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venerdì 6 giugno 2025
giovedì 5 giugno 2025
Società / Il racconto di Zoro/ Nadir parla cinque lingue
5 giugno '25 - giovedì 5th June / Thursday visione post - 5
(da il Venerdì di Repubblica, dicembre '24 - Il sogno di Zoro / Diego Bianchi)
Nadir parla cinque lingue
"Voi giornalisti vi aspettavate che sarebbe successo un casino, che avremmo spaccato tutto e invece non è successo niente, e la fiaccolata è stata un successo / dice al megafono Nadir, italiano di madre marocchina, ventitrè anni, parte dei quali passati tra carcere minorile, domiciliari e provvedimenti restrittivi vari che sono ormai tutti alle spalle. Il pregiudizio che accompagna i giornalisti più o meno ovunque, qualunque sia il disagio e la difficoltà del contesto che si va a raccontare, è un dato di fatto con il quale fare i conti ogni volta. Chi di pregiudizio ferisce di pregiudizio perisce, e forse è giusto così.nel quartiere Corvetto La fiaccolata organizzata dagli amici di Ramy (diciannovenne di origine egiziana arrivato in Italia quando aveva otto anni), rimasto ucciso nel quartiere Corvetto di Milano mentre veniva inseguito dai carabinieri per non essersi fermato con lo scooter (con l'amico Fares finito in coma) a un posto di blocco, è terminata senza gli incidenti che si temeva potessero ripetere i tafferugli di pochi giorni prima per la rabbia e le responsabilità da accertare (un carabiniere è indagato). La Lega è passata a cancellare le scritte sui muri contro la polizia, Fratelli d'Italia ha presidiato con le bandiere la zona, il Pd ha sfilato con i ragazzi alla fiaccolata. Nella nebbia più milanese che pregiudizio possa immaginare, tra auguri di Natale, negozi di kebab e macellerie di carne halal, una cassa trainata dai manifestanti riempiva le strade silenziose con una "sura" del Corano a tutto volume. Sul luogo dell'incidente , punto finale della fiaccolata, un amico di Ramy ha acceso una sigaretta e l'ha lasciata lì, a funmare idealmente insieme,Nadir parla mentre ognuno dei presenti pregava il proprio Dio, ad avere la fortuna di averne uno di riferimento. Nadir, che di Ramy era amico, il giorno dopo è contento perchè non è successo niente, ed è successo tutto al tempo stesso. Mi racconta la sua storia, piena di contraddizioni e potenzialità come solo quella di un ventitreenne che ne ha già passate troppe può essere. Nadir parla cinque lingue, ma il primo lavoro che lo attende , a lui che è musulmano, è quello al mercatino di Natale in Duomo. Nadir potrebbe votare ma non ha mai votato perchè alla fine "sono tutti uguali". Nadir tifa Juventus e non guarda Sanremo, usa le parole clandestini e zingaro ma se qualcuno per strada gli dice maranza può prendersela parecchio. Nadir ha fatto errori in passato che spera i suoi fratelli non ripetano mai. Nadir vorrebbe presto andare via dall'Italia, in Germania o Liechtenstein, per avere opportunità che qui non ha. Nadir è italiano, qualunque cosa voglia dire.
Lucianone
lunedì 2 giugno 2025
SOCIETA^ - L 'uccisione cruenta di Martina Carbonaro: altro femminicidio di (presunto) ex fidanzato
2 giugno '25 - lunedì 2nd June / Monday visione post - 8
29 maggio 2025 - L'ex fidanzato confessa: "L'ho finita con un sasso". E si verrà poi a sapere meglio che prima aveva scagliato contro la ragazza, Martina, altre pietre, e la prima quando lei gli volgeva le spalle (diremmo a improvviso tradimento. Si verrà in seguito a sapere che lui ha agito in questo modo selvaggio poichè lei ha rifiutato un abbraccio che le aveva richiesto. Fin qui, più o meno i fatti. Ma mi fermo un attimo in questo racconto e nelle sue scene salienti. E mi fermo perchè mi viene in un lampo di ricordo, in mente, il racconto della fine che fece la giovane Cecchettin, in provincia di Venezia, pure trucidata dal ragazzo che le faceva, senza successo, una corte spietata.
Continua... to be continued...
sabato 31 maggio 2025
domenica 25 maggio 2025
Intervista - David Grossman: "Basta sete di vendetta... "
25 maggio '25 - domenica 25th May / Sunday visione post - 23
(da La Repubblica - 22 maggio '25 - Francesca Caferri / Intervista allo scrittore Grossman)
"Ai bimbi di Gaza serve speranza nel futuro... "
Lo sguardo di D: non è più tesoavid Grossman è cambiato, cupo, perso nel buio del pessimismo, Da mesi lo scrittore più famoso di Israele vive in un esilio autoimposto: il rifugio dove lo incontriamo è cirsondato dal verde e dfa poche tracce umane. In questi mesi, per giorni - ci racconta - non ha visto anima viva e per la prima volta nella sua vita ha vissuto secondo un unico ritmo: quello della scrittura.. Il risultato è lo sgaurdo diverso a cui ci troviamo di fronte. Non sereno, di certo: ma lungo, proiettato verso un futuro che milioni di persone oggi, a Gaza, nei Territori palestinesi ma anche in Israele, faticano a immaginare. In questo sguardo, accanto alla rabbia e al dolore per quello che sta accadendo nella Striscia - "continuo a dire ai militari con cui parlo che stiamo lasciando cicatrici così profonde che i palestinesi non vorranno più sedersi a parlare con noi: e che è una cosa stupida, oltre che orribile" - si è insinuata la speranza. Un sentimento che Grossman oggi vive come "una forma di resistenza" contro un governo che detesta e che ha preso la forma di "Le avventure di Itamar" , libro di racconti per bambini che lunedì prenderà vita sul palco del Teatro alla Scala di Milano sotto forma di due operine che il compositore Andrea Basevi ha scritto partendo dal testo.
Francesca Caferri:: "Signor Grossman, un libro per i bambini è quasi necessariamente un libro di speranza. Oggi però si fatica a vederla".
D. Grossman:: "Eppure c'è. La Storia non si ferma mai: ai periodi di buio come quello che viviamo oggi, sefuono momenti migliori. Ci vogliono anni, non parliamo del futuro prossimo, ma la speranza nel lungo periodo non muore.. Nei periodi bui, come questo, bisogna tenere un'attenzione particolare ai bambini, essere consapevoli di quello a cui li esponiamo. Perchè se ascoltiamo un telegiornale o stiamo con la radio accesa, noi siamo abituati a ciò che dice. Loro no e creano storie partendo da quello che hanno ascoltato, dando spazio alle loro paure: paure che possono essere più grandi della realtà che li circonda"..
F. Caferri: "Non credo che i bambini di Gaza possano immaginare una realtà più spavemtosa di quella che li circonda.. ".
D. Grossman: "Ogni volta che parlo di bambini penso ai bambini di Gaza, a quello che stanno vivendo, al fatto che non hanno una casa, alle bombe che cadono su di loro senza nessuna protezione. Senza un rifugio, senza un tetto. E' nostro dovere metterci nei loro panni., perchè quello che accade loro in questo momento è nostra responsabilità. Il fatto che questa crisi sia iniziata a causa di ciò che Hamas ha fatto il 7 ottobre, oggi è irrilevante davanti alla sofferenza di questi bambini e dei civili innocenti".
F. Caferri: "In Israele a pensarla come lei è una minoranza. La maggior parte del Paese non vede l'altro se non come "il nemico.. ". "
D. Grossman: "La guerra crea più persone belligeranti che pacifiche: è un circolo vizioso. Quelli che avevano bisogno di trovare una prova della brutalità dei palestinesi, di dare la colpa a tutti i palestinesi, purtroppo l'hanno trovata nel 7 di ottobre. All'inizio io stesso ho perso lucidità. Credo che nei primi due-tre giorni sia stato legittimo desiderare vendetta di fronte a tanta brutalità: ma non è legittimo che dopo tanto tempo un primo ministro sia guidato ancora dalla sete di vendetta. Che cosa stiamo facendo? come usciamo da questa situazione? Vogliamo altri cento anni di guerra= Dpo decenni di occupazione, terrore, violenza: non ci basta? Cosa vogliamo lasciare ai nostri figli: ancora odio?".
F. Caferri: "Lei ha due nipotine di 10 e 13 anni: cosa risponde loro quando le chiedono di aiutarle a capire che succede".
D. Grossman: "Ormai non chiedono più, sono grandi. Ma nel tempo ho fatto attenzione a non esporle a realtà troppo grandi per loro. Quello che ci tengo a ricordare loro è che la realtà non è un gioco di computer, che ci sono esseri umani dietro a ciò che vediamo alla tv: che anche se leggono le cose con i loro occhi da ragazzine israeliane, esiste anche un altro punto di vista, quello dei ragazzini della loro età che sono dall'altra parte".
F. Caferri: "Nel primo racconto del libro un bambino, Itamar, aspetta la nascita di un fratellino o di una sorellina: lei cosa augurerebbe a un bimbo che si affaccia oggi al mondo?".
D. Grossman: "Di essere felice. Di vivere una vita senza paura. Di avere un futuro e un futuro diverso dal presente che stiamo vivendo noi: dove ci sia gioia. So che posso suonare ingenuo, ma sarà la realtà a insegnare ai bambini le cose brutte: a noi - nonni e genitori - spetta essere messaggeri di speranza. Anche contro la realtà che ci circonda, anche contro l'odio che la guerra crea nei cuori. E' nostro dovere ricordare ai bambini che guerra e odio non sono l'unica opzione, che popoli che si sono combattuti per anni vivono in pace e si scontrano solo sui campi di calcio".
F. Caferri: "Come Itamar e il suo nemico: un folletto azzurro di cui ha una terribile paura ma con cui poi impara a convivere...
D, Grossman: "E' necessario coltivare l'immaginazione dei bambini. Dobbiamo fare in modo che non venga schiacciata dalla tristezza e dalla tensione di noi adulti: posso solo immaginare quanto possa essere difficile applicare questa idea ai bambini di Gaza oggi, ma non possiamo assolutamente arrenderci".
F. Caferri: "Lei suona più ottimista di quanto non fosse qualche settimana fa... ".
D. Grossman: "Forse è la distanza che ho preso da Israele. Non è sempre stato facile, a volte mi sono sentito responsabile perchè non ero lì: ma mi serviva. Ci tengo a dire una cosa: non pensate che io sia un illuso, che viva in un'allucinazione. La speranza potrà non essere popolare adessso, ma non è impossibile nel futuro. Abbiamo il dovere di dare ai bambini strumenti per superare la paralisi che noi stiamo vivendo. L'odio ha tanti agenti: più la guerra va avanti più crescono. In una situazione così brutta, sperare è un atto di protesta- Non possiamo lasciare la realtà nelle mani dei codardi, di chi odia o di chi assiste passivamente a quello che succede".
F. Caferri: "Sta parlando di pace?".
D. Grossman: "La pace è una prospettiva lontana. Sto parlando di dialogo, di tolleranza reciproca: israeliani e palestinesi non potranno camminare mano nella mano verso il tramonto, ma verrà il tempo in cui dovranno ricominciare a parlarsi. Ho sentito che a Gaza cìè gente che protesta contro Hamas, vedo la gente in Israele protestare contro il governo: sperare non è impossibile." .
