22 novembre 2012 - giovedì 22nd November / Thursday visualizzazioni - 39.684
Juve, Juve, Juve / Milan, Milan, Milan
3 - 0 a Torino 1 - 3 a Bruxelles
Le nostre due squadre di punta della Champions si fanno finalmente
onore negli incontri che contano per la qualificazione.
JUVE!
Fantastico match della squadra bianconera: i campioni d'Europa del
Chelsea messi sotto per 3 - 0. Il tris meraviglia Quagliarella, Vidal e
Giovinco spazza via la squadra di Di Matteo. Ormai gli ottavi sono a
un passo e Gigi Buffon dice, polemico: "E' un messaggio, basta coi
dubbi su di noi".
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giovedì 22 novembre 2012
mercoledì 21 novembre 2012
Ultime notizie - In Italia e nel mondo / Latest news
21 novembre 2012 - mercoledì 21 st November / Wednesday visioni post - 5
Medio Oriente
Attentato a bus (vd -ft). 6 morti nei raid (foto) Video Missile colpisce, donna salva per poco
Medio Oriente
Accordo su tregua Israele-Hamas
Attentato a bus (vd -ft). 6 morti nei raid (foto) Video Missile colpisce, donna salva per poco
Liveblog. Fonti israeliane, palestinesi ed egiziane comunicano il cessate il fuoco. 23 feriti in attacco a Tel Aviv. Oltre 140 vittime palestinesi nella Striscia. Rinviata partita Europa League. Hacker contro profilo Shalom / SPECIALE
Politica & Società / Italia
Produttività, al via l'incontro decisivo
Politica & Società / Italia
Produttività, al via l'incontro decisivo
Monti: "Spero che firmi anche la Cgil"
Ma la Camusso: questa è la strada sbagliata
A Palazzo Chigi il vertice tra il premier, i ministri economici e le parti sociali. Il professore: "E' il summit conclusivo su un tema fondamentale: la speranza è che tutti aderiscano". L'Istat: Italia ferma da 20 annimartedì 20 novembre 2012
Società - ITALIA / Analisi: dopo le manifestazioni e gli scontri del 14 novembre '12
20 novembre 2012 - martedì 20 November / Tuesday visioni del post - 10
Parlando di manifestazioni di piazza
(vedi l'ultimo sciopero europeo
del 14 novembre scorso)
è necessario fare riferimento a due concetti fondamentali, che dovrebbero essere ancora
le basi delle attuali società occidentali: democrazia e libertà, l'una non escludendo l'altra,
il chè pare essere chiaro-lampante, ma purtroppo non sempre è vero e accade.
Andando a vedere, in giornali e siti internettiani, le varie analisi su quella manifestazione
di studenti e non solo, ne ho trovata una molto appropriata ma anche molto approfondita:
è l'analisi del direttore di 'la Repubblica', Ezio Mauro, pubblicata due giorni dopo quella manifestazione (venerdi 16 novembre), e dal titolo emblematico: 'Un deficit di libertà'.
Eccolo, riportato per intero. (Lucianone)
(da la Repubblica - 16/11/'12 - di Ezio Mauro)
Un deficit di libertà
Soltanto chi non vuol vedere ciò che ha sotto gli occhi può ridurre ad una questione di ordine
pubblico la mobilitazione contro l'austerità, per il lavoro e il welfare che ha riempito mercoledì
le piazze d'Europa. - Sulla violenza abbiamo imparato ad essere netti e precisi: chi va in strada
per rivendicare i suoi diritti non ha nulla a che spartire con chi cerca lo scontro fisico con la polizia o compie atti vandalici, presenze che vanno dunque denunciate, isolate e contrastate sen-za nessuna forma di ambiguità. Nel farlo, la polizia ha il dovere di ricordarsi di essere al
servizio di uno Stato democratico e dunque mentre garantisce la sicurezza dei cittadini - tutti, anche i manifestanti - deve evitare l'abuso di potere e l'esercizio di una violenza di Stato che purtroppo abbiamo già visto altre volte andare vergognosamente in scena nelle nostre città.
E che abbiamo documentato anche ieri, portando il governo a prenderne atto.
Ma detto questo c'è tutto il resto, di cui non si parla. La coesione sociale di questo Paese ha del
miracoloso di fronte al processo di esclusione di un pezzo di società dal sistema occidentale di
garanzie in cui eravamo cresciuti per decenni.- La crisi che stiamo tutti vivendo ha accentuato fortemente la disuguaglianza sociale, che è diventata una cifra dell'epoca, esplosiva.
In un Paese irrisolto e malato come l'Italia questa disuguaglianza è diventata sproporzione.
E tuttavia il capitale sociale ha tenuto un insieme di relazioni, interdipendenze, fiducia e speranza, connessioni, che ha consentito al "sistema" di essere tale anche sotto l'urto della
crisi.
Aggiungiamo la frammentazione dei soggetti sociali e delle loro
culture di riferimento, l'egemonia culturale di un neoliberismo
storpiato all'italiana in una falsa ideologia che consentiva ogni
dismisura e scusava qualsiasi privilegio, giustificando e applau-
dendo qualunque abuso.
Quegli studenti e quegli operai che sono andati in piazza, disor-
ganizzati e divisi in mille rivoli, rappresentano l'irruzione in sce-
na di ciò che è stato escluso, nel senso vero e proprio del termine,
tagliato fuori. Un ceto, una fascia di popolazione, una generazio-
ne possono essere compressi fino all'irrilevanza sociale, dunque
politica, cioè fino all'invisibilità. E' quanto sta accadendo nelle
nostre società, sotto i nostri sguardi che non vedono. E tutto ciò,
com'è naturale, avviene attorno alla questione capitale di una
società democratica, che è la questione del lavoro.
La perdita del lavoro (e nello stesso modo il lavoro che non c'è)
è infatti qualcosa di più della perdita del reddito e della sicurez-
za economica. E' lo smarrimento dei legami sociali, dell'inter-
dipendenza dei ruoli, del riconoscimento reciproco attraverso
le funzioni e le obbligazioni volontarie che nascono dalle scelte
individuali e dalle necessità collettive. Ma è anche il venir me-
no dei diritti, fino al diritto democratico supremo: il diritto del-
la cittadinanza. Molto semplicemente, senza libertà materiale
non c'è libertà politica: il lavoro è partecipazione, emancipa-
zione, costruzione di sè e della propria libertà in relazione con
gli altri e con le libertà altrui. E' la trama in cui la realizzazio-
ne della nostra vita entra pubblicamente in rapporto con le vite
degli altri, in quel disegno che abbiamo chiamato società, cioè
lo stare insieme liberamente accettato in una composizione di
diritti e di doveri che tende al cosiddetto bene comune, o qual-
cosa di simile. - Se si rompe il nucleo di valori comunemente
riconosciuto nella civiltà occidentale del lavoro, salta tutto
questo. Per gli individui, va in crisi il rapporto stesso con la
democrazia, perchè quando io non sono più in grado di far
fronte ai doveri fondamentali davanti alla mia famiglia e ai
miei figli, alle loro necessità primarie, alle legittime aspira-
zioni (cioè alla libertà), la democrazia può diventare per me
un guscio vuoto, un insieme di formule che non trova senso
pratico e traduzione concreta nella vita di tutti i giorni.
Peggio, la democrazia diventa un sistema che si predica per
tutti e si declina per alcuni, il regime degli "inclusi", dei
protetti e dei garantiti, che tagia fuori il resto.
La grande novità della fase che viviamo sta proprio qui. Le
disuguaglianze sono state molto forti nei decenni che abbia-
mo alle spalle, in alcuni casi sono state odiose. Ma il sistema
politico.economico in sui siamo cresciuti e il suo orizzonte
culturale tendevano fortemente all'inclusione. I 60 anni del
dopoguerra hanno esteso in tutta l'Europa una sorta di eco-
nomia sociale di mercato che ha liberato la forza e le poten-
zialità del capitalismo regolandolo con il welfare state: pri-
ma forma strutturale di redistribuzione in basso del reddito
e sistema di garanzia per i più deboli, evitando che diventas-
sero esclusi. Qualcosa di ben lontano , com'è evidente, dalla
"democrazia compassionevole" e anche dalla "Big society"
che sostituiscono la benevolenza individuale e dei gruppi so-
ciali all'organizzazione dello Stato sociale, la carità ai diritti.
Com'è chiaro, la beneficenza non ha bisogno della democra-
zia: ma in democrazia , la solidarietà sociale ha bisosgno di
qualcosa di più della beneficenza.
Siamo al nucleo fondamentale della questione: i diritti.
Vedendo che sotto la spinta mai neutrale della crisi i soggetti
più deboli e più esposti della nostra società sono stati più vol-
te costretti a scegliere tra lavoro e diritti, abbiamo dovuto
prendere atto di una questione a cui non eravamo preparati:
i diritti nati dal lavoro sono dei diritti "nani", cioè subordi-
nati e condizionati, che possono venire revocati se la crisi lo
impone, dunque sono delle variabili dipendenti e non auto-
nome. Eppure fanno parte di quel contesto democratico ge-
nerale di cui tutti usufruiamo qualunque sia il nostro ruolo,
perchè è la civiltà materiale italiana nel suo progredire. E
tuttavia poichè sono frutto del negoziato (e dunque neces-
sariamente del rapporto di forza) e soprattutto perchè co-
stano, in quanto rispondono a delle spettanze, sono com-
primibili come non accadrebbe mai ad altri diritti. Dimo-
strando così che il lavoro può tornare ad essere semplice
prestazione, cioè merce, quando perde ogni valenza gene-
rale , simbolica, culturale, infine e soprattutto politica.
Questo accade perchè il neoliberismo, dopo aver genera-
to la crisi (vedi l'origine nelle politiche della Tatcher e
di Reagan), è riuscito paradossalmente a trasformarsi
nel suo presunto antidoto, cioè nell'unica legge di so-
pravvivenza delle democrazie esauste dell'Occidente, di-
ventando nei fatti la religione superstite, una moderna
ideologia. Non c'è oggi un confronto culturale in atto,
nei nostri Paesi. - E non c'è una cultura capace di
coniugare capitale, lavoro, responsabilità fuori dal pa-
radigma che ha fallito, ma donina ancora il campo.
