domenica 3 gennaio 2021

SCIENZE / archeologia - Il ritrovamento: il termopolio di Pompei

 3 gennaio 2021 - domenica                            3rd January / Sunday                        visione post - 4

(da la Repubblica - 27 dicembre '20 - di Paolo De Luca)

                                          Via dell'Abbondanza, la strada principale di Pompei

Cibi e insulti omofobi, scoperto il
fast food dell'antica Pompei
Il cibo ancora sigillato nei contenitori, tra avanzi di carne e pesce, tracce di vino. Sono i piatti forti
di un menù che il bancone presenta direttamente ai clienti, dipingendolo in quadretti su tutte le sue 
facciate, con raffigurazioni di anatre e un gallo, anfore di vino. Al centro, il disegno  si fa  capolavo-
ro, con una splendida Nereide che cavalca un cavalluccio marino. Benvenuti  nel fast food più "in"
di Pompei, precisamente tra il vicolo delle Nozze d'Argento e quello dei Balconi.
Il termopolio, l'antica tavola calda dei romani, è emerso dai nuovi scavi nella Regio V: già nel 2019
era stato parzialmente liberato di lapilli e macerie. Oggi, per l'eccezionalità delle sue decorazioni, è
stato interamente recuperato. "E' una scoperta straordinaria - commenta Massimo Osanna, direttore
generale dei musei, con l'interim per il Parco archeologico fino a marzo -.  Questo tipo di locale era
diffusa a Pompei, dove si era soliti consumare il pranzo fuori casa. In città se ne contavano un'ottan-
tina, ma nessuno presenta condizioni così buone, con colori perfetti, affreschi splendidi".
Esulta anche dario Franceschini, ministro dei Beni culturali: "Ecco un grande esempio per la ripresa
del Paese - dice -. Oggi Pompei è indicata nel mondo come un esempio di tutela e gestione in cui si
fa ricerca, si continua a scavare e si fanno scoperte straordinarie come questa". La pandemia ha chi-
uso gli scavi al pubblico, ma non ha arrestato le indagini archeologiche. Basti ricordare la creazione
dei calchi di due corpi provenienti  dalla vicina Villa suburbana di Civita Giuliana, annunciata a fi-
ne novembre.  L'area della Regio V di questo ultimo ritrovamento è una sezione preclusa ai visitato-
ri. Ma Osanna conta di aprirla entro aprile, Covid permettendo: "Sarà il nostro regalo di Pasqua".
sorride. Fuori l'ingresso c'è una torre piezometrica (per la distribuzione dell'acqua agli edifici) e
un'elegante fontana, "che probabilmente ha ispirato il motivo del dipinto della Nereide". A propo.
sito di bancone: rappresenta perfettamente  una sintesi  del fascino di Pompei, dove alla bellezza 
degli ornamenti, si alternano tracce di quoidianità cristallizzate dall'eruzione del 79. Sull'intonaco
si legge un graffito: fornisce un indizio sul proprietario dell'esercizio. Sfottendolo con quello che
oggi chiameremmo un insulto omofobo: "Nicia, cineade cacator" (Nicia, invertito cacatore).  "Il
nome di origine greca - sottolinea Osanna - rivela che magari era u no schiavo liberato, un liber-
to".  Forse a Nicia appartiene uno dei due scheletri rinvenuti durante i lavori. "Ossa scomposte -
riprende il direttore - dovute all'intervento di saccheggiatori precedenti, forse nel Seicento, che
scavarono un tunnel in quest'area".
CONTINUA...
to be continued...

sabato 26 dicembre 2020

SOCIETA' - Il trauma del Covid / Istruzioni per un altro Natale

 26 dicembre '20 - sabato                         26th December / Saturday                        visione post - 5

(da la Repubblica - 22 dicembre '20 - di Massimo Recalcati)