Lucianone
venerdì 23 maggio 2025
Sport - calcio / Serie A 2024/25 - 37^ giornata
23 maggio '25 - venerdì 23rd May / Friday visione post - 12
Partite / commento
Genoa - Atalanta 2 - 3 Cagliari - Venezia 3 - 0
Fiorentina - Bologna 3 - 2 H. Verona - Como 1 - 1
Inter - Lazio 2 - 2 Juventus - Udinese 2 - 0
Lecce - Torino 1 - 0 Monza - Empoli 1 - 3
Parma - Napoli 0 - 0 Roma - Milan 3 - 1
Commento (di L. Finesso)
La squadra di Inzaghi, bloccata in casa dalla La<io, non riesce ad approfittare della frenata del Napoli che non passa a Parma. E' un'Inter stanca e stressata con un attacco impreciso e poco lucido. I neroazzurri sono arrivati al termine del campionato con le pile quasi scariche. E credere nella rimonta finale non è semplice al cospetto di un Napoli che ormai ci crede fino in fondo facendosi bastare un pareggio, in vista dell'ultimo sforzo (tra una settimana) contro un Cagliari già salvo. - Alla Juve servirà vincere l'ultimo match in casa del Venezia per conquistare l'accesso alla Champions League, dopo aver battuto l'Udinese. Per la zona retrocessione ci sarà il quasi spareggio tra H. Verona ed Empoli. I gialloblu per essere sicuri di rimanere nella A dovranno battere i toscani a casa loro: non sarà così semplice. Pareggiare in casa con il Como non è servito. Ancora una vittoria per Ranieri con la Roma: complimenti a questo allenatore che sembra non avere età, per la saggezza e la forza con cui conduce le sue squadre (veder il miracolo con il Leicester inglese). - Luciano Finesso -
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Commenti - Tutto tranne sembrare europei
23 maggio '25 - venerdì 23rd May / Friday visione post -
(da la Repubblica - giovedì 22 maggio - l'Amaca di Michele Serra)
Tutto tranne sembrare europei
"Centinaia di camion fermi alle frontiere di Gaza". Non lo dice Hamas, la fonte è l'Unione europea, e a meno che l'Unione europea prenda ordini da Hamas, l'immagine, viene da dire con un certo rassegnato sarcasmo, è biblica: centinaia di camion fermi, sotto il sole di giorno, sotto le stelle di notte, carichi di cibo, acqua, medicine, sono una distesa impressionante di vita e di salvezza, e fermarli è un atto di morte. E' un elemento di chiarezz, per noi italiani, sapere che il governo Meloni non ha inteso sottoscrivere la revisione dell'accordo di alleanza con Israele , votata da diciassette Paesi membri dell'Ue proprio alla luce di quella distesa di camion fermi. L'Italia sta con gli altri dieci, netta minoranza soprattutto in termini di quantità di cittadini..
venerdì 16 maggio 2025
COMMENTI / idee - Le bandiere palestinesi oscurate: grande vergogna! // Distogliere lo sguardo
16 maggio '25 - venerdì 16th May / Friday visione post - 10
(da la Repubblica - 16 maggio '25 - Concita De Gregorio (INVECE CONCITA)
Che vergogna quelle bandiere oscurate
Le forze di polizia che invitano un privato cittadino a togliere la bandiera palestinese dal balcone di casa sua, al sesto piano di una palazzina di Putignano, in Puglia, perchè lì sotto passa il Giro d'Italia e le "telecamere nazionali" potrebbero inquadrarla. Gli operatori delle "telecamere nazionali" - stiamo parlando della Rai - che quando durante le riprese del Giro si imbattono in una di quelle bandiere (succede spesso, ce ne sono molte ovunque) cambiano inquadratura : girano in rete video di scorci di cielo improvvisi, fuori fuoco, virrate dell'obiettivo repentine. Lo fanno spontaneamente, tutti e all'unisono? Difficile. Più facile che abbiano avuto indicazione, formale o informale, di non riprendere vessilli per ragioni, diciamo così, di opportunità politica. Oscurare le insegne che gli italiani ritengono di esporre a casa loro, mandare la polizia a consigliare di toglierle quando non a imporlo, è una vergogna nazionale. In generale, sempre recente il caso della fornaia di Ascoli che celebrava la Resistenza, identificata e poi oggetto di una feroce campagna ostile. Nel caso dei colori della Palestina è altrettanto indecente, ma non è il caso qui di fare a gara su cosa sia peggio. La distruzione della Striscia è in corso, lo sterminio deliberato di un popolo avviene sotto i nostri occhi, distoglierli e tacere è una scelta, certo: ma nessuno può invitarmi alla pavidità e all'inerzia nè impormele come io non posso andare ad appendere vessilli sui balconi degli altri. La fotografa Fatma Hassouna aveva già inviato il passaporto e chiesto se poteva portare a Cannes il suo fidanzato, "sarebbe perfetto". Protagonista del documentario Put your soul on your hand and walk della regista iraniana Sepideh Farsi, che ha usato le immagini della fotoreporter per documentare la guerra a Gaza. Il film è stato proiettato ieri al Festival, Fatma non c'era - l'ha ricordata Jiuliette Binoche. E' morta il 16 aprile: il suo appartamento è stato distrutto da due missili israeliani. Aveva 25 anni..
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Distogliere lo sguardo -
E' da tanto, da mesi che non si può più fare finta di niente: nella striscia di Gaza viene consumata una tragedia, dopo la distruzione giorno dopo giorno delle case e del territorio, la popolazione palestinese viene decimata sempre più da missili e droni israeliani del governo israeliano di Netanyau in modo metodico e si scatena contro vecchi, donne e tanti bambini affamandoli, non lasciando passare camion infila pieni di cibo, dando anche la colpa ad Hamas di impedirlo.. Intanto le scene delle centinaia e oltre di bimbi che alzano scodelle per avere ognuno una porzione misera di cibo è davanti ai nostri occhi ogni giorno in tivu. Questo sta facendo Il nazista Netanyau, con la complicità americana avuta fino ad oggi. Ed è per questo "massacro di popolo palestinese" che non si può distogliere lo sguardo. Ma è quello che fino a non molto tempo fa hanno fatto in tanti in buona parte dell'Occidente ipocrita.
(Noi e loro)
Continua... to be continued...
lunedì 12 maggio 2025
Riflessioni - I profughi di Trump
12 maggio '25 ' lunedì 12th May / Monday visione post - 8
(da la Repubblica - 10 maggio '25 - l'Amaca di Michele Serra)
I soli profughi amati da Trump
L'uscita del Sudafrica dall' apartheid, un regime di segregazione razziale che premiava i colonizzatori europei e puniva i colonizzati indigeni (il ladro che incatena il derubato), avvenne pacificamente e fu accolta nel mondo intero come un buon esempio di conciliazione, e di difficile remissine dei torti commessi. Oggi, per quanto dall'amministrazione Trump ci si aspetti di tutto, si rimane di stucco alla notizia che l'America considera i bianchi sudafricani discriminati, e per questo degni di essere accolti come profughi politici. - I bianchi di origine olandese, pur essendo il 10 per cento della popolazione sudafricana, possiedono il 70 per cento dei terreni agricoli. Alcuni dei quali, incolti o di interesse pubblico, dopo trent'anni di tentennamenti sono stati espropriati dal governo, così da recuperare almeno una piccola parte della refurtiva coloniale. E' quanto basta agli espropriati per sentirsi perseguitati e chiedere soccorso a Musk, anch'egli bianco sudafricano, e a Trump. Il vittimismo dei bianchi (che per darsi un contegno virile si autodefinisce: suprematismo bianco) è uno dei fenomeni più rivoltanti del nuovo millennio, considerando che in quello precedente la predazione mondiale dei bianchi, l'imperialismo, lo schiavismo, la sottomissione e la distruzione delle popolazioni indigene, la cancellazione delle loro culture, sono state la regola.
Nel regolare i conti, da Gandhi a Mandela a Luther King, le sole vere vittime dell'imperialismo europeo, ovvero i non bianchi, si sono rivelati fin troppo clementi. Ora vengono ripagati dall'accusa di avere discriminato i bianchi. La solita vecchia storia del lupo che accusa l'agnello.
Lucianone
giovedì 8 maggio 2025
Sport - calcio / Serie A anno 2024/25 - giornate 34^e 35^ / risultati, classifica e commenti
9 maggio '25 - venerdì 9th May / Friday visione post - 12
34^ giornata
Como - Genoa 1 - 0 Venezia - Milan 0 - 2
Fioentina - Empoli 2 - 1 Inter - Roma 0 - 1
Juventus - Monza 2 - 0 Atalanta - Lecce 2 - 1
Napoli - Torino 2 - 0 Lazio - Parma 0 - 0
Udinese - Bologna 0 - 0 H. Verona - Cagliari 0 - 2
35^ giornata
Torino - Venezia 1 - 1 Cagliari - Udinese 1 - 2
Parma - Como 0 - 1 Lecce - Napoli 0 - 1
Inter - H. Verona 1 - 0 Empoli - Lazio 0 - 1
Monza - Atalanta 0 - 4 Genoa - Milan 1 - 2...
Roma - Fiorentina 1 - 0 Bologna - Juventus 1 - 1
CLASSIFICA
NAPOLI 77 / Inter 74 / Atalanta 68 / Juventus, Lazio, Roma 63 / Bologna 62 /
Fiorentina 59 / Milan 57 / Como 45 / Torino, Udinese 44 / Genoa 39 / Cagliari 33 /
H. Verona, Parma 32 / Lecce 27 / Venezia 26 / Empoli 25 / Monza 15
Commenti
A quattro giornate dalla conclusione del campionato, tutto è ancora incerto sia per assegnare lo scudetto che per l'assegnazione Champions e sia, in parte, per la lotta nella retrocessione e sapere poi quali due altre squadre possono seguire il Monza già retrocesso in B. Dunque, senza dubbio è stato un campionato bello e interessante fino alla fine, proprio per l^incertezza dovuta a formazioni in generale ben preparate e sistemate anche riguardo alle "piccole" che non si sono risparmiate nella lotta per riuscire a galleggiare e rimanere nella massima serie. E tutto deve essere ancora deciso, come già accennato all'inizio, in alta, media e bassa zona per conoscere i risultati finali. Intanto si può già osservare che ci sono squadre medio-piccole tipo il Como e il Genoa che sono già salve con un certo anticipo.