Le destre non hanno elaborato cultura, declinando il
modello dominante in un 'laissez faire' smodato nel
campo privato, politico, istituzionale. La sinistra
scambia la modernità con il senso comune altrui, in
cui nuota controcorrente, da gregaria. L'establishment
lucra quel che può dalle rendite di posizione della fase,
incapace di guardare oltre. La tecnocrazia, impegnata
in una necessaria azione di risanamento e in una nuo-
va forma politica di rispetto delle istituzioni, soffre
tuttavia di una specie di "integralismo accademico"
che la porta a privilegiare i paradigmi scolastici ri-
spetto alla realtà, salvo prendere atto periodicamen-
te che il governo di un Paese moderno per fortuna
non è un convegno di Cernobbio.
A questo bisogna aggiungere la divaricazione crescente tra il vincolo
europeo e la sua legittimazione democratica. Strumenti decisivi e
cruciali della costruzione europea come la Bce (che dobbiamo rin-
graziare nella guerra allo spread) si sono trasformati davanti a noi
in veri e propri soggetti della governance comunitaria, senza essere
mai stati eletti. Leadership di fatto come quella di Angela Merkel,
contano più delle istituzioni dell'Unione, trojke e istituti che non
rispondono ai cittadini commissariano i governi, agenzie di rating
pesano più delle pubbliche opinioni. E' evidente che ci sarò biso-
gno di più Europa, per uscire dalla crisi: ma ci sarò soprattutto
bisogno di una governance democratica , con una rispondenza vi-
sibile e riscontrabile tra autorità, potestà, cittadinanza, rappresen-
tanza. - Per il momento, questo deficit di legittimazione produce
un deficit di politica, e tutto diventa meccanica: anche il rigore
non temperato dall'equità, dalla valutazione del consenso, dal
principio di giustizia sociale, è un paradigma obbligato e obbli-
gatorio, non una politica.
La mancanza di politica si avverte drammaticamente anche dall'altra
parte del mondo in cui viviamo. Gli esclusi, i senza lavoro, i ragazzi
senza prospettive, non hanno oggi una cultura politica che sappia
parlare a loro e per loro. Chi rappresenta il lavoro, quando c'è e de-
ve difendere i suoi diritti, quando non c'è e diventa un deficit di libertà?
Oggi non c'è rappresentanza. Con il rischio, come avvertono in molti
guardando alla Grecia, che la destra prenda in mano temi tipicamente
di sinistra e li agiti nella sua strumentalità antieuropea, in una rinasci-
ta modernissima e ambigua di una protesta nazional-sociale sotto altre
forme.
Ma se questo è il cuore del problema, non abbiamo finito. Perchè l'al-
leanza capitale-lavoro-welfare è stata un'identità naturale delle demo-
crazie rappresentative dell'Occidente, per tutti questi decenni. Se salta,
salta anche il tavolo di compensazione dei conflitti che ci ha tutelati
tutti, cioè quel vincolo d'interdipendenza che ha legato e tenuto insie-
me i vincenti e i perdenti del boom, delle crisi cicliche, , di internet,
della globalizzazione, quel nesso di destino comune che ha scusato e
reso fin qui tollerabili le disuguaglianze.
Continua...to be continued...
Parlando di manifestazioni di piazza
(vedi l'ultimo sciopero europeo
del 14 novembre scorso)
è necessario fare riferimento a due concetti fondamentali, che dovrebbero essere ancora
le basi delle attuali società occidentali: democrazia e libertà, l'una non escludendo l'altra,
il chè pare essere chiaro-lampante, ma purtroppo non sempre è vero e accade.
Andando a vedere, in giornali e siti internettiani, le varie analisi su quella manifestazione
di studenti e non solo, ne ho trovata una molto appropriata ma anche molto approfondita:
è l'analisi del direttore di 'la Repubblica', Ezio Mauro, pubblicata due giorni dopo quella manifestazione (venerdi 16 novembre), e dal titolo emblematico: 'Un deficit di libertà'.
Eccolo, riportato per intero. (Lucianone)
(da la Repubblica - 16/11/'12 - di Ezio Mauro)
Un deficit di libertà
Soltanto chi non vuol vedere ciò che ha sotto gli occhi può ridurre ad una questione di ordine
pubblico la mobilitazione contro l'austerità, per il lavoro e il welfare che ha riempito mercoledì
le piazze d'Europa. - Sulla violenza abbiamo imparato ad essere netti e precisi: chi va in strada
per rivendicare i suoi diritti non ha nulla a che spartire con chi cerca lo scontro fisico con la polizia o compie atti vandalici, presenze che vanno dunque denunciate, isolate e contrastate sen-za nessuna forma di ambiguità. Nel farlo, la polizia ha il dovere di ricordarsi di essere al
servizio di uno Stato democratico e dunque mentre garantisce la sicurezza dei cittadini - tutti, anche i manifestanti - deve evitare l'abuso di potere e l'esercizio di una violenza di Stato che purtroppo abbiamo già visto altre volte andare vergognosamente in scena nelle nostre città.
E che abbiamo documentato anche ieri, portando il governo a prenderne atto.
Ma detto questo c'è tutto il resto, di cui non si parla. La coesione sociale di questo Paese ha del
miracoloso di fronte al processo di esclusione di un pezzo di società dal sistema occidentale di
garanzie in cui eravamo cresciuti per decenni.- La crisi che stiamo tutti vivendo ha accentuato fortemente la disuguaglianza sociale, che è diventata una cifra dell'epoca, esplosiva.
In un Paese irrisolto e malato come l'Italia questa disuguaglianza è diventata sproporzione.
E tuttavia il capitale sociale ha tenuto un insieme di relazioni, interdipendenze, fiducia e speranza, connessioni, che ha consentito al "sistema" di essere tale anche sotto l'urto della
crisi.
Aggiungiamo la frammentazione dei soggetti sociali e delle loro
culture di riferimento, l'egemonia culturale di un neoliberismo
storpiato all'italiana in una falsa ideologia che consentiva ogni
dismisura e scusava qualsiasi privilegio, giustificando e applau-
dendo qualunque abuso.
Quegli studenti e quegli operai che sono andati in piazza, disor-
ganizzati e divisi in mille rivoli, rappresentano l'irruzione in sce-
na di ciò che è stato escluso, nel senso vero e proprio del termine,
tagliato fuori. Un ceto, una fascia di popolazione, una generazio-
ne possono essere compressi fino all'irrilevanza sociale, dunque
politica, cioè fino all'invisibilità. E' quanto sta accadendo nelle
nostre società, sotto i nostri sguardi che non vedono. E tutto ciò,
com'è naturale, avviene attorno alla questione capitale di una
società democratica, che è la questione del lavoro.
La perdita del lavoro (e nello stesso modo il lavoro che non c'è)
è infatti qualcosa di più della perdita del reddito e della sicurez-
za economica. E' lo smarrimento dei legami sociali, dell'inter-
dipendenza dei ruoli, del riconoscimento reciproco attraverso
le funzioni e le obbligazioni volontarie che nascono dalle scelte
individuali e dalle necessità collettive. Ma è anche il venir me-
no dei diritti, fino al diritto democratico supremo: il diritto del-
la cittadinanza. Molto semplicemente, senza libertà materiale
non c'è libertà politica: il lavoro è partecipazione, emancipa-
zione, costruzione di sè e della propria libertà in relazione con
gli altri e con le libertà altrui. E' la trama in cui la realizzazio-
ne della nostra vita entra pubblicamente in rapporto con le vite
degli altri, in quel disegno che abbiamo chiamato società, cioè
lo stare insieme liberamente accettato in una composizione di
diritti e di doveri che tende al cosiddetto bene comune, o qual-
cosa di simile. - Se si rompe il nucleo di valori comunemente
riconosciuto nella civiltà occidentale del lavoro, salta tutto
questo. Per gli individui, va in crisi il rapporto stesso con la
democrazia, perchè quando io non sono più in grado di far
fronte ai doveri fondamentali davanti alla mia famiglia e ai
miei figli, alle loro necessità primarie, alle legittime aspira-
zioni (cioè alla libertà), la democrazia può diventare per me
un guscio vuoto, un insieme di formule che non trova senso
pratico e traduzione concreta nella vita di tutti i giorni.
Peggio, la democrazia diventa un sistema che si predica per
tutti e si declina per alcuni, il regime degli "inclusi", dei
protetti e dei garantiti, che tagia fuori il resto.
La grande novità della fase che viviamo sta proprio qui. Le
disuguaglianze sono state molto forti nei decenni che abbia-
mo alle spalle, in alcuni casi sono state odiose. Ma il sistema
politico.economico in sui siamo cresciuti e il suo orizzonte
culturale tendevano fortemente all'inclusione. I 60 anni del
dopoguerra hanno esteso in tutta l'Europa una sorta di eco-
nomia sociale di mercato che ha liberato la forza e le poten-
zialità del capitalismo regolandolo con il welfare state: pri-
ma forma strutturale di redistribuzione in basso del reddito
e sistema di garanzia per i più deboli, evitando che diventas-
sero esclusi. Qualcosa di ben lontano , com'è evidente, dalla
"democrazia compassionevole" e anche dalla "Big society"
che sostituiscono la benevolenza individuale e dei gruppi so-
ciali all'organizzazione dello Stato sociale, la carità ai diritti.
Com'è chiaro, la beneficenza non ha bisogno della democra-
zia: ma in democrazia , la solidarietà sociale ha bisosgno di
qualcosa di più della beneficenza.
Siamo al nucleo fondamentale della questione: i diritti.