La cura delle vite fragili

Sarà un altro Natale, diverso dal solito. Non può essere altrimenti. Ma forse sarà anche un Natale più vicino al senso originario di questa festa. La sua desacralizzazione  si è infatti compiuta  inarrestabil-
mente in questi ultimi decenni. Abbiamo ormai da tempo spogliato il Natale  di ogni significato sim-
bolico riducendolo ad un rituale consumistico senza anima. La nascita di Gesù è stata ridotta ad una
favola tra le altre buona per rallegrare lo spirito dei nostri figli nell'età ancora senza pensiero critico
della infanzia. La stessa celebrazione religiosa è stata trasfigurata per lo più in un'occasione monda-
na di ritrovo collettivo. Il trauma del Covid riporta però bruscamente alla luce quello che vorremmo
invece dimenticare, ovvero il confine tragico che unisce profondamente la vita alla morte. 
Essere circondati dai morti e dalla malattia dovrebbe imporci uno sguardo diverso, una attitudine al-
la solidarietà coi più fragili, con quelli colpiti nel corpo e  nella loro economia vitale  con maggiore
forza dal virus. Dovrebbe sospingerci a distinguere l'ESSENZIALE dall'INESSENZIALE. 
Nondimeno anche di fronte alle piaghe dell'epidemia molti insistono nel voler festeggiare, nel riba-
dire la bellezza imperdibile della convivialità, dello scambio dei doni e dello stare in famiglia. E' il
negazionismo irriflesso che accompagna le nostre vite e il nostro pensiero magico-infantile di pro-
iettarci già fuori dal pantano orribile in cui ci troviamo. Questa spinta a festeggiare trascura di pen-
sare la condizione di emergenza drammatica nella quale tutti siamo ancora immersi e che rende di
fatto ogni festeggiamento stonato e fuori luogo.
Il bambino nella mangiatoia rivela la condizione di abbandono  in cui tutti siamo  sin dalla nostra
origine. Il destino del piccolo Gesù è già scritto ed è quello di morire sulla croce. Tuttavia questo
destino mortale non cancella  la necessità della cura della vita che viene al mondo, ma al contrario
la potenzia. E' per rendere "immensamente sacra" la vita di ciscuno, come si esprime Papa France-
sco nella sua ultima enciclica Fratelli tutti, che il Dio cristiano  si decide  scandalosamente  per la
sua kenosis, per la sua incarnazione facendosi bambino. La sua fragilità manifesta che ciò che ren-
de umana la vita è la grazia dell'attenzione che la circonda, il calore del contatto, la presenza del-
l'altro, il dono. Non è questa la lezione più importante della festa del Natale che nel tempo atroce
e inaudito del Covid dovremmo imparare a tenere con noi prima di ogni altra cosa? Insopportabi-
le diventa allora la lamentazione per la festa mancata, per la convivialità soppressa, per il distan-
ziamento sociale imposto dai decreti governativi, per lo sconvolgimento dei nostri rituali.
Sarà questo giocoforza un altro Natale che dovrebbe spingerci a risacralizzare il suo significato:
la vita dell'inerme è quella di un Dio strano che richiede cura per sopravvivere. Ecco il paradosso formidabile del Natale cristiano! Il suo senso sacro insiste  a ricordarci il gesto fondamentale del-
l'accoglienza senza il quale la vita non diventa umana ma precipita nell'abbandono assoluto. A co-
loro che chiudono la porta delle proprie case rifiutando ospitalità alla famiglia che viene da lonta-
no, rispondono quelli  che  hanno creduto nell'evento, che sono accorsi nella notte  a trovare  e  a 
omaggiare il Dio bambino ospitato in una stalla. La notte di Natale nel racconto cristiano, sappia-
mo, annuncia la venuta al mondo del "Salvatore". Esiste un modo laico per leggere la potenza di
questo racconto? Ai  miei occhi si tratta dell'evento  che rende la vita umana  immensamente sa-
cra. Nel tempo trumatico del Covid la festività di Natale ci ricorda che ogni morte non è mai una
 morte anonima ma è la morte dell'immensamente sacro. Agostino riflette sul gesto di Maria, nar-
rato dall'evangelista Luca, di collocare il suo "primogenito" in una umile mangiatoia sottolinean-
do l'equivalenza del corpo di Gesù con quella del nutrimento.  Questo Natale  non sarà  il tempo
della festa, ma quello che ci obbliga a pensare all'esistenza di un altro nutrimento rispetto a quel-
lo a cui ci siamo abituati nella nostra mondanizzazione del Natale. La sofferenza e i morti di que-
sto terribile anno ci invitano a farlo.

