domenica 30 marzo 2025

ULTIME NOTIZIE - da tutto il Mondo / Latest news from all over the World

 30 marzo '25 - domenica                                    30th March / Sunday                       visione post -  4                      

Myanmar / terremoto devastante

Sisma in Myanmar con magnitudo 7,7 / Palazzi sbriciolati e migliaia di morti /  Danni anche in Thailandia ( Scossa 316 volte più potente che ad Amatrice

L'immagine tragica del Myanmar devastato dal terremoto: palazzi e qualche grattacielo crollati in nube di polvere, e inclinati come se una mano gigante li avesse schiaffeggiati per dispetto, strade divelte con voragini nell'asfalto. La scossa che ha frantumato il Paese asiatico si è sentita in Thailandia. Una tragedia che si aggiunge all'ex Birmania ostaggio anche della guerra civile. E i generali alla guida del Paese chiedono aiuto alla comunità internazionale

Il Myanmar è un cimitero: tra scuole e monasteri si teme una strage di bambini. Molti i  ragazzini in trappola tra le macerie delle strutture di accoglienza.  Il bilancio fornito dai golpisti  al potere è di 1.644 corpi recuperati, ma per i sismiologi degli Stati Uniti i morti potrebbero essere diecimila. I danni alle strade e alle reti di comunizazione rallentano la macchina dei soccorsi.

Ucraina / bombe senza tregua 

Ancora raid e bombe sull'Ucraina / Mosca prepara un'altra offensiva / Colpite Dnipro e Kryvy Rih / L'agenzia Ap:: il Cremlino vuole l'affondo su 1.000 chilometri di confine 

Mosca ha denunciato i bombardamenti ucraini contro i siti energetici di Kursk e Belgorod, le due regioni russe frontaliere che sono state interessate dai blitz delle fanterie ucraine negli ultimi tempi. Ma gli attacchi russi sembrano molto più intensi, investono sia civili che militari , e non risparmiano alcuna regio ne ucraina.

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sabato 29 marzo 2025

Sport - calcio / Serie A 2024/25 - giornata 29 (ritorno) / Classifica, commento e video

 29 marzo '25 - sabato                                    29th March / Saturdsy                     visione post - 4

Serie A 

Giornata 29 -

Genoa - Lecce   2 - 1   Monza - Parma  1 - 1

Udinese - H. Verona  1 - 1  Milan - Genoa  2 - 1

Torino - Empoli   1 - 0   Venezia - Napoli  0 - 0

Bologna - Lazio  5 - 0    Roma - Cagliari  1 - 0

Fiorentina - Juventus   3 - 0

Atalanta - Inter   0 - 2

Classifica

INTER  64  /  Napoli   61  /   Atalanta   58  /  Bologna   53   /  Juventus   52  /   Lazio   51  /   Roma  49

Fiorentina   48  /  Milan   47  /   Udinese   40  /   Torino   38   /  Genoa   35  /  H. Verona, Como   29

 Cagliari  26   /   Lecce, Parma   25  /   Empoli   22  /   Venezia   20  /   Monza   15  

Commento

Sembra ormai che la lotta per lo scudetto si stia restringendo tra Inter e Napoli. La squadra orobica, Atalanta, è pressochè esclusa da questa sfida che pareva fino a poche settimane fa essere un discorso a tre, ma dopo la sconfitta della Dea con l'Inter, scontro diretto, le sue "chance" si sono notevolmente ridotte. Se non saprà risorgere in fretta, già dal prossimo scontro con la Fiorentina (ma in casa della Viola), e neppure basterà un pareggio, la squadra di Gasperini potrebbe dare l'addio al sogno da speranza di scudetto tricolore. E sarebbe un peccato! Perchè i nerazzurri di Bergamo restano una delle squadre minori (di provincia cioè) di eccellenza del nostro calcio!

