31 maggio 2012 - giovedì 31st May / Thursday visioni post - 21
Lucianone L' opinione del giovedì "Quando le catastrofi sono annunciate, cioè previste?"
E' probabilmente una specie di destino quello che perseguita chi è già in precarie condizioni economiche o/e di salute e poi gli arriva un altro colpo mancino, sia un incidente stradale che lo rende invalido o la morte di un genitore o di un figlio op- pure qualsiasi altra disgrazia grave, che si aggiunge così alle precedenti. Questa è la stessa situazione in cui adesso si trova il nostro Paese. Si sa, è stato detto ripetutamente, che i terremoti non si possono prevedere con sicurezza, che la na- tura colpisce in modo subdolo e spietato, che tutti noi poveri esseri umani siamo impotenti come le formiche in una foresta e insomma la catastrofe che arriva dal- la furia della natura è lì dietro l'angolo che ci travolge soprattuttoquando non ce l'aspettiamo. Tutto vero, d'accordo, solo che oggi l'uomo del ventunesimo secolo non è più l'uomo di due e più secoli fa quando ancora si affidava interamente alla provvidenza divina perchè gli eventi catastrofici della natura non si scatenassero. Adesso nel 20° e 21° secolo, l'uomo post-sapiens può prevedere, attraverso le previsioni meteo, l'arrivo di un uragano o di un tornado, e così quest'uomo ha co- struito in America/Stati Uniti dei rifugi sotto casa dove andarsi a riparare. Ades- so lo stesso uomo ha potuto sempre negli ultimi due secoli preparare un pò alla volta delle mappature (opera di studiosi sismografi) delle eventuali zone nei di- versi perimetri più a rischio di un Paese che segnalano dove ci sono fratture e fraglie e crepacci che indicano la probabilità di future scosse telluriche più o me- no consistenti con grado Richter relativo. Anche per quanto riguarda le alluvioni è ormai noto che la natura si vendica quando l'uomo sradica gli alberi e la fore- stazione che si trovano lungo i fiumi per poi costruirci case e interi villaggi o cit- tadine e stravolgendo il paesaggio arrivano quindi inondazioni che non si posso- no più dichiarare inattese. Dunque, per ritornare al pensiero iniziale, è si vero che il destino gioca tanto nella vita degli uomini e che le disgrazie spesso non finiscono mai, e una ne attira subito un' altra. Ma è anche vero che qualche volta la disgrazia che arriva dopo, nel caso specifico i due terremoti nell'Emilia a distanza di una setti- mana, poteva essere meno grave di quello che è risultata se abitazioni e capannoni (e lasciando stare chiese e monumenti storici, per i quali credo ci voglia il lavoro di esperti particolari) fossero sta- ti costruiti con tecniche antisismiche sapendo che anche quella parte della pianura padana inferiore era a rischio sismico. Insomma, diciamolo in modo chiaro che in Giappone e negli Stati americani a forte rischio sismico (vedi California) con un 5,8 di punto Richter le costruzioni avrebbero tenuto Tutta l'Italia, escludendo per ora la Sardegna, è una nazione che ha avuto nel passato lontano e avrà in futuro sempre problemi di convivenza con fenomeni sismici. Ma l'uomo post-sapiens italiano non ha mai pensato di fare prevenzione, ms solo di vivere alla giornata e magari di spera- re nella solidarietà o beneficenza che dir si vo- glia il giorno dopo che la catastrofe non prevista nè prevenuta si e è bella che compiuta. Le colpe poi sappiamo benissimo dove trovarle: in quella politica italiana del non fare nulla che giovi veramente alla collettività e nel fare solo e unicamente il proprio tornaconto e poi i poveri, i deboli e insomma il popolino che s'arrangino Qiuesta è stata la politica mafiosa che ha ridotto l'Italia a piangere i suoi morti anche quando si potevano evitare. - La crisi economica e la paura della perdita del lavoro hanno portato quegli ope- rai e i loro padroni incolpevoli a spingersi sotto quei capannoni fragili e senza alcuna struttura minimamente antisismica, ma solo per contra- stare il vento (roba da ridere, purtroppo) e così a trovare morte sicura. Ma dobbiamo in ogni caso stare tutti uniti nella solidarietà, donando sì quei due euro dal cellu- lare o telefono fisso, ma sperando sempre (si sa, la speranza è sempre l'ultima...) che oltre la metà di quei parlamentari se ne vada via e che l'Italia sia governata dalle menti, non dai soldi, finalmente!
