28 aprile '17 - venerdì 28th April / Friday visione post - 10
Non c'è una sola cellula di Trump che sia democratica. E' antidemocratico dalla testa ai
piedi. Eppure è stato democraticamente eletto presidente della più grande democrazia del
pianeta. Non c'è neppure una virgola di democrazia nel referendum proposto da Erdogan.
Eppure, secondo democrazia, ha vinto con il 51 per cento del voto popolare. L'elenco degli
esiti poco democratici, o del tutto antidemocratici, del voto democratico, comincia a essere
notevole; e niente esclude che possa allungarsi.
Per generazioni si è pensato che il nemico della democrazia fossero le dittature; i colpi di
Stato. Ci tocca abituarci all'idea che il vero pericolo, per la democrazia, sia la democrazia,
visto che sono gli stessi meccanismi democratici (niente è più democratico delle elezioni)
a partorire sempre più spesso la sconfitta della democrazia. Questo ci insegna che la de-
mocrazia non è una condizione permanente, ma una faticosissima evoluzione della cultu-
ra e dello spirito di tolleranza dei popoli. Se la democrazia smette di lavorare per la cul-
tura e lo spirito di tolleranza dei popoli, deperisce e produce quegli stessi umori distrutti-
vi che, per sua natura, non è in grado di annullare. In termini tecnici si chiama suicidio.
(Da
la Repubblica - 18 aprile '17 - L'Amaca / Michele Serra)
Lucianone
DI TUTTO e di PIU Ambiente / Appuntamenti / Arte / / Cibo-cucina / Commenti / Cultura / Curiosità-comicità / Dossier / Economia-Finanza / Fotografia / Inchiesta / Intervista / Istruzione / Lavoro / Lettere / Libri / Medicina / Motori / Musica / Natura / Opinione del Giovedì / Personaggi / Psicologia / Reportage / Riflessioni-Idee / Salute / Scienze / Società-Politica / Spettacoli (cinema/tv) / Sport / Stampa-giornali / Storie / Tecnologia-Internet / Ultime notizie / Viaggi
venerdì 28 aprile 2017
Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news
28 aprile '17 - venerdì 28th April / Friday visione post - 21
IL PAPA in EGITTO
Abbraccio col grande Imam: "I leader smascherino i violenti" / Incontro privato con Al Sisi
RAPPORTI Ong-trafficanti
Il caso arriva ai magistrati / La Santa Sede: scandalo sulla pelle dei migranti
FACEBOOK per la prima volta ammette:
il social usato dagli Stati per le fake news / "Abbiamo un problema di controllo dell'informazione"
Con un nuovo report firmato dagli esperti di sicurezza della piattaforma, il social network ammette l’esistenza di iniziative di propaganda e manipolazione dell’informazione e delinea nuove soluzioni per combatterle, ma “serve il coinvolgimento di tutta la società civile”
AMAZON nel mirino del fisco
E' accusata di aver evaso 130 milioni di tasse.
L'azienda di Bezos risponde: "Paghiamo tutte le imposte che sono dovute
in ogni Paese in cui
operiamo. Le imposte sulle società sono basate sugli utili, non sui ricavi,
e i nostri utili sono bassi"
MILITANTI M5S denunciano:
c'è un traffico di dati, identità digitali e password private
OBAMA in Italia
Sarà al Global Food Innovation Summit di Milano a maggio
ANTICIPO di SERIE A
La Juve fermata dall'Atalanta a Bergamo / Atalanta- Juventus 2 - 2
Pari con tanto spettacolo. Nel primo tempo rete di Conti (A.); nella ripresa
autogol di Spinazzola, vantaggio di Dani Alves (J.) e pari di Freuler (A.)
Lucianone
IL PAPA in EGITTO
Abbraccio col grande Imam: "I leader smascherino i violenti" / Incontro privato con Al Sisi
RAPPORTI Ong-trafficanti
Il caso arriva ai magistrati / La Santa Sede: scandalo sulla pelle dei migranti
FACEBOOK per la prima volta ammette:
il social usato dagli Stati per le fake news / "Abbiamo un problema di controllo dell'informazione"
Con un nuovo report firmato dagli esperti di sicurezza della piattaforma, il social network ammette l’esistenza di iniziative di propaganda e manipolazione dell’informazione e delinea nuove soluzioni per combatterle, ma “serve il coinvolgimento di tutta la società civile”
AMAZON nel mirino del fisco
E' accusata di aver evaso 130 milioni di tasse.