Lucianone

lunedì 21 dicembre 2020

SPORT - calcio / Serie A - 13^ giornata 2020/21

 21 dicembre '20 - lunedì                           21st December / Monday                            visione post - 2

Risultati delle partite
Fiorentina  1     Sampdoria   3     Parma       0     Torino      1     Benevento   2     Cagliari    1    
H. Verona   1     Crotone        1     Juventus   4     Bologna   1     Genoa         0      Udinese   1

Inter      2     Sassuolo   1     Atalanta   4     Lazio     2
Spezia   1     Milan       2     Roma       1     Napoli   0

CLASSIFICA

INTER   33  /   Milan   31  /   Napoli, Juventus, Roma   24  /   Sassuolo   23  /   Atalanta, Lazio   21  /
H. Verona   20  /   Sampdoria   17  /   Benevento, Udinese   15  /   Cagliari, Bologna   14  /
Parma   12  /   Fiorentina, Spezia   11  /   Genoa, Torino   7  /   Crotone   6  

Lucianone


sabato 19 dicembre 2020

SPORT - calcio/ Serie A - 12^ giornata 2020/21 con commento

 19 dicembre '20 - sabato                         19th December / Saturday                      visione post - 6

Risultati delle partite
Udinese   0     Benevento   1     Juventus   1     Fiorentina   1     Genoa   2     Inter      1    Parma      0
Crotone    0      Lazio          1      Atalanta    1     Sassuolo     1     Milan    2      Napoli   0    Cagliari    0

Spezia      2     H. Verona    1     Roma    3
Bologna   2     Sampdoria   2     Torino   1

CLASSIFICA

MILAN   28  /   Inter, Juventus   27  /   Roma   24  /   Napoli, Sassuolo   23  /  H. Verona   20  /
Atalanta, Lazio   18  /   Udinese, Sampdoria   14  /  Cagliari, Bologna, Benevento   13  /  
Parma   12  /  Spezia   11  /   Fiorentina   10  /   Genoa, Crotone   7  /   Torino   6    


COMMENTO
Una cosa è ormai completamente chiara: questo campionato pandemico, senza spettatori e con
allenatori e panchinari urlanti ai bordi campo, non è più  come nelle ultime stagioni  comandato 
dall'inizio alla fine da una sola squadra, la Juventus, ma è e sarà (con ogni probabilità) contrad-
distinto da una battaglia serrata tra più squadre tra le quali ritornano, finalmente, le due milanesi
che faranno derby a sè per la gioia di buona parte dei loro tifosi italici. 
Continua...
to be continued...

venerdì 18 dicembre 2020

Nuove riflessioni del Venerdì - Dai canti e suoni sui balconi alla depressione generale. Che mondo sarà finita questa pandemia, e che altre catastrofi dobbiamo aspettarci?

 18 dicembre '20 - venerdì                            18th december / friday                           visione post -






Libri / saggio - "Nella fine è l'inizio. In che mondo vivremo"

 18 dicembre '20 - giovedì                          18th December / Thursday                      visione post - 4