Vedendo che sotto la spinta mai neutrale della crisi i soggetti
più deboli e più esposti della nostra società sono stati più vol-
te costretti a scegliere tra lavoro e diritti, abbiamo dovuto
prendere atto di una questione a cui non eravamo preparati:
i diritti nati dal lavoro sono dei diritti "nani", cioè subordi-
nati e condizionati, che possono venire revocati se la crisi lo
impone, dunque sono delle variabili dipendenti e non auto-
nome. Eppure fanno parte di quel contesto democratico ge-
nerale di cui tutti usufruiamo qualunque sia il nostro ruolo,
perchè è la civiltà materiale italiana nel suo progredire. E
tuttavia poichè sono frutto del negoziato (e dunque neces-
sariamente del rapporto di forza) e soprattutto perchè co-
stano, in quanto rispondono a delle spettanze, sono com-
primibili come non accadrebbe mai ad altri diritti. Dimo-
strando così che il lavoro può tornare ad essere semplice
prestazione, cioè merce, quando perde ogni valenza gene-
rale , simbolica, culturale, infine e soprattutto politica.
Questo accade perchè il neoliberismo, dopo aver genera-
to la crisi (vedi l'origine nelle politiche della Tatcher e
di Reagan), è riuscito paradossalmente a trasformarsi
nel suo presunto antidoto, cioè nell'unica legge di so-
pravvivenza delle democrazie esauste dell'Occidente, di-
ventando nei fatti la religione superstite, una moderna
ideologia. Non c'è oggi un confronto culturale in atto,
nei nostri Paesi. - E non c'è una cultura capace di
coniugare capitale, lavoro, responsabilità fuori dal pa-
radigma che ha fallito, ma donina ancora il campo.
Le destre non hanno elaborato cultura, declinando il
modello dominante in un 'laissez faire' smodato nel
campo privato, politico, istituzionale. La sinistra
scambia la modernità con il senso comune altrui, in
cui nuota controcorrente, da gregaria. L'establishment
lucra quel che può dalle rendite di posizione della fase,
incapace di guardare oltre. La tecnocrazia, impegnata
in una necessaria azione di risanamento e in una nuo-
va forma politica di rispetto delle istituzioni, soffre
tuttavia di una specie di "integralismo accademico"
che la porta a privilegiare i paradigmi scolastici ri-
spetto alla realtà, salvo prendere atto periodicamen-
te che il governo di un Paese moderno per fortuna
non è un convegno di Cernobbio.
A questo bisogna aggiungere la divaricazione crescente tra il vincolo
europeo e la sua legittimazione democratica. Strumenti decisivi e
cruciali della costruzione europea come la Bce (che dobbiamo rin-
graziare nella guerra allo spread) si sono trasformati davanti a noi
in veri e propri soggetti della governance comunitaria, senza essere
mai stati eletti. Leadership di fatto come quella di Angela Merkel,
contano più delle istituzioni dell'Unione, trojke e istituti che non
rispondono ai cittadini commissariano i governi, agenzie di rating
pesano più delle pubbliche opinioni. E' evidente che ci sarò biso-
gno di più Europa, per uscire dalla crisi: ma ci sarò soprattutto
bisogno di una governance democratica , con una rispondenza vi-
sibile e riscontrabile tra autorità, potestà, cittadinanza, rappresen-
tanza. - Per il momento, questo deficit di legittimazione produce
un deficit di politica, e tutto diventa meccanica: anche il rigore
non temperato dall'equità, dalla valutazione del consenso, dal
principio di giustizia sociale, è un paradigma obbligato e obbli-
gatorio, non una politica.
La mancanza di politica si avverte drammaticamente anche dall'altra
parte del mondo in cui viviamo. Gli esclusi, i senza lavoro, i ragazzi
senza prospettive, non hanno oggi una cultura politica che sappia
parlare a loro e per loro. Chi rappresenta il lavoro, quando c'è e de-
ve difendere i suoi diritti, quando non c'è e diventa un deficit di libertà?
Oggi non c'è rappresentanza. Con il rischio, come avvertono in molti
guardando alla Grecia, che la destra prenda in mano temi tipicamente
di sinistra e li agiti nella sua strumentalità antieuropea, in una rinasci-
ta modernissima e ambigua di una protesta nazional-sociale sotto altre
forme.
Ma se questo è il cuore del problema, non abbiamo finito. Perchè l'al-
leanza capitale-lavoro-welfare è stata un'identità naturale delle demo-
crazie rappresentative dell'Occidente, per tutti questi decenni. Se salta,
salta anche il tavolo di compensazione dei conflitti che ci ha tutelati
tutti, cioè quel vincolo d'interdipendenza che ha legato e tenuto insie-
me i vincenti e i perdenti del boom, delle crisi cicliche, , di internet,
della globalizzazione, quel nesso di destino comune che ha scusato e
reso fin qui tollerabili le disuguaglianze.
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lunedì 19 novembre 2012
Sport - calcio / Serie A - 13^ giornata 2012-13
19 novembre 2012 - lunedì 19th November / Monday visualizzazioni - 39.208
Risultati delle partite di serie A / 13^ giornata
Juventus - Lazio 0 - 0 Inter - Cagliari 2 - 2
Napoli - Milan 2 - 2 Siena - Pescara 1 - 0
Bologna - Palermo 3 - 0 Udinese - Parma 2 - 2
Catania - Chievo 2 - 1 Sampdoria - Genoa 3 - 1
Fiorentina . atalanta 4 - 1 Roma - Torino 2 - 0 (posticipo)
Roma, riscatto dopo il derby
Classifica della serie A
Juventus 32 / Inter 28 / Napoli, Fiorentina 27 / Lazio 23 / Roma 20 / Catania 19 /
Atalanta 18 / Parma 17 / Udinese, Cagliari 16 / Milan 15 / Torino 14 / Sampdoria 13
Bologna, Palermo, Chievo,. Pescara 11 / Siena 10 / Genoa 9
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Risultati delle partite di serie A / 13^ giornata
Juventus - Lazio 0 - 0 Inter - Cagliari 2 - 2
Napoli - Milan 2 - 2 Siena - Pescara 1 - 0
Bologna - Palermo 3 - 0 Udinese - Parma 2 - 2
Catania - Chievo 2 - 1 Sampdoria - Genoa 3 - 1
Fiorentina . atalanta 4 - 1 Roma - Torino 2 - 0 (posticipo)
Roma, riscatto dopo il derby
Torino piegato: Osvaldo e Pjanic
I giallorossi giocano un buon primo tempo, ma segnano nella ripresa: rigore contestato trasformato da Osvaldo e raddoppio nel finale di un ottimo Pjanic. Espulso Ventura per proteste dopo il penalty.
Juventus 32 / Inter 28 / Napoli, Fiorentina 27 / Lazio 23 / Roma 20 / Catania 19 /
Atalanta 18 / Parma 17 / Udinese, Cagliari 16 / Milan 15 / Torino 14 / Sampdoria 13
Bologna, Palermo, Chievo,. Pescara 11 / Siena 10 / Genoa 9
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sabato 17 novembre 2012
Storie - La grande lezione del piccolo Cody
17 novembre 2012 - sabato 17th November / Saturday visioni post - 8
Chi è Cody
Ha 11 anni, sogna le Paralimpiadi. Visita i soldati veterani feriti.
La madre: "Il suo sorriso è contagioso. Sono stupita dell'effetto
che ha sugli altri. E' una benedizione".
Cody McCasland ha perso entrambe le gambe quando aveva15 mesi a
causa di una rara sindrome. Cody è portavoce di 'Challenge Athletes
Foundation' (recupera fondi per lo sport di persone con disabilità) e
ha partecipato a show televisivi.
Cody è stato premiato a Roma, in Vaticano ("Premio Sciacca").
(da 'Il Corriere della Sera' - 5 novembre 2012 - di Claudio Arrigoni)
Cody, il bambino con le protesi che cura i veterani
Kevin McCloskey è un veterano dell'Afghanistan. Una bomba esplose sotto il suo
mezzo, maciullandogli le gambe, provocandogli ustioni, riempiendogli di schegge
un occhio. Lauren, la sua fidanzata, vide un bambino in tv. Correva. E sorrideva.
Non aveva gambe, solo due piccole protesi. Lauren cercò i genitori, Tina e Mike:
"Vorrei che incontrasse Kevin". Fu così che Cody, il bimbo texano con le protesi
che corre felice, e Kevin, l'eroe di guerra tornato a casa con le stampelle, si incon-
trarono. "Mi ha visto e ha detto: 'Ciao, sono Cody'. E ha cominciato a ballare".
Sulle lame delle protesi. Era il suo modo per dirgli: "Ehi, puoi farlo anche tu!".
Cody McCasland aveva 7 anni, ora ne ha 11. Nato prematuro con una rara sindro-
me, gli hanno amputato le gambe quando aveva 15 mesi. Poi, anni da incubo: ope-
razioni e blocchi respiratori. Lui e le protesi: non c'è sport che non abbia provato.
Con un sorriso che fa innamorare. In acqua dai nove mesi, fra i 3 anni e i 6 saliva
sui cavalli o giocava a baseball e calcio. Corre, salta, partecipa a minitriathlon, e
usa l'handbike. Soprattutto, nuota: "Il mio sogno è la Paralimpiade di Rio". Una
sua foto, con lui in pista, le sue protesi e il suo sorriso meraviglioso lo ha fatto di-
ventare una star della rete. " So che ispira gli altri e questo mi onora": Tina, allo-
ra insieme a Mike, non gli ha mai precluso nulla, in primo luogo lo sport, alla
stessa maniera della sorellina Callie.
Dopo l'incontro con Kevin, Cody ha cominciato ad andare nel 'Veterans Admini-
stration Hospital', dove ci sono soldati rimasti paraplegici, non vedenti, amputati.
Un giorno era al 'Brooke Army Medical Center". C'era il colonnello dei marines
Tim Karcher, veterano di Afghanistan e Iraq. Aveva perso le gambe per una bom-
ba vicino a Sadr City: "Cody è stato indimenticabile". C'erano marines di due
metri che hanno superato mille volte la morte. Anche lui sa cosa vuol dire essere
vicino a morire. "Mi chiamo Cody" e iniziava a ballare e correre. Parla di ciò che
vive. Per questo quei soldati gli credono. "Be strong, never give up, siate forti, mai
arrendersi". Sa farli sorridere. "I soldati vedono Cody correre e quel suo sorriso è
contagioso", spiega Tina. Vuole diventare medico: "Per far stare meglio gli altri e
aiutarli a non soffrire".
