mercoledì 25 maggio 2022

sport - calcio / serie A - 38^ e ultima giornata / anno 2021-22 MILAN: campione d' Italia

 mercoledì 25 maggio '22                                 25th May / Wednesday

Risultati delle partite
Torino - Roma  0 - 3 /  Genoa - Bologna  0 - 1
Atalanta - Empoli  0 - 1 
Fiorentina - Juventus  2 - 0 /  Lazio - HVerona 3 - 3
Spezia - Napoli  0 - 3 /  Inter - Sampdoria 3 - 0
Sassuolo - Milan 0 - 3 /  Salernitana - Udinese 0 - 4
Venezia - Cagliari  0 - 0

Classifica finale
Milan   86  /  Inter   84  /  Napoli   79  /  Juventus   70  /  Lazio   64  /  Roma   63  /
Fiorentina   62  /  Atalanta   59  /  Hellas Verona   53  /  Torino, Sassuolo   50  /
Udinese   47  /  Bologna   46  /  Empoli   41  /  Sampdoria, Spezia   36  /  Salernitana   31
Cagliari   30  /  Genoa   28  /  Venezia   27

Milan:  squadra Campione d'Italia
Cagliari, Genoa, Venezia: retrocesse in serie B

Sassuolo - Milan 0 - 3
Festeggiamento in campo

Lazio - Hellas - Verona   3 - 3
 
Commento
I rossoneri di mister Pioli hanno meritatamente conquistato il loro 19° scudetto: Merito
di tutta la squadra, compatta sempre e mai doma, anche quando avrebbe potuto rilas-
sarsi dopo che l'Inter aveva perso una sacco di punti nell'ultimo mese del torneo e
sembrava correre a vuoto  (di ossigeno e di idee); invece gli undici di Pioli hanno
continuato nella rincorsa credendo fino all'ultimo nell'impresa scudetto. Soprattutto
il condottiero Pioli, spronando fino all'utimo tutti i suoi, ha voluto crederci: al suo
primo scudetto vinto  con la squadra del cuore, e i campioni del Milan e Milano
stessa non potevano tradirlo e gridano in coro: "Sei un grande, sei uno di noi!".
Altra partita che salta all'occhio è quel 3 - 3 tra Lazio e Verona: anche queste due
formazioni compatte con uno spirito garibaldino posssono dire: "gol, gol fino all'ultimo...
respiro!"
di Luciano Finesso 
.
Lucianone

  

domenica 22 maggio 2022

Ultime notizie - dal Mondo - Ucraina / Latest news

 22 maggio '22 - domenica                             22nd May / Sunday                           visione post - 3

Guerra Russia/Ucraina
Mosca ritratta sullo scambio dei prigionieri
Zalenski: "Dateci armi pesanti e sblocchiamo il Mar Nero"
Parigi: "Per l'ingresso dell'Ucraina nella Ue ci vorranno almeno 15-20 anni"
Luckashenko va da Putin / A Kiev il presidente polacco Duda
Il politologo russo (vicino al Cremlino) Dmitrji Suslov: "Le chance di fermarsi al Donbass
si sono ridotte, quelle di un lungo conflitto sono fortemente aumentate. Si rischia la guerra
infinita. Una nno a bassa intensità, poi un'esplosion violenta. La percezione in Russia: il ritmo
dell'avanzata nel Donbass non è così rapido come il Cremlino vorrebbe. La leadership russa
esita ad aumentare il livello delle truppe perchè vuole preservare la percezione di vita normale
in Russia".

Lucianone

mercoledì 18 maggio 2022

SPORT - calcio / Serie A - 37^ giornata - anno 2021/22

 18 maggio '22 - mercoledì                               18th May / Wednesday                      visione post - 4

Risultati delle partite

Empoli - Salernitana  1 - 1 / Udinese - Spezia  2 - 3
HVerona - Torino  0 - 1 /  Roma - Venezia  1 - 1
Bologna - Sassuolo  1 - 3 /  Napoli - Genoa  3 - 0
Milan - Atalanta  2 - 0 /  Cagliari - Inter  1 - 3
Sampdoria - Fiorentina  4 - 1 /  Juventus - Lazio 2 - 2

Classifica
MILAN   83   /  Inter   81   /  Napoli   76   /  Juventus   70  /   Lazio   63  /   Roma   60
Fiorentina, Atalanta   59   /  Hellas Verona   52   /  Sassuolo, Torino   50   /  Udinese   44
Bologna   43   /  Empoli   38   /  Sampdoria, Spezia   36   /  Salernitana   31   /
Cagliari   29   /   Genoa   28   /   Venezia  

Milan - Atalanta  2 - 0
Il goal capolavoro di Theo Hernandez!
.