(da 'il manifesto' - 17 novembre '20 - Francesco Antonelli)
UN AGILE SAGGIO SOCIOLOGICO
firmato da Chiara Giaccardi e Mauro Magatti
In uno dei suoi romanzi più famosi, La peste (1947), Albert Camus scrive che "le epidemie ci 
insegnano".  In un libro meno famoso ma più recente, La febbre (2018), Ling Ma  scrive  che
"dopo la Fine (causata dall'epidemia di febbre al centro del suo romanzo distopico, nda) arrivò
l'inizio".
 Insomma, la modernità. così orgogliosa delle sue conquiste, non incontra le epidemie solo co-
me fatti epidemiologici e naturali bensì come soggetti sociali e politici in grado di rimettere in 
discussione l'ordine sociale e di farne emergere le più stridenti contraddizioni: la peste, l'epide-
mia, portano con loro anche  una malattia morale  e, sgretolando il passato, aprono  le porte  a 
nuove possibilità, regressive (più spesso) oppure di avanzamento sociale (più raramente). Far
emergere una coscienza post-apocalittica - nel senso di rendere consapevoli le persone di ciò
e quindi di evitare che divengano semplici "oggetti" da manipolare  all'interno  di rivoluzioni
passive gestite solo dall'alto - è l'obiettivo principale  del nuovo libro  di Chiara Giaccardi  e
Mauro Magatti Nella fine è l'inizio. In che mondo vivremo (Il Mulino, pp. 180, euro 15).
Il libro di Giaccardi e Magatti è per questo motivo pieno di speranza poichè la speranza - co-
me ci ha insegnato Bloch - vuol dire dare valore a qualcosa che si desidera per il futuro, com-
battere per affermarla, consapevoli della possibilità concreta che si verifichi l'esatto contrario:
alla pandemia di Covid occorre guardare  senza ottimismo nè pessimismo per il futuro. Eppu-
re come possibilità aperta di ricostruire un intero assetto sociale profondamente deficitario  e
in bancarotta già prima dell'epidemia.
La narrazione globalista, impostasi dopo la caduta del muro di Berlino, incentrata sul modello
di un capitalismo senza confini, incontrollato e incontrollabile che genera, attraverso l'ipertro-
fia della tecnica, l'esaltazione di soggetti solitari, iper-stimolati, compiaciuti della propria inar-
restabile volontà di potenza che violenta l'ecosistema  e  svilisce i rapporti umani, eternamente
inquieta e ansiogena, come lo sono le élite socialmente irresponsabili  che  l'hanno alimentata,
è finita per sempre: la pandemia è solo l'ultimo evento catastrofico di una triade costituita dal-
l' undici settembre e dalla crisi economico-finanziaria del 2007/8 che hanno mostrato l'insoste-
nibilità dell'attuale modello di sviluppo.  In questo contesto, cosa ci insegna la pandemia? Per
Giaccardi e Magatti un valore fondamentale che, a dire il vero, era stato rintracciato come tale
da alcuni grandi sociologi a cavallo del XX secolo, come la risorsa fondamentale e, allo stesso
tempo  la grande fragilità  della società moderna:  l'INTERDIPENDENZA -  o meglio, l'inter-
indipendenza. come la chiamano gli autori - tra persone, ruoli, funzioni e paesi del mondo. Il
fatto che la libertà di ciascuno non finisce dove inizia quella dell'altro (secondo la vulgata li-
berale); ma, al contrario, è sostenuta e possibile solo assieme e grazie al riconoscimento e al-
la presa in carico, alla cura, dell'altro. Il familiare, l'amico come l'estraneo.
Solo attraverso comportamenti responsabili possiamo garantire la salute e la sicurezza degli
altri. Solo avendo consapevolezza che si appartiene a una comunità-. Solo riconoscendo che 
la dimensione del "pubblico", del "sociale", dello "Stato" continua a essere fondamentale per
poter garantire un presente e un futuro degno. In poche parole, ritorna al centro la solidarietà
sociale e la cittadinanza come insieme di diritti e doveri che ci liberano dall'infantilismo del
neoliberismo.  Se Beck e Bauman, con i loro modelli della società del rischio e della moder- 
nità liquida, sono i sociologi che più volte vengono richiamati da Giaccardi e Magatti come
gli intellettuali che, prima e meglio degli altri, avevano capito i limiti del globalismo e la di-
rezione verso cui muoversi per superarli, è Emile Durkheim il vero vincitore intellettuale di
questa partita poichè fu questo grande padre fondatore della sociologia, oggi frettolosamen-
te e non a caso dimenticato, già a fine Ottocento, a indicare chiaramente tutte queste dimen-
sioni come fondamentali  per assicurare  un futuro sostenibile  alle fragili società moderne, 
troppo spesso incantate dalle sirene dell'individualismo di mercato.  E anche la sinistra do-
vrebbe ricominciare a ricordarlo per uscire dalle secche in cui una ormai mortifera prospet-
tiva della "terza via", in nome del globalismo, l'ha precipitata da almeno trent'anni.