Un primo episodio alle 9 (5.8), poi di nuovo alle 12.56 e alle 13. Il numero delle vittime sale a 17, gli sfollati salgono a quota 14mila. Evento sismico avvertito distintamente a Bologna, nel Ferrarese, a Ravenna, ma anche in Lombardia e in Toscana. Situazione drammatica a Cavezzo, San Felice, Mirandola. Il ministro Cancellieri nelle terre colpite. Difficoltà nelle comunicazioni mobili. Errani: "Faremo tutto quello che si deve per mettere in sicurezza i cittadini". Mercoledì a Bologna scuole chiuse.
Crolli dei capannoni
"La normativa fino a pochi anni fa permetteva la costruzione di capannoni fatti così, con incastri di prefabbricati: Un sistema pensato per resistere al vento, non a un terremoto". lo afferma il presidente dell'ordine degli inge- gneri di Modena, Augusto Gambuzzi. - Sui crolli nei capannoni, intanto la procura di Modena ha aperto un'indagine, per accertare le dinamiche degli incidenti che hanno provocato diversi morti. Tra le vittime c'è anche un col- lega di Gambuzzi, l'ingegnere Gianni Bignardi sorpreso dal terremoto di ieri mentre stava effettuando un controllo. Donna estratta da macerie, cauta fiducia dei medici E' ancora ricoverata in Neuroranimazionen all'Ospedale di Baggiovara la 65enne estratta viva dalle macerie a Cavezzo, nel Modenese. La donna è sedata farmacologicamente e la prognosi rimane riservata, ma gli specia- listi si dicono cautamente fiduciosi in un suo recupero e nella funzionali- tà degli arti, visto come ha risposto la paziente.
Il centro di Cavezzo (Mo) dopo il terremoto Da Toscana psicologi di sostegno Pubbliche Assistenze toscane impegnate per il sisma in Emilia hanno inviato al campo allestito dalla Regione Toscana psicologi del nucleo di sostegno per chi è colpito da calamità naturali. Gli uomini di Anpas Toscana da ieri sono presenti anche nel campo di Novi di Modena. Dopo la nuova scossa, dalla Toscana sono in tutto 60 i volontari al lavoro in Emilia, impegnati nel campo della Regione a San Possidonio, nei campi Anpas di Costa, a Mirandola e Novi di Modena. Nuove scosse, oltre 15 mila gli sfollati Si aggrava il bilancio del sisma. Recuperato dalle macerie il corpo dell'ultimo disperso: è un altro operaio ucciso dal collasso di un'azienda di Medolla. I sismologi: "Le scosse continueranno". Prime misure d'urgenza del governo. La Procura apre un'inchiesta sul crollo dei capannoni. Confindustria respinge le accuse agli imprenditori sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Napolitano: "Sfilata 2 giugno sia sobria"
Diciassette morti, 15mila sfollati, più di 350 feriti. Sono i numeri complessivi, forniti dalla Protezione civile, dopo il nuovo sisma che ha colpito l'Emilia e le tre scosse di grado superiore a 5 della scala Ritcher che si sono abbattute sul modenese martedì mattina. Anche l'ultima vittima accertata è un operaio, inizialmente dato per disperso, il cui corpo è stato estratto dalle macerie del capannone di Medolla (VIDEO) In zone colpite 20 farmacie inagibili In Emilia, nelle zone colpite dal terremoto, ''al momento sono circa 20 le farmacie inagibili, anche se il servizio è stato sempre garantito in maniera straordinaria grazie al senso di responsabilità dei farmacisti, nonostante condizioni a volte impensabili''. Lo spiega il presidente di Federfarma Emilia-Romagna, Domenico Dal Re, appena tornato da un sopralluogo nelle zone più danneggiate, sottolineando che ''in molti casi la prosecuzione del servizio è stata resa possibile grazie all'arrivo dei container''. Da domani campo Abruzzo ospiterà 300 persone sfollate 'Da stasera le nostre tende potranno ospitare 150 persone, mentre, in tutta la giornata, abbiamo distribuito 500 pasti. Domani il campo sarà a pieno regime e potrà ospitare 300 persone, oltre alla distribuzione di 500-600 pasti al giorno. Stiamo inoltre valutando di ampliare la tendopoli e, proprio per questo, è in arrivo altro materiale dall'Abruzzo''. Lo riferisce l'assessore alla Protezione civile, Gianfranco Giuliante, che stamani ha raggiunto a Cavezzo (Modena) con la colonna mobile regionale.