venerdì 2 maggio 2025
Cultura / Il Libro - Marco Revelli: "Combattere il fascismo è una scelta esistenziale"
Cultura / LIBRO - "Liberi e ribelli. L'antifascismo come scelta esistenziale" di Antonella Tarpino
(da La Stampa - 24 aprile '25 - Il libro di Antonella Tarpino / Postfazione di Marco Revelli) -
visione post - 34
Il libro di A. Tarpino sui ragazzi che liberarono l'Italia. / Combattere il fascismo è una scelta esistenziale e per questo i partigiani non temevano la morte
di Marco Revelli
Quando lo storico Claudio Pavone colloca il tema della Scelta alla radice e al centro della sua riflessione sulla "morale della Resistenza", lo fa collocandosi nel clima culturale dei decenni centrali del Novecento, fortemente influenzato da quella filosofia che va sotto il nome di esistenzialismo. La quale assegnava appunto all'atto della Scelta un ruolo fondante nella definizione di ogni essere umano. In particolare si colloca nell'alveo della lettura che ne aveva dato uno dei suoi fondatori, Jean Paul Sartre - ampiamente introdotto nel Prologo di Liberi e ribelli (Einaudi) dalla sua autrice, Antonella Tarpino - secondo la cui visione l'uomo, ogni uomo, altro non è che il risultato delle sue proprie scelte le quali ne definiscono via via il senso della vita che altrimenti, a priori, non esisterebbe.- Considerato da questo punto di vista, la "scelta partigiana" - ricostruita da Antonella Tarpino nel suo libro con attenzione certosina, scavando tra memoria, letteratura, rappresentazione cinematografica... - costituisce davvero un caso esemplare di "scelta giusta". Essa possiede tutti i requisiti per collocare chi la compie sul versante del positivo in senso esistenziale. Rileggiamo qualche passaggio delle celebri Lettere dei condannati a morte della Resistenza: "Non piangete, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un'idea", è forse il più celebre messaggio, inciso con la punta di uno spillo sulla copertina di una bibbia tascabile dall'ingegner Willy Jervis, partigiano di Giustizia e Libertà nelle valli valdesi, catturato, torturato per settimane, fucilato nella notte tra il 4 e il 5 agosto del '44 a Villar Pellice, vicino a Torino, prima che il corpo, trascinato per le strade da un camion, reso irriconoscibile, venisse esposto nella piazza "in un macabro rituale di impicca-gione post-mortem".- "Ho agito a fin di bene e per un'idea. Per questo sono sereno e dovete esserlo anche voi", aveva vergato nel carcere di Cuneo Duccio Galimberti su un bigliettino fatto pervenire furtivamente ai compagni di lotta prima che un manipolo di brigate nere lo prelevasse per portarlo in un campo e am-mazzarlo a tradimento con una raffica alla schiena. - Ma l'espressione "Sono sereno" è, per molti versi, un denominatore comune per un gran numero di messaggi. Nelle lettere dei 112 combattenti per la libertà, i termini "sereno" o "serenità" ritornano per ben 97 volte. Quasi una volta per ognuno. Che cosa significa tutto ciò? Credo che si possa dire che un atteggiamento come quello, condiviso da tanti, si spieghi col fatto che in quella scelta di lotta ci fosse qualcosa - un nucleo esistenziale profondo, una rinuncia ad essere esclusiva-mente "per sè" spinta fino alla messa in gioco della propria stessa vita - che faceva transitare ognuno in una dimensione comune tale da trascendere la propria condizione individuale per collocarli in un modo di essere collettivo più autentico e proiettato verso un futuro denso di vita nuova. Anche nel punto più vicino alla morte esprimevano una sorta di pienezza alla vita esattamente all'opposto di coloro contro cui combattevano, che anche in vita vivevano per la morte, ne portavano i simboli sulle divise (il teschio sul cappelo e sui gagliardetti), ne evocavano la vicinanza nei motti truci, i canti macabri ("chi se ne frega se la signora morte/ fa la civetta sul campo di battaglia/ su camerati facciamole la corte") e le parole d'ordine cariche di thanatos (come accade appunto a chi sa che il futuro non gli appartiene più, e gli è nemico. E', in fondo, il concetto - il nucleo di verità che si portò dietro chi fece l'esperienza partigiana - espresso in modo esemplare da uno scrittore resistente, che si incontrerà più volte in questo libro, Italo Calvino, in una canzone del suo dopoguerra, un immaginario dialogo con un'adolescente intitolato Oltre il ponte,, in cui a un certo punto si dice "tutto il male avevano di fronte, tutto il bene avevano nel cuore/ a vent'anni la vita è oltre il ponte / oltre il fuoco incomincia l'amore...", dove l'intero contenuto valoriale della scelta e dell'esperienza partigiana sta, appunto, in quella parolina breve e impegnativa: oltre. -
Da quell'originario embrione costituitosi nel caos primordiale dell'8 settembre nascerà, dopo una faticosa gestazione durata venti mesi. la Nuova Italia. Una Democrazia moderna , rifondata alle radici, che portava nel poprio Dna i valori fondanti che si trovavano - in forma istintiva per i più, consapevole per le loro avanguardie politiche - alla base della scelta antifascista e partigiana. Quelli, appunto, scolpiti negli undici articoli che costitui-scono la parte introduttiva della nostra Costituzione. Si può ben comprendere allora come il senso principale di questo libro - se vogliamo usare un termine impegnativo: la sua "mis-sione", che l'autrice ha voluto perseguire con passione, consapevole della delicata congiuntura storica che stiamo vivendo - sia appunto quello di fare incontrare le voci dei giovani che molti anni fa, addirittura un ottantennio, compirono una scelta fondativa, con le domande dei loro coetanei di oggi, dei ventenni degli anni Venti del Ventunesimo secolo, che sono alla ricerca di definire se stessi attraverso nuove, altrettanto impegnative, scelte. E che rischiano di vedere quella democrazia che allora, con tanti sacrifici, fu fatta nascere, declinare e svanire nelle nebbie di un oblio colpevole.
Lucianone.
lunedì 21 aprile 2025
Ultime notizie - dall'Italia: la morte di Papa Francesco / Gli ultimi giorni della malattia e la sua umana grandezza, come un Cristo in Terra che predicava tutti i giorni per la pace e contro ogni guerra
21 Aprile 2025 - lunedì 21st April / Monday visione post - 19
ITALIA - Il decesso del Papa
Roma L' annuncio: Francesco è morto alle 7.35 / Era il Papa degli ultimi
E' morto Francesco, il Papa degli ultimi. Aveva 88 anni. L'annuncio del cardinale Kevin Farrell, Camerlengo del Vaticano: "Alle 7.35 è tornato alla casa del Padre". Si era svegliato alle 6, un'ora più tardi l'ictus fatale. Poi il rito della constatazione della morte e la deposizione nella bara. Da mercoledì la salma in San Pietro.
Un mese complicato e tanti fuori programmi per stare fra la sua gente -
L'ultimo giorno: passato tra i bambini e i potenti / Un mese complicato per tantii fuori programma per stare fra la sua gente 7 Padre Francesco, tra una terapia e l'altra, ha vissuto l'ultimo mese della sua vita senza risparmiarsi, Tante le uscite a sorpresa alla ricerca di quel contatto umano perchè Bergoglio non poteva restare chiuso jn quel secondo piano di Santa Marta. Il primo fuoriprogramma è proprio il 23 marzo, quando lascia l'ospedale romano e arrivato vicino al Vaticano, chiede ai suoi di continuare fino a Santa Maria Maggiore. Vuole portare alla Madonna il mazzo di fiori gialli che gli aveva donato una signora. Troppo prematuro scendere, andare fino alla cappella della Salus. Li consegna quei fiorim suo malgrado, al cardinale Rolandas Makrickas. I primi giorni obbedisce ai medici, lavora ma non riceve le persone. Fa la fisioterapia. Ma il 6 aprile decide che non può restare a casa quando la piazza è piena di malati che celebrano il loro Giubileo e si reca a Piazza San Pietro pdr salutarli. "Buona domenica a tutti. Grazie tante", le poche parole che riesce a dire emozionando le migliaia di pellegrini presenti. Quel giorno il Papa vive il suo Giubileo, confessandosi e attraversando la Porta Santa. Il 9 aprile riceve a Santa Marta Carlo e Camilla. Non era in agenda ma sarà solo uno dei tanti incontri a sorpresa di queste quattro settimane. Il 10 aprile è il giorno del poncho (argentino):: scende in basilica per pregare così come era vestito a casa, pantaloni neri e poncho argentino. Saluta bambini e anche le restauratrici alle prese con gli ultimi ritocchi nella basilica. Il 12 aprile va a Santa Maria Maggiore, la visita - ed è la sua chiesa preferita, dove ha anche fatto preparare la sua tomba. Domenica 13 aprike comincia la Settimana Santa con le Palme: alla fine della messa arriva spinto sulla carrozzina. Il tempo di augurare a tutti "Buona Domenica delle Palme, Buona Settimana Santa!". Giovedì Santo, 17 aprile, ecide di andare dai suoi detenuti, nel carcere di Regina Coeli. Il resto è storia delle ultime ore: il 19 aprile, Sabato Santo, la preghiera in basilica prima della veglia..
Il mondo lo piange e in tanti ritornano a ricordare le sue parole sagge, umane e pacificatrici
" Papa del popolo" - ..Ha lottato per un mondo più giusto: lo sgomento delle persone nella piazza, "è stato con noi fino alla fine, ci mancherà" . "Se svendiamo il lavoro al consumo - aveva detto -svenderemo anche dignità, rispetto, onore e libertà". . Ci sono rimaste nel cuore le "carezze" di Francesco durante la pandemia di Covid. Fu quello il gesto di cura nel solco di San Giovanni XXIII.
Gaza tra i simboli del suo pontificato. Per lui la guerra era una sconfitta. Pierluigi Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme: "Quando riceveva offerte speciali Francesco voleva sempre lasciare qualcosa per la parrocchia della Srriscia".
Lucianone
Sport - calcio / Serie A 2024/25 - Giornata 32^ (sospesa)
21 aprile '25 - lunedì 21st April / Monday visione post - 18
32^ Giornata / ritorno
Udinese - Milan 0 - 4 Venezia - Monza 1 - 0
Inter - Cagliari 3 - 1 Juventus - Lecce 2 - 1
Atalanta - Bologna 2 - 0
Fiorentina - Parma 0 - 0
H. Verona - Genoa 0 - 0
Como - Torino 1 - 0 Lazio - Roma 1 - 1
Napoli - Empoli 3 - 0
33^ Giornata / (sabato, 19 Aprile e domenica, 20 Aprile)
Lecce - Como 0 - 3 Monza - Napoli 0 - 1
Roma - H. Verona 1 - 0 Empoli - Venezia 2 - 2
Bologna - Inter 1 - 0
Milan - Atalanta 0 - 1
Partite sospese per la morte del Santo Padre Francesco
Lucianone
domenica 20 aprile 2025
Ultime notizie - dal mondo e dall'Italia / Latest news
20 aprile '25 - domenica 20th April / Sunday visione post - 25
martedì 15 aprile 2025
Politica estera / I nuovi equilibri - Intervista al filosofo francese Pascal Bruckner
15 aprile '25 - martedì 15th April / Tuesday visione post - 14
(da La Stampa - 7 marzo '25 - Primo Piano / Intervista a Pascal Bruckner /di Danilo Ceccarelli)
"L'Europa è a una svolta come nel 1940. Parigi e Londra si uniscano per salvarla"
Il filosofo francese Pascal bruckner parla di "coerenza" quando descrive la politica di Donald Trump. "Vuole abbandonare la Nato, imporre dazi e riconciliare l'America con la Russia: tutte cose che aveva annunciato", ricorda l'intellettuale, secondo il quale in un simile contesto "l'Europa deve imparare a sostituirsi a poco a poco agli Stati Uniti" sullo scacchiere internazionale.
"Monsieur Bruckner, cosa vede in questa nuova congiuntura internazionale?"
Bruckner: "Niente di buono, tranne che per Vladimir Putin e per Xi Jinping. Trump è il presidente dei loro sogni, una manna che arriva una volta ogni cento anni. Il capo della Casa Bianca vuole imporre la sua agenda, nella quale gli alleati diventano nemici e viceversa. Questo è il capovolgimento trumpista".
"Ma Pechino resta un rivale commerciale per Washington".
