17 novembre '15 - martedì 17th November / Tuesday visione post - 32
Commento e analisi
(di Luciano Finesso)
Attacchi terroristici asimmetrici e strage di civili in Francia, Parigi
1. Lo shock - la paura e il terrore - il pianto
2. La scossa - la rabbia - l'orgoglio
3. La comprensione ragionata e lucida
1. "Miei cari compatrioti, mentre sto parlando sono in corso degli attacchi terroristici
senza precedenti nell'agglomerato parigino. Ci sono diverse decine di morti, ci sono
molti feriti, è un orrore". Sono state queste le prime parole del presidente francese Hollande
che hanno fatto subito seguito allo shock che milioni di persone stavano provando davanti
ai loro televisori: immagini di atti terroristici molto simili ad una guerra, ma naturalmente
un tipo di guerra speciale essendo modernamente concepita come "asimmetrica", una guer-
ra asimmetrica in cui chi la conduce lo fa in modo improvviso, cioè senza preavviso, e in cui
non è assolutamente noto il luogo dove avviene l'attacco. E' una guerra che personalmente
definisco subdola, vigliacca. Anche perchè, come ulteriore aggravante, colpisce cittadini e
quindi civili indifesi. Ecco perchè Hollande ha parlato di orrore, ecco perchè il primo normale
sentimento per tutti coloro che hanno assistito da casa davanti alle tivù è stato di shock, uno
shock tremendo e spaventoso.
Chi, come me e altre persone in Italia, hanno saputo le prime notizie da Parigi, hanno dovuto
attendere la fine della partita di calcio Italia-Belgio e i suoi commenti relativi e lo speaker di-
ceva "siamo in attesa di collegarc'i con Parigi per uno speciale in quanto Parigi è sotto assedio".
Già un primo sentimento, stato d'animo di ansia e di iniziale paura ci ha preso noi che eravamo
lì in attesa che le prime notizie si tramutassero in realtà dei fatti. E questi si sono fatti concreti
subito dopo con quelle scene dallo stadio di Parigi invaso sul prato del campo da spettatori in-
creduli e spaventati, terrorizzati poi, che si abbracciavano (come a proteggersi) alle notizie via
cellulari degli attacchi dei terroristi-assassini ijadisti al di fuori dello stadio, con un kamikaze
che si era fatto esplodere, e di altri attacchi nei bar e ristoranti del centro di Parigi con persone
inermi colpite a morte. Poi sono arrivate le scene sempre più drammatiche, incalzanti di gente
che fuggiva all'esterno della Sala concerti 'Bataclan', dove era palpabilissimo il terrore che vi
aleggiava con auto di polizia con sirene spiesterminatogate e un mezzo esercito di poliziotti e
di forze speciali schierate (le teste di cuoio) che erano pronte a intervenire all'interno dell'edificio
dove numerosi terroristi tenevano in ostaggio centinaia di giovani spettatori (di un concerto rock).
Poi si è saputo come il tutto è finito: con 129 cittadini, di varie nazionalità, morti sotto i colpi
dei kalshnikov e delle granate dei macellai mandati dall'Isis. Quasi tutti i terroristi sono stati
uccisi a loro volta dai poliziotti francesi e durante il blitz nella sala concerti 'Rataplan'.
Dunque una notte di paura e terrore, e che è ciò che vogliono che proviamo i miliziani del se-
dicente stato islamico. La paura e il terrore sono proseguiti fino al giorno dopo, sabato, e da
domenica in poi sono seguiti i sentimenti del dolore e del pianto, come giusto che sia. Il sotto-
scritto è nato in Francia, e ha poi vissuto gran parte della giovinezza in una città veneta, dun-
que veneto come lo era Valeria Solesin. Per cui mi sento doppiamente toccato.
Tutti giovani, tutti ragazzi erano lì in quella carneficina di Parigi. Poi dicono che ricordiamo, commemoriamo solo i morti trucidati qui, nelle nostre città europee, e ci dimentichiamo subi-
to e facilmente di tutti quelli che i terroristi fanno fuori negli altri Paesi, soprattutto nel con-
tinente africano: Nigeria, Somalia, Congo, Mali eccetera. Ma non lo trovo del tutto vero. Noi
siamo qui, abitiamo qui ed è giusto che pensiamo di più ai nostri; gli altri penseranno di più
ai loro morti, alle loro stragi - ma comunque, sì, è giusto, bisogna commemorare e avere un
pensiero per tutte queste persone nel mondo che vengono uccise da gente che si è inventata
un Dio (malvagio) inesistente che penserebbe solo alla vendetta e a sacrificare, uccidendo,
chi non la pensa come lui, un Allah che escluderebbe tutte le altre religioni. E allora questo
fatto ci dà sì una scossa (o almeno sembra che ce la stia finalmente dando a noi occidentali),
in quanto abbiamo avuto in Europa due guerre mondiali che hanno sterminato le .