Fra pochi giorni partirà per l'Italia. Sabato (10 novembre, ndr.) sarà a Roma,
in Vaticano, per ricevere il premio Sciacca. "Conosco l'Italia, - dice ancora
Cody - al Colosseo c'erano i gladiatori e in Vaticano c'è il Papa". E come la
mamma, Cody ha fede: "Credo in Dio e so che mi aiuta a superare i momenti
duri". La mamma Tina sa quel che Cody ispira: "Sono stupita dell'effetto che
ha sugli altri, è così giovane. E' una benedizione anche per la mia vita e non
vedo l'ora di vedere quel che Dio ha pianificato per lui".
Ecco come il famoso pilota Alex Zanardi (due medaglie d'oro alle paralim-
piadi di Londra 2012 con la sua handbike) parla di questa storia di Cody.
L'entusiasmo e l'esempio: la lezione di un ragazzino
di Alex Zanardi
Una persona che ispira altri è tanto più efficace quanto meno sente
di incarnare questo ruolo Ognuno deve fare la propria strada: questo
diventa il racconto di come affronta la vita. Mi dicono: sei un modello
per tanti. Può darsi, ma io non mi sento tale, anche se posso capire di
essere a volte un punto di riferimento. E' capitato anche a me. Nei mo-
menti difficili della mia riabilitazione, altri con i miei problemi sonoù
stati per me fonte di ispirazione, da loro ho tratto insegnamento e for-
za. Un conto era sentire il primario spiegare cosa potevo fare con le
protesi, un altro ascoltare una persona che su quelle protesi ci sta e le
usa. E' molto più coinvolgente. Il primario alla fine del lavoro toglie
il camice e va a casa, l'altro al massimo toglie le protesi per dormire.
Conta capire le abilità. Se ciò che ti fa star male è la semplice idea
di non avere gli stessi "attrezzi" degli altri, diventa difficile uscirne.
Se il problema è invece pensare di non poter raggiungere gli stessi
obiettivi, allora cambia la prospettiva. Se poi qualcuno ti mostra co-
me andare dal punto A al punto B in altra maniera, indicandoti co-
me, tu capisci di poterlo fare, pur con "attrezzi" diversi. E se certe
possibilità che tu hai ti sono mostrate con un sorriso, come quello
di Cody, questo ti aiuta ad avere entusiasmo. Un ragazzino che vive
la propria vita con semplicità, studia i problemi per andare avanti
e lo fa divertendosi è incredibilmente valido per ispirare il prossi-
mo. Non sente su di sè nessuna responsabilità particolare. Vive la
sua vita. In maniera e con soluzioni magari eccezionali perchè la
sua stessa vita è eccezionale., cioè fuori dalla norma. Il sorriso ti
convince. Sembra che ti dica: ehi, non è così difficile.
E l'entusiasmo ti porta ad andare avanti, fare di più. Ogni giorno
di più
Lucianone
Chi è Cody
Ha 11 anni, sogna le Paralimpiadi. Visita i soldati veterani feriti.
La madre: "Il suo sorriso è contagioso. Sono stupita dell'effetto
che ha sugli altri. E' una benedizione".
Cody McCasland ha perso entrambe le gambe quando aveva15 mesi a
causa di una rara sindrome. Cody è portavoce di 'Challenge Athletes
Foundation' (recupera fondi per lo sport di persone con disabilità) e
ha partecipato a show televisivi.
Cody è stato premiato a Roma, in Vaticano ("Premio Sciacca").
(da 'Il Corriere della Sera' - 5 novembre 2012 - di Claudio Arrigoni)
Cody, il bambino con le protesi che cura i veterani
Kevin McCloskey è un veterano dell'Afghanistan. Una bomba esplose sotto il suo
mezzo, maciullandogli le gambe, provocandogli ustioni, riempiendogli di schegge
un occhio. Lauren, la sua fidanzata, vide un bambino in tv. Correva. E sorrideva.
Non aveva gambe, solo due piccole protesi. Lauren cercò i genitori, Tina e Mike:
"Vorrei che incontrasse Kevin". Fu così che Cody, il bimbo texano con le protesi
che corre felice, e Kevin, l'eroe di guerra tornato a casa con le stampelle, si incon-
trarono. "Mi ha visto e ha detto: 'Ciao, sono Cody'. E ha cominciato a ballare".
Sulle lame delle protesi. Era il suo modo per dirgli: "Ehi, puoi farlo anche tu!".
Cody McCasland aveva 7 anni, ora ne ha 11. Nato prematuro con una rara sindro-
me, gli hanno amputato le gambe quando aveva 15 mesi. Poi, anni da incubo: ope-
razioni e blocchi respiratori. Lui e le protesi: non c'è sport che non abbia provato.
Con un sorriso che fa innamorare. In acqua dai nove mesi, fra i 3 anni e i 6 saliva
sui cavalli o giocava a baseball e calcio. Corre, salta, partecipa a minitriathlon, e
usa l'handbike. Soprattutto, nuota: "Il mio sogno è la Paralimpiade di Rio". Una
sua foto, con lui in pista, le sue protesi e il suo sorriso meraviglioso lo ha fatto di-
ventare una star della rete. " So che ispira gli altri e questo mi onora": Tina, allo-
ra insieme a Mike, non gli ha mai precluso nulla, in primo luogo lo sport, alla
stessa maniera della sorellina Callie.
Dopo l'incontro con Kevin, Cody ha cominciato ad andare nel 'Veterans Admini-
stration Hospital', dove ci sono soldati rimasti paraplegici, non vedenti, amputati.
Un giorno era al 'Brooke Army Medical Center". C'era il colonnello dei marines
Tim Karcher, veterano di Afghanistan e Iraq. Aveva perso le gambe per una bom-
ba vicino a Sadr City: "Cody è stato indimenticabile". C'erano marines di due
metri che hanno superato mille volte la morte. Anche lui sa cosa vuol dire essere
vicino a morire. "Mi chiamo Cody" e iniziava a ballare e correre. Parla di ciò che
vive. Per questo quei soldati gli credono. "Be strong, never give up, siate forti, mai
arrendersi". Sa farli sorridere. "I soldati vedono Cody correre e quel suo sorriso è
contagioso", spiega Tina. Vuole diventare medico: "Per far stare meglio gli altri e
aiutarli a non soffrire".
in Vaticano, per ricevere il premio Sciacca. "Conosco l'Italia, - dice ancora
Cody - al Colosseo c'erano i gladiatori e in Vaticano c'è il Papa". E come la
mamma, Cody ha fede: "Credo in Dio e so che mi aiuta a superare i momenti
duri". La mamma Tina sa quel che Cody ispira: "Sono stupita dell'effetto che
ha sugli altri, è così giovane. E' una benedizione anche per la mia vita e non
vedo l'ora di vedere quel che Dio ha pianificato per lui".
Ecco come il famoso pilota Alex Zanardi (due medaglie d'oro alle paralim-
piadi di Londra 2012 con la sua handbike) parla di questa storia di Cody.
L'entusiasmo e l'esempio: la lezione di un ragazzino
di Alex Zanardi
Una persona che ispira altri è tanto più efficace quanto meno sente
di incarnare questo ruolo Ognuno deve fare la propria strada: questo
diventa il racconto di come affronta la vita. Mi dicono: sei un modello
per tanti. Può darsi, ma io non mi sento tale, anche se posso capire di
essere a volte un punto di riferimento. E' capitato anche a me. Nei mo-
menti difficili della mia riabilitazione, altri con i miei problemi sonoù
stati per me fonte di ispirazione, da loro ho tratto insegnamento e for-
za. Un conto era sentire il primario spiegare cosa potevo fare con le
protesi, un altro ascoltare una persona che su quelle protesi ci sta e le
usa. E' molto più coinvolgente. Il primario alla fine del lavoro toglie
il camice e va a casa, l'altro al massimo toglie le protesi per dormire.
Conta capire le abilità. Se ciò che ti fa star male è la semplice idea
di non avere gli stessi "attrezzi" degli altri, diventa difficile uscirne.
Se il problema è invece pensare di non poter raggiungere gli stessi
obiettivi, allora cambia la prospettiva. Se poi qualcuno ti mostra co-
me andare dal punto A al punto B in altra maniera, indicandoti co-
me, tu capisci di poterlo fare, pur con "attrezzi" diversi. E se certe
possibilità che tu hai ti sono mostrate con un sorriso, come quello
di Cody, questo ti aiuta ad avere entusiasmo. Un ragazzino che vive
la propria vita con semplicità, studia i problemi per andare avanti
e lo fa divertendosi è incredibilmente valido per ispirare il prossi-
mo. Non sente su di sè nessuna responsabilità particolare. Vive la
sua vita. In maniera e con soluzioni magari eccezionali perchè la
sua stessa vita è eccezionale., cioè fuori dalla norma. Il sorriso ti
convince. Sembra che ti dica: ehi, non è così difficile.
E l'entusiasmo ti porta ad andare avanti, fare di più. Ogni giorno
di più
Lucianone
Sport - calcio / Serie B - 15^ giornata 2012-13
17 novembre 2012 - sabato 17th November / Saturday visioni post - 8
Ora il Livorno è secondo
Modena frena, Juve Stabia ok
Ora il Livorno è secondo
Modena frena, Juve Stabia ok
15ª giornata di B: i toscani superano 2-0 il Varese e agganciano il Verona. Gli emiliani fanno 1-1 con l'Ascoli, mentre a Spezia c'è il colpaccio (3-2) della squadra di Braglia. Domani alle 12.30 posticipo con la capolista Sassuolo a Brescia
In attesa di vedere la capolista Sassuolo (posticipo domani alle 12.30 a Brescia), la 15ª giornata di Serie B regala il secondo posto al Livorno. I toscani ottengono un successo per 2-0 col Varese grazie alle reti di Belingheri e Siligardi. Il Modena fa 1-1 con l'Ascoli, mentre Spezia-Juve Stabia finisce 2-3. Nell'anticipo di ieri il Verona non è andato oltre l'1-1 con il Cesena.