L'azienda di Bezos risponde: "Paghiamo tutte le imposte che sono dovute
in ogni Paese in cui
operiamo. Le imposte sulle società sono basate sugli utili, non sui ricavi,
e i nostri utili sono bassi"
MILITANTI M5S denunciano:
c'è un traffico di dati, identità digitali e password private
OBAMA in Italia
Sarà al Global Food Innovation Summit di Milano a maggio
ANTICIPO di SERIE A
La Juve fermata dall'Atalanta a Bergamo / Atalanta- Juventus 2 - 2
Pari con tanto spettacolo. Nel primo tempo rete di Conti (A.); nella ripresa
autogol di Spinazzola, vantaggio di Dani Alves (J.) e pari di Freuler (A.)
Lucianone
domenica 23 aprile 2017
SPORT . Calcio / Serie B - 37^ giornata 2016/17
23 aprile '17 - domenica 23rd April / Sunday visione post - 17
RISULTATI delle partite
Ascoli 0 Avellino 1 Bari 0 Benevento 0 Cittadella 4 Latina 1
Brescia 0 Cesena 1 Verona H. 2 Vicenza 0 Carpi 1 Spal 2
Novara 0 Pro Vercelli 0 Spezia 2 Ternana 2 Trapani 1
Perugia 1 Salernitana 0 Entella 0 Frosinone 0 Pisa 0
CLASSIFICA
Spal 70 / Verona H. 65 / Frosinone 62 / Cittadella 57 / Perugia 58 /
Benevento 55 / Spezia 54 / Entella, Carpi 51 / Salernitana, Novara, Bari 50 /
Pro Vercelli 46 / Avellino 45 / Cesena 43 / Ascoli, Trapani 41 /
Brescia, Ternana 39 / Vicenza 38 / Pisa 32 / Latina 31
Marcatori delle partite
Ardemagni (Avellino), Laribi (Cesena) - Pazzini, Zuculini (Verona H.)
Mbakogu, Arrighini, Iori, Valzania (Cittadella), Paolucci (Carpi) - Corvia (Latina),
Bonifazi, Antenucci (Spal) - Dezi (Perugia) - Migliore, Pulzetti (Spezia) - 2 Palombi (Ternana)
Citro (Trapani)
Continua...
to be continued...
RISULTATI delle partite
Ascoli 0 Avellino 1 Bari 0 Benevento 0 Cittadella 4 Latina 1
Brescia 0 Cesena 1 Verona H. 2 Vicenza 0 Carpi 1 Spal 2
Novara 0 Pro Vercelli 0 Spezia 2 Ternana 2 Trapani 1
Perugia 1 Salernitana 0 Entella 0 Frosinone 0 Pisa 0
CLASSIFICA
Spal 70 / Verona H. 65 / Frosinone 62 / Cittadella 57 / Perugia 58 /
Benevento 55 / Spezia 54 / Entella, Carpi 51 / Salernitana, Novara, Bari 50 /
Pro Vercelli 46 / Avellino 45 / Cesena 43 / Ascoli, Trapani 41 /
Brescia, Ternana 39 / Vicenza 38 / Pisa 32 / Latina 31
Marcatori delle partite
Ardemagni (Avellino), Laribi (Cesena) - Pazzini, Zuculini (Verona H.)
Mbakogu, Arrighini, Iori, Valzania (Cittadella), Paolucci (Carpi) - Corvia (Latina),
Bonifazi, Antenucci (Spal) - Dezi (Perugia) - Migliore, Pulzetti (Spezia) - 2 Palombi (Ternana)
Citro (Trapani)
Continua...
to be continued...