2. E comunque la scossa noi occidentali europei l'abbiamo avuta già da un pò nell'apprendere
che tra gli affiliati dell'Isis vi sono moltissimi foreign fighters (combattenti stranieri) e che
sono appunto giovani, in tanti casi giovanissimi ragazzi/ragazze, di vari Paesi europei. Questo
ci scuote non poco, pensando che potrebbero essere nostri figli, nipoti, cugini. E infatti spesso
si sente che i loro genitori o fratelli non li conoscevano così bene, che la loro fuga in Siria o in
Iraq e nei paesi del terrore, nei territori dell'Is non era assolutamete conosciuta dai parenti. E
così l'Isis (o Is che si voglia dire) riesce a convincerli, a stregarli diciamo, e li fa convertire alla
sua folle ideologia del terrore e della morte per volontà divina. Poi veniamo anche a sapere che
questi foreign fighters vengono pagati in verità ed esce tutto l'aspetto mercenario di questi arruo-
lamenti. Si viene anche a conoscenza di un'altra verità atroce: tra i kamikaze utilizzati dall'Isis vi
sono bambini e bambine, di nove e dieci anni e poco più, costretti a immolarsi per questo Allah
spietato e inumano. E a questo punto la paura e il terrore iniziali, poi la scossa o meglio le diver-
se scosse date dalla vastità e gravità della situazione, lasciano il posto alla rabbia e al dovere ur-
gente di reagire (senza quindi cedere alle paure, ai timori) e dare una risposta forte a questi folli
barbari del ventunesimo secolo. E allora qui subentra l'orgoglio, quello di paesi e nazioni ferite
a morte che finalmente hanno un sussulto davanti a queste stragi. Finalmente! E qui ricordiamo
le parole ammonitrici di Oriana Fallaci dopo l'11 settembre americano. Anche l'Occidente euro-
peo sembra svegliarsi, sembra capire che quelle teste mozzate dai boia guidati dall'Isis non era-
no solo fantasmi televisivi. Rabbia e orgoglio, finalmente, per affrontare questa cruda realtà.
Ma occorre affrontarla con più lucidità, rispetto all'11 settembre, con maggiore approfondimen-
to storico e strategia militare rispetto alle conclusioni azzardate e ai risultati disastrosi che ave-
vano seguito quella data, che ha segnato il punto storico del non ritorno e dell'inizio di guerra
moderna-permanente e senza soluzione di continuità.
3. Bisogna partire da una comprensione ragionata e lucida degli avvenimenti che sono accaduti
dopo l'invasione dell'Iraq da parte dell'esercito americano, e nello stesso tempo dalla com-
prensione del mondo islamico e della sua evoluzione storica-geografica e insieme geo-politica.
Continua... to be continued...
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martedì 17 novembre 2015
sabato 14 novembre 2015
Ultime notizie - dal Mondo - Attacco terroristico a PARIGI con i primi racconti, commenti e analisi / Latest news and videos
14 novembre '15 - sabato 14th November / Saturday VISIONE POST - 30
PARIGI - 13 novembre 2015
Ieri notte è stata una strage di cittadini a Parigi,
da parte di terroristi - criminali che hanno colpito
sette punti della metropoli francese: usando Kalashnikov,
granate, bombe e kamikaze.
L'Isis ha devastato il cuore dell'Europa e ha dichiarato
guerra aperta agli europei.
Nessuno Stato europeo può stare tranquillo!
11 settembre 2001 - New York
13 novembre 2015 - Parigi
L'umanità è sotto attacco
(colpita la nostra libertà)
Da questa notte, 13 novembre, sappiamo cos'è una guerra nel cuore di
una città. Da questa notte, sappiamo che a Parigi si può morire come a
Bagdad, come a Beirut, come a Tripoli. Un attacco terroristico e militare,
sferrato quasi simultaneamente alla capitale francese, alla Francia e
di fatto all'Europa che rivive in diretta la tragedia dell'11 settembre americano.
Mentre l'Isis inneggia e rivendica, mentre è ancora tutto confuso e
complicato indicare singole matrici e responsabilità di un piano criminale,
la spaventosa evidenza degli avvenimenti è la più ineluttabile prova che
la nostra vita di europei liberi non sarà più come prima.
Tutte le questioni della sicurezza, dello scontro di civiltà, dei metodi da
impiegare contro la minaccia terroristica, della risposta politica e militare
al terrorismo, della privacy e delle garanzie democratiche si riassumono
nella cappa di dolore e paura che aleggia questa notte sulla capitale francese.
A Parigi, l'atmosfera è al tempo stesso terribile e surreale. Una metropoli ,
assediata e deserta, pattugliata da centinaia di agenti in assetto di guerra,
sconvolta da allarmi e falsi allarmi, prigioniera di un incubo di cui non erano
mancate numerose avvisaglie ma di cui le proporzioni erano inimmaginabili.
I terroristi hanno colpito alla cieca, falciando cittadini inermi, ragazzi in una
sala di concerto, clienti di un ristorante. Hanno sparato nella moltitudine del-
la notte parigina, come sempre luccicante, euforica, spensierata.
