venerdì 31 marzo 2023

CULTURA / L'intervista: la scrittrice giapponese Murata Sayaka e le sue strane ragazze interrotte

 31 marzo '23 - venerdì                               31st March / Friday                           visione post - 20

(da la Repubblica - 28 marzo '23 /  di Ilaria Zaffino) 

MURATA  SAYAKA



Le mie ragazze interrotte
La scrittrice giapponese per la prima volta svela ai lettori italiani come nascono
i suoi romanzi bestseller anticonformisti e ribelli.  "Racconto una società che fa
il lavaggio del cervello alle donne"
"Avverto più follia nella parte cosiddetta normale della  mia vita che in quella considerata strana".
Di cosa è la normalità, e cosa non lo è, delle sue protagoniste   che si sentono fuori dal mondo,
spesso distanti dai loro stessi corpi, di cannibalismo, alienazione e non conformità  ai modelli 
imposti parleremo a lungo con Murata Sayaka in questa intervista, la prima in assoluto per l'Italia
della scrittrice giapponese, schiva e stravagante autrice del bestseller da oltre un milione di copie
La ragazza del convenience store, tradotto in trenta lingue, con cui ha vinto il premio Akutagawa,
e del successivo I terrestri.  Classe 1979, Murata in patria ha ricevuto numerosi riconoscimenti per
i suoi romanzi e racconti, come quelli contenuti in La cerimonia della vita, appena portato in Ita-
lia come gli altri da e/o. Dove riprende i temi dei libri precedenti, esasperandoli, mettendo al cen-
tro protagoniste, quasi sempre donne, che non rispondono alle aspettative che la società  ha per
loro. -  "Attribuisco molta importanza  ai disagi che si incontrano nella vita. Spesso traccio profili
di persone che hanno interiorizzato questa sensazione e le rendo protagoniste delle mie storie.
Sarà per questo che ricorrono soggetti che si sentono soffocati dalle imposizioni sociali. Del resto,
molte scrittrici giapponesi contemporanee fanno lo stesso".