Appuntamenti - Belle Arti e Teatro
23 aprile '17 - domenica 23rd April / Sunday visione post - 13
BELLE ARTI -
Titanic: the Artifact Exhibition / Mostra itinerante
Torino - Parco del Valentino
Promotrice delle Belle Arti
fino al 25 giugno 2017
(www.mostratitanic.it)
Manet e la Parigi moderna
Milano, Palazzo Reale
fino al 2 luglio 2017
NEW YORK - NEW YORK
Arte Italiana / La riscoperta dell'America
Milano - Museo del Novecento / Gallerie d'Italia
fino al 17 settembre 2017
Art Dèco
Gli anni ruggenti in Italia
Forlì - Musei San Domenico
fino al 18 giugno '17
TEATRO -
Sioux-Lakota
The Spirit Within: Music and Dance from the Northern Plains Native Americans
Milano - Spazio No'hma, via Orcagna 2 / Ingresso libero, prenotazioni: 0245485085
14 e 15 giugno '17
Lucianone
BELLE ARTI -
Titanic: the Artifact Exhibition / Mostra itinerante
Torino - Parco del Valentino
Promotrice delle Belle Arti
fino al 25 giugno 2017
(www.mostratitanic.it)
Manet e la Parigi moderna
Milano, Palazzo Reale
fino al 2 luglio 2017
NEW YORK - NEW YORK
Arte Italiana / La riscoperta dell'America
Milano - Museo del Novecento / Gallerie d'Italia
fino al 17 settembre 2017
Art Dèco
Gli anni ruggenti in Italia
Forlì - Musei San Domenico
fino al 18 giugno '17
TEATRO -
Sioux-Lakota
The Spirit Within: Music and Dance from the Northern Plains Native Americans
Milano - Spazio No'hma, via Orcagna 2 / Ingresso libero, prenotazioni: 0245485085
14 e 15 giugno '17
Lucianone
Fotografia / Il personaggio - Meigl Hoffman: ha salvato la "Capa-Haus"
23 aprile '17 - domenica 23rd April / Sunday visione post - 30
(da la Repubblica - 16/04/'17 - di Tonia Mastrobuoni)
BERLINO. Aprile 1945. Sono gli ultimi giorni del Reich, gli americani stanno conquistan-
do Lipsia. Un soldato individua una casa in una posizione strategica, si affaccia dal balco-
ne e punta il mitra verso la città vecchia, dove i nazisti stanno battendo in ritirata. Il proiet-
tile di un cecchino tedesco , nascosto chissà dove, lo centra in mezzo agli occhi. Raymond
J. Bowman cade riverso, l'elmetto si storce nell'impatto con la finestra, il sangue riempie il
pavimento. Dietro di lui, c'è uno dei più grandi fotografi di guerra del Novecento, Robert
Capa, arrivato in Germania con le truppe americane. Il 18 aprile la sua foto del soldato
morto viene pubblicata sulla rivista Life. Passerà alla storia con la didascalia del suo auto-
re: "last man to die", "l'ultimo uomo a morire". -
Negli anni del dopoguerra, nella Germania comunista la memoria collettiva cancella Ca-
pa e gli Americani. Ma il piccolo Meigl Hoffman, un quarto di secolo dopo, trova in sof-
fitta proiettili e un elmetto "yankee", sente sussurrare in famiglia le imprese dei liberato-
ri americani, censurati dai libri di storia del socialismo reale. Alla fine degli anni '80, ar-
riva il momento che gli cambierà la vita. Su una rivista clandestina, Snowbag Magazine,
trova cinque foto di Robert Capa di quei fatidici giorni di Lipsia. Sono immagini fotogra-
fate di nascosto dall'archivio della biblioteca comunale. Meigl ne rimane stregato.
Poco dopo la caduta del Muro, il cabarettista comincia la sua ricerca della foto perduta.
Contatta il consolato americano - adesso può farlo - ma nessuno ne sa niente. Anche nel
2005, durante i festeggiamenti per il 60° anniversario della fine della guerra, chiede in-
formazioni ad alcuni veterani americani venuti in città. Ma nessuno sa fornirgli dettagli
di quell'"ultimo morto" della guerra dei nazisti.
Hoffman, allora, comincia a studiare la foto. L'unico indizio utile è il balcone in stile Ju-
gendstil. Dopo molte ricerche riesce a individuare la strada, persino la casa. Ma la faccia-
ta è piatta. E le condizioni dell'edificio disperate. Mezzo tetto crollato, porte e finistre di-
strutte, calcinacci. "Il fatto è che l'edificio non aveva balconi, ed era in uno stato catastro-
fico", ha raccontato alla Faz. Ma lui non si scoraggia. L'intuito gli dice di insistere. Con
un amico riesce a entrare nella casa, sale lentamente le scale di legno marce. In un ap-
partamento scorge dalla finestra il deposito del tram, il benzinaio, la Zeppelinbrùcke.
E' quello che ha visto Capa, è l'appartamento dell'"ultimo soldato". E' la foto ritrovata.
Ma l'impresa più difficile deve ancora venire: salvare quella casa. Hoffman fonda un'as-
sociazione e dopo peripezie varie trova un investitore, Horst Langner, disposto a spende-
re milioni per risanare l'edificio, giusto in tempo per salvarlo dalla demolizione, decisa
dal Comune nel 2012. Oggi si chiama "Capa-Haus", ricorda il grande fotografo famoso
per aver detto che "se una foto non è buona, non eri abbastanza vicino". Nel bar al pia-
noterra, una sala è dedicata alla storia della foto. E tra i vari testimoni dell'epoca, Hof-
fman ha ritrovato anche un uomo che viveva lì da bambino, Robert Petzold. All'epoca
aveva 12 anni. Sua madre vide il corpo del soldato, trovò delle foto della sua famiglia,
alcune lettere. Disse ai figli: "Vedete, sarà anche il nemico, ma è un essere umanop co-
me noi".

