domenica 18 agosto 2013

Società - Un mondo troppo piccolo

18 agosto '13 - domenicq             18th August / Sunday                       visioni post - 6

(da 'il Venerdì di Repubblica' - 14 luglio 2006 - Giorgio Bocca, rubrica Fatti nostri)
Un mondo troppo piccolo per tutti noi
Il nostro Federico Rampini che da parecchi anni insegue per il vasto mondo il dio 
progresso, arrivato  in Cina  ha dovuto  gettare la spugna. Anche questo  Oriente 
estremo ci ha tradito, anche il dio dei draghi che sputano fuoco e del libretto ros-
so, del filantropo assassino Mao. Nelle città cinesi non si respira più, le multina-
zionali studiano la rotazione dei loro impiegati per non dover pagare i danni al-
tissimi alla loro salute, la nube dell'inquinamento fa del giorno un continuo cre-
puscolo rossastro, il cerchio infernale si sta chiudendo.   Un'umanità asfissiata, 
sudata, allergica a tutti i veleni si muove fra stanchezza e tossi bronchitiche.
I governi più efficienti, le organizzazioni sanitarie più avanzate, i sociologi più
profetici si ritrovano accomunati nella ineluttabilità del fatto compiuto che so-
lo qualche decennio fa sembrava lontanissimo e che ora è sotto gli occhi di tutti.
Il mondo è troppo piccolo per tutti noi e per i nostri consumi.
Oggi la corsa all'autodistruzione della specie - di cui profetavano come dei maniaci
i Buzzati e i Peccei e di cui noi cronisti avevamo vaghe percezioni - è visibile, tangi-
bile dietro ogni angolo, in una serie di pieni e vuoti da infarto. A seguire ogni fine
settimana questo alternarsi di corse verso l'asfissia e di fughe sempre più faticose
dalla medesima, si ha chiara la certezza che i tempi della sussistenza, da corti, si
van facendo cortissimi.
Non si vedono ripari possibili. Una domenica sono stato trascinato da amici e pa-
renti in una di quelle valli appenniniche , fra Parma e Chiavari, dove pochi anni
fa salivano solo i pensionati dell'Inps per la cura delle acque diuretiche. Ora so-
no strapiene di auto giganti, di folle colorate che divorano tonnellate di brasati.
Gente venuta qui  per la gioia  delle montagne, che sarebbero dei cocuzzoli  sui 
mille metri, senza un albero, , con vista di altri cocuzzoli. E anche in questi vil-
laggi sperduti si fanno code ai ristoranti, ai cessi, ai bar, ai distributori di ben-
zina finchè arriva l'ora di ridiscendere nella grande valle dl Po, dove nei piaz-
zali di sosta, davanti agli autogrill, si accalca una umanità sudata, sfinita, che
non fa in tempo a rifocillarsi in un salone delle vendite ed è già pronta a reim-
mettersi  nella fiumana dei veicoli. E per fortuna che, alla stazione autostrada-
le di Milano, hanno èpredisposto cento uscite per il tratto finale, che è di pura
angoscia perchè non sai come si troverà una strada per tutti, una casa per tut-
ti, nel formicaio urbano. E così la prossima domenica, fino al blackout totale.





Lucianone

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