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venerdì 28 marzo 2025

Politica USA - Le deportazioni trumpiane e i nuovi schiavi

 Venerdì, 28 marzo '25                                      29th March / Friday                        visione post - 5 

POLITICA Usa - Trumpismo

Terrorist confinement center  (di Luciano Finesso)

Vengono chiamati terroristi dalla nuova amministrazione e "banda" Trump-Vance, ma la gran parte sono solo immigrati, anzi ex immigrati, che vengono in massa deportati fuori dai confini Usa. Ma prima vengono rinchiusi in gabbioni ed esposti come merce-immondizia agli occhi e alle telecamere degli americani, soprattutto per soddisfare le aspettative degli elettori/elettrici del governo Trump II - Davanti al gabbione dei deportati a mostrarli come fosse allo Zoo (noi diciamo degli orrori) è Kristi Noem, segretaria della Sicurezza interna di Trump, con al polso Rolex da 50 mila euro. Loro, che lei mostra con faccia  più che mezza feroce, sono detenuti-deportati in gran parte venezuelani quasi tutti tatuati a torso nudo. E con tutta probabilità sono (diciamo sempre "quasi") gli stessi più o meno che venivano ripresi qualche giorno fà in aeroporto sembra americano incamminarsi in catene verso l'imbarco dell'aereo-prigione. Scene antiche (circa 80 anni fa) viste in Germania hitleriana. Insomma centinais di venezuelani espulsi dagli States come quasi tutti presunti terroristi.  E adesso riprendo dal "Corriere della Sera", pag. 10 - venerdì 28 marzo: "La chiamano "Deportation Barbie"  Ma i sondaggi (tutto si basa ormai sui sondaggi - ndr,) mostrano che la lotta all'immigrazione illegale è un tema in cui il tasso di approvazione di Trump è più alto che per la gestione dell'economia o della politica estera: circa la metà degli interpellati in una rilevazione di Reuters/Ipsos approva il suo approccio, grazie al supporto sia dei repubblicani (Un bel 86%) che degli indipendenti (solo il 69% dei repubblicani nello stesso sondaggio approva invece il suo approccio all'inflazione). Quando il presidente Trump vuole "vittorie" e "successi" rapidi, li cerca qui. Nel video girato nella prigione, Noem avverte : "Questa è la conseguenza che vi aspetta se entrate  illegal- mente nel nostro Paese. verrete espulsi e perseguiti e questo posto è uno degli strumenti che useremo se commettete reati contro gli americani". E ha ringraziato il presidente del Salvador Nayib Bukele "che ci permette di portare qui i terroristi".

Questa è dunque la crociata dettata da Trump & soci (Vance,e Elon Musk in primis) anti migranti e messa in atto dalle ministre Kristi Noem e Pam Bondi (responsabile della Giustizia). 

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giovedì 20 marzo 2025

IDEE - Il riarmo morale dei cittadini

 20 marzo '25 - giovedì                                    20th March / Thursday                         visione post - 7

(a  la Repubblica del 17 marzo '25 - di Marco Mondini)

