giovedì 29 luglio 2021

L' Opinione del Giovedì - Armi e difesa personale che vogliono mettere in pratica la legittima difesa: ma sono mai possibili in una democrazia?

 29 luglio '21 - giovedì                                 29th July / Thursday                               visione post - 3

Si era cominciato qualche anno fa a prendere le difese a spada tratta, soprattutto da parte della maggioranza dei leghisti, di quegli esercenti come orefici, benzinai o baristi che usavano armi
per difendersi dagli aggressori ladri e ladruncoli. E prima ancora si era fatta una propria e vera
campagna di sostegno per l'approvazione di uso personale di armi nelle proprie abitazione per
potersi difendere dall'attacco dei ladri.
CONTINUA...
to be continued...

SPORT - Olimpiadi / Tokyo 2020

 29 luglio '21 - giovedì                              29th July / Thursday                               visione post - 2 


Da meroledì 21 luglio 2021
a domenica 8 agosto   '21

Sono 384 gli azzurri partecipanti a questa Olimpiade -

TOKYO TOWER 

TAEKWONDO - oro
Prima medaglia d'oro olimpica
conquistata dall'Italia con Vito Dell'Aquila (20 anni)
contro il tunisino Jendoubi., nella finale vinta nella
categoria 58 kg.
JUDO FEMMINILE - bronzo
L'italiana Odette Giuffrida (23 anni) ha pianto e urlato di gioia
dopo aver battuto nella finale per il bronzo l'ungherese
Pupp, nel torneo di judo femminile ai Giochi
NUOTO / 100 rana - bronzo
L'italiano Nicolò Martinenghi ha conquistato il bronzo
nei 100 rana, 21 anni dopo l'oro di Domenico Fioravanti 
e il bronzo di Davide Rummolo alle Olimpiadi di Sydney
SOLLEVAMENTO PESI - bronzo
Mirko Zanni (23 anni, di Pordenone) che pesa 67 Kg. ha
sollevato 322 kg. di pesi complessivamenti in 3 turni: medaglia di bronzo
CICLISMO su strada: medaglia di bronzo a Elisa Longo Borghini (29)

CONTINUA... to be continued...

Musica - intervista / Daniil Trifonov: giovane astro della musica classica

 29 luglio '21 - giovedì                                  29th July / Thursday                             visione post - 2

(da Corriere della Sera - 5 febbraio '21 - di Valerio Cappelli)

Daniil Trifonov è il pianista più intenso e visionario di questi anni, e le sue parole configurano il 
primato dell' immaginazione, che è nel Dna dei poeti e dei musicisti della sua Russia. Lo parago-
nano a Horowitz, per brillantezza e virtuosismo (tornerà a Milano e Torino in primavera; compie
30 anni il 5 marzo). E' uno dei musicisti di punta della DG, con cui pubblica il cd Silver Age, su
tre musicisti rivoluzionari del suo paese: Scriabin, Prokofiev, Stravinsky.  ha bruciato le tappe, E'
stato un bambino prodigio.
Ricorda il primo recital?
- "A sette anni, proposi una mia Suite (compongo musica, ma non in maniera continuativa) da 
una rilettura russa di una vostra favola, Pinocchio".
La storia del dentino persa a un concerto è vera?
- "Sì, l'anno dopo durante un recital mi cadde un dentino da latte, lo inghiottii e andai avanti.
ma la volontà di diventare pianista maturò a 13 anni, quando per un incidente ruppi la mano
sinistra e acquistai consapevolezza di ciò che volevo fare della mia vita".
Ed è vero che suo padre suona musica punk?
- "Aveva un gruppo underground al tempo dell'Urss, quando mise su famiglia di dovette trovare
un lavoro normale. Lasciammo Nizhny Novgorod, la mia città natale dove torno per gli 800 an-
ni dalla sua fondazione, e ci trasferimmo nella periferia di Mosca per entrare in Conservatorio.
Dall'età di 14 anni, quando ho cominciato a suonare all'estero, ho viaggiato da solo".
Nei concerti, cambia la sua emotività a seconda di cosa suona?
- "L'importante è non rimanere intrappolati dalla tensione, temo sempre di dimenticarmi qualche
battuta, soprattutto nei pezzi che non ho mai suonato prima.  La musica è il risultato di esperien-
ze emotive e intellettuali.  Io ho l'abitudine di concentrarmi  sulla meditazione orientale, e su co-
me questa meditazione si rifletta nel rapporto fisico che ho alla tastiera: la connessione tra mente,
corpo e strumento. Mi ispiro alla spontaneità degli animali nel muoversi, penso a un leone in pro-
cinto di spiccare un salto. Ma prima di suonare in pubblico, compatibilmente con il jet leg, cerco
di dormire o di farmi un sonnellino".
Altre forme d'ispirazione?
 - "Le arti figurative e il cinema, anche se non in modo diretto. Penso a Fellini e Antonioni. Suo-
nando a un museo , vidi una correlazione  tra l'espressività di Liszt e un dipinto di El Greco.
L'intreccio tra le varie arti (oltre alle innovazioni tecnologiche e alle tensioni politiche) è ciò che
lega l'oggi agli Anni '20 del '900 che eseguo nel disco".
Può fare un esempio?
- "Il rapporto tra Prokofiev e il cinema, o Stravinsky e il balletto. E poi Scriabin, il mio compo-
sitore preferito per tanti anni, ha avuto una vita breve e un'incredibile evoluzione della sua mu-
sica. Era un sogntore, un mistico, ogni suo pezzo è unico nella sua imprevedibilità, cambia con-
tinuamente ma è sempre riconoscibile".
Venendo all'approccio razionale, mentale, quando siede alla tastiera...
- "La mente precede la musica, bisogna avere una strategia, è un pò come in una partita di calcio".
Essere compositore influisce sul suo stile pianistico?
- "Sì nel senso che mi porta a contestualizzare, a approfondire il background degli autori che in-
terpreto".