Intervista
Ilaria Zaffino -
 I suoi romanzi riscuotono sempre successo.  Anche  "La cerimonia cdlla vita" 
è stata definita una raccolta distopica coraggiosa e sconvolgente che intreccia
horror e unorismo. Da dove nascono questi racconti e perchè piacciono tanto?
Murata Sayaka: "Sicuramente mi hanno influenzata  i tanti shajo manga di fantascienza  che
leggevo da studentessa. Credo che un libro possa dirsi completo quando cambia forma in chi
legge, sboccia trasformandosi in quella musica unica per ogni persona.  I lettori mi confidano
spesso di sentirsi vicini alle mie storie, quasi toccati nel vivo, e di non percepirle come insen-
sate o distanti".
I. Zaffino -  Lei mette in discussione  le norme sociali così come i ruoli di genere, il matrimonio, 
la sessualità e la complicità delle donne nell'accettare tutto ciò. C'è qualcosa che vorrebbe cam-
biare della società giapponese? E quanto le donne sono ancora vincolate da queste costrizioni?
M. Sayaka: ""Come donna mi sono sentita intrappolata in un mondo colmo di disagi, sofferenze
e distorsioni cognitive. Conservo ricordi dolorosi di quando per inculcarmi certe norme ricevevo
una sorta di lavaggio del cervello.  Quella sensazione  di non conformità  col resto del mondo era 
così forte e con il tempo si è mescolata a tutti i temi appena menzionati. Dunque, sì, ci sono mol-
ti aspetti che vorrei cambiare della quotidianità in cui vivo, , per potermi liberare da tante angosce
Prego per un mondo senza dolori, non solo per le donne, ma per tutte le minoranze".
I. Zaffino -  Nei suoi libri compaiono uteri rtificiali, fecondazioni senza contatto e gravidanze
maschili in alternativa a maternità tradizionali. Per le sue protagoniste il sesso è spesso pro-
blematico e spiacevole. l'orgasmo è uno "scarico di fluidi" e il matrimonio è senza sesso. 
Perchè tra tutte le norme sociali quelle che più la disturbano riguardano proprio la procreazione?
M. Sayaka: "Sono cresciuta in una famiglia dalla mentalità obsoleta. Da piccola non ho mai 
sentito che il mio corpo e la mia vita mi appartenessero. Era scontato pensare  che da adulta
sarei stata uno strumento per la gratificazione sessuale maschile e la procreazione, una mac-
china incaricata di tutte le faccende domestiche, e questo sarebbe stato l'unico modo per vivere
e procurarmi da mangiare. E poichè alcuni uomini hanno tuttora il coraggio di affermare che le
donne sono "macchinari per partorire" mi capita di sognare un mondo in cui la popolazione non
si estingue solo perchè le donne smettono di generare figli. E' una speranza che nutro nel profon-
do ed emerge inconsapevolmente nei miei libri". 
I. Zaffino -  "La ragazza del convenience store" traeva ispirazione dalla sua esperienza di com-
messa. Quanto c'è di lei nelle sue protagoniste?.
M. Sayaka: "Non sono brava a scrivere racconti basandomi su persone reali. me compresa. Anche
il convenience store del romanzo non è quello in cui ho lavorato, ma un punto vendita immagina-
rio. Ma talvolta quando traccio le emozioni e le azioni delle protagoniste, mi accorgo che sono il
frutto della condensazione di sentimenti che ho provato in prima persona.  Haruka, per esempio,
nel racconto La schiusa, è il risultato delle tante personalità che riconosco in me stessa, l'ho crea-
ta a partire dalla nebulosa di emozioni che ho cominciato a provare quando ero studentessa".
I. Zaffino -  Uno dei suoi personaggi dice che "la cosiddetta normalità è una sorta di pazzia".
Per lei, e per le sue protagoniste percepite spesso come anormali, cos'è la normalità?  
M. Sayaka: "Io non le considero così anormali. Non mi interessa ritrarre persone che non hanno
mai provato il minimo disagio. Prediligo personaggi che credono di comportarsi in modo norma-
le, ma che come me hanno subito il lavaggio del cervello: c'è più follia nella parte "normale" del-
la mia vita che in quella strana".
I. Zaffino -  Alcuni racconti nella "Cerimonia della vita" si svolgono in un futuro prossimo dove
i corpi delle persone decedute sono trasformati in beni di consumo come mobili, accessori e ve-
stiti o in alimenti, secondo l'usanza di onorare i morti mangiandoli. Cosa ci vuole dire con queste storie?
M. Sayaka: "Qualsiasi messaggio traspaia dalle mie parole non è intenzionale. Del resto, quando
comincio un romanzo, non ho idea di come andrà finire. Ma raccontare realtà dove sono presen-
ti valori diversi da quelli che mi circondano mi dà la sensazione di osservare le viscere del mon-
do, quelle che quando si vive al suo interno risultano invisibili". 
I. Zaffino -  Anche il cannibalismo ritorna nelle sue storie come alternativa alimentare, lo ave-
vamo già visto nei "Terrestri". Perchè?
M. Sakaya -  "Mi sono sempre chiesta perchè alcune cose siano vissute come "tabù", è una
curiosità che mi porto dentro da quando ero bambina.  Pensavo che mangiare un morto fos-
se un atto innocente e senza peccato, a differenza dell'omicidio.  Di recente  ho conosciuto 
una persona vegetariana che mi ha rivelato di poter essere disposta a mangiare carne umana. 
Mi interessano sempre questi retroscena  pieni di rettitudini  e  peccati diversi  da quelli del
mondo in cui viviamo".
(Per le risposte di Murata Sayaka traduzione dal giapponese di Anna Specchio) 



Lucianone

venerdì 24 marzo 2023

Ultime notizie dall'Italia e dal Mondo / Latest news - dal 24 al 27 marzo

 24/25 marzo '23 - venerdì/sabato                24/25th March /Friday-Saturday                visione post - 9

24 marzo '23
("Corriere della sera")
 
Vertice di Bruxelles -
Emergenza migranti: l'Europa ritorna in campo / la presidente italiana Meloni rivendica che il temaù
sia tornato centrale per merito dell'Italia  // Debutto eiropeo anche per la...