- Belingheri esulta per la rete dell'1-0 sul Varese. LaPresse
EMPOLI-GROSSETO 3-2 — Ormai è chiaro. Quest’Empoli fa soffrire, prende sempre tanti gol (è la peggior difesa della serie B), ma gioca, diverte e segna, parecchio. Nel derby contro il Grosseto, con un avvio tutto dedicato alle popolazioni colpite dall’alluvione in Maremma e alle vittime degli allagamenti, i primi minuti sono stati di marca biancorossa, ma solo perché Lupoli alla prima occasione ha colpito. Per la squadra di Sarri andare sotto di un gol dopo un paio di minuti è stato traumatico. A questo si è aggiunto un arbitraggio confusionario, con Cervellara che ha dato adito a diversi dubbi sulle sue scelte. Nonostante il nervosismo che nel primo tempo si era creato in campo, nella ripresa gli azzurri hanno aggredito fin da subito la squadra di Somma ribaltando la situazione in quindici minuti o poco più. I gol: al 2' minuto di gioco Lupoli si ritrova davanti a Bassi, il portiere respinge proprio sull'attaccante che è solo davanti alla porta e insacca. Il pareggio dell'Empoli arriva allo stesso minuto della ripresa con Tavano che corregge un tiro angolato di Camillucci. Gli azzurri sono lanciatissimi e Moro trova il raddoppio e il sorpasso al 14'. Ancora Empoli in avanti con Tavano al 16' con un tiro a girare. Poi Antonazzo accorcia le distanze sul 3-2 al 26' con un colpo di testa su corner. Nel finale espulso Sarri per aver oltrepassato l’area tecnica. (Giacomo Cioni)
LANCIANO-BARi 0-3 — Il Bari trova vita facile a Lanciano e recrimina per i punti persi nelle ultime settimane. Le squadre si affrontano con gli stessi punti in classifica, che però non coincidono con la reale differenza di valori espressi in campo. I pugliesi arrivano a Lanciano con soli due punti conquistati in sei partite. La squadra di Torrente mostra personalità, attende il momento opportuno e punisce un Lanciano che si presenta in campo con la novità Bacchetti al posto di Scrosta. La partita del centrale dura poco per un brutto colpo subito in testa, che favorisce l’esordio di Gouano. La supremazia a centrocampo dei pugliesi è la chiave della partita. Il gol del vantaggio pugliese nasce da una invenzione di Galano con tiro di Caputo, respinto di piede da Leali in area, con Sciaudone lesto a mettere in rete, anticipando Rosania. Il raddoppio arriva poco dopo con Caputo che si libera in area e anticipa Leali. Per Gautieri i soliti problemi in avanti con una difesa in emergenza, lenta nelle chiusure su un Caputo molto ispirato e Fedati molto mobile. Il Lanciano ci crede e nella ripresa sostitusce Testardi con Falcone. Mostra più brio ma nulla più. Là davanti non pungono. Alla prima ripartenza il Bari triplica. Fallo di Gouano su Fedato in area con conseguente rigore. S’incarica del tiro Caputo che arriva a quota sei nella classifica cannonieri. Leali è sempre l’ultimo ad arrendersi e al 13’ della ripresa riesce a parare un pericolosissimo tiro di Fedali. La generosità del Lanciano si può racchiudere nell’impegno di Vastola che al 29’ sfiora il gol che la squadra di Gautieri avrebbe meritato per il grande impegno profuso per tutta la ripresa, nonostante il pesante passivo e l’evidente superiorità tecnica del Bari. (Fiorenzo Carlini - da La gazzetta dello sport.it)
LIVORNO-VARESE 2-0 — Il Livorno non si ferma più. Terza vittoria consecutiva e decimo successo in 15 giornate per gli scatenati amaranto toscani che raggiungono il Verona sul secondo gradino di classifica I labronici, schierati con un accorto 3-5-2 (solo panchina, almeno per i primi 72', per Siligardi), hanno liquidato due a zero il Varese, in campo senza i bomber Ebagua (squalificato) e Neto Pereira (infortunato). Bella gara, fra due squadre destinate a recitare un ruolo di primissimo piano nel torneo. I locali ben presto aprono le marcature: è il 12' quando Schiattarella effettua un ottimo lavoro sulla destra e mette in crisi la difesa biancorossa ospite. Cross al bacio per Belingheri che da sotto misura incorna e supera l'incolpevole Bressan. Il Varese, con il suo solido 4-4-2, prova a reagire, ma, al 30' spreca una ghiottissima opportunità: conclusione di Grillo dai venticinque metri, la palla finisce dalle parti di Martinetti che, sul filo dell'off side, tutto solo, ha il tempo di aggiustarsi la palla e, da non più di otto metri, va al tiro rasoterra. Fiorillo (bravissimo) si tuffa sulla propria sinistra e salva. Uno a zero all'intervallo. I lombardi spingono con generosità nei primi minuti della ripresa. Al 3' ci prova Momentè da fuori: para Fiorillo. Il Livorno replica in contropiede: al 17', su assist di Paulinho, Schiattarella non riesce ad addomesticare il pallone di fronte a Bressan. Nel finale, Varese tutto in avanti, con il Livorno 'costretto' a rafforzare gli ormeggi, con gli innesti dei difensori Ceccherini e Salviato. Nella più classica azione di rimessa, nel primo minuto di recupero (46'), i locali raddoppiano. In velocità Belingheri va via dalla linea di metà campo e sulla disperata uscita di Bressan offre a Siligardi, che, a porta sguarnita sigla, facilmente, la sua ottava rete stagionale. I labronici vincono, convincono e continuano a cullare sogni di gloria. (Fabio Giorgi)
- L'esultanza del Modena al gol di Pagano. LaPresse
MODENA-ASCOLI 1-1 — Nonostante una supremazia territoriale espressa soprattutto nel primo tempo, il Modena rallenta la sua corsa (era reduce da due vittorie di seguito) e deve accontentarsi di un pareggio nel match casalingo con l'Ascoli. Salva probabilmente la sua panchina Silva, che dopo una serie negativa (4 k.o. nelle ultime 4 gare) porta a casa un pareggio importante che garantisce un po' di tranquillità al clan marchigiano. Il Modena ha più di un motivo per rammaricarsi se non altro perchè nella ripresa sull'1-1 ha sbagliato un rigore con Ardemagni che ha calciato malissimo, un rasoterra che ha agevolato la parata di Guarna. Rigore conquistato dallo stesso Ardemagni per fallo da dietro di Prestia poi ammonito nella circostanza. Nel primo tempo Modena subito vicino al gol con un colpo di testa di Gozzi e la palla che finisce poco distante dal palo. Insiste la squadra di Marcolin e sulla conclusione da lontano di Moretti (8'), Guarna devia sul palo salvando la propria porta. Ascoli in vantaggio al 18': un pasticcio difensivo di Andelkovic favorisce la conclusione ravvicinata di Zaza. Il Modena insiste nella propria azione, prova diverse conclusioni da fuori ma la mira non è delle migliori. Al 31' di testa Moretti non ci arriva a due passi dalla porta avversaria. Nel finale del primo tempo, il pareggio: Pagano riceve dalla sinistra e con un preciso rasoterra segna la sua prima rete in gialloblù. Nella ripresa il gioco del Modena risulta meno fluido. Il rigore fallito da Ardemagni sembra spegnere la squadra di casa che inizia ad attaccare a testa bassa ma in modo confuso, nonostante le quattro punte inserite da Marcolin con gli ingressi di Greco e Surraco e alla fine anche di Stanco. Nei minuti conclusivi l'Ascoli si fa vivo con Zaza che provoca qualche brivido ai modenesi. (Paolo Reggianini)
PADOVA-CITTADELLA 3-1 — Chiamatelo l’uomo dei derby. Meglio se all’ultimo respiro. Andrea Raimondi ne ha fatta un’altra delle sue. Dopo aver deciso la sfida con il Verona, oggi ha demolito un Cittadella a cui il pareggio poteva stare pure stretto. Due reti, a cavallo del 90’, valgono al Padova tre punti che sono ossigeno dopo gli ultimi tentennamenti. L’inizio è col botto, con Cutolo dopo 4’ a sbloccare la gara. Troppa la libertà di tiro concessa al funambolo biancoscudato, che dal limite trova uno spiraglio alla sinistra di Cordaz. Il Cittadella arranca e lascia il pallino in mano al Padova che sfiora il raddoppio al 19’ con Obiorah e al 20’ con Galli, entrambi con la testa. Poi, i granata prendono le misure e premono: Giannetti al 23’ prova il destro dalla distanza (alto), due minuti più tardi Schiavon colpisce il palo su assist di Maah. Alla mezz’ora episodio dubbio per mani di Trevisan in area, poi Anania è sicuro sulle conclusioni dal limite di Schiavon (41’) e Giannetti (42’). Ed è del biondo attaccante scuola Juve il guizzo che porta alla parità, quando ad inizio ripresa (52’) raccoglie in area piccola un cross di Schiavon sporcato da Maah: 1-1. Di Roberto dalla distanza (58’) certifica poi la pressione granata, con il Padova a faticare nonostante le forze fresche di Raimondi e Granoche in avanti. Si procede a fiammate: Farìas prima viene fermato in maniera dubbia in area (61’), poi viene anticipato di un soffio da Martinelli. Dall’altra parte, il fenomeno è Giannetti, che si vede rimpallare sulla linea una stoccata dall’area piccola (70’). E quando tutto sembra dire che sarà pareggio, ci pensa Raimondi, che a un minuto dallo scadere lascia partire un’incredibile stoccata dai 30 metri che si infila sotto l’incrocio, e all’ultimo secondo, spinge in rete un comodo assist di Farìas per il definitivo 3-1 che fa esplodere l'Euganeo. (Carlo Della Mea)
