sabato 31 maggio 2025

Sport - calcio / Serie A - 38^ e ultima giornata

 31 maggio '25 . sabato                               31st  May / Saturday                         visione post - 9

Risultati delle partite

Como - Inter  0 - 2    Napoli - Cagliari  2 - 0

Bologna - Genoa  1 - 3   Milan - Monza   2 - 0

Atalanta - Parma  2 - 3    Empoli - H. Verona   1 - 2

Lazio - Lecce   0 - 2    Udinese - Fiorentina  2 - 3

Venezia - Juventus   2 - 3

Continua... to be conti nued...   



domenica 25 maggio 2025

Intervista - David Grossman: "Basta sete di vendetta... "

 25 maggio '25 - domenica                              25th May / Sunday                     visione post - 30

(da La Repubblica  - 22 maggio '25 -  Francesca Caferri / Intervista allo scrittore Grossman)

"Ai bimbi di Gaza serve speranza nel futuro... "

Lo sguardo di D: non è più tesoavid Grossman è cambiato, cupo, perso nel buio del pessimismo, Da mesi lo scrittore più famoso di Israele vive in un esilio autoimposto: il rifugio dove lo incontriamo è cirsondato dal verde e dfa poche tracce umane.  In questi mesi, per giorni - ci racconta - non ha visto anima viva e per la prima volta nella sua vita ha vissuto secondo un unico ritmo: quello della scrittura.. Il risultato è lo sgaurdo diverso a cui ci troviamo di fronte.  Non sereno, di certo: ma lungo, proiettato verso un futuro che milioni di persone oggi, a Gaza, nei Territori palestinesi ma anche in Israele, faticano a immaginare. In questo sguardo, accanto alla rabbia e al dolore per quello che sta accadendo nella Striscia -  "continuo a dire ai militari con cui parlo che stiamo lasciando cicatrici così profonde che i palestinesi non vorranno più sedersi a parlare con noi: e che è una cosa stupida, oltre che orribile" -  si è insinuata la speranza. Un sentimento che Grossman oggi vive come "una forma di resistenza"  contro un governo che detesta e che ha preso la forma di "Le avventure di Itamar" , libro di racconti per bambini che lunedì prenderà vita sul palco del Teatro alla Scala di Milano sotto forma di due operine che il compositore Andrea Basevi  ha scritto partendo dal testo.

Francesca Caferri:: "Signor Grossman, un libro per i bambini è quasi necessariamente un libro di speranza. Oggi però si fatica a vederla". 

D. Grossman:: "Eppure c'è. La Storia non si ferma mai: ai periodi di buio come quello che viviamo oggi, sefuono momenti migliori.  Ci vogliono anni, non parliamo del futuro prossimo, ma la speranza nel lungo periodo non muore.. Nei periodi bui, come questo, bisogna tenere un'attenzione particolare ai bambini, essere consapevoli  di quello a cui li esponiamo. Perchè se ascoltiamo un telegiornale o stiamo con la radio accesa, noi siamo abituati a ciò che dice. Loro no e creano storie partendo da quello che hanno ascoltato, dando spazio alle loro paure: paure che possono essere più grandi della realtà che li circonda"..

F. Caferri: "Non credo che i bambini di Gaza possano immaginare una realtà più spavemtosa di quella che li circonda.. ".

D. Grossman: "Ogni volta che parlo di bambini penso ai bambini di Gaza, a quello che stanno vivendo, al fatto che non hanno una casa, alle bombe che cadono su di loro senza nessuna protezione. Senza un rifugio, senza un tetto. E' nostro dovere metterci nei loro panni., perchè quello che accade loro in questo momento è nostra responsabilità. Il fatto che questa crisi sia iniziata a causa di ciò che Hamas ha fatto il 7 ottobre, oggi è irrilevante davanti alla sofferenza di questi bambini e dei civili innocenti".