Bruckner: "Sì, ci sono delle tensioni. Si dice sempre che Trump voglia allontanare la Cina dalla Russia. ma sta avvenendo esattamente il contrario. Al momento è Putin che sta separando l'Europa da Trump. E' un gioco che il presidente russo sta vincendo. Non vedo come Cina e Russia potrebbero allontanarsi, sono vicini e hanno un nemico comune che è la democrazia occidentale. Putin ha conquistato la Casa Bianca e per l'Europa è una pessima notizia".
"Pensa che il tycoon andrà fino in fondo?"
Bruckner: "E' una sorta di vecchio bambino narcisistico e permaloso, Non credo che cambierà. L'Europa può sperare in una grave crisi economica pe gli Stati Uniti, che dovrebbe arrivare vista l'iflazione crescente in tuto il Paese".
"Intanto, la Francia e il Regno Unito hanno preso 'iniziativa. Come vede questa intesa tra Emmanuel Macron e Keir Starmer?"
Bruckner: "E' una leadership di circostanza che arriva dopo gli attriti che Parigi e Londra hanno avuto negli ultimi anni, come ad esempio quelli emersi con la Brexit. Siamo in un momento cruciale, come nel 1940. I russi vogliono veramente attaccare l'Europa, sono mossi da un odio fgeroce. Del resto, Putin ha detto chiaramente di voler vendicare la caduta dl muro dopo averla considerata come a più grande catastrofe geostrategica del ventesimo secolo e Trump lo lascerà fare. E se il presidente americano abbandonerà 'Onu e la Nato, il matrimonio di convenienza tra la Francia e il Regno Unito si trasformerà in un'unione di amore".
"In che modo?"
Bruckner: "Sono le due più importanti potenze europee dotate di armi nucleari. In passato hanno già firmato degli accordi militari, come ad esempio la dichiarazione di Saint-Malò nel 1998. C'è quindi una congiuntura favorevole, alla quale di unirà la Germania con il suo futuro cancelliere Friedrich Merz, un conservatore più consistente rispetto a Olaf Scholz che era alquanto molle, e la Polonia del premier Donald Tusk".
"E l'Italia?"
Bruckner: "Giorgia Meloni è molto intelligente.Se in Francia ci fosse lei alla guida del Rassemblement National vincerebbe subito le elezioni, ma sfortunatamente abbiamo Marine Le Pen. Keir Starmer e Emmanuel Macron , però, l'hanno messa spalle al muro. Adesso Meloni è tra due fuochi: Da una parte il suo amore per Musk e Trump, dall'altra la sua posizione geografica. Ma non rimarrà isolata sulla scena europea come Vikor orban".
"In mezzo c'è Volodymyr Zelensky. Che idea si è fatto del litigio con l'inquilino della Casa Bianca?"
Bruckner: "Il presidente ucraino è stato umiliato da tutta la corte di Re Trump. E' allucinante vedere come a Washington si sia ricreata una sorta di monarchia, con i cortigiani che applaudono e insultano a comando. Zelensky avrebbe potuto reagire diversamente, in modo più duro, ma adesso è troppo debole. Ma la ruota gira e non sono sicuro che l'arroganza di Trump continuerà a lungo".
"Perchè?"
Bruckner: "Quell'episodio ha scioccato i repubblicani moderati, che restano atlantisti. La relazione transatlantica ha una settantina di anni e non potrà essere spazzata via da un vegliardo narcisistico".
"Come vede il progetto di riarmo europeo?"
Bruckner: "Rappresenta un avanzamento verso il futuro dopo che negli ultimi settant'anni l'Europa ha abbandonato progressivamente il suo arenale militare".
Lucianone
mercoledì 9 aprile 2025
IDEE e Problemi / alla radice delle cose - La nuova radice del populismo: nei social
9 aprile '25 - mercoledì 9th April / Wednesday visione post - 14
(da la Repubblica - 9 aprile '25 / Le Idee - di Massimo Recalcati))
Nei social la nuova radice del populismo
Secondo Pasolini l'ingresso della televisione nelle case degli italiani era stato una delle cause non secondarie della grande mutazione antropologica che aveva trasformato il popolo da un insieme politico di cittadini a un insieme commerciale di consumatori. Non solo la società dei consumi trovava nella televisione il suo strumento elettivo di promozione, ma lo spettatore era costretto ad assumere nei suoi confronti una posizione necessariamente passiva. Il messaggio era a senso unico e non dava luogo a nessuna possibilità di interazione. Di qui l'accusa pasoliniana relativa all'esistenza di un nuovo fascismo che imponeva i suoi comandi senza bisogno di usufruire di un potere autoritario e repressivo, ma per la via edonistica di una seduzione permissivista. Lo spettatore rappresentava la forma più pura del consumatore costretto a ingoiare passivamente valanghe di messaggi e di offerte che avevano come denominatore comune lo spegnimento della sua capacità di iniziativa critica. - La TELE-VISIONE diveniva così lo strumento di propaganda di un neo-totalitarismo che aveva trasferito il potere dal sovrano agli oggetti di consumo. Un potere che plasmava corpi e cervelli dei suoi fruitori uniformandoli conformisticamente ai modelli valoriali imposti dal nuovo regime. Gli psicoanalisti hanno visto nell'età dove la televisione imperava nelle nostre case una sorta di conferma della tesi relativa al declino dell'autorità paterna e allo smarrimen-to più generale del discorso educativo. La televisione aveva preso il posto di genitori sempre più distratti o assenti, incapaci di svolgere il proprio ruolo. L'affermazione progressiva della Rete e dei social sta profondamente ridimensionando questo quadro. E non solo perchè i giovani oggi non guardano più la tv. Quello che i social hanno modificato è innanzitutto il carattere necessa-riamente passivo dello spettatore. Il nuovo schermo social è infatti strutturalmente movi-mentato. Tutto si consuma in maniera accelerata. Non c'è tanto l'ipnosi televisiva - che richiede tempo - ma lo sprofondamento in una realtà parallela. Non a caso l'uso dello smart-phone e delle sue potenzialità social non è più, come accadeva per la tv, circoscritto in un luogo, ma appare come una sorta di protesi del corpo del soggetto. Mentre infatti la tele-visione condannata da Pasolini fabbricava i corpi e i cervelli offrendo loro i modelli di identificazione imposti dalla società dei consumi, lo smartphone appare piuttosto come una parte post-umana del corpo. - Anche la partecipazione alla vita dei social riflette questa compenetrazione. Non si tratta di guardare un programma imposto da un palinsesto, ma di formare il proprio palinsesto personale non solo nella scelta di ciò che voglio vedere, ma nella possibilità inedita di proporsi come assoluti protagonisti sulla scena. La distinzione rigida imposta dalla tv tra il messaggio offerto dallo schermo e il suo fruitore viene così sovvertita. Lo schermo non è più un confine rigido che separa, ma è stato radicalmente traumatizzato: gli attori e i protagonisti della scena sono divenuti milioni. Lo schermo ha perso la sua centralità verticale per disseminarsi orizzontalmente. E lo stesso accade per la scrittura. Era ciò che sollevava la rassegnazione malinconica di Umberto Eco quando constatava con amarezza la quantità di imbecilli che la rete avrebbe autorizzato a scrivere. Anche in questo caso il confine tra il lettore e lo scrittore è stato frantumato: sui social chiunque può scrivere di qualunque cosa. In questo senso, diversamente da ciò che accadeva con lo spettatore ipnotizzato dalla tv, i social si fondano sulla valorizzazione estrema dell'interazione. Essa non assume solo la forma della manifestazione del like o dell'avversione, ma soprattutto quella dell'esibizione del proprio corpo e del proprio pensiero senza censure. Ma la psicoanalisi avverte che quando i confini simbolici vengono meno c'è sempre il rischio della caduta catastofica nell'indifferenziazione.- E' la faccia oscura della democratizzazione introdotta dai social. Eì questo il suore di ogni populismo, compreso quello mediatico. L'autorizzazione data a tutti di parlare di tutto - l'uno uguale a uno - non solo produce effetti di pericolosa mistificazione: pensiamo ai danni di coloro che sui social si esprimono senza titoli su malattie o su cure mediche - ma attiva potentemente dinamiche aggressivo-invidiose. Mentre la televisione spegneva il senso critico esercitan- do una funzione di controllo biopolitico, l'uso collettivo dei social sembra esasperarelo abnormemente a tal punto da legittimare il suo palese e sconcertante sconfinamento nell'odio invidioso quando non addirittura nell'incitazione aperta alla violenza. - E" il surriscaldamento passionale che lo schermo dei social genera in continuazione e di cui sono eloquenti manifestazioni la contraffazione sistematica della verità, la brutalità degli insulti. le campagne individuali o collettive di diffamazione che possono portare i soggetti più giovani o fragili anche a comportamenti autolesivi gravi. Non a caso per la psicoanalisi il luogo per eccellenza dell'indifferenziazione è quello dell'incesto dove il confine simbolico della differenza generazionale scompare e dove, soprattutto, la passione smarrisce il suo limite divenendo non più passione per la vita ma passione per la morte. Non a caso figli e genitori tendono a comportarsi allo stesso modo nell'uso violento dei social. Aduti che si comportano stupidamente come adolescenti e adolescenti che manifestano la stessa stupida violenza che anima il mondo degli adulti.
Lucianone
domenica 30 marzo 2025
ULTIME NOTIZIE - da tutto il Mondo / Latest news from all over the World
30 marzo '25 - domenica 30th March / Sunday visione post - 4
Myanmar / terremoto devastante
Sisma in Myanmar con magnitudo 7,7 / Palazzi sbriciolati e migliaia di morti / Danni anche in Thailandia ( Scossa 316 volte più potente che ad Amatrice
L'immagine tragica del Myanmar devastato dal terremoto: palazzi e qualche grattacielo crollati in nube di polvere, e inclinati come se una mano gigante li avesse schiaffeggiati per dispetto, strade divelte con voragini nell'asfalto. La scossa che ha frantumato il Paese asiatico si è sentita in Thailandia. Una tragedia che si aggiunge all'ex Birmania ostaggio anche della guerra civile. E i generali alla guida del Paese chiedono aiuto alla comunità internazionale
Il Myanmar è un cimitero: tra scuole e monasteri si teme una strage di bambini. Molti i ragazzini in trappola tra le macerie delle strutture di accoglienza. Il bilancio fornito dai golpisti al potere è di 1.644 corpi recuperati, ma per i sismiologi degli Stati Uniti i morti potrebbero essere diecimila. I danni alle strade e alle reti di comunizazione rallentano la macchina dei soccorsi.
Ucraina / bombe senza tregua
Ancora raid e bombe sull'Ucraina / Mosca prepara un'altra offensiva / Colpite Dnipro e Kryvy Rih / L'agenzia Ap:: il Cremlino vuole l'affondo su 1.000 chilometri di confine
Mosca ha denunciato i bombardamenti ucraini contro i siti energetici di Kursk e Belgorod, le due regioni russe frontaliere che sono state interessate dai blitz delle fanterie ucraine negli ultimi tempi. Ma gli attacchi russi sembrano molto più intensi, investono sia civili che militari , e non risparmiano alcuna regio ne ucraina.