Das Capa-Haus heute. Dort standen 1945 Raymond J. Bowman (links) und Clarence Ridgeway, fotografiert von Robert Capa - Quelle: Wolfgang Zeyen / Copyright International Center of Photography/Magnum Photos
Lucianone
(da la Repubblica - 16/04/'17 - di Tonia Mastrobuoni)
BERLINO. Aprile 1945. Sono gli ultimi giorni del Reich, gli americani stanno conquistan-
do Lipsia. Un soldato individua una casa in una posizione strategica, si affaccia dal balco-
ne e punta il mitra verso la città vecchia, dove i nazisti stanno battendo in ritirata. Il proiet-
tile di un cecchino tedesco , nascosto chissà dove, lo centra in mezzo agli occhi. Raymond
J. Bowman cade riverso, l'elmetto si storce nell'impatto con la finestra, il sangue riempie il
pavimento. Dietro di lui, c'è uno dei più grandi fotografi di guerra del Novecento, Robert
Capa, arrivato in Germania con le truppe americane. Il 18 aprile la sua foto del soldato
morto viene pubblicata sulla rivista Life. Passerà alla storia con la didascalia del suo auto-
re: "last man to die", "l'ultimo uomo a morire". -
Negli anni del dopoguerra, nella Germania comunista la memoria collettiva cancella Ca-
pa e gli Americani. Ma il piccolo Meigl Hoffman, un quarto di secolo dopo, trova in sof-
fitta proiettili e un elmetto "yankee", sente sussurrare in famiglia le imprese dei liberato-
ri americani, censurati dai libri di storia del socialismo reale. Alla fine degli anni '80, ar-
riva il momento che gli cambierà la vita. Su una rivista clandestina, Snowbag Magazine,
trova cinque foto di Robert Capa di quei fatidici giorni di Lipsia. Sono immagini fotogra-
fate di nascosto dall'archivio della biblioteca comunale. Meigl ne rimane stregato.
Poco dopo la caduta del Muro, il cabarettista comincia la sua ricerca della foto perduta.
Contatta il consolato americano - adesso può farlo - ma nessuno ne sa niente. Anche nel
2005, durante i festeggiamenti per il 60° anniversario della fine della guerra, chiede in-
formazioni ad alcuni veterani americani venuti in città. Ma nessuno sa fornirgli dettagli
di quell'"ultimo morto" della guerra dei nazisti.
Hoffman, allora, comincia a studiare la foto. L'unico indizio utile è il balcone in stile Ju-
gendstil. Dopo molte ricerche riesce a individuare la strada, persino la casa. Ma la faccia-
ta è piatta. E le condizioni dell'edificio disperate. Mezzo tetto crollato, porte e finistre di-
strutte, calcinacci. "Il fatto è che l'edificio non aveva balconi, ed era in uno stato catastro-
fico", ha raccontato alla Faz. Ma lui non si scoraggia. L'intuito gli dice di insistere. Con
un amico riesce a entrare nella casa, sale lentamente le scale di legno marce. In un ap-
partamento scorge dalla finestra il deposito del tram, il benzinaio, la Zeppelinbrùcke.
E' quello che ha visto Capa, è l'appartamento dell'"ultimo soldato". E' la foto ritrovata.
Ma l'impresa più difficile deve ancora venire: salvare quella casa. Hoffman fonda un'as-
sociazione e dopo peripezie varie trova un investitore, Horst Langner, disposto a spende-
re milioni per risanare l'edificio, giusto in tempo per salvarlo dalla demolizione, decisa
dal Comune nel 2012. Oggi si chiama "Capa-Haus", ricorda il grande fotografo famoso
per aver detto che "se una foto non è buona, non eri abbastanza vicino". Nel bar al pia-
noterra, una sala è dedicata alla storia della foto. E tra i vari testimoni dell'epoca, Hof-
fman ha ritrovato anche un uomo che viveva lì da bambino, Robert Petzold. All'epoca
aveva 12 anni. Sua madre vide il corpo del soldato, trovò delle foto della sua famiglia,
alcune lettere. Disse ai figli: "Vedete, sarà anche il nemico, ma è un essere umanop co-
me noi".