...Parigi brucia, come nei giorni terribili dell'occupazione tedesca. Parigi bru-
cia come negli anni della guerra d'Algeria e degli attentati a De Gaulle, Parigi
brucia come New York. Questa notte, è un luogo dell'umanità assediata dalla barbarie.
(da 'Corriere della Sera' - Massimo Nava)
I segnali rimasti inascoltati
- Il lungo assedio -
Pensavamo di cavarcela con una passeggiata di un milione di persone sui boulevard
di Parigi, nel gennaio scorso, dopo la carneficina del Charlie Hebdo.
Tutti insieme, tutti "Je suis Charlie" e dopo dimenticare, rimuovere, scusarsi: "Se la
sono andata a cercare". Poi è successo a Copenaghen, quando un convegno sulla
libecqbdi niente. - Avevamo fatto finta di niente anche in Canada, quando ad essere
assediato è stato il Parlamento. Ma il Canada era lontano, anche l'Australia era
lontana. Anche l'Isis sembrava lontanissimo.
E in Italia, cosa poteva accadere, mica che un ebreo sarebbe stato accoltellato a Milano
all'uscita di un ristorante kosher, kosher come il supermercato dove, subito dopo la strage
del settimanale che aveva osato pubblicare le vignette su Maometlleto, un altro massacro ha
colpito gli ebrei francesi. E adesso l'apocalisse di ieri sera, di stanotte.
Davvero era così' imprevedibile? Davvero chi diceva che l'Europa stava diventando un
campo di battaglia esagerava, fomentava la guerra di religione, seguiva le orme di Michel
che pure è costretto a vivere blindato perchè l'islamismo fondamentalista non gli perdona
"Sottomissione"?-
L'Europa è al centro di questa guerra. E chi la conduce, spargendo sangue, lutti e paura,
non è un semplice terrorista, ma un combattente di una guerra santa che non conosce con-
fini, così come lo Stato islamico non conosce i confini e le frontiere dei vecchi Stati, dall'Iraq
alla Siria, disegnati con il crollo dell' Impero ottomano.
(da 'Corriere della Sera' - Pierluigi Battista)
Continua... to be continued...
PARIGI - 13 novembre 2015
Ieri notte è stata una strage di cittadini a Parigi,
da parte di terroristi - criminali che hanno colpito
sette punti della metropoli francese: usando Kalashnikov,
granate, bombe e kamikaze.
L'Isis ha devastato il cuore dell'Europa e ha dichiarato
guerra aperta agli europei.
Nessuno Stato europeo può stare tranquillo!
Attacchi a Parigi - Bandiere Commissione Ue a mezz'asta
a Bruxelles11 settembre 2001 - New York
13 novembre 2015 - Parigi
L'umanità è sotto attacco
(colpita la nostra libertà)
Da questa notte, 13 novembre, sappiamo cos'è una guerra nel cuore di
una città. Da questa notte, sappiamo che a Parigi si può morire come a
Bagdad, come a Beirut, come a Tripoli. Un attacco terroristico e militare,
sferrato quasi simultaneamente alla capitale francese, alla Francia e
di fatto all'Europa che rivive in diretta la tragedia dell'11 settembre americano.
Mentre l'Isis inneggia e rivendica, mentre è ancora tutto confuso e
complicato indicare singole matrici e responsabilità di un piano criminale,
la spaventosa evidenza degli avvenimenti è la più ineluttabile prova che
la nostra vita di europei liberi non sarà più come prima.
Tutte le questioni della sicurezza, dello scontro di civiltà, dei metodi da
impiegare contro la minaccia terroristica, della risposta politica e militare
al terrorismo, della privacy e delle garanzie democratiche si riassumono
nella cappa di dolore e paura che aleggia questa notte sulla capitale francese.
A Parigi, l'atmosfera è al tempo stesso terribile e surreale. Una metropoli ,
assediata e deserta, pattugliata da centinaia di agenti in assetto di guerra,
sconvolta da allarmi e falsi allarmi, prigioniera di un incubo di cui non erano
mancate numerose avvisaglie ma di cui le proporzioni erano inimmaginabili.
I terroristi hanno colpito alla cieca, falciando cittadini inermi, ragazzi in una
sala di concerto, clienti di un ristorante. Hanno sparato nella moltitudine del-
la notte parigina, come sempre luccicante, euforica, spensierata.
...Parigi brucia, come nei giorni terribili dell'occupazione tedesca. Parigi bru-
cia come negli anni della guerra d'Algeria e degli attentati a De Gaulle, Parigi
brucia come New York. Questa notte, è un luogo dell'umanità assediata dalla barbarie.
(da 'Corriere della Sera' - Massimo Nava)
I segnali rimasti inascoltati
- Il lungo assedio -
Pensavamo di cavarcela con una passeggiata di un milione di persone sui boulevard
di Parigi, nel gennaio scorso, dopo la carneficina del Charlie Hebdo.
Tutti insieme, tutti "Je suis Charlie" e dopo dimenticare, rimuovere, scusarsi: "Se la
sono andata a cercare". Poi è successo a Copenaghen, quando un convegno sulla
libecqbdi niente. - Avevamo fatto finta di niente anche in Canada, quando ad essere
assediato è stato il Parlamento. Ma il Canada era lontano, anche l'Australia era
lontana. Anche l'Isis sembrava lontanissimo.