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sabato 29 marzo 2025
Sport - calcio / Serie A 2024/25 - giornata 29 (ritorno) / Classifica, commento e video
29 marzo '25 - sabato 29th March / Saturdsy visione post - 8
Serie A
Giornata 29 -
Genoa - Lecce 2 - 1 Monza - Parma 1 - 1
Udinese - H. Verona 1 - 1 Milan - Genoa 2 - 1
Torino - Empoli 1 - 0 Venezia - Napoli 0 - 0
Bologna - Lazio 5 - 0 Roma - Cagliari 1 - 0
Fiorentina - Juventus 3 - 0
Atalanta - Inter 0 - 2
Classifica
INTER 64 / Napoli 61 / Atalanta 58 / Bologna 53 / Juventus 52 / Lazio 51 / Roma 49
Fiorentina 48 / Milan 47 / Udinese 40 / Torino 38 / Genoa 35 / H. Verona, Como 29
Cagliari 26 / Lecce, Parma 25 / Empoli 22 / Venezia 20 / Monza 15
Commento
Sembra ormai che la lotta per lo scudetto si stia restringendo tra Inter e Napoli. La squadra orobica, Atalanta, è pressochè esclusa da questa sfida che pareva fino a poche settimane fa essere un discorso a tre, ma dopo la sconfitta della Dea con l'Inter, scontro diretto, le sue "chance" si sono notevolmente ridotte. Se non saprà risorgere in fretta, già dal prossimo scontro con la Fiorentina (ma in casa della Viola), e neppure basterà un pareggio, la squadra di Gasperini potrebbe dare l'addio al sogno da speranza di scudetto tricolore. E sarebbe un peccato! Perchè i nerazzurri di Bergamo restano una delle squadre minori (di provincia cioè) di eccellenza del nostro calcio!
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venerdì 28 marzo 2025
Politica USA - Le deportazioni trumpiane e i nuovi schiavi
Venerdì, 28 marzo '25 29th March / Friday visione post - 6
POLITICA Usa - Trumpismo
Terrorist confinement center (di Luciano Finesso)
Vengono chiamati terroristi dalla nuova amministrazione e "banda" Trump-Vance, ma la gran parte sono solo immigrati, anzi ex immigrati, che vengono in massa deportati fuori dai confini Usa. Ma prima vengono rinchiusi in gabbioni ed esposti come merce-immondizia agli occhi e alle telecamere degli americani, soprattutto per soddisfare le aspettative degli elettori/elettrici del governo Trump II - Davanti al gabbione dei deportati a mostrarli come fosse allo Zoo (noi diciamo degli orrori) è Kristi Noem, segretaria della Sicurezza interna di Trump, con al polso Rolex da 50 mila euro. Loro, che lei mostra con faccia più che mezza feroce, sono detenuti-deportati in gran parte venezuelani quasi tutti tatuati a torso nudo. E con tutta probabilità sono (diciamo sempre "quasi") gli stessi più o meno che venivano ripresi qualche giorno fà in aeroporto sembra americano incamminarsi in catene verso l'imbarco dell'aereo-prigione. Scene antiche (circa 80 anni fa) viste in Germania hitleriana. Insomma centinaia di venezuelani espulsi dagli States come quasi tutti presunti terroristi. E adesso riprendo dal "Corriere della Sera", pag. 10 - venerdì 28 marzo: "La chiamano Deportation Barbie Ma i sondaggi (tutto si basa ormai sui sondaggi - ndr,) mostrano che la lotta all'immigrazione illegale è un tema in cui il tasso di approvazione di Trump è più alto che per la gestione dell'economia o della politica estera: circa la metà degli interpellati in una rilevazione di Reuters/Ipsos approva il suo approccio, grazie al supporto sia dei repubblicani (Un bel 86%) che degli indipendenti (solo il 69% dei repubblicani nello stesso sondaggio approva invece il suo approccio all'inflazione). Quando il presidente Trump vuole "vittorie" e "successi" rapidi, li cerca qui. Nel video girato nella prigione, Noem avverte : "Questa è la conseguenza che vi aspetta se entrate illegal- mente nel nostro Paese. verrete espulsi e perseguiti e questo posto è uno degli strumenti che useremo se commettete reati contro gli americani". E ha ringraziato il presidente del Salvador Nayib Bukele "che ci permette di portare qui i terroristi".
Questa è dunque la crociata dettata da Trump & soci (Vance,e Elon Musk in primis) anti migranti e messa in atto dalle ministre Kristi Noem e Pam Bondi (responsabile della Giustizia). Il mondo è allora sempre più diviso tra disperati senza patria e senza diritti, senza un senso per vivere col minimo di dignità sociale e appartenenza condivisa, senza legami e futuro e quelli che hanno tutto e il di più usati per assogettare in modo completo i diseredati, i senza terra e lavoro e patria e insomma: gli straccioni che sono i nuovi poveri e sottomessi di questo nuovo mondo creato dagli autocrati, dai Trump e dai Putin e dai futuri imitatori delle nuove leve di straricchi al potere eletti da popoli supini al nuovo ordine mondiale dettato da politiche sempre più anti-democratiche. Non prospettive da auspicare, ma possibili scenari permanenti, sempre se un'altro ordine di segno opposto, ossia democraticamente e stabilmente cotituitosi al vecchio ordine autocratico non si realizzi in un tempo non troppo lontano.
Lucianone
ùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù
sabato 22 marzo 2025
COMMENTO / da estremo pessimista / - Il nuovo mondo costruito sulle guerre totali: l'estinzione della pace e la futura autodistruzione del pianeta...
sabato 22 marzo - Sabato 22th Saturday
giovedì 20 marzo 2025
IDEE - Il riarmo morale dei cittadini
20 marzo '25 - giovedì 20th March / Thursday visione post - 7
(a la Repubblica del 17 marzo '25 - di Marco Mondini)
Il riarmo morale dei cittadini
Non basteranno soldi per nuove armi. Nè la buona volontà dei governi. Quando, qualche giorno fa, il senatore Claude Malhuret ha pronunciato il suo discorso davanti alla Camera alta francese ha sollevato un polverone mediatico. Questo anziano dottore, già presidente di Medici senza frontiere (non un militarista sfegatato), non è certo il primo a sostenere che la guerra per la riconquista dello spazio imperiale russo lanciata da Putin non si fermerà all'Ucraina e che l'Unione europea dovrà lottare per la propria sopravvivenza. Però è tra i pochi ad aver messo in chiaro come il "compito immane" di proteggere il Vecchio mondo non si esaurirà in più investimenti, più produzione industriale e nuove strutture di comando. Nulla sarà sufficiente se gli europei non sapranno dare vita a un "riarmo morale". Se i semplici cittadini non decideranno tutti insieme che è giusto difendere l'Europa come patria della democrazia liberale, così come è stata sognata e costruita dopo il 1945. - E se qualcuno trova scandalose queste parole vuol dire che è affetto da una curiosa amnesia. Perchè per oltre 200 anni, nell'Europa moderna generata dalla Rivoluione francese, la definizione stessa di cittadinanza ha coinciso con la difesa della propria comunità. Fu la Rivoluzione a stabilire che i monarchi andavano spogliati del monopolio della violenza legittima e le armi affidate al popolo, quella "forza pubblica" che la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 poneva a fondamento del nuovo ordine in cui tutti sarebbero stati liberi e uguali nei diritti. E fu la Repubblica nata dalla Rivoluzione a stabilire che un cittadino non poteva dirsi tale se non avesse accettato di lottare per difenderli, quei diritti. E' vero, nei decenni a seguire le "nazioni in armi" non sarebbero state modelli virtuosi di democrazia. Dopo Napoleone incorporavano centinaia di migliaia di uomini, ma soprattutto i più poveri marciarono in battaglia per liberare terre di cui a malapena avevano sentito parlare, come Trento e Trieste, o Alsazia e Lorena. Eppure l'idea rivoluzionaria del cittadino in armi sopravvisse alle ingiustizie e alle carnwficine industriali del 1914-18. E fu nei momenti di collasso degli Stati che questo patto di cittadinanza basato sull'onere della difesa dimostrò la sua vitalità. Gli italiani ne sanno qualcosa. Chi prese le armi a Porta San Paolo il 9 settembre 1943 o chi formò le prime bande partigiane nel Nord non lo fece perchè aveva ricevuto ordini nè per disciplina di partito. Semplicemente, dovendo scegliere se essere una vittima o battersi, aveva preferito la seconda opzione. Fu la reazione spontanea di una comunità in lotta, come avrebbe ricordato anni dopo Maria Teresa Regard, partigiana e trotz-kista. Certo, dopo il 1945 il trauma di un continente ridotto in macerie dalla guerra totale (per non parlare dell'incubo atomico) avrebbe spinyo alcuni a credere che le armi non fossero più pensabili, nemmeno per difendersi, come come sostenne Piero Calamandrei. Ma la maggioranza degli europei finì col convincersi che la difesa non era più affare proprio solo perchè, come ha scritto Braudillard, molti avevano cessato di essere cittadini ed erano diventati consumatori. La "società post militare" descritta da Martin Shaw alla fine degli anni Novanta assomglia più a una distopia individualista che a un sogno pacifista. Meno di un francese, inglese o tedesco su dieci intervistati dichiararono di interessarsi a questioni di difesa. Le ritenevano una spesa inutile non perchè la guerra fosse ingiusta, ma perchè c'erano altre priorità, come le pensioni e il costo del carburante.. Non è un caso se a smantellare le capacità nazionali militari hanno provveduto esecutivi tutt'altro che progressisti ma sensibili al consenso dei consumatori, come il governo Berlusconi che nel 2004 sospese la coscrizione obbligatoria e fece toccare il punto più basso agli investimenti in difesa. Oggi tornare a progettare la sicurezza dell'Europa non significa il ripristino di un'improbabile leva universale, che risulterebbe costosa e inefficace. Ma vuol dire chiedersi di nuovo , come il dottor Mallhuret, se siamo disposti a batterci per proteggere la nostra democrazia, come fecero gli uomini e le donne di ottant'anni fa.
Lucianone
"La difesa è uno degli imperativi primari che si impongono al singolo e alla specie, ma occorre subito affermare che nessuno degli ambienti naturali la garantisce, nè il mare, che da calmo può alzarsi in cavalloni che atterriscono e sembrano ingoiarci, nè la montagna che dal silenzio arcano può dare vita a un vento minaccioso che può trascinare dentro dirupi e baratri del mistero. Le città da caotiche possono farsi tragiche perchè il traffico provoca morte, per la velocità eccessiva, per un inquinamento che non permette di respirare."
(da "Le nostre paure"/ di Vittorino Andreoli)
sabato 15 marzo 2025
Commenti e Idee - Tutti i Musk di mister Trump // Ballo in Musk (di M. Gramellini)
15 marzo 25 - sabato - 15th March / Saturday visione post - 10
(da "Corriere della Sera - 15 marzo / Il Caffè - Massimo Gramellini)
Ballo in Musk
L'azienda di Elon Musk ha scritto una dura lettera all'amministrazione degli Stati Uniti per contestare la politica dei dazi decisa dal governo di Elon Musk. Come faremo a costruire ancora le nostre auto elettriche, se per ripicca i cinesi ci negassero le batterie al litio? ha chiesto il Musk di Tesla al Musk di Trump. Senza contare gli eventuali contro-dazi che potrebbero colpire altri componenti prodotti all'estero, ha ricordato non senza polemica il proprietario di Tesla all'omonimo comproprietario della Casa Bianca . Si attende a breve la risposta di questo secondo Musk. Convocherà a Washington l'altro Musk per un incontro a quattr'occhi, da Musk a Musk? Lo licenzierà con un messaggino? O invocherà la mediazione di un Musk ulteriore, un marziano animato dall'Intelligenza Artificiale che alla fine potrebbe risultare il più autentico dei tre? - A essere onesti, di Musk ce ne sarebbe un quarto, che di mestiere fa il capro espiatorio. Anche gli altri oligarchi della tecnologia si sono genuflessi a Trump, eppure non risulta che in giro per il mondo qualche sincero democratico abbia smesso di comprare su Amazon o di usare WhatsApp, nè che le azioni di queste aziende siano crollate in Borsa come la Tesla. Forse perchè Bezos e Zuckerberg, più furbi o meno narcisi, restano un passo indietro e badano agli affari loro. Invece Musk vorrebbe farsi anche i nostri e, a forza di camminare sull'orlo del baratro, rischia di fare un passo avanti. Sempre che non sia Trump a dargli una spinta.