24 marzo '23
(la Repubblica)
MIGRANTI -  Meloni a mani vuote / La premier lancia l’allarme al Consiglio Ue: rischiamo 900 mila arrivi. Ma nel comunicato finale solo pochi cenni all’immigrazione Tutto rinviato al vertice di giugno. Dopo il gelo, bilaterale nella notte con il presidente francese Macron. E Fitto tratta sul Pnrr
SCHLEIN (Pd) - Al leadr spagnolo Pse Sanchez: "Spero di tornare da voi come capo del governo"
MADRI con i bimbi in cella:  scontro dstra  - Pd
BOSSA in lista d'atesa: evitano il 41 bis
Migranti - Nel vuoto l'allarme di Meloni: "Rischiamo 900mila arrivi" /  La premier in pressing sui colleghi durante il Consiglio europeo, ammette sbarchi triplicati. I Paesi del Nord frenano
GUERRA Ucraina-Russia -  Su Kiev i leader confermano pieno sostegno e fornitura di munizioni. Zelensky chiede un summit sul piano di paceSu Kiev i leader confermano pieno sostegno e fornitura di munizioni. Zelensky chiede un summit sul piano di pace/ 

25 marzo
8"Corriere della Sera")
BORSE  a picco  causa banche / Il crollo di Deutsche bank trascina tutti i mercati europei
Milano perde il2,2%  //  BCE-legarde: pronti a intervenire / Germania: Cancelliere Scholz:
"Nessun timore" /  La lezione del crac Lehman (dimenticata)
Piano MIGRANTI: Meloni soddisfatta, e ricuce con Macro: voglia di collaborare

Lucianone 

Il diario del venerdì - dal 21 al 24 marzo

 24 marzo '23 - venerdì                                  24th March / Friday                       visione post - 6

     21 marzo '23

(da "la Repubblica")
Il commissario Ue Gentiloni avverte. " l'Italia si occupi del recovery anzichè del ponte sullo
Stretto e della flat tax"  / Il governatore di Bankitalia Visco: "Riforme urgenti finchè siamo
al riparo dal contagio".  //  In Francia, sulle pensioni il governo Borne si salva per 9 voti, ma
la Francia insorge e nelle piazze esplode la rabbia.
I campanelli d'allarme -
Lo hanno detto senza senza troppi giri di parole.   . Non possiamo permetterci il lusso di perdere gli investimenti del Pnrr. Prima il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, poi il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, hanno lanciato l’allarme dal palco della Bocconi alla presentazione del nuovo Affari&Finanza. Già a fine anno il governo aveva dovuto correre per centrare gli obiettivi 2022 coi quali sarebbero dovuti arrivare a febbraio 19 miliardi di euro. Il “sarebbero” è d’obbligo perché la Commissione europea ha per il momento congelato i pagamenti perché il decreto del 14 febbraio scorso di attuazione del Pnrr non è stato convertito.
CONTINUA...
to be continued...     

sabato 18 marzo 2023

SPORT / calcio - Serie A / 26^ giornata - Commento e video

 18 marzo 2023 - sabato                              18th March / Saturday                     visione post - 2

Risultati della 26^ giornata

Spezia  2   Empoli    0   
Inter     1   Udinese   1
Napoli     2  Bologna   0
Atalanta  0   Lazio       0
Lecce    0
Torino   2
Cremonese   0
Fiorentina    2
H. Verona   1
Monza        1
Roma       3
Sassuolo  4
JUventus     4
Sampdoria   2
Milan           1
Salernitana   1

Classifica
Napoli   68  /  Inter   50  /   Lazio   49  /   Milan   48  /   Roma   47  /   Atalanta   42
Juventus   38  /   Torino   37  /   Bologna   36  7   Udinese   35  /   Fiorentina   34
Monza, Sassuolo   33  /   Empoli   28  /   Lecce   27  /   Salernitana   26  /   
Spezia   24  /   H. Verona   19  /   Cremonese, Sampdoria   12