L'esperto risponde 'Quando arriva il terremoto?' Nessuno ora può prevederlo
Malgrado gli sforzi della comunità scientifica mondiale, il fenomeno naturale resta imprevedibile. Il perché lo spiega Gianluca Valensise, geofisico dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano
GLI EVENTI del 20 e del 29 maggio in Emilia 1 hanno dato origine alle più strane congetture sulle cause dei sismi. Idee, fantasie, timori ed anedotti che si intrecciano a scampoli di scienza, fantascienza e pseudoscienza. La realtà è che malgrado gli sforzi della comunità scientifica mondiale, i terremoti rimangono un fenomeno naturale imprevedibile. Il perché lo spiega Gianluca Valensise, geofisico dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano (INGV).
Valensise, molti si chiedono quale aspetto si può prevedere dei terremoti.
"Oggi riusciamo a prevedere dove sono le faglie che possono dare terremoti distruttivi, la magnitudo massima attesa e un quadro dello scuotimento atteso. E questo include sia l'accelerazione attesa al bedrock sia le eventuali amplificazioni dovute a diversi aspetti nella forma e nella geologia dei siti. Per esempio l'origine dei due forti terremoti del 20 e 29 maggio erano ben identificate da anni nella nostra banca dati. Su questa base riusciamo anche a prevedere con buona approssimazione l'altezza dell'onda di maremoto che si può generare a seguito di un terremoto e come questa si propagherà (sia in termini di velocità che di altezza con cui l'onda inciderà sulle diverse coste)".
Cosa è invece che non si può prevedere dei terremoti?"Sicuramente l'istante di accadimento esatto. Ma anche il solo fatto che possano verificarsi: in altre parole, esistono ancora tipi di faglie di cui non sappiamo nemmeno l'esistenza, ad esempio perché cadono in mare o perché sono "cieche". Questo sarebbe il caso anche della Pianura Padana, se non fosse per la formidabile conoscenza acquisita nei decenni dell'esplorazioni petrolifera".
Perché, dopo tanti studi i geologi non possono ancora prevedere quando avviene un terremoto? "Innanzitutto il geologo è comunque una figura professionale inadatta a esprimersi sul "quando". Al geologo bisogna chiedere grandezze e valutazioni in linea con gli strumenti a sua disposizione, che sono l'osservazione diretta della geologia, della tettonica e delle geomorfologia, l'analisi di dati di sottosuolo, la datazione dei fenomeni di deformazione attiva".
Comunque presto o tardi si arriverà a poter prevedere con precisione il dove, l'intensità e il quando un terremoto può avvenire, o no? "No, non vedo questo traguardo raggiungibile nei prossimi due o tre decenni almeno. Anche perché nel frattempo molte agenzie internazionali hanno drasticamente ridotto il finanziamento dedicato ai precursori sismici preferendo focalizzarsi su altre ricerche più "solide" (per non parlare della ricerca in sismologia applicata, che giustamente oggi privilegia - ad esempio - gli studi sulla risposta sismica)".
Nei documenti degli istituti scientifici si parla di "faglie", che poi sarebbero le zone da cui si sprigiona un evento sismico. Non sono convinto che tutti sappiano di cosa parliamo, ci puoi spiegare? "La faglia è una frattura della crosta terrestre lungo la quale due blocchi di roccia possono scorrere tra loro, se sollecitati dalle forze tettoniche. Lungo il piano di faglia normalmente esiste un certo attrito: l'accumulo di sforzo può portare al superamento di quell'attrito e quindi al movimento dei due blocchi, ovvero al terremoto, con liberazione di energia sismica e deformazione delle rocce circostanti. Le faglie possono avere dimensioni molto variabili, dal millimetro, ai 1000 km della faglia di Sant'Andreas, alle migliaia di km delle zone di subudzione del Pacifico".
