lunedì 2 settembre 2013

Altre riflessioni - La politica delle promesse (ai milioni di fessi)

2 settembre '13 - lunedì           2nd September / Monday                   visioni post - 12

(da 'il VENERDI' di Repubblica - 30 agosto '13 - da Contromano di
Curzio Maltese)
Noi, milioni di fessi, che sapremmo
spiegare cosa deve fare la politica
Quando non è troppo impegnato a dibattere sui salvacondotti a Berlusconi
e sulle nuove tasse, il governo delle larghe intese potrebbe dirci a che punto
siamo con i tagli ai costi della politica. A occhio e croce, mi pare non si sia
fatto ancora nulla di serio. Eppure non si parlava d'altro in campagna elet-
torale, subito dopo il voto e alla nascita del governo.   Letta in Parlamento 
ha sventolato grandi promesse. E allora? Il finanziamento ai partiti è sem-
pre quello, anche se giurano che un giorno sarà ridotto. Di dimezzare il nu-
mero e gli stipendi dei parlamentari se ne parlerà un domani. Sui salari dei 
dipendenti delle Camere, dagli 8.000 euro netti degli stenografi in giù, pa-
re invece si calerà una scure terribile: meno tre per cento addirittura. I ta-
gli agli emolumenti dei manager pubblici, i più alti del mondo, sono stati
bloccati. - Gli enti locali in compenso continuano a buttare soldi dalla fi-
nestra. L'ultimo scandaloso esempio sono i 4 milioni di euro regalati dal-
la fallimentare regione Campania all'amico Brunetta, per organizzare fe-
sticciole a Ravello. L'abolizione delle province, cui di cuore  mi sentirei
di aggiungere l'eliminazione delle regioni, è sempre in alto mare. 
Come anche la riforma della legge elettorale, al posto del Porcellum che
pure fa schifo a tutti da anni. Perfino il rivoluzionario Beppe Grillo  ha
scoperto alla fine che il Porcellum non è poi così male, soprattutto per i
leader padroni che nominano i servi in lista, e si può  tornare  a  votare 
con le liste bloccate. Poi, se vince lui, naturalmente la cambierà. Come 
del resto avevano già promesso destra e sinistra. Tutta gente di saldi principi. 
Da cittadino italiano di lungo corso, dovrei essere abituato a essere preso
per i fondelli dalla nostra cara classe dirigente.  Eppure, essendo probabil-
mente un fesso in buona fede, continuo a indignarmi.  E mentre metto da
parte i soldi per pagare l'Imu sulla prima e unica casa, in teoria di proprie-
tà della banca dalla quale cerco di riscattarla, l'indignazione aumenta.
Sarebbe bello che un giorno uno di noi, milioni di fessi, fosse invitato in
Parlamento a parlare di questi temi. A fare un discorso semplice sulle ri-
forme della politica che in teoria avrebbero il cento per cento delle mag-
gioranza, da Berlusconi all'ultimo grillino, passando per le cento anime
del Pd, ma non riescono mai a diventare realtà.   Così, per togliersi una
soddisfazione. Sono sicuro che l'intero Parlamento si alzerà ad applau-
dire. Poi, dal giorno dopo, si torna a rubare.

Lucianone

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