giovedì 4 dicembre 2014

Riflessioni - Su ceto medio, rabbia, sinistra e sindacati

6 dicembre '14 - sabato          6th December / Saturday                      visione post - 13

"Ceto medio impoverito": è in quel magma di dolore e risentimento che si giocano i
 destini del Paese. Fa paura, quel magma, nel quale nuotano come pesci ultras di cal-
cio  e  fascisti  (termini spesso sinonimi), e nel quale  si fanno le ossa  capi e capetti 
poco cristallini. Faceva sorridere in un tigì, questa dichiarazione del capo dei Forconi
siculi:  "Potrei dire che ci daremo fuoco a migliaia davanti alle Prefetture, ma potrei
anche dire che vogliamo ragionare sul da farsi".     Anche i rivoltosi, in Italia, hanno 
qualcosa di democristiano. 
Il vero problema è che quando  non ci si sente  più rappresentati  (dal sindacato, dai
partiti) l'animo si avvelena. Aumenta il panico, aumenta la rabbia. E la coperta della rappresentanza politica, in Italia, è sempre più corta. Sinistra e sindacati hanno mol-
tissime domande da farsi, in proposito.  La prima è: da quanto tempo non siamo più
capaci  di dare voce ai nuovi ultimi della nostra società, che sono i precari, i disoccu-
pati, gli esodati, i piccolissimi imprenditori?  La seconda domanda è: come mai, pur 
sapendolo, non siamo  ancora  riusciti a fare, a dire, a pensare niente di nuovo  e di 
utile, sul fronte delle povertà non rappresentate, dunque difese da nessuno, e in ba-
lia del primo demagogo o fanatico di passaggio?
(da la Repubblica - 11 dicembre 2013 -  L'AMACA / Michele Serra)

Lucianone

mercoledì 3 dicembre 2014

Istruzione / Scuola - Studio delle lingue straniere: la difficoltà è nella fonetica

7 dicembre '14 - domenica              7th December / Sunday             visione post - 28

Quando manca un'educazione specifica ai S U O N I,
la conoscenza fonetica resta quella delle medie.
E si migliora solo in grammatica.

PERCHE'  IMPARARE LE LINGUE  A SCUOLA E' COSI' DIFFICILE

(da il 'il venerdì di Repubblica'  -  agosto 2014 / di Giuliano Aluffi)
Do you speak English?    Perfino gli italiani  al quinto anno  di lingue all'Università 
dovrebbero  pensarci bene prima di rispondere, perchè la loro conoscenza fonetica  
dell'inglese è pressochè identica a quella di uno studente di terza media.
Lo dice uno studio pubblicato su 'Frontiers in Human Neuroscience'. "Abbiamo trovato la
prima prova neurofisiologica  del fatto che  molti studenti del primo e  del quinto anno
della Facoltà di Lingue non riconoscono i fonemi dell'inglese in quanto tali,  ma li assi-
milano a quelli italiani. Proprio come fa chi ha studiato inglese solo fino alla terza media:
lo studio prolungato di una lingua straniera in età adulta nel contesto scolastico non pro-
duce nessun miglioramento rispetto alla capacità di discriminazione fonetica, anche se
può dare un'ottima conoscenza grammaticale", spiega Elvira Brattico, neuroscienziata 
all'Università di Helsinki (Finlandia).     "Abbiamo sottoposto a encefalogramma gli stu-
denti mentre ascoltavano fonemi inglesi pronunciati da un madrelingua, e abbiamo ri-
scontrato, misurando l'attività elettrica del cervello, che le loro cortecce uditive elabo-
ravano i suoni dell'inglese assimilandoli ai fonemi italiani".    "Studi comportamentali
precedenti su tedeschi, finlandesi, giapponesi, e turchi  che apprendono l'inglese sug-
geriscono che l'ambiente scolastico è ovunque un contesto povero per l'apprendimento
fonetico-fonologico. La quantità e la qualità degli stimoli ricevuti dagli studenti non so-
no sufficienti  per formare  accurate rappresentazioni neuronali  dei suoni inglesi" ag-
giunge Mirko Grimaldi, direttore del Centro di Ricerca Interdisciplinare sul Linguaggio 
dell'Università del Salento e coautore dello studio.   In che modo questa confusione tra 
fonemi ci ostacola?    "Se non siamo in grado di discriminare i suoni non nativi, l'unica 
strategia possibile per il nostro cervello è quella  di ricondurre  il fonema non nativo  a  
una o più categorie della lingua nativa che gli assomigliano. Per esempio, mentre l'ita-
liano ha una sola "i" l'inglese distingue la "i" di leave (lasciare, partire)  da quella  di 
live (vivere, abitare). Un italiano, quando inizia a studiare l'inglese, non può  far altro 
che ricondurre precettivamente  le due vocali dell'inglese  alla sua unica "i", e quindi
non sarà in grado di discriminare leave da live" osserva Grimaldi.
"L'acquisizione della lingua straniera avviene quasi sempre in un ambiente in cui pre-
domina la prima lingua, e dove la lingua straniera è poco usta in classe e mai fuori.
Inoltre, l'istruzione formale privilegia il lessico e la sintassi, trascurando l'addestra-
mento intensivo alla percezione e produzione dei suoni.".       E invece la pratica, in
questo caso, vale più della grammatica. Sottolinea Brattico: "Il cervello di un bam-
bino, una volta che ha appreso  in modo naturale  a discriminare e produrre i suoni
della lingua nativa, perde  progressivamente   l'abilità a   discriminare  e  produrre
i suoni non nativi. Per riattivare questa abilità gli studenti dovrebbero ricevere una
una quantità di stimoli di alta qualità da parte di insegnanti madrelingua, ed essere 
sottoposti a training acustici mirati".