Commento
Possiamo ormai dire e scrivere che il Prof Spalletti ha il titolo in tasca e che la sua nuova
creatura, questo Napoli quasi perfetto, è tra le due o tre squadre migliori d'Europa senza
alcun possibile contraddittorio: il campo e le giocate dei suoi atleti  dicono  solo questa
incontrovertibile verità. Vedremo poi alla fine se questo Napoli supererà effettivamente
quello di Maradona, ma la via sembra essere per ora quella maestra dei possibli trionfi,
 sempre che si mantenga sugli attuali livelli di continuità, anche in ambito di Champions
League.  Riguardo alla lotta per entrare nella Champions del prossimo anno se la stanno
giocando per ora in quattro (Inter, Lazio, Milan, Roma) con l'outsider Atalanta pronta a
rientrare in gioco.
CONTINUA...





 
Lucianone

mercoledì 15 marzo 2023

Riflessioni - Il ritmo della rivoluzione (Iran)

 15 marzo '23, mercoledì                             15th March / Wednesday                      visione post - 2

(da la Repubblica - 12 marzo '23 - da l'Amaca / di Michele Serra)

Il ritmo della rivoluzione
Voglio vederti danzare, come i dervisci che girano sulle spine "dorsali". Ascoltare questa canzone
di Battiato, oggi, e pensare alle ragazze iraniane  sotto la morsa  di quel regime  orribile  di maschi
orribili, è tutt'uno.  Chissà cosa direbbe Battiato, grande ammiratore  della cultura islamica del
sufismo, di questo odio per la danza, di questo obbrorio, di questa mutilazione. Non perdo una
sola delle scene di danza che da anni vengono messe in rete dalle ragazze e dai ragazzi di Teheran
a rischio della galera e delle frustate.  Sono commoventi, potenti, hanno la forza trascinante della
rivolta e della libertà, della Carmagnola che travolge il regime, del Ca ira cantato da Edith Piaf al
battito dei tamburi, della corsa solitaria sulla spiaggia di Antoine Doinel nel finale dei Qattrocento
colpi.  Ballare per ribellarsi, sciogliere il corpo, farlo parlare, rendere onore all'eros come ovunuqe
nel mondo, dalle aie contadine alle corti licenziose, si è sempre fatto per gioire del movimento, per
poter battere il tempo e farlo insieme agli altri.
"Il paese dove non si può ballare" sembra il titolo di un romanzo distopico, e a pensarci bene lo è 
(in buona sintonia con l' Afghanistan).  La distopia, al contrario dell'utopia, è la forma che si per-
verte, è il peggio che diventa realtà. Ho rinunciato a molte speranze, negli anni, ma vorrei riuscire
a vivere quanto basta per vedere le ragazze di Teheran ballare sopra le tombe dei loro oppressori.
Se la parola "rivoluzione" può ancora avere una incarnazione, è questa.

Lucianone

lunedì 13 marzo 2023

Commenti - L' Europa che non pensa più

 13 marzo '23 - lunedì                                 13th March / Monday                         visione post - 4

(da la Repubblica - 11 settembre '20 -  di Massimo Cacciari)