F. Caferri: "In Israele a pensarla come lei è una minoranza. La maggior parte del Paese non vede l'altro se non come "il nemico.. ". " 

D. Grossman: "La guerra crea più persone belligeranti che pacifiche: è un circolo vizioso. Quelli che avevano bisogno di trovare una prova della brutalità dei palestinesi, di dare la colpa a tutti i palestinesi, purtroppo l'hanno trovata nel 7 di ottobre. All'inizio io stesso ho perso lucidità. Credo che nei primi due-tre giorni sia stato legittimo desiderare vendetta di fronte a tanta brutalità: ma non è legittimo che dopo tanto tempo un primo ministro sia guidato ancora dalla sete di vendetta. Che cosa stiamo facendo? come usciamo da questa situazione? Vogliamo altri cento anni di guerra=  Dpo decenni di occupazione, terrore, violenza: non ci basta? Cosa vogliamo lasciare ai nostri figli: ancora odio?".

F. Caferri: "Lei ha due nipotine di 10 e 13 anni: cosa risponde loro quando le chiedono di aiutarle a capire che succede".

D. Grossman: "Ormai non chiedono più, sono grandi. Ma nel tempo ho fatto attenzione a non esporle a realtà troppo grandi per loro. Quello che ci tengo a ricordare loro è che la realtà non è un gioco di computer, che ci sono esseri umani dietro a ciò che vediamo alla tv: che anche se leggono le cose con i loro occhi da ragazzine israeliane, esiste anche un altro punto di vista, quello dei ragazzini della loro età che sono dall'altra parte".

F. Caferri: "Nel primo racconto del libro un bambino, Itamar, aspetta la nascita di un fratellino o di una sorellina: lei cosa augurerebbe a un bimbo che si affaccia oggi al mondo?".

D. Grossman: "Di essere felice. Di vivere una vita senza paura. Di avere un futuro e un futuro diverso  dal presente che stiamo vivendo noi: dove ci sia gioia. So che posso suonare ingenuo, ma sarà la realtà a insegnare ai bambini le cose brutte: a noi - nonni e genitori - spetta essere messaggeri di speranza.  Anche contro la realtà che ci circonda, anche contro l'odio che la guerra crea nei cuori. E' nostro dovere ricordare ai bambini che guerra e odio non sono l'unica opzione, che popoli che si sono combattuti per anni vivono in pace e si scontrano solo sui campi di calcio".

F. Caferri: "Come Itamar e il suo nemico: un folletto azzurro di cui ha una terribile paura ma con cui poi  impara a convivere...

D, Grossman: "E' necessario coltivare l'immaginazione dei bambini. Dobbiamo fare in modo che non venga schiacciata dalla tristezza e dalla tensione di noi adulti: posso solo immaginare quanto possa essere difficile applicare questa idea ai bambini di Gaza oggi, ma non possiamo assolutamente arrenderci".

F. Caferri: "Lei suona più ottimista di quanto non fosse qualche settimana fa... ".  

D. Grossman: "Forse è la distanza che ho preso da Israele. Non è sempre stato facile, a volte mi sono sentito responsabile perchè non ero lì: ma mi serviva. Ci tengo a dire una cosa: non pensate che io sia un illuso, che viva in un'allucinazione. La speranza potrà non essere popolare adessso, ma non è impossibile nel futuro. Abbiamo il dovere di dare ai bambini strumenti per superare la paralisi che noi stiamo vivendo. L'odio ha tanti agenti: più la guerra va avanti più crescono. In una situazione così brutta, sperare è un atto di protesta- Non possiamo lasciare la realtà nelle mani dei codardi, di chi odia o di chi assiste passivamente a quello che succede".

F. Caferri: "Sta parlando di pace?". 

D. Grossman: "La pace è una prospettiva lontana. Sto parlando di dialogo, di tolleranza reciproca: israeliani e palestinesi  non potranno camminare mano nella mano verso il tramonto, ma verrà il tempo in cui dovranno ricominciare a parlarsi. Ho sentito che a Gaza cìè gente che protesta contro Hamas, vedo la gente in Israele protestare contro il governo: sperare non è impossibile." . 