Das Capa-Haus heute. Dort standen 1945 Raymond J. Bowman (links) und Clarence Ridgeway, fotografiert von Robert Capa - Quelle: Wolfgang Zeyen / Copyright International Center of Photography/Magnum Photos
Lucianone
sabato 22 aprile 2017
SPORT - calcio / Serie B - 36^ giornata 2016/17
22 aprile '17 - sabato 22nd April / Sunday visione post - 15
RISULTATI delle partite
Spal 2 Brescia 1 Carpi 2 Frosinone 2 Verona H. 2 Perugia 0
Trapani 1 Benevento 0 Bari 0 Novara 3 Cittadella 0 Ascoli 0
Salernitana 2 Vicenza 0 Entella 1 Pisa 0 Cesena 1
Latina 1 Pro Vercelli 1 Ternana 1 Avellino 1 Spezia 0
CLASSIFICA
Spal 67 / Verona H., Frosinone 62 / Perugia 56 / Benevento 55 / Cittadella 54 /
Entella, Spezia, Carpi 51 / Bari, Novara 50 / Salernitana 49 / Pro Vercelli 45 /
Avellino 44 / Cesena 42 / Ascoli 40 / Trapani, Brescia, Vicenza 38 /
Ternana 36 / Pisa 32 / Latina 31
CONTINUA... to be continued...
RISULTATI delle partite
Spal 2 Brescia 1 Carpi 2 Frosinone 2 Verona H. 2 Perugia 0
Trapani 1 Benevento 0 Bari 0 Novara 3 Cittadella 0 Ascoli 0
Salernitana 2 Vicenza 0 Entella 1 Pisa 0 Cesena 1
Latina 1 Pro Vercelli 1 Ternana 1 Avellino 1 Spezia 0
CLASSIFICA
Spal 67 / Verona H., Frosinone 62 / Perugia 56 / Benevento 55 / Cittadella 54 /
Entella, Spezia, Carpi 51 / Bari, Novara 50 / Salernitana 49 / Pro Vercelli 45 /
Avellino 44 / Cesena 42 / Ascoli 40 / Trapani, Brescia, Vicenza 38 /
Ternana 36 / Pisa 32 / Latina 31
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venerdì 21 aprile 2017
Appuntamenti - Musica Jazz a Milano / Break in jazz
21 aprile '17 - venerdì 21st April / Friday visione post - 5
BREAK in jazz . XXI edizione - Milano
Al Teatro Continuo Burri / Corso Sempione - Milano
Dal 2 maggio al 2 giugno '17
Programma
2 maggio - martedì
Coro dei civici corsi di jazz, diretto da Giorgio Ubaldi
_____________________________________________
3 maggio - mercoledì
Jazz Repertory 1, a cura di Marco Vaggi
_____________________________________________
5 maggio - venerdì
Una visione europea del jazz, a cura di Claudio Fasoli
____________________________________________
8 maggio - lunedì
SWING BAND, diretta da Paolo Tomelleri
____________________________________________
10 maggio - mercoledì
Contemporary jazz - Poly Jazz,
a cura di Enrico Intra, Marco Visconti Prasca e Gianluca Barbaro
___________________________________________
12 maggio - venerdì
MODERN MAINSTREAM, a cura di Mario Rusca
___________________________________________
15 maggio, lunedì
JAZZ IN VOICES 1, a cura di Laura Fedele
___________________________________________
17 maggio, mercoledì
STRING SOUND, a cura di Mino Fabiano e Giovanni Monteforte
19 maggio, venerdì
DAL RAGTIME AGLI ANNI TRENTA
a cura di Paolo Peruffo e Paolo Tomelleri
BREAK in jazz . XXI edizione - Milano
Al Teatro Continuo Burri / Corso Sempione - Milano
Dal 2 maggio al 2 giugno '17
Programma
2 maggio - martedì
Coro dei civici corsi di jazz, diretto da Giorgio Ubaldi
_____________________________________________
3 maggio - mercoledì
Jazz Repertory 1, a cura di Marco Vaggi
_____________________________________________
5 maggio - venerdì
Una visione europea del jazz, a cura di Claudio Fasoli
____________________________________________
8 maggio - lunedì
SWING BAND, diretta da Paolo Tomelleri
____________________________________________
10 maggio - mercoledì
Contemporary jazz - Poly Jazz,
a cura di Enrico Intra, Marco Visconti Prasca e Gianluca Barbaro
___________________________________________
12 maggio - venerdì
MODERN MAINSTREAM, a cura di Mario Rusca
___________________________________________
15 maggio, lunedì
JAZZ IN VOICES 1, a cura di Laura Fedele
___________________________________________
17 maggio, mercoledì
STRING SOUND, a cura di Mino Fabiano e Giovanni Monteforte
19 maggio, venerdì
DAL RAGTIME AGLI ANNI TRENTA
a cura di Paolo Peruffo e Paolo Tomelleri
L’assessore alla Cultura di Milano, Filippo Del Corno e il maestro Enrico Intra
Lucianone
martedì 18 aprile 2017
SPORT - calcio / Serie B - 35^ giornata 2016/17
18 aprile '17 - martedì 18th April / Tuesday visione post - 15
RISULTATI delle partite
Ascoli 1 Avellino 1 Cittadella 1 Latina 0 Pisa 0 Pro Vercelli 1
Frosinone 1 Carpi 0 Benevento 0 Vicenza 1 Cesena 1 Entella 0
Spezia 1 Ternana 1 Trapani 3 Brescia 1 Novara 2
Bari 0 Salernitana 0 Perugia 0 Spal 3 Verona H. 2
CLASSIFICA
Spal 64 / Frosinone 62 / Verona H. 59 / Benevento, Cittadella 54 / Perugia 52 /
Spezia 51 / Bari, Entella 50 / Carpi 48 / Novara 47 / Salernitana 46 /
Avellino 44 / Pro Vercelli 42 / Ascoli, Cesena 39 / Trapani 38 / Vicenza 37 /
Brescia 35 / Ternana 35 / Pisa 32 / Latina 31
Continua... to be continued...