Il riarmo morale dei cittadini

Non basteranno soldi per nuove armi. Nè la buona volontà dei governi. Quando, qualche giorno fa, il senatore Claude Malhuret ha pronunciato il suo discorso davanti alla Camera alta francese ha sollevato un polverone mediatico. Questo anziano dottore, già presidente di Medici senza frontiere (non un militarista sfegatato), non è certo il primo a sostenere che la guerra per la riconquista dello spazio imperiale russo lanciata da Putin non si fermerà all'Ucraina e che l'Unione europea dovrà lottare per la propria sopravvivenza. Però è tra i pochi ad aver messo in chiaro come il "compito immane" di proteggere il Vecchio mondo non si esaurirà in più investimenti, più produzione industriale e nuove strutture di comando.  Nulla sarà sufficiente se gli europei non sapranno dare vita a un "riarmo morale". Se i semplici cittadini non decideranno tutti insieme che è giusto difendere l'Europa come patria della democrazia liberale, così come è stata sognata e costruita dopo il 1945. -  E se qualcuno trova scandalose queste parole vuol dire che è affetto da una curiosa amnesia.  Perchè per oltre 200 anni, nell'Europa moderna generata dalla Rivoluione francese, la definizione stessa di cittadinanza ha coinciso con la difesa della propria comunità. Fu la Rivoluzione a stabilire che i monarchi andavano spogliati del monopolio della violenza legittima e le armi affidate al popolo, quella "forza pubblica" che la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 poneva a fondamento del nuovo ordine in cui tutti sarebbero stati liberi e uguali nei diritti. E fu la Repubblica nata dalla Rivoluzione a stabilire che un cittadino non poteva dirsi tale se non avesse accettato di lottare per difenderli, quei diritti.   E' vero, nei decenni a seguire le "nazioni in armi" non sarebbero state modelli virtuosi di democrazia. Dopo Napoleone incorporavano centinaia di migliaia di uomini, ma soprattutto i più poveri marciarono in battaglia per liberare terre di cui a malapena avevano sentito parlare, come Trento e Trieste, o Alsazia e Lorena. Eppure l'idea rivoluzionaria del cittadino in armi sopravvisse alle ingiustizie e alle carnwficine industriali del 1914-18. E fu nei momenti di collasso degli Stati che questo patto di cittadinanza basato sull'onere della difesa dimostrò la sua vitalità. Gli italiani ne sanno qualcosa. Chi prese le armi a Porta San Paolo il 9 settembre 1943 o chi formò le prime bande partigiane nel Nord non lo fece perchè aveva ricevuto ordini nè per disciplina di partito. Semplicemente, dovendo scegliere se essere una vittima o battersi, aveva preferito la seconda opzione. Fu la reazione spontanea di una comunità in lotta, come avrebbe ricordato anni dopo Maria Teresa Regard, partigiana e trotz-kista. Certo, dopo il 1945 il trauma di un continente ridotto in macerie dalla guerra totale (per non parlare dell'incubo atomico) avrebbe spinyo alcuni a credere che le armi non fossero più pensabili, nemmeno per difendersi, come come sostenne Piero Calamandrei. Ma la maggioranza degli europei finì col convincersi che la difesa non era più affare proprio solo perchè, come ha scritto Braudillard, molti avevano cessato di essere cittadini ed erano diventati consumatori.  La "società post militare" descritta da Martin Shaw alla fine degli anni Novanta assomglia più a una distopia individualista che a un sogno pacifista. Meno di un francese, inglese o tedesco su dieci intervistati dichiararono di interessarsi a questioni di difesa. Le ritenevano una spesa inutile non perchè la guerra fosse ingiusta, ma perchè c'erano altre priorità, come le pensioni e il costo del carburante.. Non è un caso se a smantellare le capacità nazionali militari hanno provveduto esecutivi tutt'altro che progressisti ma sensibili al consenso dei consumatori, come il governo Berlusconi che nel 2004 sospese la coscrizione obbligatoria e fece toccare il punto più basso agli investimenti in difesa.  Oggi tornare a progettare la sicurezza dell'Europa non significa il ripristino di un'imptobabile leva universale, che risulterebbe costosa e inefficace. Ma vuol dire chiedersi di nuovo , come il dottor Mallhuret, se siamo disposti a batterci per proteggere la nostra democrazia, come fecero gli uomini e le donne di ottant'anni fa.

Lucianone

sabato 15 marzo 2025

Commenti e Idee - Tutti i Musk di mister Trump // Ballo in Musk (di M. Gramellini)

 15 marzo 25 - sabato -                                   15th March / Saturday                         visione post - 6

(da "Corriere della Sera - 15 marzo / Il Caffè - Massimo Gramellini)

Ballo in Musk

L'azienda di Elon Musk ha scritto una dura lettera all'amministrazione degli Stati Uniti per contestare la politica dei dazi decisa dal governo di Elon Musk. Come faremo a costruire ancora le nostre auto elettriche, se per ripicca i cinesi ci negassero le batterie al litio? ha chiesto il Musk di Tesla al Musk di Trump. Senza contare gli eventuali contro-dazi che potrebbero colpire altri componenti prodotti all'estero, ha ricordato non senza polemica il proprietario di Tesla all'omonimo comproprietario della Casa Bianca . Si attende a breve la risposta di questo secondo Musk.Convocherà a Washington l'altro Musk per un incontro a quattr'occhi, da Musk a Musk? Lo licenzierà con un messaggino? O invocherà la mediazione di un Musk ulteriore, un marziano animato dall'Intelligenza Artificiale che alla fine potrebbe risultare il più autentico dei tre? -  A essere onesti, di Musk ce ne sarebbe un quarto, che di mestiere fa il capro espiatorio. Anche gli altri oligarchi della tecnologia si sono genuflessi a Trump, eppure non risulta che in giro per il mondo qualche sincero demo cratico abbia smesso di comprare su Amazon o di usare WhatsApp, nè che le azioni di queste aziende siano crollate in Borsa come la Tesla.  Forse perchè Bezos e Zuckerberg, più furbi o meno narcisi, restano un passo indietro e badano agli affari loro. Invece Musk vorrebbe farsi anche i nostri e, a forza di camminare sull'orlo del baratro, rischia di fare un passo avanti. Sempre che non sia Trump a dargli una spinta. 