L'Europa che non pensa più
Prchè ha smesso di rincorrere l'idea di comunità

Può un organismo politico vivere senza pensare a un proprio Fine? Senza concepire
la propria struttura in qualche modo come esemplare, pur nel realistico riconoscimen-
to dei limiti della propria potenza? Coloro che,dopo il suicidio d'Europa e la sua detro-
nizzazione nella prima metà del Novecento, hanno voluto  e  avviato  il processo per 
farne una comunità, avrebbero certamente risposto no, non è possibile.  oggi la stessa domanda
sembra scomparsa; l'interrogativo non inquieta più nessuno della leadership europea. Ogni pro-
blema è ridotto alla logica dello scambio e delle compatibilità economico-finanziarie.  Credo che
tutti, anche "grazie" alla pandemia, abbiano compreso come lo "spazio europeo" segnato dal mer-
cato e dalla moneta, sia conditio sine qua non per sopravvivere nella competizione globale. Forse
la stagione del nazionalismo populista è finita. Ma qui il discorso si arresta.     A che cosa è chia-
mata l'Europa? Quale ne dovrebbe essere il significato nel mondo contemporaneo? Tutte queste
suonano ormai domande astratte, prediche inutili. Lasciamo le "missioni" a papa Francesco, ri-
pete il miserabile realismo dei mercati.
Non fu così per un brevissimo periodo a cavallo della caduta del Muro e della fine della "terza
guerra mondiale"catastroficamente perduta dall'Urss.  Vi fu chi comprese che la fine del tragico
Novecento offriva all'Europa una grande e irripetibile occasione per affermare una una propria
nuova, originale "centralità". Anche riscoprendo una sua "storia segreta", voci inascoltate della
sua tradizione. -   La costruzione dell'unità politica delle nazioni europee  avrebbe potuto costi- 
tuire un polo di riferimento pratico  e culturale per il mondo che affrontava il salto d'epoca.  E
la proposta europea a questo mondo poteva essere una soltanto: ecco, noi usciamo dall'antica
forma Stato del Moderno, dai suoi assetti gerarchici e centralistici; noi riteniamo che il potere
possa davvero essere partecipato  , e che tanto meglio funzioni un organismo politico quanto
più ricca al suo interno è la vita autonoma di corpi intermedi, di partiti, di sindacati;noi rite-
niamo che la diversità di lingue, tradizioni, religioni  non contraddica affatto  la volontà di 
federarci  insieme, ma, al contrario, ne costituisca lo stesso presupposto. Europa è un nome
plurale.  Europa non cerca l'unità dell'Uno, ma l'Uno che sono (Unum sumus!)). -  E questa 
soltanto ci sembra essere la cultura politica capace di governare un mondo policentrico, la
cultura politica che contraddice l'insorgere di nuove volontà egemoniche imperiiali.
Secondo questo suo interno assetto, mostrandosi in questa forma, l'Europa avrebbe dovuto 
svolgere il proprio ruolo internazionale, intervenire nelle crisi destinate ad aprirsi per il venir
meno degli equilibri della guerra fredda. La sua autorevolezza internazionale poteva derivare 
soltanto dalla forza della sua proposta politica, non certo da riacquisiti imper i militari o eco-
nomici. Tutto ciò fu qua e là pensato, e tutto fu contraddetto dall'azione seguente. Nel corso
del ventennio successivo "l'arcipelago" europeo  venne interrato da interventi  che erano di
volta in volta nient'altro che il prodotto di faticosi compromessi tra Stati "sovranisti" , per i