Lucianone

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mercoledì 16 dicembre 2020

Ultime notizie - dall' Italia e dal Mondo / Latest news

 16 dicembre '20 - mercoledì                         16th December / Wednesday                  visione post - 2

ITALIA . Coronavirus
Prevenzione
Stretta di Natale, verso compromesso nel governo: zona rossa nei festivi 
e prefestivi dal 24 dicembre al 3 gennaio
In quel periodo:
Autocertificazione per qualsiasi spostamento, ristoranti chiusi e vietate le visite a parenti e amici
Gli spostamenti

Vietato qualsiasi spostamento all'interno delle zone rosse: sia all'interno del proprio Comune che fuori. Le uniche eccezioni sono per esigenze di lavoro, salute o necessità. Tutte esigenze che devono essere sempre giustificate da un'autocertificazione altrimenti rischiano multe. Si può, ad esempio, andare ad acquistare beni essenziali in un Comune limitrofo: come fare la spesa, andare in profumeria, libreria o a tagliarsi i capelli dal parrucchiere.Non ci può neanche spostare al di fuori della propria Regione. Il divieto non vale, anche in questo caso, se ci sono esigenze di tipo lavorativo, di salute o di necessità. Tuttavia si può sempre far ritorno alla propria residenza, domicilio o abitazione. Anche se le Regioni di provenienza e di arrivo sono di colori diversi, il rientro a casa è sempre garantito, ma va giustificato con l'autocertificazione. Non si possono neanche raggiungere le seconde case, anche se si trovano nello stesso Comune o Regione. E se c'è un imprevisto? L'unico caso in cui si può andare è quello dell'emergenza improvvisa: si rompe l'impianto idraulico, c'è un crollo nell'abitazione o avviene un'effrazione. Il tempo di permanenza nella seconda casa, però, deve essere solo lo strettamente necessario a risolvere il problema.

Stati Uniti
Biden e la crisi Usa
I grandi elettori si sono pronunciati a favore di Joe Biden, ma gli stati Uniti restano
divisi. Le linee di frattura sono numerose come i fattori unificanti
New York -
New York coperta di neve: da anni una tempesta così violenta non si
abbatteva sulla città.
LIBIA -

Il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio sono
volati a Bengasi per la liberazione dei 18 marittimi di Mazara del Vallo,
sequestrati con i loro due pescherecci, da oltre 100 giorni in Libia.

Lucianone

domenica 13 dicembre 2020

SPORT - calcio / Serie A - 11^ giornata 2020/21

 13 dicembre '20 - domenica                         13th December / Sunday                          visione post - 5

Risultati delle partite
Sassuolo     1     Crotone   4     Torino      2     Lazio           1     Cagliari   1     Atalanta      3
Benevento   0     Spezia     1     Udinese   3     H. Verona   2      Inter        3    Fiorentina   0

Bologna   1     Napoli           2     Genoa       1     Milan    2
Roma       5     Sampdoria   1     Juventus   3     Parma   2

CLASSIFICA

MILAN   27  /   Inter   24  /  Juventus   24  /   Napoli   23  /   Sassuolo   22  /   Roma   21  /   
H. Verona   20  /   Lazio   17  /   Atalanta   17  /   Udinese   13  /   Cagliari, Bologna, Benevento   12  /  Sampdoria, Parma   11  /   Spezia   10  /   Fiorentina   9  /   Torino, Genoa, Crotone   6