RISULTATI delle partite
Ascoli 1 Avellino 1 Cittadella 1 Latina 0 Pisa 0 Pro Vercelli 1
Frosinone 1 Carpi 0 Benevento 0 Vicenza 1 Cesena 1 Entella 0
Spezia 1 Ternana 1 Trapani 3 Brescia 1 Novara 2
Bari 0 Salernitana 0 Perugia 0 Spal 3 Verona H. 2
CLASSIFICA
Spal 64 / Frosinone 62 / Verona H. 59 / Benevento, Cittadella 54 / Perugia 52 /
Spezia 51 / Bari, Entella 50 / Carpi 48 / Novara 47 / Salernitana 46 /
Avellino 44 / Pro Vercelli 42 / Ascoli, Cesena 39 / Trapani 38 / Vicenza 37 /
Brescia 35 / Ternana 35 / Pisa 32 / Latina 31
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lunedì 17 aprile 2017
Cultura / LIBRO recuperato - "Rosso nella notte bianca" di Stefano Valenti
17 aprile '17 - lunedì 17th April / Monday visione post - 31
Una storia di Resistenza e di vendetta:
questa, dice lo scrittore Stefano Valenti, è "la mia
Valtellina bianca di neve rossa di sangue"
(da la Repubblica - 10 aprile '16 - Milano/Cultura - Annarita Briganti, con intervista)
La vendetta è un piatto che va servito freddo. Nel caso del nuovo romanzo di Stefano Valenti,
Rosso nella notte bianca (Feltrinelli), Ulisse ci mette 48 anni per "sistemare le cose". Nel no-
vembre del 1994 il protagonista, settantenne, torna in Valtellina, aspetta un altro anziano del
paese davanti al bar e lo uccide a picconate. Scopriremo cosa l'ha spinto a questo ge-
sto estremo, che ha a che fare con la morte di sua sorella e con la scia di sangue della Re-
sistenza, che si combatteva su quei monti. Premio Campiello Opera Prima con La fabbrica
del panico, classe '64, valtellinese, Valenti fa rivivere una letteratura montanara e di "lotta"
che comprende nomi quali Revelli, Rigoni Stern e il Fenoglio di Una questione privata, cita-
to in epigrafe.
Che cos'è la Valtellina per lei?
"Mio padre faceva l'operaio a Sesto San Giovanni. A quarant'anni ha mollato tutto per fare
il pittore, tornando sulle montagne, dove vivevano i nonni, portando con sè la sua famiglia.
Dai 3 ai 13 anni sono cresciuto in questa terra, che ha il più alto tasso di suicidi insieme al
Trentino e al versante austriaco della Svizzera. Se alzi gli occhi, non vedi il cielo. I terreni
sono difficilmente coltivabili. C'erano povertà e emigrazione. Anche quando mi sono ritra-
sferito a Milano, per completare gli studi, sono rimasto legato a quei paesaggi. E' il luogo
dell'infanzia dove cercare la forza data dall'ostilità della natura".
Secondo volume di una "trilogia sulla fabbrica", che ruolo ha il lavoro in questo libro?
"Sia Ulisse sia sua madre si spaccano le ossa in una fabbrica tessile della Valsusa. Il lavoro
in catena di montaggio era diviso in due parti di 4 ore con una breve pausa per fare tutto.
se avevi bisogno di andare in bagno prima, dovevi trovare qualcuno che ti sostituisse. Le
macchine non si potevano spegnere mai. si respiravano gas tossici. Si estraeva la ghisa
bollente dai forni. "Ti mando in fabbrica se non studi", ci dicevano da piccoli, era il no-
stro lupo cattivo. I nuovi operai oggi sono i precari, ma non sono sicuro che siano al cen-
tro del dibattito politico e neanche di chi li rappresenti".
Vendicarsi è una cosa buona, in assenza, sembrerebbe, di giustizia?