E questo per il mondo. In Italia?"In Italia le faglie sismogenetiche (cioè che possono originare terremoti) sono mappate in un database, che per ognuna ipotizza anche una magnitudo massima attesa e un valore di dislocazione (che dà il tempo di ricarica della faglia e quindi in ultima analisi quantifica la frequenza con cui si muoverà). In generale esistono grandi faglie sismogenetiche lungo il piede delle Alpi meridionali tra la Lombardia e il Friuli, al piede dell'Appennino sotto la Pianura Padana e l'Adriatico, lungo tutto l'asse dell'Appennino fino allo Stretto di Messina, in Sicilia orientale, nel Gargano e nel Tirreno meridionale".
Poi ci sono i cosiddetti "effetti di sito", ovvero le caratteristiche locali del terreno e la morfologia. Quali terreni sono a maggior rischio? "A partire dal forte terremoto di Città del Messico del 1985 si è iniziato a mettere a fuoco seriamente gli "effetti di sito", ovvero effetti di amplificazione del moto del suolo dovuti a particolari condizioni della geologia superficiale. Tra queste condizioni vi è l'esistenza di sedimenti sciolti sovrapposti a un basamento più rigido, come avviene tipicamente nelle valli fluviali. In questo caso al passaggio dalla roccia più dura ai sedimenti sciolti si determina un forte aumento di ampiezza delle onde stesse e una tendenza di tutto il corpo sedimentario a entrare in riconanza, con l'effetto di aumentare sia l'intensità dello scuotimento sia la sua durata".
Terremoto, l'Emilia chiede aiuto
Accorrono volontari da tutta Italia
La terra continua a tremare, con scosse anche molto forti. Finora 10 i morti accertati. Nei luoghi dell'epicentro, arrivano i volontari delle Protezioni civili di diverse regioni, della Caritas e della Croce Rossa. Le critiche al decreto legge che restringe troppo i margini d'intervento della Protezione civile: "Prima era senza controlli di spesa, ora s'impone l'esatto contrario".
LA DECISIONE
del governo: lunedì 4 giugno lutto nazionale
Un giorno di lutto per ricordare il dramma dell'Emilia.
L'annuncio l'ha dato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio,
Antonio Catricalà, nell'informativa al Senato:
"Il governo intende deliberare il lutto nazionale lunedì prossimo, il
4 giugno, per le vittime del terremoto. Le bandiere verranno tenute
a mezz'asta, ma tutti gli uffici pubblici e òle scuole rimarranno
comunque aperti". CAVEZZO
Nel paese muto che non c'è più: "Manca tutto" "Non entri, è meglio". Il viaggio nel paese degli spettri comincia con l'intimazione quasi dantesca di un operatore della Protezione civile. Il centro di Cavezzo è un impasto di silenzio e macerie. Sembra bom- bardato. L'unico, greve segnale di vita arriva dal suono asettico del- le sirene. La gente ha abbandonato le case e bivacca nei parchi che delimitano la città urbana. Qui tende e rouliotte spuntano come fun- ghi. Tutti si arrangiano alla meglio con tanta dignità. lo sguardo degli sfollati però ti colpisce: nessuno parla, ma si vede che la rabbia cova dentro. Sul ciglio della strada un uomo anziano giace su un letto con il catetere che pende. Ad accudirlo la figlia che sfoga tutta la sua indignazione: "Monti dov'è? Perchè non si è ancora visto? E' andato ovunque, ma qui forse non vuole venire: ha paura di vedere l'apocalisse". - Intanto il sindaco Stefano Dra- ghetti annota, consola, coordina. Ma non ha un bell'aspetto: metà faccia è tumefatta, sporca di sangue. "Mi è caduto un muro addos- so mentre ero in ufficio. Ma il problema non sono io, è Cavezzo che non esiste più: tutti gli edifici rischiano di sprofondare da un momen- to all'altro, abbiamo chiuso il gas e servono almeno due grandi cam- pi di accoglienza per 7.500 persone. Abbiamo bisogno dello Stato, di sentire la sua presenza. Qui la gente è disperata: i danni di questo sisma sono 4 volte suporiori rispetto a quelli del 20 maggio. Dispersi? Sì, ne abbiamo diversi. Anche la madre del responsabile della prote_ zione civile di Cavezzo. Qui si vive e lavora con òla morte nel cuore". ( da La Gazzetta dello Sport di mercoledì 30 maggio '12)