E in Italia, cosa poteva accadere, mica che un ebreo sarebbe stato accoltellato a Milano
all'uscita di un ristorante kosher, kosher come il supermercato dove, subito dopo la strage
del settimanale che aveva osato pubblicare le vignette su Maometlleto, un altro massacro ha
colpito gli ebrei francesi. E adesso l'apocalisse di ieri sera, di stanotte.
Davvero era così' imprevedibile? Davvero chi diceva che l'Europa stava diventando un
campo di battaglia esagerava, fomentava la guerra di religione, seguiva le orme di Michel
che pure è costretto a vivere blindato perchè l'islamismo fondamentalista non gli perdona
"Sottomissione"?-
L'Europa è al centro di questa guerra. E chi la conduce, spargendo sangue, lutti e paura,
non è un semplice terrorista, ma un combattente di una guerra santa che non conosce con-
fini, così come lo Stato islamico non conosce i confini e le frontiere dei vecchi Stati, dall'Iraq
alla Siria, disegnati con il crollo dell' Impero ottomano.
(da 'Corriere della Sera' - Pierluigi Battista)
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martedì 10 novembre 2015
Sport - MotoGP / L'inutile rimonta di Rossi: gli spagnoli antisportivi cafoni gli fanno il biscottone!
10 novembre '15 - martedì 10th November / Tuesday visione post - 15
Ma così non Vale, proprio non vale!
Adesso, finita la gara, Marc Marquez nelle interviste cerca e trova tutte le
scuse possibili e gli alibi più diversi per tirarsi fuori da ogni colpa. O forse
sono i rimedi dietro cui va a pararsi per i quasi sicuri sensi di colpa? Fatto sta che quel
suo visetto d'angelo nasconde dietro tutte le diavolerie cui è ricorso fin dalla gara asiatica
di Sepang (e magari anche un pò prima). Invece, almeno Lorenzo ammette serafico che i
due della Honda, cioè pure Pedrosa, lo hanno aiutato. Anche se subito dopo fa la classica retromarcia inventandosi che i due erano in crisi, avvalorando le baggianate di Marc. E
infine, ciliegina sulla torta biscottata, va a dire che lui merita rispetto perchè ha vinto più
di tutti. Dispiace solo un pò per Pedrosa, che forse è stato messo in mezzo alla biscottata.
Ma lui almeno ci ha provato ad attaccare Lorenzo. Marquez lo ha bloccato. O forse era
tutta una magnifica messa in scena!
Sta di fatto che così proprio non vale, soprattutto non si deve rovinare un MotoGP che ha
sempre avuto nella sportività la sua ragione d'essere: il migliore deve prevalere dopo una
lotta all'ultimo giro basata sulla lealtà e la correttezza. Purtroppo questo non è stato, e c'è
il forte timore che nel prossimo futuro le cose non possano essere più come prima anche in
questo sport. Giochi di squadra, giochi di potere delle case motoristiche, e alla base giochi
di quattrini. Speriamo solo non si ripeta.
Noi comunque il nostro campione del mondo l'abbiamo già incoronato: è Vale, il nostro
Valentino, che a Valencia ha compiuto ben 21 sorpassi prima di giungere quarto e di es-
sere biscottato indegnamente dai tre spagnoli. Evviva Vale. Tu si che vali, eccome!
Luciano Finesso
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Ma così non Vale, proprio non vale!
Adesso, finita la gara, Marc Marquez nelle interviste cerca e trova tutte le
scuse possibili e gli alibi più diversi per tirarsi fuori da ogni colpa. O forse
sono i rimedi dietro cui va a pararsi per i quasi sicuri sensi di colpa? Fatto sta che quel
suo visetto d'angelo nasconde dietro tutte le diavolerie cui è ricorso fin dalla gara asiatica
di Sepang (e magari anche un pò prima). Invece, almeno Lorenzo ammette serafico che i
due della Honda, cioè pure Pedrosa, lo hanno aiutato. Anche se subito dopo fa la classica retromarcia inventandosi che i due erano in crisi, avvalorando le baggianate di Marc. E
infine, ciliegina sulla torta biscottata, va a dire che lui merita rispetto perchè ha vinto più
di tutti. Dispiace solo un pò per Pedrosa, che forse è stato messo in mezzo alla biscottata.
Ma lui almeno ci ha provato ad attaccare Lorenzo. Marquez lo ha bloccato. O forse era
tutta una magnifica messa in scena!
Sta di fatto che così proprio non vale, soprattutto non si deve rovinare un MotoGP che ha
sempre avuto nella sportività la sua ragione d'essere: il migliore deve prevalere dopo una
lotta all'ultimo giro basata sulla lealtà e la correttezza. Purtroppo questo non è stato, e c'è
il forte timore che nel prossimo futuro le cose non possano essere più come prima anche in
questo sport. Giochi di squadra, giochi di potere delle case motoristiche, e alla base giochi
di quattrini. Speriamo solo non si ripeta.