PRO VERCELLI-CROTONE 0-2 — Il Crotone con Migliore e Torromino conquista i primi tre punti lontano dall’ Ezio Scida, battendo la Pro Vercelli col risultato finale di 2-0. I calabresi passano al Piola con il minimo sforzo, complice anche una Pro Vercelli abulica e senza idee. La prima rete dei rossoblù arriva al 40’ del primo tempo: Calil sul filo del fuorigioco, serve una bella palla a Migliore, che con la difesa bianca che sta a guardare, trafigge Valentini. Il primo tempo trascorre senza altri sussulti,. Nella ripresa la Pro scende in campo con più grinta, ma non basta. Quando i padroni di casa sembrano crescere, ecco il secondo gol del Crotone, al 33’: Torromino, appena entrato sul rettangolo verde e al secondo pallone toccato, vince un rimpallo con Ranellucci e va dritto in porta. Il difensore bianco, neppure cinque minuti dopo lascia il campo, per doppio giallo. La Pro in inferiorità numerica e sotto di due reti, prova a riaprire una gara ormai segnata. Senza fortuna. Il Crotone vince e guadagna tre punti importantissimi: la Pro esce dal campo tra i fischi dei tifosi che levano un coro all’ex allenatore Maurizio Braghin. (Raffaella Lanza)
REGGINA-TERNANA 1-1 — Un pareggio tutto sommato giusto, che premia la volontà della squadra di casa di non arrendersi mai. Il vantaggio degli ospiti ha suonato come un campanello d’allarme, così gli amaranto per la prima volta in questo campionato conquistano il terzo risultato utile di fila. Il rammarico degli umbri, quello di non aver finalizzato il 2-0 con Maniero. Reggina e Ternana dopo 11 anni di scena al Granillo, con i due tecnici, Dionigi e Toscano, nelle vesti di ex per i loro trascorsi da calciatori nelle rispettive squadre. Partita che si infiamma dopo 14’ di gioco, quando il difensore amaranto Ely, in uno scontro a metà campo con Litteri si vede sventolare il cartellino rosso per dal direttore di gara per gioco scorretto, con l’attaccante umbro a riprendere il proprio posto dopo l’intervento dello staff medico. Attimi di tensione in campo con un capannello che si forma attorno all’arbitro e l’allenatore Dionigi, su segnalazione del quarto uomo, viene allontanato dal terreno di gioco (la terza volta in questa stagione). L’espulsione dell’italo-brasiliano costringe la panchina amaranto a provvedere alla prima sostituzione: fuori l’attaccante Fischnaller e dentro il difensore Di Bari. Al 29’ il primo tiro in porta della gara con Rizzo, il quale da fuori area impegna Ambrosi in angolo. Alla mezzora si ristabilisce la numerazione in campo, poiché l’arbitro espelle Nolè per doppia ammonizione. Partita nervosa, così prima dell’intervallo finisco sul taccuino dell’arbitro anche Vitale e Lauro, ma di gioco neanche a parlarne. Ad inizio ripresa il primo tiro in porta degli ospiti con Lauro ma Baiocco è attento, così come al 15’ quando devia in angolo un bolide di Vitale. Reggina che potrebbe passare in vantaggio al 16’: punizione battuta da Sarno e Ciofani nel tentativo di rinviare di testa per poco non batte il suo portiere, il quale si distende alla sua sinistra e respinge in angolo. Al 21’ la Ternana passa in vantaggio: angolo battito da Vitale e il nuovo entrato Maniero di testa trafigge Baiocco (0-1). Al 27’ dopo 6 mesi si rivede in campo Campagnacci che prende il posto di Rizzo. Al 29’ la Reggina reclama un calcio di rigore per un fallo di mano di Lauro su tiro di Sarno. E’ sempre la squadra ospite a rendersi pericolosa (33’) con Maniero che da ottima posizione si fa ipnotizzare da Baiocco che devia in angolo. Al 38’ la Reggina in un batti a ribatti pareggia con Viola, il quale approfitta di un rimpallo e di sinistro batte Ambrosi (1-1). Dopo quello col Varese un altro pareggio interno per la Reggina, mentre la Ternana dopo tre sconfitte di fila torna a casa con un punteggio positivo. (Lorenzo Vitto)
- Danilevicius festeggia la vittoria della Juve Stabia. LaPresse
SPEZIA-JUVE STABIA 2-3 — Due volte in vantaggio con Danilevicius, sempre ripresa. Poi la Juve Stabia, quando lo Spezia spinge per vincere la partita, manda in gol Di Cuonzo e festeggia il successo al 'Picco'. Parte fiacca la partita, con due tiri alti di Dicuonzo e Caserta, fino alla mezzora, poi al 36' lo Spezia si fa vedere con una conclusione di Garofalo (ben smarcato da Okaka) da posizione defilata. Nocchi para senza problemi. Al 40', però, è incontenibile sulla sinistra Acosty. Passaggio dal centrocampo, controllo, rientro sul destro e tiro sul quale Danilevicius mette la testa, a centro area e infila Iacobucci sulla sua sinistra: 1-0. I padroni di casa partono forte nella ripresa e arrivano al pari: punizione di Garofalo, testa di Okaka a centro area e acrobazia di Sansovini che fissa l'1-1. La Juve Stabia non accusa il colpo e al 23' va di nuovo in vantaggio, grazie a Danilevicius (sesto gol stagionale). Dopo l'occasione sprecata da Antenucci in contropiede, Benedetti rischia il secondo giallo su Cellini lanciato sulla fascia. Sulla conseguente punizione, arriva il traversone rasoterra di Genevier dalla destra, sul quale vanno a vuoto Benedetti e Cellini in scivolata, ma non Danilevicius che sbuca alle spalle di Goian e a porta vuota, sul secondo palo, realizza l'1-2. Spreca malamente Sammarco al 30', cercando di infilare tra le gambe il portiere Nocchi che gli esce incontro, dopo un disimpegno sbagliato della difesa, poi Antenucci fa 2-2 di destro da centro area. La Juve Stabia non ci sta e in contropiede fissa il definitivo 2-3 al 43', con gli spezzini che protestano per un fallo di mano (Goian si becca il secondo giallo e finisce negli spogliatoi) e Di Cuonzo che la mette dentro ed esplode di gioia con i compagni. Nel finale un super Iacobucci, evita il tracollo ligure, sulle conclusioni di Improta e Cellini. (Marco Magi)
VICENZA-NOVARA 2-1 — Il Vicenza del secondo tempo batte meritatamente il Novara e torna alla vittoria dopo 7 turni di digiuno. Breda lancia titolare Giandonato al posto di Pinardi. Timide le due squadre in avvio. Per il Vicenza ci prova Giacomelli dopo 3’, ma il mancino rasoterra si perde sul fondo. Risponde il Novara con Gonzalez e Faragò senza fare male; i tempi sono però maturi (21’) perché la formazione di Perrone timbri il vantaggio. Faragò entra in area, elude l’intervento di Brighenti e beffa Pinsoglio grazie ad una leggera deviazione di Giandonato. Squillo biancorosso al 40’: Plasmati prolunga di testa per Giacomelli che impegna col destro Bardi. Molto diverso il Vicenza della ripresa (soprattutto grazie all’inserimento di Semioli per Malonga), che al 18’ pareggia con Castiglia, bravo a correggere in rete col piatto destro la sponda aerea di Plasmati. I biancorossi raddoppiano al 25’ su calcio di punizione dove Gentili svetta per il secondo gol personale con la maglia del Vicenza. Al 35’ Del Prete trattiene Padalino, rimedia il secondo giallo e quindi l’espulsione. La squadra di Breda rischia di chiudere la partita nel giro di un minuto, prima con un bel destro di Martinelli deviato, poi con un colpo di testa di Plasmati che termina a lato di poco. Al 39’ l’encomiabile Padalino recupera palla e propizia l’occasionissima per Plasmati che solo davanti al portiere non riesce a segnare. (Marta Benedetti)
Continua...to be continued...
Continua...to be continued...
venerdì 16 novembre 2012
Ultime notizie - Latest news
16 novembre 2012 - venerdì 16th November / Friday visualizzazioni - 38.879
visioni - 8
INTERVISTA
Zagrebelsky: "I valori della Costituzione
LEGGERE TUTTA L'INTERVISTA >>>>>>>> Zagrebelsky: "I valori della Costituzione
per battere i nichilisti e il vuoto della politica"
Corteo di studenti
Lacrimogeni lanciati dal Ministero?
Video Lacrimogeni dal Ministero
"Trovato un bossolo nel cortile"
Inchieste di Severino e pm video
Video E spunta altro filmato dei lanci. Giallo sui gas: il questore / il sindacato
visioni - 8
INTERVISTA
Zagrebelsky: "I valori della Costituzione
per battere i nichilisti e il vuoto della politica"
La democrazia dei 5 Stelle è inganno. La tecnica non basta a governare un Paese. Il logoramento è sfociato in astensionismo e violenza. La domanda ora è: siamo ancora in tempo per rimediare
ROMA - "Intorno a noi, vuoto politico. Ci voleva tanto a capire che la tecnica non basta a governare un Paese? Il governo tecnico poteva essere una medicina, ma la parola avrebbe dovuto riprendersela al più presto la politica. Ci voleva tanto a immaginare il logoramento che si sarebbe determinato: astensionismo, violenza, rifugio in forme di protesta elementari, prepolitiche? Siamo ancora in tempo per riprendere in mano politicamente la situazione, o non siamo più in tempo? Questa è la domanda". C'è preoccupazione nella riflessione di Gustavo Zagrebelsky. Nel "Manifesto di Libertà e Giustizia", da lui appena elaborato, viene indicata una possibilità, singolarmente consonante con quanto scrive Salvatore Settis nel suo ultimo libro che porta il sottotitolo "ritornare alla politica, riprendersi la Costituzione".LEGGERE TUTTA L'INTERVISTA >>>>>>>> Zagrebelsky: "I valori della Costituzione
per battere i nichilisti e il vuoto della politica"
Corteo di studenti
Lacrimogeni lanciati dal Ministero?