Lucianone

venerdì 23 maggio 2025

Sport - calcio / Serie A 2024/25 - 37^ giornata

 23 maggio '25 - venerdì                                 23rd May / Friday                         visione post -  12

Partite / commento

Genoa - Atalanta   2 - 3    Cagliari - Venezia  3 - 0

Fiorentina - Bologna  3 - 2   H. Verona - Como  1 - 1

Inter - Lazio  2 - 2   Juventus - Udinese  2 - 0

Lecce - Torino   1 - 0  Monza - Empoli  1 - 3

Parma - Napoli  0 - 0     Roma - Milan  3 - 1

Commento  (di L. Finesso)

La squadra di Inzaghi, bloccata in casa dalla La<io, non riesce ad approfittare della frenata del Napoli che non passa a Parma. E' un'Inter stanca e stressata  con un attacco impreciso  e poco lucido. I neroazzurri sono arrivati al termine del campionato con le pile quasi scariche. E credere nella rimonta finale non è semplice al cospetto di un Napoli che ormai ci crede fino in fondo facendosi bastare un pareggio, in vista dell'ultimo sforzo (tra una settimana) contro un Cagliari già salvo. - Alla Juve servirà vincere l'ultimo match in casa del Venezia per  conquistare l'accesso alla Champions League, dopo aver battuto l'Udinese. Per la zona retrocessione ci sarà il quasi spareggio tra H. Verona ed Empoli. I gialloblu per essere sicuri di rimanere nella A dovranno battere i toscani a casa loro: non sarà così semplice.  Pareggiare in casa con il Como non è servito. Ancora una vittoria per Ranieri con la Roma: complimenti a questo allenatore che sembra non avere età, per la saggezza e la forza con cui conduce le sue squadre (veder il miracolo con il Leicester inglese).     - Luciano Finesso -



 
Lucianone


   



Commenti - Tutto tranne sembrare europei

 23 maggio '25 - venerdì                          23rd May / Friday                visione post -

(da la Repubblica - giovedì 22 maggio -  l'Amaca  di Michele Serra)

Tutto tranne sembrare europei

"Centinaia di camion fermi alle frontiere di Gaza". Non lo dice Hamas, la fonte è l'Unione europea, e a meno che l'Unione europea prenda ordini da Hamas, l'immagine, viene da dire con un certo rassegnato sarcasmo, è biblica: centinaia di camion fermi, sotto il sole di giorno, sotto le stelle di notte, carichi di cibo, acqua, medicine, sono una distesa impressionante di vita e di salvezza, e fermarli è un atto di morte.  E' un elemento di chiarezz, per noi italiani, sapere che il governo Meloni non ha inteso sottoscrivere la revisione dell'accordo di alleanza con Israele , votata da diciassette Paesi membri dell'Ue proprio alla luce di quella distesa di camion fermi.  L'Italia sta con gli altri dieci, netta minoranza soprattutto in termini di quantità di cittadini..

 

venerdì 16 maggio 2025

COMMENTI / idee - Le bandiere palestinesi oscurate: grande vergogna! // Distogliere lo sguardo

 16 maggio '25 - venerdì                                16th May / Friday                              visione post  -  10

(da la Repubblica - 16 maggio '25 -  Concita De Gregorio  (INVECE CONCITA)

Che vergogna quelle bandiere oscurate

Le forze di polizia che invitano  un privato cittadino a togliere la bandiera palestinese  dal balcone di casa sua, al sesto piano di una palazzina di Putignano, in Puglia, perchè lì sotto passa il Giro d'Italia e le "telecamere nazionali" potrebbero inquadrarla.   Gli operatori delle "telecamere nazionali" - stiamo parlando della Rai - che quando durante le riprese del Giro si imbattono in una di quelle bandiere (succede spesso, ce ne sono molte ovunque)  cambiano inquadratura : girano in rete video di scorci di cielo improvvisi, fuori fuoco, virrate dell'obiettivo repentine. Lo fanno spontaneamente, tutti e all'unisono?  Difficile. Più facile che abbiano avuto indicazione, formale o informale, di non riprendere vessilli per ragioni, diciamo così, di opportunità politica. Oscurare le insegne che gli italiani ritengono di esporre a casa loro, mandare la polizia a consigliare di toglierle quando non a imporlo, è una vergogna nazionale. In generale, sempre recente il caso della  fornaia di Ascoli che celebrava la Resistenza, identificata e poi oggetto di una feroce campagna ostile. Nel caso dei colori della Palestina è altrettanto indecente, ma non è il caso qui di fare a gara su cosa sia peggio.  La distruzione della Striscia è in corso, lo sterminio deliberato di un popolo avviene sotto i nostri occhi, distoglierli e tacere è una scelta, certo: ma nessuno può invitarmi alla pavidità e all'inerzia nè impormele come io non posso andare ad appendere  vessilli sui balconi degli altri. La fotografa Fatma Hassouna aveva già inviato il passaporto e chiesto se poteva portare a Cannes il suo fidanzato, "sarebbe perfetto".  Protagonista del documentario Put your soul on your hand and walk della regista iraniana Sepideh Farsi, che ha usato le immagini della fotoreporter per documentare la guerra a Gaza.  Il film è stato proiettato ieri al Festival, Fatma non c'era - l'ha ricordata Jiuliette Binoche. E' morta il 16 aprile: il suo appartamento è stato distrutto  da due missili israeliani.  Aveva 25 anni..