Lucianone



Sport - Serie A / 13^ giornata - 2014/15

3 dicembre '14 - mercoledì                3rd December / Wednesday           visione post - 13

Risultati delle partite
Sassuolo      2    Chievo   0    Cagliari        0      Cesena   0        Empoli      0    Milan      2
Verona H.    1      Lazio     0     Fiorentina   4      Genoa     3      Atalanta   0     Udinese   0

Palermo   2     Juventus   2    Roma   4    Sampdoria   1    
Parma      1     Torino      1    Inter     2    Napoli          1

Continua... to be continued...

domenica 30 novembre 2014

Scienze / Ultime ricerche - Il talento nello sport, nella musica, nell'arte...

30 novembre '14 - domenica             30th November - Sunday            visione post - 9

Ultimo verdetto della scienza:
fuoriclasse si nasce
Una ricerca Usa  mette fine all'eterna sfida tra talento
e fatica. Vince il primo, che nella ricetta del successo 
conta quattro volte di più.

(da la Repubblica - 21 luglio 2014 - Enrico Franceschini, Londra)
"La pratica rende perfetti", afferma un vecchio detto. Più ti alleni, più avrai successo,
è l'opinione dominante, che a pronunciarla sia la prof di matematica o il nuovo allena-
tore del Manchester United.   Ma un nuovo studio  sull'argomento  sembra ribaltare 
l'eterna questione: se sia più il talento innato o l'esperienza a determinare l'abilità in 
un mestiere, un'arte, una disciplina sportiva.      Secondo una ricerca pubblicata dalla 
rivista 'Psychological Science', l'esercizio fa non più del 20-25 per cento della differen-
za  in campi  come  la musica, lo sport o gli scacchi, e ancora di meno  (appena il 4 per  
cento) negli studi accademici. In altre parole la pratica aiuta, questo è inequivocabile,
ma "non" rende perfetti, perlomeno non da sola, senza essere applicata a un talento
naturale.   -  E' un'affermazione che contraddice teorie date per certe da almeno ven-
t'anni, per l'esattezza da quando  nel 1993  un team di ricercatori  della Florida State 
University, diretto dal professor Anders Ericsson, stabilì che l'esercizio ha un rilievo 
enorme nelle prestazioni di professionisti di élite o anche di dilettanti di grande impe-
gno: collocando intorno all' 80 per cento il valore dell'allenamento in qualunque cam-
po umano.  Quel concetto è stato popolarizzato più di recente da un guru, saggista e 
giornalista  del settimanale  New Yorker, l'americano Malcom Gladwell, che in uno 
dei suoi libri più famosi, Outliers  (il titolo italiano è Storia naturale del successo),
aveva addirittura coniato una formula:  la "regola delle 10 mila ore",  vale a dire 
che chiunque si impegni  per 10 mila ore in qualcosa  riuscirà a farla  con estrema 
abilità e risultati eccellenti. Diecimila ore di pratica e sarai perfetto. proprio come
sostiene il proverbio.
Il nuovo studio, opera di tre psicologi, Zach Hambrick della Michigan State University,
Brooke Macnamara  della Case Western University  e  Frederick Oswald  della Rice 
Università, analizza i risultati di 88 ricerche sul tema  esaminando un ampio raggio  di
discipline per giungere alla conclusione contraria. La pratica aiuta, ma non è sufficien-
te per raggiungere il successo.  Possiamo allenarci 10 mila ore  a tennis, o anche  100