Lucianone


martedì 17 maggio 2022

IL Reportage - Kiev e i fantasmi di Sarajevo // differenze e somiglianze con l'operazione speciale (guerra) di Putin

 17 maggio '22 - martedì                                17th May / Tuesday                          visione post - 6

( da La Stampa - 3 aprile '22 -  TATJANA DORDEVIC SIMIC)

Kiev e i fantasmi di Sarajevo
Nella capitale della Bosnia il conflitto risveglia
il trauma dell'assedio - mentre in Serbia la memoria
riporta ai bombardamenti della Nato

La guerra in Ucraina ha rafforzato ricordi traumatici in Bosnia ed Erzegovina, mentre in Serbia ha risvegliato la memoria alla primavera del '99 quando l'alleanza Nato bombardò quel Paese. -   Le 
immagini che nelle ultime settimane arrivano dall'ucraina hanno provocato empatia, ma anche la
paura dei cittadini di Sarajevo, la capitale della Bosnia, che per quattro anni è stata assediata dalle
forze militari serbe. Prima che la guerra scoppiasse nel 1992, nessuno ci credeva  che ci  sarebbe 
stata, fino all'ultimo giorno, fino ai primi spari, alle prime bombe. Nonostante il conflitto in un'al-
tra repubblica ex-jugoslava, in Croazia, avesse avuto il suo inizio un anno prima, i cittadini della
<bosnia erano convinti che non ci sarebbe stata nessuna guerra. Anzi, non la volevano.  Djenita
Delihasanovic aveva solo dodici anni quando con i suoi genitori è andata a vivere in un bunker, 
vicino a casa loro, nel centro di Sarajevo. E' rimasta per una anno a vivere insieme con altra gen-
te che si è nascosta lì. Successivamente , lei e la sua famiglia si sono trasferiti in un famoo alber-
go, "Hotel Evropa", dove erano più al sicuro. -  "Quello che succede oggi a Kiev è come se fosse
un boomerang per noi  che abbiamo vissuto  i quattro anni sotto l'assedio. Mi ricordo che invece
di andare a scuola o giocare con gli amici andavo  ad aspettare in fila  per prendere l'acqua dalla
cisterna che mancava in città.  Non vedevo l'ora  che arrivasse la primavera  quando  potevamo
raccogliere l'erba per fsre qualche piatto con la verdura", racconta Delihasanovic.   La guerra per
lei è rimasta una ferita profonda, anche dopo tanti anni. Oggi teme che il conflitto ucraino potreb-
be espandersi oltre e rafforzare i nazionalismi nel suo Paese.
Cultura al posto delle armi -
Sarajevo è una città multietnica. Lì vivevano e vivono tuttora i bosniaci musulmani, i serbi orto-
dossi e i croati cattolici. si nascondevano  anche insieme dagli spari dei cecchini serbi che dalle 
meravigliose colline cicostanti sparavano a ogni essere vivente che si trovava  sulle strade della
capitale. - Emina Gegic è bosniaca musulmana e se n'è andata dalla sua città dopo la guerra. Og-
gi vive a Milano e lavora come drammaturga e sceneggiatrice.  Nel suo libro  "Nero sensibile",
Emina racconta i quattro anni più bui in cui è rimasta intrappolata in una guerra così feroce che
non avrebbe potuto neanche immaginare nei uoi romanzi che già d piccola voleva scrivere. Lei
voleva solo vivere la sua adolescenza e innamorarsi. "Un mio amico ha portato un giorno la pi- 
stola a scuola. Avevamo solo sedici anni  e  le nostre vite all'improvviso si sono trasformate in
paura, sangue, fame. Però, poco dopo che l'aggressione era cominciata, io decisi di combattere
contro l'odio con la cultura e l'arte. Abbiamo cominciato a preparare uno spettacolo teatrale",
dice Gegic.  
Analogie e precedenti -
Le due guerre, questa in corso coppiata  a trent'anni da quella in Jugoslavia, sono di natura diver-
sa e accadono in momenti storici differenti, ma quella che prima del 24 febbraio fu definita come 
l'ultimo più grande conflitto in Europa potrebbe offrire la possibilità di comprendere meglio l'in-
vasione russa in Ucraina. "L'aggressione russa può essere collegata all'inizio della guerra nell'ex
Jugoslavia che finì nel '99 con i bombardamenti della Nato. La Serbia voleva proteggere la mi-
noranza serba prima in Croazia, dopo in Bosnia, come oggi la Russia giustifica l'invasione pro-
teggendo  il popolo russo  delle repubbliche  di Donetsk e Lugansk", dice Mladen Obrenovic, 
giornalista di Sarajevo.   Lui aggiunge anche che i ricordi della guerra del '92 - 95' in Bosnia so-
no ancora freschi. Già prima dell'invasione russa, attraverso le dichiarazioni di politici irrespon-
sabili, si sospettava spesso che potessero esserci di nuovo conflitti armati. 
Un altro elemento paragonabile, come in Jugoslavia ieri, oggi in Russia  si continua  a negare  la 
natura degli eventi in corso, non definendoli guerra o invasione, ma preferendo l'espressione ope-
razione speciale militare. L'espressione che la stessa alleanza Nato usò  per definire  i bombarda-
menti della capitale serba Belgrado.
Il doppio volto di Belgrado -
Serbia e Bosnia sono gli unici Paesi europei che non hanno introdotto sanzioni contro la Russia.
A differenza dei bosniaci, molti serbi sentono molta vicinanza con il popolo russo. Pedja Popo-
vic, quarantasettenne di Belgrado dice che i serbi hanno un atteggiamento tradizionalmente po-
sitivo nei confronti della Russia e che la maggioranza dei cittadini sostiene la decisione di non
sanzionare la Russia. -  "Molte persone pensano che questa guerra abbia anche una terza parte,
cioè gli Stati Uniti e l'Occidente, dice Popovic e aggiunge che era proreio la Nato che violò il
diritto internazionale umanitario quando bombardò la Serbia, creando un precedente.  D'altra 
parte, nonostante i cittadini serbi giudichino negativamente l'aggressione russa sostenendo gli
ucraini, nei giorni scorsi  nel centro di Belgrado  è stato disegnato un nuovo murale, quello di
Vladimir Putin. Molte persone si sono anche radunate per dare sostegno al presidente russo.
Ma Sanja Lucic, corrispondente dall'Italia per la televisione serba RTS spiega che si tratta di
un episodio di alcune settimane fa, organizzato da alcuni cittadini e gruppi di destra come il
supporto per il popolo russo e non come supporto alla guerra. -  Dall'altro lato, anche i serbi
hanno i loro traumi come i bosniaci,, come spiega Djordje Odavic, media expert di Belgrado
che negli anni '90 si era rifugiato con la sua famiglia dalla Croazia in Serbia. "Per me le sire-
ne, i carri armati, le madri che piangono, le case diroccate  hanno provocato  una  sindrome 
post-traumatica. La guerra porta  solo vittime  e la pima vittima è la verità.  E' successo già
trent'anni fa in Jugoslavia, e oggi succede in Ucraina", conclude Odavic.