Lucianone

mercoledì 28 luglio 2021

Riflessioni - Quando è molto meglio il conformismo, parlando di Covid e no vax

 28 luglio '21 - mercoledì                              28th July / Wednesday                          visione post - 3

(da la Repubblica - 29 maggio '21 - L'Amaca / di Michele Serra)

Rivalutare il conformismo
Un paio di incontri ravvicinati con persone convinte che il Covid sia una truffa del potere e sorri-
devano della mia mascherina e della mia recente e sospirata prima vaccinazione - mi hanno fatto 
capire una cosa che non avevo capito prima. La molla che li agita non è affatto la grullaggine. E'
il suo contrario. E' il suo contrario.  E' il culto della (loro) intelligenza, che li solleva di qualche
palmo dalla (nostra) mediocrità. Ci considerano pecoroni, creduli sudditi della dittatura sanita-
ria, schiavi congeniti di qualunque gerarchia. Loro invece non la bevono. Sanno leggere tra le
righe, a differenza di noi minchioni che leggiamo solo le righe.   Hanno fonti di informazione 
"indipendendti" che noi nemmeno ci sognamo. Sono il pensiero acuto che si distacca dal pen-
siero ottuso. Camminano parecchi metri  sopra la linea  del nostro encefalogramma piatto. In
breve: ci disprezzano, nella migliore delle ipotesi ci compatiscono.
Non si ha idea di quanti siano. certamente una minoranza, ma una minoranza corposa: qualche
milione di persone. In una certa misura è necessario ringraziarli. Ci ricordano che l'anticonfor-
mismo (in sè, un valore) può diventare una condanna.  Quando  è ben speso  libera  la  mente,
quando è speso male la imprigiona, e riduce a macchiette presuntuose  e  spesso  ridicole  (c'è 
qualcosa di più ridicolo che negare l'esistenza del Covid?). C'è soprattutto una spaventosa man-
canza di umiltà, nei negazionisti). Per il terrore di essere "come gli altri" accetterebbero qualun-
que panzana, purchè "controcorrente", purchè li faccia  sentire scaltri  in mezzo  a  un mare  di 
sciocchi. Parlare con loro fa rivalutare il conformismo.

Lucianone

giovedì 22 luglio 2021

Ultime notizie - dall' ITALIA / Latest news

 22 luglio '21 - giovedì                                 22nd july / Thursday                             visione post - 5

Torino
In migliaia in corteo nel centro di Torino per dire no al Green Pass e all'obbligo vaccinale:
"Ognuno dev'essere libero di scegliere"

Roma
Il Presidente del consiglio Mario Draghi: "L'appello a non vaccinarsi è un appello a morire"
Tutte le misure sul Green Pass -
Green Pass per ristoranti al chiuso dal 6 agosto. Il certificato verde servirà per accedere
ai tavoli al coperto di bar e ristoranti, non sarà invece necessario per consumare al bancone.
Prorogato lo stato d'emergenza.