Video Lacrimogeni dal Ministero
"Trovato un bossolo nel cortile"
Inchieste di Severino e pm video
Video E spunta altro filmato dei lanci. Giallo sui gas: il questore / il sindacato
RepDomani: quel video scuote il governoRep tv Ceccarelli: "La stanza degli specchi"
ESCLUSIVA REPUBBLICA.IT. Durante gli scontri in via Arenula dal secondo piano, sopra uffici di Severino, due lacrimogeni su gente in fuga. Un terzo dal tetto. Dopo la pubblicazione su Repubblica.it del filmato inviato da un lettore, il ministro attiva il Racis dei carabinieri. Studenti in piazza, scontri (video) a Palermo (Foto). Scarcerati gli otto ragazzi arrestati a Roma
Lucianone
mercoledì 14 novembre 2012
TECNOLOGIA / Informatica-Internet: il nuovo algoritmo risparmiatore
14 novembre 2012 - mercoledì 14th November / Wednesday
visioni post - 8
La startup italiana Eco4Cloud
(composta da quattro ricercatori del Cnr di Cosenza)
ha trovato, attraverso un nuovo algoritmo,
un sistema per ridurre di un terzo
i consumi dei data center.
E' l'algoritmo che copia le formiche e fa nascere "il web
a impatto zero", che sfrutta al massimo la capacità di
metà dei server e inquina meno. Viene sperimentato da
Telecom.
(da 'la Repubblica' - R2LA STORIA - 13/11/'12 - di Riccardo Luna)
Una piccola startup calabrese potrebbe salvare Telecom Italia. E le nostre coscienze di utenti
del web. Salvare nel senso di ridurre di un terzo i costi di energia della principale compagnia
di telecomunicazioni. Che sono pari ai consumi energetici di tutte le famiglie della città di
Milano. Solo Trenitalia consuma di più, ma è questione di tempo: del resto più usiamo Internet
e più aumenteranno i corrispondenti consumi di energia (e di conseguenza anche le emissioni
di anidride carbonica nell'aria: già oggi siamo al 3 per cento del totale, pari all'intera industria
aeronautica). - Proprio ieri il vice presidente della commissione europea Noelie Kroes ha detto
che entro il 2020 ben 50 miliardi di oggetti saranno connessi alla rete, naturalmente consuman-
do energia: insomma parliamo di un problema mondiale piuttosto serio. Che quattro giovani ri-
cercatori calabresi hanno pensato di risolvere osservando il comportamento delle formiche e
realizzando così un algoritmo che consentirebbe un risparmio energetico del 35 per cento. E'
così la formula ecologica ed economica di Internet.
Cosa c'entrano le formiche con il computer? Molto più di quello che possiamo immaginare.
Sono almeno 20 anni che gli informatici prendono in prestito gli studi dei biologi per affron-
tare problemi complessi, "matematicamente intrattabili". Il più famoso è il 'binpacking pro-
blem', ovvero il problema di infilare tanti oggetti di dimensioni diverse in dei contenitori
usandone il minor numero possibile. Fateci caso: assomiglia molto al problema che hanno
davanti le "fattorie di computer" che fanno funzionare Internet. Mediamente ogni computer
è usato soltanto al 30 per cento delle sue capacità, ma visto che il traffico web varia in conti-
nuazione, nessuno ha trovato il modo di spegnere quelli in eccesso senza rischiare di far sal-
tare la rete. - E qui vengono in soccorso le formiche che si muovono freneticamente senza
nessuna strategia apparente. eppure il formicaio funziona alla perfezione e senza sprechi
di energia. Una questione di comunicazione istantanea e di calcolo delle probabilità.
Gli " ant colony algorithms" sono ormai consolidati come filone di ricerca ma NESSUNO, pare,
aveva mai pensato di applicarli ai problemi energetici di Internet. Poi, alla fine del 2010, è arri-
vata Eco4Cloud, la società nata dal lavoro di 4 ricercatori dell'istituto per il calcolo e le reti ad
alte prestazioni del Cnr di Cosenza: Carlo Mastroianni, Agostino Forestiero, Giuseppe Papuzzo
e Raffaele Giordanelli ( ai quali poi si sono aggiunti Ivana Pellegrino e Domenico Talia).
La loro intuizione è stata questa: il carico di lavoro non deve essere distribuito equamente fra i
computer; infatti mille computer usati al 50 per cento consumano di più di 500 computer usati
al 100 per cento. E quindi è meglio spegnerne la metà (ovvero ibernarli in modalità a basso con-
sumo). La conclusione è così logica che sembra strano non ci abbia pensato nessuno prima:
eppure, sostiene Mastroianni, "le soluzioni in circolazione sono manuali, complesse e scarsa-
mente adattabili, mentre noi proponiamo una soluzione automatica, semplice e infinitamente scalabile". - Da qui in poi è stata una progressione di successi per la piccola startup cosenti-
na: nel giugno 2011 vincono la StartCup Cakabria; a novembre a Torino vincono il premio speciale di Working Capital, il concorso di Telecom Italia che da tre anni valorizza e suppor-
ta le nuove idee di impresa. A stretto giro arrivano due milioni di euro di finanziamenti da
dPixel e Principia, due fra i principali investitori del web. - Nel luglio scorso Telecom decide
di sperimentare le soluzioni sul campo: nel centro elaborazione dati di Bari, dove sono al la-
voro 32 computer.
Dopo alcuni aggiustamenti a settembre arriva il verdetto: risparmio confermato fino al 35 per
cento, racconta l'amministratore delegato di Telecom Marco Patuano, per il quale "Eco4Cloud
rappresenta un felice caso di innovazione sostenibile, promossa dal basso e adottata da una
grande azienda". - Telecom, che oggi ha una bolletta energetica di circa 400 milioni di euro,
pensa in 2 anni di risparmiare, non solo con questa innovazione, 170 milioni. Senza contare il
risparmio ambientale in termini di mancate emissioni di anidride carbonica.
Intanto ieri i fondatori di Eco4cloud erano a Salt Lake City per presentare il loro algoritmo
alla più grande fiera del mondo di super computer: Cisco, la multinazionale che ha fisica-
mente costruito buona parte della rete, lo sta già testando. Ma teoricamente fra i potenziali
clienti ci sono tutti i colossi del web, Google e Facebook in testa, i cui stratosferici consumi
energetici sono attentamente monitorati.
Insomma, questa storia di un gruppo di ricercatori di una struttura pubblica, alcuni anche precari, che in Calabria mettono insieme le loro conoscenze per relizzare un progetto tecnologicamente entusiasmante, sembra solo all'inizio.
Lucianone
visioni post - 8
La startup italiana Eco4Cloud
(composta da quattro ricercatori del Cnr di Cosenza)
ha trovato, attraverso un nuovo algoritmo,
un sistema per ridurre di un terzo
i consumi dei data center.
E' l'algoritmo che copia le formiche e fa nascere "il web
a impatto zero", che sfrutta al massimo la capacità di
metà dei server e inquina meno. Viene sperimentato da
Telecom.
(da 'la Repubblica' - R2LA STORIA - 13/11/'12 - di Riccardo Luna)
Una piccola startup calabrese potrebbe salvare Telecom Italia. E le nostre coscienze di utenti
del web. Salvare nel senso di ridurre di un terzo i costi di energia della principale compagnia
di telecomunicazioni. Che sono pari ai consumi energetici di tutte le famiglie della città di
Milano. Solo Trenitalia consuma di più, ma è questione di tempo: del resto più usiamo Internet
e più aumenteranno i corrispondenti consumi di energia (e di conseguenza anche le emissioni
di anidride carbonica nell'aria: già oggi siamo al 3 per cento del totale, pari all'intera industria
aeronautica). - Proprio ieri il vice presidente della commissione europea Noelie Kroes ha detto
che entro il 2020 ben 50 miliardi di oggetti saranno connessi alla rete, naturalmente consuman-
do energia: insomma parliamo di un problema mondiale piuttosto serio. Che quattro giovani ri-
cercatori calabresi hanno pensato di risolvere osservando il comportamento delle formiche e
realizzando così un algoritmo che consentirebbe un risparmio energetico del 35 per cento. E'
così la formula ecologica ed economica di Internet.
Cosa c'entrano le formiche con il computer? Molto più di quello che possiamo immaginare.
Sono almeno 20 anni che gli informatici prendono in prestito gli studi dei biologi per affron-
tare problemi complessi, "matematicamente intrattabili". Il più famoso è il 'binpacking pro-
blem', ovvero il problema di infilare tanti oggetti di dimensioni diverse in dei contenitori
usandone il minor numero possibile. Fateci caso: assomiglia molto al problema che hanno
davanti le "fattorie di computer" che fanno funzionare Internet. Mediamente ogni computer
è usato soltanto al 30 per cento delle sue capacità, ma visto che il traffico web varia in conti-
nuazione, nessuno ha trovato il modo di spegnere quelli in eccesso senza rischiare di far sal-
tare la rete. - E qui vengono in soccorso le formiche che si muovono freneticamente senza
nessuna strategia apparente. eppure il formicaio funziona alla perfezione e senza sprechi
di energia. Una questione di comunicazione istantanea e di calcolo delle probabilità.
Gli " ant colony algorithms" sono ormai consolidati come filone di ricerca ma NESSUNO, pare,
aveva mai pensato di applicarli ai problemi energetici di Internet. Poi, alla fine del 2010, è arri-
vata Eco4Cloud, la società nata dal lavoro di 4 ricercatori dell'istituto per il calcolo e le reti ad
alte prestazioni del Cnr di Cosenza: Carlo Mastroianni, Agostino Forestiero, Giuseppe Papuzzo
e Raffaele Giordanelli ( ai quali poi si sono aggiunti Ivana Pellegrino e Domenico Talia).
La loro intuizione è stata questa: il carico di lavoro non deve essere distribuito equamente fra i
computer; infatti mille computer usati al 50 per cento consumano di più di 500 computer usati
al 100 per cento. E quindi è meglio spegnerne la metà (ovvero ibernarli in modalità a basso con-
sumo). La conclusione è così logica che sembra strano non ci abbia pensato nessuno prima:
eppure, sostiene Mastroianni, "le soluzioni in circolazione sono manuali, complesse e scarsa-
mente adattabili, mentre noi proponiamo una soluzione automatica, semplice e infinitamente scalabile". - Da qui in poi è stata una progressione di successi per la piccola startup cosenti-
na: nel giugno 2011 vincono la StartCup Cakabria; a novembre a Torino vincono il premio speciale di Working Capital, il concorso di Telecom Italia che da tre anni valorizza e suppor-
ta le nuove idee di impresa. A stretto giro arrivano due milioni di euro di finanziamenti da
dPixel e Principia, due fra i principali investitori del web. - Nel luglio scorso Telecom decide
di sperimentare le soluzioni sul campo: nel centro elaborazione dati di Bari, dove sono al la-
voro 32 computer.
