Ratko Mladic che prge cioccolata ai bambini, dicendo che non hanno nulla da temere. O quella del padre smagito  e spossato , costretto a chiamare a gran voce il figlio, eortandolo a uscire dal bosco in cui si nascondeva. Nessuno dei due sopravvisse. L'Assemblea Generale dell'Onu ha decretato l'11 luglio  "Giornata internazionale di riflessione sul genocidio di Srebrenica".  Fra i Paesi che hanno sempre sostenuto che non si debba parlare di singolo atto di genocidio c'è Israele. <la linea è ridurre l'accaduto alla nozione di crimini di guerra; l'attenuante è la separazione di donne e bambini prima dele esecuzioni di massa. I rapporti tra Israele e Serbia sono più che amichevoli, come testimoniato dalla recente visita della portavoce del Parlamento di Belgrado a Tel Aviv. Le forniture di armi alla Serbia sono definite da Tel Aviv come episodi occasionali. Un'inchiesta di BIRN e Haharetz ha appurato che, nel pieno dell'offensiva su Gaza, le vendite di armi serbe a Israele sono cresciute di 30 volte (da 1,6 42,3 milioni di dollari) anche grazie a uno spin doctor israeliano, incaricato dell'immagine del contestatissimo presidente Vucic.  Evidentemente l'unicità dell'Olocausto non ammette eccezioni: il timore è che la gravità del crimine ne risulti sminuita. Altrttanto evidente, però, è il timore che il riverbero della violenza sui civili posa dar vita a precedenti, e non solo perchè Gaza viene invocata dagli stessi sopravvissuti di Srebrenica.

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lunedì 4 agosto 2025

SOCIETA' /Sport - I campioni di basket U20: più forti del razzismo / Con riflessione di L. Finesso

 4 agosto '25 - lunedì                                 4th August / Monday                          visione post - 23

(da LA STAMPA - 22 luglio '25 / La storia - di Giulia Zonca)


Più forti del razzismo

La storia -  Chi credeva di demolire i ragazzi dell'Under 20 di basket con gli insulti si è trovato davanti l'Italia, un Paese che certe persone forse non sanno di abitare, ma che per fortuna sta qui e ha una squadra così effervescente a rappresentarla..  Il futuro è in buone mani e questi ragazzi le sanno usare: hanno vinto l'Europeo  di categoria, riportato a casa un titolo che mancava da più di un decennio, contrastato il pronostico e demolito le frasi idiote che li hanno accompagnati all'inizio del torneo. Per poi essere sommerse da altre voci, quelle di uomini e donne che invece di nascondersi dietro a nomi di fantasia ci  mettono la faccia.   Questa squadra multiculturale sistema la percezione e supera qualsiasi giudizio basato su uno sguardo. Lo fa con i gesti e il linguaggio di una generazione già pronta ad affrontare le ondate becere che hanno fatto vacillare tanti prima di loro. Sono nati tra il 2005 e 2006, la metà ha appena fatto la maturità. Senza rifiuti. Sono abituati al concetto di afroitaliano e non lo devono declinare, possono sfottersi a tavola chiamandosi bianci e neri a prescindere dalle caratteristiche fisiche, giusto per amplificare il concetto di fratellanza che in qualsiasi comunità viene spontaneo. La loro non è fatta di provenienza, ma di pallacanestro con tutti i riferimenti del caso.  Grgo, esempi, citazioni, personaggi, libri e film e musica. Ascoltarli è rinfrescante, vderli giocare ù esaltante, sapere che hanno addosso la maglia dell'Italia dà un'energia che la nostra classe dirigente non riesce a interpretare.  Sono belli, nel senso più ampio della parola, mettono di buon umore perchè mostrano talento, sanno ampliarlo quando stanno insieme, offrono un anticipo di società destinata a diventare abitudine. Al tentativo di BOICOTTAGGIO, con messaggi che non hanno cittadinanza (non ne meritano nessuna) non hanno risposto. Prima si sono impegnati a vincere e poi hanno ringraziato "per i commenti razzisti che ci hanno dato la carica.  Uno ha postato, tutti hanno condiviso, consapevoli di essere un tramite e un traino.

Sono abituati al concetto  di afroitaliano e non devono declinarlo

Non staremo a fare l'elenco dei posti da cui molti dei loro genitori  sono arrivati, storia a cui tengono e di cui hanno cura, però dato ininfluente per la loro amicizia e unione, per la qveneto,   sputarci sopra e ci trovano solo il riflesso della propria aggressività.  Questi ragazzi del basket si spostano troppo in fretta per essere vittime di certe idiozie e sono convinti dei loro comportamenti, non cercano approvazione anche se per l'età dovrebbe essere naturale. Questi non ne hanno bisogno, trovano nel confronto le soluzioni. Sanno pure di essere visti, di avere profili social frequentati, di poter contribuire a dare all'Italia la faccia che effettivamente oggi ha. Nel 2025 è più facile vederla in una squadra di basket giovanile che in una banca, domani cambieremo ancora.  Non è questione di origini, piuttosto di approccio.  I teenager sono i primi a vivere fin dalla nascita realtà che altri hanno visto modificarsi, con inevitabili tempi di adattamento.  Loro comunicano altro, un'identità così chiara che si vede in campo e promuoverla attraverso i successi diventa sul serio motivazione. Il post è reale, ringraziano per la missione assegnata. Trovare un palco più grande per mostrarsi semplicemente italiani.    Sono stati tutti un "bocia che andrà lontano" come chiamavano da piccolo francesco ferrari, l'Mvp dell'Europeo, a Borgomanero, in provincia di Novara, dove è nato. Dove sono passati altri due elementi dell'Under 20, in una squadra vivaio, con la canotta del College. bocia è un termine veneto, ma è in molti luoghi del Nord Italia ed è il modo per dare la giusta leggerezza a un adolescente. Ferrari, figlio di un promotore del basket locale, era un bocia così come Osa, diminutivo di Osawaru Andrew Osasuyi venuto a Borgomanero a giocare. Si somigliano, anche se sarebbe difficile confonderli e hanno lineamenti e capelli diversi eppure un'unica maniera di stare sul parquet e di essere italiani.  

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Non si può stare zitti nè essere indifferenti, quando un'intera squadra di basket, composta da oltre il 50 per cento da atleti afroitaliani viene presa di mira sui social e non solo:. una parte consistente di persone in Italia è rimasta razzista purtroppo, ma la cosa ancora più pesante, grave e insopportabile è il fatto che si nascondono vigliaccamente dietro l'ombra dei social o altri anfratti  internet. L'odio supera quello che dovrebbe invece essere un orgoglio per la conquista di una coppa che porta i nostri ragazzi ad essere primi in Europa in uno sport stupendo come il basket. Ma purtroppo, come già successo per la nostra italianissima Egonu nel volley, la rabbia contro una pelle diversa, contro la diversità in generale, supera ogni confine, pure quello dell'orgoglio per una conquista sportiva che deve essere di tutti compresi quegli afroitaliani che ormai fanno parte di noi , sono perfettamente integrati.  Tutti quanti quei beceri, invidiosi razzisti più o meno viscerali, quelli sono i veri  non integrati, i perenni disadattati e frustrati.
- Luciano Finesso - 

Lucianone

venerdì 1 agosto 2025

SPORT / Nuoto e tuffi - Mondiali di Singapore '25

 ! agosto 2025 -venerdì                                         1st August / Friday                      visione post - 6

Oro per Simone CERASUOLO  nei 50 rana

Oro per la coppia  Santoro-Pellacani nei tuffi da tre metri sincro

Trionfi inediti per l'Italia: Simone domina i 50 rana, Matteo e Chiara danno lezione, pure ai cinesi, dai 3 metri sincro

"I due ori pescati nell'acqua di Singapore hanno i volti sbalordditi e fieri di mister rana Simone Cerasuolo e e di due tuffatori meravigliosi come Chiara Pellacani e Matteo Santoro. Tre campioni che non sono abituati a vincere come le star delle piscine ma di cui l'Italia aveva bisogno per rompere il digiuno d'oro. ieri si sono dati felicemente il cambio. CHE VITTORIE /

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martedì 15 luglio 2025

SCUOLA / Esame di maturità - Adolescentii alieni e adulti incapaci di ascoltare

 15 luglio '25 - martedì                                   15th July / Tuesday                        visone post - 13

(da "il manifesto" - 12 luglio '25  /    di Marco Rovelli)

Esame di maturità -

Adolescenti alieni e adulti incapaci di ascoltare

Molto interessante leggere i commenti  social  alle notizie su studenti e studentesse che hanno deciso di sottrarsi all'orale dell'esame di maturità. E' interessante, ma anche noioso, visto che c'è una sostanziale uniformità tra gli adulti che intervengono. - Generalmente ci si indigna in nome della solita solfa che "la vita è un esame", che questi ragazzi sono incapaci del sacrificio necessario alla vita, che un domani nel lavoro  come faranno, e via salmodiando.  L'intero sistema di comprensione  della realtà degli adulti va in tilt, e si irrigidisce nel giudizio - un giudizio che si scraventa sui "giovani"  come incapaci, presuntuosi, viziati, narcisisti. Un mondo di adulti che giudicano  a partire dal fatto che non si sono mai posti il problema di dislocare lo sguardo entrando in relazione col vissuto e con le categorie degli adolescebti e delle adolescenti. . Eppure, basterebbe leggere le motivazioni che sono state date a quei gesti da chi li ha fatti per sospendere il giudizio e astenersi dal lanciare  i proppri indignati strali. Quando una ragazza scrive che il senso di quella sottrazione è il rifiuto de ""i meccanismi di valutaziione scolastici, l'eccessiva competitività, la mancanza di empatia  del corpo docente " sta attribuendo al suo gesto  un significato politico molto netto, e dice quello che una parte di ragazzi e ragazze delle scuole dicono da diversi anni in maniera molto consapevole, a cominciare  dalle molte  occupazioni di scuole che es attamente questo avevano al centro. C'è un ordine del discorso gnerazionale che a troppi adulti sfugge, ed è quello dell'insostenibilità di un sistema fondato sulla performance e sull'umano come "imprenditore di se stesso" , su una valutazione fondata sul mit porre l'attenzione o performativo del "merito", sull'iperindividualismo compwtitivo.   E' questo sistema che viene contestato dai ragazzi e dalle ragazze che si sottraggono al giudizio finale dell'orale: ma al significato da loro attribuito a quel gesto gli adulti non danno alcuna rilevanza, perchè un minore per troppi non è evidentemente credibile quando esprime un significato autonomo, e così facendo gli si nega dignità e soggettività.. Ma nonostante l'incompresione degli adulti, quel gesto è insieme esistenziale e politico. Perchè è assolutamente politico chiedere di non essere umiliati, e chiedere empatia. In una lettera pubblia tollerare nè ca , i ragazzi e le ragazze del liceo Berchet di Milano avevano scritto: "Ciò su cui cerchiamo di porre l'attenzione  è solo il necessario riconoscimento di una dignità della fragilità".  Questa rivendicazione era strettamente connessa alla richiesta di una "relazione empatica tra studenti e professori", intendendo la scuola non come uno sterila trasferimento di emozioni, bensì un luogo e un tempo di cura dei rapporti umani in chiave formativa". Per questo, scrivevano, " non accetteremo più atteggiamenti oppressivi e dispotici. Una scuola autoritaria prepara ad una società autoritaria, e noi non siamo disposti a tollerare nè l'una, nè, tantomeno l'altra". 