MIRANDOLA
Quella gente senza speranza
"Andiamo via"
Ivo Busoli ha lo sguardo ipnotizzato dal capannone che non c'è più
e la mente è imprigionata da pensieri di morte. E' uno dei titolari
della BBG di Sa Giacomo Roncole, azienda che produce compo-
nentistica per il settore biomedicale. Ieri mattina si è salvato un
pelo prima che crollassero 40 anni di sacrifici: "E' stata la morte
a spingermi fuori dall'ufficio e ho visto Enea che non ce l'ha fatta,
era tutto viola in faccia...". Enea Grilli è il socio di Busoli: "Avevamo
cominciato nel 1973 - continua Ivo - : una vita insieme. Ma io me la
sentivo: avevamo chiuso er otto giorni e fatto tutte le verifiche. per
fortuna le porte erano aperte: dentro c'erano 35 persone, poteva
essere una strage". Busoli ha il volto straziato quando il discorso
vira su Vincenzo Iacono, uno dei due operai morti: "Era arrivato da
Napoli in treno 15 anni fa, era un ragazzo speciale".
Indiani - Stesse lacrinme allo stabilimento Meta di San Felice, dove
la comunità Sikh (70-80 famiglie tra Finale-Emilia, Mirandola e Carpi)
piange Kumar Pawan, operaio 27enne originario del Punjab indiano:
davanti alle macerie è un via vai di turbanti e barbe lunghe.
Singh Harminder è collega e cugino della vittima: "Mi sono salvato
perchè ero vicino alla porta. Mio cugimo era tornato a lavorare pro-
prio oggi (ieri ndr.), aveva trasferito la moglie e i due figli da amici
a Bologna. io ora me ne torno in India". Poi accusa: "Quel capan-
none era pieno di crepe" - "C'era l'agibilità scritta", replicano i
proprietari dell'azienda che sul posto non si sono fatti vedere.
29 maggio 2012 - martedì 29th May '12 / Tuesday visione post - 63 Alle ore 9,01 di questa mattina percepita e vista (lampadario ondulante, rumore di un DVD che cade dal mobile) una nuova scossa di terremoto, proveniente (da notizie dei TG ) ancora da zone di Modena e dintorni (Mantova/Ferrara). L'epicentro è tra Mirandola e San felice sul Panaro (Emilia) Le onde sismiche sono arrivate fino a Firenze, Torino, Verona, l'Alto Adige toccando perfino il Canton Ticino. E' comunque un terremoto partito come epcentro dalla Valpadana inferiore, cioè zone emiliane e sarebbe dovuto (da quanto ho sentito e letto sulla stampa , dedicherò unpost a tale argomento) allo spingere della placca appenninica contro quella che forma la base della catena alpina nordica. Do i resoconti delle notizie che provengono dai maggiori siti nazionali della rete. Le ultime notizie dicono che le perdite umane sono salite a 16, più un disperso. Lucianone da Corriere della sera.it
La prima alle 9 (5,8 Richter). La seconda ancora forte e lunghissima alle 12.56 (5,3). Si scava tra le macerie. Epicentro a Medolla (mappa): quattro dispersi. Tremori in tutto il Nord. Crolli nelle zone già colpite La nuova scossa. Napolitano: supereremo questo momento. Monti: lo Stato non è impreparato Video Crolli a Cavezzo e San Felice
Viaggio nella cittadina in provincia di Modena, tra l'ospedale evacuato e l'allarme costante. Inagibili le sedi del Comune, danni alle scuole a pochi giorni dagli esami. Colpito il distretto del biomedicale: "Da soli non ce la faremo"
MIRANDOLA - E' una città di 25 mila abitanti, eppure non ha mai avuto i riflettori puntati, perché non sta sull'epicentro del sisma, non ha avuto vittime (solo una cinquantina di feriti leggeri) e i danni ai monumenti, come il Duomo e tutte le chiese, non sono stati così scenografici come a Finale Emilia o a Sant'Agostino di Ferrara. "Mirandola è però una città in ginocchio - non esita il sindaco Pd Maino Benatti -, soprattutto nella rete produttiva".
