7 maggio 2012 - lunedì 7th May / Monday visioni del post - 10
La storia della ferrovia in quattro tappe
1. IL VAPORE - Nel 1801 l'ingegnere Richard Trevithick
costruisce la prima locomotiva a vapore.
2. La Napoli-Portici / La prima linea ferroviaria italiana,
lunga poco più di sette chilometri,
è inaugurata il 3 ottobre 1839.
3. La Grande Guerra - Durante la prima guerra mondiale
(1915 -18) il treno ha un ruolo di primo piano
nel facilitare il movimento di armi
e soldati.
4. L'alta velocità - Il Giappone degli anni 70 vanta i
primi "treni proiettile". In Francia
nascono i TGV e in Italia il Pendolino.
5. Oggi - La protesta degli ambientalisti contro la linea
Torino-Lione riapre il dibattito sull'Alta Velocità.
Libri
consigliati:: "Storia dei trasporti in Italia" di Stefano Maggi
(Ed. Il Mulino, 2009)
"Trasporti e società" di L. Davico e L. Staricco
(Ed. Carocci, 2006)
"L'Italia in seconda classe" di Paolo Rumiz
(Ed. Feltrinelli, 2010)
(dal 'Corriere della Sera' / 22 marzo 2012 - L'altroparlante
di Guido Ceronetti)
No Tav e Sì Tav, due cause perse
Perchè nei partiti opposti c'è il senso della discordia
e dell'autodistruzione
Il treno ad alta velocità sfida la logica. E il senso del sacro
In Valsusa - una croce pensarla - le due cause in contrasto sono
entrambe perdenti, di fatto già perse. Ne distinguo una giusta e
una sbagliata: la giusta è della resistenza-renitenza valligiana,
e soltanto quando respinga, con la Tav, le tentazioni e il conta-
gio della violenza, che porta il seme della discordia e dell'au-
todistruzione - ma l'essere causa giusta, perfettamente giusta,
non la salva, purtroppo è persa. La pro-Tav, benchè metta in
campo la forza formidabile di uno Stato moderno, condizio-
nato dall'Europa, soggetto alle influenze del capitale finan-
ziario e di poteri occulti convergenti, squali ciechi, è ugual-
mente, a lunghezza di giorni, persa. La valle subirà il danno
ambientale, le provocazioni, le repressioni e non gli resterà
altro; la ferrovia comincerà a correre quando i binari saranno
diventati superflui; e il modo di valutarne la necessità indero-
gabile farà dire ai più avveduti: "Non c'era nessun bisogno
di fare questa scemenza!".
Tutto cambia dall'oggi al domani, perfino da un'ora all'altra.
C'è sempre un intoppo per l'infallibile treno da Monaco ad
Amburgo: la stazione di Eschede. Per la Cancelliera credo
che questo sia uno spettro persecutore.
Vivi restano i ricordi del terrorismo sudtirolese: vittime, danni,
militarizzazione, enormi spese, per mantenere a forza in Italia
una regione usurpata e un confine naturale ma non etnico,
predato senza merito ed escluso dall'orizzonte rigorosamnte tri-
dentino del martire Battisti. La pace è venuta e il bilinguismo
è un dono per gli abitanti, però in tutta la provincia di Bolza-
no-Bozen, il cittadino italiano è spaesato, e l'austriaco in casa
propria.
Non capisco perchè il luogo comune seguiti a designare come
Torino-Lione la Tav. Il capolinea non ne sarebbe Milano, pri-
mo supposto beneficiario? Ma non lo è tuttora, e da un pezzo?
Per Lione si prende lo stesso TGV che da Milano in 6 ore o
poco più è a Paris-Lyon, con coincidenze che prendono pochi
minuti. La nuova ipotetica linea, suscitatrice di tanto sciagu-
rato trambusto, distillerebbe una mezzora, leggo, in meno.
Europaaaa! Chissà quali eurovantaggi, in un mondo dove la
virtualità smisurata dissuade dal viaggio, salvo quello in cui
si rischia l'avventura pericolosa, lo spostarsi fisicamente spo-
pola anche le rotte aeree, e l'irreale tecnico sbalestra di qua e
di là una sconcertata e impotente marionetta umana!
Continua... to be continued...
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