Non sono d'accordo tra loro  nemmeno i dirigenti scolastici.  Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi, giudica "non accettabile" il rifiuto del colloquio.. Opposta l'opinione  della collega Paola Bortoletto, che guida l'Associazione nazionale dirigenti scolastici: "Ha scoperchiato il problema più che tutto quello che dall'interno del sistema scolastico si è detto della valutazione formativa" -  "Avevo anche provato a parlarne con i professori", dice una delle ragazze  che ha rifiutato l'orale, "ma nessuno ha mai dimostrato interesse"I docenti non guardano come sta lo studente davvero". Sono ragazzi e ragazze che dicono basta.  Il sè di un adolescente sottoposto da sempre alle ingiunzioni della performance, del successo e del merit è fragile: e questa fragilità, oggi, viene rivendicata da molti esplicitamente, per farla diventare un punto di forza  - e lo diventa quando viene messa in comune. E' così che oggi questi ragazzi e queste ragazze possono immaginare di difendere i propri diritti. A tutto questo l'neffabile Valditara, supportato anche dai prof che che  teoricamente sarebbero "di sinistra" che però leggono questi gesti nel suo stesso senso, risponde dicendo che sarà bocciato chi farà scena muta "spontaneamente": al di là della surreale valutazione di quella spontaneità, che ci riporta a uno scenario proprio di un romanzo di Philip Dick, ci si presenta ancora una volta la crisi di un sistema che, incapace di comprendere gli "alieni" che ha davanti, reagisce con l'unico strumento che conosce: il rafforzamento dell'autorità. - Cpme mi è capitato di scrivere , a proposito di un bel libro di un'adolescente, Amelia C. (Vogliacchi. Il mio j'accuse al mondo degli adulti), perchè gli adolescenti smettano di essere alieni occorre fare quella semplice/ifficilissima cosa che è tacere. E ascoltare.  Smettere di presumere che siano barbari incapaci di parlare e di pensare, ma persone che parlano e pensano in modo diverso. Se li ascoltiamo, magari ariviamo a capire che sono loro a considerare alieni gli adulti.

Lucianone

SPORT / Tennis - Jannik SINNER, re di Wimbledon

 15 luglio '25 - martedì                                    15th <july / Tuesday                        visione post - 17

giovedì 10 luglio 2025

Dossier - Societa' e guerra / Israele e Gaza: pane e piombo

 10 luglio '25 - gioved'                                10th July / Thursday                              visione post - 27

(da "il manifesto" -  25 giugno '25 -   di Ahmed Ibtisam e Ahmed Mahdi )

PANE e PIOMBO

Gaza -

L'11 giugno, prima dell'alba, Hatem Shaldan, 19 anni, e suo fratello Hamza, 23, sono andati ad aspettare i camion degli aiuti vicino al corridoio di Netzarim, nella Striscia di Gaza centrale. Speravano di tornare con un sacco di farina bianca per la loro famiglia di cinque persone. Hamza è tornato con il corpo del fratello minore avvolto in un sudario bianco. La famiglia Shaldan ha vissuto praticamente senza cibo per quasi due mesi a causa del blocco imposto da Israele, stipata in un'aula trasformata in rifugio nella parte est di Gaza City. La loro casa, un tempo vicina, è stata completamente distrutta da un attacco aereo israeliano nel gennaio 2024. 

Verso l' 1,30 del mattino, i due fratelli si sono uniti a decine di palestinesi affamati in Al-Rashid Street, lungo la costa, dopo aver sentito che dei camion che trasportavano farina sarebbero entrati nella Striscia. Due ore dopo, hanno sentito le grida "i camion stanno arrivando!", seguite immediatamente dal suono dei bombardamenti dell'artiglieria israeliana. "Non ci importava dei bombardamenti - racconta Hamza a +972 Magazine - Abbiamo solo corso verso le luci dei camion". Nel caos della folla, i fratelli si sono separati. Hamza è riuscito a prendere un sacco da 25 kg di farina. Quando è tornato al punto d'incontro concordato, Hatem non c'era.  "Ho continuato a chiamare il suo telefono, senza ottenere risposta - racconta Hamza - Il mio cuore batteva forte. Ho iniziato a vedere corpi morti. Mi rifiutavo di credere che mio fgratello potesse essere tra loro". Alcune ore dopo Hamza ha ricevuto una telefonata da un amico : nei gruppi Whatsupp locali era apparsa la foto di un corpo non ientificato, scattata all'ospedale Martiri di Al-Aqsa di Deir Al-Balah.  Hamza ha mandato un cugino - un autista di tuk-ttuk  - a controllare. Mezz'ora dopo ha richiamato, con la voce tremante. Mi ha detto che era Hatem". Hamza è svenuto. Quando si è ripreso, la gente gli stava versando acqua sul viso. Si è precipitato all'ospedale, dove un uomo ferito dallo stesso colpo di artiglieria gli ha spiegato cosa era successo: Hatem e altre 15 persone avevano cercato di nascondersi tra l'erba alta quando i carri armati israeliani hanno aperto il fuoco. "Hatem è stato colpito da schegge nelle gambe - ha detto l'uomo - Ha sanguinato per ore. I cani li hanno accerchiati. Quando sono arrivati altri camion di aiuti, la gente ha aiutato a spostarci sopra i corpi".  25 palestinesi sono stati uccisi  quella mattina.  Hamza ha riportato il corpo di Hatem a Gaza City e lo ha seppellito accanto alla madre, uccisa da un cecchino israeliano nell'agosto del 2024. Un altro fratello, Khalid, 21 anni, era morto in un attacco aereo a gennaio, mentre evacuava dei feriti sul suo carro a cavalli.  Hatem era un tecnico specializzato in accessori per auto e sognava di aprire un negozio: "Era gentile e generoso - racconta Hamza -.  Tutti quelli che lo conoscevano sono venuti al suo funerale. Che Dio ritenga l'occupazione responsabile per averci rubato la vita". - 

"Hunger games" -    Con Israele che taglia le reti  Internet e di telecomunicazione, imponendo a milioni di palestinesi un blackout mediatico e informativo,  gli attacchi di Israele contro  i gazawi affamati sono intensificati. Dopo mesi senza che una sola goccia di cibo, medicine o carburante entrasse a Gaza, da fine maggio è stato permesso l'ingresso di un rivolo di farina bianca e prodotti in scatola. La maggior parte è andata in centri a Rafah e nel corridoio  Netzarim gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sorvegliati da contractor di sicurezza privati americani e da soldati israeliani.   Il 10 giugno sono iniziate ad arrivare piccole spedizioni tramite camion di aiuti gestiti dal Programma alimentare mondiale (Pam). Ma con l'aggravarsi della fame, la gente non aspetta più che i camion passino in sicurezza. Si precipitano nel momento in cui appaiono, alla disperata ricerca di tutto ciò che possono prima che le scorte svaniscano. Decine di migliaia di persone si riuniscono ai punti di distribuzione, a volte con giorni di anticipo, e molti tornano a casa a mani vuote. In molti casi, le truppe israeliane hanno aperto il fuoco sulle masse uccidendo decine di persone che cercavano di raccogliere qualche chilo di farina o di scatolame da portare a casa in quelli che i palestinesi hanno soprannominato "Hunger games", giochi della fame.   Dal 27 maggio, secondo il portavoced della protezione civile di Gaza, Mahmoud Basel, oltre 400 palestinesui sono stati uccisi e più di 3mila feriti mentre aspettavano gli aiuti. 

17 giugno: strage a Khan Younis  -  Le forze israeliane hanno sparato con carri armati, mitragliatrici e droni su una folla di palestinesi a Khan Younis, uccidendo 70 persone e ferendone centinaia. Yousef Abu Jalila, 38 anni, faceva affidamento sugli aiuti umanitari distribuiti dal Pam per sfamare la sua famiglia di 10 persone. "I miei figli mi gridano che hanno fame e io non ho nulla da dar loro da mangiare. Senza farina bianca o resti di cibo in scatola, Abu Jalila non ha altra scelta che presentarsi ai punti di distribuzione degli aiuti o aspettare i camion. Il 14 giugno ha lasciato la tendopoli con un gruppo di vicini, dopo avr sentito voci sull'arrivo di camion di aiuti nell'area dell'Equestrian club nella parte nord-occidentale di Gaza. Quando è arrivato è stato sorpreso di trovare migliaia di persone che speravano di portare cibo per le loro famiglie.  