Ultime notizie da sapere
sulla pandemia -
La pandemia aumenta la mortalità degli altri malati.
"Effetto tsunami" sulla sanità dei ricoverati per il virus
Dal 6 agosto sarà possibile fare visita ai parenti in ospedale, ma solo con il Green Pass.
Green Pass, che cosa sapere: una app per i controlli, multe fino a mille euro per i trasgressori.
"Avete il vaccino per salvarvi dal Covid e non lo volete usare?": nelle missioni lo stupore
per il negazionismo no vax dell'Occidente.

Lucianone

domenica 18 luglio 2021

Commenti - La lezione dello sport, dopo l'impresa della Nazionale di Mancini

 17 luglio '21 - domenica                           17th July / Sunday                            visione post - 3

(da la Repubblica - 12 luglio '21 - di Ezio Mauro)

La lezione dello sport
Anche la lotteria finale ha premiato la squadra migliore. e il Paese festeggia insieme la Nazionale
e se stesso, per una vittoria vissuta come un riscatto dopo la fatica e  la paura di due anni terribili. 
L'Italia che si ferma, in un rito collettivo, il Presidente della repubblica in tribuna a Wembley, i ca-
roselli per strada e i tricolori che tornano alle finestre. Ancora una volta  scopriamo  che  lo sport 
veicola ed esalta il sentimento nazionale, come se fosse diventato l'unica espressione umana capa-
ce di generare e legittimare democraticamente lo spirito patriottico , che in quest'epoca di scettici-
smo si ritrae dalla politica, dal'arte, dal cinema, dal dibattito culturale.  Allo sport riesce ciò che
alle altre forme organizzate del nostro vivere sociale non riesce più. Forse perchè è l'ultimo rifu-
gio autorizzato dell'epica, che dunque accetta  e  pretende una retorica nel linguaggio, o magari
perchè non si consuma compiendosi  come ogni cosa oggi, ma dura dilatandosi  nella memoria
dei gesti mirabili, senza esaurirsi con la fine del match, sopravvivendo oltre lo spazio televisivo.
Tutto questo normalmente si immiserisce nella categoria istintuale e spesso selvaggia del tifo,
dove ognuno retrocede alla logica primordiale del clan. Ma anche per il tifoso c'è sempre un mo-
mento in cui il fatto sportivo chiede di essere considerato per se stesso, indipendentemente dalla
febbre del tifo. E' il momento in cui l'emozione si combina alla geometria e sfiora la matematica,
diventa suprema logica che solo il virtuosimo tecnico, tattico e atletico traduce in spettacolo. Qui
sta il segreto dell'autonomia dello sport, affondato in mille contraddizioni, contaminato da mille
infedeltà. Ma quel fondo di autentica interpretazione della mistica sportiva di una disciplina, qu-
ello stupore collettivo nel vedere la performance, il gesto, il colpo che vanno oltre la misura del
prevedibile compiendo  ancora una volta  la magia dell'impossibile, riscatta tutto  nella  fusione
perfetta della tecnica con l'estetica, fino all'esultanza per il superamento del limite. 
Vale per ogni sport, e ogni volta spiega la dimensione sociale del fenomeno, dal calcio come os-
sessione ormai globale, al tennis che negli studi del sommo Clerici riscopre in Francia gli ante-
nati del XII secolo nel gioco della paume con le mani, coperte dai guanti bianchi, o nell'Enrico V
di Shakespeare, dove si parla  di "palle da tennis"  per la prima volta.  O nella morale del rugby, 
definito dagli inglesi l'unico modo onorevole di essere violenti. O nell'epopea del ciclismo, rias-
sunta nel Tour cantato da Gianni Mura, compendio di natura, fatica, paesaggio, salite, lavanda,
