8 giugno '13 - sabato 8th June / Saturday visione post - 4
(da 'La Stampa' - 12 maggio 2013 /domenica)
Costruire cose buone
di Agnese Moro
Aprire gli archivi e dialogare. Così
si onorano le vittime delle stragi.
Quello che mi emoziona della Giornata della memoria delle vittime del
terrorismo e delle stragi che dal 2008 si svolge il 9 di maggio a Roma,
ospitata dalle alte cariche dello stato, sono i volti delle persone che, co-
me me, hanno perso in quella stagione qualcuno che amavano.
Molti di loro li conosco personalmente e so quanto sono complicate le
loro vite, e con quanta intelligenza e coraggio le vivono. Mi sorprende
sempre la loro compostezza, il modo dignitoso, e spesso pieno di spirito,
con il quale affrontano la loro condizione. Ammiro la lorocapacità di
riflettere, di distinguere, di non semplificare. Così come il loro non ar-
rendersi a verità di comodo, a interpretazioni semplicistiche ed edulco-
rate, a colpi di spugna, a strumentalizzazioni. E' gente che è passata
attraverso l'inferno, che ha visto il peggio di questo Paese, eppure de-
dica tanto del proprio tempo libero a spiegare ai giovani e ai giovanis-
simi quello che è stato, testimoniando loro la propria fiducia nel fat-
to che un mondo diverso è possibile e insieme lo si può e lo si deve co-
struire.. Uniti in questo, e in tante altre cose importanti, ai familiari
delle vittime innocenti delle mafie.
Credo che loro e i loro morti meriterebbero che il 9 maggio, e ogni
giorno, fosse detta la verità sulle dinamiche e sugli avvenimenti di
quegli anni; su come le tensioni e le ingiustificabili violenze di quel
periodo furono utilizzate da alcuni di coloro che avrebbero dovuto
difendere la Repubblica per cambiare, a vantaggio di pochi, il corso
della sua storia e la natura della nostra vita democratica. Tra costo-
ro un ruolo da protagonista negativo spetta al senatore Giulio An-
dreotti, cosa colpevolmente taciuta in tanti - e anche autorevoli -
ricordi di lui apparsi in questi giorni.
Tacere, dissimulare,. come facevano i burocrati della vecchia Unio-
ne Sovietica , proporre interpretazioni ammaestrate non fa che of-
fendere i morti e i vivi, e una società che ormai non accetta più di
essere oggetto di simili atteggiamenti. Aprire gli archivi, ma anco-
ra di più un serio e pacato dialogo su quegli anni, con la parteci-
pazione di tutti, è l'unico modo per onorare davvero persone che
con i loro tentativi "generosi e ingenui" (come disse mio padre
si se stesso) - da poliziotti, carabinieri, avvocati, giornalisti, giu-
dici o cittadini - cercarono di rendere vera la nostra bella Costi-
tuzione. Pagandolo caro.
Lucianone
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