"Sono stato colpito mentre fuggivo, un cecchino mi ha preso alla schiena. Sono sopravvissuto ma altri no. Sono tornati nelle sacche per i cadaveri"  (Mohammad Al-Basyouni)

Con il passare delle ore, la folla si è avvicinata  a una posizione militare israeliana. Poi, senza preaxxiso, diversi proiettili di artiglieria israeliana sono esplosi nel mezzo. Con il passare delle ore, la folla si è avvicinata a una postazione militare israeliana. Poi, senza preavviso, diversi poiettili di artiglieria israeliana ono esplosi nel mezzo dell'assembramento. "Non so ancora come ho fatto a sopravvivere", racconta Abu Jalila. Decine di persone sono state uccise, i loro corpi fatti a pezzi. Molte altre sono state ferite". Nel caos, alcuni sono fuggiti, mentre altri si sono affannati a caricare i morti e i feriti su carretti trainati da asini.  "Un giovane è saltato in aria a metà, altri hanno avut gli arti strappati à ricora Jalila - Erano perone innocenti, disarmate, che cercavano solo di procurarsi del cibo. Perchè ucciderli in questo modo?". Cosso e a mani vuote, Abu Jalila ha acamminato per 4 ore fino a Gaza City, con le folla radunata  gambe che gli tremavano. Quando ha raggiunto la renda, i suoi figli erano già fuori, in attesa. "Speravano che portassi del cibo - dice - Avrei voluto morire piuttosto che vedere la delusione nei loro occhi". Massacri simli si sono verificati nel sud di Gaza.  Zahiya Al-Samour, 44 anni, si reggeva a malapena in piedi dopo aver corso per oltre due chilometri mentre fuggiva da un attacco israeliano contro la folla radunata per gli aiuti nella zona di Tahlia, nel centro di Khan Younis. Lottando per riprendere fiato, dice a +972. "Mio marito è morto di cancro l'anno scorso Non posso provvedere ai miei figli. Non c'è cibo in casa". Spinta dalla disperazione, Al-Samour si è recata a Tahlia la notte del 16 giugno, sperando di essere tra i primi della fila, per l'arrivo dei camion. Insieme a migliaia di altre persone si è accampata lungo la strada. Ma la mattina dopo, mentre la gente aspettava nei pressi di Al-Rashid Street, i proiettili dei carri armati sono piovuti improvvisamente sulla folla , uccidendo oltre 50 persone. 

Lucianone


venerdì 27 giugno 2025

Politica / esteri - Stati Uniti e Israele: come si fa a liquidare Gaza definitivamente

27 giugno '25 - venerdì                      27th June / Friday                  visione post - 32

(da l'Espresso - 20 giugno 2025)     

L'oblio imposto per  liquidare Gaza definitivamente /   (di Enrico Bellavia)

No, la retorica bellicista non ci convincerà mai a piegare il tagionamento alle convenienze del cinismo di Benjamin Netanyahu. Lui ha la necessità di scatenare ogni giorno un nuovo fronte di guerra, per ragioni di calcolo politico e e tenuta del potere. Per poi rivendicare di sconfiggere il male conto terzi.. La carneficina di Gaza, la ssitematica distruzione di tutto, l'immane, incalcolabile tributo di sangue palestinese vengono ora liquidati come "fronte secondario"..  E mentre i tg ci inondano di immagini sugli effetti dei missili iraniani sulle città di Israele, il silenzio piomba sulla Palestina e sulla Cisgiordania. Sulla fame e sulle vittime innocenti del massacro ordinato dal primo ministro israeliano. E cala il sipario su ogni possibilità  negoziale per il rilascio degli ostaggi del 7 ottobre da parte di Hamas. Fiaccato dalla resistenza di un nemico subdolo che dimostra di rigenerare i propri apparati nonostante le immani perdite subite. Bibi ha spostato gli occhi del mondo verso un altro Satana.  Ha bisogno di spegnere la luce su quanto sta accadendo nella Striscia, dopo aver imposto al mondo di digerire un numero crescente di vittime collaterali della sedicente lotta al terrorismo. Bimbi falcidiati, ospedali bombardati, ambulanze crivellate di proiettili.   "Il fronte secondario"  è quello che i sionisti non sopportano si definisca genocidio, ma è l'annientamento sistematico  del popolo palestinese giustificato dalla necessità di estirpare il cancro di Hamas. Quela che avrebbe dovuto essere una risposta lampo di autoprotezione dello Stato di Israele di fronte all'offensiva scatenata dal fanatismo islamico, è giunta ai 700 giorni d'assedio. La Striscia è ridotta a un cumulo di macerie, mentre i superstiti si spostano da una parte all'altra come topi in trappola  a estinzione crescente.  E lo Shin Bet Traccheggia con miliziani di ogni risma utilizzando anche gli aiuti umanitari come merce negoziale per imporre un nuovo disordine funzionale agli interessi di Tel Aviv.

Quale sia il fine ultimo non è il delirio apocalittico di pochi ma l'evidenza di un disegno di espansione che al più tollererà i palestinesi  sopravvissuti come una minoranza  ancora meglio confinat e asservita. Altro che due Stati. Le colpe degli sbrigativi tratti di penna europei sul destino degli Arabi nella storia del Novecento si riverberano sull'incapacità odierna di Bruxelles di far risuonare una sola voce contro il leader israeliano. Imponendogli di fermare l'abominevole scempio della Palestina.  La complicità di un presidente Usa che riesce a delegare a Israele quello che una volta era ò'interventismo americano olltreoceano fa ormai parte di un disegno che si ripropone.   Le autocrazie del mondo trovano il modo di intendersi sempre:  Trump sostiene per procura la pulizia del Medio Oriente da parte di Israele, lascia aperto il dialogo d'affari con Putin e usa l'Ucraina per mettere spalle al muro l'Europa. Intanto apre alle munifiche monarchie  arabe e negozia con la Cina. No, nel nuovo ordine mondiale (divenuto sempre più disordine), non c'è spazio per altro non siano le convenienze.  Il Pianeta come un gigantesco mercato in cui non c'è posto per altro che non sia l'utile.  Nel silenzio e nell'oblio sarà più facile per tutti digerire l'ultima spallata su Gaza. E 40mila e più morti palestinesi, ultimi tra gli ultimi, sono meno di un dossier stropicciato di cui non occuparsi più.

Lucianone

giovedì 5 giugno 2025

Società / Il racconto di Zoro / Nadir parla cinque lingue

 5 giugno '25 - giovedì                                  5th June / Thursday                        visione post -  5

(da il Venerdì di Repubblica, dicembre '24 - Il sogno di Zoro / Diego Bianchi)

Nadir parla cinque lingue

"Voi giornalisti vi aspettavate che sarebbe successo un casino, che avremmo spaccato tutto e invece non è successo niente, e la fiaccolata è stata un successo / dice al megafono Nadir, italiano di madre marocchina, ventitrè anni, parte dei quali passati tra carcere minorile, domiciliari e provvedimenti restrittivi vari che sono ormai tutti alle spalle.  Il pregiudizio che accompagna i giornalisti più o meno ovunque, qualunque sia il disagio e la difficoltà del contesto che si va a raccontare, è un dato di fatto con il quale fare i conti ogni volta. Chi di pregiudizio ferisce di pregiudizio perisce, e forse è giusto così.nel quartiere Corvetto   La fiaccolata organizzata dagli amici di Ramy (diciannovenne di origine egiziana arrivato in Italia quando aveva otto anni), rimasto ucciso nel quartiere Corvetto di Milano mentre veniva inseguito dai carabinieri per non essersi fermato con lo scooter (con l'amico Fares finito in coma) a un posto di blocco, è terminata senza gli incidenti che si temeva potessero ripetere i tafferugli di pochi giorni prima per la rabbia e le responsabilità da accertare (un carabiniere è indagato).  La Lega è passata a cancellare le scritte sui muri contro la polizia, Fratelli d'Italia ha presidiato con le bandiere la zona, il Pd ha sfilato con i ragazzi alla fiaccolata. Nella nebbia più milanese che pregiudizio possa immaginare, tra auguri di Natale, negozi di kebab e macellerie di carne halal, una cassa trainata dai manifestanti riempiva le strade silenziose con una "sura" del Corano a tutto volume. Sul luogo dell'incidente , punto finale della fiaccolata, un amico di Ramy ha acceso una sigaretta e l'ha lasciata lì, a funmare idealmente insieme,Nadir parla mentre ognuno dei presenti  pregava il proprio Dio, ad avere la fortuna di averne uno di riferimento. Nadir, che di Ramy era amico, il giorno dopo è contento perchè non è successo niente, ed è successo tutto al tempo stesso.  Mi racconta la sua storia, piena di contraddizioni e potenzialità come solo quella di un ventitreenne che ne ha già passate troppe può essere. Nadir parla cinque lingue, ma il primo lavoro che lo attende , a lui che è musulmano, è quello al mercatino di Natale in Duomo. Nadir potrebbe votare ma non ha mai votato perchè alla fine "sono tutti uguali". Nadir tifa Juventus e non guarda Sanremo, usa le parole clandestini e zingaro ma se qualcuno per strada gli dice maranza può prendersela parecchio. Nadir ha fatto errori in passato che spera i suoi fratelli non ripetano mai. Nadir vorrebbe presto andare via dall'Italia, in Germania o Liechtenstein, per avere opportunità che qui non ha. Nadir è italiano, qualunque cosa voglia dire.

Lucianone

lunedì 2 giugno 2025

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo

SOCIETA^ - L 'uccisione cruenta di Martina Carbonaro: altro femminicidio di (presunto) ex fidanzato

 2 giugno '25 - lunedì                                    2nd June / Monday                             visione post - 8

29 maggio 2025  -  L'ex fidanzato confessa: "L'ho finita con un sasso". E si verrà poi a sapere meglio che prima aveva scagliato contro la ragazza, Martina, altre pietre, e la prima quando lei gli volgeva le spalle (diremmo  a improvviso tradimento. Si verrà in seguito a sapere che lui ha agito in questo modo selvaggio poichè lei ha rifiutato un abbraccio che le aveva richiesto. Fin qui, più o meno i fatti. Ma mi fermo un attimo in questo racconto e nelle sue scene salienti. E mi fermo perchè mi viene in un lampo di ricordo, in mente, il racconto della fine che fece la giovane Cecchettin, in provincia di Venezia, pure trucidata dal ragazzo che le faceva, senza successo, una corte spietata.