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Distogliere lo sguardo - 

E' da tanto, da mesi che non si può più fare finta di niente: nella striscia di Gaza viene consumata una tragedia, dopo la distruzione giorno dopo giorno delle case e del territorio, la popolazione palestinese viene decimata sempre più da missili e droni israeliani del governo israeliano di Netanyau in modo metodico e si scatena contro vecchi, donne e tanti bambini affamandoli, non lasciando passare camion infila pieni di cibo, dando anche la colpa ad Hamas di impedirlo..  Intanto le scene delle centinaia e oltre di bimbi che alzano scodelle per avere ognuno una porzione misera di cibo è davanti ai nostri occhi ogni giorno in tivu. Questo sta facendo Il nazista Netanyau, con la complicità americana avuta fino ad oggi. Ed è per questo "massacro di popolo palestinese" che non si può distogliere lo sguardo. Ma è quello che fino a non molto tempo fa hanno fatto in tanti in buona parte dell'Occidente ipocrita.

(Noi e loro)

Continua... to be continued...

  

lunedì 12 maggio 2025

Riflessioni - I profughi di Trump

 12 maggio '25 ' lunedì                                12th May / Monday                          visione post - 8

(da la Repubblica - 10 maggio '25 - l'Amaca di Michele Serra)

I soli profughi amati da Trump

L'uscita del Sudafrica dall' apartheid, un regime di segregazione razziale che premiava i colonizzatori europei e puniva i colonizzati indigeni (il ladro che incatena il derubato), avvenne pacificamente e fu accolta nel mondo intero come un buon esempio di conciliazione, e di difficile remissine dei torti commessi. Oggi, per quanto dall'amministrazione Trump ci si aspetti di tutto, si rimane di stucco alla notizia che l'America considera i bianchi sudafricani discriminati, e per questo degni di essere accolti come profughi politici. -  I bianchi di origine olandese, pur essendo il 10 per cento della popolazione sudafricana, possiedono il 70 per cento dei terreni agricoli. Alcuni dei quali, incolti o di interesse pubblico, dopo trent'anni di tentennamenti sono stati espropriati dal governo, così da recuperare almeno una piccola parte della refurtiva coloniale. E' quanto basta agli espropriati per sentirsi perseguitati e chiedere soccorso a Musk, anch'egli bianco sudafricano, e a Trump.  Il vittimismo dei bianchi (che per darsi un contegno virile si autodefinisce: suprematismo bianco) è uno dei fenomeni più rivoltanti del nuovo millennio, considerando che in quello precedente la predazione mondiale dei bianchi, l'imperialismo, lo schiavismo, la sottomissione e la distruzione delle popolazioni indigene, la cancellazione delle loro culture, sono state la regola.

Nel regolare i conti, da Gandhi a Mandela a Luther King, le sole vere vittime dell'imperialismo europeo, ovvero i non bianchi, si sono rivelati fin troppo clementi. Ora vengono ripagati dall'accusa di avere discriminato i bianchi. La solita vecchia storia del lupo che accusa l'agnello.