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Ultime notizie - dall' Estero e dall'Italia

 Sabato 15 marzo '25                                        Saturday 15th March                     visione post - 9

(da la Repubblica e dal Corriere della Sera)

Trump - Putin: egnali per un'intesa / Trump dagli Usa: cauto ottimismo sulla tregua / L'appello allo zar: risparmi gli ucraini nel Kursk / Germania. sì al piano di difesa / La tentazione di Giorgia Meloni di parlare al vertice di Londra //  Tesla alla Casa Bianca: i dazi ci preoccupano.

Una piazza per l'Europa: alle 15 del pomeriggio  a Roma manifestazione lanciata da Michele Serra, sul palco sindaci, artisti e tanta società civile /  L'adsione dei partiti d'opposizione e dei sindacati / Da Mosca un altro attacco all'Italia: "Non sa difensersi"  //  Donald Trump sulla tregua: no a massac ri nel Kursk / Ma Putin vuole la resa

Raphael Gluksman (intellettuale francese): "Riscoprire i valori di Ventotene, è in gioco la nostra libertà. Tutte le nazioni hanno bisogno di un progetto federatore. per questo è importante la mbilitazione di oggi a Roma: occorre dare agli italiani il desiderio di credere in questa Europa. nssun altro Paese come il vostro è così infiltrato dalla disinformazione russa. Non si tratta solo di sostenere gli ucraini perchè sono eroici, ma, si tratta della nostra stessa sopravvivenza. L'unico vero guerrafondaio non è Macron ma lo zar: scatena i conflitti, cerca di ridisegnare le frontiere. Servono truppe del Vecchio continente per evitare altre invasioni"

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lunedì 10 marzo 2025

SOCIETA' / politica/attualità - Riarmiamoci e partite! / - Il mondo cambiato e stravolto -

 10 marzo '25 - lunedì                                10th March / Monday                            visione post - 5

(da Corriere della Sera - lunedì, 10 marzo /  Ultimo Banco - Alessandro D'Avenia)

Il mondo cambiato e stravolto  (di L. Finesso)

Non è la prima volta che il mondo nostro è cambiato ed è stato stravolto, Mi ricordo, sono abbastanza anziano per ricordarlo bene, degli anni della Guerra Fredda (Anni Sessanta) quando eravamo sull'orlo della guerra mondiale totale e peggio ancora nucleare: il mondo impazzito perchè Stati Uniti (allora si parlava di America del Nord, ma sempre America era) e l'Unione Sovietica (in seguito frantumatasi) si sfidarono  a suon di missili e testate nucleari, ma per fortuna di tutti gli Umani si fermarono sul ciglio del baratro: Cuba e Fidel Castro furono al centro di quelle drammatiche giornate di tensione indicibile e non era chiaro il destino che ci aspettava. Si doveva solo pregare... Poi tutto, per fortuna, si fermò, ma non fu più come prima.  Allora gli attori e i Paesi coinvolti erano solo due e in seguito si disse che la presunata fine del mondo era stata bloccata proprio da questo fatto: solo due contendenti, che alla fine si misero d'accordo di non distruggersi.  E ADESSO... ?

Armiamoci e partite!  -  (di A. D'Avenia)