Continua... to be continued...





sabato 31 maggio 2025

Sport - calcio / Serie A 2024/25 - 38^ e ultima giornata

 31 maggio '25 . sabato                               31st  May / Saturday                         visione post - 9

Risultati delle partite

Como - Inter  0 - 2    Napoli - Cagliari  2 - 0

Bologna - Genoa  1 - 3   Milan - Monza   2 - 0

Atalanta - Parma  2 - 3    Empoli - H. Verona   1 - 2

Lazio - Lecce   0 - 2    Udinese - Fiorentina  2 - 3

Venezia - Juventus   2 - 3

Continua... to be conti nued...   



domenica 25 maggio 2025

Intervista - David Grossman: "Basta sete di vendetta... "

 25 maggio '25 - domenica                              25th May / Sunday                     visione post - 30

(da La Repubblica  - 22 maggio '25 -  Francesca Caferri / Intervista allo scrittore Grossman)

"Ai bimbi di Gaza serve speranza nel futuro... "

Lo sguardo di D: non è più tesoavid Grossman è cambiato, cupo, perso nel buio del pessimismo, Da mesi lo scrittore più famoso di Israele vive in un esilio autoimposto: il rifugio dove lo incontriamo è cirsondato dal verde e dfa poche tracce umane.  In questi mesi, per giorni - ci racconta - non ha visto anima viva e per la prima volta nella sua vita ha vissuto secondo un unico ritmo: quello della scrittura.. Il risultato è lo sgaurdo diverso a cui ci troviamo di fronte.  Non sereno, di certo: ma lungo, proiettato verso un futuro che milioni di persone oggi, a Gaza, nei Territori palestinesi ma anche in Israele, faticano a immaginare. In questo sguardo, accanto alla rabbia e al dolore per quello che sta accadendo nella Striscia -  "continuo a dire ai militari con cui parlo che stiamo lasciando cicatrici così profonde che i palestinesi non vorranno più sedersi a parlare con noi: e che è una cosa stupida, oltre che orribile" -  si è insinuata la speranza. Un sentimento che Grossman oggi vive come "una forma di resistenza"  contro un governo che detesta e che ha preso la forma di "Le avventure di Itamar" , libro di racconti per bambini che lunedì prenderà vita sul palco del Teatro alla Scala di Milano sotto forma di due operine che il compositore Andrea Basevi  ha scritto partendo dal testo.

Francesca Caferri:: "Signor Grossman, un libro per i bambini è quasi necessariamente un libro di speranza. Oggi però si fatica a vederla". 

D. Grossman:: "Eppure c'è. La Storia non si ferma mai: ai periodi di buio come quello che viviamo oggi, sefuono momenti migliori.  Ci vogliono anni, non parliamo del futuro prossimo, ma la speranza nel lungo periodo non muore.. Nei periodi bui, come questo, bisogna tenere un'attenzione particolare ai bambini, essere consapevoli  di quello a cui li esponiamo. Perchè se ascoltiamo un telegiornale o stiamo con la radio accesa, noi siamo abituati a ciò che dice. Loro no e creano storie partendo da quello che hanno ascoltato, dando spazio alle loro paure: paure che possono essere più grandi della realtà che li circonda"..

F. Caferri: "Non credo che i bambini di Gaza possano immaginare una realtà più spavemtosa di quella che li circonda.. ".

D. Grossman: "Ogni volta che parlo di bambini penso ai bambini di Gaza, a quello che stanno vivendo, al fatto che non hanno una casa, alle bombe che cadono su di loro senza nessuna protezione. Senza un rifugio, senza un tetto. E' nostro dovere metterci nei loro panni., perchè quello che accade loro in questo momento è nostra responsabilità. Il fatto che questa crisi sia iniziata a causa di ciò che Hamas ha fatto il 7 ottobre, oggi è irrilevante davanti alla sofferenza di questi bambini e dei civili innocenti".

F. Caferri: "In Israele a pensarla come lei è una minoranza. La maggior parte del Paese non vede l'altro se non come "il nemico.. ". " 

D. Grossman: "La guerra crea più persone belligeranti che pacifiche: è un circolo vizioso. Quelli che avevano bisogno di trovare una prova della brutalità dei palestinesi, di dare la colpa a tutti i palestinesi, purtroppo l'hanno trovata nel 7 di ottobre. All'inizio io stesso ho perso lucidità. Credo che nei primi due-tre giorni sia stato legittimo desiderare vendetta di fronte a tanta brutalità: ma non è legittimo che dopo tanto tempo un primo ministro sia guidato ancora dalla sete di vendetta. Che cosa stiamo facendo? come usciamo da questa situazione? Vogliamo altri cento anni di guerra=  Dpo decenni di occupazione, terrore, violenza: non ci basta? Cosa vogliamo lasciare ai nostri figli: ancora odio?".

F. Caferri: "Lei ha due nipotine di 10 e 13 anni: cosa risponde loro quando le chiedono di aiutarle a capire che succede".

D. Grossman: "Ormai non chiedono più, sono grandi. Ma nel tempo ho fatto attenzione a non esporle a realtà troppo grandi per loro. Quello che ci tengo a ricordare loro è che la realtà non è un gioco di computer, che ci sono esseri umani dietro a ciò che vediamo alla tv: che anche se leggono le cose con i loro occhi da ragazzine israeliane, esiste anche un altro punto di vista, quello dei ragazzini della loro età che sono dall'altra parte".

F. Caferri: "Nel primo racconto del libro un bambino, Itamar, aspetta la nascita di un fratellino o di una sorellina: lei cosa augurerebbe a un bimbo che si affaccia oggi al mondo?".

D. Grossman: "Di essere felice. Di vivere una vita senza paura. Di avere un futuro e un futuro diverso  dal presente che stiamo vivendo noi: dove ci sia gioia. So che posso suonare ingenuo, ma sarà la realtà a insegnare ai bambini le cose brutte: a noi - nonni e genitori - spetta essere messaggeri di speranza.  Anche contro la realtà che ci circonda, anche contro l'odio che la guerra crea nei cuori. E' nostro dovere ricordare ai bambini che guerra e odio non sono l'unica opzione, che popoli che si sono combattuti per anni vivono in pace e si scontrano solo sui campi di calcio".

F. Caferri: "Come Itamar e il suo nemico: un folletto azzurro di cui ha una terribile paura ma con cui poi  impara a convivere...

D, Grossman: "E' necessario coltivare l'immaginazione dei bambini. Dobbiamo fare in modo che non venga schiacciata dalla tristezza e dalla tensione di noi adulti: posso solo immaginare quanto possa essere difficile applicare questa idea ai bambini di Gaza oggi, ma non possiamo assolutamente arrenderci".

F. Caferri: "Lei suona più ottimista di quanto non fosse qualche settimana fa... ".  

D. Grossman: "Forse è la distanza che ho preso da Israele. Non è sempre stato facile, a volte mi sono sentito responsabile perchè non ero lì: ma mi serviva. Ci tengo a dire una cosa: non pensate che io sia un illuso, che viva in un'allucinazione. La speranza potrà non essere popolare adessso, ma non è impossibile nel futuro. Abbiamo il dovere di dare ai bambini strumenti per superare la paralisi che noi stiamo vivendo. L'odio ha tanti agenti: più la guerra va avanti più crescono. In una situazione così brutta, sperare è un atto di protesta- Non possiamo lasciare la realtà nelle mani dei codardi, di chi odia o di chi assiste passivamente a quello che succede".

F. Caferri: "Sta parlando di pace?". 

D. Grossman: "La pace è una prospettiva lontana. Sto parlando di dialogo, di tolleranza reciproca: israeliani e palestinesi  non potranno camminare mano nella mano verso il tramonto, ma verrà il tempo in cui dovranno ricominciare a parlarsi. Ho sentito che a Gaza cìè gente che protesta contro Hamas, vedo la gente in Israele protestare contro il governo: sperare non è impossibile." . 


Lucianone

venerdì 23 maggio 2025

Sport - calcio / Serie A 2024/25 - 37^ giornata

 23 maggio '25 - venerdì                                 23rd May / Friday                         visione post -  12

Partite / commento

Genoa - Atalanta   2 - 3    Cagliari - Venezia  3 - 0

Fiorentina - Bologna  3 - 2   H. Verona - Como  1 - 1

Inter - Lazio  2 - 2   Juventus - Udinese  2 - 0

Lecce - Torino   1 - 0  Monza - Empoli  1 - 3

Parma - Napoli  0 - 0     Roma - Milan  3 - 1

Commento  (di L. Finesso)

La squadra di Inzaghi, bloccata in casa dalla La<io, non riesce ad approfittare della frenata del Napoli che non passa a Parma. E' un'Inter stanca e stressata  con un attacco impreciso  e poco lucido. I neroazzurri sono arrivati al termine del campionato con le pile quasi scariche. E credere nella rimonta finale non è semplice al cospetto di un Napoli che ormai ci crede fino in fondo facendosi bastare un pareggio, in vista dell'ultimo sforzo (tra una settimana) contro un Cagliari già salvo. - Alla Juve servirà vincere l'ultimo match in casa del Venezia per  conquistare l'accesso alla Champions League, dopo aver battuto l'Udinese. Per la zona retrocessione ci sarà il quasi spareggio tra H. Verona ed Empoli. I gialloblu per essere sicuri di rimanere nella A dovranno battere i toscani a casa loro: non sarà così semplice.  Pareggiare in casa con il Como non è servito. Ancora una vittoria per Ranieri con la Roma: complimenti a questo allenatore che sembra non avere età, per la saggezza e la forza con cui conduce le sue squadre (veder il miracolo con il Leicester inglese).     - Luciano Finesso -



 
Lucianone


   



Commenti - Tutto tranne sembrare europei

 23 maggio '25 - venerdì                          23rd May / Friday                visione post -

(da la Repubblica - giovedì 22 maggio -  l'Amaca  di Michele Serra)

Tutto tranne sembrare europei

"Centinaia di camion fermi alle frontiere di Gaza". Non lo dice Hamas, la fonte è l'Unione europea, e a meno che l'Unione europea prenda ordini da Hamas, l'immagine, viene da dire con un certo rassegnato sarcasmo, è biblica: centinaia di camion fermi, sotto il sole di giorno, sotto le stelle di notte, carichi di cibo, acqua, medicine, sono una distesa impressionante di vita e di salvezza, e fermarli è un atto di morte.  E' un elemento di chiarezz, per noi italiani, sapere che il governo Meloni non ha inteso sottoscrivere la revisione dell'accordo di alleanza con Israele , votata da diciassette Paesi membri dell'Ue proprio alla luce di quella distesa di camion fermi.  L'Italia sta con gli altri dieci, netta minoranza soprattutto in termini di quantità di cittadini..

