17 giugno 2012 - domenica 17th June '12 / Sunday
Inchiesta / Università:
i professori italiani tra i più pagati
Siamo i secondi al mondo, dopo il Canada.
Ma è anche molto difficile arrivare alla cattedra.
C'è prof e prof, e ci sono le loro buste paga. L'insegnante di
scuola media e superiore guadagna poco. Tardi e poco.
Il docente universitario italiano no. Guadagna in là con gli
anni, diventa professore ordinario sulla soglia dei cinquan-
ta, ma guadagna bene. Esce dal circuito ai settant'anni con
uno stipendio netto tra i 5.000 e i 5,500 euro. In un'ipotesi
virtuosa, ovvero stipendio base più 14 scatti d'anzianità e 5
ulteriori avanzamenti automatici, un cattedratico d'ateneo
che ha esercitato a tempo pieno si congeda con 5.468,53 eu-
ro netti. Salari che in altre categorie di pari livello appar-
tengono al passato.Nelle univrsità resistono le buste paga
pesanti: la riforma Gelmini non le ha intaccate.
Rivela tutto questo un'inchiesta diventata libro - "Paying
the professoriate" - realizzata da Philip Altbach e quattro
colleghi del Cente.r for international higher education.
Hanno fayyo una comparazione mondiale di compensi, con-
tratti ed eventuali benefit. I Paesi presi in esame sono 28
(otto europei) e i risultati sono stati resi omogenei sulla ba-
se del costo della vita locale e dell'inquadramento delle vite
professionali. Tutte le università considerate sono pubbliche,
le private non pubblicano i "salary data". Risulta che l'Italia
ha i professori meglio pagati al mondo dopo il Canada.
Nel dettaglio, siamo al secondo posto nella classifica dello
"stipendio lordo medio", che da noi significa un pò più di
3.300 euro al mese (tra i sette e nove scatti d'anzianità).
Siamo terzi nel "top level" (5.468,53, appunto).
Scendiamo, invece, nella paga d'ingresso: decimo posto
insieme a Olanda e Argentina (il Canada è sempre primo).
L'analisi scopre cose curiose. Le università messicane per
combattre la fuga dei cervelli verso gli Stati Uniti hanno pre-
visto per i docenti un bonus per il primo matrimonio e a Na-
tale bottiglie di cidro e di tacchini congelati. Altre rivelazioni,
basate sui valori tabellari offeerti dai 28 ministeri dell'Istru-
zione, sono di sostanza: Sudafrica, Arabia Saudita e Malesia,
per esempio, hanno "top wages" più alte degli Stati Uniti.
Gli Usa, e come loro Germania, Israele e Giappone, "fatiche-
ranno ad attrarre giovani talenti se non alzeranno gli stipendi
più alti. - La Nigeria, d'altronde, paga i suoi insegnanti pià o
meno come Israele. Le recenti riforme tedesche hanno taglia-
to il 20-30 % della parte fissa della mensilità dei docenti, ma
hanno aperto ai bonus basati sulle performance. In America
Latina 7 insegnanti su 10 sono part-time.
In molti Paesi le diffrenze tra professori d'eccellenza e la lar-
ga platea intellettuale degli atenei sono più alte che da noi.
In molti stati, anglosassoni soprattutto, la paga è uno dei mo-
tivi d'attrazione in mano alle università, da noi gli stipendi so-
no decisi dal ministero. - Nei Paesi di lingua inglese i docenti
sono pagati per i periodi di insegnamento effettivo: 4 mesi, 9
mesi, poi devono andarsi a cercare consulenze altrove.
Da noi lo stipendio si prende tutti i mesi - anche in estate, con
le università chiuse - e a Natale invece del tacchino arriva la
tredicesima. . L'Ocse, che compara le scuole e le università di
tutto il mondo industrializzato, non si era mai spinto a confron-
tare gli stipendi. Ora un libro colma il vuoto. E Piero Graglia,
ricercatore della Statale di Milano in attesa di diventare "Po",
spiega: "Gli stipendi universitari possono essere anche buoni,
ma in Italia ne potrai godere ben oltre i cinquanta".
I numeri dell' università
Professori associati e ordinari 36.566
Ricercatori strutturati 24.075
Ricercatori precari 60 / 70.000
(stima)
I costi per il Miur
(euro all'anno)
Professore ordinario 126.000
Professore associato 88.200
Ricercatore 58.000
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Lucianone
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