talento, fino a far dire a Marc Augè che il Tour, in realtà, è un villaggio che viaggia.
 C'è in più la funzione mimetica dello sport, che pesca nel nostro deposito ancestrale di sugge-
stioni per trasfigurare l'attrazione eterna per la violenza dei riti in una moderna liturgia simbo-
lica. Che però  riesce a mantenere  tutta la potenza ordalica del duello, perchè impegna ugual-
mente corpo, mente, nervi, coraggio e astuzia, così come Conrad pretendeva dai duellanti "abi-
lità, bravura, vigore, risolutezza".  Dante aggiunge che gli avversari, nel duello, "devono scen-
dere in campo non per odio nè per amore, ma di comune accordo". E introduce così un elemen-
to specifico della contesa sportiva: la lotta dentro le norme, la capacità dei contendenti di auto-
regolarsi mentre cercano di superarsi. In questo  lo sport  è addirittura pedagogico, oggi come 
ieri, in quanto insegna che non tutto è possibile, nemmeno nel gioco, distingue il lecito dall'il-
lecito, pretende la disciplina della forza, impone un arbitrato terzo, per regolamentare il con-
flitto.  Perchè abbiamo bisogno di tutto questo, perchè lo cerchiamo nello sport, perchè gli at-
tribuiamo un significato così generale, trasformando le sconfitte in proteste sociali, le scelte
tecniche in dibattiti culturali, le mosse tattiche in concetti strategici? Probabilmente eplichia-
mo nella modernità motivi custoditi nella memoria dei nosri istinti, rimessi in circuito dai ri-
tuali degli attori (Desmond Morris ha contato  28 diversi tipi di esultanza  per un goal)  che
chiedono una risposta-adesione ritualizzata ai tifosi: trasformandoli da semplici spettatori a
fedeli co-celebranti  dello stesso culto  che si sacralizza in campo, con gli elementi  di ogni
passione privata vissuta in pubblico, cioè la gioia e la sofferenza. Perchè l'altra lezione del-
lo sport è la sconfitta, l'insegnamento che non si può vincere sempre, perchè il gioco è dav-
vero tale se il risultato è ogni volta indeterminato, e tutto può davvero accadere.
Ecco perchè l'epopea sportiva, come ha detto Roland Barthes, esprime "quel momento fragile
della storia in cui l'uomo, anche maldestro e gabbato attraverso favole impure, intuisce  ugul-
mente un perfetto adeguamento tra sè, la comunità e l'universo". capita nelle giornate eccezio-
nali, quando la Nazionale di calcio lotta e vince la finale, Coppi stacca tutti sulla salita decisi-
va, la Ferrari taglia il traguardo per prima, Berrettini si gioca fino in fondo la chance  a Wim-
bledon.  Qui scopriamo il potere ideologico dello sport, che influenza il sentimento collettivo
del paese: anzi, certifica un'appartenenza, costituisce un'identità, genera un'unità che non è tra
diversi (come nelle intese politiche d'emergenza) ma tra uguali, qualunque sia  la  loro condi-
zione, la provenienza, il sistema d'idee. In questo senso l'evento sportivo supremo, come ab-
biamo visto ieri, diventa addirittura costitutivo dell'idea di nazione che la politica fatica a te-
stimoniare, accontentandosi in una sua parte di pervertirla nel nazionalismo.  Una fiammata
collettiva di passione italiana, dopo il grande interdetto che ci ha distanziati per due anni l'u-
no dall'altro, come se la salvezza fosse soltanto individuale. Una fiammata sincera ma fuga-
ce: perchè nello sport anche il più grande trionfo è effimero, e da domani tutta la posta ritor-
na in gioco.