 

venerdì 16 maggio 2025

COMMENTI / idee - Le bandiere palestinesi oscurate: grande vergogna! // Distogliere lo sguardo

 16 maggio '25 - venerdì                                16th May / Friday                              visione post  -  10

(da la Repubblica - 16 maggio '25 -  Concita De Gregorio  (INVECE CONCITA)

Che vergogna quelle bandiere oscurate

Le forze di polizia che invitano  un privato cittadino a togliere la bandiera palestinese  dal balcone di casa sua, al sesto piano di una palazzina di Putignano, in Puglia, perchè lì sotto passa il Giro d'Italia e le "telecamere nazionali" potrebbero inquadrarla.   Gli operatori delle "telecamere nazionali" - stiamo parlando della Rai - che quando durante le riprese del Giro si imbattono in una di quelle bandiere (succede spesso, ce ne sono molte ovunque)  cambiano inquadratura : girano in rete video di scorci di cielo improvvisi, fuori fuoco, virrate dell'obiettivo repentine. Lo fanno spontaneamente, tutti e all'unisono?  Difficile. Più facile che abbiano avuto indicazione, formale o informale, di non riprendere vessilli per ragioni, diciamo così, di opportunità politica. Oscurare le insegne che gli italiani ritengono di esporre a casa loro, mandare la polizia a consigliare di toglierle quando non a imporlo, è una vergogna nazionale. In generale, sempre recente il caso della  fornaia di Ascoli che celebrava la Resistenza, identificata e poi oggetto di una feroce campagna ostile. Nel caso dei colori della Palestina è altrettanto indecente, ma non è il caso qui di fare a gara su cosa sia peggio.  La distruzione della Striscia è in corso, lo sterminio deliberato di un popolo avviene sotto i nostri occhi, distoglierli e tacere è una scelta, certo: ma nessuno può invitarmi alla pavidità e all'inerzia nè impormele come io non posso andare ad appendere  vessilli sui balconi degli altri. La fotografa Fatma Hassouna aveva già inviato il passaporto e chiesto se poteva portare a Cannes il suo fidanzato, "sarebbe perfetto".  Protagonista del documentario Put your soul on your hand and walk della regista iraniana Sepideh Farsi, che ha usato le immagini della fotoreporter per documentare la guerra a Gaza.  Il film è stato proiettato ieri al Festival, Fatma non c'era - l'ha ricordata Jiuliette Binoche. E' morta il 16 aprile: il suo appartamento è stato distrutto  da due missili israeliani.  Aveva 25 anni..

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Distogliere lo sguardo - 

E' da tanto, da mesi che non si può più fare finta di niente: nella striscia di Gaza viene consumata una tragedia, dopo la distruzione giorno dopo giorno delle case e del territorio, la popolazione palestinese viene decimata sempre più da missili e droni israeliani del governo israeliano di Netanyau in modo metodico e si scatena contro vecchi, donne e tanti bambini affamandoli, non lasciando passare camion infila pieni di cibo, dando anche la colpa ad Hamas di impedirlo..  Intanto le scene delle centinaia e oltre di bimbi che alzano scodelle per avere ognuno una porzione misera di cibo è davanti ai nostri occhi ogni giorno in tivu. Questo sta facendo Il nazista Netanyau, con la complicità americana avuta fino ad oggi. Ed è per questo "massacro di popolo palestinese" che non si può distogliere lo sguardo. Ma è quello che fino a non molto tempo fa hanno fatto in tanti in buona parte dell'Occidente ipocrita.

(Noi e loro)

Continua... to be continued...

  

lunedì 12 maggio 2025

Riflessioni - I profughi di Trump

 12 maggio '25 ' lunedì                                12th May / Monday                          visione post - 8

(da la Repubblica - 10 maggio '25 - l'Amaca di Michele Serra)

I soli profughi amati da Trump

L'uscita del Sudafrica dall' apartheid, un regime di segregazione razziale che premiava i colonizzatori europei e puniva i colonizzati indigeni (il ladro che incatena il derubato), avvenne pacificamente e fu accolta nel mondo intero come un buon esempio di conciliazione, e di difficile remissine dei torti commessi. Oggi, per quanto dall'amministrazione Trump ci si aspetti di tutto, si rimane di stucco alla notizia che l'America considera i bianchi sudafricani discriminati, e per questo degni di essere accolti come profughi politici. -  I bianchi di origine olandese, pur essendo il 10 per cento della popolazione sudafricana, possiedono il 70 per cento dei terreni agricoli. Alcuni dei quali, incolti o di interesse pubblico, dopo trent'anni di tentennamenti sono stati espropriati dal governo, così da recuperare almeno una piccola parte della refurtiva coloniale. E' quanto basta agli espropriati per sentirsi perseguitati e chiedere soccorso a Musk, anch'egli bianco sudafricano, e a Trump.  Il vittimismo dei bianchi (che per darsi un contegno virile si autodefinisce: suprematismo bianco) è uno dei fenomeni più rivoltanti del nuovo millennio, considerando che in quello precedente la predazione mondiale dei bianchi, l'imperialismo, lo schiavismo, la sottomissione e la distruzione delle popolazioni indigene, la cancellazione delle loro culture, sono state la regola.

Nel regolare i conti, da Gandhi a Mandela a Luther King, le sole vere vittime dell'imperialismo europeo, ovvero i non bianchi, si sono rivelati fin troppo clementi. Ora vengono ripagati dall'accusa di avere discriminato i bianchi. La solita vecchia storia del lupo che accusa l'agnello.

Lucianone


giovedì 8 maggio 2025

Sport - calcio / Serie A anno 2024/25 - giornate 34^e 35^ / risultati, classifica e commenti


 9 maggio '25 - venerdì                                    9th May / Friday                         visione post - 12

34^ giornata

Como - Genoa  1 - 0    Venezia - Milan  0 - 2

Fioentina - Empoli  2 - 1   Inter - Roma  0 - 1

Juventus - Monza   2 - 0  Atalanta - Lecce  2 - 1

Napoli - Torino   2 - 0    Lazio - Parma   0 - 0  

Udinese - Bologna  0 - 0   H. Verona - Cagliari  0 - 2

35^ giornata

Torino - Venezia   1 - 1   Cagliari - Udinese   1 - 2

Parma - Como   0 - 1    Lecce - Napoli   0 - 1

Inter - H. Verona   1 - 0   Empoli - Lazio  0 - 1

Monza - Atalanta   0 - 4    Genoa - Milan   1 - 2...

Roma - Fiorentina   1 - 0   Bologna - Juventus  1 - 1

CLASSIFICA

NAPOLI   77  /  Inter   74  /   Atalanta   68   /   Juventus, Lazio, Roma   63   /   Bologna   62   /

Fiorentina   59 /  Milan   57   /  Como   45   /   Torino, Udinese   44   /   Genoa   39   /   Cagliari   33   /  

H. Verona, Parma   32   /   Lecce   27   /   Venezia   26   /   Empoli   25   /  Monza   15


Commenti

A quattro giornate dalla conclusione del campionato, tutto è ancora incerto sia per assegnare lo scudetto che per l'assegnazione Champions e sia, in parte,  per la lotta nella retrocessione  e sapere poi  quali due altre squadre possono seguire il Monza già retrocesso in B.  Dunque, senza dubbio è stato un campionato bello e interessante fino alla fine, proprio per l^incertezza dovuta a formazioni in generale ben preparate e sistemate anche riguardo alle "piccole" che non si sono risparmiate nella lotta per riuscire a galleggiare e rimanere nella massima serie. E tutto deve essere ancora deciso, come già accennato all'inizio, in alta, media e bassa zona per conoscere i risultati finali. Intanto si può già osservare  che ci sono  squadre medio-piccole tipo il Como e il Genoa che sono già salve con un certo anticipo.




 
Lucianone


venerdì 2 maggio 2025

Cultura / Il Libro - Marco Revelli: "Combattere il fascismo è una scelta esistenziale"

 Cultura / LIBRO  -  "Liberi e ribelli. L'antifascismo come scelta esistenziale"  di Antonella Tarpino

(da La Stampa - 24 aprile '25 - Il libro di Antonella Tarpino / Postfazione di Marco Revelli) - 

visione post - 34

Il libro di A. Tarpino sui ragazzi che liberarono l'Italia.  / Combattere il fascismo è una scelta esistenziale e per questo i partigiani non temevano la morte

di Marco Revelli

Quando lo storico Claudio Pavone colloca il tema della Scelta alla radice e al centro della sua riflessione sulla "morale della Resistenza", lo fa collocandosi nel clima culturale dei decenni centrali del Novecento, fortemente influenzato da quella filosofia che va sotto il nome di esistenzialismo.  La quale assegnava appunto all'atto della Scelta un ruolo fondante nella definizione di ogni essere umano. In particolare si colloca nell'alveo della lettura che ne aveva dato uno dei suoi fondatori, Jean Paul Sartre - ampiamente introdotto nel Prologo di Liberi e ribelli (Einaudi) dalla sua autrice, Antonella Tarpino - secondo la cui visione l'uomo, ogni uomo, altro non è che il risultato delle sue proprie scelte le quali ne definiscono via via il senso della vita che altrimenti, a priori, non esisterebbe.-  Considerato da questo punto di vista, la "scelta partigiana" - ricostruita da Antonella Tarpino nel suo libro con attenzione certosina, scavando tra memoria, letteratura, rappresentazione cinematografica... - costituisce davvero un caso esemplare di "scelta giusta".  Essa possiede tutti i requisiti per collocare chi la compie sul versante del positivo in senso esistenziale.  Rileggiamo qualche passaggio delle celebri Lettere dei condannati a morte della Resistenza: "Non piangete, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un'idea", è forse il più celebre messaggio, inciso con la punta di uno spillo sulla copertina di una bibbia tascabile dall'ingegner Willy Jervis, partigiano di Giustizia e Libertà nelle valli valdesi, catturato, torturato per settimane, fucilato nella notte tra il 4 e il 5 agosto del '44 a Villar Pellice, vicino a Torino, prima che il corpo, trascinato per le strade da un camion, reso irriconoscibile, venisse esposto nella piazza "in un macabro rituale di impicca-gione post-mortem".-  "Ho agito a fin di bene e per un'idea. Per questo sono sereno e dovete esserlo anche voi", aveva vergato nel carcere di Cuneo Duccio Galimberti su un bigliettino fatto pervenire furtivamente ai compagni di lotta prima che un manipolo di brigate nere lo prelevasse per portarlo in un campo e am-mazzarlo a tradimento con una raffica alla schiena. -   Ma l'espressione "Sono sereno" è, per molti versi, un denominatore comune per un gran numero di messaggi.  Nelle lettere dei 112 combattenti per la libertà, i termini "sereno" o "serenità" ritornano per ben 97 volte. Quasi una volta per ognuno. Che cosa significa tutto ciò? Credo che si possa dire che un atteggiamento come quello, condiviso da tanti, si spieghi col fatto che in quella scelta di lotta ci fosse qualcosa - un nucleo esistenziale profondo, una rinuncia ad essere esclusiva-mente "per sè" spinta fino alla messa in gioco della propria stessa vita - che faceva transitare ognuno in una dimensione comune tale da trascendere la propria condizione individuale per collocarli in un modo di essere collettivo più autentico e proiettato verso un futuro denso di vita nuova.   Anche nel punto più vicino alla morte esprimevano una sorta di pienezza alla vita esattamente all'opposto di coloro contro cui combattevano, che anche in vita vivevano per la morte, ne portavano i simboli sulle divise (il teschio sul cappelo e sui gagliardetti), ne evocavano la vicinanza nei motti truci, i canti macabri ("chi se ne frega se la signora morte/ fa la civetta sul campo di battaglia/  su camerati facciamole la corte") e le parole d'ordine cariche di thanatos (come accade appunto a chi sa che il futuro non gli appartiene più, e gli è nemico.  E', in fondo, il concetto - il nucleo di verità che si portò dietro chi fece l'esperienza partigiana - espresso in modo esemplare da uno scrittore resistente, che si incontrerà più volte in questo libro, Italo Calvino, in una canzone del suo dopoguerra, un immaginario dialogo con un'adolescente intitolato Oltre il ponte,, in cui a un certo punto si dice "tutto il male avevano di fronte, tutto il bene avevano nel cuore/ a vent'anni la vita è oltre il ponte / oltre il fuoco incomincia l'amore...", dove l'intero contenuto valoriale della scelta e dell'esperienza partigiana sta, appunto, in quella parolina breve e impegnativa: oltre. -