Nel 1953 il mondo era appena uscito dalla guerra e diviso in due sfere di influenza e deterrenza, americana e sovietica, e Philip Dick (per il provocatorio Carrère, che gli ha dedicato una bellissima biografia, il più grande scrittore del '900)  pubblicava "I difensori", un racconto in cui l' umanità, impegnata in una guerra tutt'altro che fredda tra Russi e Americani, vive e lavora sottoterra per alimentare lo scontro affidato ai robot in superficie, dove c'è solo un ammasso di macerie tossiche sotto un cielo incolore. I difensori del titolo sono i "plumbei" robot intelligenti (le nostre intelligenze artificiali) coperti di piombo anti-radiazioni::combattono e aggiornano gli umani sullo stato della guerra in cui i Russi stanno prevalendo grazie alle mine intelligenti (i nostri droni).  Un gruppo di tecnici e soldati americani deve  risalire in superficie per risolvere un'anomalia: non è mai accaduto dall'inizio dello scontro a causa della radioattività sostenibile dagli umani solo per pochi minuti.  Una volta arrivati su, il gruppo ha però una sorpresa: il mondo là fuori è splendido e nuovo, non c'è la guerra, notizie e immagini che giungevano sottoterra erano create ad arte dai robot con dei modellini. Perchè i difensori hanno agito così? Ci serve saperlo nello scenario odierno.   I robot rispondono come farebbe un'intelligenza artificiale progettata  esclusivamente per il bene dell'uomo. Ecco cosa rispondono: ""Non appena abbandonaste la superficie, la guerra cessò. Avete ragione, siete stati ingannati. Avete lavorato duro nel sottosuolo, mandando su cannoni e armi, e noi li distruggevamo non appena arrivavano. Ci avete creati per continuare al vostro posto la guerra mentre voi umani vi rifugivate nel sottosuolo per sopravvivere. Ma prima che noi potessimo continuare la guerra, era necessario analizzarla per determinare quali ne fossero gli scopi. Scoprimmo che le culture passano attraverso delle fasi. Quando una cultura invecchia e comincia a perdere i suoi obiettivi, sorge un conflitto tra color che vorrebbero eliminarla per stabilire dei nuovi modelli culturali e coloro che vorrebbero invece mantenere il vecchio modello con il minor numero possibile di cambiamenti". La (nostra) realtà.- E' ciò che accade anche oggi in Occidente, nello scontro tra globalizzazione e multipolarismo, tra èlite e popolo, tra progressisti e conservatori. Ma seguiamo l'analisi antropologica del robot:  "Il conflitto interno minaccia di coinvolgere la societò in una guerra contro se stessa, gruppo contro gruppo. Le tradizioni vitali possono andare perdute, non solo riformate e alterate, ma distrutte completamente in questo periodo di caos e di anarchia. E' necessario perciò che l'odio all'interno di una civiltà venga incanalato verso l'esterno, un gruppo esterno, in maniera che la cultura stessa possa sopravvivere alla sua crisi. La guerra ne è il logico risultato". 