Noi comunque il nostro campione del mondo l'abbiamo già incoronato: è Vale, il nostro
Valentino, che a Valencia ha compiuto ben 21 sorpassi prima di giungere quarto e di es-
sere biscottato indegnamente dai tre spagnoli. Evviva Vale. Tu si che vali, eccome!
Luciano Finesso
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Riflessioni - Albo dei Consumatori e gratuità del web
10 novembre '15 - martedì 10th November / Tuesday visione post - 6
Difficile dire se sia vero o solamente verosimile la notizia che una base dell'Is è stata individuata e distrutta da missili americani perchè tre miliziani avevano messo in rete
un selfie che ne ha permesso la localizzazione (per la serie: per fortuna anche i terrori-
sti possono essere imbecilli). Si tratterebbe di un caso decisamente estremo di violazio-
ne della privacy: invece delle proposte commerciali indesiderate, arriva un missile. E
comunque tutti noi, anche i non terroristi dell'Is, siamo nella spaventosa condizione di
essere individuati, classificati secondo le abitudini di consumo e infine raggiunti da
quel missile incruento, ma non meno micidiale, che è l'inclusione (obbligatoria) nel-
l'Albo dei Consumatori. - Qualcuno comioncia a pensare che la totale gratuità del web
sia l'irresistibile esca chew ci fa abboccare, a miliardi, all'amo di una visibilità non sem-
pre gradita, e di una raggiungibilità non sempre cercata. Mi sembra un dibattito oppor-
tuno: anche perchè la gratuità del web è fittizia, visto che la paghiamo diventando a no-
stra volta un prodotto, vendibile nei giganteschi pacchetti di potenziali clienti di questo
o di quel servizio, di questo o di quel prodotto.
Cìè da chiedersi, però, se sia ancora possibile tornare indietro. La gratuità del web (per
esempio dei social network) è vissuta come una specie di "diritto". Di intoccabile conquista.
E provare a scavarci dentro, per capire che cosa contiene esattamente quella presunta gra-
tuità, e che conseguenze può avere sulla nostra vita personale, è faticoso tanto quanto rema-
re contro la corrente.
(da la Repubblica - 06/06/'15 - L'amaca / Michele Serra)
Lucianone
Difficile dire se sia vero o solamente verosimile la notizia che una base dell'Is è stata individuata e distrutta da missili americani perchè tre miliziani avevano messo in rete
un selfie che ne ha permesso la localizzazione (per la serie: per fortuna anche i terrori-
sti possono essere imbecilli). Si tratterebbe di un caso decisamente estremo di violazio-
ne della privacy: invece delle proposte commerciali indesiderate, arriva un missile. E
comunque tutti noi, anche i non terroristi dell'Is, siamo nella spaventosa condizione di
essere individuati, classificati secondo le abitudini di consumo e infine raggiunti da
quel missile incruento, ma non meno micidiale, che è l'inclusione (obbligatoria) nel-
l'Albo dei Consumatori. - Qualcuno comioncia a pensare che la totale gratuità del web
sia l'irresistibile esca chew ci fa abboccare, a miliardi, all'amo di una visibilità non sem-
pre gradita, e di una raggiungibilità non sempre cercata. Mi sembra un dibattito oppor-
tuno: anche perchè la gratuità del web è fittizia, visto che la paghiamo diventando a no-
stra volta un prodotto, vendibile nei giganteschi pacchetti di potenziali clienti di questo
o di quel servizio, di questo o di quel prodotto.
Cìè da chiedersi, però, se sia ancora possibile tornare indietro. La gratuità del web (per
esempio dei social network) è vissuta come una specie di "diritto". Di intoccabile conquista.
E provare a scavarci dentro, per capire che cosa contiene esattamente quella presunta gra-
tuità, e che conseguenze può avere sulla nostra vita personale, è faticoso tanto quanto rema-
re contro la corrente.
(da la Repubblica - 06/06/'15 - L'amaca / Michele Serra)
Lucianone
Sport - calcio / Serie A - 12^ giornata - 2015/16
10 novembre '15 - martedì 10th November / Tuesday visione post - 7
Risultati delle partite
Verona H. 0 Milan 0 Torino 0 Empoli 1 Frosinone 2 Palermo 1
Bologna 2 Atalanta 0 Inter 1 Juventus 3 Genoa 2 Chievo 0
Roma 2 Sassuolo 1 Napoli 1 Sampdoria 0
Lazio 0 Carpi 0 Udinese 0 Fiorentina 2
CLASSIFICA
FIORENTINA, INTER 27 / Roma 26 / Napoli 25 / Sassuolo 22 / Milan 20 /
Juventus, Atalanta, Lazio 18 / Sampdoria 16 / Torino 15 / Palermo, Empoli 14 /
Chievo, Genoa 13 / Bologna, Udinese 12 / Frosinone 11 / Verona, Carpi 6
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Risultati delle partite
Verona H. 0 Milan 0 Torino 0 Empoli 1 Frosinone 2 Palermo 1
Bologna 2 Atalanta 0 Inter 1 Juventus 3 Genoa 2 Chievo 0
Roma 2 Sassuolo 1 Napoli 1 Sampdoria 0
Lazio 0 Carpi 0 Udinese 0 Fiorentina 2
CLASSIFICA
FIORENTINA, INTER 27 / Roma 26 / Napoli 25 / Sassuolo 22 / Milan 20 /
Juventus, Atalanta, Lazio 18 / Sampdoria 16 / Torino 15 / Palermo, Empoli 14 /
Chievo, Genoa 13 / Bologna, Udinese 12 / Frosinone 11 / Verona, Carpi 6
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domenica 8 novembre 2015
Politica / economia - Affari e scandali Italia - Inchieste su: mazzette dei treni /
8 novembre '15 - domenica 8th November / Sunday
Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news
8 novembre '15 - domenica 8th November / Sunday
BOLOGNA - politica
Salvini sugli attivisti scarcerati dopo gli scontri alla
manifestazione di Bologna: "la giustizia italiana mi fa schifo".