Da quell'originario embrione costituitosi nel caos primordiale dell'8 settembre nascerà, dopo una faticosa gestazione durata venti mesi. la Nuova Italia. Una Democrazia moderna , rifondata alle radici, che portava nel poprio Dna i valori fondanti che si trovavano - in forma istintiva per i più, consapevole per le loro avanguardie politiche - alla base della scelta antifascista e partigiana.  Quelli, appunto, scolpiti negli undici articoli che costitui-scono la parte introduttiva della nostra Costituzione. Si può ben comprendere allora come il senso principale di questo libro - se vogliamo usare un termine impegnativo: la sua "mis-sione", che l'autrice ha voluto perseguire con passione, consapevole della delicata congiuntura storica che stiamo vivendo - sia appunto quello di fare incontrare le voci dei giovani che molti anni fa, addirittura un ottantennio, compirono una scelta fondativa, con le domande dei loro coetanei di oggi, dei ventenni degli anni Venti del Ventunesimo secolo, che sono alla ricerca di definire se stessi attraverso nuove, altrettanto impegnative, scelte. E che rischiano di vedere quella democrazia che allora, con tanti sacrifici, fu fatta nascere, declinare e svanire nelle nebbie di un oblio colpevole. 

Lucianone

lunedì 21 aprile 2025

Ultime notizie - dall'Italia: la morte di Papa Francesco / Gli ultimi giorni della malattia e la sua umana grandezza, come un Cristo in Terra che predicava tutti i giorni per la pace e contro ogni guerra

 21 Aprile 2025 - lunedì                                         21st April / Monday                    visione post -  19

ITALIA  -  Il decesso del Papa

Roma    L' annuncio:  Francesco è morto alle 7.35  /  Era il Papa degli ultimi

E' morto Francesco, il Papa degli ultimi. Aveva 88 anni. L'annuncio del cardinale Kevin Farrell, Camerlengo del Vaticano: "Alle 7.35 è tornato alla casa del Padre".  Si era svegliato alle 6, un'ora più tardi l'ictus fatale. Poi il rito della constatazione della morte e la deposizione nella bara. Da mercoledì la salma in San Pietro.

Un mese complicato e tanti fuori programmi per stare fra la sua gente -

L'ultimo giorno: passato tra i bambini e i potenti / Un mese complicato per  tantii fuori programma per stare fra la sua gente 7 Padre Francesco, tra una terapia e l'altra, ha vissuto l'ultimo mese della sua vita senza risparmiarsi, Tante le uscite a sorpresa alla ricerca di quel contatto umano perchè Bergoglio non poteva restare chiuso jn quel secondo piano di Santa Marta.  Il primo fuoriprogramma è proprio il 23 marzo, quando lascia l'ospedale romano e arrivato vicino al Vaticano, chiede ai suoi di continuare fino a Santa Maria Maggiore. Vuole portare alla Madonna il mazzo di fiori gialli che gli aveva donato una signora. Troppo prematuro scendere, andare fino alla cappella della Salus. Li consegna quei fiorim suo malgrado, al cardinale Rolandas Makrickas.  I primi giorni obbedisce ai medici, lavora ma non riceve le persone. Fa la fisioterapia. Ma il 6 aprile decide che non può restare a casa quando la piazza è piena di malati che celebrano il loro Giubileo e si reca a Piazza San Pietro pdr salutarli. "Buona domenica a tutti. Grazie tante", le poche parole che riesce a dire emozionando le migliaia di pellegrini presenti. Quel giorno il Papa vive il suo Giubileo, confessandosi e attraversando la Porta Santa. Il 9 aprile riceve a Santa Marta Carlo e Camilla. Non era in agenda ma sarà solo uno dei tanti incontri a sorpresa di queste quattro settimane. Il 10 aprile è il giorno del poncho (argentino):: scende in basilica per pregare così come era vestito a casa, pantaloni neri e poncho argentino. Saluta bambini e anche le restauratrici alle prese con gli ultimi ritocchi nella basilica.  Il 12 aprile va a Santa Maria Maggiore, la visita - ed è la sua chiesa preferita, dove ha anche fatto preparare la sua tomba. Domenica 13 aprike comincia la Settimana Santa con le Palme: alla fine della messa arriva spinto sulla carrozzina. Il tempo di augurare a tutti "Buona Domenica delle Palme, Buona Settimana Santa!". Giovedì Santo, 17 aprile, ecide di andare dai suoi detenuti, nel carcere di Regina Coeli.  Il resto è storia delle ultime ore: il 19 aprile, Sabato Santo, la preghiera in basilica prima della veglia..   

Il  mondo lo piange e in tanti ritornano a ricordare le sue parole sagge, umane e pacificatrici

" Papa del popolo" - ..Ha lottato per un mondo più giusto: lo sgomento delle persone nella piazza, "è stato con noi fino alla fine, ci mancherà"         .  "Se svendiamo il lavoro al consumo - aveva detto -svenderemo anche dignità, rispetto, onore e libertà".  .  Ci sono rimaste nel cuore  le "carezze" di Francesco durante la pandemia di Covid.  Fu quello il gesto di cura nel solco di San Giovanni XXIII. 

Gaza tra i simboli del suo pontificato. Per lui la guerra era una sconfitta. Pierluigi Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme: "Quando riceveva offerte speciali Francesco voleva sempre lasciare qualcosa per la parrocchia della Srriscia".

Lucianone


Sport - calcio / Serie A 2024/25 - Giornata 32^ (sospesa)

 21 aprile '25 - lunedì                                  21st April / Monday                        visione post - 18

32^ Giornata / ritorno

Udinese - Milan  0 - 4   Venezia - Monza  1 - 0

Inter - Cagliari  3 - 1  Juventus - Lecce   2 - 1

Atalanta - Bologna   2 -  0

Fiorentina - Parma   0 - 0

H. Verona - Genoa   0 - 0

Como - Torino  1 - 0   Lazio - Roma   1 - 1

Napoli - Empoli   3 - 0

33^ Giornata   /  (sabato, 19 Aprile e domenica, 20 Aprile)

Lecce - Como  0 - 3   Monza - Napoli  0 - 1

Roma - H. Verona  1 - 0  Empoli - Venezia  2 - 2

Bologna - Inter  1 - 0

Milan - Atalanta  0 - 1

Partite sospese per la morte del Santo Padre Francesco

Lucianone

domenica 20 aprile 2025

Ultime notizie - dal mondo e dall'Italia / Latest news

 20 aprile '25 - domenica                                     20th April / Sunday                         visione post - 25

martedì 15 aprile 2025

Politica estera / I nuovi equilibri - Intervista al filosofo francese Pascal Bruckner

 15 aprile '25 - martedì                                15th April / Tuesday                         visione post - 14

(da La Stampa -  7 marzo '25 - Primo Piano / Intervista a Pascal Bruckner /di Danilo Ceccarelli)

"L'Europa è a una svolta come nel 1940. Parigi e Londra si uniscano per salvarla"

Il filosofo francese Pascal bruckner parla di "coerenza" quando descrive la politica di Donald Trump. "Vuole abbandonare la Nato, imporre dazi e riconciliare l'America con la Russia: tutte cose che aveva annunciato", ricorda l'intellettuale, secondo il quale in un simile contesto "l'Europa deve imparare a sostituirsi a poco a poco agli Stati Uniti" sullo scacchiere internazionale. 

"Monsieur Bruckner, cosa vede in questa nuova congiuntura internazionale?"

Bruckner: "Niente di buono, tranne che per Vladimir Putin e per Xi Jinping. Trump è il presidente dei loro sogni, una manna che arriva una volta ogni cento anni. Il capo della Casa Bianca vuole imporre la sua agenda, nella quale gli alleati diventano nemici e viceversa. Questo è il capovolgimento trumpista". 

"Ma Pechino resta un rivale commerciale per Washington".

Bruckner: "Sì, ci sono delle tensioni. Si dice sempre che Trump voglia allontanare la Cina dalla Russia. ma sta avvenendo esattamente il contrario. Al momento è Putin che sta separando l'Europa da Trump. E' un gioco che il presidente russo sta vincendo. Non vedo come Cina e Russia potrebbero allontanarsi, sono vicini e hanno un nemico comune che è la democrazia occidentale. Putin ha conquistato la Casa Bianca e per l'Europa è una pessima notizia".

"Pensa che il tycoon andrà fino in fondo?"

Bruckner: "E' una sorta di vecchio bambino narcisistico e permaloso, Non credo che cambierà. L'Europa può sperare in una grave crisi economica pe gli Stati Uniti, che dovrebbe arrivare vista l'iflazione crescente in tuto il Paese".

"Intanto, la Francia e il Regno Unito hanno preso 'iniziativa. Come vede questa intesa tra Emmanuel Macron e Keir Starmer?"