"Il distretto del biomedicale - continua il primo cittadino -, sicuramente il primo in Italia per innovazione e ricerca di alta tecnologia, avrà grosse difficoltà a risollevarsi se non viene aiutato dal governo. Si fa presto a dire che in Emilia siamo bravi a cavarcela, ma questi sono stati danni enormi e da soli non ce la possiamo fare". Le cifre del disastro del "biomed" parlano da sole: il 70% delle 150 aziende del settore, per un giro d'affari stimato di 800 milioni, ha subito danni, più o meno gravi, compresi crolli dei reparti produttivi o lesioni alle "clean room", le aree dove i tecnici lavorano in condizioni asettiche come in una sala operatoria. Sui cinquemila addetti attivi, circa tremila sono in cassa integrazione,
"I danni per ora verificati del settore nei comuni di Mirandola, Cavezzo e Medolla sono tra i 4 e i 500 milioni - dice Giuliana Gavioli, responsabile di Confindustria-Area Nord di Modena -, ma sono destinati a raddoppiare. Ma nessuno si è arreso davanti ai reparti chiusi, tutti a correre a cercare altri capannoni, qui chi si ferma è perduto. Se il biomedicale non va, non mangia più nessuno. Le nostre aziende fanno gare continue di fornitura per università e ospedali in tutt'Italia". Nel distretto, ci sono sei big, in parte sono settori di multinazionali, come la tedesca B. Brown Avitum Italia, che fa kit per circolazione extracorporea, materiali per dialisi, sistemi per la separazione del colesterolo dal plasma. Una multinazionale che ha 40 mila dipendenti in 60 paesi e un fatturato di 4500 milioni. Ci sono la Gambro, la Covidien, la Fresenius. C'è la Bellco, acquistata di recente dalla Montezemolo & Partners. Aziende tutte nate per gemmazione dalla prima fondata nel 1962 da un farmacista pioniere, Mario Veronesi, che si mise a produrre tubi in plastica per emodialisi. Dall'interesse originario per le patologie renali, si è passati al cardiochirurgico: la Dideco, ora della multinazionale Sorin, produce filtri per l'ossigenazione extracorporea nelle operazioni a cuore aperto. E attorno alle big, tutta una rete diffusa di piccole e medie aziende. "Sarebbe già molto - chiede Gavioli - se Stato e Usl ci pagassero gli arretrati. In genere, saldano in un anno".per periodi che vanno da una settimana alla previsione di alcuni mesi.
Un altro problema serio, in una zona altamente industriale, è il rischio di inserimento nei lavori della ricostruzione di imprese edili o di trasporto della mafia. Un allarme che lancia il procuratore aggiunto di Modena Lucia Musti, titolare dell'inchiesta sui capannoni crollati pur senza vittime, dopo la preoccupazione espressa dal presidente Vasco Errani. "Il rischio mafia esiste, storicamente si è realizzato dopo altri terremoti e qui, in più, abbiamo una particolarità: per il tessuto produttivo modenese è necessario fare in fretta. Credo sia importante che come all'Aquila si crei una intesa tra istituzioni e forze sociali per prevenire questo fenomeno". (di Luigi Spezia)
Pianto e disperazione sui volti degli emiliani, oggi N PRIMO PIANO
Emilia, forte scossa alle 9.00/ Video Le vittime salgono a quindici, ci sono dispersi "Persone coinvolte nei crolli dei capannoni"
Altri violenti episodi alle 12.56 e alle 13. Gli sfollati salgono a quota 13.500. Evento sismico avvertito distintamente a Bologna, nel Ferrarese, a Ravenna, ma anche in Lombardia e in Toscana. Situazione drammatica a Cavezzo, San Felice, Mirandola. Difficoltà nelle comunicazioni mobili. Errani: "Faremo tutto quello che si deve per mettere in sicurezza i cittadini". Mercoledì a Bologna scuole chiuse FOTO CAVEZZO - MIRANDOLA - SAN FELICE SUL PANARO