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Alla fine, sarà da vedere se sarà Trump ad usare Musk per le sue continue stravaganze economiche e non solo, cioè con tutti i collegamenti - dall' espulsione coatta degli emigranti già negli Usa allo spettro dei dazi per tutti nessuno escluso alla chiusura delle libertà negli atenei eccetera - necessari alla sua politica di estrema chiusura alla democrazia e se possibile alla demolizione un pò alla volta di rutte le libertà democratiche raggiunte negli Usa e la proibizione di altre libertà con l'assenso del Congresso americano tutto girato dalla parte repubblicana più becera e quindi ostile ai progresisti democratici. Insomma chiudere gli Stati Uniti in un protezionismo mai visto, neppure nei primi anni Venti, quando infatti ci fu il crollo della Borsa, di Wall Street e ciò che ne seguì, ma quella fu ancora un'altra storia nera per gli Usa. (Luciano Finesso)
Lucianone
Ultime notizie - dall' Estero e dall'Italia
Sabato 15 marzo '25 Saturday 15th March visione post - 9
(da la Repubblica e dal Corriere della Sera)
Trump - Putin: egnali per un'intesa / Trump dagli Usa: cauto ottimismo sulla tregua / L'appello allo zar: risparmi gli ucraini nel Kursk / Germania. sì al piano di difesa / La tentazione di Giorgia Meloni di parlare al vertice di Londra // Tesla alla Casa Bianca: i dazi ci preoccupano.
Una piazza per l'Europa: alle 15 del pomeriggio a Roma manifestazione lanciata da Michele Serra, sul palco sindaci, artisti e tanta società civile / L'adsione dei partiti d'opposizione e dei sindacati / Da Mosca un altro attacco all'Italia: "Non sa difensersi" // Donald Trump sulla tregua: no a massac ri nel Kursk / Ma Putin vuole la resa
Raphael Gluksman (intellettuale francese): "Riscoprire i valori di Ventotene, è in gioco la nostra libertà. Tutte le nazioni hanno bisogno di un progetto federatore. per questo è importante la mbilitazione di oggi a Roma: occorre dare agli italiani il desiderio di credere in questa Europa. nssun altro Paese come il vostro è così infiltrato dalla disinformazione russa. Non si tratta solo di sostenere gli ucraini perchè sono eroici, ma, si tratta della nostra stessa sopravvivenza. L'unico vero guerrafondaio non è Macron ma lo zar: scatena i conflitti, cerca di ridisegnare le frontiere. Servono truppe del Vecchio continente per evitare altre invasioni"
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lunedì 10 marzo 2025
SOCIETA' / politica/attualità - Riarmiamoci e partite! / - Il mondo cambiato e stravolto -
10 marzo '25 - lunedì 10th March / Monday visione post - 5
(da Corriere della Sera - lunedì, 10 marzo / Ultimo Banco - Alessandro D'Avenia)
Il mondo cambiato e stravolto (di L. Finesso)
Non è la prima volta che il mondo nostro è cambiato ed è stato stravolto, Mi ricordo, sono abbastanza anziano per ricordarlo bene, degli anni della Guerra Fredda (Anni Sessanta) quando eravamo sull'orlo della guerra mondiale totale e peggio ancora nucleare: il mondo impazzito perchè Stati Uniti (allora si parlava di America del Nord, ma sempre America era) e l'Unione Sovietica (in seguito frantumatasi) si sfidarono a suon di missili e testate nucleari, ma per fortuna di tutti gli Umani si fermarono sul ciglio del baratro: Cuba e Fidel Castro furono al centro di quelle drammatiche giornate di tensione indicibile e non era chiaro il destino che ci aspettava. Si doveva solo pregare... Poi tutto, per fortuna, si fermò, ma non fu più come prima. Allora gli attori e i Paesi coinvolti erano solo due e in seguito si disse che la presunata fine del mondo era stata bloccata proprio da questo fatto: solo due contendenti, che alla fine si misero d'accordo di non distruggersi. E ADESSO... ?
Armiamoci e partite! - (di A. D'Avenia)
Nel 1953 il mondo era appena uscito dalla guerra e diviso in due sfere di influenza e deterrenza, americana e sovietica, e Philip Dick (per il provocatorio Carrère, che gli ha dedicato una bellissima biografia, il più grande scrittore del '900) pubblicava "I difensori", un racconto in cui l' umanità, impegnata in una guerra tutt'altro che fredda tra Russi e Americani, vive e lavora sottoterra per alimentare lo scontro affidato ai robot in superficie, dove c'è solo un ammasso di macerie tossiche sotto un cielo incolore. I difensori del titolo sono i "plumbei" robot intelligenti (le nostre intelligenze artificiali) coperti di piombo anti-radiazioni::combattono e aggiornano gli umani sullo stato della guerra in cui i Russi stanno prevalendo grazie alle mine intelligenti (i nostri droni). Un gruppo di tecnici e soldati americani deve risalire in superficie per risolvere un'anomalia: non è mai accaduto dall'inizio dello scontro a causa della radioattività sostenibile dagli umani solo per pochi minuti. Una volta arrivati su, il gruppo ha però una sorpresa: il mondo là fuori è splendido e nuovo, non c'è la guerra, notizie e immagini che giungevano sottoterra erano create ad arte dai robot con dei modellini. Perchè i difensori hanno agito così? Ci serve saperlo nello scenario odierno. I robot rispondono come farebbe un'intelligenza artificiale progettata esclusivamente per il bene dell'uomo. Ecco cosa rispondono: ""Non appena abbandonaste la superficie, la guerra cessò. Avete ragione, siete stati ingannati. Avete lavorato duro nel sottosuolo, mandando su cannoni e armi, e noi li distruggevamo non appena arrivavano. Ci avete creati per continuare al vostro posto la guerra mentre voi umani vi rifugivate nel sottosuolo per sopravvivere. Ma prima che noi potessimo continuare la guerra, era necessario analizzarla per determinare quali ne fossero gli scopi. Scoprimmo che le culture passano attraverso delle fasi. Quando una cultura invecchia e comincia a perdere i suoi obiettivi, sorge un conflitto tra color che vorrebbero eliminarla per stabilire dei nuovi modelli culturali e coloro che vorrebbero invece mantenere il vecchio modello con il minor numero possibile di cambiamenti". La (nostra) realtà.- E' ciò che accade anche oggi in Occidente, nello scontro tra globalizzazione e multipolarismo, tra èlite e popolo, tra progressisti e conservatori. Ma seguiamo l'analisi antropologica del robot: "Il conflitto interno minaccia di coinvolgere la societò in una guerra contro se stessa, gruppo contro gruppo. Le tradizioni vitali possono andare perdute, non solo riformate e alterate, ma distrutte completamente in questo periodo di caos e di anarchia. E' necessario perciò che l'odio all'interno di una civiltà venga incanalato verso l'esterno, un gruppo esterno, in maniera che la cultura stessa possa sopravvivere alla sua crisi. La guerra ne è il logico risultato".
Salvare le strutture - Insomma per non distruggersi, ricompattarsi e salvare le strutture che l'hanno costituita come tale (oltre all'economia che ne è conseguenza operativa nella storia umana sono la combinazione di educazione, religione e forme di appartenenza a un gruppo), una cultura divisa preferisce cercare un nemico al di fuori invece di soluzioni nuove alla crisi interna. Vale per popoli, città, famiglie, coppie, singoli: per paura e pigrizia non affrontiamo le ombre ma le proiettiamo fuori, odiando negli altri ciò che non va in noi, convinti che, distrutto il nemico, risolveremo la crisi che invece sarà ancora lì, peggiore di prima, dopo che il fumo della battaglia si sarà diradato. La logica di ferro, anzi di piombo, del robot prospetta la soluzione: "La guerra, per una mente razionale, è assurda. Ma, in termini di bisogni umani, svolge una funzione d'importanza vitale ed insostituibile. E continuerà a svolgerla finchè l'Uomo non sia cresciuto al punto da eliminare totalmente l'odio dentro di lui". I robot confidano in un'evoluzione umana lineare. "In questi otto anni abbiamo osservato importanti mutamenti nella mente degli uomini; la fatica ed il disint-teresse stanno gradatamente prendendo il posto dell'odio e della paura. Ma l'inganno deve continuare almeno pr un altro pò. non siete ancora pronti per la verità". Robot, creati per proteggere gli uomini, hanno quindi fatto (con un pò di Imagine) la scelta più logica: in-terrompere la guerra e preparare la Terra per una umanità nuova. Per tutta risposta gli Americani vogliono approfittare della scoperta per imparonirsi della Terra prima degli ignari Russi, e così si affrettano a tornare sottoterra, ma i robot hanno distrutto il tunnel di collegamento. Sono quindi costretti a rimanere in superficie dove incontrano proprio un gruppo russo venuto su qualche mese prima. Si preparano allo scontro, ma i robot li fanno ragionare: i Russi sono disarmati e le armi non servono più, per sopravvivere devono non solo smettere di combattersi, ma unirsi e aiutarsi, per procurarsi da vivere: "La necessità di risolvere i problemi quotidiani dell'esistenza vi insegnerà come tirare avanti nello stesso mondo. Non sarà facile, ma ce la farete" - Caino è in noi - Solo obiettivi.di bene comune possono distogliere culture internamente in crisi dalla soluzione bellica, ma i robot ignorano che l'uomo non smetterà mai di proiettare le proprie ombre su un nemico esterno, perchè Caino è sempre in noi e cerca sempre un Abele a cui attribuire il proprio male. Lo storico Emmanuel Todd in La sconfitta dell'Occidente, proseguendo il suo Breve storia dell'umanità e svincolandosi dalla lettura, dominante e riduttiva, della storia in chiave prettamente economica, dimostra che la crisi riguarda le strutture che hanno unito alcuni popoli in quello che chiamiamo Occidente. Oggi infatti, esaurito il collante della sofferenza postbellica , la globalizzazione economica mette in concorrenza le culture che finiscono col ripiegarsi su se stesse. Emerono così gli egoismi nazionali, incarnati da oligarchie di potere che generano la loro controparte: i populismi; la diplomazia è resa inutile dalla logica dei rapporti di forza economici, militari e tecnologici. L'alternativa è creare l'unità su basi più profonde, di impegno comune sulle emergenze: povertà, fame, istruzione, sanità, inquinamento. Come ha detto papa Francesco: "La fame nel mondo finirebbe, se non si fabbricassero armi per un anno", ma questa scandalosa evidenza è considerata alla stregua della fantascienza di Dick: fantasie. Infatti dopo le attuali mosse americane, gli attuali leader dell'Ue - invece di riscoprire lo specifico europeo che non è la potenza militare ma una diplomazia che provi a ricostruire un'unità culturale dagli Urali all'Atlantico, come auspicavano e provarono a fare alcuni leader europei alla fine della guerra mondiale e dopo la caduta del comunismo - hanno proposto il riarmo e l'ombrello nucleare di marca france- se, togliendo i vincoli di bilancio al debito che peserà ulteriormente sulle future generazio-ni. Ma all'Europa non basterà un esercito comune per unirsi, così come non è bastata una moneta comune. L'appartenenza - Che cosa hanno veramente in "comune" un irlandese, un italiano, un francese, un ungherese, un rumeno.. che li spimgerebbe a difendere anche con il proprio corpo l'Europa come gruppo vitale di appartenenza? La mancanza di una risposta e' la nostra crisi interna. Di certo se la Nato finirà bisognerà rendersi finalmente indipendenti anche sul piano difensivo, ma questo scenario, per quel che capisco, è tutt'altro che certo.. L'antropologo Jared Diamond ha dimostrato, prima in "Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere". e poi in "Crisi. Come rinascono le nazioni", che le civiltà, invece di affrontare le crisi interne, che spesso neanche vedono, prese dalla smania di salvarsi fanno scelte irrazionali con cui invece si danno il colpo di grazia: "Tutti si trovano ada affrontare crisi e spinte al cambiamento: dai singoli individui ai gruppi, alle aziende,, alle nazioni, al mondo intero. Per affrontarle positivamente è necessario un processo di cambiamento selettivo: non essendo possibile nè auspicabile che individui e nazioni cambino completamente, abbandonando ogni aspetto della loro identità passata, la sfida diventa, tanto per le nazioni quanto per le persone in crisi, capire quali parti della loro individualità stiano funzionando bene e non vadano modificate, e quali necessitino di cambiamento. L'obiettivo è individuare nuove soluzioni in armonia con le capacità e caratteristiche di ciascuno". E' l'occasione di una nuova unità, ma non vedo nelle leadership attuali la capacità di un cambiamento selettivo, ma la coazione a ripetere soluzioni già bollate dalla storia come fatali, soluzioni che, per essere sostenute, costringeranno i nostri figli a lavorare sottoterra se non a combattere sul campo. Lo avevano capito i robot del '53. Noi?