mila, ma non diventeremo tutti  Federer. Il mondo della psicologia, riferisce il New York 
Times, si divide tra i due campi: "Il pendolo oscilla perennemente tra pratica e talento,
siamo solo di fronte a un dibattito che non permetterà conclusioni definitive", osserva 
il quotidiano newyorchese. 
Gli esperti della materia indicano che ci sono comunque altri fattori  da considerare
che non dipendono nè dalla genetica (l'innato talento)   nè dalla quantità di ore  ( la
pratica) per determinare il successo. Uno è l'età a cui ci si applica: un conto è studia-
re il violino a 5 anni, un altro a 50, e vale anche per il basket o per le lingue  (specie
se uno impara queste ultime fin dalla nascita, come nel caso del bilinguismo).
Un secondo fattore è il livello dell'allenamento: tra campioni di scacchi con abilità si-
mili, il numero di ore dedicate all'esercizio varia notevolmente da, da 3 mila a 25 mila. 
I più forti magari si sono allenati meno ore, ma hanno affrontato i tornei più impegna-
tivi e hanno imparato a giocare sotto pressione.    Un  terzo fattore è il modo in cui ci
si esercita: vari studi sembrano indicare che studiare da soli dà risultati migliori, che
cambiare il luogo e l'orario dell'allenamento  è meglio  che farlo sempre nello stesso
luogo  alla stessa ora, che mescolare vari esercizi in una singola sessione (materiale
vecchio e nuovo, oppure stile libero e dorso) è più utile  che concentrarsi  su un solo
esercizio. 

Lucianone

Lavoro / Trovolavoro - Meccanica hi-tech

30 novembre '14 - domenica            30th November / Sunday

(da 'Corriere della Sera' - 18/11/'14  -  Laura Bonani)
Meccanica hi tech
si cercano più di 150 talenti
Nella meccanica di precisione lavorano giovani curiosi, esigenti e sempre aggiornati. E 
in azienda chi è 'al comando' convive con la nuova generazione. O con la vecchia. Come
Gervasoni Group. E' passata dalla minuteria per contachilometri e calcolatrici  prodotta
negli anni '60 in una cantina, a uno stabilimento dove regnano esperti al controllo numeri-
co che producono 300 mila componenti al giorno.     "Per l'automotive, in primis - spiega
l'amministratore delegato Graziano Gervasoni - E abbiamo 30enni come responsabili pro-
duzione/logistica/uffici tecnico-acquisti. Oggi, poi, grazie al know how dei nostri addetti,
siamo spesso partner oltre che fornitori dei clienti".  Nei prossimi 18 mesi  è previsto il recruiting (assunzione) di 30 ingegneri/periti. 
Componenti per automotive/elettrodomestici 
Poi Zannini, un gruppo di famiglia in crescita, che conosce il lavoro non stop. La seconda
generazione è venuta su trascorrendo le estati in officina durante le scuole medie e le su-
periori. Su commessa cliente, realizza componenti per automotive/elettrodomestici, 
Cerca 20 periti/ingegneri (per le sedi Italia/estero) abili 
con gli strumenti di misura.
Valvole a sfera in Puglia
La O.M.P., in Puglia, che produce valvole a sfera per oleodotti e impianti eolici, 
recluta 10 profili. Lo sviluppo dell'azienda  è spiegato  dal fondatore Gildo 
Carlone: "Abbiamo sempre investito in impianti e formazione. Oggi, però. ho bisogno
di tecnici capaci di dialogare in inglese/tedesco  coi committenti oltralpe: giovani con-
sapevoli  che  la flessibilità  negli orari e negli spostamenti sono diventati prerequisiti".