Dopo alcuni aggiustamenti a settembre arriva il verdetto: risparmio confermato fino al 35 per
cento, racconta l'amministratore delegato di Telecom Marco Patuano, per il quale "Eco4Cloud
rappresenta un felice caso di innovazione sostenibile, promossa dal basso e adottata da una
grande azienda". - Telecom, che oggi ha una bolletta energetica di circa 400 milioni di euro,
pensa in 2 anni di risparmiare, non solo con questa innovazione, 170 milioni. Senza contare il
risparmio ambientale in termini di mancate emissioni di anidride carbonica.
Intanto ieri i fondatori di Eco4cloud erano a Salt Lake City per presentare il loro algoritmo
alla più grande fiera del mondo di super computer: Cisco, la multinazionale che ha fisica-
mente costruito buona parte della rete, lo sta già testando. Ma teoricamente fra i potenziali
clienti ci sono tutti i colossi del web, Google e Facebook in testa, i cui stratosferici consumi
energetici sono attentamente monitorati.
Insomma, questa storia di un gruppo di ricercatori di una struttura pubblica, alcuni anche precari, che in Calabria mettono insieme le loro conoscenze per relizzare un progetto tecnologicamente entusiasmante, sembra solo all'inizio.
Lucianone
martedì 13 novembre 2012
Ultime notizie / In Italia e nel mondo - Latest news
12 novembre 2012 - martedì 12th November / Tuesday visioni post - 9
Politica - Italia
Elezioni regionali il 10 e 11 febbraio
al voto tra 3 mesi Lazio, Lombardia e Molise
Trovato l'accordo, l'annuncio del ministro Cancellieri:
«Fra tre mesi alle urne».
La titolare dell'Interno ha invitato i prefetti di Milano e Campobasso a convocare
i comizi e ha informato della decisione la governatrice del Lazio.
Meteo - Italia / emergenza
TRAGEDIA IN PROVINCIA DI GROSSETO
Maltempo: morti tre dipendenti Enel.
Nuova allerta meteo in Toscana. Una donna tra le vittime del crollo del ponte sull'Albegna,
a Manciano. Settecento sfollati nel Grossetano.
Maltempo e dissesto del territorio: è strage nel grossetano. Tre impiegati dell'Enel, tra cui una donna, sono morti intrappolati a bordo di un'auto del gruppo dell'energia coinvolta nel crollo del ponte sull'Albegna, a Marsiliana, nel comune di Manciano, nella tarda serata di lunedì.
Le tre vittime ( Paolo Bardelloni, 59 anni, di Grosseto; Antonella Vanni, 48 anni, di Larderello e Maurizio Stella 47 anni di Follonica) erano dipendenti dell'impianto geotermico di Enel Green Power di Larderello, in provincia di Pisa. I corpi sono stati recuperati dopo una notte di lavoro delle squadre dei soccorritori e sul luogo sono arrivate le famiglie per i riconoscimenti. I tre viaggiavano su un'auto aziendale precipitata per il crollo del ponte San Donato sul fiume Albegna. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sta seguendo l'evolversi della situazione attraverso il Dipartimento della Protezione Civile e le Prefetture interessate. Il Capo dello Stato ha espresso la propria «solidarietà alle Comunità coinvolte, la sua commossa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime, e al tempo stesso il vivo apprezzamento a quanti sui territori colpiti sono impegnati nella gestione dell'emergenza e nelle operazioni di soccorso».
L'appello del governatore Rossi: «Servono 50 mln l'anno per 10 anni»
MULTIMEDIA
Salvati dall'elicottero
Notte di soccorsi
Le foto su Twitter
Politica - Italia / Le primarie
Il confronto tv IN VISTA DEL 25 NOVEMBRE
Primarie del centrosinistra, un quieto dibattito..
Nell'agone di Sky, i cinque candidati hanno parlato di evasione e Imu, Fornero e Marchionne, coppie gay e casta
Confronto su Imu, evasione, lavoro. Renzi e Vendola: no a Casini
Stile e linguaggio Battista, Grasso, Mannheimer, Piccolo
L'analisi - Per Twitter meglio Bersani e Renzi, poi Vendola
Esteri - Il mistero in CILE
Italiano disperso sulle Ande
Ricerche vane anche al sesto giorno
Il 24enne di Torino era insieme a due amici, un russo e un francese. La zona investita dal maltempo
Esteri - BELIZE / La storia
La discesa agli inferi di un genio
Ricercato per omicidio John McAfee, creatore del celebre antivirus per computer
È sospettato dell'assassinio di uno statunitense, Gregory Faull, a seguito di una serie di liti per futili motivi

John McAfee, il fondatore della celebre azienda produttrice di software antivirus che porta il suo nome, azienda ora di proprietà della Intel, è ricercato per omicidio dalla polizia del Belize, Paese dove il geniale programmatore vive e dove lavora alla guida della QuorumEx, azienda produttrice di antibiotici naturali.
LA VICENDA - McAfee, secondo quanto rivela il sito di tecnologia Gizmodo, sarebbe sospettato dalla polizia per l'omicidio, avvenuto sabato, di Gregory Faull, un cittadino di origine statunitense. L'omicidio è avvenuto nella casa di Faull nel paese di San Pedro ad Ambergris Caye, un isola-paradiso tropicale al largo della costa del Belize. Faull è stato trovato dalla domestica in un lago di sangue dopo essere stato raggiunto da un proiettile alla testa. Tra Faull e McAfee, ci sarebbero stati numerosi dissapori negli ultimi mesi. Una lite a causa di uno scontro tra i cani dei due sarebbe stata, secondo gli investigatori, la classica goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.
Lucianone
Politica - Italia
Elezioni regionali il 10 e 11 febbraio
al voto tra 3 mesi Lazio, Lombardia e Molise
Trovato l'accordo, l'annuncio del ministro Cancellieri:
«Fra tre mesi alle urne».
La titolare dell'Interno ha invitato i prefetti di Milano e Campobasso a convocare
i comizi e ha informato della decisione la governatrice del Lazio.
Meteo - Italia / emergenza
TRAGEDIA IN PROVINCIA DI GROSSETO
Maltempo: morti tre dipendenti Enel.
Nuova allerta meteo in Toscana. Una donna tra le vittime del crollo del ponte sull'Albegna,
a Manciano. Settecento sfollati nel Grossetano.
Maltempo e dissesto del territorio: è strage nel grossetano. Tre impiegati dell'Enel, tra cui una donna, sono morti intrappolati a bordo di un'auto del gruppo dell'energia coinvolta nel crollo del ponte sull'Albegna, a Marsiliana, nel comune di Manciano, nella tarda serata di lunedì.
Le tre vittime ( Paolo Bardelloni, 59 anni, di Grosseto; Antonella Vanni, 48 anni, di Larderello e Maurizio Stella 47 anni di Follonica) erano dipendenti dell'impianto geotermico di Enel Green Power di Larderello, in provincia di Pisa. I corpi sono stati recuperati dopo una notte di lavoro delle squadre dei soccorritori e sul luogo sono arrivate le famiglie per i riconoscimenti. I tre viaggiavano su un'auto aziendale precipitata per il crollo del ponte San Donato sul fiume Albegna. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sta seguendo l'evolversi della situazione attraverso il Dipartimento della Protezione Civile e le Prefetture interessate. Il Capo dello Stato ha espresso la propria «solidarietà alle Comunità coinvolte, la sua commossa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime, e al tempo stesso il vivo apprezzamento a quanti sui territori colpiti sono impegnati nella gestione dell'emergenza e nelle operazioni di soccorso».
L'appello del governatore Rossi: «Servono 50 mln l'anno per 10 anni»
Politica - Italia / Le primarie
Il confronto tv IN VISTA DEL 25 NOVEMBRE
Primarie del centrosinistra, un quieto dibattito..
Nell'agone di Sky, i cinque candidati hanno parlato di evasione e Imu, Fornero e Marchionne, coppie gay e casta
Confronto su Imu, evasione, lavoro. Renzi e Vendola: no a Casini
Esteri - Il mistero in CILE
Italiano disperso sulle Ande
Ricerche vane anche al sesto giorno
Il 24enne di Torino era insieme a due amici, un russo e un francese. La zona investita dal maltempo
Esteri - BELIZE / La storia
La discesa agli inferi di un genio
Ricercato per omicidio John McAfee, creatore del celebre antivirus per computer
È sospettato dell'assassinio di uno statunitense, Gregory Faull, a seguito di una serie di liti per futili motivi
LA DISCESA AGLI INFERI DI UN GENIO
Belize: ricercato per omicidio John McAfee, creatore del celebre antivirus per computer
È sospettato dell'assassinio di uno statunitense, Gregory Faull, a seguito di una serie di liti per futili motivi
John McAfee, il fondatore della celebre azienda produttrice di software antivirus che porta il suo nome, azienda ora di proprietà della Intel, è ricercato per omicidio dalla polizia del Belize, Paese dove il geniale programmatore vive e dove lavora alla guida della QuorumEx, azienda produttrice di antibiotici naturali.
LA VICENDA - McAfee, secondo quanto rivela il sito di tecnologia Gizmodo, sarebbe sospettato dalla polizia per l'omicidio, avvenuto sabato, di Gregory Faull, un cittadino di origine statunitense. L'omicidio è avvenuto nella casa di Faull nel paese di San Pedro ad Ambergris Caye, un isola-paradiso tropicale al largo della costa del Belize. Faull è stato trovato dalla domestica in un lago di sangue dopo essere stato raggiunto da un proiettile alla testa. Tra Faull e McAfee, ci sarebbero stati numerosi dissapori negli ultimi mesi. Una lite a causa di uno scontro tra i cani dei due sarebbe stata, secondo gli investigatori, la classica goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.
Lucianone
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