Lucianone

SPORT - calcio / serie A - 36^ giornata - anno 21/22

 17 maggio '22 - martedì                                17th May / Tuesday                        visione post - 2

Risultato della partita 
Fiorentina - Roma   2 - 0

Lucianone

domenica 15 maggio 2022

SPORT - calcio / serie A - 36^ giornata - anno 21/22

 15 maggio '22 - domenica                                   15th May / Sunday                     visione post - 

Risultati delle partite

Spezia - Atalanta   1 - 3  /  HVerona - Milan 1 - 3
Venezia - Bologna  4 - 3
Salernitana- Cagliari  1 - 1


Commento -
di Luciano Finesso
A fine campionato le motivazioni scemano in buona parte. Si affrontano squadre della zona alta
con squadre di più o meno bassa classifica ed il peso motivazionale è molto altalenante. Nel caso
di Spezia - Atalanta, gli orobici spingono al massimo per entrare in Europa League visto che i lo-
ro competitors toscano-fiorentini hanno ancora energie e fiato da spendere  dopo aver battuto la 
Roma. E così se la battaglia deve misurarsi sul tipico 'filo di lana', vanno all'arrembaggio e batto-
no un comunque modesto Spezia oltretutto meno motivato per una salvezza pressochè raggiunta.
Le cose non cambiano di tanto per la partita al bentegodi tra Hellas Verona e il Milan di Pioli: chi
ha due, tre e magari quattro motivazioni in più sono i rossoneri del mister che alla fine, soprattut-
to nel secondo tempo, mettono quelle marcie di carica in più che insieme alle loro qualità tecnico
tattiche hanno la meglio sui veneti privi di motivazioni aggiuntive, dopo la conquista anticipata
della salvezza, e magari pure prive dell'apporto di un certo Barak che da centrocampo in giù po-
teva fare un pò di differenza. Ma va bene così, per tutti e soprattutto per Pioli e compagnia in vi-
sta di uno scudetto ormai alla sua portata e a quella del popolo rossonero. Così sembrano per ora
finiti i tempi della perfida fatal Verona stregata... !