Lucianone

sabato 29 novembre 2014

Sport - calcio / Serie A - 12^ giornata - 2014/15

28 novembre '13 - sabato                28th November / Saturday

Risultati delle partite
Atalanta    1     Lazio          0     Torino        0     Cesena          1    Verona H.      1
Roma         2     Juventus    3      Sassuolo    1     Sampdoria    1     Fiorentina     2

Napoli      3     Parma     2     Udinese    1     Milan    1     Genoa       1
Cagliari    3     Empoli    0     Chievo      1     Inter      1     Palermo    1

Classifica
Juventus   31   /  Roma   28   /  Napoli   22   /  Sampdoria   21    /  Genoa   20   /  Lazio   19 /  
Milan, Udinese   18   /  Inter   17   /  Fiorentina   16   /  Sassuolo   15   /  Verona H., >>>>
Palermo   14   /   Empoli   13   /   Torino   12   /   Cagliari   11   /   Atalanta   10   /  Chievo   9   
Cesena   8   /   Parma   6



Lucianone

venerdì 28 novembre 2014

Sport - calcio / Serie B - 15^ giornata - 2014/15

28 novembre '14 - venerdì              28th November / Friday               visione post - 5

Risultati delle partite

Frosinone   5     Avellino    0     Bari          2     Brescia    3     Modena    2    Catania    1  
Livorno       1     Varese      0    Trapani    1     Carpi        3     Pescara     0    Latina      0

Perugia      2     Pro Vercelli    2     Spezia       1     Vicenza        1     Lanciano    1
Ternana     2     Entella            0     Bologna    1     Cittadella      1     Crotone      1





Classifica
Carpi    29  /   Frosinone    28   /    Spezia    25   /    Livorno, Avellino, Lanciano   24   /
Bologna    23   /    Perugia, Trapani    22   /    Pro Vercelli    20   /    Catania, Bari   19  /
Modena, Brescia    18   /    Varese, Vicenza, Pescara    17   /    Ternana    16   /   
Entella    15   /    Crotone    14   /    Cittadella, Latina    13

Continua... to be continued...

giovedì 27 novembre 2014

Salute / psicologia - Accorgersi del proprio limite

27 novembre '14 - giovedì                       27th November - Thursday           visione post - 6

Cosa  accade  se ignoriamo i segnali del corpo
In ufficio stress e fatica vengono mascherati dalle ambizioni