Bruckner: "E' una leadership di circostanza che arriva dopo gli attriti che Parigi e Londra hanno avuto negli ultimi anni, come ad esempio quelli emersi con la Brexit. Siamo in un momento cruciale, come nel 1940.  I russi vogliono veramente attaccare l'Europa, sono mossi da un odio fgeroce. Del resto, Putin ha detto chiaramente di voler vendicare la caduta dl muro dopo averla considerata come a più grande catastrofe geostrategica del ventesimo secolo e Trump lo lascerà fare. E se il presidente americano abbandonerà 'Onu e la Nato, il matrimonio di convenienza tra la Francia e il Regno Unito si trasformerà in un'unione di amore".

"In che modo?"

Bruckner: "Sono le due più importanti potenze europee dotate di armi nucleari. In passato hanno già firmato degli accordi militari, come ad esempio la dichiarazione di Saint-Malò nel 1998. C'è quindi una congiuntura favorevole, alla quale di unirà la Germania con il suo futuro cancelliere Friedrich Merz, un conservatore più consistente rispetto a Olaf Scholz che era alquanto molle, e la Polonia del premier Donald Tusk".

"E l'Italia?"

Bruckner: "Giorgia Meloni è molto intelligente.Se in Francia ci fosse lei alla guida del Rassemblement National vincerebbe subito le elezioni, ma sfortunatamente abbiamo Marine Le Pen. Keir Starmer e Emmanuel Macron , però, l'hanno messa spalle al muro. Adesso Meloni è tra due fuochi: Da una parte il suo amore per Musk e Trump, dall'altra la sua posizione geografica. Ma non rimarrà isolata sulla scena europea come Vikor orban".

"In mezzo c'è Volodymyr Zelensky. Che idea si è fatto del litigio con l'inquilino della Casa Bianca?"

Bruckner: "Il presidente ucraino è stato umiliato da tutta la corte di Re Trump. E' allucinante vedere come a Washington si sia ricreata una sorta di monarchia, con i cortigiani che applaudono e insultano a comando. Zelensky avrebbe potuto reagire diversamente, in modo più duro, ma adesso è troppo debole. Ma la ruota gira e non sono sicuro che l'arroganza di Trump continuerà a lungo".

"Perchè?"

Bruckner: "Quell'episodio ha scioccato i repubblicani moderati, che restano atlantisti. La relazione transatlantica ha una settantina di anni e non potrà essere spazzata via da un vegliardo narcisistico". 

"Come vede il progetto di riarmo europeo?"

Bruckner: "Rappresenta un avanzamento verso il futuro dopo che negli ultimi settant'anni l'Europa ha abbandonato progressivamente il suo arenale militare". 

Lucianone

mercoledì 9 aprile 2025

IDEE e Problemi / alla radice delle cose - La nuova radice del populismo: nei social

 9 aprile '25 - mercoledì                                  9th April / Wednesday                     visione post - 14

(da la Repubblica - 9 aprile '25 /  Le Idee  -  di Massimo Recalcati))

Nei social la nuova radice del populismo

Secondo Pasolini l'ingresso della televisione nelle case degli italiani era stato una delle cause non secondarie della grande mutazione antropologica che aveva trasformato il popolo da un insieme politico di cittadini a un insieme commerciale di consumatori. Non solo la società dei consumi trovava nella televisione il suo strumento elettivo di promozione, ma lo spettatore era costretto ad assumere nei suoi confronti una posizione necessariamente passiva. Il messaggio era a senso unico e non dava luogo a nessuna possibilità di interazione. Di qui l'accusa pasoliniana relativa all'esistenza di un nuovo fascismo che imponeva i suoi comandi senza bisogno di usufruire di un potere autoritario e repressivo, ma per la via edonistica di una seduzione permissivista.  Lo spettatore rappresentava la forma più pura del consumatore costretto a ingoiare passivamente valanghe di messaggi e di offerte che avevano come denominatore comune lo spegnimento della sua capacità di iniziativa critica. -                     La  TELE-VISIONE diveniva così lo strumento di propaganda di un neo-totalitarismo che aveva trasferito il potere dal sovrano agli oggetti di consumo. Un potere che plasmava corpi e cervelli dei suoi fruitori uniformandoli conformisticamente ai modelli valoriali imposti dal nuovo regime.  Gli psicoanalisti hanno visto nell'età dove la televisione imperava nelle nostre case una sorta di conferma della tesi relativa al declino dell'autorità paterna e allo smarrimen-to più generale del discorso educativo. La televisione aveva preso il posto di genitori sempre più distratti o assenti, incapaci di svolgere il proprio ruolo.  L'affermazione progressiva della Rete e dei social sta profondamente ridimensionando questo quadro. E non solo perchè i giovani oggi non guardano più la tv. Quello che i social hanno modificato è innanzitutto il carattere necessa-riamente passivo dello spettatore. Il nuovo schermo social è infatti strutturalmente movi-mentato. Tutto si consuma in maniera accelerata. Non c'è tanto l'ipnosi televisiva - che richiede tempo - ma lo sprofondamento in una realtà parallela. Non a caso l'uso dello smart-phone e delle sue potenzialità social non è più, come accadeva per la tv, circoscritto in un luogo, ma appare come una sorta di protesi del corpo del soggetto. Mentre infatti la tele-visione condannata da Pasolini fabbricava i corpi e i cervelli offrendo loro i modelli di identificazione imposti dalla società dei consumi, lo smartphone appare piuttosto come una parte post-umana del corpo. -  Anche la partecipazione alla vita dei social riflette questa compenetrazione. Non si tratta di guardare un programma imposto da un palinsesto, ma di formare il proprio palinsesto personale non solo nella scelta di ciò che voglio vedere, ma nella possibilità inedita di proporsi come assoluti protagonisti sulla scena. La distinzione rigida imposta dalla tv tra il messaggio offerto dallo schermo e il suo fruitore viene così sovvertita. Lo schermo non è più un confine rigido che separa, ma è stato radicalmente traumatizzato: gli attori e i protagonisti della scena sono divenuti milioni. Lo schermo ha perso la sua centralità verticale per disseminarsi orizzontalmente.  E lo stesso accade per la scrittura. Era ciò che sollevava la rassegnazione malinconica di Umberto Eco quando constatava con amarezza la quantità di imbecilli che la rete avrebbe autorizzato a scrivere. Anche in questo caso il confine tra il lettore e lo scrittore è stato frantumato: sui social chiunque può scrivere di qualunque cosa. In questo senso, diversamente da ciò che accadeva con lo spettatore ipnotizzato dalla tv, i social si fondano sulla valorizzazione estrema dell'interazione. Essa non assume solo la forma della manifestazione del like o dell'avversione, ma soprattutto quella dell'esibizione del proprio corpo e del proprio pensiero senza censure.  Ma la psicoanalisi avverte che quando i confini simbolici vengono meno c'è sempre il rischio della caduta catastofica nell'indifferenziazione.- E' la faccia oscura della democratizzazione introdotta dai social. Eì questo il suore di ogni populismo, compreso quello mediatico. L'autorizzazione data a tutti di parlare di tutto - l'uno uguale a uno - non solo produce effetti di pericolosa mistificazione: pensiamo ai danni di coloro che sui social si esprimono senza titoli su malattie o su cure mediche - ma attiva potentemente  dinamiche aggressivo-invidiose. Mentre la televisione spegneva il senso critico esercitan- do una funzione di controllo biopolitico, l'uso collettivo dei social sembra esasperarelo abnormemente a tal punto da legittimare il suo palese e sconcertante sconfinamento nell'odio invidioso quando non addirittura nell'incitazione aperta alla violenza. -   E" il surriscaldamento passionale che lo schermo dei social genera in continuazione e di cui sono eloquenti manifestazioni la contraffazione sistematica della verità, la brutalità degli insulti. le campagne individuali o collettive di diffamazione che possono portare i soggetti più giovani o fragili anche a comportamenti autolesivi gravi.  Non a caso per la psicoanalisi il luogo per eccellenza dell'indifferenziazione è quello dell'incesto dove il confine simbolico della differenza generazionale scompare e dove, soprattutto, la passione smarrisce il suo limite divenendo non più passione per la vita ma passione per la morte. Non a caso figli e genitori tendono a comportarsi allo stesso modo nell'uso violento dei social. Aduti che si comportano stupidamente come adolescenti e adolescenti che manifestano la stessa stupida violenza che anima il mondo degli adulti. 

Lucianone

domenica 30 marzo 2025

ULTIME NOTIZIE - da tutto il Mondo / Latest news from all over the World

 30 marzo '25 - domenica                                    30th March / Sunday                       visione post -  4                      

Myanmar / terremoto devastante

Sisma in Myanmar con magnitudo 7,7 / Palazzi sbriciolati e migliaia di morti /  Danni anche in Thailandia ( Scossa 316 volte più potente che ad Amatrice

L'immagine tragica del Myanmar devastato dal terremoto: palazzi e qualche grattacielo crollati in nube di polvere, e inclinati come se una mano gigante li avesse schiaffeggiati per dispetto, strade divelte con voragini nell'asfalto. La scossa che ha frantumato il Paese asiatico si è sentita in Thailandia. Una tragedia che si aggiunge all'ex Birmania ostaggio anche della guerra civile. E i generali alla guida del Paese chiedono aiuto alla comunità internazionale

Il Myanmar è un cimitero: tra scuole e monasteri si teme una strage di bambini. Molti i  ragazzini in trappola tra le macerie delle strutture di accoglienza.  Il bilancio fornito dai golpisti  al potere è di 1.644 corpi recuperati, ma per i sismiologi degli Stati Uniti i morti potrebbero essere diecimila. I danni alle strade e alle reti di comunizazione rallentano la macchina dei soccorsi.

Ucraina / bombe senza tregua 

Ancora raid e bombe sull'Ucraina / Mosca prepara un'altra offensiva / Colpite Dnipro e Kryvy Rih / L'agenzia Ap:: il Cremlino vuole l'affondo su 1.000 chilometri di confine 

Mosca ha denunciato i bombardamenti ucraini contro i siti energetici di Kursk e Belgorod, le due regioni russe frontaliere che sono state interessate dai blitz delle fanterie ucraine negli ultimi tempi. Ma gli attacchi russi sembrano molto più intensi, investono sia civili che militari , e non risparmiano alcuna regio ne ucraina.