  Lucianone

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Spettacoli / cinema - I maestri del cinema: le due anime di Silvio Soldini

 13 dicembre '20 - domenica                          13th December / Sunday                       visione post - 2 

(da la Repubblica - 8 settembre '20 - di Roberto Nepoti)
Malinconico, attento ai temi delle minoranze etniche
in una Milano inospitale, Soldini conquista il pubblico
con la commedia "Pane e tulipani"
Nato a Milano da una famiglia originaria di Chiasso) l'11 agosto 1958, Silvio Soldini appartiene a
una generazione il cui cinema prende forma "lontano da Roma": Davide Ferrario, Daniele Maggio-
ni, Giorgio Garini, il direttore della fotografia Luca Bigazzi.  Adolescente  si appassiona ai film  e 
frequenta assiduamente la Cineteca, vedendone centinaia; in particolare tutti quelli della Nouvelle
Vague francese e del Nuovo Cinema Tedesco. Vorrebbe diventare regista, ma non crede di averne
davvero la possibilità. Invece il padre Adolfo, industriale nautico (il fratello di Silvio, Giovanni, è
un noto velista), lo incoraggia a coltivare la sua aspirazione. Così a ventun anni, dopo due di Scien-
ze Politiche frequentati con scarso entusiasmo a milano, si trasferisce in America  col supporto di 
una lontana cugina che fa la montatrice  e  studia cinema  alla new York University. realizzato un
primo cortometraggio dal titolo Drimage, Soldini torna a Milano, dove sfrutta la conoscenza della
lingua inglese lavorando come traduttore di telefilm e fa l'aiuto regista in produzioni pubblicitarie.
Qui icontra Luca Bigazzi, suo ex compagno di scuola e aspirante direttore della fotografia, assie-
me ad altri giovani appassionati di cinema.  In un clima di entusiasmo, con i mezzi modesti  a di-
sposizione (le prove sono fatte con cineprese a passo ridotto), nascono i primi film, due mediome-
traggi che esprimono la tendenza più malinconica della sua poetica nascente: Paesaggio con figu-
re (1983), girato con cinepresa 16mm e accolto in vari festival, e Giulia in ottobre, ritratto di una
solitudine femminile sullo sfondo di una Milano ostile presentato a Filmmaker nel 1985. A propo-
sito del secondo il regista ha detto: "L'anno della grande nevicata... era gennaio, ho un bellissimo
ricordo di me a piedi sotto la neve  che attraverso la città  completamente bianca  e bloccata, con
uno zaino contenente le varie "pizze" sia di pellicole che di suono... dove vo a fare il mix del film".
  Sempre a Milano, con Daniele Maggioni e Giorgio Garini, fonda la casa di produzione Monoga-
tari, che produce il suo primo lungometraggio L'aria serena dell'ovest, poi annoverato tra gli esem-
più rappresentativi del cosiddetto Nuovo Cinema Italiano.  In una Milano di fine anni Ottanta, di
nuovo presentata come fredda e inospitale, si sfiorano i destini di alcuni personaggi mediante un'a-
gendina smarrita che passa di mano in mano.  Non ispira più ottimismo il successivo Un'anima di-
visa in due (1993), storia dell'amore difficile  tra l'addetto alla sicurezza  di un grande magazzino
milanese e una giovane rom, bene accolta alla Mostra di Venezia.   Attento al tema delle minoran-
ze etniche, Soldini mostra anche una predilezione per i personaggi femminili, come dimostra il
drammatico  Le acrobate del 1997.  Ma è quando scopre in sè una vena d'inaspettata leggerezza
che il regista incontra il massimo consenso di pubblico e critica per un suo film: Pane e tulipani
(2009, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes poi pluripremiato in patria.

Continua... to be continued...