lunedì 23 novembre 2015

Società / terrorismo - Nigeria: le bimbe kamikaze usate da Boko Haram in ottobre

23 novembre '15 - lunedì             23rd November / Monday          visione post - 19

(da la Repubblica - 03/ 10/ '15 - Allarme terrorismo / Giampaolo Cadalanu)
Nigeria - Cinque bimbe kamikaze, è strage
Un gruppo di kamikaze adolescenti, cinque secondo alcune fonti, si sono fatte esplodere
 - giovedì sera, 1 ottobre - in mezzo alla gente di Maiduguri, capitale dello Stato del Borno.
Una di loro aveva appena nove anni. Si sono fatte saltare alla fine della preghiera serale:
14 i morti, una quarantina i feriti, molti gravissimi. Un testimone ha raccontato all'agen-
zia France Presse che un'altra ragazzina è morta nell'esplosione anticipata della sua cin-
tura esplosiva vicino alla moschea del quartiere di Ajilari. Altri tre kamikaze sono entra-
ti in azione vicino a un passaggio a livello, dice la polizia di Maiduguri. Altri testimoni raccontano di una ragazzina che non sarebbe riuscita a innescare l'ordigno  e sarebbe
stata catturata viva dagli agenti.  -  I fondamentalisti non hanno nemmeno rivendicato la 
strage, ma le autorità locali non hanno dubbi: a scegliere il giorno in cui si celebrano i 55
anni di indipendenza del Paese  per spedire verso il martirio le giovanette sono stati i fa-
natici di Boko Haram che lo scorso marzo hanno giurato fedeltà all'Is prendendo il nome
di Provincia dello Stato islamico nell'Africa occidentale. Il gruppo è ben radicato nello Sta-
to del Borno. A Maiduguri avevano colpito lo scorso 20 settembre, con una serie di attacchi
in cui morirono 117 persone, tra cui molte donne.    Gli attacchi  sono avvenuti nello stesso giorno in cui l'esercito ha annunciato che 80 combattenti di Boko Haram si sono arresi nel Borno, evento che è stato descritto come una "pietra miliare" nella lotta contro il terrorismo.
Non è ben chiaro se il gruppo sia ancora guidato da Abubakar Shekau, che più volte le auto-
rità hanno dato per morto. Quello che sembra evidente è il cambio di strategia dei terroristi.
Il presidente federale Muhammad Buhari, di fede islamica, ha dichiarato loro guerra aperta impegnando mezzi e uomini nella sfida. I fondamentalisti, che nei mesi precedenti aveva-
no attaccato con successo villaggi e città, hanno modificato il loro modo di procedere, orien-
tandosi  su una tattica  molto meno controllabile  dalle autorità centrali di Abuja, evitando
ogni confronto e concentrando i propri sforzi su uno scenario di terrore. La tattica prevede
razzie nei villaggi che ospitano scuole e soprattutto attacchi suicidi nelle città, imprevedibili
per le forze di sicurezza perchè condotti spesso attraverso minori.
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QUELLE PICCOLE TRASFORMATE A FORZA  IN ARMI MICIDIALI DEL TERRORE 
Era già successo, ma c'è sempre un gradino più infame: cinque bambine mandate insieme
a esplodere all'entrata di una moschea all'ora della preghierra della sera. La loro età può  
essere solo ricostruita a occhio dai testimoni superstiti: la più piccola, dicono, avrà avuto 
nove anni.  Sarà stato più facile per loro andare insieme, le più grandi che facevano co-
raggio alle più piccole - o viceversa, chissà. I morti (dicono le notizie, ma il conto è desti-
nato a crescere) sono 14, "comprese le bambine".   Non so se chi ha redatto così la noti-
zia l'abbia fatto distrattamente, o si sia fermato a riflettere. Altre volte si leggono frasi di-
verse: "Ci sono state 9 vittime, oltre agli attentatori". Si sta attenti a mettere in un conto 
a parte gli attentatori, specialmente quando siano avidi della propria morte. Qui nessun
può essere tentato di togliere le bambine dal conto delle vittime. Ci si interroga angoscio-
samente: si rendono conto, le attentatrici suicide, di ciò cui vanno incontro? Gli esperti
avvertono che i loro congegni esplosivi possono essere fatti detonare a distanza, e a insa-
puta delle poverette su cui sono state caricati. Altri spiegano come sia possibile indottrina-
re fino all'ottusità, o all'entusiasmo, creature fragili strappate alla loro vita e rimodellate, 
dalla violenza fisica  e  dalla suggestione psicologica dei carcerieri, e come le donne e 
le bambine siano più vulnerabili. 
C'è un tristo repertorio internazionale di donne e ragazze votate alla morte altrui e propria.
Ma le "vedove nere" cecene, adolescenti a volte, non avevano nove anni, e anche quando,
spesso, erano forzate, erano pur sempre parte del popolo e della cultura che le mandava a
morte. Qui c'è il raccapriccio nuovo, se non nelle più terribili immaginazioni letterarie, di
donne e bambine tolte dalle proprie case e magari alla propria religione e "convertite" a
diventare armi micidiali contro la propria gente e contro se stesse. E' inevitabile arrovel-
larsi attorno a questo dilemma, spingersi a immaginare con che animo cinque bambine
e ragazze abbiano percorso l'ultimo tratto della loro strada: purchè non si ceda alla paz-
zia di ritenerle responsabili o colpevoli.

Continua... to be continued...

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