Lucianone 

domenica 8 maggio 2022

Società / Italia - Covid: la fine dell'emergenza. Ma resta della rabbia...

 8 maggio '22 - domenica                                8th May / Sunday                             visione post - 17

(da la Repubblica - 18 marzo '22 - Commenti / di Elena Stancanelli)

Covid, se resta la rabbia
Il Covid è finito un'altra volta. Sarà almeno la terza, o la quarta volta che finisce, speriamo sia
l'ultima. Dovremmo festeggiare, ma c'è la guerra, e nessuno ha voglia di ballare e cantare. Do-
vremmo almeno abbracciarci, ma molti di noi sono esausti. -  Il primo anno di pandemia ci ha 
tramortiti, ne siamo usciti barcollanti ma almeno eravamo sorretti dall'euforia di chi l'ha scam-
pata. Sgattolavamo vivi dai nostri nascondigli, disposti a spassarcela, o almeno riprendere tut-
to da dove lo avevamo lasciato. Ricordo bene solo il disappunto nei confronti di chi, ostinato, 
quell'estate aveva deciso di fare comunque le solite vacanze in Grecia, o a Ibiza. Ma come? 
State qui, stringiamoci, evitiamo di fare un altro pasticcio, dove andate? Non ci siamo accorti
che quel sentimento, quel giudizio verso gli amici che ci sembrava non capissero la situazione ,
sarebbe stata la questione più complicata da affrontare a fine pandemia. Non avevamo capito, 
allora, che più del Covid in sè avremmo dovuto temere il Covid in noi. Quel misto di senso di
superiorità morale e fifa blu che da quel momento avrebbe buttato all'aria le nostre vite. Scom-
ponendo amicizie, famiglie, condomini, uffici, spogliatoi del calcetto. Il Covid, questo era dav-
vero difficile da prevedere, si sarebbe comportato come un conflitto fratricida, per ricomporre
il quale l'unica possibilità dovrebbe essere una specie di gigantesca amnistia. Avremmo dovuto
segnare un confine tra salute e malattia, poter contare su un inizio e una fine, e invece tutto si è mischiato, il virus si è nascosto e poi è tornato una, due, tre volte. Insieme ai maglioni ci è toc-
cato in autunno tirare giù dall'armadio le mascherine, le bocce di Amuchina, il saturimetro che
non si sa mai. E speriamo che non accada di nuovo. -  Ma un confine certo, invalicabile, lo ab-
biamo tracciato. E purtroppo non è tra un mondo con o senza Covid, ma tra chi ha creduto nel-
la scienza e chi si è rifugiato nell'irrazionale.  Noi che ci siamo vaccinati, portavamo la masche-
rina, ci lavavamo le mani e gli altri che ci sbeffeggiavano, capaci di affermare solenni castrone-
rie in appoggio a tesi strampalate, ostinati propugnatori dell'impero della paranoia. Sentite? La
rabbia, mascherata da ironia, es  onda dalle mie parole. Non riesco a considerare con rispetto e  
lucidità le idee di chi si sente di poter dire che il Covid non esiste, che le bare di Bergamo non 
sono mai esistite, che medici e infermieri  erano comparse  in un  gigantesco  reality show, e i 
morti un'invenzione. Non ce la faccio, e non credo di essere l'unica.  Ma senza arrivare fino a
tanta insanabile diversità, c'è da occuparsi dei mille complicati distinguo tra i livelli di preoc-
cupazione che hanno generato comportamenti lievemente diversi di generare reciproco ranco-
re tra chi è andato in Grecia e chi in Puglia, tra chi faceva la cena con sei amici (sei amici??!! 
Ma sei pazzo!!) e chi per due anni si è affacciato solo alla finestra. Chi lavora nel commercio,
col turismo, nei teatri, gli organizzatori di concerti, cantanti e tutti gli altri che hanno passato
gli ultimi due anni a investire sono esausti. L'annuncio che dal primo aprile verranno abolite
le capienze limitate e l'obbligo di Super Green Pass per i trasporti a lunga percorrenza dovreb-
be rassicurare i viaggiatori timorosi, ed è un'ottima notizia. Per i genitori stremati c'è in arrivo 
una Dad limitata  solo  ai casi di positività: via la quarantena, via i figli in casa  un giorno sì e 
uno no. La fine dello stato d'emergenza è un sollievo per tutti, darà fiato a tutte le attività, ria-
priranno anche le famose discoteche  che insieme ai runner  sono state pietra di scandalo per 
mesi. Ma noi, che ne faremo di tutta quella rabbia? Come le saniamo quelle ferite?   