Lucianone

giovedì 15 luglio 2021

L'Opinione del Giovedì - Resilienza e rinascita con rivoluzione nella Nazionale vincente di Mancini e... lo sport come lezione di vita

 15 luglio '21 - giovedì                                15th July / Thursday                           visione post - 7

Gli Europei di calcio 'Euro2020', che si sono giocati tra giugno e luglio in tante diverse città
europee, erano stati spostati e quindi rinviati causa pandemia da Coronavirus all'anno 2021,
dunque a quest'anno in corso.  Si sono conclusi, come sappiamo tutti, l'11 luglio '21 con la
vittoria e la conquista della Coppa europea da parte della Nazionale italiana.
Dunque saranno gli Europei di calcio che in futuro noi e le generazioni che verranno potremo
e potranno ricordare associandoli a questi terribili anni di pandemia che nel mondo non ha ri-
sparmiato alcun continente (escludendo forse i due estremi dei poli, artico e antartico). E così
come nelle guerre mondiali del passato sono stati sospesi sia Giochi Olimpici che Campionati
internazionali di football (e non sempre rinviati), anche per questa devastante crisi pendemica
è avvenuta la stessa cosa. Per fermare i grandi avvenimenti sportivi internazionali ci vogliono
guerre o pandemie altrettanto planetarie: dolori, sofferenze, morti, lutti epocali bloccano tutte
le attività gioiose, fantasiose, socialmente scambievoli che lo sport con i vari giochi che da es-
so derivano procura all'homo sapiens. E del resto è lo stesso uomo che ha inventato "lo sport":
all'inizio era quello che aveva due obiettivi e terminali di sostentamento come  la caccia e la
pesca, e quest'ultima è diventata un vero e proprio sport professionistico, mentre la caccia si
è evoluta ad esempio in sport come quello del tiro al piattello o tiro a segno con carabina.
 Lo sport significa tante cose, ma due obiettivi che lo sport  ha ormai da tempo  nel suo Dna 
sono: il benessere salutare, attraverso una attività fisica costante anche per sportivi dilettanti
e l'incanalare nel gioco (tra due o più persone) quelle regole in comune da rispettare che fan-
no crescere gli individui nella loro vita comunitaria. E anche lo sport più famoso nel mondo
che è quello del calcio segue questi obiettivi principali, e allo stesso tempo nel percorso della
sua storia ha dovuto fermare le più importanti gare e competizioni causa guerre o pandemie.
L'ultima volta che ha dovuto farlo è stato proprio per gli Europei 2020, rimandati all'anno in
corso 2021 (così come le Olimpiadi Di Tokyo 2020 sono state spostate a quest'anno) per la
pandemia da Covid-19 che ancora è in corso con le sue varianti, di cui la Delta propagatasi
dall'India è in ordine di tempo l'ultima e la più contagiosa. Nel frattempo, cioè durante l'an-
no 2021 e a dire il vero a partire dagli ultimi mesi del 2020 i campionati di calcio in Europa
si sono svolti regolarmente  pur con tutte le dovute  regole e distanziamenti, ma soprattutto
senza la presenza degli spettatori dentro gli stadi. E questa mancata partecipazione ha certa-
mente contribuito a frenare l'entusiasmo per questo sport e a raffreddare tutto l'ambiente del-
lo sport, che giustamente ha dato priorità alla salute pubblica.  E i tifosi hanno ugualmente
potuto assistere alle partite del campionato da casa sugli schermi televisivi, tenendo quindi
accesa la passione e il tifo, ma senza i contatti fisici dati dall'entusiasmo dei gol del proprio
team sul campo e in tempo reale: gli abbracci e le esultanze vocali sono stati eliminati per
la prima volta nello sport e non solo nel calcio. E pure per la prima volta questo divieto ha
portato a sopportare di malavoglia queste libertà che prima erano concesse: questo è stato
un primo processo generale nell'ambito sportivo, ma non solo in quanto tutti gli aspetti so-
ciali ne sono stati coinvolti, che possiamo  benissimo  chiamare  di resilienza, cioè di resi-
stenza attiva che consapevolmente sapevamo tutti sarebbe durata per un bel pò di tempo,
resistenza psichica ma anche fisica, per il fatto stesso di non potersi muovere liberamente.
Ben sapendo comunque che tale resilienza avrebbe dovuto prima o poi aver termine, ma
che nell'immediato era necessaria per non crollare, per resistere alle depressioni, alle fru-
strazioni, al panico stesso, tutti chiaramente generati da quell'origine pandemica furiosa
e inaspettata.
CONTINUA...
to be continuous...

lunedì 5 luglio 2021

STORIE / intervista - L'influencer "Stazzitta", Daniela Collu: l'arte di andare a piedi

 5 luglio '21 - lunedì                                    5th July - Monday                              visione post - 4

(da la Repubblica - 22 giugno '21 - di Viola Giannoli)

Daniela Collu ha 38 anni, conduttrice radiofonica e televisiva (ha guidato alcune puntate di X Factor), autrice, scrittrice, influencer. In migliaia (263 mila follower su Instagram) la conoscono come Stazzitta,  un soprannome familiare che le è rimasto appiccicato addosso. Scrive molto, parla molto, vive a Roma.  Quando ha voglia di ascoltare solo il suono del silenzio parte zaino in spalla e cammina, da sola. Così è nato pure il suo primo libro: "Volevo solo camminare" (il secondo - "Un minuto d'arte" - è una galleria di opere con il dono della brevità).