(da "Corriere della Sera" - 18/11/'14  -  Elena Tebano)
Quando ancora gareggiava, Umberto Pelizzari ha stabilito  un record per ogni disciplina
dell'apnea. Sarà per questo che ora non ha dubbi: "Senza il desiderio di superare i limiti,
saremmo ancora a saltare da un albero all'altro".   Tutt'altra risposta ha dato domenica 
Lilli Gruber, intervistata a Che tempo che fa , su Rai3: "Sto molto bene, ho solo abusato 
un pò troppo della mia forza fisica, noi che amiamo il nostro lavoro amiamo strafare, noi
donne super woman... poi superiamo i nostri limiti.", ha spiegato  con un sorriso  a Fabio 
Fazio  che le chiede,va della sua salute, dopo il malore che l'ha tenuta lontano dallo scher-
mo per alcune settimane. "E' stata anche una bella lezione : ogni tanto bisogna darsi un
pò di tregua".  -  Colpisce che l'ammissione esca dalla sua bocca: una professionista to-
stissima, che tanti traguardi (e limiti) ha superato nella sua carriera. Ci hanno cresciuti
con l'idea che "volere e potere" , che se la mente si pone il giusto obiettivo, il corpo non
può che seguire, che comunque per fare carriera bisogna saper funzionare sotto pressio-
ne. E se non fosse così?
 A volte qualcosa fa cilecca, il corpo si ribella e fa arrivare la sua "lezione": " E' come
inciampare: ci  accorgiamo che corriamo solo quando facciamo un passo falso - dice Li-
dia Rota Vender, responsabile del Centro di prevenzione cardiovascolare  dell'istituto
milanese Human itas - ,  Invece è fondamentale  ascoltare  i segnali di stress: il sonno
disturbato, la tendenza a scattare su cose banali, i disturbi dell'appetito. Se non siamo
noi a prenderci una tregua è il corpo che ci costringe a farlo, ammalandosi".
Le donne sono quelle che sanno farlo peggio: "Hanno una maggiore  capacità di tolle-
ranza allo stress ripetuto, perchè sono allenate al multitasking e a gestire diversi fron-
ti: lavoro, famiglia, impegni - conferma Rota Vender - .   Finiscono così per avere una
soglia più alta, una resistenza che poi le tradisce: il crollo arriva all'improvviso".
L'illusione maggiore è proprio il successo: "Può diventare una trappola - avverte Luigi
Grassi, professore di Psichiatria all'università di Ferrara -: spinge a voler raggiungere
obiettivi in maniera eccessiva e a non accorgersi che si sta toccando la soglia ultima"
La scalata  diventa  una vertigine infinita: un susseguirsi senza freni di cose, attività,
esperienze. A volte anche la forma fisica diventa ossessione di prestazione. Come se
coccolarsi, o prendersi cura di se stessi fosse una forma di debolezza.  Invece è la ra-
dice di ogni genuino superare se stessi: "La costanza e la determinazione nel taggiun-
gere nuovi obiettivi funzionano solo se si tiene conto dei propri bisogni, se attecchisco-
nella vita emotiva  e nel piacere", avverte Claudio Mencacci, psichiatra e direttore del 
del dipartimento di Neuroscienze al Fatebenefratelli di Milano.
Il sacrificio, da solo, non porta da nessuna parte. E' anche il segreto del campione Pe-
lizzari: " Tutti pensano che per l'apnea le qualità fisiche più importanti siano i muscoli
o i litri di capacità polmonare. Invece è conoscere il proprio corpo e riconoscere i suoi
segnali: quando puoi andare avanti e quando no".
Continua... to be continued...

lunedì 20 ottobre 2014

Sport - calcio / Serie A - 7^ giornata - 2014/15

20 ottobre '14 - lunedì                20th October / Monday                    visione post - 14

Risultati delle partite
Verona H.   1      Cagliari        2    Torino     1    Atalanta   1     Palermo   2    
Milan           3      Sampdoria   2    Udinese   0   Parma       0    Cesena     1

Fiorentina   0    Sassuolo   1    Roma     3    Inter      2    Genoa   1
Lazio           2    Juventus   1    Chievo   0    Napoli   2    Empoli   1

Classifica
Juventus   19  /  Roma   18  /   Sampdoria   15  /   Milan   14  /   Udinese   13  /
Lazio   12  /   Napoli, Verona   11  /   Inter, Genoa, Fiorentina   9  /   Torino   8  /
Empoli, Atalanta   7  /   Cesena, Palermo   6  /   Cagliari   5  /   Chievo, Sassuolo   4  /
Parma   3





Autogol da suicidio di Rafael Marquez... e il Verona H.
capitola in poco tempo. Così non si può! Mandorlini è 
nero e ha tutte le sacrosante ragioni. 
Verona da rivedere... e non
ricadere ad aiutare le già grandi squadre/club tipo Milan.



Lucianone