Lucianone

sabato 7 maggio 2022

SPORT / calcio Serie A - 36^ giornata anno 2021 / 22

 7 maggio '22 - sabato                                7th May / Saturday                                  visione post - 13

Risultati delle partite

Inter - Empoli  4 - 2 /  Genoa Juventus  2 - 1
Torino - Napoli  0 - 1  
Sassuolo - Udinese  1 - 1  
Lazio - Sampdoria  2 - 0




Lucianone

Storie / il racconto - L'alpinista italiano sopravvissuto agli ottomila in Nepal

 7 maggio '22 - sabato                                       7th May / Saturday                             visione post - 18

(da "La Stampa" - 1 maggio '22 - Le sfide della montagna / di Enrico Martinet)

Io, sopravvissuto agli 8000
L
a nube si apre quasi ai bordi della splendida e temibile "falce" di ghiaccio.  Uno dei due elicotteri
di soccorso s'infila; poco dopo il pilota Alistair Hopper può vedere sul ghiaccio tormentato da serac- 
chi l'alpinista disperso: Giampaolo Corona, 49 anni, guida alpina del Trentino. Questione di minuti,
un altro sorvolo, poi l'avvicinamento e a 6.800 metri il recupero con una "longline", una fune calata
dall'abitacolo per circa 15 metri. Salvo. Via dalla "falce" del'Annapurna, quella morbida linea curva
del ghiacciaio del primo ottomila scalato dall'uomo, da cui si staccano seracchi, blocchi di ghiaccio
grandi come condomini che provocano valanghe devastanti. - L'alpinista italiano era ritenuto disper-
so. Gli altri alpinisti che avevano raggiunto la cima il 28 aprile erano o ritornati al campo base o sta-
vano per raggiungerlo. Corona non rispondeva alla radio. Si temeva il peggio.  E  non  era rientrato
neppure uno dei suoi due compagni di salita. lo svedese Tim Bogdanov. Poi a metà mattinata di ve-
nerdì la sua voce alla radio, : "Sto scendendo, ce la faccio". Ancora silenzio e man mano che le ore
passavano si è di nuovo pensato al peggio. A tenere i contatti con la famiglia l'alpinista bergamasco
Simone Moro, in Nepal con il suo elicottero. Da lui anche parole di ottimismo: "Gianpaolo sa cosa 
fare, è un professi0nista. Tutto era già pronto per una missione di soccorso, nella speranza che nubi
e nevicate non ostacolassero il volo. ieri mattina l'avvistamento. -  i due elicotteri impegnati hanno
al campo base. poi in ospedale a Kathmandu, sia Corona sia Tim Bogdanov. E ieri l'alpèinista italia-
no ha scritto sul suo profilo Facebook. "Sono in ospedale a Kathmandu. Il 28 (maggio) ho raggiun-
to la cima dell'Annapurna.  Senza ossigeno  e  senza sherpa d'alta quota.  In discesa ci ha colti una
tempesta e ho perso la via verso C4. Il campo 4 è a quota 7.100 metri. Di lì alla cima c'è ancora un
chilometro di dislivello. -  Ancora Corona: "Ho pernottato due notti all'aperto, a oltre 7 mila metri,
senza tenda, senza nulla da bere. Stamattina l'elicottero di soccorso della Seven summit (l'agenzia
nepalese che organizza le avventure verticali, ndr) mi ha evacuato dapprima verso il BC poi fino
a Kathmandu, in ospedale, dove sto curando i congelamenti che ho riportato. Conto di tornare in
Italia presto".  Le sue foto sull'elicottero lo mostrano sorridente , con i segni del gelo sul viso, so-
prattutto sul naso. -   Quel perdere la via non è riferito soltanto alla tempesta, alle nebbie che tol-
gono visibilità, ma anche al freddo. Corona ha raggiunto gli 8.91 metri della vetta senza ossigeno
ed è stato per ore oltre i 7.500 metri. La mancanza di ossigeno e le temperature sotto lo zero con- tribuiscono al disorientamento.  E' uno stress che il fisico  deve sopportare  oltre alla fatica della 
salita. La lucidità viene meno. In condizioni meteorologiche  difficili tutto diventa più complica-
to. Gran parte degli incidenti sugli Ottomila accadono proprio nella fase del ritorno verso il cam-
po base. E' il maltempo che ha rallentato i due alpinisti. Per questo Corona scrive di aver trascor-
so due notti oltre i settemila metri con la sola tuta d'alta quota, senza altra possibilità di ripararsi
dal freddo. In più non aveva più nulla da bere: ipossia, gelo e disidratazione. La sua grande espe-
rienza, anche sugli Ottomila, gli ha consentito di resistere.    Il 27 aprile  scriveva  su facebook: 
"Siamo a 7.000, io, Hans e Tim. Siamo quelli più in alto. Più in basso  ci sono  gli altri, con gli 
sherpa e tutto il resto. Domani è il summit day. Quando vediamo accendersi le loro frontali, ci
mettiamo in moto anche noi. Meteo buono. E' il momento giusto. O la va o la spacca". -