GENOVA - Giallo su nave da crociera
A bordo della nave, arrivata a Genova, non si trova donna di 75 anni.
La donna era partita da sola da Vicenza. A casa tre lettere d'addio.
In corso le ricerche in mare.
BOLOGNA - politica
Salvini sugli attivisti scarcerati dopo gli scontri alla
manifestazione di Bologna: "la giustizia italiana mi fa schifo".
GENOVA - Giallo su nave da crociera
A bordo della nave, arrivata a Genova, non si trova donna di 75 anni.
La donna era partita da sola da Vicenza. A casa tre lettere d'addio.
In corso le ricerche in mare.
È andata in crociera da sola ed è sparita. Una pensionata vicentina, Rosanna Rosato, 75 anni, era partita con una comitiva di persone dal Veneto per una vacanza nel Mediterraneo, da Venezia a Genova sulla “Msc Opera” ma quando il mezzo è arrivato nel capoluogo ligure della donna non c’era più traccia.
Secondo quanto riferisce il “Gazzettino” la donna era molto malata. L’allarme è scattato quando il gruppo che viaggiava con lei non l’ha vista scendere. L’ultima volta sarebbe stata incrociata da uno di loro nella serata di sabato, poi nulla. A quel punto sono iniziate le ricerche. Nella cabina sono stati trovati i suoi bagagli e una cartellina con i numeri di telefono di alcuni famigliari: il compagno e la figlia. Avvisati della scomparsa, i parenti si sono recati a casa della donna dove sono state trovate tre lettere d’addio che farebbero pensare a un suicidio.
BARCELLONA - Su indipendenza Catalogna
La Catalogna vota sì, parte il processo d'indipendenza.
Rajoy: "Resterà Spagna". Ok alla mozione che dà l'avvio alla formazione della
repubblica catalana. Proteste di tutti i partiti.
Il premier: "Impediremo che questa
sfida alla democrazia si compia".
BARCELLONA - Su indipendenza Catalogna
La Catalogna vota sì, parte il processo d'indipendenza.
Rajoy: "Resterà Spagna". Ok alla mozione che dà l'avvio alla formazione della
repubblica catalana. Proteste di tutti i partiti.
Il premier: "Impediremo che questa
sfida alla democrazia si compia".
Uno strappo storico. Il Parlamento di Barcellona ha votato la mozione che dà l’avvio alla formazione della repubblica catalana, 72 deputati a favore, 63 contrari. I parlamentari popolari hanno mostrato bandiere spagnole per protesta.
Quella di oggi è una decisione che fa seguito alla vittoria delle forze indipendentiste alle elezioni del 27 settembre. Il governo Rajoy è pronto a reagire: «Utilizzeremo lo stato di diritto per impedire che questa sfida alla democrazia si compia - dice il premier in una dichiarazione ufficiale da Salamanca -, metteremo in marcia tutti i meccanismi che la legge ci concede. E’ un tentativo che disprezza la pluralità spagnola. Ma i cittadini stiano tranquilli: la Catalogna resterà in Spagna e in Europa. Siamo una democrazia avanzata».
BIRMANIA - Elezioni
Il partito al governo in Birmania ammette la sconfitta al voto.
Vittoria per Aung San Suu Kyi. Portavoce: l' Nld ha ottenuto più del 70%.
Ma no ci sono ancora i dati ufficiali.
Lucianone
BIRMANIA - Elezioni
Il partito al governo in Birmania ammette la sconfitta al voto.
Vittoria per Aung San Suu Kyi. Portavoce: l' Nld ha ottenuto più del 70%.
Ma no ci sono ancora i dati ufficiali.
Lucianone
sabato 7 novembre 2015
STORIE - Kareem Abdul-Jabbar e il fratello di Sherlock Holmes
7 novembre '15 - sabato 7th November / Saturday visione post - 6
Dai trionfi Nba ai libri sul fratello di Sherlock Holmes:
la storia di Kareem Abdul-Jabbar
(da la Repubblica - 25/09/'15 - Enrico Franceschini / Londra)
Il re del basket ora fa rivivere Conan Doyle
Il padre di tutti gli investigatori e il più grande marcatore nella storia della pallacanestro
americana non sembrano avere molto in comune. Invece ora il secondo ha scritto un libro
sul primo e si può scommettere che avrà successo: perchè tutto quello che è stato fatto da
Kareem Abdul-Jabbar ha avuto successo. Il libro è un romanzo: Mycroft Holmes.