" 'Rosso nella notte bianca' è basato sulla storia vera di un ex partigiano, ma non è un
inno alla giustizia fai da te. Ulisse vendica sua sorella, segnata dalla violenza della guer-
ra, perchè è capace di farlo, essendo pazzo. M'interessa il disturbo psichico, che affligge
tutti i miei personaggi. Soffrivo di depressione e attacchi di panico, che ho attutito con
la chimicsono malata e la psicoterapia. Mi sentivo in colpa per il mio stato, poi ho capito
che tutti gli uomini, in gradazioni diverse, sono malati".
Studi artistici, una carriera da traduttore, il successo come romanziere. Cosa rappresenta
la scrittura per lei?
"Se stessi bene, non starei chiuso in casa a scrivere. Scrivere ti da una visione più nitida
della realtà, ma non ti toglie il dolore. Ho scoperto che mi piaceva raccontare storie una
decina di anni fa, quando ho iniziato a tradurre, con sessioni di 10,12 ore di lavoro al
giorno, 7 giorni su 7. Prima avevo tentato di dipingere, avevo fatto lo scenografo, il mon-
tatore. Il Campiello mi permette di tradurre meno, mi ha riscattato dai "fallimenti" del
passato, mi ha dato autostima. La scrittura è uno strumento per farsi amare, e qualche
volta funziona".
L' AUTORE
Valtellina. Novembre 1994. Il settantenne Ulisse Bonfanti attende Mario Ferrari davanti al bar e lo ammazza a picconate. E, alla gente che accorre, dice di chiamare i carabinieri, che vengano a prenderlo, lui ha fatto quello che doveva.
Una storia di Resistenza e di vendetta:
questa, dice lo scrittore Stefano Valenti, è "la mia
Valtellina bianca di neve rossa di sangue"
(da la Repubblica - 10 aprile '16 - Milano/Cultura - Annarita Briganti, con intervista)
La vendetta è un piatto che va servito freddo. Nel caso del nuovo romanzo di Stefano Valenti,
Rosso nella notte bianca (Feltrinelli), Ulisse ci mette 48 anni per "sistemare le cose". Nel no-
vembre del 1994 il protagonista, settantenne, torna in Valtellina, aspetta un altro anziano del
paese davanti al bar e lo uccide a picconate. Scopriremo cosa l'ha spinto a questo ge-
sto estremo, che ha a che fare con la morte di sua sorella e con la scia di sangue della Re-
sistenza, che si combatteva su quei monti. Premio Campiello Opera Prima con La fabbrica
del panico, classe '64, valtellinese, Valenti fa rivivere una letteratura montanara e di "lotta"
che comprende nomi quali Revelli, Rigoni Stern e il Fenoglio di Una questione privata, cita-
to in epigrafe.
Che cos'è la Valtellina per lei?
"Mio padre faceva l'operaio a Sesto San Giovanni. A quarant'anni ha mollato tutto per fare
il pittore, tornando sulle montagne, dove vivevano i nonni, portando con sè la sua famiglia.
Dai 3 ai 13 anni sono cresciuto in questa terra, che ha il più alto tasso di suicidi insieme al
Trentino e al versante austriaco della Svizzera. Se alzi gli occhi, non vedi il cielo. I terreni
sono difficilmente coltivabili. C'erano povertà e emigrazione. Anche quando mi sono ritra-
sferito a Milano, per completare gli studi, sono rimasto legato a quei paesaggi. E' il luogo
dell'infanzia dove cercare la forza data dall'ostilità della natura".
Secondo volume di una "trilogia sulla fabbrica", che ruolo ha il lavoro in questo libro?
"Sia Ulisse sia sua madre si spaccano le ossa in una fabbrica tessile della Valsusa. Il lavoro
in catena di montaggio era diviso in due parti di 4 ore con una breve pausa per fare tutto.
se avevi bisogno di andare in bagno prima, dovevi trovare qualcuno che ti sostituisse. Le
macchine non si potevano spegnere mai. si respiravano gas tossici. Si estraeva la ghisa
bollente dai forni. "Ti mando in fabbrica se non studi", ci dicevano da piccoli, era il no-
stro lupo cattivo. I nuovi operai oggi sono i precari, ma non sono sicuro che siano al cen-
tro del dibattito politico e neanche di chi li rappresenti".
Vendicarsi è una cosa buona, in assenza, sembrerebbe, di giustizia?
" 'Rosso nella notte bianca' è basato sulla storia vera di un ex partigiano, ma non è un
inno alla giustizia fai da te. Ulisse vendica sua sorella, segnata dalla violenza della guer-
ra, perchè è capace di farlo, essendo pazzo. M'interessa il disturbo psichico, che affligge
tutti i miei personaggi. Soffrivo di depressione e attacchi di panico, che ho attutito con
la chimicsono malata e la psicoterapia. Mi sentivo in colpa per il mio stato, poi ho capito
che tutti gli uomini, in gradazioni diverse, sono malati".