Lucianone


giovedì 8 maggio 2025

Sport - calcio / Serie A anno 2024/25 - giornate 34^e 35^ / risultati, classifica e commenti


 9 maggio '25 - venerdì                                    9th May / Friday                         visione post - 12

34^ giornata

Como - Genoa  1 - 0    Venezia - Milan  0 - 2

Fioentina - Empoli  2 - 1   Inter - Roma  0 - 1

Juventus - Monza   2 - 0  Atalanta - Lecce  2 - 1

Napoli - Torino   2 - 0    Lazio - Parma   0 - 0  

Udinese - Bologna  0 - 0   H. Verona - Cagliari  0 - 2

35^ giornata

Torino - Venezia   1 - 1   Cagliari - Udinese   1 - 2

Parma - Como   0 - 1    Lecce - Napoli   0 - 1

Inter - H. Verona   1 - 0   Empoli - Lazio  0 - 1

Monza - Atalanta   0 - 4    Genoa - Milan   1 - 2...

Roma - Fiorentina   1 - 0   Bologna - Juventus  1 - 1

CLASSIFICA

NAPOLI   77  /  Inter   74  /   Atalanta   68   /   Juventus, Lazio, Roma   63   /   Bologna   62   /

Fiorentina   59 /  Milan   57   /  Como   45   /   Torino, Udinese   44   /   Genoa   39   /   Cagliari   33   /  

H. Verona, Parma   32   /   Lecce   27   /   Venezia   26   /   Empoli   25   /  Monza   15


Commenti

A quattro giornate dalla conclusione del campionato, tutto è ancora incerto sia per assegnare lo scudetto che per l'assegnazione Champions e sia, in parte,  per la lotta nella retrocessione  e sapere poi  quali due altre squadre possono seguire il Monza già retrocesso in B.  Dunque, senza dubbio è stato un campionato bello e interessante fino alla fine, proprio per l^incertezza dovuta a formazioni in generale ben preparate e sistemate anche riguardo alle "piccole" che non si sono risparmiate nella lotta per riuscire a galleggiare e rimanere nella massima serie. E tutto deve essere ancora deciso, come già accennato all'inizio, in alta, media e bassa zona per conoscere i risultati finali. Intanto si può già osservare  che ci sono  squadre medio-piccole tipo il Como e il Genoa che sono già salve con un certo anticipo.




 
Lucianone


venerdì 2 maggio 2025

Cultura / Il Libro - Marco Revelli: "Combattere il fascismo è una scelta esistenziale"

 Cultura / LIBRO  -  "Liberi e ribelli. L'antifascismo come scelta esistenziale"  di Antonella Tarpino

(da La Stampa - 24 aprile '25 - Il libro di Antonella Tarpino / Postfazione di Marco Revelli) - 

visione post - 34

Il libro di A. Tarpino sui ragazzi che liberarono l'Italia.  / Combattere il fascismo è una scelta esistenziale e per questo i partigiani non temevano la morte