I migranti, l'ingegnere, il pensionato, il parroco Le vittime delle nuove scosse
CRONACHEI luoghi, le persone e gli squarci di San Felice sul Panaro Il sisma ha colpito soprattutto chi stava lavorando, ma anche ignari passanti e un religioso Sono purtroppo sedici le vittime fin qui registrate, anche se non ancora tutte identificate, del terremoto che ha sconvolto l'Emilia per la seconda volta in dieci giorni. Operai soprattutto, che lavoravano al momento delle scosse (e forse non avrebbero dovuto), ma anche un parroco che cercava di salvare la sua chiesa, ignari pensionati e anziane signore. IL PARROCO -Ha cercato di salvare la statua della Madonna nella sua chiesa. Un atto di coraggio che gli è stato fatale: Ivan Martini, 65 anni, parroco del piccolo comune diRovereto, è stato travolto dal crollo dell'edificio in cui era rientrato. Con lui c'erano due vigili del fuoco, uno dei quali è rimasto seriamente ferito. Il pompiere, un funzionario, è stato ricoverato all'ospedale di Mantova con un forte trauma dorsale mentre l'altro è stato medicato per alcune escoriazioni alle braccia.
I DUE MIGRANTI E L'INGEGNERE - Pare non volessero tornare a lavorare il marocchino Mohamed Azarg, 46 anni e l'indiano Kumar Pawan, 27 alla Meta di San Felice sul Panaro. L'azienda aveva già subito danni nell'altra scossa. E per questo motivo, l'ingegner Gianni Bignardi, 62, stava effettuando verifiche statiche sulla struttura. Sono morti tutti e tre.
AVEVA RIPRESO LUNEDI'- La BBG di San Giacomo Roncole, frazione di Mirandola, fabbrica che lavora nel settore biomedicale, aveva appena ripreso le attività dopo essersi forzatamente interrotta in seguito al primo sisma del 20 maggio. Nel crollo del capannone sono rimasti uccisi uno dei tre titolari,Enea Grilli, e i due operai Eddi Borghi e Vincenzo Grilli,39 anni. Di Mirandola era anche Vincenzo Iacono e Mario Mantovani, 64 anni. Lavorava anch'egli nel biomedico, all'Aries. AVREBBE COMPIUTO GLI ANNI DOMANI - Nel 2001, era salito da Messina a cercar fortuna Paolo Siclari che avrebbe compiuto 37 annidomani. Non ce l'ha fatta: anche qui il capannone della Haemotronic di Medolla, altra azienda del biomedicale, gli è crollato addosso. Altri due suoi colleghi ancora da identificare sono deceduti, uno risulta disperso.
IL PENSIONATO- Era appena uscito dalla banca diConcordia, Sergio Cobellini, 68 anni, pensionato. Ex falegname ed ex operaio, separato, conviveva da due anni con una nuova compagna, l'ucraina Nina Kulapina. È stato travolto dal tetto di una casa: è morto sul colpo.
LE ALTRE VITTIME - Tre vittime a Cavezzo, paese simbolo di queste terribili nuove scosse, distrutto per il 75%: si tratta di Iva Contini, Daniela Salvioli ed Enzo Borghi. Il mondo del lavoro ha pagato un prezzo altissimo.
(di Matteo Cruccu - Corriere della Sera.it) Lucianone
Alle 9 del mattino una nuova fortissima scossa di terremoto è stata avvertita in Emilia e in tutto il Nord Italia - Bologna, Ravenna, Ferrara, ma anche in Lombardia, Veneto, Trentino, Toscana e persino Friuli Venezia Giulia. Magnitudo 5.8, epicentro nel Modenese. Nuove violente scosse alle 12.56 (magnitudo 5.3, epicentro fra le province di Mantova e Modena) e alle 13 (5.1, epicentro fra Mantova, Reggio E. e Modena). Evacuati Palazzo d'Accursio e l'università, molto probabile la chiusura di Liber Paradisus e delle sedi dei quartieri.