Lucianone
"Rob McKenna era un fottuto bastardo e lo sapeva. perchè un sacco di persone gliel'aveva fatto osservare nel corso degli anni, e lui non dissentiva da loro che per un motivo molto ovvio, e cioè che gli piaceva dissentire dalla gente, in particolare dagli individui che non gli piacevano, ossia praticamente tutti".
(da "Addio, e grazie per tutto il pesce" - di Doulas Adams / titolo originale dell'opera: So Long, andThanks for All the Fish, ! edizione Piccola Biblioteca Oscar gennaio 2005)
domenica 16 febbraio 2025
Riflessioni - COME tenere le zecche sotto controllo
16 gennaio '25 - domenica 16th January / Sunday visione post - 7
(da la Repubblica - 8 febbraio '25 - da L'Amaca / di Michele Serra)
Tenere le zecche sotto controllo
Graphite, il sistema di spionaggio digitale venduto da un'azienda israeliana solo ad alcuni governi "amici", e solo per uso militare e di sicureazza nazionale, è poi stato ficcato da qualcuno nei cellulari di giornalisti e operatori umanitari. Un uso tanto anomalo, tanto scorretto, da avere portato l'azienda-madre a rescindere il contratto con le autorità italiane. Considerato che un'azienda di tecnologia bellica israeliana non è un covo di mammolette, questo significa che il cliente ripudiato deve averla combinata grossa. Ovviamente nessuno, in Italia, si azzarda a uscire allo scoperto, rivendicando l'estensione di una misura di guerra a privati cittadini, per giunta cittadini di pace. Ma se la succinta ricostruzione dei fatti è corretta, la sola spiegazione possibile è che soggetti legalmente in possesso di Graphite hanno voluto usarlo per scopi illegali. E i bersagli fin qui noti (un giornalista odiato dalla destra al governo, due volontari pro-migranti, un oppositore libico) lasciano pensare a un uso politico mirato, e molto preciso, dell'operazione. Mettere sotto controllo le "zecche" più fastidiose. Non sono un dietrologo, me ne manca lo spitito, ma non riesco a leggere in altra maniera questa vicendam che mi sembra perfino più inquietante del caso Almasrii.periamo di scoprire, nei prossimi giorni, che ci eravamo clamoroamente sbagliati, e Graphite era solo una bonaria untrusione in qualche smartphone a caso, come le telefonate dei call center.
Lucianone
venerdì 31 gennaio 2025
Ultime notizie - ITALIA / Latest news del 31 gennaio '24 - Giudizio personale
31 gennaio '24 - venerdì 31 first January / Friday visione post - 21
(da Il Corriere della Sera - 31 / 01 / '24)
Roma - La premier e il caso Almasri
Giorgia Meloni: "Indagarmi atto voluto, un danno al Paese" / L'affondo di Meloni sulle toghe / Ancora la Meloni: "Vogliono governare? Si candidino" / Le opposizioni: "Venga in Aula".
"Indagarmi è un danno alla nazione, mi manda ai matti. Se i giudici vogliono governare si candidino". Così la premier Giorgia Meloni, ieri a Milano all'evento "La Ripartenza" organizzato dal giornalista Nicola Porro. Nel mirino la sua iscrizione nel registro degli indagati per favoreggiamento e peculato per la liberazione del generale libico Osama Almasri. Tensione con il procuratore di Roma Lo Voi per i voli di Stato. E l'opposizione attacca: ": "Meloni venga in Aula a spiegare"
Il primo ministro Giorgia Meloni non va in Aula, ma dice: "I giudici si candidino se vogliono governare" E prosegue ancora: "l'unica cosa che non si può fare è che loro guidino il Paese e io vada alle urne, l'indagine danno alla nazione"
Giudizio personale / Due cose gravi dette dalla premier: 1) la minaccia di andare alle urne; 2) che l'indagine e dunque la querela nei suoi confronti e dei suoi ministri sia un danno alla nazione e quindi un fatto grave, - La conclusione che si può trarre da queste due affermazioni è che la democrazia sia una parola e un'idea vuote in un'Italia di cui lei premier si sente padrona in quanto ha vinto le elezioni (sia pure in modo parziale) e può pure decidere di non presentarsi in Parlamento e non dare spiegazioni sulla libertà data ad Almasri e pure rimpatriando un criminale libico. - In ogni caso la premier è / sarebbe tenuta a presentarsi democraticamente, cioè in una Repubblica democratica di cui lei si vanta spesso e volentieri di essere stata eletta da tutti gli Italiani (vero fino a un certo punto), è tenuta, in questa tipo di Repubblica, a presentarsi alle due Camere parlamentari per dare conto dell'operato del governo riguardo al rimpatrio di Almasri. Ma non lo fa!
(da la Repubblica - 31 / 01 / '24)
Roma - Inchiesta Almas
Meloni alza il tiro.-
continua... to be continued...
giovedì 23 gennaio 2025
L'Opinione del Giovedì : "Make America great again!": Il superbullo Donald Trump sale al potere come nuovo dittatore osannato dagli americani
23 gennaio '24 - Giovedì 23rd January / Thursday visione post - 14
di Luciano Finesso
Il popolo è con me", è questo il mantra di Donald Trump prima e ancora di più dopo il voto che lo ha consacrato vincitore assoluto negli Stati Uniti dove la Statua della Libertà sembra ormai avere il ghigno prepotente e gradasso, con faccia livida e vendicativa del suo nuovo Boss assoluto, che vuole gli Usa e feroci e assatanati di odio come lui verso tutto ciò che lo contrasta e chdi Donald Trumpe con lui non è d'accordo. Fatto sta che la maggioranza degli Americani segue quella Statua arrabbiata e soprattutto Lui, il creatore della nuova America! Ma c'è un'altra possibile versione della Statua dell Libertà e forse, dato che il mondo non è ancora tutto completamente in mano alla destra per fortuna, molto più aderente alla realtà attuale della situazione planetaria. la versione dell Statua della LIbertà con ai suoi lati due grandi valigie con dentro tutte le cose necessarie al mantenimento dell/e Libertà, pronta a traslocare in qualche Paese (o mondo) dove possa ancora esprimersi appunto Liberamente.
Con Trump il mondo è più pericoloso e conflittuale - "Questa volta gli statunitensi hanno votato con piena cognizione di causa", si legge nell'editoriale del quotidiano francese Le Monde sulla vittoria di Donald Trump alle presidenziali statunitensi. ", ma sanno che sarà ancora Non solo gli eleyyori repubblicani conoscono bene il lorocandidato, ma sanno anche che sarà ancora più radicale di otto anni fa e allontanerà il paese dal cammino tracciato dopo a fine della seconda guerra mondiale. Il mondo, secondo Trump, va guardato solo attraverso la lente degli interessi statunitensi, ed è fatto di rapporti di forza e guerre commerciali, nel disprezzo del multilateralismo. Un mondo in cui una diplomazia mercantile si sostituirà alle alleanze fondae sui valori. Gli europei hanno un brutto ricordo del suo primo mandato, ma gnail secondo si annuncia peggiore. Se, come ha minacciato in campagna elettorale, Trump interromperà gli aiuti militari all'Ucraina e negozierà con Vladimir Putin una pace favorevole alla Russia, metterà a repentaglio la sicurezza di tutta l'Europa." (da "Internazionale", 8 novembre 2024)
Lucianone
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L'aveva costruita il padre, quarant'anni prima, non su suo progetto, ma ne aveva diretto i lavori con una partecipazione speciale, perchè quella sarebbe stata la casa del figlio e voleva essere certo che fosse solida, che non si facessero risparmi sulle struttue di sostegno, sulla quantità di ferro da mettere nel cemento, nell'armarlo
(da "Il futuro del mondo" - di Vittorino Andreoli / La casa del padre, racconto)
Cultura - Scuola e programmi / Un racconto interessante - L'umano è di destra o di sinistra?
- 23 gennaio '25 - Giovedì 23rd January / Thursday visione post - 56
(da Corriere della Sera - lunedì / Ultimo Banco - Alessandro D'Avenia) - 20 gennaio, lunedì
L ' umano è di destra o di sinistra?
La riforma dei programmi nella scuola elementare e media è stata subito cannibalizzata dalla semplificaziome binaria: che cosa è di destra o di sinistra?. La Bibbia, la storia dell'Occidente, la musica, l'epica, il latino? Quando saremo meno ostaggi di questo moralismo ideologico che impedisce di capire che cosa serve in un luogo, la scuola, il cui scopo è mettere i nuovi arrivati in condizione di coltivare autonomamente la vita e cercare la verità, invece di renderli preda del pensiero non pensato e dominante, che il filosofo Bacone chiamava già secoli fa idoli della conoscenza, illusioni ideologiche? Lo scopo della cultura non è fare campagna elettorale, ma diminuire lo spazio della paura e dell'ignoranza per conquistarlo alla libertà e al coraggio della verità. La domanda non è se il latino sia proprio di una formazione conservatrice o progressista, ma se serva a liberarsi da falsi automatismi del pensiero, dalla incapacità di leggere se stessi e la realtà, dalla difficoltà di attingere alla sorgente inesauribile di vita e di bene comune che è la propria unicità, perchè "ciò che è vivo non ha copie. Due persone, due arbusti di rosa canina, non possono essere uguali... E dove la violenza cerca di cancellare varietà e differenze, la vita si spegne" (V. Grossman, Vita e Destino). L'umano nell'uomo non è a destra nè a sinistra. E' Oltre. Dove?