Continua... to be continued... 

sabato 29 marzo 2025

Sport - calcio / Serie A 2024/25 - giornata 29 (ritorno) / Classifica, commento e video

 29 marzo '25 - sabato                                    29th March / Saturdsy                     visione post - 8

Serie A 

Giornata 29 -

Genoa - Lecce   2 - 1   Monza - Parma  1 - 1

Udinese - H. Verona  1 - 1  Milan - Genoa  2 - 1

Torino - Empoli   1 - 0   Venezia - Napoli  0 - 0

Bologna - Lazio  5 - 0    Roma - Cagliari  1 - 0

Fiorentina - Juventus   3 - 0

Atalanta - Inter   0 - 2

Classifica

INTER  64  /  Napoli   61  /   Atalanta   58  /  Bologna   53   /  Juventus   52  /   Lazio   51  /   Roma  49

Fiorentina   48  /  Milan   47  /   Udinese   40  /   Torino   38   /  Genoa   35  /  H. Verona, Como   29

 Cagliari  26   /   Lecce, Parma   25  /   Empoli   22  /   Venezia   20  /   Monza   15  

Commento

Sembra ormai che la lotta per lo scudetto si stia restringendo tra Inter e Napoli. La squadra orobica, Atalanta, è pressochè esclusa da questa sfida che pareva fino a poche settimane fa essere un discorso a tre, ma dopo la sconfitta della Dea con l'Inter, scontro diretto, le sue "chance" si sono notevolmente ridotte. Se non saprà risorgere in fretta, già dal prossimo scontro con la Fiorentina (ma in casa della Viola), e neppure basterà un pareggio, la squadra di Gasperini potrebbe dare l'addio al sogno da speranza di scudetto tricolore. E sarebbe un peccato! Perchè i nerazzurri di Bergamo restano una delle squadre minori (di provincia cioè) di eccellenza del nostro calcio!

Continua... to be continued... 

 

venerdì 28 marzo 2025

Politica USA - Le deportazioni trumpiane e i nuovi schiavi

 Venerdì, 28 marzo '25                                      29th March / Friday                        visione post - 6 

POLITICA Usa - Trumpismo

Terrorist confinement center  (di Luciano Finesso)

Vengono chiamati terroristi dalla nuova amministrazione e "banda" Trump-Vance, ma la gran parte sono solo immigrati, anzi ex immigrati, che vengono in massa deportati fuori dai confini Usa. Ma prima vengono rinchiusi in gabbioni ed esposti come merce-immondizia agli occhi e alle telecamere degli americani, soprattutto per soddisfare le aspettative degli elettori/elettrici del governo Trump II - Davanti al gabbione dei deportati a mostrarli come fosse allo Zoo (noi diciamo degli orrori) è Kristi Noem, segretaria della Sicurezza interna di Trump, con al polso Rolex da 50 mila euro. Loro, che lei mostra con faccia  più che mezza feroce, sono detenuti-deportati in gran parte venezuelani quasi tutti tatuati a torso nudo. E con tutta probabilità sono (diciamo sempre "quasi") gli stessi più o meno che venivano ripresi qualche giorno fà in aeroporto sembra americano incamminarsi in catene verso l'imbarco dell'aereo-prigione. Scene antiche (circa 80 anni fa) viste in Germania hitleriana. Insomma centinaia di venezuelani espulsi dagli States come quasi tutti presunti terroristi.  E adesso riprendo dal "Corriere della Sera", pag. 10 - venerdì 28 marzo: "La chiamano Deportation Barbie  Ma i sondaggi (tutto si basa ormai sui sondaggi - ndr,) mostrano che la lotta all'immigrazione illegale è un tema in cui il tasso di approvazione di Trump è più alto che per la gestione dell'economia o della politica estera: circa la metà degli interpellati in una rilevazione di Reuters/Ipsos approva il suo approccio, grazie al supporto sia dei repubblicani (Un bel 86%) che degli indipendenti (solo il 69% dei repubblicani nello stesso sondaggio approva invece il suo approccio all'inflazione). Quando il presidente Trump vuole "vittorie" e "successi" rapidi, li cerca qui. Nel video girato nella prigione, Noem avverte : "Questa è la conseguenza che vi aspetta se entrate  illegal- mente nel nostro Paese. verrete espulsi e perseguiti e questo posto è uno degli strumenti che useremo se commettete reati contro gli americani". E ha ringraziato il presidente del Salvador Nayib Bukele "che ci permette di portare qui i terroristi".

Questa è dunque la crociata dettata da Trump & soci (Vance,e Elon Musk in primis) anti migranti e messa in atto dalle ministre Kristi Noem e Pam Bondi (responsabile della Giustizia). Il mondo è allora sempre più diviso tra disperati senza patria e senza diritti, senza un senso per vivere col minimo di dignità sociale e appartenenza condivisa, senza legami e futuro e quelli che hanno tutto e il di più usati per assogettare in modo completo i diseredati, i senza terra e lavoro e patria e insomma: gli straccioni che sono i nuovi poveri e sottomessi di questo nuovo mondo creato dagli autocrati, dai Trump e dai Putin e dai futuri imitatori delle nuove leve di straricchi al potere eletti da popoli supini al nuovo ordine mondiale dettato da politiche sempre più anti-democratiche. Non prospettive da auspicare, ma possibili scenari permanenti, sempre se un'altro ordine di segno opposto, ossia democraticamente e stabilmente cotituitosi al vecchio ordine autocratico non si realizzi in un tempo non troppo lontano. 

Lucianone

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giovedì 20 marzo 2025

IDEE - Il riarmo morale dei cittadini

 20 marzo '25 - giovedì                                    20th March / Thursday                         visione post - 7

(a  la Repubblica del 17 marzo '25 - di Marco Mondini)

Il riarmo morale dei cittadini

Non basteranno soldi per nuove armi. Nè la buona volontà dei governi. Quando, qualche giorno fa, il senatore Claude Malhuret ha pronunciato il suo discorso davanti alla Camera alta francese ha sollevato un polverone mediatico. Questo anziano dottore, già presidente di Medici senza frontiere (non un militarista sfegatato), non è certo il primo a sostenere che la guerra per la riconquista dello spazio imperiale russo lanciata da Putin non si fermerà all'Ucraina e che l'Unione europea dovrà lottare per la propria sopravvivenza. Però è tra i pochi ad aver messo in chiaro come il "compito immane" di proteggere il Vecchio mondo non si esaurirà in più investimenti, più produzione industriale e nuove strutture di comando.  Nulla sarà sufficiente se gli europei non sapranno dare vita a un "riarmo morale". Se i semplici cittadini non decideranno tutti insieme che è giusto difendere l'Europa come patria della democrazia liberale, così come è stata sognata e costruita dopo il 1945. -  E se qualcuno trova scandalose queste parole vuol dire che è affetto da una curiosa amnesia.  Perchè per oltre 200 anni, nell'Europa moderna generata dalla Rivoluione francese, la definizione stessa di cittadinanza ha coinciso con la difesa della propria comunità. Fu la Rivoluzione a stabilire che i monarchi andavano spogliati del monopolio della violenza legittima e le armi affidate al popolo, quella "forza pubblica" che la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 poneva a fondamento del nuovo ordine in cui tutti sarebbero stati liberi e uguali nei diritti. E fu la Repubblica nata dalla Rivoluzione a stabilire che un cittadino non poteva dirsi tale se non avesse accettato di lottare per difenderli, quei diritti.   E' vero, nei decenni a seguire le "nazioni in armi" non sarebbero state modelli virtuosi di democrazia. Dopo Napoleone incorporavano centinaia di migliaia di uomini, ma soprattutto i più poveri marciarono in battaglia per liberare terre di cui a malapena avevano sentito parlare, come Trento e Trieste, o Alsazia e Lorena. Eppure l'idea rivoluzionaria del cittadino in armi sopravvisse alle ingiustizie e alle carnwficine industriali del 1914-18. E fu nei momenti di collasso degli Stati che questo patto di cittadinanza basato sull'onere della difesa dimostrò la sua vitalità. Gli italiani ne sanno qualcosa. Chi prese le armi a Porta San Paolo il 9 settembre 1943 o chi formò le prime bande partigiane nel Nord non lo fece perchè aveva ricevuto ordini nè per disciplina di partito. Semplicemente, dovendo scegliere se essere una vittima o battersi, aveva preferito la seconda opzione. Fu la reazione spontanea di una comunità in lotta, come avrebbe ricordato anni dopo Maria Teresa Regard, partigiana e trotz-kista. Certo, dopo il 1945 il trauma di un continente ridotto in macerie dalla guerra totale (per non parlare dell'incubo atomico) avrebbe spinyo alcuni a credere che le armi non fossero più pensabili, nemmeno per difendersi, come come sostenne Piero Calamandrei. Ma la maggioranza degli europei finì col convincersi che la difesa non era più affare proprio solo perchè, come ha scritto Braudillard, molti avevano cessato di essere cittadini ed erano diventati consumatori.  La "società post militare" descritta da Martin Shaw alla fine degli anni Novanta assomglia più a una distopia individualista che a un sogno pacifista. Meno di un francese, inglese o tedesco su dieci intervistati dichiararono di interessarsi a questioni di difesa. Le ritenevano una spesa inutile non perchè la guerra fosse ingiusta, ma perchè c'erano altre priorità, come le pensioni e il costo del carburante.. Non è un caso se a smantellare le capacità nazionali militari hanno provveduto esecutivi tutt'altro che progressisti ma sensibili al consenso dei consumatori, come il governo Berlusconi che nel 2004 sospese la coscrizione obbligatoria e fece toccare il punto più basso agli investimenti in difesa.  Oggi tornare a progettare la sicurezza dell'Europa non significa il ripristino di un'improbabile leva universale, che risulterebbe costosa e inefficace. Ma vuol dire chiedersi di nuovo , come il dottor Mallhuret, se siamo disposti a batterci per proteggere la nostra democrazia, come fecero gli uomini e le donne di ottant'anni fa.

Lucianone


"La difesa è uno degli imperativi primari che si impongono al singolo e alla specie, ma occorre subito affermare che nessuno degli ambienti naturali la garantisce, nè il mare, che da calmo può alzarsi in cavalloni che atterriscono e sembrano ingoiarci, nè la montagna che dal silenzio arcano può dare vita a un vento minaccioso che può trascinare dentro dirupi e baratri del mistero. Le città da caotiche possono farsi tragiche perchè il traffico provoca morte, per la velocità  eccessiva, per un inquinamento che non permette di respirare."

(da "Le nostre paure"/ di Vittorino Andreoli)