quali i principi fondamentali di ogni concepibile comunità , quelli di solidarietà e coopera-
zione, di amicizia, avrebbero detto i nostri Antichi, non erano che occasioni  per  qualche 
sfoggio retorico. Non essendo prevalsa una nuova visione dell'Europa al suo interno, non
poteva di conseguenza affermarsi alcun ruolo dell'Europa nelle grandi crisi che abbiamo 
attraversato e stiamo vivendo.  Che cosa è mancato? E' mancato il federatore.    Nel non
cogliere questo aspetto i federalisti europei hanno peccato di utopismo.  L'unità politica
non poteva essere perseguita se fosse mancata la potenza europea chiamata a guidarne il 
processo. Che sentisse, cioè, come propria autentica vocazione la realizzazione di quella 
unità. A un Fine di tale valore non si può tendere attraverso compromessi tra interessi di
Stato. Ma il federatore, dopo la caduta del Muro e l'unificazione tedesca, non poteva es-
sere che la Germania. Questo è il colossale paradosso del destino europeo!  Lo Stato attore
fondamentale, protagonista assoluto, responsabile primo  della disfatta dell'Europa  era di-
ventato l'unico che potesse guidarne la riaffermazione politica,secondo una forma, quella
federale, che rovesciava in toto le concezioni del potere che lo avevano portato a trascina-
re il mondo nella più immane delle tragedie. Era uno straordinario racconto, un autentico
nito in cui la nuova Germania avrebbe potuto rappresentarsi.  Occorreva certo  un'audacia
politica eccezionale, superare antiche paure, resistenze durissime del'opinione pubblica.
Forse in alcuni leader, forse persino nella Merkel per brevi istanti, l'idea della grande oc-
casione è venuta. Ma i fatti l'hanno puntualmente smentita. Ed è stata Grecia, sono state le
tragedie dell'immigrazione.  Sul pilastro della stabilità la Germania ha legato l'Europa e ha
legato se stessa, l'affermazione possibile, cioè, di una sua autentica auctoritas europea e in-
ternazionale. -   Il momento in cui poteva ancora avere un significato pratico pensare a una
destinazion  europea "in grande stile", scomodando magari  - con la germania federatore -
i Lessing, gli Herder, i Goethe, è tramontato per sempre.  Dobbiamo sapere entrare respon-
sabilmente nel tempo delle "serene rinunce". (Cioè) Un'Europa potenza politico-culturale,
un'Europa che sa trasformare in norme vincolanti, in positivo diritto al proprio interno gli
appelli ai "diritti umani", alla "difesa dell'ambiente", un'Europa che mostra come si possano
vincere ingiustizie e disuguaglianze intollerabili, lasciamo che viva in noi come "idea rego-
lativa".  Anche di dover-essere vive il povero mortale. Ma tanto più fermamente, allora, esi-
giamo atti e decisioni per superare i blocchi che le procedure comunitarie comportano, per
sostenere con tutti i mezzi necessari chi da questa crisi è stato più duramente colpito, perchè
non si dilapidi anche quel patrimonio di solidarietà che è contenuto nelle vecchie politiche  
di Welfare.  Difendiamo la nostra unità economica, eliminiamo quelle incredibili disparità
in campo fiscale e sociale che la rendono debole.  LA CRISI DEL COVID pare che almeno 
questa esigenza l'abbia fatta intendere e che sulla sua prospettiva si stia bene o male proce-
dendo. Su tutto il resto credo onesta una sola parola: rinunciamoci. Di ciò che è impossibile
fare, meglio tacere.   