Studi artistici, una carriera da traduttore, il successo come romanziere. Cosa rappresenta
la scrittura per lei?
"Se stessi bene, non starei chiuso in casa a scrivere. Scrivere ti da una visione più nitida
della realtà, ma non ti toglie il dolore. Ho scoperto che mi piaceva raccontare storie una
decina di anni fa, quando ho iniziato a tradurre, con sessioni di 10,12 ore di lavoro al
giorno, 7 giorni su 7. Prima avevo tentato di dipingere, avevo fatto lo scenografo, il mon-
tatore. Il Campiello mi permette di tradurre meno, mi ha riscattato dai "fallimenti" del
passato, mi ha dato autostima. La scrittura è uno strumento per farsi amare, e qualche
volta funziona".
L' AUTORE
Stefano Valenti
Stefano Valenti (1964), valtellinese, vive a Milano. Ultimati gli studi artistici, si è dedicato alla traduzione letteraria. Il suo romanzo d’esordio, La fabbrica del panico (Feltrinelli 2013), ha vinto il Premio Campiello Opera Prima 2014, il Premio Volponi Opera Prima 2014 e il Premio Nazionale di Narrativa Bergamo 2015. Ha ancora pubblicato con Feltrinelli Rosso nella notte bianca (2016). Per i “Classici” ha tradotto Germinale (2013) di Émile Zola e Il giro del mondo in ottanta giorni (2014) di Jules Verne.
Trama del libro / descrizioneValtellina. Novembre 1994. Il settantenne Ulisse Bonfanti attende Mario Ferrari davanti al bar e lo ammazza a picconate. E, alla gente che accorre, dice di chiamare i carabinieri, che vengano a prenderlo, lui ha fatto quello che doveva.
Erano quarantotto anni che Ulisse mancava da quei monti. Dopo avere lavorato tutta la vita con la madre Giuditta in una fabbrica tessile della Valsusa, è tornato e si è rifugiato nella vecchia baita di famiglia, o almeno in quel che ne è rimasto dopo un incendio appiccato nel 1944.
Non un fiato, non un filo di fumo, non una presenza tutto intorno. In questo abbandono, tormentato da deliri e allucinazioni, Ulisse trascorre l’ultima notte di libertà: riposa davanti al camino, cammina nei boschi, rivive la tragedia che ha marchiato la sua esistenza. Dimenticato da tutti, si rinchiude come un animale morente in quella malga dove nessuno si è avventurato da decenni. I ricordi della povertà contadina, della guerra, della fabbrica, delle tragedie familiari, si alternano in una tormentata desolazione. Una desolazione che nasce dal trovarsi nel paese dove, nel 1946, è morta la sorella Nerina.
È la stessa Nerina a narrare quanto accaduto. Uno di fronte all’altra, la neve sullo sfondo, Ulisse e la giovane sorella si raccontano le verità di sangue che rendono entrambi due fantasmi sospesi sul vuoto della Storia.
Dopo La fabbrica del panico, Stefano Valenti fa della morte violenta di una giovane donna il trauma di un uomo, ossessionato dalla religione, e al contempo il trauma di tutta una stagione civile del nostro paese. Con una scrittura febbrile e allucinata, Valenti evoca passioni, crudeltà, tensioni mai sopite, destini che devono trovare compimento e voce.
Lucianone
Non un fiato, non un filo di fumo, non una presenza tutto intorno. In questo abbandono, tormentato da deliri e allucinazioni, Ulisse trascorre l’ultima notte di libertà: riposa davanti al camino, cammina nei boschi, rivive la tragedia che ha marchiato la sua esistenza. Dimenticato da tutti, si rinchiude come un animale morente in quella malga dove nessuno si è avventurato da decenni. I ricordi della povertà contadina, della guerra, della fabbrica, delle tragedie familiari, si alternano in una tormentata desolazione. Una desolazione che nasce dal trovarsi nel paese dove, nel 1946, è morta la sorella Nerina.
È la stessa Nerina a narrare quanto accaduto. Uno di fronte all’altra, la neve sullo sfondo, Ulisse e la giovane sorella si raccontano le verità di sangue che rendono entrambi due fantasmi sospesi sul vuoto della Storia.
Dopo La fabbrica del panico, Stefano Valenti fa della morte violenta di una giovane donna il trauma di un uomo, ossessionato dalla religione, e al contempo il trauma di tutta una stagione civile del nostro paese. Con una scrittura febbrile e allucinata, Valenti evoca passioni, crudeltà, tensioni mai sopite, destini che devono trovare compimento e voce.
Lucianone
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