Nome e cognome di un personaggio ben noto ai fun di Arthur Conan Doyle: era il fratello
di Sherlock Holmes, maggiore di sette anni e - a detta di Sherlock medesimo - perfino più
abile di lui nell'arte della deduzione e delle indagini. Senonchè era frenato da una formi-
dabile pigrizia, "oblomoviana" potremmo definirla in omaggio a un altro celeberrimo
personaggio della letteratura, a causa della quale non usciva quasi mai di casa. Insomma,
Holmes senior avrebbe potuto diventare un detective più bravo di Holmes junior. Non che
restasse del tutto con le mani in mano: "Occasionalmente egli è il governo britannico, l'uo-
mo più indispensabile del paese", così lo descrive Conan Doyle, "le conclusioni di tutti i di-
partimenti vengono pèassate a lui, che ne trae l'equilibrio.
Continua... to be continued...
Dai trionfi Nba ai libri sul fratello di Sherlock Holmes:
la storia di Kareem Abdul-Jabbar
(da la Repubblica - 25/09/'15 - Enrico Franceschini / Londra)
Il re del basket ora fa rivivere Conan Doyle
Il padre di tutti gli investigatori e il più grande marcatore nella storia della pallacanestro
americana non sembrano avere molto in comune. Invece ora il secondo ha scritto un libro
sul primo e si può scommettere che avrà successo: perchè tutto quello che è stato fatto da
Kareem Abdul-Jabbar ha avuto successo. Il libro è un romanzo: Mycroft Holmes.
Nome e cognome di un personaggio ben noto ai fun di Arthur Conan Doyle: era il fratello
di Sherlock Holmes, maggiore di sette anni e - a detta di Sherlock medesimo - perfino più
abile di lui nell'arte della deduzione e delle indagini. Senonchè era frenato da una formi-
dabile pigrizia, "oblomoviana" potremmo definirla in omaggio a un altro celeberrimo
personaggio della letteratura, a causa della quale non usciva quasi mai di casa. Insomma,
Holmes senior avrebbe potuto diventare un detective più bravo di Holmes junior. Non che
restasse del tutto con le mani in mano: "Occasionalmente egli è il governo britannico, l'uo-
mo più indispensabile del paese", così lo descrive Conan Doyle, "le conclusioni di tutti i di-
partimenti vengono pèassate a lui, che ne trae l'equilibrio.
Continua... to be continued...
SOCIETA ' / Stati Uniti - Tarantino: contro violenze e abusi dei poliziotti Usa
7 novembre '15 - sabato 7th November / Saturday visioni post - 14
L'autore di "Pulp fiction" va contro gli abusi della polizia Usa.
La risposta delle forze dell'ordine: boicottate i suoi film.
(da la Repubblica - 30/ 10/ '15 - Federico Rampini / New York)
Tarantino marcia contro le violenze della polizia Usa
L'ira del sindacato di polizia
La violenza feroce è il suo tratto stilistico più famoso. Non per questo lui l'approva nella
vita reale. Tantomeno se a esercitarla è la polizia del suo paese. Quentin Tarantino, il re-
gista di Pulp Fiction, Kill Bill e il più recente Django, è protagonista di una battaglia poli-
tica sugli abusi delle forze dell'ordine in America. Che adesso contraccambiano verso di
lui, lanciando una campagna di boiocottaggio dei suoi film.
La polemica è esplosa sabato scorso, quando Tarantino è volato apposta dalla California
a New York per partecipare alla manifestazione contro le violenze poliziesche, organizza-
ta da RiseUpOctober, con ispiratori come l'intellettuale afroamericano Cornel West,
RiseUpOctober è una delle varie sigle, come BlackLivesMatter, sorte per reazione all'esca-
letion di violenze poliziesche, arresti brutali, talvolta dall'esito mortale, e nella stragrande
maggioranza ai danni di giovani neri. "Sono un esserew umano con una coscienza - dichia-
rò Tarantino durante la manifestazione partita dal Greenwich Village sabato - e se credia-
mo che nel nostro paese si stia uccidendo, bisogna reagire e opporsi. Io sono venuto fin
qui per dire che sto dalla parte delle vittime". - La manifestazione però si è sovrapposta
ad un'altra tragedia, stavolta con un agente come vittima. Quattro giorni prima che Ta-
rantino scendesse in piazza, a New York era stato ucciso a bruciapelo l'ufficiale Randolph
Holder, durante un controllo di polizia a East Harlem. Il corteo contro le violenze poliozie-
sche si è svolto in un'atmosfera incandescente, con le forze dell'ordine indignate. Il capo
del New York Police Department, William Bratton, ha attaccato il regista: "Si vergogni.