Lucianone

giovedì 9 marzo 2023

Commento - Gli immigrati come ricchezza

 9 marzo '23 - giovedì                               9th March / Thursday                             visione post - 2

(da la Repubblica - 3 marzo '23 /  di Linda Laura Sabbadini)

Gli immigrati come ricchezza
 - calo demografico e cambiamento del Paese -
Le migrazioni sono sempre esistite. Si sono accresciute di intensità  per il moltiplicarsi dei fattori
che le determinano. Pongono un problema in primis umanitario e di diritti, ma, se gestite con uma-
nità e intelligenza politica, possono essere di grande aiuto all'econimia del Paese. -   Le previsioni
istat pubblicate a settembre parlano chiaro. Nel 2050, nell'ipotesi mediana, la popolazione del no-
stro Paese scenderà di 5 milioni di persone.  E questo nell'ipotesi  di un saldo migratorio netto di
130 mila persone l'anno. Ma non emerge solo un problema numerico complessivo. 
Tra 30 anni avremo una popolazione di 65 anni e più al 35%, ora è a poco meno di un quarto.  E
soprattutto mentre al 1 gennaio 2021 il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non
(o-14 e 65 anni e più) era tre a due, nel 2050 sarà uno a uno. Questo perchè nel frattempo, oltre a
diminuire la popolazione, cambierà la sua composizione per età. Cresceranno le persone anziane 
e anche i grandi anziani. Diminueranno le persone in età lavorativa da 15 a 64 anni di 9 milioni
di unità! -  E' evidente che ci si porrà un problema di come riusciremo a pagare le pensioni di chi 
ha lavorato una vita e ne ha diritto. Perchè queste dovranno essere pagate da chi lavorerà. Voi di-
rete, possiamo puntare sulla crescita  della fecondità  che è  permanentemente bassa. Magari cer-
cando di far sì che chi vuole avere figli possa averli e siano eliminati tutti gli ostacoli economici, 
di carico di lavoro familiare sulle spalle delle donne, siano sviluppati i servizi di cura. sì, si può
fare ed è assolutamente giusto farlo, ma non risolve il problema, se non nei tempi lunghi. La si-
tuazione demografica è peggiorata troppo.  La permanente bassa fecondità che ha caratterizzato
l'Italiav ha portato a una forte riduzione del numero elle donne in età riproduttiva, quindi, anche
se ci fosse una ripresa delle nascite, ci vorranno decenni perchè questa si traduca in crescita nu-
merica delle persone in età lavorativa.  Il nato all'anno zero diventerà venticinquenne a distanaza
di 25 anni. -
Vi siete chiesti perchè la Germania ha accolto un milione di siriani e ha avviato il processo di
integrazione nel Paese, mentre altri ergevano muri?  Perchè ha un problema analogo al nostro.
E ha agito tenendone conto. Stiamp parlando della più grande economia in Europa. Che adesso
ospita 1 milione di ucraini.. -   Allora, se l'incremento delle nascite ha effetti nel lungo periodo,  
l'arrivo di migranti ben gestito, anno dopo anno, con politiche di integrazione adeguate, nel ri-
spetto delle regole, in modo sostenibile socialmente, si può trasformare in elemento prezioso
per migliorare la situazione economica del Paese. E supportarci nell'incremento della popola-
zione in età lavorativa. Ma percjhè è così difficle immaginarci una Italia, Paese multietnico, 
dai mille colori, che riesce a fare della diversità una bellezza?   Ma la comunità italiana che 
era emigrata in Canada o in Argentina o negli Usa, non ha forse arricchito quei Paesi? E per-
chè non dovrebbero farlo un siriano, un afgano o una nigeriana e un'ucraina nel nostro Paese?
Di che abbiamo paura? Della perdita della nostra purezza?  L'Italia, con la sua lingua e i suoi
dialetti, i suoi usi e costumi, la sua cucina e la sua creatività, la sua libertà e democrazia, vivrà
nei secoli, anche se gli italiani avranno una pelle un pò più scura.   Può questa paura portare a 
indifferenz,,cinismo, o azione barbara di lasciare affogare nel mare senza soccorso?  No, non
è accettabile. Allora prepariamoci a progettare soluzioni realistiche ad un problema assai com-
plesso.    Abbiamo bisogno di più Europa e più Italia, che agiscano in nome dei loro valori di
civiltà nel mondo, ma anche di interesse per il loro futuro.  (L'intervento dell'autrice è a carattere personale)

Lucianone

L'Opinione del Giovedì - Immigrazione e storie personali

 9 marzo '23 - giovedì

venerdì 3 marzo 2023

SPORT / calcio - Serie A - 24^ e 25^ giornata / Classifica e video / commenti

Venerdì 3 marzo '23                                        3rd March / Friday                        visione post - 6

 Risultati della 24^ giornata

Empoli   0   Lecce       0
Napoli   2    Sassuolo   1
Bologna   1   Salernitana  3
Inter         0   Monza         0
Udinese   2
Spezia     2
Milan      2 
Atalanta   0
H. Verona   0
Fiorentina   3
Lecce          1
Sampdoria   0
Cremonese   2
Roma           1
Juventus  4
Torino     2

Risultati della 25^ giornata
Napoli   0   Monza  2
Lazio     1   Empoli  1
Atalanta   0
Udinese   0
Fiorentina   2
Milan          1
Spezia        0
H. Verona   0
Sampdoria   0
Salernitana   0
Inter     2   Roma      1
Lecce   0   Juventus  0
Sassuolo       3
Cremonese   2
Torino      1
Bologna   0 

Classifica
Napoli   65  /   Inter   50  /   Lazio   48  /   Roma, Milan   47  /   Atalanta   42   / Juventus,
Bologna   35,  /   Torino   34  /   Udinese, Monza   32  /   Fiorentina   32  /   Sassuolo  /   Empoli  28
Lecce   27  /   Salernitana   25  /   Spezia   21  /   H. Verona   18  /   Cremonese, Sampdoria   12




Continua...
to be continued...