mercoledì 6 giugno 2012

Il personaggio - Art Spiegelman: il creatore di Maus

6 giugno 2012 - mercoledì         6th June / Wednesday             visioni del post - 27

Art Spiegelman
in un'intervista del 19 gennaio '12
"Così il fumetto ha creato i simboli di oggi.
Non è un caso se gli indignati hanno scelto
la maschera di V per vendetta"

(da la Repubblica - R2 Cultura / giovedì 19 gennaio 2012
di Luca Raffaelli)
l'occasione per parlare con Spiegelman, autore di Maus e premio
Pulitzer, è una lezione che terrà alle 21 di oggi (19-01-'12 ndr.)
al Circolo dei Lettori di Torino. Il titolo è tutt'altro che accademi
co: "What the %@&*! Happened to Comics?", cioè "Cosa diamine
è accaduto ai fumetti?". Comics e non graphic novel, giustamente.
Luca Raffaeli: 'Oggi farà una vera lezione?'
A. Spiegelman: "Sarà una sorta di ricognizione per capire dove sta
andando il fumetto, il mio medium,  come funziona e come sta cam-
biando. E' stata una  fortuna che Eco, invece, li abbia sempre trattati
con grande attenzione".
L. Raffaeli: 'Parla di fumetti e non di graphic novel.
A. Spiegelman: "Perchè il percorso del linguaggio è iniziato fin dal-
l'Ottocento.    Per capire il fumetto bisogna sapere chi sono i grandi
maestri. Chi è Winsor McCay, un autore che ha aperto un mondo di
possibilità, e George Herriman, l'autore  di  Krazy Kat, incredibile 
quello che lui ha fatto, e anche un autore popolare nei comic book 
degli anni Quaranta non molto conosciuto in Europa: il suo nome 
è Jack Cole. Ma ho migliaia di immagini nel mio computer e sce-
glierò cosa mostrare a seconda della piega che prenderà il discorso".
L. Raffaeli: 'Qual'è stata l'evoluzione del fumetto in questi ultimi
anni?'.
A. S. : "Mi scusi: ha detto 'evoluzione' o 'rivoluzione'?".
L. R. : 'Beh, a questo punto decida lei'.
A. S. : "Credo sia accaduto qualcosa che sta in mezzo tra le due
parole. Siamo in una situazione  simile a quella  delle scimmie
di '2001 Odissea nello spazio', quando il protagonista attraversa il
monolito e ne esce evoluto. Siamo arrivati al punto  in cui si può
affermare che il linguaggio v iene utilizzato al massimo. Ma ora
bisogna stare attenti al futuro, perchè ad essere ignorati dalla cul-
tura si possono avere anche molti vantaggi".
L R. : 'Cosa pensa del desiderio di molti autori di fumetti di essere
autobiografici?'.
A. S. : "E' comprensibile, dopo tanti anni in cui il fumetto con Man-
drake e Flash Gordon o con i fumetti underground è  stato lontano
dalla realtà. Questo fa parte dell'evoluzione di cui si diceva, della
ridefinizione di quel che il fumetto può essere. Però bisogna stare
attenti all'autobiografismo, perchè ci deve essere assoluta onestà
in quel che viene raccontato. Non basta stupire. bisogna andare a 
fondo nei propri pensieri. E' questo il rischio di un linguaggio che
arriva ad essere completo: può essere meravigliosamente intelli-
gente e può essere stupido. Com'è accaduto al cinema". 
L. R. : 'La differenza è che il fumetto non è davvero un'industria'.
A. S. : "Certo, non girano i soldi che ci sono nel cinema.  Però il
cinema è largamente influenzato oggi   da quello che accade nel
fumetto perchè le nuove tecnologie rendono possibile mostrare
un uomo che vola. Un tempo era bello vedere certe scene la dome-
nica sulle pagine a colori dei quotidiani mentre sullo schermo non
erano credibili, facevano quasi ridere. Oggi no. Il cinema digitale
si può permettere di proporre le situazioni  che erano proprie del 
fumetto popolare e lo fa spendendo un sacco di soldi.  Per esem-
pio con un film appassionante  come 'Hugo Cabret' di Scorsese.  
Una delle poche esperienze tridimensionali della mia vita.".
L. R. : 'In che senso?'.
A. S. : "So bene che i film in 3D si fanno perchè cos' gli spetta-
tori pagano di più per colpa degli occhialetti.  Ma ho un occhio
molto debole per cui non vedo mai  la tridimensionalità  e non
ho il senso dello spazio. Credo che uno dei motivi per cui sono
diventato  un fumettista  sia stata proprio la scelta  della bidi-
mensionalità del disegno.
L.R. : "Ha visto gli 'indignados' con le maschere prese dal
fumetto di Alan Moore e Dave Lloyd V per Vendetta? Che
ne pensa?"-
A.S. : "Penso che il movimento di chi occupa Wall Street sia
oggi la cosa migliore che accada sul nostro pianeta.  E sono
molto felice  che  l'immagine simbolo   di questo movimento
venga dal mondo del fumetto.  -    Lo era già stato nel 2008
quando gli autori della rivista umoristica Mad hanno coniato
un'immagine del nuovo presidente. Mi chiedo oggi come po-
tremmo ritrarlo:   forse come un robot in mano ai banchieri,
non so. E' incredibile quello che sta succedendo negli Stati
Uniti da 30 anni a questa parte e non so se in Europa si av-
verte la gravità della situazione. La possibilità di muoversi
nel  mondo  della cultura  e dell'economia  si sta riducendo
sempre di più.   E anche la possibilità per la gente comune
di avere una vita confortevole. 
Però ora bisogna stare attenti anche alle speranze. Un tempo
 si credeva nelle rivoluzioni (non del fumetto, quelle reali).
Ma poi, se si guarda la storia, non hanno mai migliorato la
situazione.

Ecco alcuni video (da You Tube) che approfondiscono la
conoscenza di questo fondamentale autore americano (e
di origine polacca) di fumetti e di Maus, in particolare:





Lucianone




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