Non ho parole prr descrivere il mio disprezzo nei suoi confronti". Di lì a poco il sindaca-
to di polizia lanciava l'appello per un boicottaggio dei film di Tarantino, seguito dai sin-
dacati degli agenti a Philadelphia e a Los Angeles, la città dove Tarantino abita e ambien-
tò Pulp Fiction. - Anche se non figura tra le star di Hollywood tradizionalmente impegna-
te in politica - come Angelina Jolie, Brad Pitt e George Clooney - Tarantino è spesso al
centro di controversie. la più famosa che fece di lui un "bersaglio mobile" per la destra,
accadde dopo la strage nella scuola elementare di Sandy Hook (2012). Come dopo altre
tragedie simili la lobby pro-armi attorno alla National Rifle Association cercò di sviare
le colpe: tra l'altro accusando la violenza cinematografica di istigare le sparatorie.
Tarantino reagì duramente: "La violenza dei film non c'entra, il problema è il controllo
sulle vendite di armi". Un'altra controversia lo oppose al regista nero Spike Lee, quan-
do quest'ultimo accusò Tarantino di usare il termine spregiativo nigger per descrivere
gli afroamericani, nei dialoghi dei suoi film. Altre star afroamericane come Denzel Wa-
shington e Samuel Jackson, presero le difese di Tarantino. Che ora viene associato con
la causa dei ragazzi neri, e diventa un "nemico pubblico" per chi difende le forze del-
l'ordine.
Il regista cinematografico Quentin Tarantino
Lucianone
L'autore di "Pulp fiction" va contro gli abusi della polizia Usa.
La risposta delle forze dell'ordine: boicottate i suoi film.
(da la Repubblica - 30/ 10/ '15 - Federico Rampini / New York)
Tarantino marcia contro le violenze della polizia Usa
L'ira del sindacato di polizia
La violenza feroce è il suo tratto stilistico più famoso. Non per questo lui l'approva nella
vita reale. Tantomeno se a esercitarla è la polizia del suo paese. Quentin Tarantino, il re-
gista di Pulp Fiction, Kill Bill e il più recente Django, è protagonista di una battaglia poli-
tica sugli abusi delle forze dell'ordine in America. Che adesso contraccambiano verso di
lui, lanciando una campagna di boiocottaggio dei suoi film.
La polemica è esplosa sabato scorso, quando Tarantino è volato apposta dalla California
a New York per partecipare alla manifestazione contro le violenze poliziesche, organizza-
ta da RiseUpOctober, con ispiratori come l'intellettuale afroamericano Cornel West,
RiseUpOctober è una delle varie sigle, come BlackLivesMatter, sorte per reazione all'esca-
letion di violenze poliziesche, arresti brutali, talvolta dall'esito mortale, e nella stragrande
maggioranza ai danni di giovani neri. "Sono un esserew umano con una coscienza - dichia-
rò Tarantino durante la manifestazione partita dal Greenwich Village sabato - e se credia-
mo che nel nostro paese si stia uccidendo, bisogna reagire e opporsi. Io sono venuto fin
qui per dire che sto dalla parte delle vittime". - La manifestazione però si è sovrapposta
ad un'altra tragedia, stavolta con un agente come vittima. Quattro giorni prima che Ta-
rantino scendesse in piazza, a New York era stato ucciso a bruciapelo l'ufficiale Randolph
Holder, durante un controllo di polizia a East Harlem. Il corteo contro le violenze poliozie-
sche si è svolto in un'atmosfera incandescente, con le forze dell'ordine indignate. Il capo
del New York Police Department, William Bratton, ha attaccato il regista: "Si vergogni.
Non ho parole prr descrivere il mio disprezzo nei suoi confronti". Di lì a poco il sindaca-
to di polizia lanciava l'appello per un boicottaggio dei film di Tarantino, seguito dai sin-
dacati degli agenti a Philadelphia e a Los Angeles, la città dove Tarantino abita e ambien-
tò Pulp Fiction. - Anche se non figura tra le star di Hollywood tradizionalmente impegna-
te in politica - come Angelina Jolie, Brad Pitt e George Clooney - Tarantino è spesso al
centro di controversie. la più famosa che fece di lui un "bersaglio mobile" per la destra,
accadde dopo la strage nella scuola elementare di Sandy Hook (2012). Come dopo altre
tragedie simili la lobby pro-armi attorno alla National Rifle Association cercò di sviare
le colpe: tra l'altro accusando la violenza cinematografica di istigare le sparatorie.
Tarantino reagì duramente: "La violenza dei film non c'entra, il problema è il controllo
sulle vendite di armi". Un'altra controversia lo oppose al regista nero Spike Lee, quan-
do quest'ultimo accusò Tarantino di usare il termine spregiativo nigger per descrivere
gli afroamericani, nei dialoghi dei suoi film. Altre star afroamericane come Denzel Wa-
shington e Samuel Jackson, presero le difese di Tarantino. Che ora viene associato con
la causa dei ragazzi neri, e diventa un "nemico pubblico" per chi difende le forze del-
l'ordine.
Il regista cinematografico Quentin Tarantino
Lucianone
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