 Salvare le strutture - Insomma per non distruggersi, ricompattarsi e salvare le strutture che l'hanno costituita come tale (oltre all'economia che ne è conseguenza operativa nella storia umana sono la combinazione di educazione, religione e forme di appartenenza a un gruppo), una cultura divisa preferisce cercare un nemico al di fuori invece di soluzioni nuove alla crisi interna. Vale per popoli, città, famiglie, coppie, singoli: per paura e pigrizia non affrontiamo le ombre ma le proiettiamo fuori, odiando negli altri ciò che non va in noi, convinti che, distrutto il nemico, risolveremo la crisi che invece sarà ancora lì, peggiore di prima, dopo che il fumo della battaglia si sarà diradato. La logica di ferro, anzi di piombo, del robot prospetta la soluzione: "La guerra, per una mente razionale, è assurda. Ma, in termini di bisogni umani, svolge una funzione d'importanza vitale ed insostituibile. E continuerà a svolgerla finchè l'Uomo non sia cresciuto al punto da eliminare totalmente l'odio dentro di lui". I robot confidano in un'evoluzione umana lineare. "In questi otto anni abbiamo osservato importanti mutamenti nella mente degli uomini; la fatica ed il disint-teresse stanno gradatamente prendendo il posto dell'odio e della paura. Ma l'inganno deve continuare almeno pr un altro pò. non siete ancora pronti per la verità".  Robot, creati per proteggere gli uomini, hanno quindi fatto (con un pò di Imagine) la scelta più logica: in-terrompere la guerra e preparare la Terra per una umanità nuova.  Per tutta risposta gli Americani vogliono approfittare della scoperta per imparonirsi della Terra prima degli ignari Russi, e così si affrettano a tornare sottoterra, ma i robot hanno distrutto il tunnel di collegamento. Sono quindi costretti a rimanere in superficie dove incontrano proprio un gruppo russo venuto su qualche mese prima. Si preparano allo scontro, ma i robot li fanno ragionare: i Russi sono disarmati e le armi non servono più, per sopravvivere devono non solo smettere di combattersi, ma unirsi e aiutarsi, per procurarsi da vivere: "La necessità di risolvere i problemi quotidiani dell'esistenza vi insegnerà come tirare avanti nello stesso mondo. Non sarà facile, ma ce la farete" -  Caino è in noi - Solo obiettivi.di bene comune possono distogliere culture internamente in crisi dalla soluzione bellica, ma i robot ignorano che l'uomo non smetterà mai di proiettare le proprie ombre su un nemico esterno, perchè Caino è sempre in noi e cerca sempre un Abele a cui attribuire il proprio male. Lo storico Emmanuel Todd in La sconfitta dell'Occidente, proseguendo il suo Breve storia dell'umanità e svincolandosi dalla lettura, dominante e riduttiva, della storia in chiave prettamente economica, dimostra che la crisi riguarda le strutture che hanno unito alcuni popoli in quello che chiamiamo Occidente. Oggi infatti, esaurito il collante della sofferenza postbellica , la globalizzazione economica mette in concorrenza le culture che finiscono col ripiegarsi su se stesse. Emerono così gli egoismi nazionali, incarnati da oligarchie di potere che generano la loro controparte: i populismi; la diplomazia è resa inutile dalla logica dei rapporti di forza economici, militari e tecnologici.  L'alternativa è creare l'unità su basi più profonde, di impegno comune sulle emergenze: povertà, fame, istruzione, sanità, inquinamento. Come ha detto papa Francesco: "La fame nel mondo finirebbe, se non si fabbricassero armi per un anno", ma questa scandalosa evidenza è considerata alla stregua della fantascienza di Dick: fantasie.  Infatti dopo le attuali mosse americane, gli attuali leader dell'Ue - invece di riscoprire lo specifico europeo che non è la potenza militare ma una diplomazia che provi a ricostruire un'unità culturale dagli Urali all'Atlantico, come auspicavano e provarono a fare alcuni leader europei alla fine della guerra mondiale e dopo la caduta del comunismo - hanno proposto il riarmo e l'ombrello nucleare di marca france- se, togliendo i vincoli di bilancio al debito che peserà ulteriormente sulle future generazio-ni. Ma all'Europa non basterà un esercito comune per unirsi, così come non è bastata una moneta comune.  L'appartenenza  -    Che cosa hanno veramente in "comune" un irlandese, un italiano, un francese, un ungherese, un rumeno..  che li spimgerebbe a difendere anche con il proprio corpo l'Europa come gruppo vitale di appartenenza?  La mancanza di una risposta e' la nostra crisi interna. Di certo se la Nato finirà bisognerà rendersi finalmente indipendenti anche sul piano difensivo, ma questo scenario, per quel che capisco, è tutt'altro che certo..  L'antropologo Jared Diamond ha dimostrato, prima in "Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere". e poi in "Crisi. Come rinascono le nazioni", che le civiltà, invece di affrontare le crisi interne, che spesso neanche vedono, prese dalla smania di salvarsi fanno scelte irrazionali con cui invece si danno il colpo di grazia: "Tutti si trovano ada affrontare crisi e spinte al cambiamento: dai singoli individui ai gruppi, alle aziende,, alle nazioni, al mondo intero. Per affrontarle positivamente è necessario un processo di cambiamento selettivo: non essendo possibile nè auspicabile che individui e nazioni cambino completamente, abbandonando ogni aspetto della loro identità passata, la sfida diventa, tanto per le nazioni quanto per le persone in crisi, capire quali parti della loro individualità stiano funzionando bene e non vadano modificate, e quali necessitino di cambiamento. L'obiettivo è individuare nuove soluzioni in armonia con le capacità e caratteristiche di ciascuno".   E' l'occasione di una nuova unità, ma non vedo nelle leadership attuali la capacità di un cambiamento selettivo, ma la coazione a ripetere soluzioni già bollate dalla storia come fatali, soluzioni che, per essere sostenute, costringeranno i nostri figli a lavorare sottoterra se non a combattere sul campo. Lo avevano capito i robot del '53. Noi?

Lucianone