di Marco Revelli

Quando lo storico Claudio Pavone colloca il tema della Scelta alla radice e al centro della sua riflessione sulla "morale della Resistenza", lo fa collocandosi nel clima culturale dei decenni centrali del Novecento, fortemente influenzato da quella filosofia che va sotto il nome di esistenzialismo.  La quale assegnava appunto all'atto della Scelta un ruolo fondante nella definizione di ogni essere umano. In particolare si colloca nell'alveo della lettura che ne aveva dato uno dei suoi fondatori, Jean Paul Sartre - ampiamente introdotto nel Prologo di Liberi e ribelli (Einaudi) dalla sua autrice, Antonella Tarpino - secondo la cui visione l'uomo, ogni uomo, altro non è che il risultato delle sue proprie scelte le quali ne definiscono via via il senso della vita che altrimenti, a priori, non esisterebbe.-  Considerato da questo punto di vista, la "scelta partigiana" - ricostruita da Antonella Tarpino nel suo libro con attenzione certosina, scavando tra memoria, letteratura, rappresentazione cinematografica... - costituisce davvero un caso esemplare di "scelta giusta".  Essa possiede tutti i requisiti per collocare chi la compie sul versante del positivo in senso esistenziale.  Rileggiamo qualche passaggio delle celebri Lettere dei condannati a morte della Resistenza: "Non piangete, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un'idea", è forse il più celebre messaggio, inciso con la punta di uno spillo sulla copertina di una bibbia tascabile dall'ingegner Willy Jervis, partigiano di Giustizia e Libertà nelle valli valdesi, catturato, torturato per settimane, fucilato nella notte tra il 4 e il 5 agosto del '44 a Villar Pellice, vicino a Torino, prima che il corpo, trascinato per le strade da un camion, reso irriconoscibile, venisse esposto nella piazza "in un macabro rituale di impicca-gione post-mortem".-  "Ho agito a fin di bene e per un'idea. Per questo sono sereno e dovete esserlo anche voi", aveva vergato nel carcere di Cuneo Duccio Galimberti su un bigliettino fatto pervenire furtivamente ai compagni di lotta prima che un manipolo di brigate nere lo prelevasse per portarlo in un campo e am-mazzarlo a tradimento con una raffica alla schiena. -   Ma l'espressione "Sono sereno" è, per molti versi, un denominatore comune per un gran numero di messaggi.  Nelle lettere dei 112 combattenti per la libertà, i termini "sereno" o "serenità" ritornano per ben 97 volte. Quasi una volta per ognuno. Che cosa significa tutto ciò? Credo che si possa dire che un atteggiamento come quello, condiviso da tanti, si spieghi col fatto che in quella scelta di lotta ci fosse qualcosa - un nucleo esistenziale profondo, una rinuncia ad essere esclusiva-mente "per sè" spinta fino alla messa in gioco della propria stessa vita - che faceva transitare ognuno in una dimensione comune tale da trascendere la propria condizione individuale per collocarli in un modo di essere collettivo più autentico e proiettato verso un futuro denso di vita nuova.   Anche nel punto più vicino alla morte esprimevano una sorta di pienezza alla vita esattamente all'opposto di coloro contro cui combattevano, che anche in vita vivevano per la morte, ne portavano i simboli sulle divise (il teschio sul cappelo e sui gagliardetti), ne evocavano la vicinanza nei motti truci, i canti macabri ("chi se ne frega se la signora morte/ fa la civetta sul campo di battaglia/  su camerati facciamole la corte") e le parole d'ordine cariche di thanatos (come accade appunto a chi sa che il futuro non gli appartiene più, e gli è nemico.  E', in fondo, il concetto - il nucleo di verità che si portò dietro chi fece l'esperienza partigiana - espresso in modo esemplare da uno scrittore resistente, che si incontrerà più volte in questo libro, Italo Calvino, in una canzone del suo dopoguerra, un immaginario dialogo con un'adolescente intitolato Oltre il ponte,, in cui a un certo punto si dice "tutto il male avevano di fronte, tutto il bene avevano nel cuore/ a vent'anni la vita è oltre il ponte / oltre il fuoco incomincia l'amore...", dove l'intero contenuto valoriale della scelta e dell'esperienza partigiana sta, appunto, in quella parolina breve e impegnativa: oltre. -

Da quell'originario embrione costituitosi nel caos primordiale dell'8 settembre nascerà, dopo una faticosa gestazione durata venti mesi. la Nuova Italia. Una Democrazia moderna , rifondata alle radici, che portava nel poprio Dna i valori fondanti che si trovavano - in forma istintiva per i più, consapevole per le loro avanguardie politiche - alla base della scelta antifascista e partigiana.  Quelli, appunto, scolpiti negli undici articoli che costitui-scono la parte introduttiva della nostra Costituzione. Si può ben comprendere allora come il senso principale di questo libro - se vogliamo usare un termine impegnativo: la sua "mis-sione", che l'autrice ha voluto perseguire con passione, consapevole della delicata congiuntura storica che stiamo vivendo - sia appunto quello di fare incontrare le voci dei giovani che molti anni fa, addirittura un ottantennio, compirono una scelta fondativa, con le domande dei loro coetanei di oggi, dei ventenni degli anni Venti del Ventunesimo secolo, che sono alla ricerca di definire se stessi attraverso nuove, altrettanto impegnative, scelte. E che rischiano di vedere quella democrazia che allora, con tanti sacrifici, fu fatta nascere, declinare e svanire nelle nebbie di un oblio colpevole. 

Lucianone