 
Lucianone

mercoledì 4 maggio 2022

SPORT / calcio Serie A - 34^ e 35^ giornata anno 2021/22

4 maggio '22 - mercoledì                                   4th May / Wednesday                    visione post - 8

Risultati delle partite 

34^ giornata
Torino - Spezia  2 - 1 /  Venezia - Atalanta  1 - 3
Inter - Roma  3 - 1 /  HVerona - Sampdoria 1 - 1
Salernitana - Fiorentina 2 - 1 /  
Bologna - Udinese 2 - 2/ Empoli - Napoli  3 - 2
Genoa - Cagliari  1 - 0 / Lazio - Milan  1 - 2
Sassuolo - Juventus  1 - 2
35^ giornata
Cagliari - HVerona 1 - 2 / Napoli - Sassuolo 6 - 1
Sampdoria - Genoa  1 - 0  / Spezia - Lazio  3 - 4
Juventus - Venezia  2 - 1  / Empoli - Torino 1 - 3
Milan - Fiorentina 1 - 0  / Udinese - Inter  1 - 2
Roma - Bologna  0 - 0  / Atalanta - Salernitana 1 - 1
 


Lucianone

lunedì 2 maggio 2022

Riflessioni - Conflitto in Ucraina in tv: se la guerra rende stupidi

 2 maggio '22 - lunedì                                      2nd May / Monday                              visione post - 9

(da la Repubblica - 1 maggio '22 - da L'Amaca / Michele Serra)

La guerra rende stupidi

La guerra rende stupidi, e non è il minore dei suoi delitti.     L'idea  di indagare su alcuni  ospiti filo-
russi, o non abbastanza antirussi, o addirittura russi, per stabilire se partecipino ai talk show in quan-
to giornalisti o in quanto agenti di Mosca, sembra una parodia del maccartismo (che già era una paro-
dia della "sicurezza nazionale"). E' così goffa e controproducente da far sorgere il sospetto che siano agenti di Putin quelli che l'hanno proposta, con il fine di mettere in cattiva luce la povera Europa. Il
cui grande punto di forza, e di merito, sarebbe la tolleranza, che è il contrario della fobia (segno di debolezza); si sopporta la parola nemica e la si contraddice a viso aperto, piuttosto che sopprimerla 
per l'incapacità di affrontarla. E' sempre l'inetto che invoca la censura, non il capace. Letta e Renzi richiamino alla calma e all'intelligenza i loro impulsivi luogotenenti  incaricati  della sorveglianza
della Rai. Spieghinoloro che siamo tutti o quai sulla stessa barca, si cerca di fermare Putin, di pro- 
teggere gli ucraini, di evitare che la guerra degeneri, di consolidare l'europa.    E' un fronte ampio
che rischia di diventare meno ampio e al suo interno gli energumeni prendono il sopravvento sui ra- gionevoli. - Perchè se vale l'idea che qualunque parola spesa al di là dell'indignazione etica e della 
voglia di menare le mani è  "intelligenza col nemico"; allora, per fare l'esempio a noi più prossimo,
si legga l'editoriale di Luca Ricolfi, quando sostiene che non basta l'epica, ci vuole anche la politica,
 non basta la guerra, ci vuole anche la trattativa?  E addirittura che gli interessi europei non sempre coincidono con quelli americani?

Lucianone