- Quand'è che si è detta "ok, io vado?
- "Avevo 35 anni: ho scoperto da adulta il camminare. Mi sono sempre spostata molto per lavoro e
mi sembrava fosse diventato una scocciatura. Volevo farlo in maniera diversa, non più per andare
da A a B. Una notte di caldo torrido romano ho detto vado, ho fatto "all in" e scelto il Cammino di
Santiago".
- Sono sempre di più le donne che partono per camminare da sole. Lei ha mai avuto paura? 
- "Di prendermi una storta, aspettare un soccorso, sì. ma non ho mai pensato che qualcuno potesse
farmi del male. Chi è in cammino condivide la tua stessa esperienza  e  quello diventa uno spazio
sicuro: non ci si rubano soldi, non si spostano cose, puoi contare sugli altri. Ho camminato di not-
te, ho camminato da sola, ma chi incontravo era sempre mio alleato. Forse fa più paura agli altri".
 - In che senso ?
 - "Quando ho deciso di partire sono iniziati una serie di tentativi di sabotaggio: 'Non hai le cavi-
glie adatte, ti perdi, ti ammazzano nel bosco'. Invece scopri  che è come  imparare a camminare
da piccoli: un passo dopo l'altro e va tutto bene". 
 - E sola si è mai sentita?
 - "E' quella solitudine che cerco. C'è lo smartphone, i social, gli incontri, ma quasi nulla della tua 
vita 'normale' ti raggiunge, perchè nulla ha quel ritmo".
 - Dopo un anno di pandemia a giugno è ripartita per la Via degli Dei
 - "Ho passato molto tempo in casa e in uno studio buio, avevo bisogno di stare senza soffitto. E'
il mio modo di tornare a respirare, di cercare il mio passo, il mio silenzio, anche se mentre cam-
mino canto moltissimo, a voce alta. Poi magari c'è uno dietro che a mia insaputa si becca il mo-
mento canoro... ". 
 - Cosa mette nello zaino? 
 - "Levo tutto e lascio il 10% del mio peso corporeo: vaselina da spalmare sotto i piedi come
dovessi farcire una torta per evitare lo sfregamento dei calzini, ago e filo per bucare e asciu-
gare le vesciche, mollette pr i panni, buste di plastica che non fanno rumore per non sveglia-
re gli altri e un cambio: ogni sera lavo tutto".
 - E non le manca nulla?
 - "No, per qualche giorno o settimana si può fare. La cosa più bella è proprio l'improvvisazione.
Essere libera di dire sono stanca o di proseguire due ore o di fermarmi mezza giornata a guarda-
re un panorama. Senza orari, programmi, shopping, visite guidate da rispettare. Il mio cammino
è questo: togliere al viaggio ogni forma di controllo".
 - E' una sfida? O la ricerca di una qualche spiritualità?
 - "Non la vivo in maniera agonistica ma non ho neanche una motivazione spirituale. Sono atea:
per me siamo un ammasso di cellule. Eppure cos'è l'anima ho potuto immaginarlo solo cammi-
nando: ho sentito come se mi avessero aperto il petto e ci fosse passato il vento dentro".
 - Miti da sfatare?
 - "Che si torni per forza distrutti, senza unghie. Sarò stata fortunata ma ho avuto solo una ten-
dinite spaventosa, non mi entravano le scarpe, ho camminato con i sandali. Oppure che sia ne-
cessariamente il viaggio della vita alla ricerca dell'Io.  Tra i miei ricordi preferiti  alla fine  c'è 
un australiano che in un bar con una coca cola sul tavolo e dei cavalli accanto mi ha bucato una
vescica. Io cammino perchè sono felice di usare il corpo, di divertirmi, di stancarmi.  E' un elo-
gio della fatica fisica". 
 - Appena tornata vuole ancora solo camminare?
 - "Quando inizi diventa una droga. La Francigena, il Cammino dei Briganti, una ciaspolada
nella neve: in testa ho già il calendario, non prenoto solo perchè porta sfiga".
 - Cosa dice ai suoi follower che vogliono imitarla?
 - "Che è un viaggio per tutti, da cucirsi addosso. Ho visto ragazzi in carrozzina, un 70enne
cieco dalla nascita, americani in infradito. Non importa dove vai o il modo in cui lo fai, ma
il fatto che sia tu a decidere tutto sul momento".

Lucianone