La scacchiera - Tra i regali che mia nipote settenne ha richiesto a Natale è apparsa una scacchiera. Mi sono stupito, io alla sua età non l'avrei mai chiesta, ma poi ho scoperto che nella sua scuola dedicano tempo curricolare agli scacchi, come allenamento alla riflessione e al pensiero logico e strategico. Un gioco antico come gli scacchi non è di sicuro di destra o di sinistra, è gioia di stare al mondo e una bambina lo sente. quella scacchiera è "scuola: un'intercapedine tra Io e pressione mondana (tutti fan così), un luogo in cui l'anima respira tanto da avvertire subito se in quello che tutti fanno manca l'aria che serve alla propria unicità". La scacchiera mi ha ricordato che all'inizio di 1984 di Oewell, la ribellione del protagonista, Winston, al controllo psico-politico del Grande Fratello comincia da un quaderno comprato di nascosto: "Un quaderno di rara bellezza, con la carta liscia e vellutata, di un tipo che non si produceva da almeno quarant'anni. Era entrato di soppiatto nella bottega e lo aveva comprato. Non sapeva neanche per quale motivo particolare lo desiderasse tanto. Se l'era portato a casa con un certo senso di colpa: anche se non vi era scritto niente, era un oggetto compromettente. ciò che ora stava per fare era iniziare un diario, un atto che, se lo avessero scoperfto, avrebbero punito con la morte o, nella migliore delle ipotesi, con venticinque anni di lavori forzati". Winston non sa più scrivere a a mano e ricominciare lo risveglia: "Intinse la penna nell'inchiostro, poi ebbe un attimo di esitazione. Tremava fin nelle viscere. Segnare quella carta era un atto definitivo, cruciale". Quel diario scritto a a mano è l'inizio della sua liberazione, e comincia a ricordare, capire, vedere, agire, anche a costo di perdere la vita. Il diario scritto a mano - Per affrancarsi dal controllo odierno, in cui la psico-politica è l'algoritmo di profilazione (il capitalismo della sorveglianza operato da aziende che, in cambio di servizi apparentemente gratuiti, ci schedano per vendere dati che servono a orientare i nostri consumi), bisogna tornare al diario scritto a mano. Per questo, ispirato non da romanticherie ma dall'osservatorio di 25 anni d'insegnamento, propongo di aggiungere alla riforma la cura della scrittura manuale per tutto il percorso scolastico, istituendo un'ora di "calligrafia", in cui il bello (calli-) riguarda forma e contenuto come un tutt'uno.. Il motivo (che la cultura orientale mostra da secoli) è scientificamente accertato: scrivere a mano, per un essere corporeo, è un gesto più efficace della digitazione o del solo input visivo (quanti schermi sono entrati nelle classi in questi anni a scapito delle penne).
Il maestro di calligrafia - Un recente studio (di cui ha dato conto Il Corriere) ha confrontato i risultati di due gruppi di undicenni: alcuni dovevano imparare delle parole scrivendole a mano, altri tramite lettura visiva, ppoi riconoscerle e spiegarle. Il primo gruppo ha avuto risultati nettamente migliori: accuratezza, risposte corrette e rapide. La scrittura manuale infatti, coinvolgendo il corpo in modo più completo e lento (che poi lento non è), consete di prestare attenzione ai dettagli, cioè la memoria a lungo termine che definisce chi siamo. Che un'attenzione multisensoriale lenta renda più attenti è l'acqua calda, ma noi crediamo che l'acqua calda siano rapidità e schermi. Eppure la difficoltà dei ragazzi delle superiori nello scrivere a mano (grafie illeggibili, corsivo zoppicante, spazi non rispettati) va di pari passo con la debolezza di attenzione, ragionamento e presa sulla realtà, tanto che con quelli del primo anno è necessario un lavoro dedicato proprio alla (calli-) grafia. Mi piacerebbe un Maestro di Calligrafia che, per l'intero percorso scolastico, alleni l'intelligenza attraverso il gesto accurato applicandolo alla scrittura diaristica che si evolverà di anno in anno in modi diversi: 13 anni di diario ben (forma e contenuto sono tutt'uno) scritto sono un allenamento formidabile alla ricerca della verità e una difesa dalle menzogne dell'informazione, basti pensare ai Diari passati alla storia e che ancora leggiamo per la verità che hanno conservato in un mondo che pensava e faceva tutt'altro.
Imparare a memoria - Quello di Winston mi porta a un altro gesto liberatorio dal con trollo delle masse, in un altro romanzo profetico pubblicato nel 1953, quattro anni dopo quello di Orwell. In Fahrenheit 451 di Ray Bradbury infatti i libri vengono bruciati percgè la gente si abbandoni totalmente all'intrattenimento di massa (nelle case non ci sono scaffali ma schermi giganti e media interattivi). La decadenza della libertà non è cominciata col bruciare i libri, ma con il disinteresse per la lettura. Altro che distopia: in tema di lettura in Italia è più distopico l'ultimo rapporto Censis. Montag, il protagonista del romanzo, troverà un gruppo di cittadini che hanno inventato un modo di resistere, imparare i libri a memoria tanto da identificarsi con essi: "Voglio presentarti Jonathan Swift, autore di quel malvagio libro politico, I Viaggi di Gulliver! E quest'altro è Charles Darwin, e questo è Schopenhauer , e questo è Einstein. Qui ci siamo tutti, Montag: Aristofane, Gandhi, Buddha, Confucio. Siamo anche Matteo, Marco, Luca e Giovanni... Trasmetteremo i libri ai nostri figli, oralmente, e lasxeremo loro il compito di fare altrettanto coi loro discendenti. Naturalmente molte cose andranno perdute con questo sistema. Ma non puoi obbligare la gente ad ascoltare, se non vuole. Dovrà tuttavia venire a noi a suo tempo, chiedendosi che cosa esattamente sia accaduto e perchè il mondo sia scoppiato in aria sotto il suo governo".
La lettura ad alta voce - Che cosa fa scoppiare il mondo e che cosa invece lo salva? E' una idea, anche questa frutto di questi anni di esperienza, per la lettura a scuola: non fare i libri "a brani" ma incarnarli. E allora ben vengano i libri-mondo, impegnativi e necessari, come la Bibbia, l'Odissea, l'Eneide... e non per ragioni identitarie ma perchè offrono le parole per dire tutto, per definire noi stessi e quindi raccontarci agli altri. SEnza parole precise siamo in balia di Babele: il potere e la guerra. Per questo propongo ore di lettura per tutto il percorso scolastico, con persone capaci di interpretare i libri ad alta voce., Maestri di Lettura con qualifica drammaturgica. Due ore a settimana, ad alta voce. per 13 anni di scuola (750 ore di lettura per 30 pagine l'ora) regalerebbero ai nostri studenti quasi 25.000 pagine (50 libri da 500 pagine, tre libri essenziali all'anno), senza interrogazioni solo ascolto, qualche brano ds imparare a memoria e domande dei ragazzi, perchè i testi non siano pre-testi,, ma messa a fuoco delle parole meglio dette sul mondo. Grazie a questa "scuola di lettura e di scrittura" forse avremmo più studenti che, come una bambina con la scacchiera, preferirebbero la libertà alle dipendenze, la verità alla sottomissione. E questo non è di destra, nè di sinistra. E' oltre: è umano
Lucianone
Ultime notizie - dall' Italia e dal mondo
22 e 23 gennaio '25 22nd / 23rd January visione post - 24
Italia / Salvini e Trasporti
Il ministro Salvini in aula / Treni nel caos e il ministro dei trasporti attacca: guasti e incendi sono dolosi / Così il ministro dei Trasporti Matteo Salvini nell'informativa alla Cameroa, dove ha anche attaccato M5S e Pd, perchè soto la loro gestione "i risultati erano peggiori": "Meno treni, meno cantieri, più rita. Secca la segretaria dem Schlein: "Cominci a lavorare e Meloni si scusi".
Continua... to be continued...
martedì 21 gennaio 2025
SPORT / calcio - Serie A - anno 2024/25 - giornate: 18 / 19 / 20 con video e commenti
21 gennaio '24 - martedì 21st January / Tuesday visione post - 20
Tutte le partite (dal 18 al 20)
Giornata 18
Empoli - Genoa 1 - 2 Parma - Monza 2 - 1
Cagliari - Inter 0 - 3 Lazio - Atalanta 1 - 1
Udinede - Torino 2 - 2 Napoli - Venezia 1 - 0
Juventus - Fioentina 2 - 2 Milan - Roma 1 - 1
Como - Lecce 2 - 0
Bologna - H. Verona 2 - 3
Giornata 19
Venezia - Empoli 1 - 1
Fiorentina - Napoli 0 - 3 H. Verona - Udinese 0 -0
Monza - Cagliari 1 - 2 Lecce - Genoa 0 - 0
Torino - Parma 0 - 0 Roma - Lazio 2 - 0
Como - Milan 1 - 2 Atalanta - Juventus 1 - 1
Inter - Bologna 2 - 2
Giornata 20
Lazio - Como 1 - 1 Empoli - Lecce 1 - 3
Udinese - Atalanta 0 - 0 Torino - Juventus 1 - 1
Milan - Cagliari 1 - 1 Genoa - Parma 1 - 0
Venezia - Inter 0 - 1 Bologna - Roma 2 - 2
Napoli - H. Verona 2 - 0
Monza - Fiorentina 2 - 1
Commento (di L. Finesso)
Napoli e Inter - Le formazioni che si contenderanno lo scudetto, visto che la distanza di entrambe dalla squadra orobica - Atalanta - si fa sempre più accentuata e che mister Gasperini confessa che la sua Atalanta non deve guardare a troppi traguardi e allora meglio concentrarsi su un obiettivo specifico, magari la nuova Champions. E quindi con tutta facilità via alla sfida tra Inter e Napoli, con l'Inter che ha ancora da recuperare la partita con la Fiorentina.
Roma - E' evidente il grande balzo di qualità e quindi anche di classifica fatto dalla Roma di Ranieri, un trainer che conosceva già da prima ambiente e società, quindi benvoluto da tutti ha potuto lavorare tranquillo e ha portato i giallorossi a guadagnare 10 punti in poche settimane uscendo dalla zona vischiosa delle pericolanti che lottano per evitare la B.
Lazio - sembrava dover sostituire Milan e Juventus nella lotta per i primi posti, cioè essere la più probabile sfidante (insieme al team del Gaspa) delle due corazzate Inter-Napoli. Ma no, i risultati altalenanti di Gennaio non la premiano per tale candidatura, almeno fin qui.
Hellas Verona - I gialloblu erano partiti a inizio campionato con i motori al massimo, ma poi si sono spenti sempre più come l'anno scorso, non tanto per le vittorie, ma per la mancanza di pareggi e le scofitte a suon di troppi gol subiti. Da circa metà dicembre ad oggi Zanetti allenatore è riuscito spesso a cambiare rotta, ma ancora la quadratura della squadra manca. Adesso si spera in più vittorie soprattutto con squadre alla sua portata e oltrtutto in ben più... pareggi che sempre aiutano a racimolare punticini preziosi!
Lucianone