5 marzo '16 - sabato 5th March / Saturday visione post - 24
Albert Einstein aveva ragione
e questa scoperta ci serve
Il fisico tedesco le aveva ipotizzate 100 anni fa. Ora la conferma: prodotte
dagli eventi cosmici violenti, le onde gravitazionali esistono.
Un grande salto per le nostre conoscenze. Ma anche per migliorare
i satelliti e la stabilità delle case. Ecco perchè.
(dal settimanale "Oggi" - 24/02/'16 - Attualità / Edoardo Rosati - Milano)
Ci si sente infinitamente piccoli dinanzi alla sconcertante grandiosità di certe scoperte
scientifiche. Come quella che vede protagoniste le onde gravitazionali. E' merito di un
team di studiosi statun itensi ed europei, che lavorano alle tre super- antenne (interfero-
metri, nel gergo tecnico) Ligo e Virgo: i due Ligo che giorno e notte hanno registrato gli
echi provenienti dallo spazio profondo negli Usa (a Livingston, Louisiana, e ad Hanford,
nello Stato di Washington) e Virgo, che "abita" in Italia, nel Comune di Cascina (Pisa) e
che in autunno si unirà ai Ligo nella ricerca (non appena ultimati i lavori per aumentar-
ne la sensibilità).
Una scoperta epocale. Che conferma per l'ennesima volta il "funzionamento" dell'uni-
verso previsto dalla mente inarrivabile di Albert Einstein. - Per afferrare il mistero la
èarola chiave è: gravità. Archiviate per sempre l'idea che questo fenomeno sia dovuto
a una potente "calamita" naturale, a un'impalpabile forza attrattiva che fa cadere le
cose, che la Terra, a sua volta, esercita sulla Luna e grazie vvin-quale il Sole tiene av-
vinghiato attorno a sè il nostro pianeta (e tutti gli altri). No. La visione di Einstein ha
dipinto uno scenario rivoluzionario. Che, per estrema semplicità, deve portarci a im-
maginare lo Spazio come un infinito telo deformabile. Teso e resistente. Avete presen-
te i tappeti elastici su cui saltano a perdifiato i bambini?
"Increspature" decisive
Prendete adesso una palla da bowling e lanciatela su questo lenzuolo di gomma. Il
tessuto cederà sotto la massa della sfera. S'infossa. Si curva verso il basso. Se ades-
so provassimo a tirare una biglia su quella stessa superficie, bè, non potrà sfrecciare
dritta, in linea retta: finirà inevitabilmente per essere deviata dall'avvallamento. E
per girarci attorno. Ecco come funzionano le orbite di un pianeta, di una cometa, di
un satellite artificiale o di un veicolo spaziale: non sono oggetti calamitati da una
"forza" arcana a distanza. Si comportano, invece, proprio come quella biglia: ruota-
no attorno a un corpo celeste (la palla da bowling) che è più massiccio di loro e che
per questo ha abbassato il "telo elastico" dello Spazio. - Einstein ha chiamato "Spa-
zio-Tempo" Quest'invisibile tappeto flessibile (perxhè noi ci muoviamo nel vuoto se-
guendo lunghezze, larghezze e profondità, ma anche con un "prima" e un "dopo"),
Ecco pertanto riformulato il concetto di gravità: è l'effetto della curvatura dello
Un cataclisma spaziale
E' proprio ciò che è successo: due buchi neri, due frementi corpi celesti, si sono esibiti
in una danza vorticosa, prima di scontrarsi a una velocità di circa 150 mila chilometri
al secondo e fondersi in un'unica perla scura, pari a 62 volte la massa solare. E' acca-
duto a una distanza di 1,3 miliardi di anni luce. Un cataclisma che ha prodotto un'on-
da nell'universo. E come un messaggio in bottiglia nell'oceano di stelle, ha conservato
la memoria di quel mirabile evento cosmico. Oggi, finalmente, gli scienziati sono riu-
sciti a "leggere" e a udire quello sconvolgimento lontano: un "bip" di un secondo.
Sufficiente per gridare vittoria. "E' davvero l'alba di una nuova era, per l'astrofisica",
commenta entusiasta Fulvio Ricci, professore a la "Sapienza" - Univeristà di Roma, ri-
cercatore dell'INFN, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, e coordinatore della colla-
borazione internazionale Virgo, uno dei fanta-macchinari rivelatori di onde che ha for-
nito un ruolo nevralgico nella lettura finale dei dati. "Le onde gravitazionali erano una
saorta di chimera: ne ipotizzavamo l'esistenza, ma adesso le abbiamo osservate in ma-
niera diretta". Più o meno è come aver scoperto la Stele di Rosetta, la pietra di granito
fondamentale nella decifrazione dei geroglifici egizi. "Allo stesso modo, potremo final-
mente sondare i fenomeni dell'universo con nuovi occhi, perchè le onde gravitazionali,
rispetto a quelle elettromagnetiche, hanno una natura del tutto diversa, essendo gene-
rate dal movimento dei corpi celesti e riuscendo a trasportare intatta l'informazione
sul fenomeno che le ha originate". Significa per esempio, spiega Ricci, poter scanda-
gliare lo stato della materia in condizioni straordinariamente compresse, come avvie-
ne nelle stelle di neutroni, che sono corpi celesti pazzescamente densi: immaginate di racchiudere in una sfera col diametro equivalente all'estensione di Roma una volta e
mezza la massa del Sole!
Lucianone
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