(da la Repubblica - 24 ottobre 2019 - Scienze/Ricerca - di Giuliano Aluffi)
Non appena lo squalo si avvicina al banco di sardine, queste si compattano in una poderosa, enorme
sfera che lascia il predatore interdetto qyel tanto che basta da far sfumare il pericolo immediato.
Questa strategia di difesa - adottata da tutta una serie di pesci che va dalle sardine ai sugarelli - è un
comportamento collettivo, così come lo è quello di una mandria di bufali che si posi<iona a "muro"
invalicabile per dissuadere un leone affamato. Lo scienziayo che più ha contribuito a svelare come
dai comportamenti dei singoli emergano singolari coreografie di gruppo è l'inglese Iain Couzin, di-
rettore del Max Planck Institute of Animal Behaviour di Costanza (Germania), appena insignito del
Premio Lagrange-Fondazione Crt 2019 per le sue ricerche.
INTERVISTA
- Come si spiegano i comportamenti collettivi come la "palla gigante delle sardine"?
"Quella spettacolare coreografia è in realtà frutto di semplici comportamenti individuali, che nel
loro insieme risultano vantaggiosi e perciò vengono perpetuati. Anzitutto la "palla": si forma per-
chè ogni pesce vuole evitare di rimanere sulla superficie più esterna del banco, quella più esposta
al predatore, e così si dirige verso l'interno, verso quello che diventa il centro della sfera. E' real-
mente una configurazione vantaggiosa, perchè formando una massa solida, si riduce davvero la
superficie esposta al "nemico". Inoltre, la sfera che si forma ha mille occhi, e quindi è più atten-
ta alle mosse del predatore. E più reattiva, perchè i pesci sono vicini e comunicano in fretta".
- Spesso quando gli animali fanno squadra, è di fronte a qualche pericolo..
"Un esempio interessante è quello del "mobbing" contro i predatori. Alcuni uccelli come i corvi,
quando un rapace invade la loro zona, si dirigono in gruppo verso il pericoloso intruso per scac-
ciarlo con voli radenti e beccate. Possiamo considerarlo un comportamento collettivo perchè per
il singolo corvo sarebbe controproducente lanciarsi verso un uccello più grande e aggressivo.
Però una volta che il mobbing è iniziato, gli altri si uniscono perchè il rischio si riduce col nume-
ro. Nei casi in cui, invece, il singolo individuo avrebbe compiuto lo stesso l'azione, indipenden-
temente da ciò che fanno gli altri, non sarebbe un vero comportamento collettivo. Mi spiego:
se vediamo 10 persone aprire l'ombrello nello stesso momento è perchè si sono coordinate, o
solo perchè ha iniziato a piovere?".
-
Quello delle locuste, che formano sciami tra i più grandi in natura. Per molto tempo si è pensa-
to che lo sciame fosse uno sforzo cooperativo. E questo è il problema quando si nota un com-
portamento coordinato: si tende a pensare che gli individui siano animati di un vero istinto di
cooperazione con i loro simili, per il raggiungimento di un bene comune. Invece noi (osservan-
do che il numero di locuste nel nostro laboratorio sembrava diminuire misteriosamente) abbia--
mo scoperto che gli sciami di locuste sono guidati dal cannibalismo, ovvero da un comporta-
mento egoista. Tutt'altro che cooperativo. Il movimento collettivo di uno sciame di locuste
emerge perchè ogni individuo cerca di mangiare quello davanti a lui, sforzandosi al tempo
stesso di evitare di essere morso da chi gli sta dietro. Questa dinamica cannibalistica si avvia
quando nellìambiente in cui si trovano le locuste vengono a mancare nutrienti, ed è allora che
si formano questi sciami".
- Un comportamento collettivo sorprendente è quello delle formiche legionarie, che formano
"ponti" per superare ostacoli. Come fanno?
"Costruiscono straordinarie "architetture viventi" incastrando le zampe le une con le altre.
Siccome sono formiche in continuo movimento da un posto all'altro, per loro sarebbe uno
spreco costruire strutture in terra. così usano l'unica materia prima che hanno sempre con
loro: i loro stessi corpi. Ogni individuo, in realtà, segue poche semplici regole. E' il net-
work che si forma attraverso lo scambio di sensazioni tattili e chimiche che fa emergere
il comportamento collettivo. Accade lo stesso nel nostro cervello: un singolo neurone fa
ben poco, è dall'interconnessione tra turri i neuroni che emerge il pensiero. E i ponti che
costruiscono per far passare le formiche operaie sono, in un certo senso, intelligenti: gli
individui che ne fanno parte, attraverso le loro antenne, valutano se ci sia molto o poco
passaggio. Nel primo caso il ponte si allarga, nel secondo si restringe".
- In che modo questi studi possono aiutare la medicina?.
"Sarà importante fare luce su come certe cellule cancerose "leader" guidano colonne di
loro simili verso la colonizzazione di tessuti sani. Forse un giorno i modelli matemati-
ci che sviluppiamo studiando gli animali potranno dirci qualcosa in più anche sul can-
cro".
Lucianone
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